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RISPOSTA ALLE ACCUSE CONTRO LA CHIESA

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2013 14:06
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06/09/2011 12:24
 
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Diversi storici dall’Unità d’Italia in poi tendono sottovalutare il ruolo che il clero cattolico ha avuto nel processo di unificazione, anzi quanto vi è di “cattolico” non viene spesso nemmeno considerato. Ne sono prova i fatti di Vicenza del 1848; i libri di testo in uso nella scuola italiana non parlano mai di quanto è accaduto proprio a Vicenza. Non citano le famose tre gloriose giornate del maggio 1848 (20, 21, 24), ma nemmeno la sconfitta del 10 giugno, quella che determinò l’esito stesso della Prima guerra di Indipendenza. Vi sono addirittura circoli cattolici tradizionalisti che dichiarano “il Risorgimento una guerra di religione contro la Chiesa Cattolica” e negano il ruolo avuto da molti cattolici nell’ambito proprio del processo di unificazione. Dimenticano costoro Antonio Rosmini e il suo impegno a favore dell’unità d’Italia. Cito il filosofo di Rovereto, proprio perché costoro poi in altra sede considerano, forse per opportunità, il Rosmini come un grande della loro prospettiva. In realtà il mondo cattolico partecipò ed attivamente al processo unitario e Vicenza lo attesta non solo con don Giuseppe Fogazzaro e altri sacerdoti del Seminario, ma anche con don Giacomo Zanella, il poeta dell’unità d’Italia. Cattolici furono poi Fedele Lampertico e il padre dello scrittore Antonio Fogazzaro, Mariano, e così in altre zone molti cattolici parteciparono all’Unità d’Italia. Certo accanto ai cattolici vi furono anche i “fratelli muratori”, ossia la massoneria nazionale e internazionale. Di questa furono esponenti lo stesso Cavour, Garibaldi e anche Mazzini e molti altri, ma negare la partecipazione cattolica è operazione non storica, così come negare la partecipazione popolare ai movimenti per l’unità. La documentazione della partecipazione cattolica è rilevantissima, si va dagli scritti teorici del nominato Antonio Rosmini, ma anche a quelli dell’abate Vincenzo Gioberti, di Giacomo Zanella e anche di quelli di sacerdoti meno conosciuti, ma egualmente importanti, perché attestano con i loro scritti, spesso poco noti, quanto fu importante per la popolazione lo schierarsi del clero contro la dominazione austriaca. Non a caso l’Austria tentò, attraverso le nomine di vescovi, eredità del giuseppinismo, di avere un clero sottomesso, come a Padova con il vescovo Federico Manfredini o a Vicenza stessa con il vescovo Giuseppe Farina, che però non fece nulla contro il movimento unitario, anzi nel 1866 partecipò alle Solenni esequie pei caduti nelle guerre del Risorgimento d’Italia celebrate nella Cattedrale di Vicenza il 10 ottobre 1866. Era la commemorazione, tenuta in cattedrale, da Giacomo Zanella, dei martiri vicentini del 10 giugno 1848. Con questa sua partecipazione attestava l’importanza e il valore del cambiamento. Con ciò non si vogliono negare le difficoltà del processo e i problemi, immensi, postunitari, che colpirono anche, con la soppressione dell’Asse ecclesiastico nel 1868 quasi tutti i beni degli ordini religiosi, venduti all’incanto. Bisogna però ricordare che solo un vero concorso generale di popolo può effettivamente cambiare il corso della storia. A questo proposito riportiamo parti significative di quanto Alessandro Schiavo, canonico e Membro del Comitato Dipartimentale provvisorio di Belluno scrisse in un Manifesto del 1848. In questo documento appare chiara la partecipazione da parte del clero a favore dei moti patriottici e con ciò anche schierandosi contro quella parte del clero che invece temeva il cambiamento.
Ecco alcuni passaggi del documento
Lo zelo generoso da Voi dimostrato nella santa causa della indipendenza italiana Vi affezionò i cuori di tutti. Voi comprendeste l'altezza della Vostra Missione e la vostra mente invano costretta tra i vilissimi ceppi dell'Austriaco servaggio, conobbe l'interesse nazionale essere congiunto coll'interesse della Religione e l sentimento della patria Libertà unificarsi con quello della Fede. Voi secondando il movimento irresistibile della Nazione avete operato da veri Cristiani, da veri Ministri di Dio, che venne a redimerci d'ogni schiavitù e proclamare l'uguaglianza dei diritti... Pertanto la magnanima nostra insurrezione contro il tirannico giogo fu legittima, santa, voluta da Dio. Fu la riscossa di un Popolo intero, non contro l'ordine, ma contro il disordine organizzato e distruttore... Eravamo sul punto di perdere per sempre ogni Nazionalità, di vederci infranto del tutto per sempre ogni legame coi cari nostri fratelli Italiani, col Santo Pastore della Cattolica Chiesa... Siamo risorti IDDIO lo volle, palesemente, meravigliosamente lo volle. ITALIA tutta ci applause: ITALIA tutta accorse ad aiuto dei fratelli di Lombardia e di Venezia... Voi foste, o sacerdoti; come non ultimi foste ad arruolarVi dotto la Santa Bandiera, e colla croce nell'una mano, colla spada nell'altra procedere nell'ardor della pugna... IDDIO stesso vi ispira il coraggio conveniente alla gran Causa... quel coraggio che animava i Maccabei Sacerdoti e Guerrieri a pugnare da forti le battaglie del Signore e l'indipendenza giudaica contro l'attrice usurpazione d'Antioco.Quelle armi furono benedette da Dio... Ormai null'altro ci resta che l’Indipendenza o la morte... Voi siete i Pastori e i Maestri del popolo chiamati da Dio a profonder la vita per esso per la sua Indipendenza, per la sua Religione. Se mai taluno fra Voi... stesse peritando incerto, irresoluto, sappia ch'egli è segnato dalla Nazione e da Dio qual Traditore della Patria, fella Chiesa, della fede, che è indegno del santo Ministero da lui esercitato... Oh! L'ITALIA non giunga a conoscere alcuno di voi si vigliacco ed avverso alla Cattolica Causa della Fede e della Libertà Nazionale. La Religione ha parlato… La Libertà e la Fede si stringeranno insieme nell'amplesso della Carità fondamento e principio di ogni virtù.
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