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CRISTIANESIMO E BUDDISMO A CONFRONTO

Ultimo Aggiornamento: 02/04/2014 11:08
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20/08/2011 16:37
 
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Il buddismo, insieme con l’induismo, recentemente sembra esercitare un grande fascino anche verso gli occidentali nominalmente cristiani. Non è raro, neanche qui in Italia, sentire parlare di buddismo, soprattutto quando personaggi famosi del mondo dello spettacolo e dello sport, dichiarano apertamente di simpatizzare per tale disciplina. Ma poi vi sono anche dei films,  che contribuiscono alla sua notorietà.

Oggi, c’è nel buddhismo una notevole carica missionaria, rivolta in particolare ai Paesi dell’Occidente, compresa l’Italia dove oggi esistono alcuni centri buddisti.

Ma cos’è il buddismo? Quali sono le dottrine essenziali? Quali sono i valori che propone? Può essere considerato alternativo al Cristianesimo?


[Modificato da Credente 09/01/2014 11:51]
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20/08/2011 16:38
 
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Cenni Storici

Il termine «buddismo» deriva dal titolo onorifico di «Buddha» (dal sanscrito «risvegliato» o «illuminato»). Il buddismo nasce nell’ambiente culturale indiano, e poi, sotto l’influsso di monaci buddisti, si espande a macchia d’olio, prima a Sud e poi a Nord (Tibet, Cina, Corea e Giappone). In breve, è un movimento filosofico-religioso separatosi dall’induismo tradizionale.

Origini

Tutto cominciò in India nel 563 a.C. (al tempo dei profeti biblici Geremia ed Ezechiele) sulle pendici occidentali dell’Himalaya, quando nacque Siddhartha Gautama, figlio del reggente di uno dei tanti regni locali, vicino al confine con il Nepal. Suo padre Suddhodana cercò di tenerlo lontano dalle difficoltà della vita, circondandolo di ogni possibile agio. Tuttavia, la natura meditativa del giovane diede ben presto una svolta decisiva alla sua vita. In varie occasioni, passeggiando nei dintorni della reggia, Gautama vide un vecchio, un malato ed un morto. Pieno di compassione per l’umanità, cercò di scoprire il modo per superare il dolore e la morte stessa.

Fu così che all’età di ventinove anni il giovane principe abbandonò la moglie e la famiglia per divenire un asceta itinerante. Si accorse, però, che neanche quella era la via per risolvere il problema. Un giorno, mentre era sotto un albero in “meditazione”, sarebbe stato “illuminato”, e divenne, appunto, il Buddha, che, come abbiamo detto, vuol dire proprio «illuminato». Non fu, però, illuminato da qualche divinità, ma da lui medesimo, poiché da sé stesso comprese quella che sarebbe stata chiamata la via di mezzo, cioè il giusto equilibrio tra gli estremi, tra una vita dedita alle gioie ed ai piaceri terreni, e l’umiliazione fisica di un’ascesi troppo severa. Questa era basata sulle quattro verità fondamentali, che dopo vedremo di cosa si tratta. Dopo essere stato “illuminato”, Gautama si rivolse ai cinque asceti che si erano uniti a lui nella ricerca della liberazione dalla sofferenza e dalla morte, in un discorso definito il «Manifesto del Buddismo», che costituì, senz’altro, il punto di rottura con la religione tradizionale, anche se alcuni suoi concetti furono mantenuti, come, ad esempio la reincarnazione e l’esistenza degli dèi, o esseri superiori. Tuttavia, nel buddismo delle origini non c’è posto per Dio, o divinità varie, che possano aiutare l’uomo a raggiungere la felicità (Nirvana), cioè l’assenza completa di desiderio. Il Buddha stesso non pretese mai di essere divino. Nella sua fase originaria il buddismo si presenta solo come una filosofia atea ed agnostica.

Scuole e correnti

Dopo questa esperienza, il Buddha iniziò la sua predicazione che doveva durare circa 45 anni, facendo molti adepti e creando la «Comunità di monaci buddisti» (Sangha). Comunque, ormai vecchio, dopo una breve malattia causatagli da un’intossicazione intestinale, Buddha muore probabilmente attorno al 486 a.C.. Subito dopo la sua morte si formarono sulla sua persona molte leggende che ne fecero un personaggio mitico: egli sarebbe stato preceduto da sei Buddha e seguito da altri; la sua vita sarebbe stata un susseguirsi di miracoli, uno più strepitoso dell’altro. Ebbe così inizio un processo di glorificazione che portò a fare del Buddha storico un essere divino, che avrebbe addirittura posseduto tre corpi:

  1. quello fittizio del Buddha storico, ombra o riflesso del vero corpo;

  2. quello raggiante di luce, in cui si manifesta il frutto delle azioni meritorie compiute da un Buddha nel corso delle sue esistenze precedenti;

  3. quello vero, detto «corpo della legge» (dharmakaya), che esprimeva la natura perfetta del Buddha, come realtà coestensiva all’universo, e costituente il fondo di tutti gli esseri.

 

Il Buddha non nominò mai un successore, limitandosi a dire ai discepoli di fare della dottrina stessa la loro unica e vera guida. Ben presto, però, i suoi seguaci si scontrarono sull’interpretazione di essa, e sorsero così le diverse scuole buddiste. Attualmente si distinguono tre grandi correnti principali:

  1. Il piccolo Veicolo (Hinayana), nota anche come «Scuola del Sud» poiché è diffusa soprattutto nell’Asia meridionale (Birmania, Sri Lanka, Cambogia e Thailandia). Coloro che aderiscono a questa corrente sono dei conservatori, in quanto si considerano i depositari dell’ortodossia buddista. Essa è d’impronta atea ed individualista. L’uomo si salva da solo, praticando la vita monastica, l’ascesi e la meditazione.

  2. Il grande Veicolo (Mahayana), nota anche come «Scuola del Nord» poiché, al contrario della precedente, questa si è diffusa soprattutto nell’Asia settentrionale (Cina, Giappone, Corea, Mongolia, Nepal, India del Nord e Tibet). Attualmente è la forma di buddismo più diffusa nel mondo. Diciamo che, rispetto al precedente, è più religioso, avendo introdotto elementi dedotti probabilmente dall’induismo e, in generale, scaturiti dal desiderio, tutto umano, di avere qualche salvatore che aiuti in questa vita e nell’altra. In contrapposizione con «Il piccolo Veicolo» sostiene:

  • che esiste una sola realtà assoluta;

  • che l’esistenza dell’IO individuale è illusoria;

  • che la salvezza si raggiunge solo con l’aiuto degli altri;

  • che la massima perfezione consiste nell’avere così tanta compassione verso gli altri da rinunciare al nirvana per salvarli.

  1. Il Veicolo delle formule magiche (Mantrayana), nota anche come «Veicolo di diamante», si sviluppò a partire dal VI-VII sec. d.C.. Si è diffusa particolarmente in Tibet e, in minor entità, anche in Nepal, Cina e Giappone. Propone la salvezza attraverso pratiche magiche e rituali erotici.

Il buddismo moderno, ha preso le caratteristiche proprie delle religioni di questo mondo: templi, considerati luoghi sacri, in cui domina la statua del Buddha, oggetto di venerazione da parte dei fedeli; recitazione (simile al rosario del cattolicesimo) dei discorsi del Buddha da parte dei monaci nelle case dei fedeli, che così pensano di guadagnare meriti (simile alle opere meritorie del cattolicesimo) migliorando la loro situazione quanto ad energia karmica; gli stessi monaci costituiscono una specie di casta sacerdotale.

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20/08/2011 16:40
 
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Il buddhismo in Italia

Dal 1900 (e specialmente dal 1950) ebbero ampia espansione anche in Italia alcuni movimenti che si ispirano al buddismo. In Italia il buddismo è presente sotto due forme: il buddismo tibetano, appartenente alla corrente «Il grande veicolo», ed il buddhismo giapponese, Zen.

Il Buddhismo tibetano

Esso è presente in Italia ad opera di monaci tibetani, che hanno dovuto abbandonare il loro paese in seguito all’invasione cinese. Al centro «Rabten Ghe-pel-Ling» sito in Milano, si svolgono gli insegnamenti teorici e pratici. Comunque, il centro più organizzato ed efficiente si trova fra le colline della campagna toscana, nei pressi di Pomaia. In questo complesso monastico vivono una trentina di persone che organizzano corsi, a cui partecipano ogni anno circa 800 persone. Un altro gruppo di buddisti tibetani fa capo ad un periodico che si chiama «Ascesi». I seguaci dividono il tempo tra studio del buddismo, meditazione e lavoro manuale.

Il Buddhismo giapponese: lo Zen

Le pratiche insegnate da questa corrente del buddismo hanno trovato buona accoglienza in Italia. Il centro italiano più importante è il monastero di Milano diretto da un veneziano. Non si hanno notizie attendibili sul numero esatto di coloro che possono definirsi adepti del soto zen. Nel nostro Paese sarebbero alcune decine, mentre più vasta sarebbe la cerchia dei simpatizzanti, stimabile attorno alle 500 unità.

Il buddhismo Zen insegna che il soggetto, o «Io individuale», è soltanto illusorio: il vero Sé dell’uomo è la coscienza di Buddha. Anche l’universo non è che una manifestazione del Sé, della Mente, della Coscienza del Buddha.

Per giungere all’illuminazione si deve praticare la meditazione che consiste nello stare seduti a gambe incrociate, col busto eretto, respirando regolarmente, tenendo gli occhi leggermente aperti, spingendo la lingua contro il palato. Durante la meditazione occorre abbandonare la propria individualità per riconoscersi come “Sé universale”, come Buddha stesso.

Cenni Dottrinali

Il Buddha può essere considerato un “protestante” rispetto all’induismo tradizionale. Infatti, fu un agnostico e, come tale, non si occupò di questioni metafisiche, anzi vide un pericolo in esse, in quanto potevano distrarre gli uomini dal vero problema: slegarsi dall’eterno ciclo di nascita e rinascita. La liberazione non può avvenire seguendo una religione. Nel buddismo originario ognuno è solo, nel senso che solo da lui, o lei, dipende la propria liberazione anche se altri – a partire dallo stesso Buddha – possono indicare la via della salvezza. Ora, gli insegnamenti del buddismo si incentrano, sinteticamente, su tre punti.

Il Karma

Il Karma può essere descritto come la somma dei pensieri e delle azioni di un individuo nell’insieme delle sue incarnazioni. In ogni incarnazione l’uomo modifica il suo karma o in bene o in male. Come modificarlo in bene? Semplice! Per mezzo di atti moralmente buoni, di riti e di un’autodisciplina ascetica. È così che migliorando il proprio karma, si sfugge alla terribile succesione eterna di nascite e di rinascite. Ciò costituirebbe la salvezza.

Le quattro verità fondamentali

La serie delle reincarnazioni può essere spezzata coltivando certe virtù e compiendo certi atti. Ecco le quattro verità fondamentali propugnate dal Buddha Gautama:

a) l’esistenza umana comporta automaticamente la sofferenza;

b) la sofferenza è causata dal desiderio del piacere;

c) il sollievo è raggiunto solo mediante l’estinzione del desiderio del piacere;

d) una «strada ad otto corsie» deve essere seguita per eliminare il piacere.

La «strada ad otto corsie» costituisce, in pratica, la via della salvezza. Essa consiste nelle seguenti attività:

  1. concezioni esatte: sono quelle elencate sopra;

  2. giuste aspirazioni: rinunziare al piacere e desiderare il bene;

  3. giusto parlare: non mentire, non usare parole oziose;

  4. retta condotta: comportarsi bene;

  5. retto agire: non vendere persone come schiavi, né macellare animali;

  6. retto sforzo: coltivare stati mentali positivi;

  7. retta diligenza: cercare il dominio di sé in ogni cosa;

  8. retta concentrazione: darsi alla meditazione finché giunga la pace.

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20/08/2011 16:49
 
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Il Nirvana

Esso è la meta verso la quale tendono i buddisti. Più esattamente è il luogo dove il desiderio del piacere, che è la causa della sofferenza, è assente. Diciamo una specie di “Paradiso”. La via più rapida e sicura per raggiungere il nirvana, è entrare nell’ordine monastico fondato dallo stesso Buddha: lì si troverebbero, secondo le convinzioni dei buddisti, tutti gli aiuti e le circostanze favorevoli per un’ascesi perfetta.

 

Si può riscontrare in quest'ultima prerogativa una certa affinità con lo stile di vita praticata da tanti ordini monastici cristiani, che cercano di seguire la Via di Cristo che ha detto: "Chi vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua".

 

Si fa notare che Budda è vissuto oltre 5 secoli prima della venuta di Cristo e quindi le sue intuizioni possono essere state anche un dono che il Signore potrebbe aver fatto ad un uomo che cercava sinceramente la strada per la salvezza propria e di altri. Ovviamente la pienezza però sarebbe dovuta arrivare con Cristo.

A tal proposito cerchiamo ora di rintracciare altri tratti di somiglianza e di differenza sostanziale.

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20/08/2011 16:54
 
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Alla pratica delle virtù predicate dal buddismo nei confronti dei propri simili, Gesù ha ricordato l'elemento più importante: l'amore verso Dio, oltre a quello del prossimo, che permette a tutti, e non solo a pochi eletti, di ricongiungersi al Creatore di tutti gli esseri e di tutte le cose.
Le varie epoche, attraverso uomini illuminati come il Buddha e altri, hanno contrassegnato le varie tappe spirituali dell'evoluzione umana, fino a giungere al momento in cui il Cristo ha completato il percorso, sintetizzando e sublimando attraverso Lui le intuizioni a cui l'umanità era pervenuta.
Buddha era intuizione, ma in Cristo parlava Dio stesso.
E' Cristo che può completare il pensiero buddista, e non viceversa.
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20/08/2011 17:07
 
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Se  avesse potuto vedere o anche solo ascoltare la predicazione di Cristo, probabilmente Budda lo avrebbe seguito e sarebbe stato cristiano.
Ma prima della venuta di Gesù, perfino la rivelazione del Vecchio Testamento difettava di elementi essenziali, che sono arrivati solo con il Suo avvento .
Perfino i profeti e i re venuti prima di Lui hanno vagato nella penombra della rivelazione rimasta molto velata e presagito molto vagamente quello che sarebbe avvenuto.
Di essi Cristo stesso dice:
 

Mat 13,17 In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!

Uno di quei giusti potrebbe essere benissimo anche uno come Budda, il quale seguendo il sentiero della rettitudine, si è avvicinato molto alla predicazione di Cristo, almeno per quanto riguarda l'aspetto morale.
 
Possiamo tentare di fare qualche accostamento tra il buddismo e il Cristianesimo precisando  che al buddismo manca la consapevolezza fondamentale che il semplice sforzo e la sola buona volontà dell'uomo non possono essere sufficienti a permettergli di salvarsi: gli occorre l'aiuto della Grazia che si ottiene grazie al sacrificio di Cristo. Ma tutto questo non era ancora conoscibile da parte di  Budda.
La Scrittura ci permette di sapere infatti che i morti che erano giunti a pentimento, erano in attesa della loro liberazione che  Cristo ha realizzato per loro appena dopo la sua morte di croce:

 1P 3,18 Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito.
19 E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione;
1P 4,6 infatti è stata annunziata la buona novella anche ai morti, perché pur avendo subìto, perdendo la vita del corpo, la condanna comune a tutti gli uomini, vivano secondo Dio nello spirito.

Vediamo alcune analogie

Ecco le quattro verità fondamentali propugnate dal Buddha Gautama:

a) l’esistenza umana comporta automaticamente la sofferenza;

b) la sofferenza è causata dal desiderio del piacere;

c) il sollievo è raggiunto solo mediante l’estinzione del desiderio del piacere;

d) una «strada ad otto corsie» deve essere seguita per eliminare il piacere.

Anche il Cristianesimo insegna che :

A) L'uomo partecipa della sofferenza insieme a tutta la creazione.

Ro 8,17 E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Ro 8,18 Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.

Ro 8,22 Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto;

B) Il desiderio è la concupiscenza che genera il peccato e quindi la schiavitù che porta il dolore nel mondo.

Giac 1,14 Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce;

Giac 1,15 poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato, quand'è consumato, produce la morte.

1Gv 2,16 perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo.

C) Seguendo la via della croce e della rinuncia si ha la possibilità di rendere il giogo meno pesante.

Mat 11,29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.  Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

D)  Gli «otto sentieri» costituiscono, in pratica, secondo il buddismo, la via della salvezza. 

Consiste nei seguenti comportamenti:

  1. concezioni esatte: sono quelle elencate sopra;

  2. giuste aspirazioni: rinunziare al piacere e desiderare il bene;

  3. giusto parlare: non mentire, non usare parole oziose;

  4. retta condotta: comportarsi bene;

  5. retto agire: non vendere persone come schiavi, né macellare animali;

  6. retto sforzo: coltivare stati mentali positivi;

  7. retta diligenza: cercare il dominio di sé in ogni cosa;

  8. retta concentrazione: darsi alla meditazione finché giunga la pace.

Ritroviamo anche nel NT dei concetti molto vicini, se non addirittura identici a quelli sopra elencati.

Non credo sia il caso di cercarvi i versetti, che sono tanti al riguardo.

Naturalmente,  mancano tanti altri elementi, taluni discordanti rispetto al Cristianesimo,  ma ci fermiamo a questi accostamenti tanto per osservare che le intuizioni di Budda, soprattutto se si tiene conto che furono fatti molti secoli prima della venuta di Cristo, si possono ritenere "illuminati" e rappresentano quegli elementi di verità (cf Concilio Vaticano II) che lo Spirito ha voluto distribuire anche presso altri popoli, così come Egli ha ritenuto opportuno a seconda del grado di apertura raggiunto da ciascuno.

Se però da una parte occorre rilevare che uno come Budda avrebbe accolto l'insegnamento di Cristo come un completamento del proprio e si sarebbe comportato probabilmente come quei magi che riconobbero in Cristo il coronamento della loro religione che additava da tempi remoti il Messia salvatore, dall'altra parte non si può ammettere che un cristiano, in possesso dell'insegnamento, dei sacramenti e dei benefici del sacrificio di Cristo possa ritornare indietro abbracciando qualcosa che è meno perfetto.

Sarebbe da considerare una perdita enorme e non un acquisto. Il buddismo dunque era cosa ottima prima di Cristo in quanto a Lui doveva condurre. Potrebbe essere meglio la rettitudine buddista che non l'immoralità, ma certamente in definitiva è meglio il cristianesimo che non il buddismo.

Anche il Battista, seguito da folle e da discepoli, quando riconobbe in Gesù il Messia promesso, disse:

Giov 3,29 Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. 30 Egli deve crescere e io invece diminuire.

Budda avrebbe detto probabilmente la stessa cosa.

[Modificato da Credente 20/08/2011 17:10]
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02/04/2014 11:08
 
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Il lato oscuro e violento del buddhismo




Purtroppo molti occidentali hanno una visione distorta del buddhismo. Non a caso il video dei monaci buddisti thailandesi con occhiali alla moda, borse di lusso e costosi gadget tecnologici in viaggio a bordo di un jet privato ha scosso moltissime convinzioni, evidenziando le contraddizioni tra la tradizionale immagine del buddhismo e le strumentalizzazioni operate dall’Occidente e dai vip convertiti al New age. Il Buddhismo è concepito come la religione della pace, della meditazione, della rigenerazione, della tolleranza e gli anticattolici occidentali, come Marco Politi de “Il Fatto”hanno l’interesse a presentarlo così.


Molti parlano di “moda spirituale”: se uno invita l’arcivescovo Scola al consiglio comunale di Milano è un reazionario, se invece viene invitato il Dalai Lama è rispetto multiculturale. Tuttavia ci sono notevoli aspetti positivi e stimabili anche nel buddhismo, ma occorre guardare la realtà nella sua complessità, andando oltre i luoghi comuni e senza mai dimenticare la parole di Giovanni Paolo II«Venerabili amici, rappresentanti del Buddhismo e dello Shintoismo in Giappone, [...] La Chiesa Cattolica esprime la sua stima per le vostre religioni e per i vostri alti valori spirituali, come la purezza, l’ascetismo, l’amore per la bellezza della natura, e la benevolenza e la compassione per tutto ciò che vive».


E’ doloroso tuttavia leggere storie di cristiani perseguitati, impossibilitati a dare ai morti una sepoltura cristiana nel regno di Buddha, mentre lo stesso è pienamente concesso ai buddisti in terra cristiana. Non era la religione del rispetto? In Sri Lanka, in quattro mesi gli estremisti buddisti hanno attaccato trenta chiese. Accade mai il contrario? «La Chiesa in Sri Lanka continua a crescere»ha spiegato padre Amos della Mission Network News«e i buddisti cominciano a sentirsi minacciati. Molti credenti non lasciano più offerte ai templi buddisti, che fanno fatica a sopravvivere, per questo hanno cominciato ad attaccare le chiese». Sempre in Sri Lanka, una folla di circa mille persone nel dicembre 2012, fra cui numerosi monaci buddisti, ha presod’assalto una chiesa cristiana e ferito il pastore Pradeeep. La folla ha devastato la chiesa, distruggendo arredi sacri, attrezzature, auto parcheggiate. Il giorno prima dell’incidente, un gruppo di buddisti e di monaci aveva visitato il Pastore, intimandogli che, senza il permesso del clero buddista, non poteva condurre culto cristiano, pena la distruzione della chiesa. Dopo il rifiuto del Pastore, che ha invocato i diritti costituzionali, è giunto l’attacco. Accade mai il contrario? Nel 2012 le comunità cristiane in Sri Lanka, di diverse confessioni, hanno registrato circa 50 casi di attacchi da parte buddista. E’ stato colpito da una sassaiola anche il vescovo cattolico di Mannar, Mons. Rayyappu Jospeh.


Esiste anche il monaco birmano, Wirathu, che incita all’odio contro gli islamici, soprannominato il “Bin Laden buddista”. E’ ritenuto l’ispiratore del raid di ottobre 2012 contro i musulmani nello Stato di Rakhine: 200 morti ammazzati e 100 mila sfollati. La guerra tra buddisti e islamici in Birmania è violentissima, nel maggio scorsoa Oakkan una donna ha urtato un monaco facendogli cadere la ciotola dell’elemosina, è stata la scintilla che ha fatto scoppiare i tumulti e 300 persone hanno distrutto la moschea della città. E’ recente la notizia che due pastori cristiani sono stati arrestati nel piccolo regno buddhista del Bhutan, nazione che non riconosce la minoranza cristiana, che si è sviluppata in modo sotterraneo.


Sul buddhismo è uscito un volume di Roberto Dal Bosco, profondo conoscitore della religione orientale e divenuto in seguito cattolico, il quale ha raccontato che «quando ci fu lo tsunami, i missionari cristiani erano in prima linea negli aiuti, lo stesso non credo si possa dire dei buddisti. Possiamo parlare di “legge del non intervento”come ne parla la scrittrice belga, ma cresciuta in Giappone, Amélie Nothomb. Il tuo male è il tuo karma, te lo sei meritato, lo devi esperire interamente tu, al massimo il buddha può darti qualche consiglio… siamo millenni lontani dalla bontà materiale del cristianesimo, dall’atto stesso di Dio che si sacrifica con la carne e il sangue per i suoi figli».


La professoressa Jae-Suk Lee, che insegna alla facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, ha spiegato«Il successo delle religioni orientali in Occidente deriva da un vuoto spirituale che il cristianesimo, a un certo punto, ha smesso di riempire. Gli aspetti del buddhismo relativi alla meditazione al rilassamento, all’’introspezione hanno riempito questo vuoto».


Ogni religione porta dentro una traccia di verità, bisogna valorizzarla e favorire con tutti un dialogo di confronto. L’importante, come abbiamo voluto fare con questo articolo, è conoscere davvero le religioni non cristiane, non strumentalizzarle in chiave anti-cattolica e non usare mai una religione contro l’altra.



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