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PETIZIONI ED APPELLI

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2013 23:42
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14/07/2011 12:44
 
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Cari amici,



Il movimento pro-democrazia birmano del premio Nobel Aung San Suu Kyi ora è a rischio, con il regime che minaccia una repressione brutale in risposta al suo enorme appello on-line per la liberazione dei prigionieri politici. Gli attivisti hanno chiesto aiuto, dicendo che la pressione internazionale ora è cruciale per il loro futuro. Mettiamoci dalla parte di Suu Kyi e dei coraggiosi birmani:
Il futuro di Aung San Suu Kyi e del suo incredibile movimento pro-democrazia in Birmania è ora a rischio: stanno usando internet per difendersi e noi potremmo fare la differenza.

Suu Kyi sta costruendo una petizione on-line con cui si è rivolta coraggiosamente al regime militare per chiedere la liberazione di migliaia di monaci e di attivisti pacifisti ancora detenuti in condizioni tremende, alcuni addirittura rinchiusi in gabbie per cani. Per la prima volta migliaia di birmani hanno messo a rischio la loro vita e si sono uniti a lei nel suo appello per la libertà attraverso una petizione on-line! Il regime non si è fatto attendere, e ieri ha rivolto pesanti minacce a Suu Kyi; i generali potrebbero decidere in queste ore se portare avanti il dialogo oppure un'altra brutale repressione.

E questo potrebbe dipendere anche da noi. Gli attivisti in Birmania hanno chiesto aiuto, dicendo che la pressione della comunità internazionale è cruciale per prevenire la violenza e per liberare i prigionieri politici. Mettiamoci dalla parte di Suu Kyi e dei coraggiosi birmani, firmando la loro petizione, e spediamola all'UE, all'India e ad altri governi chiave che potrebbero fare pressione sul regime. Firma sotto e inoltra questa e-mail a tutti per costruire un appello enorme:

http://www.avaaz.org/it/stand_with_aung_san_suu_kyi/?vl

La pressione internazionale, inclusa una campagna esplosiva di Avaaz, ha aiutato a liberare Aung San Suu Kyi, che ha trascorso 15 anni in galera. Ma sono oltre 2000 i prigionieri politici ancora rinchiusi in carcere, alcuni addirittura in canili invasi dai pidocchi e normalmente utilizzati per i cani a uso militare. Dalla sua liberazione Suu Kyi si è consultata con la popolazione e ora sta chiedendo la liberazione dei prigionieri politici: il suo primo impegno per ottenere dal regime il cambiamento. Il futuro della Birmania potrebbe ora dipendere dalla loro risposta.

Suu Kyi ha guidato il partito che nel 1992 in Birmania ha vinto le ultime vere elezioni democratiche. Dopo il golpe i coraggiosi birmani hanno portato avanti un movimento pacifista e nonviolento per chiedere democrazia e diritti, e in tutta risposta hanno ricevuto torture, intimidazioni e assassinii. Sotto pressione dalle avversità economiche, le sanzioni internazionali e il dissenso interno, la giunta militare ha tentato di mettere in piedi una democrazia fasulla; tuttavia, il movimento di Suu Kyi è ancora vietato e la sua campagna per la liberazione dei prigionieri è un test cruciale per capire se i generali sono aperti davvero al cambiamento.

La Birmania ha già sofferto abbastanza. Mettiamoci dalla parte di questa donna incredibile e aiutiamola a instradare il suo paese verso la democrazia. Firma sotto e inoltra questa e-mail a tutti:

http://www.avaaz.org/it/stand_with_aung_san_suu_kyi/?vl

La nostra comunità si è messa dalla parte del popolo birmano più volte. La nostra petizione enorme e la nostra campagna pubblicitaria nel 2007 hanno aiutato a costruire una storica denuncia internazionale contro la repressione di allora. I membri di Avaaz hanno fatto donazioni per garantire agli attivisti birmani il supporto tecnico e l'addestramento per rispondere al blackout di internet e delle linee telefoniche. Abbiamo inviato milioni di euro per soccorrere la popolazione subito dopo un ciclone devastante. Ora i birmani ci stanno chiedendo nuovamente aiuto: rispondiamo in massa.

Con speranza e determinazione,

Stephanie, Alex, Pascal, Giulia, Ricken, Brianna, Morgan, Emma e il resto del team di Avaaz.
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22/07/2011 13:47
 
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45500: un SMS Solidale contro la fame che divora il Corno d’Africa

Emergenza siccità in Africa Orientale. AVSI con AGIRE in prima linea

 

 

Cari Amici, domenica 17 luglio il Papa Benedetto XVI ha rotto il silenzio assordante sull’emergenza umanitaria a causa della siccità nel Corno d’Africa. A seguire, il 20 luglio, le Nazioni Unite hanno dichiarato lo stato di carestia.

 

Si parla di 12 milioni di persone che rischiano la morte per fame e sete soprattutto in Somalia, Kenya, Sud Sudan, Etiopia e Gibuti. Da 2 anni non piove, e la già fragile situazione è collassata.

 

Per far fronte a questa emergenza AGIRE, l’Agenzia italiana per la risposta alle emergenze a cui AVSI aderisce, ha lanciato un appello con un SMS Solidale per la raccolta fondi: 45500.

 

Le migliaia di persone in fuga per AVSI sono i volti dei profughi che arrivano a Dadaab, un campo in Kenya dove lavoriamo dal 2009, che accoglie oltre 300.000 somali fuggiti dal loro Paese, in cerca di libertà e ora di cibo, e verso il quale il ritmo degli arrivi ha raggiunto oggi quello di 30.000 persone al mese. Una cifra che, per noi italiani abituati alle emergenze degli sbarchi dell’ordine di qualche migliaio in diversi mesi nelle fasi acute, dovrebbe dire molto.

 

A Dadaab, 500 km da Nairobi nella savana spettacolare che appare agli occhi dei somali in fuga come un’oasi dove mettersi in salvo, ogni giorno approdano centinaia di persone disperate in fuga dalla fame e dalla morte. Per noi di AVSI dietro questi numeri ci sono persone con un nome, madri coraggiose ma stremate, padri che non riescono a provvedere ai propri figli, bambini che non riusciranno a diventare grandi.

 

Continuando il nostro compito, raccogliamo l’appello del Papa, insieme ai nostri colleghi che si trovano in Kenya e stanno facendo un lavoro enorme. Chiediamo a tutti voi di sostenerci e aderire con noi alla campagna di AGIRE con l’SMS Solidale 45500 facendo il possibile per diffonderlo a tutti gli amici e conoscenti, istituzioni e imprese. Tramite questo numero si possono donare 2 euro inviando semplicemente un sms dai cellulari Tim, Vodafone, Coopvoce o chiamando da reti fisse Telecom Italia e Teletu.

 

Link di approfondimento:

 

- AVSI con Agire al Tg1 – guarda il servizio

- La drammatica testimonianza di Maria Li Gobbi di AVSI nel campo di Dadaab – dal Sussidiario

- L’editoriale di Alberto Piatti, Segretario Generale di AVSI

- Uno speciale di Avvenire con intervista a Leo Capobianco di AVSI in Kenya

- Le foto

- La rassegna stampa con i principali articoli dei giornali

 

- il sito di AGIRE: il network, i comunicati stampa, il coordinamento

 

 

 

Questa newsletter si inserisce nel quadro delle iniziative coordinate da AGIRE – Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze all’interno dell’appello EMERGENZA “SICCITA’ IN AFRICA ORIENTALE”. AGIRE è il coordinamento di 12 tra le più importanti organizzazioni non governative che rispondono in maniera congiunta alle gravi emergenze umanitarie. Maggiori informazioni su www.agire.it.

 

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30/07/2011 19:55
 
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Cari amici e sostenitori di AVSI,

un aggiornamento sulla situazione della siccità in Corno d’Africa.

Sollecitati dal Santo Padre a prendere posizione sull’emergenza carestia, abbiamo aderito all’appello del consorzio AGIRE, agenzia italiana di risposta alle emergenze di cui AVSI è parte.

 

La comunità internazionale si sta mobilitando, ma tra le righe si leggono anche molte analisi: c’è la crisi e non bastano i fondi, ciascuno commenta che l’altro non fa abbastanza, si imputa il problema a forze superiori che non intervengono con formule risolutorie, si dice che l’emergenza viene da lontano e non si risolve con un SMS, che l’emotività non aiuta. Tutte considerazioni almeno in parte condivisibili, che però non possono diventare un alibi per aspettare che qualcuno porti la soluzione. Ciascuno di noi ha una responsabilità personale e può fare qualcosa.

 

AVSI è operativa e sta già lavorando per far fronte a questa emergenza. Per questo chiediamo il vostro ulteriore sostegno. Il punto essenziale è una presenza centrata sulla persona (e non sui “rifugiati” o “profughi”) che riparta dalla sua dignità e alimenti la speranza. AVSI è a Dadaab, un campo in territorio keniota in cui si rifugiano quotidianamente centinaia di famiglie somale che fuggono la sete e la fame, e lavora perché le persone che arrivano possano ricominciare una vita degna. In particolare, ci occupiamo di educazione.

Carità e concretezza. Questo leggiamo nelle testimonianze che i nostri colleghi di AVSI mandano da Dadaab, in Kenya e che vi invitiamo a seguire sul nostro sito, nella rassegna stampa, sul sussidiario.net.

Vi si trova l’esperienza tangibile che “le forze che muovono la storia sono le stesse che muovono il cuore dell’uomo”.

 

Nell’enorme crisi di un’area grande come la Francia, che coinvolge 10 milioni di persone, AVSI è operativa nel campo Dadaab. Per intervenire in questo campo occorrono un accordo specifico e un coordinamento strettissimo con le istituzioni preposte, sia per ragioni di sicurezza (come sapete chi fugge viene da una zona di guerriglia), che per il necessario coordinamento. Vi lavorano 2 persone italiane, Maria Li Gobbi e Francesco Calcagno, e un gruppo di 15 persone locali. Insieme a loro, Leo Capobianco e Victoria Martinengo.

 

L’obiettivo che abbiamo con i fondi che stiamo raccogliendo è quello di ampliare l’intervento educativo, integrando attività già in corso con fondi UNHCR (alto commissariato per i rifugiati): avviare alcuni asili per i più piccoli, costruire aule temporanee, svolgere attività ricreative con bambini e ragazzi, formazione degli insegnanti e degli educatori. Maggiori dettagli sul sito www.avsi.org.

 

Con l’sms solidale al 45500 si possono donare 2 euro da cellulari Tim, Vodafone, Coopvoce, o chiamando da reti fisse Telecom Italia e Teletu.

E’ possibile contribuire all’operazione AGIRE, dal sito www.agire.it

 

Per lo specifico intervento di AVSI si possono fare donazioni al seguente conto corrente intestato ad AVSI Fondazione:

CREDITO ARTIGIANO - Sede Milano Stelline - Corso Magenta, 59

IBAN:  IT56S0351201614000000002675
Causale : Emergenza siccità in Africa Orientale - AGIRE

 

Vi chiediamo di diffondere la possibilità dell’SMS tra i vostri contatti, amici, colleghi.

Per chi lavora in un’impresa o in una istituzione, è preziosa anche la possibilità di diffondere istituzionalmente la campagna di AGIRE in quanto istituzione italiana, consorzio di vari attori (non solo AVSI), sostenuta dal Ministero degli Esteri.

 

*****

Una ulteriore importante segnalazione: giovedì 28 luglio 2011, su  RAI UNO h. 23.25 concerto di Riccardo Muti a Nairobi

Muti ha diretto 200 dei nostri bambini kenioti del sostegno a distanza cantando Va Pensiero sul palco del Uhuru Park davanti al vice presidente della Repubblica, il Nunzio Apostolico, l`Ambasciatore d`Italia e tantissimi amici e personalità. È stato un momento veramente speciale. Condividetelo anche voi!
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27/09/2011 19:21
 
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COMBATTIAMO CONTRO LE TANTE INGIUSTIZIE CHE  FANNO SOFFRIRE IL SIGNORE IN TANTI NOSTRI FRATELLI.

Quando il 15% della popolazione mondiale dispone dell'85% delle ricchezze naturali e mangia il 60% di tutto il cibo prodotto, mentre 50 milioni di persone (quanto le vittime della Seconda Guerra Mondiale) ogni anno muoiono di fame e di miseria non possiamo continuare a dissipare le risorse che sono per tutti e non per pochi.
     Quando nel mondo un miliardo e mezzo di persone percepiscono in un mese il salario di un giorno dell'ultimo manovale in Occidente, mentre ogni mucca riceve dalla comunità europea un sussidio di 2,5 dollari al giorno (il doppio di quanto dispone il 75% degli africani) dovremmo destinare una parte anche per chi non può percepire il nostro reddito.
    Quando tutte le malattie del mondo potrebbero essere debellate con la somma che il mondo spende in un solo giorno in armamenti militari (150 milioni di euro al minuto); che un sottomarino atomico costa quanto 4000 ambulatori medici; che i soldi spesi ogni anno solo negli Usa per curare le patologie e i danni causati da eccessi alimentari, basterebbero ad eliminare la fame nel mondo, dovremmo far sentire la nostra voce e in nostro peso di credenti, presso coloro che possono cambiare queste regole distruttrici. 

   Quando il Sud del mondo, per pagare i suoi debiti versa ogni anno 12.000 miliardi di dollari nelle casse dei paesi ricchi e che il 40% di tutte le importazioni agricole negli Usa destinati agli animali d'allevamento vengono dai paesi sottosviluppati dovremmo fare la nostra parte per riequilibrare queste aberrazioni sociali.

   Quando milioni di tonnellate di eccedenze alimentari vengono distrutti, che centinaia di migliaia di capi di bestiame vengono inceneriti e che tonnellate di latte viene versato sulla strada per mantenere i prezzi tra offerta e consumo, mentre 7 madri su 10 nel Terzo Mondo vedranno i loro bambini morire prima che abbiano compiuto 15 anni, dovremmo far svegliare le nostre coscienze e quelle altrui.

   Quando  60 miliardi di animali ogni anno vengono allevati in modo infernale e uccisi per imbandire le tavole degli umani, che i cereali utilizzati per produrre un solo kg della carne che mangiamo sarebbero sufficienti a sfamare 40 bambini; e quando 40 mila bambini muoiono ogni giorno (8 milioni ogni anno) per mancanza di acqua potabile mentre  sprechiamo 100.000 litri di acqua mangiando un solo chilo di carne di manzo, dovremmo cominciare seriamente a ridurre drasticamente il nostro consumo di carne e a invitare quanti più possibile a fare altrettanto, in modo che cali la domanda di carne e aumenti la disponibilità di alimenti meno costosi per chi non può permettersi altro.

Quando circa mille bambini solo in Italia vengono soppressi ogni giorno con l'aborto, e milioni di bambini vengono soppressi nel mondo fino a raggiungere cifre da capogiro negli ultimi decenni, superando di molto tutti i genocidi perpetuati lungo il corso di tutta la storia umana, dovremmo gridare ai quattro venti e in tutti i modi il nostro dissenso e fare quanto possibile per convincere vicini e lontani ad evitare questi abomini che gridano vendetta al cospetto di Dio.

   Quando nel mondo ogni anno circa 300 milioni gli animali vengono torturati e uccisi con la vivisezione (l'86% senza alcuna anestesia), dovremmo schierarci dalla parte di coloro che si battono per contrastare questa pratica indigna degli uomini.


Se siamo CREDENTI non possiamo rimanere sordi ed  indifferenti di fronte a tante ingiustizie. E' troppo comodo,  limitarsi al lamento, alla critica sterile che non fa cambiare qualcosa a cominciare da noi stessi. E' troppo comodo aspettare che siano solo gli altri a realizzare un mondo migliore.

Perciò cerchiamo tutti, in quanto credenti, di essere anche coerenti ed incisivi in una società che si definisce civile ma è ancora molto da civilizzare attraverso una vera evangelizzazione che sola può contribuire ad UMANIZZARE i singoli e la collettività.

[Modificato da Coordin. 25/04/2012 08:37]
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17/10/2011 21:34
 
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L’INDIGNAZIONE DEI CRISTIANI UNITI non è peccato...

Carissimo/a,

quello che dici è verità.

“Togli il diritto – e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?”

Che meraviglia il nostro Papa. Le sue considerazioni al Bundestag tedesco sui fondamenti dello Stato liberale di diritto tratte da Sant’Agostino: “Togli il diritto – e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?”  hanno toccato tutti.

ADESSO C’E’ IL GRUPPO: INDIGNATI CRISTIANI UNITI…Tam Tam…

Quante notizie in televisione e sui giornali che ci fanno indignare.

Sep
13

Iscriversi al Gruppo serve per rendere potente e forte la voce dei cristiani...

La nostra missione è diffondere il pensiero rivoluzionario dei cristiani che credono, sperano ed amano nella Verità, portatori di luce e di speranza nuova… Iscriversi al Gruppo serve per rendere potente e forte la voce dei cristiani in un mondo consumato dal relativismo…Indirizzo per iscriversi al g

Due domande...

Due domande: I cristiani possono pregare anche con le azioni concrete per liberare il mondo dai soprusi, dalle prevaricazioni, dalle ingiustizie e dalla mancanza di amore?...

Abbiamo consegnato il mondo al piacere senza amore. Vogliamo che il piacere sia legato ai sentimenti?...

1

AVANTI, discepoli moderni di Gesù...

Il Papa che Mario ha citato: Paolo VI, aspirava alla realizzazione dell'Umanesimo plenario. Non è un'utopia. Il Bene l'Amore e la Verità hanno già trionfato con la resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo; è che a molti il messaggio non è ancora giunto.

ABBIAMO CREATO IL GRUPPO INDIGNATI CRISTIANI UNITI...Tam Tam...

Questo gruppo nasce per quanti sono indignati per i fatti che accadono nel mondo e  vogliono far sentire la loro voce per contare di più e avere più peso rispetto a coloro che compiono le scelte per conto nostro. Urge contestare perchè le cose cambino in meglio.

Segue il Manifesto: RIMETTIAMO IL LAVORO AL CENTRO...

Prosegue dal post precedente di FraSole:

RIMETTIAMO IL LAVORO AL CENTRO

Riportiamo il lavoro al centro, come fondamento per lo sviluppo della persona, della famiglia, dell’economia e della coesione sociale.

“MANIFESTO per la Buona politica e per il Bene comune”...

“Cattolici e nuovi scenari della politica” è il tema proposto da Tornielli sul suo blog.

Sep
2

I “Solari di Dio”, contemplativi nella città

I “Solari di Dio”, contemplativi nella città, sono cristiani che credono, sperano e amano sempre, dentro e fuori dalla chiesa, anche in politica.

1

Grazie agli amici Susi e Mario

Grazie agli amici Susi e Mario che condividono il nostro tam tam. Il passa parola sarà la nostra forza e allora anche i sordi udranno… Costruiamo la nuova Arca partendo dalla casa comune: la Chiesa; e la guida certa: il Papa Benedetto XVI.

Al vaticanista de La Stampa Andrea Tornielli...

Non ci può essere un impegno efficace e “rivoluzionario” (controcorrente) dei cattolici in politica, con i fatti più che con i pii desideri, se non dimostriamo alla società politica ma soprattutto a quella civile che noi siamo concretamente portatori sani di valori “altri” che fanno bene all’uomo/do

Opinioni in libertà per rendere giovane la speranza & dare speranza ai giovani...

Giovani e meno giovani, laici e cattolici confrontiamoci sui temi importanti che riguardano le nuove promesse: i giovani. Opinioni in libertà per rendere giovane la speranza & dare speranza ai giovani...


Non è cosa buona che il futuro dell'umanità debba dipendere da un perverso sitema economico se ciò che esso rappresenta condiziona l'essere umano addirittura fin nell'individuazione dei bisogni primari e nella definizione della gerarchia valoriale sociale e individuale.

Per questo uniamoci nella convinzione che i valori contenuti nella nostra fede in Dio possono dare un contributo significativo nella lotta alle tante forme di miseria umana.
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08/12/2011 21:27
 
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Il nostro pianeta sta morendo e l'industria petrolifera tiene in pugno i paesi chiave, bloccando ogni possibilità di un trattato sul clima. Ci rimangono 3 giorni prima della fine del vertice ONU: chiediamo a UE, Brasile e Cina di guidarci verso un trattato che salvi il pianeta! Clicca qui per firmare la petizione urgente:
Gli oceani stanno morendo, l'aria sta peggiorando, le foreste si stanno desertificando. Dai pesci alle piante, dalla fauna agli esseri umani, stiamo uccidendo il pianeta che ci sostiene, e lo stiamo facendo velocemente. La causa principale della distruzione della natura si chiama cambiamento climatico, e nei prossimi 3 giorni abbiamo la possibilità di fermarlo.

Il Trattato ONU sul cambiamento climatico, al momento la nostra ultima occasione per agire, scade il prossimo anno, e una coalizione senza scrupoli a guida americana e composta da paesi esportatori di petrolio sta provando a neutralizzarlo per sempre. E' difficile da credersi, ma stanno barattando la sopravvivenza della natura in cambio di profitti immediati.

L'UE, il Brasile e la Cina stanno a guardare: non sono schiavi delle compagnie petrolifere come gli Stati Uniti, ma hanno bisogno di un appello enorme dell'opinione pubblica prima di guidare politicamente e finanziariamente il salvataggio del Trattato ONU. Il mondo è riunito al vertice sul clima per i prossimi 3 giorni per prendere questa decisione cruciale. Diciamo forte e chiaro ai nostri leader che devono mettersi dalla parte del pianeta e non delle compagnie petrolifere - un team di Avaaz è al vertice per consegnare direttamente il nostro appello:

http://www.avaaz.org/it/the_planet_is_dying/?vl

La situazione si sta incredibilmente aggravando: il nostro pianeta è continuamente colpito da catastrofi naturali, che lasciano milioni di persone senza casa e senza cibo. Stiamo raggiungendo velocemente il punto di non ritorno per quanto riguarda il cambiamento climatico: abbiamo tempo solo fino al 2015 per cominciare a ridurre drasticamente le emissioni di CO2.

Nonostante questa emergenza, il mondo sta fallendo nel mobilitarsi contro la democrazia americana ostaggio dell'industria petrolifera. Non paghi di aver fatto fallire gli accordi di Copenaghen e il protocollo di Kyoto, ora stanno costruendo una coalizione per uccidere il trattato sul clima, che segnerà la fine dei negoziati internazionali in corso in Africa.

La nostra ultima speranza per invertire la rotta è nelle mani di Europa, Brasile e Cina: sono loro che possono far sì che l'accordo venga siglato, ma devono unire le forze, ed è qui che entriamo in gioco noi. L'Europa è stanca, è da tanto che combatte per il clima e ha bisogno di un incoraggiamento popolare. La Cina ha già stretto alcuni impegni stringenti, è sensibile alla sua reputazione internazionale e potrebbe continuare in questa direzione se le daremo un sostegno in tal senso. E il Brasile ospiterà il vertice l'anno prossimo, con l'ambizione di portare a casa la vittoria sul clima. Costruiamo un appello globale da record per mettere insieme i nostri difensori del clima e renderli più forti. Firma la petizione e inoltra questa email a tutti:

http://www.avaaz.org/it/the_planet_is_dying/?vl
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04/03/2012 15:42
 
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5×1000

FIRMA PER DIRE CHE IL TUO CUORE E’ GRANDE COME IL MONDO. Firma il 5×1000 ad AVSI. Codice fiscale: 81017180407

Anche quest’anno puoi destinare il 5xmille delle tue imposte ad AVSI, in quanto ONLUS e ONG senza fini di lucro regolarmente iscritta all’Albo dell’Agenzia delle Entrate.

Da Zelig, Claudia Penoni testimone del 5×1000 ad AVSI

 

Firma il tuo 5×1000 per AVSI
Codice fiscale: 81017180407

 

Gli strumenti della Campagna 5×1000:

Spot Video

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25/04/2012 07:45
 
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Scarica il volantino della Campagna

 

Puoi fare la tua donazione utilizzando il sistema Pay Pal
cliccando sul pulsante sottostante

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05/06/2012 23:16
 
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La Caritas al fianco dei terremotati dell’Emilia

Le zone dell’Emilia Romagna colpite dal disastroso terremoto nella notte del 20 maggio 2012 sono state visitate nella stessa mattinata, su indicazione del Cardinale Arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, dal Vicario Generale mons. Giovanni Silvagni, dal Vicario Episcopale per la carità mons. Antonio Allori accompagnato dal direttore della Caritas diocesana Paolo Mengoli.

Una visita alle zone terremotate è stata fatta nella stessa giornata anche dal direttore della Caritas Italiana mons.Francesco Soddu. Mons. Cafarra ha disposto che la Caritas diocesana promuova subito una raccolta di fondi il cui ricavato sarà devoluto totalmente in favore delle famiglie colpite da questa grave sciagura.

Per i circa 3 mila sfollati la Protezione civile si è attivata e dal canto suo la rete Caritas nelle parrocchie delle varie diocesi ha dato disponibilità a ospitare e portare i primi soccorsi, in base alla rilevazione dei bisogni in atto.  A Finale Emilia è stato attivato un centro Caritas di coordinamento.

 

Si può contribuire versando su:

CONTO CORRENTE POSTALE  n. 838409,

oppure con BONIFICO BANCARIO (Banca Popolare dell’Emilia Romagna) intestato a:  Arcidiocesi di Bologna, codice IBAN IT27Y0538702400000000000555, causale: terremoto in Emilia-Romagna.

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15/06/2012 17:40
 
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Cari amici, 



18 milioni di persone hanno disperato bisogno di cibo nella regione del Sahel africano devastato dalla siccità, ma i governi di tutto il mondo rispondono con un silenzio assordante alle urgenti richieste di aiuto.Il musicista senegalese Baaba Maal ha fatto partire una petizione per chiedere a USA, Giappone, Francia e Germania di impegnarsi per fare ciascuno la propria parte. Uniamoci a lui: firma la petizione urgente qui sotto e fai risuonare una sveglia di massa che scuota questi leader fino all'azione: 

Firma la petizione
Mi chiamo Baaba Maal, sono un musicista senegalese e sto scrivendo una richiesta personale di aiuto. Vivo nel Sahel, una regione africana devastata dalla siccità in cui 18 milioni di persone sono sull'orlo del disastro, inclusi 1 milione di bambini che rischiano di morire di fame. Ma alle nostre urgenti richieste di aiuto rispondono con un silenzio assordante. Solo un appello all'azione mirato e travolgente può impedire che questa catastrofe diventi una carneficina.

L'ONU dice che milioni di vite potrebbero essere distrutte se non verranno stanziati immediatamente 1500 milioni di dollari in aiuti, ma i governi si sono impegnati per meno della metà della somma richiesta. I paesi che possono fare la differenza sono USA, Giappone, Francia e Germania, ma sono immobili: questo è il motivo per cui ho fatto partire una petizione sul sito di Petizioni della Comunità di Avaaz per chiedere un aiuto al mondo.

Tra pochi giorni, i leader mondiali si incontreranno a Bruxelles per discutere del Sahel: se proprio lì decideranno di impegnarsi a fare ciascuno la propria parte, potremo evitare il disastro. Firma questa petizione urgente ora: Avaaz, Africans Act 4 Africa, e Oxfam la consegneranno in un'azione coordinata non appena raggiungeremo 1 milione di firme: 

http://www.avaaz.org/it/save_the_sahel_a/?bkDEUbb&v=15228 

Una siccità terribile, instabilità politica, e prezzi alle stelle hanno devastato un'area delle dimensioni degli USA, che si estende dal Senegal ad ovest fino al Sudan ad est. La gente sta facendo di tutto per sopravvivere, ma la crisi ci ha colpiti così duramente che è difficile restare speranzosi. Ho visto donne e bambini cercare di far crescere cibo in pezzi di terra che sono completamente aridi. Sanno che la gente sta parlando di quello che sta succedendo nel Sahel, ma non sanno se gli aiuti arriveranno mai. 

L'ONU recentemente ha ricevuto solo il 43% dei 1500 milioni di dollari necessari: è una mancanza di denaro di proporzioni immani. Ma questo buco deve essere riempito, e può essere riempito dai paesi più ricchi, se c'è la volontà politica. Non abbiamo molto tempo per evitare sofferenze di diffusissime, e sono determinato a parlare per conto delle persone che stanno qui finché ci daranno l'aiuto di cui abbiamo bisogno. 

Il mondo si è girato dall'altra parte altre volte nel passato, ma questa volta possiamo fare la differenza tra la vita e la morte forzando i nostri governi a rispondere. Firma subito la petizione urgente: 

http://www.avaaz.org/it/save_the_sahel_a/?bkDEUbb&v=15228 

I membri di Avaaz si sono uniti numerose e numerose volte per rispondere a calamità naturali, salvando migliaia di vite e assicurando che aiuti fondamentali fossero portati a Birmania, Haiti, Somalia e Pakistan. Abbiamo il potere di forzare i nostri leader ad interrompere l'inerzia di fronte ad una crisi che possiamo prevenire. Mobilitiamoci ora per chiedere che il mondo risponda alle richieste di milioni di persone che vivono nella vasta regione del Sahel. 

Con speranza e determinazione,

Baaba Maal, con il team di Avaaz 

ULTERIORI INFORMAZIONI 

Fame e caro cibo nel Sahel: a rischio sviluppo sostenibile (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Ambiente/Fame-caro-cibo-Sahel-rischio-sviluppo-sostenibile/31-05-2012/1-A_001633525.shtml

Unhcr: Servono 153,7 mln dollari per operazioni umanitarie nel Sahel (La Presse)
http://www.lapresse.it/mondo/africa/unhcr-servono-153-7-mln-dollari-per-operazioni-umanitarie-nel-sahel-1.170081

Sahel: un milione di bambini rischia la malnutrizione (Blitz Quotidiano)
http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/sahel-bimbi-malnutriti-1241685/

18 milioni di persone soffrono la carestia in un'area dell'Africa grande quanto gli Stati Uniti (Giornalettismo)
http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/sahel-bimbi-malnutriti-1241685/

SAHEL. Corsa contro il tempo per evitare la catastrofe(Vita)
http://www.vita.it/news/view/120616

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26/07/2012 08:25
 
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Carissimi nel Signore, 

E' stata aperta una petizione che ha carattere di straordinario rilievo: 
Che i Cristiani nel mondo non subiscano crudeltà e uccisioni.


E' una questione molto importante  e insieme possiamo fare la differenza! Se la firmerete online e poi la condividerete con i vostri amici e contatti,  potremo cominciare a fare pressione per ottenere il risultato che vogliamo.

Clicca qui per saperne di più e per firmare
http://www.avaaz.org/it/petition/Che_i_Cristiani_nel_mondo_non_subiscano_crudelta_e_uccisioni/?launch

Campagne come questa partono sempre in piccolo, ma crescono se persone come noi si attivano: ti prego di prenderti un momento per dare una mano firmando e spargendo al voce proprio ora.

Grazie mille,
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01/09/2012 08:27
 
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Tra 24 ore mia figlia si presenterà di fronte a un tribunale in Pakistan, sulla base di leggi sulla blasfemia che prevedono la pena di morte. La mia bambina innocente ha lottato tutta la vita contro il suo ritardo mentale e non dovrebbe essere punita. Ti chiedo di aiutarci a salvare mia figlia. Firma questa petizione al Presidente Zardari per dare sostegno alla mia richiesta di protezione delle minoranze religiose: 

Firma la petizione
La scorsa settimana una folla inferocita ha minacciato di bruciare viva mia figlia, e tra 24 ore un giudice deciderà se potrà tornare in libertà o restare in carcere. Rimsha è una minore che soffre di ritardo mentale e spesso non controlla le sue azioni. Nonostante ciò la polizia locale in Pakistan l'accusa di aver dissacrato il Corano, e abbiamo paura per la sua vita.

Adesso è rinchiusa in un carcere di massima sicurezza, e tra qualche ora siederà in un tribunale che sulla base delleleggi del Pakistan contro la blasfemia potrebbe condannarla a morte Siamo una povera famiglia cristiana che assiste alla furia della folla sul caso di mia figlia, e molte altre famiglie hanno affrontato simili intimidazioni che le hanno costrette a fuggire o a vivere nella paura. Mal'attenzione internazionale sul caso di Rimsha ha dato forza ai leader musulmani in Pakistan per pronunciarsi contro questa ingiustizia e costretto il Presidente Zardari a considerare il caso.

Vi prego di aiutarmi a tenere viva la protesta mondiale sul caso di mia figlia. Vi chiedo di firmare la mia petizione al Presidente Zardari per salvare Rimsha e chiedere che la nostra e le altre famiglie appartenenti alle minoranze in pericolo siano protette.Avaaz farà arrivare questa campagna ai media locali e internazionali, che qui sono seguiti con grande attenzione da tutti i politici: 

http://www.avaaz.org/it/pakistan_save_my_daughter/?bkDEUbb&v=17479 

Una folla inferocita ha chiesto l'arresto di mia figlia dopo che un imam locale ha iniziato a incitare le persone contro di lei, affermando che aveva dissacrato il Corano. Alcuni l'hanno minacciata di morte e hanno bruciato case di cristiani nella nostra comunità. Prego che alla sua deposizione questo sabato il caso contro di lei sia abbandonato e possa tornare a vivere con noi. 

La nostra famiglia è in grave pericolo, e addirittura parlare delle leggi sulla blasfemia in Pakistan può essere fatale: l'anno scorso il Ministro pakistano per le minoranze è stato ucciso dopo aver chiesto che fosse tolta la pena di morte per il reato di blasfemia. La situazione è talmente grave che molti dei vicini cristiani del nostro quartiere popolare di Islamabad hanno dovuto abbandonare le loro case.

Rispettiamo i diritti religiosi degli altri. Chiediamo solo la sicurezza di nostra figlia e della nostra comunità e vorremo che tutto ciò non fosse mai accaduto. Siamo lieti che il Consiglio degli Ulema, una rete di ecclesiastici ed eruditi musulmani qui in Pakistan, abbia dichiarato: "Non vogliamo vedere ingiustizie commesse contro alcuno. Faremo di tutto affinché si possa mettere fine a questo clima di paura". Con il tuo aiuto possiamo non solo liberare Rimsha ma fare di questo incidente l'inizio di una più ampia comprensione tra comunità in Pakistan. Ti chiedo di firmare questa petizione e di condividerla con i tuoi amici.

http://www.avaaz.org/it/pakistan_save_my_daughter/?bkDEUbb&v=17479 

Con speranza e determinazione, 

Misrek Masih con il team di Avaaz 
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27/12/2012 23:32
 
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Nell’imminenza di elezioni politiche e amministrative che si svolgono in condizioni particolarmente drammatiche per l’Italia, si ricorda ai cattolici e a tutti gli italiani che hanno a cuore il bene comune del Paese e credono nell’esistenza di una legge naturale, iscritta nel cuore di ciascuno e che la ragione può conoscere, il primato in ogni scelta politica dei «princìpi non negoziabili» (Papa Benedetto XVI) che attengono alla vita, alla famiglia e alla libertà di educazione.

 

La parola del Papa
Come lo stesso Pontefice non perde occasione di ricordare, è un grave errore pensare che nelle scelte politiche si debba guardare prima ai programmi economici e solo in secondo luogo ai princìpi relativi alla vita e alla famiglia. Al contrario, le radici della crisi economicanon sono soltanto, e neppure principalmente, economiche: sono morali, e ogni aggravamento della crisi morale attraverso leggi contrarie al diritto naturale non manca di avere gravi conseguenze anche sull’economia. Ed è scandaloso che anche politici sedicenti cattolici affermino — contro il chiaro e ripetuto insegnamento del Magistero — che nelle scelte e nelle alleanze elettorali si debba guardare prima all’economia che ai «princìpi non negoziabili». Al contrario, come insegna l’enciclica Caritas in veritate, magna carta della dottrina sociale della Chiesa per il secolo XXI, «la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica» e il «campo primario e cruciale [...] è oggi quello della bioetica, in cui si gioca radicalmente la possibilità stessa di uno sviluppo umano integrale».
Purtroppo, nella legislatura che si sta concludendo esponenti di tutti i partiti hanno mostrato grave confusione sui «princìpi non negoziabili», anche se il governo di Centrodestra ha ostacolato una deriva libertaria su questi princìpi, mentre il Partito Democratico e i suoi alleati hanno promosso l’attacco a quanto la dottrina sociale della Chiesa considera cruciale in materia di vita, famiglia e libertà di educazione.
Sei punti non negoziabili
Senza rilasciare deleghe in bianco a nessun partito o movimento, Alleanza Cattolica invita i cattolici e i cittadini italiani che credono nel diritto naturale e nell’oggettività del bene comune a sostenere soltanto quelle formazioni e — dove la legge permette la scelta del candidato, come in sede amministrativa — quei candidati che — evitando dichiarazioni generiche e vaghe, e indicando la serietà delle loro intenzioni anche con riferimento alle alleanze che propongono di stipulare con altre forze politiche — s’impegnino, sui seguenti sei punti essenziali:
1. a considerare l’aborto non una conquista, ma una sconfitta delle donne e a porre in essere misure efficaci che limitino il numero degli aborti, aiutino le madri in difficoltà, contrastino il ricorso alle pillole abortive e sostengano i singoli e le organizzazioni autenticamente pro life, nella prospettiva di quel superamento di ogni «liberalizzazione» o «codificazione» dell’aborto richiamato da ultimo da Papa Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2013;
2. a considerare eutanasia e suicidio assistito — come insegna l’enciclica Caritas in veritate — «ingiustizie inaudite», frutto di «posizioni culturali negatrici della dignità umana», e a sostenere in materia di fine vita esclusivamente prospettive giuridiche che non contengano alcuno spunto eutanasico e che contrastino l’attivismo giudiziario favorevole all’eutanasia;
3. a non introdurre alcuna norma che liberalizzi o renda più facile il consumo di droghe, anche cosiddette «leggere»;
4. a considerare il matrimonio esclusivamente come l’unione di un uomo e di una donna, opponendosi fermamente a qualunque forma di riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, e in modo ancor più risoluto a leggi che permettano a coppie omosessuali l’adozione di bambini, nello stesso tempo impegnandosi in una reale promozione della famiglia e della maternità come motore della crescita, anche sociale ed economica, della società;
5. a contrastare leggi sulla cosiddetta omofobia che — ben al di là della lotta doverosa contro forme di violenza, di aggressione e d’ingiusta discriminazione contro le persone omosessuali — si risolvano in divieti di promuovere e diffondere pubblicamente la tesi, ribadita nel Catechismo della Chiesa Cattolica, secondo cui «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati», «sono contrari alla legge naturale» e «in nessun caso possono essere approvati»;
6. a riconoscere il principio della libertà di educazione e la funzione fondamentale, benefica e indispensabile per il Paese delle scuole cattoliche, di ogni ordine e grado, nonché le difficoltà che tali scuole oggi attraversano, impegnandosi formalmente anzitutto a non imporre nuove tasse che costringerebbero molti istituti a cessare la loro attività, quindi a realizzare effettivamente la libertà di educazione attraverso il sostegno ai genitori che scelgono la scuola cattolica o qualsiasi altra scuola non statale, in particolare con la detraibilità fiscale delle rette scolastiche e dei contributi liberamente corrisposti agl’istituti scolastici, conformemente al modello di sussidiarietà fiscale espressamente indicato nell’enciclica Caritas in veritate.

 

Non lasciamoci ingannare
Nessuno si lasci ingannare da chi deforma la nozione di «princìpi non negoziabili». Si tratta di una nozione tecnica che Papa Benedetto XVI ha formulato ripetutamente citando i tre ambiti della vita, della famiglia e dell’educazione — talora aggiungendo come orizzonte fondamentale quello della libertà religiosa — e che non può essere distorta estendendola a sfere importantissime per il bene comune e che certamente nessuno suggerisce di trascurare, come il rispetto della legalità e il diritto al lavoro. Non è solo ma è anzitutto sui «princìpi non negoziabili» che vanno giudicati candidati e programmi.

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07/01/2013 23:42
 
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Asia Bibi: un appello di liberazione da Monti e dal governo italiano

Asia BibiRingraziamo vivamente il premier Mario Monti per la sua presa di posizione a sostegno della liberazione di Asia Bibi, la contadina pakistana di 47 anni, sposata e madre di cinque figli, cristiana, incarcerata dal 2009, accusata di blasfemia, cioè di aver parlato male di Maometto, e condannata a morte sulla base di quanto dichiarato da altre donne.

In una lettera rivolta ad Avvenire, il premier ha scritto«Caro Direttore, anche io, assieme ai molti lettori di “Avvenire” e cittadini italiani, mi voglio unire all’appello rivolto al presidente del Pakistan, Asif Ali Zardari, perché Asia Bibi sia liberata e possa ritornare al più presto dalla sua famiglia, dalla quale manca da oltre tre anni. Lo chiedo prima ancora che come Presidente del Consiglio, come uomo e come cristiano. La sua storia è un esempio eclatante di come oggi essere seguaci della parola di Cristo possa poter diventare una colpa, laddove l’estremismo non esita a fermarsi neanche davanti ad una donna sola e indifesa».

Monti ha proseguito: «Ad oggi a nulla è valso anche l’appello rivolto pubblicamente da Papa Benedetto XVI per una sua immediata liberazione che ha ricordato alla comunità internazionale la difficile situazione in cui si trovano i cristiani in Pakistan, spesso vittime di violenze e discriminazioni [...]. Il mondo dell’associazionismo cattolico si è già mosso con una campagna di sensibilizzazione. Anche il nostro corpo diplomaticosegue con apprensione questa storia insieme alle molte altre di cristiani perseguitati nel mondo, vittime di sanguinose persecuzioni, dal Medio Oriente all’India, dai Paesi africani al Pakistan».

Il ministro degli Esteri, Giulio Terziha intanto dato istruzioni all’ambasciata a Islamabad di effettuare un intervento presso le autorità pakistane per sensibilizzarle sul caso di Asia Bibi. Un’intensa attività diplomatica a sostegno di Asia Bibi è stata svolta dall’Italia anche a Bruxelles presso l’Unione Europea, nel quadro del dialogo strategico Ue-Pakistan. Il Premio Nobel per la Pace conferito all’Ue - sottolinea Terzi – oltre che uno straordinario riconoscimento, deve essere anche un forte incentivo a un impegno sempre maggiore delle istituzioni comunitarie a tutela dei diritti umani e della libertà di religione, presupposto indispensabile per la convivenza pacifica fra i popoli.

Asia Bibi ha scritto una lettera recentemente, pubblicata su Avvenire. In essa si legge unagrandissima testimonianza«Dio sa che è una sentenza ingiusta e che il mio unico de­­litto, in questo mio grande Paese che amo tanto, è di essere cattolica [...]. Un giudice, l’onorevole Naveed Iqbal, un giorno è entrato nel­la mia cella e, dopo avermi condannata a una morte orribile, mi ha of­ferto la revoca della sentenza se mi fossi convertita all’islam. Io l’ho rin­graziato di cuore per la sua proposta, ma gli ho risposto con tutta one­stà che preferisco morire da cristiana che uscire dal carcere da musul­mana. “Sono stata condannata perché cristiana – gli ho detto –. Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui”».

Ricordiamo che è possibile far sentire la nostra protesta scrivendo una breve e-mail a asiabibi@avvenire.it, con questo testo: “Io sottoscritto NOME COGNOME CITTA’ aderisco all’appello per la liberazione di Asia Bibi. Chiedo al presidente del Pakistan Asif Ali Zardari di intervenire a suo favore” . Anche in inglese eventualmente: “I, the undersigned, adhere to the call for the release of Asia Bibi, a young woman sentenced to death in Pakistan with a specious charge of blasphemy and now in jail because of her faith. I ask the president of Pakistan, Asif Ali Zardari, to act in her favour”.

Nell’unirci all’appello per la liberazione di Asia Bibi, non possiamo non ricordare anche Albert Saber, un blogger non credente che il tribunale egiziano ha condannato a tre anni di prigione, accusato di blasfemia e diffamazione della religione, chiedendo anche per lui l’immediata liberazione. Secondo la International Humanist and Ethical Union (IHEU), esistono purtroppo ancora sette Paesi in cui l’ateismo è punibile con la morte, questi sono Afghanistan, Iran, Maldive, Mauritania, Pakistan, Arabia Saudita e Sudan.

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