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CRISTIANESIMO E NEWAGE A CONFRONTO

Ultimo Aggiornamento: 02/09/2013 21:50
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04/07/2011 22:45
 
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Il movimento New Age

Da qualche tempo abbiamo fatto spazio nel nostro vocabolario a un nuovo termine inglese. Si parla di persone «new age», di musica «new age», di libri e films «new age», ma di cosa si tratta? Cosa si cela dietro questo nome? 
E soprattutto,  il movimento detto NewAge è compatibile con il Cristianesimo?
Ad alcuni sembra di sì.
Ma analizziamo alcune linee dottrinali.
[Modificato da Coordin. 05/07/2011 12:00]
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04/07/2011 22:48
 
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di Tarcisio Mezzetti

1) I cattolici visti da fuori
Verso la fine del 1958, mentre J.F. Kennedy iniziava la sua campagna nelle elezioni primarie per cercare i delegati sufficienti ad ottenere, alla Convenzione del Partito Democratico, la "nomination" come candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, io mi trovavo a New York, dove svolgevo ricerca scientifica in un ambiente prestigioso e molto fecondo. I miei amici e colleghi erano in gran parte di cultura ebraica, mentre l'ambiente esterno era naturalmente di cultura protestante, perciò l'unico contatto con il mondo cattolico rimaneva quello, in gran parte ispano-americano, di quando frequentavo la Santa Messa domenicale alla 96a Strada e Lexington Avenue.
L'apparire di Kennedy all'orizzonte politico come possibile Presidente degli Stati Uniti sembrava capace di far sorgere dal fondo dell'anima dei miei amici e conoscenti solo paure, angosce e talvolta perfino odio e tutto questo solo a causa del fatto che Kennedy era irlandese e quindi...cattolico.
A quel tempo nell'ambiente di lavoro ero l'unico "cattolico" a portata di mano, se si escludeva qualche portoricano addetto alle pulizie, e io avevo l'impressione di essere l'unico cattolico nel raggio di alcune miglia.
Ho potuto così venire a contatto con una visione, o un'impressione, del cattolicesimo che mi era completamente nuova e - provenendo dall'Umbria tradizionalmente "rossa" - certamente estranea alla mia cultura cattolica.
I "cattolici" facevano paura perché venivano descritti come un blocco "monolitico"; il Papa era quindi il capo indiscusso ed indiscutibile di una armata compatta che, avanzando a testuggine, avrebbe tolto all'America la sua gloriosa libertà. L'aggettivo più comunemente attribuito ai cattolici americani era: "fanatici".
Per me che avevo goduto dell'esperienza perugina della FUCI, la storia del pericolo "bianco-giallo" del Vaticano mi appariva non solo irreale e antascientifica, ma più che altro appartenente al reame del comico e mi sforzavo di farlo intendere ai miei colleghi, purtroppo con scarsi risultati.
Più capace e fortunato di me fu certamente J.F K. che riuscì addirittura a farsi votare da quasi tutti costoro, che poi ho visto addirittura piangere lacrime amare il tragico giorno del suo assassinio.
Sono passati tanti anni da allora, tuttavia ho sempre ricordato questa strana esperienza, anche l'immagine di un cattolicesimo "blocco monolitico" è certamente più aderente all'angoscia di un incubo notturno protestante che ad una realtà ecclesiale esistente. I cattolici, infatti, sono così lontani - e io dico: purtroppo - da questa immagine, che non solo si presentano molto più variegati di quanto non siano i membri di una qualsiasi confessione protestante, ma malgrado tutta la sofferta e paziente comprensione pastorale esercitata dalla Chiesa di Roma, in talune correnti e situazioni, non solo, in realtà, non sono "cattolici", ma forse non sono più nemmeno "cristiani".
Tutto questo non fa che rendere più urgente la rievangelizzazione della massa dei "battezzati" che costituiscono il popolo cristiano.

2) Gli influssi culturali anticristiani e il perché di questo tentativo di comunicazione.

In anni recenti una grande quantità di influssi, in gran parte provenienti dall'oriente, si sono velenosamente infiltrati nel tessuto culturale dei cristiani europei, favoriti senza dubbio -anche in campo protestante- da una notevole evaporazione della fede e si sono attestati su posizioni più diffuse di quanto generalmente non si creda, o non ci si renda conto.
Sotto l'effetto del "New Age Movement" si riaffacciano antiche eresie che nei primi secoli lacerarono la Chiesa; mi riferisco per esempio allo gnosticismo o addirittura al Nestorianesimo, o al Pelagianismo, per non parlare poi di filosofie che sono completamente aliene al Cristianesimo, ma di moda, come la "reincarnazone".
Da questa situazione è nata l'idea di far nascere questa rivista per stabilire un punto di comunicazione; una rivista diversa, una rivista che ponga interrogativi e che cerchi risposte; soprattutto che cerchi di rispondere a tutti coloro che, prestando la loro opera nel campo della evangelizzazione, incontrano questi interrogativi e sentono la necessità di dare risposte chiare, serie, semplici ed efficaci. Risposte accessibili ad un vasto pubblico, ma, quando sarà necessario, solidamente scientifiche, per poter uscire dalle nebbie approssimative del sentito dire e del magico.
Una tendenza assai diffusa è infatti quella di ricoprire il troppo evidente magico con una frase sciocca e superficiale: "Forse ancora la scienza non riesce a spiegarlo, perché la scienza non spiega tutto ".
Dalla necessità di questa informazione è nata l'idea di costituire una associazione che raccolga tutti coloro che saranno interessati non solo a conoscere, ma anche a raccogliere notizie, fatti, articoli, libri da segnalare, insomma una cooperazione di sforzi, di notizie, di articoli e comunicazioni, di cui la rivista poi diverrà il centro di incontro comune e di smistamento.
Questo articolo quindi servirà a far sorgere alcuni interrogativi a cui in seguito vorremo dare esaurienti risposte.

3) Comprendere il "New Age Movement" per dare una risposta cristiana alla sua sfida.
Si sente parlare del "New Age", dei suoi pericoli e del suo successo, ma prima di tutto è necessario capire che cosa sia veramente il "New Age", dove arrivi la sua influenza, quale sia stata la sua origine e come si presenti o sotto quale veste si nasconda.
Il "New Age" ha origini recenti. La sua nascita viene comunemente fatta risalire all'inizio degli anni '60, quando in una fattoria californiana nei pressi di Esalen astrologi e appassionati di occultismo erano soliti radunarsi sotto la guida del fondatore, il santone Mikael MacMurphy. Una comunità analoga a questa sorgeva anche in Scozia, a Findhom.
In questi luoghi gli iniziati all'occultismo e larghe schiere di giovani che in quegli anni condividevano le esperienze - considerate "liberanti"- delle droghe leggere, degli allucinogeni, della rivoluzione studentesca e delle "comuni", sperimentavano lo spiritismo con le tecniche medianiche classiche e con nuove forme, subito battezzate con nomi nuovi e bizzarri.
Ad Esalen regnava un clima euforico : gli astrologi confermavano che il mondo era orientato verso il passaggio ad una "Nuova Era": che definivano "l'era della costellazione dell' Acquario", che avrebbe dovuto prendere il posto dell'era della costellazione dei Pesci. In questo contesto astrologico e magico le religioni tradizionali venivano considerate "vecchie" e le nuove forme di conoscenza suscitavano grande entusiasmo.
Questa è la storia elementare dell'inizio del "New Age", ma non è sufficiente per capire il fenomeno, la cui comprensione non è proprio facile, perché non si presenta come un fatto logicamente afferrabile e circoscrivibile, ma come un insieme di fatti, teorie, organizzazioni, sette e movimenti, che investono vaste aree della cultura contemporanea; è necessario perciò, prima di tutto, inquadrare bene il problema dal punto di vista del suo pensiero di fondo.
Il Prof. Massimo Introvigne, esperto di sette e nuovi movimenti "religiosi", ha preparato un interessantissimo modello di classificazione e tipologia che distribuisce questi nuovi movimenti secondo il loro grado di distacco dalla specifica visione del mondo propria della Chiesa Cattolica, distinguendo quattro fasi:

ð una prima fase, in cui, da parte dei gruppi della cosiddetta "riforma radicale", viene rifiutata la nozione di Chiesa, secondo la formula: "Cristo si, Chiesa no". Questo rifiuto è all'origine di diverse confessioni "di origine cristiana", dove la rottura è insieme ecclesiologica e teologica.

ð una seconda fase, in cui viene rifiutato il ruolo unico di Gesù Cristo come Salvatore, secondo la formula: "Dio si, Cristo no". Questo rifiuto contemporaneo alla riscoperta delle religioni orientali ed al movimento "orientalista", nato all'epoca della Rivoluzione francese, è alle origini dell'attuale diffusione di nuovi culti di origine orientale in Occidente;

ð una terza fase, in cui non ci si accontenta di rifiutare Gesù Cristo, ma si toglie un altro elemento e si rifiuta anche Dio, secondo la formula: "religione si, Dio no". Questa fase propone una paradossale ma diffusa "religiosità senza Dio", dove Dio, quando non viene negato, viene ridotto a un ruolo periferico e poco in5uente. Questa fase si manifesta tipicamente nel movimento del potenziale umano, che culmina nella Scientologia;

ð una quarta fase, in cui si rifiuta anche lo stesso senso religioso, secondo la formula: "sacro si, religione no". Da questo rifiuto nascono forme di rapporto con il sacro diverse dalla religione, come la "magia", fase a cui corrisponde il successo contemporaneo dei nuovi movimenti magici.


"Questa proposta tipologica - continua il Prof. Introvigne - identifica, naturalmente, fasi storiche, che non si manifestano con la nascita soltanto di nuovi movimenti religiosi, ma anche di ideologie non religiose. Così la prima fase -"Cristo si, Chiesa no"- si manifesta anche con il legismo e l'assolutismo, che negano alla Chiesa un qualunque ruolo, delle vicende della società. La seconda fase -"Dio si, Cristo no"- si manifesta sul piano ideologico nell'illuminismo e nel laicismo, che trionfano con la Rivoluzione francese e che non sono incompatibili con una vaga spiritualità deista, la quale afferma di credere in Dio, ma non sa spiegare di quale Dio si tratti. La terza fase -"religione si, Dio no"-, che si esprime nelle curiose "religioni senza Dio" moderne, ha il suo corrispettivo sul piano ideologico nelle grandi ideologie atee degli ultimi due secoli, soprattutto nel marxismo, dove, naturalmente, non mancano un amato "religioso" e una sorta di culto filosofico della materia in evoluzione- Il "New Age" appartiene, secondo lo schema che ho proposto, alla quarta fase di questo processo di progressivo allontanamento dalla verità cattolica, la cui formula è "sacro si, religione no".


In questo vasto e multiforme movimento che va sotto il nome di "New Age" il Cristianesimo è messo quindi in condizione di sparire dolcemente, senza persecuzione, perché il concetto di "religione" viene via via sostituito con un vago concetto di "spiritualità".
In senso religioso, così come tradizionalmente le grandi religioni lo intendono, viene rifiutato e sostituito dalla magia e dallo sciamanismo, che vengono considerate vie più semplici e dirette - perché prive degli intermediari classici costituiti dai sacerdoti e dai ministri del culto in genere.
Nello schema indicato ogni tappa rappresenta un successivo passo di allontanamento dalla verità della fede cattolica, rispetto alla fase precedente. In ogni fase poi viene anche sviluppata una critica alla fase precedente: questa critica, che contiene anche elementi di verità, viene però formulata come una tappa di ulteriore allontanamento dalla verità cristiana e quindi il risultato è ancora più pericoloso. Per esempio il marxismo, dal punto di vista cristiano, non ha tutti i torti quando critica certi aspetti del liberalismo economico, ma la critica è in vista di una realtà ideologica e politica ancora più lontana dalla verità della Chiesa Cattolica di quanto non sia il liberalismo economico -
Cercheremo quindi di mettere in luce il fascino ed i pericoli aperti o nascosti di questa moda, per molti aspetti veramente "demoniaca", che si è abbattuta sugli uomini di questo secolo e che continua a svilupparsi in forme via via cangianti. Non c'è da stupirsi di questa definizione, perché non sono il primo, e il mio illustre precursore è nientedimeno che il card. Francis Arinze, il quale al Sinodo straordinario del 1991 ha affermato nella relazione finale che: ".... non dovremmo escludere, ~a le spiegazioni del sorgere e della diffusione di sette o nuovi movimenti religiosi, l'azione del diavolo".
Combattere quindi il "New Age" non e facile perché più che fare la guerra bisognerebbe saper condurre la guerriglia. Da qui nasce la necessità di istruirsi bene su questo nemico per poi batterlo con lo strumento della "Nuova Evangelizzazone" voluto dal Papa.

Quanto segue intende sottolineare alcuni aspetti del "New Age" su cui è necessario riflettere.

4) "New Age" e Cristianesimo non sono compatibili.

Come ha notato bene il card. Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles, nella lettera pastorale "Le Christ ou le Verseau", del Natale 1990, il "New Age" sostituisce la nozione cattolica di fede con un vago "credere" che "è soltanto una forma di esperienza di sè". Per la dottrina cattolica la fede e un atto libero, che implica una relazione con il Dio che si rivela. Il "New Age", invece, si agita nella prigione dorata dell'io, senza essere capace di uscire da un esasperato soggettivismo; il suo accesso a quello che chiama "Dio" avviene o attraverso l'esperienza o attraverso la conoscenza, tramite varie tecniche e sistemi di
meditazione, in genere tratti dalle spiritualità orientali.
La Congregazione per la Dottrina della Fede, nel documento sulla meditazione del 1989, ha notato che sia la via della conoscenza, che viene dall'antico "gnosticismo", sia quella dell'esperienza, che riconduce al "messalianismo" dei falsi carismatici del IV secolo, cercano di "superare la distanza che separa la creatura dal Creatore" e di "abbassare ciò che viene accordato come pura grazia al livello della psicologia naturale".


Il New Age propone sia la via dell'esperienza, sia la via della conoscenza: ma in nessuna di queste vie si ritrova il concetto cristiano del rapporto tra 1 'uomo e Dio e quindi nessuna delle due conduce all'autentica preghiera e all'autentica meditazione cristiana. Strano tuttavia che tanti cristiani vengano affascinati dalle vie orientali alla preghiera, non riconoscendo in esse la trappola nascosta dell'immanentismo panteistico proprio del "New Age".

5) Il problema della verità.

Il fondamento su cui cresce tutto il "New Age" e la sua posizione sulla questione della verità, cioè sul suo esasperato relativismo. La negazione radicale dell'esistenza della verità crea una vera e propria "cortina di ferro" filosofica, che impedisce la comunicazione e l'evangelizzazone, e costituisce un aspetto radicalmente negativo del "New Age". Se d'altro canto e vero che il relativismo e largamente diffuso nella nostra società, tuttavia è anche vero che non e stato inventato dal "New Age", ma non è meno vero che il "New Age" lo favorisce e lo esalta.
Il "New Age", e partito da una critica serrata del materialismo e del positivismo ma di questa critica ne ha fatto solo la premessa per procedere ulteriormente in un itinerario di allontanamento dal concetto stesso di verità. Il punto di arrivo e costituito quindi da un nuovo relativismo filosofico, diverso dal precedente in quanto volontaristico e da un nuovo relativismo etico, anch' esso diverso da relativismi etici più antichi in quanto fondato sul primato delle esperienze e, in particolare, delle "peak-experiences", e su un nuovo panteismo.
Pilato - secondo il racconto dell'evangelista Giovanni - aveva un'idea tutta, quando Gesù accennò alla "verità", Io scettico funzionario romano esclamò particolare della "verità".
"Che cos'è la verità?" (Gv 18,38). Il Vangelo ci dice che Gesù non rispose a questa domanda; se la "verità" era dinanzi a lui in carne ed ossa e Pilato non riusciva a vederla come avrebbe potuto essere convinto con le parole ? Per Pilato la "verità" era una cosa così vaga da dichiarare innocente Gesù per tre volte e poi....condannarlo a morte. Eppure scommetterei che Pilato stesso rimarrebbe perplesso davanti a questo campione di negazione totale della "verità" come valore, tipico del "New Age", riportato da Introvigne:
"In un dialogo tra Ramtha - l'"entità'" che si manifesta tramite la medium JZ. Knight, una delle stelle del channeling - e un discepolo, viene definito, in un modo che difficilmente potrebbe essere più chiaro, l'atteggiamento del "New Age" di fronte alla verità:
< Ramtha: Ora, se uno crede nel diavolo e un altro non ci crede, chi ha ragione, chi e nella verità?
< Discepolo: Tutti e due.
< Ramtha: Perchè?
< Discepolo: Perché ognuno di loro ha la sua propria verità.
< Ramtha: Corretto, corretto.
Ma se Gesù non è la "verità", in che senso so può parlare di "Evangelizzazone" o addirittura di "Nuova Evangelizzazone"?
Inoltre, negando l'esistenza di una verità in generale, non esiste quindi nemmeno una verità della morale. Il "New Age" giunge perciò al rifiuto della nozione cristiana di peccato. La parola "peccato" e conservata, ma viene reinterpretata per indicare realtà diverse dal peccato di cui ci parlano la Scrittura, la Tradizione e il Magistero cattolico: il peccato e il "dualismo", la "mancanza di coscienza ecologica", e così via- In concreto, insomma, molti comportamenti, quali l'omosessualità. l'uso di droghe e l'aborto, che il cattolicesimo considera peccaminosi, sono scusati, perfino favoriti, sulla base di un relativismo morale che sostituisce ai valori e alla verità la semplice esperienza, o considera i comportamenti moralmente negativi come pure "disfunzioni" o "malattie", da cui e possibile rimettersi tramite le terapie della "recovery". Quando poi la stessa religiosità tradizionale - di cui viene offerta una caricatura - diventa un sintomo "disfunzionale", bisognoso di una sua specifica "terapia", l'itinerario e completo e si assiste ad un vero e proprio rovesciamento morale per cui i peccati, soprattutto quelli che attengono ai comportamenti sessuali, vengono scusati, mentre l'adesione alla legge morale viene stigmatizzata come "peccato" o "malattia".
Inoltre il "New Age" , irridendo la dottrina del peccato originale, svuota di significato la stessa redenzione operata da Gesù Cristo. Non si devono trascurare, da questo punto di vista, i pericoli e le confusioni in tema di peccato originale introdotti nella teologia in stile "New Age" di Matthew Fox, e proprio la radicalità di questo rischio spiega la ferma reazione della Congregazione per la Dottrina della Fede.

6) L'idea di religione del "New Age"

L'idea della religione che il "New Age" presenta e molto pericolosa per la fede cattolica, perché la religione come sistema dottrinale preciso e definito viene svalutata totalmente a vantaggio di una vaga "spiritualità dai contorni indefiniti".
Questa debole "spiritualità" e anch'essa frutto di una moda che segue le teorie della mitologia comparata di Joseph Campbell e dell'esoterismo. Questa tesi afferma che tutte le religioni, come pure i sistemi di simboli e di miti, nel loro fondo esoterico sono tutte uguali, ed il "New Age" in conseguenza afferma il relativismo religioso totale, il sincretismo e infine l'abbandono della religione rivelata per sostituirla con una vaga ed oscura " religione cosmica ". 11 "New Age", protesta giustamente contro la "religione della domenica" e va alla ricerca di una spiritualità capace di animare tutti gli aspetti della vita quotidiana. Ma questa ricerca e destinata a non avere mai fine, perché il "New Age" ha distrutto tutte le basi della fede autentica ed e destinato ad incontrare quindi solo gli scadenti surrogati di una vera ed autentica spiritualità.

7) L'idea di Dio, dell'uomo.......

L'idea di Dio del "New Age" non e assolutamente compatibile con l'idea di Dio che abbiamo appreso dalla Scrittura e dalla Tradizione cristiana. Nonostante i giochi di parole e l'uso di diverse terminologie, si tratta sempre e solamente di "panteismo". in genere di una versione aggiornata del vecchio panteismo di Spinoza, a cui i padri dell'"ecologia profonda" e gli autori del "New Age" dotati di maggior cultura si riferiscono esplicitamente. L'idea dell'uomo che il "New Age" si fa e naturalmente condizionata dal suo "panteismo" e considera quindi ogni uomo una "parte" di Dio, quando non afferma apertamente - secondo lo slogan di Shirley MacLaine- che "noi siamo Dio" . La distinzione tra Creatore e creatura viene così superata non nel senso di una fusione mistica, ma piuttosto nel senso di una confusione, che e una diretta derivazione dall'opzione panteistica originaria.
A questa idea dell'uomo - che veramente e Dio - sono legati quasi tutti i concetti delle "energie", così cari ai cultori delle cosiddette "Medicine Alternative", quali: la pranoterapia, il Reiki, la Riflessologia, ecc.. Con queste premesse si comprende perché spesso le pratiche mediche "alternative" divengano veicoli di problemi spirituali e di pericoli per la vita cristiana.

8).....e di Gesù Cristo
La persona di Gesù Cristo si trova al centro delle più gravi confusioni, a causa della nozione esoterica che vede "il Cristo" non come una persona (cioè Gesù), ma come un "principio divino".
Da questa premessa eretica nasce l'attesa di un Cristo-Maitreya che deve venire, mentre Gesù di Nazareth non è "il Cristo", ma "porta il Cristo" e perciò sembra soltanto un uomo molto fortunato. Quando poi le ambiguità sono introdotte dai teologi "fiancheggiatori", tutta questa confusione, a proposito della persona e del ruolo di Gesù Cristo è perfino peggiore dell'attacco e del rifiuto espliciti, che costituiscono almeno un'insidia più facilmente riconoscibile. Questa eresia non 6 poi così nuova, già Nestorio, vescovo di Costantinopoli, tra il 428 ed il 430, nello sforzo di confutare gli Apollinaristi, giunse a formulare un'idea del Salvatore dello stesso tipo di quella proposta dal "New Age":
"Nostro Signore, il Cristo, è duplice: divinità ed umanità......Nostro Signore, il Cristo, il quale è duplice nella sua divinità ed umanità, e un solo Figlio in questo suo collegamento. Dunque è uno colui che è nato dalla genitrice Cristo, da Maria: è il Figlio di Dio".
Sta proprio qui il punto eretico della teologia di Nestorio: egli parla del Cristo Dio e uomo, mai di Cristo Dio-Uomo. Quando poi si difende sottolinea ancora più il proprio errore:
"Dicono che il vescovo abbia denominato il Cristo un puro e semplice uomo.....il Cristo e Dio e uomo. Io non chiamo il Cristo un puro e semplice uomo, ma "Uno che e unito con Dio", il Logos" .
Gli risponde Cassiano ne "L'Incarnazione del Signore"-
"Io non credo che si debba passare sotto silenzio quella dottrina.....derivata a sua volta dall'errore di Pelagio.
Alcuni infatti andavano dicendo che Gesù Cristo, puro e semplice uomo, era vissuto senza alcun contagio di peccato, e giunsero a dichiarare che gli uomini, solo se volessero, potevano vivere senza peccati....in quanto se Gesù Cristo, essendo un puro e semplice uomo, era stato senza peccato, anche tutti gli uomini potevano esserlo senza l'aiuto di Dio.....In questo modo essi non ammettevano nessuna differenza tra qualsiasi uomo e lo Stesso nostro Signore Gesù Cristo, visto che l'uomo, con il suo impegno industrioso, era in grado di conseguire quello che Cristo aveva meritato con il suo impegno e le sue fatiche. La conseguenza che ne deriva finiva......in una aberrazione.....al punto di affermare che il Signore Nostro Gesù Cristo era venuto in questo mondo non per far dono della sua redenzione al genere umano, ma solo per offrire l'esempio delle sue buone azioni, in modo cioè che gli uomini, seguendo fedelmente il suo comportamento e percorrendo lo stesso cammino della sua santità, giungendo allo stesso premio delle sue virtù. Essi così mortificavano....ogni beneficio della sua santa venuta nel mondo e tutta la grazia della sua redenzione divina, poiché dichiaravano che gli uomini potevano con la loro vita, raggiungere gli stessi vantaggi che Dio, con la sua morte, aveva procurato alla salvezza umana.
Essi aggiunsero ancora che il Signore e Salvatore nostro divenne il Cristo dopo il suo battesimo e divenne Dio dopo la sua risurrezione, attribuendo il primo beneficio al mistero dell'Unzione battesimale e l'altro beneficio ai meriti della sua passione".
Il "New Age" fa uno scempio della persona di Gesù Cristo ancora più grande di quella di Nestorio, dichiarato eretico. Per questo fa molto dolore leggere che il teologo tedesco Gunter Schiwy, su un saggio edito da Queriniana, dal titolo "Lo spirito della Età Nuova, New Age e Cristianesimo" abbia l'ardire di sostenere che "nulla si oppone.....a che i cristiani diventino aderenti alla (sic) "New Age" e gli aderenti al "New Age" diventino cristiani", Egli è convinto che ci si trovi "proprio nel periodo di passaggio dall'era cristiana dei Pesci, a quella post-cristiana, superconfessionale dell' Acquario, che viene connotata come Era della sintesi". Ma, da questa "trasformazione della società", il cristiano non avrebbe nulla da temere.

Infatti si tratterebbe di un'epoca - preparati da teologi cattolici come Pierre Teilhard de Chardin e Karl Rahner - "caratterizzata da una più alta, spirituale comprensione della Bibbia" e "da una perfetta Chiesa dello Spirito". Addirittura, secondo Gunther Schiwy, "si impone la conclusione: lo spirito dell'Età Nuova e lo Spirito di Dio".
Ora Karl Rahner e sicuramente innocente di tale accusa, mentre la stessa cosa non si può forse dire di alcune parti del pensiero di Teilhard de Chardin.
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05/07/2011 12:27
 
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Un primo mito da sfatare quando si parla di «new age» è che si tratti di una setta americana. Essendo abituati a importare novità religiose da oltre oceano la tendenza ad includere il movimento «new age» in questo vasto arcipelago è abbastanza comprensibile. Il caso «new age» è fondamentalmente diverso, e catalogarlo come un fenomeno tipico della spiritualità nord-americana, di stampo californiano, sarebbe un grave errore. Il «new age» è una realtà di casa nostra. Sebbene il termine «new age» abbia un suono straniero qui, in Italia, possiamo dire con certezza documentata che i concetti che si raccolgono e si diffondono sotto questa etichetta pervadono un nuovo filone di cultura italiana.

È da sottolineare che si sta parlando di cultura, ossia di modo di pensare e di concepire la realtà e non di una setta. La differenza è basilare. Il «new age» non è una setta: non ha una sede centrale, non ha un unico leader e non esiste una rivista ufficiale. Neanche sul nome stesso c’è uniformità: si può parlare di «Movimento New Age», di «Mentalità Acquariana», di «Mentalità Planetaria», di «Nuova Consapevolezza» o di un altro qualsiasi dei suoi mille nomi. Anche se le sue idee sono rese pubbliche un po’ dovunque, non c’è nessun coordinamento globale; di fondo il «new age» è semplicemente un insieme di idee che esercitano una grande attrazione sulla mente secolare. Quali sono queste idee? Cosa dice di nuovo il «new age»?

Quattro fondamenta

Si può sinteticamente affermare che vi sono quattro concetti principali che formano questo sistema di pensiero originale e diabolico.

1. Un nuovo umanesimo

L’umanesimo, inteso come la voglia di mettere l’uomo al centro, è alla base del «new age». Tutto ciò che il «new age» propone ha l’obiettivo di esaltare l’uomo. Se l’umanesimo materialista aveva dichiarato che Dio non c’era, l’umanesimo «new age» fa un passo piú in là e dichiara che l’uomo è “dio”. Nell’uomo, dice il «new age», esistono capacità nascoste per la guarigione mentale e fisica, per la creazione di un nuovo ordine mondiale di pace sul pianeta e per il raggiungimento dello stato divino.

2. Un misticismo orientale

I concetti filosofici indiani che oggi invadono l’occidente, si trovano in perfetta sintonia con i presupposti «new age». Dietro lo yoga, la meditazione trascendentale, la reincarnazione, il Karma, lo Ying e lo Yang, i guru e una marca di altre “nuove mode italiane”, si nasconde un modo rivoluzionario e anticristiano di concepire la realtà e la vita stessa.

3. L’occultismo

Le pratiche innovative proposte dal «new age» non hanno nulla di nuovo. Le tecniche per ricercare la conoscenza segreta, l’investigazione dei misteri che governano le energie del cosmo e i modi in cui l’uomo le può usare per i suoi interessi, provengono dal regno dell’occultismo e sono antiche come il mondo. Ciò che ha fatto il «new age» è solo rispolverare alcuni termini per rendere queste pratiche popolari e alla portata di tutti.

4. L’evoluzionismo

La «nuova era», ossia «new age», corrisponde al sogno del movimento. Il «new age» fa un passo oltre Darwin, affermando che l’umanità si trova alle soglie di un nuovo balzo evoluzionista. L’homo sapiens, secondo loro, non è all’apice del progresso evoluzionista, e ci possiamo aspettare di meglio. Il sogno «new age» prevede che nel prossimo futuro emergerà una nuova specie di esseri umani illuminati, una specie di super-uomini che gestiranno la «new age» sul pianeta terra. Il «new age» si prodiga a questo fine: per collaborare con l’evoluzione finale.

 

Fin qui abbiamo molto succintamente descritto i confini ideologici del «new age», ma fino a che punto questo sistema si è infiltrato nella cultura occidentale e, in particolare, in quella italiana?

Alcune sue manifestazioni

L’influenza del movimento «new age» si sta manifestando con sottile prepotenza in tutti gli strati della società e rischia di capovolgere la mentalità degli italiani.

Cinema, televisione, libri e musica

Una delle profetesse piú acclamate del «new age» è l’attrice, vincitrice di Oscar per la sua interpretazione nel film Voglia di tenerezza, Shirley MacLaine. Fra i suoi numerosi scritti, il più venduto è il best seller Là fuori su un ramo, in cui viene trattato lo spiritismo e la reincarnazione. Il «new age» gode di un forte seguito tra gli artisti hollywoodiani contemporanei e molte idee del «new age» si riconoscono in molti film di successo, come Hair, Guerre Stellari, La Storia infinita, 2001: Un’odissea nello spazio. Anche molti film che hanno a che fare con gli extraterrestri ci riportano alle idee del «new age» sugli spiriti guida, e dove vengono reclamizzate le esperienze mistiche e gli avvenimenti paranormali. La serie Ghostbusters, invece, contribuisce a formare un’immagine piacevole, simpatica e amichevole di fantasmi, demòni e spiriti. Ciò è valido anche per animazioni famosi della Walt Disney come Anastasia e Pocahontas dove lo spirito dell’albero incoraggia a entrare in contatto con gli spiriti, invocandoli esattamente come una medium del «new age». Anche alcuni cartoni animati “carini” rendono familiare il bambino con pratiche, simboli e concetti esoterici. Gli autori dei Puffi, per esempio, sono credenti del «new age» e, a un’attenta analisi, i loro cartoni si rivelano ricchi di simbolismi occulti e pratiche magiche.

In ogni modo, il movimento «new age» deve molto del suo successo alla musica. Già negli anni ‘60 la musica rock giocava a suo favore incitando a protestare contro le istituzioni. E i testi di brani rock famosi – molti dei quali ricchi di messaggi subliminali satanici – ricchi anche di concetti «new age», le hanno preparato la strada. Oggi questo movimento ha partorito un genere musicale tutto suo: accanto alla musica classica, jazz, rap, ecc., si è aggiunta l’etichetta «new age», che solo negli Stati Uniti ha un fatturato di oltre 100 milioni di dollari. Accanto a molti musicisti dichiarati credenti del «new age», ne troviamo molti che simpatizzano come Tina Turner, Michael Jackson e Carlos Santana.

La scuola

Il movimento «new age» tenta di “plasmare” le coscienze dei piccoli utilizzando, oltre che la televisione, anche il sistema scolastico, ed è qui che conta di vincere la sua battaglia piú significativa. La rivista L’Umanista del gennaio 1983, in un articolo intitolato «Una Religione per una Nuova Era», afferma che «è nell’aula che si svolgerà il conflitto tra la carcassa putrefatta del cristianesimo e la nuova fede nell’umanesimo».

Negli Stati Uniti, dove il movimento «new age» ha fatto piú progressi, si sta verificando che ogni anno oltre 500 insegnanti seguono corsi di preparazione per i modelli didattici del «new age», conosciuti col nome di Programmi di Educazione Globale e Confluent Education (Educazione Confluente). Molto sinteticamente questi programmi evitano di menzionare completamente valori e schemi tradizionali, cosí che il bambino impara che non sono importanti, e sono strutturati in modo che i bambini giungano a considerarsi essere perfetti e divini, perché – sempre secondo il «new age» – è all’interno di se stessi che vi sono tutte le risorse necessarie per risolvere ogni problema, senza il bisogno di ricorrere ad aiuti o a divinità esterne. Un altro aspetto insidioso è l’indrottinamento al relativismo, secondo cui non esistono verità assolute e che tutti i valori sono essenzialmente neutrali e possono essere scelti soggettivamente dagli studenti. Inoltre, il patriottismo e il nazionalismo sono condannati, e, per sostituirli, i bambini lavorano per creare modelli di governo unitari e globali in modo che diventino consci del fatto che sono cittadini planetari, per prepararli ad accettare un auspicabile governo mondiale.

Le medicine alternative

Quasi tutte le terapie alternative condividono l’idea che nell’uomo esista un’energia spirituale responsabile dello stato del corpo. Quindi, le malattie del corpo sono spiegabili in termini di carenze o squilibri di energia, e l’obiettivo terapeutico diventa il riequilibrio o la rivitalizzazione dell’energia. In questo modo, l’attenzione del medico deve essere rivolta alle energie spirituali che son insite nell’uomo stesso. Egli è un essere spirituale che ha in sé tutte le risorse necessarie per guarire il proprio corpo fisico; la chiave sta nel volerlo. Molte delle “nuove” terapie alternative sono nuove solo per l’Occidente. Si tratta, in realtà, di antichi cimeli della tradizione orientale che, basandosi sui concetti del monismo e del panteismo, confluiscono nel sistema «new age». Non sorprende che tra le file dei medici alternativi si possano trovare un numero notevole di appassionati sostenitori del movimento «new age» che spingono i propri pazienti a scoprire le proprie potenzialità “acquariane” e ad aderire alle idee del «new age». Le piú diffuse terapie alternative sono il massaggio zonale, l’agopuntura, lo shiatsu, l’ipnoterapia, l’autoipnosi, il biofeedback, il training autogeno, la pranoterapia, lo yoga. Le terapie alternative si presentano con una straordinaria varietà, e, malgrado questa diversità, l’obiettivo di  fondo è sempre lo stesso: individuare, manipolare, riorientare, stimolare o equilibrare l’energia dell’uomo. Per cui bisogna fare molta attenzione! Soprattutto se si considera che in molti casi esistono connessioni dirette fra pratiche di medicina alternativa e l’occultismo.

Vegliare per testimoniare

Detto cosí in qualche riga può apparire troppo bizzarro per essere vero, ma è importante che ci sforziamo di capire. Il mondo nel quale viviamo sta prendendo molto sul serio questi concetti. Molto di ciò che oggi è considerato all’avanguardia in campo psicologico, filosofico, fisico, medico (in particolare la medicina alternativa), sportivo (vedi il boom delle arti marziali), artistico, politico e religioso, può essere facilmente ricondotto al modo di pensare «new age», o, gia si parla di «next new age». Forse il «new age» preparerà la strada al governo mondiale dell’anticristo, come descritto nel libro dell’Apocalisse? è possibile poiché gl’ingredienti ci sono tutti: il concetto del super-uomo, l’uomo inteso come dio, la credenza che sarebbe in arrivo un prossimo governo mondiale dominato dall’acquario che instaurerà un periodo di pace, ecc..

In ogni modo, oggi, come cristiani, siamo chiamati a vegliare. è importante riconoscere che, dalle rovine della nostra cultura cattolico-secolare, sta emergendo con lenta prepotenza un avversario formidabile che dobbiamo imparare a riconoscere e ad affrontare. Dobbiamo imparare a riconoscere le varie facce dell’umanesimo per rispondere con chiarezza che Dio è al centro e non l’uomo. Alla sete di spirituale, che si rivela nel successo del misticismo orientale, dobbiamo impegnarci a contrapporre la spiritualità genuina (non fatta solo di parole) del rapporto vivente e reale con il Cristo risorto. Agli occultisti dobbiamo ricordare che Dio ha rivelato la verità nella sua Parola e ha reso disponibile la potenza del suo Santo Spirito a chi entra nel suo patto.

Infine, rivolgendoci agli innguaribili ottimisti evoluzionisti, dobbiamo guidarli a vedere la realtà della miseria umana, e pregare affinché vedano che l’unica vera speranza è il ritorno glorioso di Gesú Cristo e il suo regno eterno di pace.
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05/07/2011 12:32
 
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La New Age: religione del III millennio

1.1 La New Age: introduzione alla lettura del fenomeno

Quattro sono le linee principali sotto cui si può leggere la New Age: l’aspetto storico, quello psicologico, quello sociologico e quello dottrinale.

1. Dal punto di vista storico, andando alla ricerca delle sue origini, si scopre come esso fa riferimento a movimenti precedenti quali l’occultismo e l’esoterismo. Non manca poi la tradizione teosofica. A partire da questi, che formano un sottosuolo fertile, assistiamo poi alla nascita del movimento con le figure di Paul Le Cour e Marylin Ferguson, nonché le comunità di Esalen e di Findhorn.

2. Nel punto di vista chiamato psicologico si possono ritrovare gli aspetti più conosciuti e appariscenti del fenomeno. Sotto quest’ottica infatti la New Age si può descrivere come una convinzione diffusa che tutto sta per cambiare, con l’avvento dell’era dell’Acquario (la Nuova era appunto): il vaso che Ganimede porta è il segno di questa abbondanza che sta per giungere. Questo cambiamento non si limiterà solo ad alcuni aspetti della vita umana: esso coinvolgerà tutti gli uomini e tutti i settori del vivere umano. Un cambiamento di paradigma, dunque!

3. Tutto ciò ci introduce in un altro punto di vista: quello sociologico. Sotto questo aspetto la New Age è descritta come un insieme di network (rete), o meglio come metanetwork (rete di reti). I newagers infatti non si costituiscono in un movimento sistematico, con determinate strutture, leggi, sedi, e attività: non esiste una gerarchia ben determinata. Essi non si iscrivono alla New Age, e neppure vi ci aderiscono ufficialmente! Per questo non si può parlare di movimento strutturato, ma di network, cioè di gruppi che si radunano “spontaneamente”, solo in base ad alcuni interessi comuni. La New Age ingloba moltissimi networks che vanno dai gruppi che si interessano di ecologia fino agli ufologi: tutti accomunati alla certezza che “qualcosa sta cambiando”.

4. Da ultimo, ma imprescindibile, viene il punto di vista dottrinale. è difficile tentare di esporre la dottrina di un movimento che afferma appunto per costituzione di non avere alcuna dottrina: si parla per questo di una spiritualità più che di una religione. Infatti quelle che sono “le definizioni dottrinali” della New Age vengono più spesso presentate dai critici piuttosto che dai relativi rappresentanti. Un aspetto che tuttavia non si può fare a meno di rilevare fin da principio è l’epistemologia debole, o meglio il relativismo imperante che pervade il fenomeno. è un relativismo inoltre che non sostiene solamente “che ognuno ha una sua verità”, ma anche che “ciascuno può crearsi una sua verità”. “Create il vostro mondo”: è uno degli slogan che più ritornano negli ambienti new age.

2. La storia della New Age e dei suoi predecessori

2.1 Introduzione

Che cos’è la New Age? Da dove deriva?

Se è difficile tentare una definizione di questo movimento che non ha nome, difficoltosa agli occhi degli studiosi si presenta anche la ricerca delle sue origini. L’espressione New Age (nuova era) non è certo nuova per gli ambienti esotero-occultisti. L’uso del termine odierno lo si deve ad uno dei portavoce del fenomeno, David Spangler, a partire dal 1967: l’espressione che invece già circolava era quella di età dell’Acquario. Esso si basava sulla teoria di Paul Le Cour, esposta in L’ere du Versau.

Difficile è anche stabilire la data d’inizio di un simile fenomeno: tre sono le ipotesi più accreditate oggi tra gli studiosi, che sottendono a loro volta tre modi differenti di approccio e di comprensione del fenomeno. Coloro che vedono la New Age principalmente come l’affermarsi dell’idea di un prossimo rinnovamento, nei vari aspetti del pensare e dell’agire umano, e non solo, pongono come inizio l’opera rock Hair (1968) nella quale si trova una canzone intitolata appunto Acquarius. Tra costoro c’è anche chi tenta di vedere nell’opera di T. Kuhn La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1960) il trampolino di lancio, a livello scientifico, del diffondersi di simili idee di cambiamento anche ad altri livelli.

Coloro che, invece, mettono in evidenza l’aspetto più sociologico, in altre parole la diffusione dei network, fissano l’inizio nel 1971-1972, con la diffusione in modo sostenuto dei primi servizi di medicine alternative, terapie olistiche, nuovi culti spirituali.

Se invece si considera maggiormente il convergere di elementi di mentalità e di dottrine inerenti la New Age, si deve far riferimento alla fondazione di due comunità, in modo indipendente tra loro, che poi diventeranno punti fondamentali di diffusione della New Age: Findhorn in Scozia ed Esalen in California, attorno al 1962.

Diversi quindi gli aspetti che hanno concorso a formare questo fenomeno. Procediamo quindi con ordine ricercando le fonti che in diverso modo hanno contribuito alla sua nascita.

2.2 Le fonti più antiche

Un comune denominatore di queste differenti correnti, come anche dell’evoluzione del pensiero religioso, è l’esotero-occultismo, un blocco di credenze e di convinzioni che si è mantenuto in Occidente nel corso dei secoli, a fianco dell’insegnamento ufficiale delle Università e della Chiesa.

Un’altra tradizione antica è quella dello gnosticismo. Come ben sappiamo, la gnosi, all’origine, sostiene che l’uomo attraverso la conoscenza della propria natura e, di conseguenza, della propria caduta dal suo stato originario, può riacquistare la propria appartenenza al Pleroma divino.

A fianco, vi è anche l’Ermetismo, dal quale la New Age trae molti principi fondamentali tra cui: il rapporto tra microcosmo e macrocosmo, la concezione secondo cui la particella interiore di energia che è l’uomo fa parte della Grande Energia cosmica.

Con l’influsso della società Teosofica, entra in Occidente anche il misticismo orientale. Si può notare l’ascendente che esso ha avuto sulla New Age con un accenno ad una Via spirituale che accomuna il buddismo e l’induismo: il tantrismo. All’origine di questi insegnamenti troviamo una visione del mondo in termini di energia. Il tantrismo parla infatti di via del divino (maschile) e di energia (femminile): l’uomo dovrà riconoscere e ricostruire le catene di energia sparse nel reale raggiungendo così il divino.

2.3 I nonni della New Age

Tra i primi antenati di questo movimento alcuni studiosi includono Meister Eckhart, il quale parla del Dio interiore e della fusione dell’uno, e Pico della Mirandola. Il primo pensatore di un aspetto della New Age qual è il channellig, è Emanuel Swedeborg. Dal punto di vista delle terapie dolci non possiamo dimenticare invece Franz Anton Mesmer. Tuttavia i primi che hanno avuto un ruolo significativo nel formulare alcune teorie che diverranno punti fermi per le maggiori correnti che si rifanno alla New Age sono: Allan Kardec, Eliphas Lévi con l’occultismo, Madame Blavatsky e la Società Teosofica, Gérard Encausse detto Papus, rinnovatore in occidente dell’esotero-occultismo e René Guénon.

2.4 Gli annunciatori diretti dell’Era dell’Acquario

Entriamo ora in quella fase che vede come protagonisti i primi annunciatori veri e propri dell’Età dell’Acquario. Ci fermeremo in particolare sulla figura di Paul Le Cour e Ann Alice Bailey.

2.4.1 Paul Le Cour (1871-1954) annuncia l’Era dell’Acquario

Il primo vero annunciatore dell’Era dell’Acquario è un esoterista francese, Paul Le Cour (1871-1954). Nel 1930 presenta per la prima volta dalle colonne della rivista Atlantis tale concetto. In L’ère du Verseau (con il sottotitolo: Il segreto dello Zodiaco, l’avvenire prossimo dell’umanità), pubblicato nel 1936, Le Cour sostiene che l’umanità si prepara ad entrare in un nuovo periodo. Nell’esporre la sua tesi si rifà in particolare alla tradizione primordiale e alle leggi dei cicli dell’umanità, propri di molte civiltà antiche. Egli esplicita la sua tesi basandosi sull’astrologia. Tre i punti in cui possiamo riassumere le sue teorie:

1. ogni 2160 anni circa, quando il sole cambia segno zodiacale di influenza, la civiltà subisce mutazioni notevoli e significative;

2. l’ultimo passaggio dal­l’Era dell’Ariete a quella dei Pesci ha visto l’avvento del cristianesimo;

3. il prossimo cambiamento, con l’arrivo dell’Età dell’Acquario, porterà a profondi cambiamenti con l’avvento poi del “Gran re”: con esso tornerà una nuova età dell’oro, che si trova simboleggiata nel vaso di Ganimede.

Ver­so l’anno 2160, secondo Paul Le Cour, il sole passerà nel segno dell’Acquario. Rappresentato sulle carte celesti da un giovane (Ganimede), esso è segno del diffondersi delle dottrine esoteriche sulla terra nella nuova era, e dell’abbondanza caratteristica della nuova epoca.

2.4.2 Alice Ann Bailey (1880-1949)

Come affermano le tradizioni delle maggiori civiltà l’evoluzione avverrebbe attraverso la successione delle età: da quella dell’oro, dell’argento, del bronzo, fino a quella del ferro. Dopo di che ci sarebbe un cataclisma, il quale poi introdurrebbe ad una nuova età dell’oro. L’età nera necessita allora di un messaggero per ricondurre l’uomo al suo principio originario: ecco allora gli “Istruttori”, quali Mosè, Er­mete, Zoroastro, Manu, Ram. Ogni ciclo sarebbe composto da 64800 anni, 2160 per 30 cicli. Quattro le fasi di ogni singolo ciclo corrispondenti alle quattro età. Ora ci troveremmo al termine della quarta età, nell’attesa dell’istruttore che introdurrà alla nuova era.

2.5 I Moderni

Tra i prodromi del fenomeno che non ha nome possiamo ritrovare anche il background religioso degli anni 60, che ha reso fertile il terreno per la nascita della New Age: il puritanesimo, i movimenti di Risveglio, il trascendentalismo, ed inoltre il movimento della controcultura, negli Stati Uniti in auge negli anni ‘67-’68. Ricordiamo anche la nascita di comunità che hanno come primo intento quello di vivere una nuova avventura e partecipare alla creazione dell’avve­nire dell’umanità. Trovano qui il loro habitat naturale anche le sette. è questo l’ambiente che vede il raccogliersi di un gran numero di idee e di pratiche della New Age attorno ad una fattoria, situata sul versante di una collina tra San Francisco e Los Angeles, a Big Sur: nella località californiana di Esalen. Nello stesso momento nasce Findhorn, nel nord della Scozia. Per ultimare la presentazione di questi differenti ingredienti, occorre citare anche: la nuova psichiatria e la nuova psicologia, i tentativi di conciliazione tra la fisica quantica e la filosofia orientale, ed inoltre, tra gli altri, anche il celebre paleontologo gesuita Teilhard de Chardin, rivendicato come uno dei principali teorici del movimento.

Degna di nota è anche la giornalista Marylin Ferguson, che a partire dai suoi studi sul cervello, nel 1976 pubblica un articolo inti­tolato Il movimento che non ha nome, nel quale descrive questo nuovo e strano pensiero che investe i più diversi campi. Essa poi diverrà una dei portavoce principali del fenomeno.

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3. La fenomenologia della New Age

3.1 Un paradigma e una epistemologia nuova

Come si è già detto nell’introduzione storica, la realtà che accomuna tutti i network new age è l’idea dell’avvento, ormai prossimo, di una nuova era, quella dell’Acquario. La formulazione moderna di questa idea la troviamo nel libro di Marylin Ferguson, The Aquarian Conspiracy che ha appunto come sottotitolo Personal and Social Transformation in the 1980s. La Ferguson, studiando il cervello e la coscienza, enuncia questa novità, questo cambiamento in atto, a livello planetario, frutto però di un cambiamento personale. Anch’essa, riprendendo le tradizioni della legge dei cicli dell’umanità, si fa profetessa di questo avvento dell’età dell’Acquario, che porterà poi alla scomparsa del Cristianesimo.

Ecco il suo programma: “Un network senza guide, e tuttavia di grande potenza, è all’opera per introdurre in questo modo un cambiamento radicale. I suoi membri hanno preso congedo da determinate concezioni fondamentali del pensiero occidentale, e forse hanno persino interrotto la continuità della storia. Questo network è la “dolce cospirazione” nel segno dell’Acquario”. Questo sarà possibile attraverso un cambiamento della coscienza, quindi, con una sua espansione. Qui si possono iscrivere l’utilizzo delle diverse tecniche di meditazione e di alterazione degli stati di coscienza. Questo cambiamento non potrà poi non influire anche sul paradigma materialista e meccanicista che la società odierna ha costruito. Fritjof Capra parla di un nuovo pensiero ecologico e dinamico, che sorpassa la visione cartesiana e newtoniana del mondo, e ci avvicina alla rappresentazione mistica quale il Tao cinese. Il cambiamento avverrà anche a livello psicologico: la New Age vuole ristabilire l’aspetto spirituale della realtà, integrando così le possibilità dell’uomo perché possa raggiungere la sua statura reale, e così riconquistare l’armonia.

3.2 Il cambiamento della coscienza e del cervello, per arrivare al risveglio ed entrare nella nuova era

Come già accennato sopra, il cambiamento parte dalla singola persona, anzi dalla concezione che si ha della propria coscienza e del proprio cervello. Si sa che le possibilità del cervello umano sono infinitamente superiori a quelle che noi utilizziamo: è necessario allora allenarsi per utilizzarle meglio, irrobustendo la nostra attenzione e i nostri sensi interni. Anche la biologia afferma che gli emisferi celebrali sono due: quello sinistro, preposto all’aspetto più razionale dell’uomo (linguaggio, operazioni aritmetiche, organizzazione) e quello destro, più legato all’aspetto emotivo (sogni, fantasia, istinto). Nella maggior parte di noi occidentali, la parte sinistra è quella che campeggia. Tuttavia esistono tecniche quali la meditazione, la contemplazione artistica e così via che riconducono ad un maggiore equilibrio tra i due emisferi: questo è il segreto, secondo la New Age, dell’inizio di una nuova spiritualità.

Diverse sono le tecniche che aiutano l’accesso all’esperienza interiore per una trasformazione della coscienza: l’isolamento e il sovraccarico sensoriale, il biofeedback,il training autogeno, attività creative, l’esperienza estetica e lo psicodramma, l’ipnosi, la meditazione, la psicoterapia contemporanea, le discipline corporee, le psicotecniche.

Al termine della trasformazione si arriva ad una nuova qualità di coscienza. è il ritrovare se stessi, scoprendo una nuova vita, un tutt’uno con “l’Essere universale e primordiale”, con la “Coscienza cosmica” : si va così oltre l’esperienza personale per riconoscersi nel tutto che è Dio. Apparirà così il Sé trascendente, universale, transpersonale. E in questa ricerca i figli dell’Acquario sanno di non essere soli: non si può per questo non annunciare agli altri questo “messaggio di vita”. Essere newager diventa una vera e propria missione. Il tutto però sempre per attuare il risveglio, che si traduce in una nuova qualità dell’attenzione e della conoscenza.

I cambiamento avverrà anche in campo scientifico: se fino ad ora ogni disciplina scientifica era diventata un’isola anche a causa delle diverse specializzazioni, il compito dei figli dell’Acquario è quella di porre in comunicazione i diversi campi tra loro eterogenei: un nuovo uomo che ha una nuova scienza.

3.3 Le terapie alternative e i movimenti di sviluppo del potenziale umano

Cosa si intende dire quando si parla di terapie nuove? Fedeli all’ipotesi monistico-olistica, le terapie new age partono da una lettura della malattia all’interno del suo contesto e dei suoi aspetti anche meno appariscenti. Un tempo i medici separavano il corpo e lo spirito: questo è sbagliato, proprio perché l’uomo è un tutt’uno, in continuo rapporto anche con la realtà. Nasce un nuovo modo di essere medico, che partendo da uno stato di empatia con il paziente, cerca di capire dov’è venuta meno l’armonia, in mancanza della quale si è persa la salute. Invece di limitarsi a trattare i soli sintomi, si ricercano le cause. Invece di porre l’accento sulla specializzazione e sull’efficacia, ci si prende cura del paziente nella sua totalità. L’approccio olista riconosce così valevoli tutte quelle terapie che non sono certo classiche, quali l’agopuntura, la digitopressione, lo yoga, l’omeopatia, e molte altre. Tutto ciò sottende un’antropologia differente. Basandosi su una concezione orientale, infatti il medico deve ristabilire l’armonia tra i diversi campi energetici: anche il lavoro sugli aspetti psicologici della malattia può essere salutare al fine della guarigione. Alla base di tutto ciò, si scorge un’antropologia che talvolta ha aspetti affini all’esoterismo: da ciò si comprende anche il carattere mistico-religioso di certe terapie che oggi hanno tanto credito. La salute da ristabilire infatti non è solo a livello fisico, ma anche psicologico-relazionale. Negli Stati Uniti si parla di più di un centinaio di queste organiz­zazioni spirituali, esoteriche, terapeutiche. Alcune di esse si sono anche organizzate ufficialmente in Chiese: un esempio è la Scientologia. è normale che oggi si vada dallo psicoterapeuta come prima si andava dal sacerdote e prima ancora dallo stregone del villaggio: un segno di tutto questo è anche il costituirsi di comunità attorno ad un guru. Tra le diverse terapie ricordiamo: l’Analisi transazionale la Terapia reichiana, la Bioenergetica, la Terapia Gestalt, le ginnastiche dolci, il metodo Mézières, l’eutonia di Gerda Alexander, il metodo Feldenkrais, i massaggi. Tra le differenti tecniche di massaggi ricordiamo: il massaggio californiano, il massaggio reichiano, i massaggi orientali come il Do-in e lo Shiatsu giapponese. La Terapia primordiale, il Rebirthing, la Sofrologia. Molteplici inoltre le tecniche di rilassamento:la Sofrologia, il Training autogeno di J. H. Schultz, il Rilassamento a induzioni multiple di Michel Sapir, la Regolazione del tono muscolare di Eugène Jacob­son, la già citata Eutonia di Gerda Alexander e la Rieducazione psicotonica.

3.4 Il channeling nella New Age

Una delle applicazioni di grande successo nella New Age è il channeling. Secondo alcuni autori questa moderna via di comunicazione con l’aldilà ha non solo un ruolo rilevante ma addirittura fondamentale Super-movimento.

In cosa consiste il channeling? Shirley MacLaine, nota attrice ed ora impegna­ta a tempo pieno nel diffondere le idee e i progetti della nuova era lo paragona ad una telefonata: una persona chiama, qualcuno ascolta, tra i due si sviluppa un colloquio. Allo stesso modo nel channeling occorre un “canale” (channel) che trasmette, qualcuno che rice­ve la comunicazione (channeler), quindi un “messaggio” o in­formazione o “rivelazione” trasmessi (channeling). Una differenza però c’è: il “canale” non è un filo o strumento visibile, e chi trasmette non è una persona viva, bensì una “entità” che parla da un “mondo superiore”. In questo senso si può a buon diritto accostare il fenomeno a quello dello spiritismo: si dice infatti che il chan­neling è una “forma moderna” dello spiritismo “classico”. Tuttavia ci sono alcune differenze.

Schematicamente possiamo così descrivere il cambiamento avvenuto: dai fenomeni fisici nella pratica dello spiritismo tra­dizionale, si passa a nuovi fenomeni che, attraverso diverse enti­tà invisibili, mettono l’uomo in comunicazione con un mondo superiore. Ecco allora extraterrestri, spiriti collettivi, anime reincar­nate, angeli, folletti e gnomi, dévas delle piante, il Cristo stesso. Se le entità nello spiritismo classico erano anime di persone defunte, ora invece nel channeling si parla di realtà comunicanti da un mondo invisibile, su­periore; inoltre, mentre nello spiritismo tradizionale la perso­na defunta, con cui si entra in contatto, mantiene la propria identi­tà personale, nelle comunicazioni tramite channel l’identità scompare dissolvendosi in un’entità, in uno spirito universale, che è poi il “Sé co­smico”, o il “Gran Tutto”.

Tre sono le correnti di pensiero che hanno concorso in modo particolare alla nascita e all’affermazione del channeling: i nuovi vange­li, le guide indiane, i culti dei dischi volanti o culti ufo­logici.

3.5 Una visione ecologica

Se la New Age può sembrare semplicemente una vasta terapia di sapore religioso, essa non dimentica l’ampia cornice in cui l’uomo è inserito: la terra. L’uomo fa parte di questo grande organismo vivente, Gaia, eppure la tratta quasi fosse un semplice magazzino a cui attingere risorse e su cui compiere esperimenti: egli ignora che tra la terra e lui stesso intercorre un profondo legame vicendevole, e a loro volta essi sono connessi con la Coscienza Universale. È necessario dunque che l’uomo ritrovi i suoi legami di parentela con la Natura.

Per addentrarci in questa visione ecologico-globale ci serviremo di due realtà chiarificatrici per quanto riguarda questo tema: l’esperienza comunitaria del Giardino di Findhorn, nella quale le New Age ritrova una sua roccaforte e l’ipotesi Gaia sviluppata da taluni scienziati.

3.5.1 L’avventura di Findhorn

Nel 1962, Peter Caddy con alla moglie Ei­leen affitta un piccolo terreno sabbioso per coltivarvi un giar­dino. Uniti all’amica e collaboratrice Dorothy MacLean, iniziano a coltivare, pur non avendo alcuna conoscenza o pratica specifiche in agri­coltura. Dialogando con gli spiriti della natura, i dévas, fanno crescere legumi giganteschi su un suolo di fatto sterile e in un clima estremamente duro. La notizia di questi fatti straordinari si diffonde in particolare in quegli ambienti che in seguito diventeranno quelli della New Age. Nasce così una comunità che lavora in stretta collaborazione con i dévas. In ogni paese nascono comunità simili: in Italia, tra le tante ricordiamo Damanhur.

Findhorn è prima di tutto, a sua definizione, una comunità spirituale, che vuole sperimentare un nuovo modo di vivere, che vuole fare esperienza dell’Unità, come unico modo per dare un futuro all’umanità.

Una con­vinzione lega i diversi membri della comunità: ognuno di noi è poten­zialmente “un dio in azione”. Per questo, attraverso la mediazione di questa divinità interiore i membri della comunità sanno e sentono di costituire tutt’uno con ogni altro essere e con ogni forma di vita sulla terra. è questa una sensazione produce un cambiamento radicale di coscienza che ha dei risvolti imprescindibili nella vita quotidiana, visibili nella cooperazione con la natura, attraverso una vita comunitaria, in una mistica quotidiana.

3.5.2 L’ipotesi Gaia

La terra è un gigante vivente, che ha come scopo quello di essere portatore di vita. Ogni cosa, ogni albero, batterio, virus, ma anche gli oceani, i venti, le rocce collaborano al grande equi­librio vitale tra il minerale, il vegetale e l’animale, per mantenere e sviluppare la vita. Nata dagli studi del fisico-chimico James Lovelock, l’ipotesi gaia viene fatta propria dalla New Age. La Terra si comporta come un organismo vivente vero e proprio. Non è così assurda allora la possibilità che ci si trovi realmente dinanzi a un essere vivente, in cui tutti gli elementi presenti, dal più piccolo al più grande, interagiscono tra loro. Non si può più prescindere allora dalla disciplina ecologica, che ci permette di ricomprendere l’uomo all’interno di tutto il bio-sistema, quale semplice elementi di esso, di cui la terra, potrebbe fare a meno, se egli tentasse di distruggerla.

Secondo questa ipotesi dunque, la Terra, sta­rebbe per percepire essa stessa il suo ambiente, e sarebbe ormai in grado di crearsi la propria rete di comunicazioni. E gli uomini, abitanti di Gaia, sarebbero la sede del pensiero di questo cervello. Osservando la diffusione dei legami d’intercomunicazione, come le linee telefoniche, i telex, le banche dati, nonché ultimamente Internet, si potrebbe dire unitamente a Lyall Watson che entro l’anno Duemila la Terra sarà dotata di uno strumento tanto ricco e potente quanto il nostro cervello. I dieci mi­liardi di terrestri saranno così uniti tra loro come lo sono i dieci miliardi di cellule che costituiscono il cervello umano.

4. La dottrina della New Age

4.1 Per uno sguardo d’insieme

Chi è allora il newager? Vernette, tentando di collocare la spiritualità acquariana nell’ambito esoterico-mistico così la descrive: per il “mistico”, l’accesso al divino avviene attraverso la conoscenza dei misteri nascosti, con una ricerca di tipo individuale (senza far parte quindi necessariamente di un gruppo), in uno spirito universalista e tollerante, che attinge in maniera sincretista alle diverse tradizioni religiose e ne fa il suo proprio contenuto. Non può e non vuole rinchiudere la sua ricerca nei dogmi rigidi di un catechismo, oppure appartenendo a un’istituzione religiosa ben precisa. Del resto passa spesso dall’una all’altra. E più che professioni di fede offre orientamenti di pensie­ro. La sua etica non consiste certo nell’aderire, sottomettendosi alle leggi della Chiesa, ma è un’obbedienza alla legge di coscienza. Libera il suo cuore all’indagine interiore, alla meditazione, all’amore uni­versale, al sentimento pregnante della presenza di un In­globante. E questo vive sia nel qui-e-ora che nell’“altrove” attraverso una ricerca del Reale dietro l’apparente, dell’Ori­gine dietro il tempo, del Trascendente dietro il fugace, della Tradizione primordiale dietro le tradizioni effimere, dell’Al­tro oltre l’ego, della scintilla del Divino cosmico oltre l’in­dividuo incarnato. Desidera costantemente “ritornare alle Fonti”.

È questa una bella descrizione che calza a pennello per il figlio dell’Acquario, che, certo dell’impossibilità di raggiungere la verità, vaga qua e là, per essere sempre più partecipe, in modo cosciente della sua essenza divina.

Il figlio dell’Acquario ricerca una visione olistica, unificante delle cose, totalizzante, e in particolare nel cam­po religioso, anche attraverso l’unità trascendente delle religioni, vedendo in esse semplici manifestazioni storiche, occasionali dell’unico Spirito cosmico ed universale. Per questo il newager si avvale delle numerose tecniche che gli vengono proposte: dalle ginnastiche dolci all’utilizzo degli allucinogeni.

La spiritualità dell’Età dell’Acquario diviene allora quella di una religione universale. Essa potrà assumere forme dif­ferenti ma il fulcro sarà lo stesso. Ciascuno seguirà il me­desimo cammino, in un processo di trasformazione personale continuo, ma su un sentiero spirituale proprio. Questo attraverso le numerose reincarnazioni necessarie per realizzare compiutamente il pro­prio sviluppo morale e spirituale. L’obiettivo del newager e della sua avventura tanto personale quanto comune, di fatto, a tutti gli altri, non è altro che acquisire una coscienza elevata, e cioè risvegliarsi e coscientizzare l’Energia universale che anima ogni esistenza, e all’Unità metafisica che è sottesa all’apparente diversità.

4.2 La teologia acquariana

4.2.1 Il postmoderno e la crisi dell’immagine classica di Dio

“Ogni epoca storica, ogni cultura ha il Dio che si merita”. Così la no­stra epoca, narcisistica, egocentrica, senza alcun ideale sociale e neppure alcu­na aspirazione metafisica, si sta creando una concezione del divino che si intravede nel suo stesso modo di vivere e di comprendere la realtà di oggi. Questa visione di Dio e del divino ricalca matrici orientali, ma è anche una visione che paga il suo tributo a tutti i nostri malan­ni; ha un aspetto mistico, proveniente appunto dall’oriente, ma anche una scansione quasi di tipo psicologico e a sfondo psicolabile: quella derivata dal nostro mondo, che si è costruito sul pensiero “debole” e sulla psicologia. La teologia classica cristiana è di conseguenza parados­salmente messa fuori causa, in quanto non fornisce alcun apporto rilevante a questa esperienza di nascita di un nuovo Dio. Anche questo è un segno della sua emarginazione dalla cultura contemporanea. Si può a buon diritto leggere la New Age chiaramente attraverso un giudizio di questo tipo. Ormai non esistono più manuali di teologia, ma, attraverso la New Age, si arriva ad una nuova sintesi culturale-religiosa. Tutto ciò è frutto di un background culturale composito che ha influenzato ogni minima parte della cultura odierna. La crisi del mondo razionale oggi vene proiettata prima di tutto sul piano divino: l’unica certezza è quella che si alimenta di incertezza. Ne deriva una sopravvalutazione del soggetto e del soggettivo, facendo scadere la dinamica soggetto-oggetto, dando sempre più adito a ciò che è istintuale, intuitivo, immediato, femminino e, in ultima analisi, ir­razionale. Si perde “l’identità oggettiva del soggetto, la quale non si può in alcun modo risolvere in termini di coscienza riflessa di sé”.

4.2.2 Le tesi su Dio e sul divino dei newagers

Tra i testi che vanno letti per capire questo fenomeno vi è quello della Ferguson: The Aquarian Conspiracy. Ecco come presenta nella sue pagine la figura di Dio.


“Nella tradizione spirituale che sta prendendo forma, Dio non è l’incarnazione della nostra men­talità da catechismo domenicale, ma corrisponde piuttosto a quella dimensione che William James descrive nel modo seguente: “Mi sembra che le frontiere più ampie del nostro essere si immergano in una dimensione dell’esistenza total­mente diversa da quella del mondo razionale semplicemente comprensibile. [...] Apparteniamo a questa dimensione in senso più stretto che non al mondo visibile, poiché nel no­stro intimo tendiamo là dove sono i nostri ideali. [...] Chia­merò questa parte superiore dell’universo con il nome Dio. Dio viene sperimentato come un fluente, come totalità, co­me un infinito caleidoscopio della vita e della morte, come causa ultima, come fondamento dell’essere, come ciò che Alan Watts chiama il silenzio da cui proviene ogni suono. Dio è la coscienza che si manifesta come Lila, il gioco dell’uni­verso, Dio è la matrice organizzatrice che sperimentiamo ma che non possiamo descrivere, ciò che anima la materia”.


Dio come il sé più profondo, Dio come l’anima del mondo, come co­scienza universale, come totalizzazione dello spirito che vive in ogni realtà. Per questo la Ferguson invita ad andare nelle profondità di se stessi, come fa il mistico Eckhart, per scoprire Dio. Essa scrive: “...va nelle profondità dell’anima, il posto segreto, va alle radici!” Di conseguenza, nessuno può conoscere Dio se prima non conosce se stesso. Dunque Dio come esperienza del sé più profondo, ma anche come esperienza della somma totale della coscienza dell’universo, che si espande attraverso l’evoluzione uma­na. Un altro insigne rappresentante del movimento, David Spangler afferma che la New Age è “essenzialmente un simbolo che rappresenta il cuore e l’intelletto umano nello sforzo di creare unitamente a Dio un mondo migliore che possa celebrare i valori della comunità, della totalità e della sa­cralità del mondo”. Così egli definisce il divino: “vi è l’esperienza di una totalità in cui noi siamo avvolti: è la percezio­ne della presenza di Dio. È l’esperienza dell’unità con tale presenza, la scoperta dello spirito di Dio all’interno di noi stessi”.

4.2.3 L’immagine classica di Dio e l’immagine proposta dalla New Age

Il primo obiettivo dei figli dell’Acquario è quello di accusare tutti i filosofi che hanno costruito un Dio come causa del mondo, come primo motore, attraverso una ragione che dimostra quasi logicamente l’esi­stenza di Dio nel mondo. Tutto ciò, per la New Age, è completamente errato. Dato che Dio e il divino abitano in noi, solo attraverso l’esperienza possiamo comprendere la sua verità, e, se l’energia che ci circonda è un elemento divino, proprio nel mondo, nella terra, nella vita, nei cicli stagionali, e così via, dobbiamo riconoscere la sua presenza. L’esperienza, allora, diventa l’unico mezzo attraverso cui si può vedere Dio e parlarne in maniera significativa. Questo lo abbiamo già notato ad esempio nell’esperienza di Findhorn. In particolare, qui si considerano gli spiriti e degli dei della natura: i dévas. Si tratta di una conoscenza naturale del divino, diretta, sen­za mediazioni: Dio e il divino sono nella terra che dà frutti, nei fiori, nelle piante, in tutto ciò che vive. Non si può per questo ridurre Dio ad un concetto: è necessaria un’esperienza più diretta e immanente.

La New Age è anche contro la concezione teologica del Dio bi­blico: esso infatti è il Dio di un popolo, un Dio particolare, rivelato agli ebrei, ai cristiani, e quindi troppo confinato nella storia e nel passato di un popolo. La vera rivelazione è di carattere esperienziale. Dio non si è rinchiuso soltanto alla storia passata, ma si consegna alla storia presente, non limitandosi ad un solo testo sacro, ma attraverso tutti i testi sacri di tutte le religioni. Si legge qui un concetto di trasver­salità anche della realtà di Dio che ricade poi nella trasversalità della stessa religione in quanto esperienza religiosa. Per chi è abituato alla visione teologica classica, tutto questo crea soltanto caos, porta il disordi­ne anche nelle religioni, e il sincretismo tanto detestato dai teologi, dove si finisce con il dire che tutte le religioni si equivalgono. Anche questo è la New Age: contro il fondamentalismo, si sceglie un con­cetto di rivelazione esperienziale, e tutto ciò che è esperienzia­le nasce dai bisogni dell’uomo che in definitiva non possono non in­contrarsi con le concezioni del divino stesso, una volta che si ammet­ta un paradigma unitario.

Ogni rivelazione, se letta in questo senso, diviene così una fonte per la New Age.

Fondamentale diventa così l’immagine che la New Age ha sulla realtà, e sulla natura: l’aspetto esperienziale diventa fondante per il rapporto con Dio. E così non si parla più di panteismo, ma di pan-en-teismo: “Dio in tutto” o anche “tutto in Dio”. Ne deriva che Dio coincide talmente con ciò che è, che egli non può esistere prima, indipendentemente da esso e dopo di esso. Non si parla più di creazione quindi, quanto piuttosto di un Dio che è anima del mondo.

Con tutto quanto detto non appare certo un volto chiaro, quello del Dio della New Age. Esso infatti è per se stesso sfocato, anche se ha la pretesa di essere più intenso e coinvolgente rispetto a quello che fino ad oggi la dottrina teologica ci ha presentato. Certo egli perde i connotati personali suoi propri, che noi conosciamo dalla dottrina cattolica, per mezzo della rivelazione. Cade così anche il dualismo, che la New Age vede soggiacente al cristianesimo, per lasciare spazio ad una nuova concezione olistico-monistico-panteista, che vede il flusso energetico del divino presente in ogni realtà, anche la più piccola, realtà della quale anche l’uomo fa parte. E per questo è nel conoscere il sé più profondo che il newager può conoscere e raggiungere Dio, colui che è intimior intimo meo. Tutto ciò non può non minare alla base la riflessione e la rivelazione cristiana: a partire dal Cristo fino ad arrivare alla Chiesa. Indubbio è allora la necessità di lasciarsi interrogare da queste tendenze culturali che hanno la pretesa di dire qualcosa su Dio, e che comunque segnalano il bisogno di un uomo che fa difficoltà a riconoscere se stesso.

4.3 Gesù Cristo e la New Age

Nella storia del Cristianesimo si è sempre avuta una “tradizione parallela”, esotero-occultista, che ha tentato di leggere la figura di Gesù in modo differente rispetto alla tradizione ecclesiale, alla ricerca di quello che era il suo insegnamento iniziatico. Egli infatti sarebbe il depositario di una saggezza universale e di un potere cosmico frutto dei suoi viaggi iniziatici in Egitto, in India o in Tibet. Per la gnosi, in realtà, ciò che è rilevante non sono i gesti concreti di Gesù, ma i simboli eterni che essi rivelano. La sua esistenza storica perde l’importanza dinanzi all’insegnamento iniziatico del Maestro venuto per ricordare agli uomini la conoscenza dimenticata e risvegliare in loro le energie cosmico-divi­ne, sul modello dei Maestri discesi dalle “sfere superiori”: Bud­dha, Zoroastro, Pitagora.

Seguendo A Course in Miracles e gli scritti di Spangler, possiamo dire che per la New Age Gesù è semplicemente colui che meglio ha realizzato il “Cristo Cosmico”. Ma che significato ha l’espressione “Cristo Cosmico” per i figli dell’Acquario? Per la New Age esso è un principio, che ritrova in ogni uomo, è la scintilla interiore che si deve coltivare e riscoprire. Essa fa parte della stessa natura divina dell’Unità ultima dell’universo e costituisce “il Cristo Cosmico, l’Io Sono, in ogni creatura”. Questa scintilla cosmica anima ogni uomo, ma anche tutto l’universo: è questa una delle motivazioni per la tematica ecologica, elemento imprescindibile per la New Age, come abbiamo visto.

Un altro aspetto del Cristo che la New Age presenta è quello del Cristo futuro, il Cristo come Maestro Universale che deve venire. Già la Società Teosofica lo aveva riconosciuto presente in un giovane indiano. Egli “corrisponde” al Maitreya del buddismo e al Cristo glorioso che per il cristianesimo tornerà alla fine dei tempi. Egli tornerà per far si che avvenga la nuova era. In particolare questa concezione è stata veicolata dalla Blavatsky, e presentate nel libro di Ann Alice Bailey The Reappearance of the Christ.

Non si può certo parlare di una cristologia vera e propria, dopo quanto detto.

4.4 L’antropologia della New Age

La New Age, come abbiamo più volte detto, presenta un nuovo paradigma, cioè un grande modello di comprensione e di spiegazione dell’universo e dell’uo­mo, un nuovo complesso di concezioni, di conoscenze, di creden­ze, di valori e di tecniche che costituiscono una visione globale, la quale deve sottendere una dinamica di cambiamento. L’avvento di questa umanità nuova si verificherà attraverso la trasformazione della coscienza: solo così potrà nascere l’umanità dell’Acquario. Il principio fondamentale è l’olismo, che, come sappiamo, esige un approccio in­tegrale e totalizzante del reale a tutti i livelli: scienza, antropolo­gia, esperienza, universo. A livello ontologico l’Uno è divino, è l’Energia-vita, fondamento di tutti gli esseri, un’Energia divi­na anima del cosmo, legame fra tutti gli esseri. Il cosmo è un or­ganismo vivente nel quale è compresa ogni cosa. I newagers hanno per questo un approccio globale con gli ele­menti che compongono l’uomo: psiche, corpo e ambiente natura­le. Come per lo gnosticismo l’uomo è una particella divina, un nucleo concentrato di energia, un microcosmo. Il suo corpo è sol­tanto un rivestimento perché l’uomo è essenzialmente Spirito, principio divino immortale in possesso di un’anima sottile che unisce lo spirito al corpo. Prendendo coscienza di essere scintilla divina ed energia cosmica, l’essere umano scopre la sua unità con l’universo. In questa visione olista, l’elemento fondamentale è la coscien­za cosmica universale alla quale partecipa la coscienza indivi­duale. Tutto si basa sulla coscienza: l’uomo, la natura e il cosmo formano un tutto in cui l’uomo si riconosce come un frammento della coscienza cosmica, un microcosmo. L’uomo deve volgersi verso le sue capacità trascendenti per arrivare al risveglio. Il metodo olistico lo spinge verso una cono­scenza esoterica che cerca di superare la dicotomia soggetto - og­getto, utilizzando il potere superiore dell’intelligenza: l’intuizio­ne, l’illuminazione, la chiaroveggenza, l’esperienza di coscienza, l’iniziazione, il contatto diretto con il divino. L’accento è posto sull’acquisizione di un sapere nuovo attraverso una dilatazione della coscienza.

4.5 La reincarnazione nella religiosità della New Age

La reincarnazione è un’eredità del mondo orientale ricevuta dai figli dell’Acquario, che si basa certo sulla convinzione dell’esistenza di una coscienza cosmica planetaria.

Questa crescente influenza dell’oriente è da prendere in con­siderazione. Va tuttavia ricordato che le due concezioni differenziano tra loro. La New Age infatti non vede la reincarnazione finalizzata alla purificazione dell’anima dai suoi errori, cioè della legge della giusta ricompensa (per l’induismo si parla di legge del kar­ma), ma la legge sotto un’ottica influenzata quasi da una spe­ranza cristiana, che si augura una nuova vita come più bella della pre­cedente.

La reincarnazione è una scoperta inte­riore suscettibile di variazione secondo le persone. Di conseguen­za, aprire la propria mente alla reincarnazione significa superare il rigore intellettuale per dare libero corso all’imma­ginario che diventa la forma più in sintonia con il mondo moder­no. Il newager non può non stimolare la sua immaginazione, sca­tenare il potere del suo spirito e per produrre un’energia capace di procurarsi lo scopo desiderato. È il procedimento utilizzato per avere accesso alle vite precedenti, alle immagini delle loro esistenze passate.

La New Age fornisce la versione moderna della credenza della reincarnazione, che per altro, vediamo oggi molto diffusa anche negli ambienti che si definiscono cattolici.

5. Alcune applicazioni

Diversi sono i network che compongono la New Age: già nei capitoli precedenti li abbiamo descritti. Dopo aver tentato di esporre per sommi capi quali sono le caratteristiche della Cospirazione dell’Acquario, vorrei dilungarmi ora su due aspetti che oggi si incontrano facilmente: la musica e la letteratura new age. Sono queste due sfaccettature del fenomeno che non ha nome che hanno una diffusione preoccupante, se visti con l’occhio di colui che teme il confronto e il dialogo.

5.1 La musica new age

Oggi si sente spesso catalogare un brano musicale con l’aggettivo new age, forse il più delle volte usato senza alcune distinzioni di sorta: infatti sono state incluse nel genere new age tutti quegli autori e quelle musicalità che non sono facilmente catalogabili nei generi già esistenti. Ma dove possiamo ritrovare le linee di tendenza di questo nuovo gusto musicale?

Per tornare alle sorgenti della musica new age bisogna risalire agli inizi degli anni settanta, dove si possono notare due linee di tendenza:

1. l’una nata in Germania, dove si sviluppa la musica elettronica: ricordiamo in particolare i Tangerin Dream, che sono i primi pionieri di questa musica;

2. l’altra si sviluppa in California, segnata dalla ricerca di musiche più acustiche, cristalline, in polemica con la durezza del rock che fino ad allora manteneva il primato in campo musicale.

Cosi nasce la musica new age, che avrà poi sviluppi differenti nei suoi molteplici rappresentanti, tra cui non possiamo tralasciare di menzionare Braian Eno, i già citati Tangerim Dream, Vangelis, Vollenweider, Enya, e molti altri.

Se in questo tipo di musicalità sono molteplici i caratteri che concorrono a definirla, una caratteristica che li accomuna sta nell’utilizzare la musica come mezzo prettamente comunicativo: essa ha un linguaggio proprio, comunica direttamente con l’anima, basta saperla interpretare.

Calda, intensa, questa musicalità vuole evocare spazi immensi luoghi incantati, liberando dallo stress della società ormai frenetica. è una musica che riporta all’interiorità e all’equilibrio, richiamandosi per questo anche a tonalità orientali e misticheggianti. Una musica appassionante e avvolgente, anche se non sempre di immediata comprensione a primo ascolto: tuttavia bisogna notare che i diversi autori portano tra loro differenze a volte notevoli.

Negli anni ottanta questo tipo di musica ha una forte diffusione e si amplia anche lo scenario degli autori che si riconoscono in questa nuova musicalità.

L’interrogativo che oggi più che mai ricorre è quanto sia dipendente la musica new age dall’omonimo movimento.

Questa richiesta è conscia anche della diffusione in diversi ambiti dell’uso di questa musica, nella terapeutica ad esempio, e non ultimo come aiuto e sottofondo a tipologie di preghiera che, in alcuni casi risentono di metodologie orientali. L’utilizzo può avere certo delle implicazioni quantomeno da chiarire. In questo contesto non si può dimenticare la problematica dei messaggi subliminali, sulla quale però non mi soffermo.

Diverse sono le risposte: vi sono certo autori che ricercano semplicemente nuove sonorità, seguendo uno stile di musica new age. Non si può comunque negare che la diffusione di questa nuova musica, se non in modo sempre diretto, può portare anche alla diffusione di stili di vita, di modelli di pensiero new age, propinati anche attraverso la divulgazione di queste nuove sonorità. Se quindi non si può negare a priori un possibile utilizzo anche in un ambito quale quello della preghiera, questo va fatto a ragion veduta. Con ciò non si può certo affermare che l’ascoltatore di musica new age sia a fortiori un newager: resta sempre il gusto di una musica che, una volta fatta propria, ha un suo indubbio fascino.

5.2 La letteratura new age: un esempio

Entrando in tutte le librerie, o passando nelle edicole si trova ormai dappertutto una sezione riservata alle pubblicazioni new age. Sono molti i testi e le pubblicazioni che oggi si possono catalogare sotto il segno della New Age: dalle pubblicazioni terapeutiche, a quelle di mistica new age, oppure la psicologia transpersonale e della conoscenza e del potenziamento del sé. Tra le tante merita l’attenzione un romanzo di indubbio successo, che con la sua diffusione ha avuto certo un ruolo nella divulgazione delle idee new age: La profezia di Celestino di James Redfield. La copertina poi riporta quasi a commento del titolo Un antico manoscritto. Nove chiavi per arrivare alla conoscenza. Una nuova era di consapevolezza spirituale. La trama del romanzo è semplice. Un americano va in Perù per scoprire la verità su un presunto manoscritto, che un’amica dice esistente. Arrivato la si trova in una serie di coincidenze (solo successivamente comprese come non fortuite) che lo portano a scoprire pian piano il contenuto del manoscritto, che si snoda attraverso una serie di nove illuminazioni. Tutto ciò con l’aiuto di alcuni scienziati aperti, progressivi che già conoscono in parte il messaggio del manoscritto. Contro di loro vi sono la gerarchia cattolica, capitanata dal cardinale Sebastian, figura di un moderno inquisitore ed il governo peruviano, con al suo servizio le forze militari: essi vogliono scoprire per primi l’ultima parte del manoscritto, per distruggerlo, dopo aver confiscato di volta in volta le copie delle precedenti illuminazioni. Il protagonista, dopo il ritrovamento dell’ultima illuminazione, viene catturato e ampiamente redarguito perché non diffonda le idee del manoscritto; successivamente può tornare negli Stati Uniti, dove diffonderà il contenuto delle illuminazioni e si preparerà alla ricerca di un’ulteriore illuminazione. Ho parlato di un protagonista: il vero protagonista però dell’intero romanzo è il manoscritto stesso. Di fatto tutta la vicenda sembra essere presa solo a pretesto per rivelare il contenuto del manoscritto (che, sempre secondo l’autore non sarebbe un espediente letterario, ma esisterebbe davvero), e le sue nove illuminazioni. La nona ed ultima illuminazione de La profezia di Celestino (220-248) si fa annunciatrice di una nuova era, e della consapevolezza che l’uomo assumerà, nel vivere le altre otto illuminazioni. è la nuova era (New Age), in cui gli uomini, ridando spazio alle foreste, potranno raggiungere una “carica energetica” straordinaria e raggiungere un nuovo stato di esistenza in cui tutti diventeranno invisibili e immortali.

Si può vedere come La profezia di Celestino sia un’esposizione quasi programmatica, di molte idee in voga nella New Age. Così anche la letteratura diviene mezzo di diffusione per l’ambiente popolare delle idee new age; tuttavia è anche vero che in questo modo essa rischia di codificare in un vero e proprio “decalogo” il credo della New Age, andando contro una sua precipua caratteristica: l’adottrinalità. Nello stesso tempo si dimenticano altri elementi fondamentali quali l’astrologia e la reincarnazione.

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05/07/2011 12:34
 
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6. I pronunciamenti magisteriali e le reazioni negli ambienti teologici

6.1 I pronunciamenti magisteriali

Non sono molti i pronunciamenti magisteriali che vertono specificamente sul tema della New Age. Viene in particolare considerato il fenomeno delle sette in generale: all’interno di questi troviamo poi alcune parti dedicate alla New Age:

1. Il fenomeno delle sette o nuovi movimenti religiosi: sfida pastorale. Rapporto del Segretariato per l’Unione dei Cristiani, del Segretariato per i non Cristiani, del Segretariato per i non creden­ti e del Pontificio Consiglio per la Cultura;

2. Cristo o l’Acquario. L’Anticristo è già tra noi? Lettera pastorale del Natale 1990 del Cardinal Godfried Danneels, Arcivescovo di Malines - Bruxelles;

3. L’impegno pastorale della chiesa di fronte ai nuovi movimenti religiosi e alle sette. Nota pastorale del Segretariato per l’ecumenismo e il dialogo della CEI.

Per quanto riguarda altri documenti, vorrei qui ricordare: Alcuni aspetti della meditazione cristiana, lettera ai vescovi della chiesa cattolica della Congregazione per la dottrina della fede; La sfida delle sette o nuovi movimenti religiosi: un approccio pastorale, relazione generale al Concistoro Straordinario del 1991 del Cardinal Francis Arinze, Presidente del pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso; Negare la dimensione soprannaturale della vita cristiana significa svuotare il mistero di Cristo e della Chiesa. Nella confusione spirituale creata dai movimenti pseudo-religiosi, i Pastori devono esser in grado di cogliere l’autentica “sete di Dio”, discorso di Giovanni Paolo II ai Vescovi statunitensi provenienti dall’Iowa, dal Kansas, dal Missouri e dal Nebraska in visita “ad limina”.

All’interno di questi si dà uno sguardo complessivo alla riflessione pastorale della Chiesa: il fe­nomeno dell’espansione dei nuovi movimenti religiosi è visto come un “segno dei tempi”, come qualcosa che lo Spirito sta dicendo oggi alle Chiese, per far sì che la Chiesa si rinnovi in confor­mità con il suo disegno e la sua missione. I documenti delle Chiese locali, nello loro sottolineature pastorali, dedicano particolare attenzione all’aspetto comunitario, alla catechesi biblica, al contributo dei laici e dei movimenti laicali nella pastorale, alla costruzione di una Chiesa aperta.

Riguardo all’aspetto comunitario, è stato importante l’apporto dato da molte Chiese africane, nei riguardi di piccole comunità cristiane o comunità ecclesiali, create nell’ambito delle parrocchie. Questa esperienza vissuta anche dalle comunità di base lati­no-americane, è stata raccolta dal Sinodo sui Laici e proposta alla Chiesa universale dall’Esortazione Christifideles Laici che le descrive come “piccole comunità ecclesiali di base, dette an­che comunità vive, dove i fedeli possono comunicarsi a vicenda la Parola di Dio ed esprimersi nel servizio e nell’amore; queste comunità sono vere espressioni della comunità ecclesiale e centri di evangelizzazione, in comunione con i loro pastori”.

6.2 Le reazioni in ambito teologico

6.2.1 I “fiancheggiatori”: il caso Matthew Fox

Esistono certamente fedeli che vanno a Messa la domenica e che nello stesso tempo si considerano newager. Più serio però è il caso in cui alcuni sacerdoti, religiosi e teologi facciano parte della scena della New Age. Essi vengono considerati new ager dalla stampa, dal pubblico in generale, dagli avversari e dagli stessi portavoce del New Age anche se, in genere, non amano questa etichetta.

L’esempio più eclatante l’abbiamo con la figura dell’ex domenicano Matthew Fox: egli è considerato, per esempio, uno degli autori, anzi qualcuno dice l’autore, più letto nel mondo della New Age, ma, da parte sua, ha molte riserve sull’etichetta di newager. Matthew Fox entra in conflitto con la gerarchia ecclesiastica cattolica non solo per i suoi attacchi contro il pontificato di Papa Giovanni Paolo II e la Curia romana, ma anche per il centro stesso della sua teologia e delle sue attività. Come è anche affermato nella lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede, le idee di Matthew Fox emergono in modo particolare nella sua opera Original Blessing (La benedizione originale). Matthew Fox è convinto che con la caduta della fisica newtoniana, la stessa nozione di una salvezza individuale ha perso valore: invece la nuova fisica ammetterebbe il “Cristo Cosmico” e quindi l’interdipendenza di tutti gli esseri. Al modello fondato sul peccato e sulla redenzione la teologia deve quindi sostituire un modello di salvezza incentrato sulla creazione. Cade così la dottrina del peccato originale: ad essa viene sostituita quella della benedizione originale. L’unico peccato è la stessa dottrina sul peccato, in quanto crea un certo dualismo fra l’uomo e la natura, un antropocentrismo falso, come sarebbe dimostrato dalla moderna ecologia profonda. Possiamo facilmente notare come la dottrina di Matthew Fox non ha di fatto più alcun rapporto con la nozione cattolica del peccato originale e del peccato in genere. Ma, in un simile contesto, qual è l’identità di Dio? Il sospetto di panteismo non sembra ingiustificato.

6.2.2 Gli “influenzati”

Vi sono diversi livelli in cui la New Age influisce su autori cattolici. Si può così individuare una categoria di “influenzati”, che si ispirano semplicemente a qual­che tema, mantenendo eventualmente riserve nei confronti di altri.

La recovery religiosa: cioè gruppi che usano i “dodici passi” per superare forme di comportamento negativo, le cui caratteristiche di dipendenza sono meno evidenti, fra cui anche la “dipendenza dalla religione”. Esistono gruppi che si presentano come gruppi cristiani di recovery. Tuttavia l’influenza degli autori più estremi dell’ideologia della recovery rimane evidente in quasi tutti i gruppi, soprattutto per quanto riguarda la riduzione di comportamenti che il cristianesimo tradizionalmente non si vergogna di chiamare pec­cati, a semplici disfunzioni o a malattie. Il fatto stesso che si parli di dipendenza religiosa anche in molti ambienti cattolici deve moltissimo, come si è visto, alla mentalità anti-dogmatica e anti-gerarchica della New Age.

Tra i teorici dell’“enneagramma cattolico” si può individuare un secondo gruppo di “influenzati”. Il loro intento è quello di riscoprire dopo la psicoanalisi e i suoi riduzionismi, una psicologia basata sul riconoscimento dei “tipi”, secondo uno schema classico negli autori che si sono occupati di psicologia della vita spirituale. Se però dall’identificazione dei tipi si passa ad individuare le loro relazioni, lo strumento dell’enneagramma non sembra più tanto neutrale, e implica, insieme a conclusioni e a regole arbitrarie, anche una serie di principi e di motivi il cui carattere occulto non è poi così difficile da riconoscere.

6.2.3 Gli scettici

Tra coloro che si ritengono oppositori delle sette, e dei culti si possono distinguere due tipologie: un movimento anti-sette (anti-cult movement), e un movimento contro le sette (counter-cult movement). La distinzione, oggi utiliz­zata da molti studiosi di nuovi movimenti religiosi, è stata proposta da J. Gordon Melton e da Introvigne.

I movimenti anti-sette hanno un punto di vista assolutamente laico e secolare. Essi non si interessano affatto delle creden­ze delle sette (creed), ma soltanto ai loro comportamenti (deed). Partendo dal presupposto che nell’esperienza umana sia possibile tracciare una linea netta di demarcazione fra pensiero e azione, e quindi appunto fra credenza e comportamento, affermano di rispettare tutte le credenze. Ciò che loro interessa è che l’adepto abbandoni la setta, in quanto nociva al suo benessere psichico nonché fisico, a volte.

Al contrario il movimento contro le sette muove da una prospettiva religiosa. Pur mettendo in luce anche i comporta­menti riprovevoli delle sette, parte piuttosto da una critica dottrinale. Secondo questa linea, le credenze del singolo movimento sono la radice dei comportamenti sgradevoli o nocivi. Vanno quindi denunciate le credenze eterodosse, anche quando non siano immediatamente collegabili a comporta­menti riprovevoli. Lo scopo del movimento contro le sette è quello di portare o di riportare alla religione ortodossa chi lascia una posizione religiosa considerata eterodossa, settaria.

6.2.4 I preoccupati

Il movimento contro le sette, nel nostro caso contro la New Age, è certamente diverso dai movimenti anti-sette e anti-New Age: questo non vuol dire però che sia un fenomeno unitario. In particolare i movimenti contro la New Age si differenziano a seconda di quale religione ritengono “ortodossa”.

Infatti, per citare solo un esempio, molti testi del protestantesimo evangelico e fondamentalista, considerano la New Age una cospirazione diabolica o il risultato di un intervento pressoché diretto del Diavolo nella storia di questi ultimi decenni del secolo XX. Per questo anche la critica muove da una serie di premesse teologiche ben precise in ordine all’azione demoniaca nel mondo non sempre compatibili con la fede cattolica.

Queste osservazioni non implicano che tutta quanta la letteratura evangelica contro la New Age sia necessariamente inadeguata o falsa; necessitano, tuttavia, di un accostamento con spirito critico, da parte dei cattolici, preoccupandosi anche di sviluppare una critica del New Age specificamente fondata sulla fede cattolica.


7. La New Age e il cristianesimo a confronto

7.1 L’aspetto critico

Il presupposto epistemologico su cui la New Age si basa, come abbiamo già visto, è certamente il relativismo nei confronti della verità: ciascuno, secondo la New Age, è chiamato a costruirsi una propria verità! Tuttavia, già qui sorgono alcuni problemi: un relativismo, portato alle estreme conseguenze, è autodistruttivo, perché nega se stesso, come ben sappiamo. Infatti non esiste relativo se non rapportato ad una verità. A ciò i figli dell’Acquario potrebbero obiettare che la New Age non afferma l’inesistenza della verità, ma proclama che ciascuno ha una sua verità. Questo però equivale ad affermare l’inesistenza di una verità assoluta, nonché di un criterio veritativo. Il fatto stesso che la New Age presupponga comunque, all’interno del suo discorso, alcuni aspetti “dogmatici”, ci fa capire che il relativismo annunciato non è poi, in realtà, quello praticato. Inoltre, se la New Age fosse coerente, non potrebbe neppure negare ad alcuno la capacità veritativa, e neppure all’impostazione cattolica.

Per quanto riguarda l’insopprimibile domanda su Dio, abbiamo visto che, sotteso alla cosmologia-antropologia new age, vi è un desiderio olistico-panteista che vuole superare la differenza-rapporto tra io e tu. È inesistente, quindi, per la New Age il circolo ermeneutico perché ogni realtà è ricondotta nel tutto del Sé Universale. Cade così il concetto di persona, di individualità, sia per Dio che per l’uomo, per lasciare spazio ad una totalità indefinita ed ondivaga. Di conseguenza l’uomo non è più uomo e Dio non è più Dio. La perdita della differenza implica la perdita della propria identità.

Abbiamo già notato l’implicazione che da ciò deriva: l’inesistenza di un Dio personale. Resta certo insoluta una domanda: cadendo l’identità di Dio e dell’uomo, e la loro differenza, è ancora possibile una qualche relazione tra i due?

L’ultimo interrogativo che vogliamo porre alla New Age è quello relativo al Bene, alla lettura etica del vivere. Esiste un bene da cui l’uomo si sente interpellato e a cui liberamente può rispondere? Capiamo subito che ponendo una categoria simile siamo già fuori dall’ottica della New Age. Non esiste un bene a cui il figlio dell’Acquario è chiamato, e a cui liberamente può rispondere, proprio perché bene, libertà e uomo sono in ultima analisi categorie al di fuori dell’ottica della New Age. Persa la differenza e l’identità non c’è più posto per un radicale appello alla libertà dell’uomo. Anche la libertà è così riassorbita nell’unico e quasi necessario ricostituirsi dell’armonia del Tutto. Da ciò ne deriva, di conseguenza, l’inesistenza del peccato per il newager. Esso non ha più ragion d’essere se ciascuno, creandosi la propria verità, non ha più bisogno di cercarla, relazionandosi con un bene che implica la sua risposta libera. Escludendo la libertà, perde significato anche il peccato. Resta allora la domanda implicata alla negazione vivere etico: dove va a finire la morale nella New Age, se si elimina la libertà? Se è vero che la New Age propone ai suoi “adepti” un orizzonte valoriale da tenere in debita considerazione, questo sembra quasi raggiunto per una sorta di necessità intrinseca del divenire. Bisogna ammettere che alcuni appelli ad una maggiore rettitudine di vita ci sono, tuttavia questo ci lascia molto perplessi in altri campi.

Gli aspetti appena indicati (in particolare l’epistemologia e la teologia acquariana) rivelano la mancanza dell’aspetto salvifico all’interno della dinamica, se così si può definire, del rapporto uomo-Dio. Si cade in una prospettiva autosalvifica. Anzi, si potrebbe addirittura parlare di prospettiva a-salvifica: l’uomo non solo si salva da sé, ma in ultima analisi non ha bisogno di un orizzonte salvifico. L’uomo, incapace di peccare, non deve far altro che immergersi in se stesso per raggiungere il Sé universale. Più che di una prospettiva salvifica, si deve parlare di una realizzazione attraverso la conoscenza e l’esperienza.

È difficile comprendere una prospettiva di questo tipo, partendo da un’ottica cristiana. Tuttavia non ci stupiamo di fronte all’adesione di molti individui, talvolta anche di tradizione cattolica, a queste dottrine.

Il discorso non può certo essere esaustivo. Ho voluto solo porre alcuni dubbi sorti dalla lettura di questo fenomeno, auspicando anche che il confronto con la New Age possa svilupparsi anche su questo piano.

7.1.1 Per una prospettiva dialogica

Se vi sono alcune domande, a mio parere, insolute, da parte della New Age, tuttavia anch’essa pone degli interrogativi alla cultura e al dibattito teologico odierno. Anche se le prospettive dei figli dell’Acquario non sono certo accettabili, segnano tuttavia la necessità di una rifondazione del discorso teologico in alcuni punti particolari.

Due aspetti fondamentali del network newageiano sono l’ecologia e il discorso escatologico.

Il richiamo attento alla dimensione ecologico-creaturale necessita oggi più che mai una tematizzazione a livello teologico. Moltmann con il suo Dio nella creazione. Dottrina ecologica della creazione, ha richiamato nuovamente la necessità di aprire un dibattito sulla tematica ecologica, pur presentando alcuni aspetti difettosi, quale ad esempio la mancata concezione storica della creazione, quasi che essa possedesse una sua consistenza a prescindere dalla decisione dell’uomo.

Non è certo questo l’unico apporto da parte della teologia odierna a questo discorso.

Se si deve riconoscere il valore di questi contributi, e di altri, non ci si può tuttavia esimere dal necessario compito di una nuova tematizzazione dell’argomento ecologico-creaturale, a partire anche dalla Scrittura.

La New Age richiama anche la teologia cattolica ad una seria riflessone sull’aspetto escatologico. Esso, da parte sua, oggi, è sulla bocca di molti. Il recupero, però, di questa dimensione non è sufficiente nel richiamarsi alla necessità di riavviare il dibattito teologico a questo livello. Bisogna intraprendere una seria riflessione, a partire anche dalla tradizione della chiesa, anche a livello fondativo, per poi essere in grado di rispondere agli interrogativi che ogni uomo, e non da ultimo il cristiano, si pone. Il recupero della dimensione escatologica ed ecologica vanno comunque preceduti da una continua riflessione sulla teologia cattolica. Se il dogma trinitario oggi si ritraduce nella teologia in una profonda attenzione alla cristologia, e alla singolarità cristologica, merita una tematizzazione il discorso sulla terza persona, lo Spirito Santo.

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10/07/2011 17:41
 
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COSA E' LA NEW AGE
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02/09/2013 21:50
 
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La New Age a confronto con la Bibbia

 

Il movimento anticristiano della New Age (Nuova Era) usa termini cristiani per confondere le idee riguardo ai suoi scopi. La New Age dà significati nuovi a queste parole, che sono lontani da quelli biblici e sovente marcati da contenuti induistici.
La seguente tabella vuol essere un aiuto per discernere lo spirito che si nasconde dietro il movimento.
Testi biblici importanti: 1 Giovanni 4:1; Matteo 24:24; 2 Corinzi 11:13-15; 1 Corinzi 12:10.
Articolo tratto dalla rivista "Herold Seines Kommens", Francoforte, 1995 o 96, tradotto e adattato da Sandro Ribi.

TEMAAFFERMAZIONE NEW AGEAFFERMAZIONE 
BIBLICA
RIFERIMENTI
DioDio è una forza o un’energia cosmica impersonale (Brahman, il Divino, il Tutto, Madre Terra, Divinità Materna, eccetera).Dio è un essere personale, con sentimenti di amore, giustizia, gioia, misericordia, sofferenza. Egli non è il Cosmo, né un'Energia, ma è il Creatore personale dell'universo.
Esodo  3:15; 33:11
Romani  8:15
Genesi  1:1+
Salmo  115:3
Il mondo e l'uomoIl mondo e l’uomo sono "emanazioni" del divino. La loro essenza più intima è divina e buona.Il mondo e l’uomo sono stati creati da Dio. Per natura non sono divini, ma sono separati da Dio a causa del peccato.
Genesi  1-3
Romani  8:181
Giovanni  2:15
Genesi  8:21
Il peccato e il maleIl peccato e il male sono degli stati di "non illuminazione", cioè stati in cui non si è in grado di discernere la "divinità" del mondo e dell’uomo.Il peccato e il male sono separati da Dio e dal bene. Essi sono apparsi perché l’uomo voleva essere "illuminato", voleva conoscere e divenire lui stesso Dio. Così si è separato da Dio. Ogni uomo è colpevole davanti a Dio.
Matteo  19:17
Genesi  3:5
Romani  3:9-11
LuciferoLucifero è il portatore di luce che porta l’uomo alla sua coscienza cosmica e all’illuminazione riguardo alla sua divinità.Lucifero (chiamato anche Satana) è l’avversario di Dio e nemico dell’uomo. Egli si presenta come "angelo di luce" per ingannare l’uomo e portarlo lontano da Dio, alla distruzione.
2  Corinzi  11:14
1  Pietro  5:8
La redenzioneSi tratta di autoredenzione, nel senso di illuminazione induista: l’uomo deve liberare e discernere la sua natura divina mediante la meditazione, l’ ampliamento della presa di coscienza, miglioramento del karma nel corso delle sue reincarnazioni, eccetera).La redenzione dal peccato, dalla morte e da Satana, è stata compiuta una volta per sempre tramite il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce del Golgota.
Giovanni  19:30
Ebrei  9:12; 10:11-13
Gesù CristoGesù Cristo era un uomo particolarmente illuminato: uno yogi, un guru, eccetera, un maestro e fondatore di religione accanto ad altri. Egli ritorna sulla terra come "Maestro dei mondi" o "Lord Maitreya" (la quinta incarnazione di Buddha) per risolvere i problemi del mondo (teosofia). Cristo era il "Sole spirituale" cosmico, che dimorava nel corpo di Gesù per rendere possibile all’umanità l’autoredenzione mediante la chiaroveggenza (antroposofia).Gesù Cristo è il Figlio del Dio vivente, ed è il Messia, l'inviato di Dio.

Gesù è l’unica via per andare a Dio Padre. È l’unico mediatore. Egli è al tempo stesso vero Dio e vero uomo. Egli verrà nella gloria sulle nuvole per giudicare il mondo e costruire il nuovo Regno di Dio.

Il "Cristo" della New Age è per contro un falso Cristo mandato dal "padre della menzogna" (Satana) per sedurne molti. I suoi tratti essenziali corrispondono a quelli dell’Anticristo descritti dai profeti della Bibbia.

Giovanni  14:6
Atti  4:12
Romani  1:3-4
Matteo  24:23-25
Apocalisse  19
Matteo  24:24
Giovanni  8:44
1  Giovanni  2:22; 4:2-3
Apocalisse  13  e  17
La fedeLa fede è "non sapere", "non essere illuminati". Dunque si tratta di uno stadio inferiore rispetto alla conoscenza esoterica.Nell’insegnamento del "pensiero positivo", la fede è un atteggiamento di pensiero utile a raggiungere delle mete autocostruite ("credere alla fede" ® la magia del pensiero).La fede è fiducia semplice e infantile in un Dio personale. La fede è un dono di Dio che salva. Non è autocostruita, ma generata dall’azione dello Spirito santo. Essa rappresenta l’unica via d’accesso a Dio Padre, tramite Cristo. Se invece vogliamo "vedere" e "conoscere di più" con la nostra sapienza umana, ci impediamo di arrivare a Dio.
Luca  18:17
Atti  16:31 
Romani  3:28
Genesi  3
Giovanni  20:29
La preghieraLa preghiera è meditazione nel senso induista: l’uomo cerca di raggiungere uno stato soprannaturale, estatico, mediante il quale entra in contatto con l’Energia cosmica ("Dio") per renderla utile ai suoi fini ("sia fatta la mia volontà").La preghiera è il parlare del credente con Dio, il Padre celeste. Questo è possibile per mezzo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Il credente non vuole forzare Dio, ma cerca la Sua volontà ed è aperto alla Sua guida: "Sia fatta la Tua volontà."
Matteo  6:6
Giovanni  14:13
Matteo  6:10
La croceNelle sue varie forme la croce è un simbolo di meditazione per sviluppare capacità soprannaturali.La croce del Golgota è il luogo dove Gesù Cristo morì per noi e dove grazie al Suo sacrificio noi siamo liberati dal peccato, dalla morte e da Satana.
Efesini  2:16
Colossesi  1:20
La nuova nascitaLa nuova nascita avviene nella "carne": è la reincarnazione (dopo la morte) oppure un’esperienza della terapia di rinascita nella dinamica di gruppo.La nuova nascita avviene tramite "acqua e Spirito" in questa vita: il credente sperimenta una completa ri-creazione del suo essere. Da un essere destinato alla perdizione diventa un figlio di Dio, salvato per grazia. La rinascita nella "carne" viene invece rifiutata chiaramente da Gesù.
Giovanni  3:5 
Romani  8:14-16 
2  Corinzi  5:17 
Giovanni  3:3
L'arcobalenoL’arcobaleno è un simbolo che rappresenta il passaggio dall’umano verso il super-uomo divino. Sul ponte dell’arcobaleno (nel senso induista: Antahkarana) avviene l’unione di Atman e Brahman, dell’uomo singolo e dell’Energia cosmica (-> "Dio").L’arcobaleno è il segno del patto che Dio fece con le Sue creature: per amore Egli decise che non avrebbe più distrutto la terra – a causa del peccato dell’uomo – mediante l’acqua.
Genesi  9:8
La morteLa morte è il presupposto necessario alla reincarnazione e al proseguimento dell’evoluzione verso stadi sempre più elevati.La morte è il "salario del peccato" e il nemico dell’uomo. La morte avviene una sola volta ed è definitiva. Per colui che non segue e non appartiene a Gesù la morte significa perdizione eterna.
Romani  6:23 
Genesi  2:17; 3:19 
Ebrei  9:27 
Matteo  25:41 
Apocalisse  20:12-14 
L'unitàL’unità è raggiungibile attraverso una sintesi, un’armonia e una tolleranza globale fra le diverse filosofie, ideologie e religioni. Così la pace sarà possibile.Unità è l’essere uno dei credenti tra loro e con Dio, per mezzo di Gesù Cristo, la Verità. Gesù Cristo è la nostra pace. Egli è l’unica via per ottenere pace con Dio e pace fra gli uomini. L’unità e la pace della New Age invece si basano sull’unione delle religioni, ossia sul sincretismo. In questo caso viene trasgredito il primo comandamento e viene preparata la religione mondiale dell’Anticristo. Le conseguenze saranno persecuzioni contro i cristiani, guerre, e giudizi divini sul mondo.
Giovanni  17:20 
Efesini  2:14 
Romani  5:1 
Isaia  48:22 
Esodo  20:3 
2  Tessalonicesi  2:10-12 
Apocalisse  13  e  17 
Matteo  24
La veritàLe diverse religioni possiedono una parte di verità, ma soltanto in modo relativo. Non esiste verità assoluta, e tantomeno la certezza della salvezza.Gesù disse: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.»
Giovanni  14:6
L'amoreL’amore è un principio cosmico che relativizza tutte le differenze, unisce estremi opposti e rende possibile un’armonia generale e una fratellanza mondiale.L’amore è Dio in persona. L’amore è dunque unito intimamente alla verità apparta in Gesù Cristo, Figlio di Dio. Amore e verità sono inseparabili. L’amore di Dio si dimostra nel sacrificio di Suo figlio per noi e nella Sua volontà che gli uomini "siano salvati e giungano a conoscenza della verità".
1  Giovanni  4:16 
Giovanni  14:6 2  
Tessalonicesi  2:10 
Giovanni  3:16 1  
Timoteo  2:4
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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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