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GREGORIO DI NISSA (345-395 d.C.)

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2011 22:42
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20/06/2011 22:42
 
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Gregorio di Nissa

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San Gregorio di Nissa
San Gregorio di Nissa

San Gregorio di Nissa: affresco nella chiesa di Chora ad Istanbul
 

Vescovo e teologo

 
Nascita 335
Morte 395
Venerato da Chiesa cristiana ortodossa, Chiesa cattolica, Chiesa anglicana
Ricorrenza 9 marzo

Gregorio di Nissa, noto anche come Gregorio Nisseno (Cesarea in Cappadocia, 335Nissa, 395 circa), è stato un padre cappadoce, vescovo e teologo; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa anglicana. È festeggiato il 9 marzo.

Indice

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[modifica] Biografia

Educato dal fratello, san Basilio Magno, Gregorio si diede dapprima alla retorica ed alla vita secolare per un'improvvisa crisi spirituale, per poi vivere per un po' nel monastero di Basilio, e infine dedicarsi, dal 371, all'episcopato della città di Nissa (da cui prese l'epiteto di "Nisseno").

Avversario degli Ariani, fu vittima delle persecuzioni dell'imperatore ariano Valente e dovette lasciare Nissa nel 376. Ritornatovi nel 379, divenne massimo difensore dell'ortodossia cattolica a sostegno dell'imperatore Teodosio I, che lo proclamò «difensore della fede».

Opere

Gregorio Nisseno, pur essendo il più giovane dei "Padri Cappadoci", è quello che più coerentemente ed organicamente opera un'assimilazione filosofica della letteratura pagana alla fede cristiana, improntando le sue opere all'affermazione che il valore paideutico della letteratura classica ha per instradare l'anima alla virtù.

Se è un merito questo suo atteggiamento "classicistico", gli manca però una robusta personalità che, come per Basilio e Gregorio Nazianzeno, sostenga la speculazione teologica. Il Nisseno è di certo un ottimo dialettico e speculatore e riprende in maniera organica e sistematica la dottrina trinitaria e teologica di Origene, innestandola sul tronco neoplatonico, ma non ha una capacità di trascinare il lettore, nonostante numerosi artifici retorici.

Trattati teologici

Discorsi confutatori contro Eunomio 
Si tratta di quattro trattati composti in tempi diversi che proseguono la polemica basiliana e l'arricchiscono con alte speculazioni ed argomentazioni. I trattati I-II (380 ca.) sono un attacco alla confutazione che l'ariano Eunomio aveva fatto delle critiche mossegli da Basilio; il trattato III (381-383), diviso poi in 10 libri, è un nuovo attacco ad Eunomio. Un posto a sé doveva avere il trattato IV, poi unito agli altri nei manoscritti, che critica la professione di fede che Eunomio aveva presentato nel 383 all'imperatore Teodosio.
Confutazione 
Contro l'eresia di Apollinare di Laodicea, Gregorio difende la perfetta unione delle nature umana e divina nel Cristo.
Ad Ablabio, sul fatto che non esistono tre dei 
In questo trattato, il Nisseno torna sul problema trinitario, distinguendo la Trinità da una concezione di essa che vede le tre persone divine come entità distinte.
Contro il fato 
Difesa del libero arbitrio umano, in polemica contro la concezione astrologica che voleva le azioni umane dipendenti dagli astri.
Su anima e resurrezione 
Non polemico, è un dialogo che imita la struttura del Fedone di Platone, da cui Gregorio riprende l'ambientazione, posta sul letto di morte della sorella Macrina, e la dottrina dell'eros come purificazione graduale dell'anima fino alla conoscenza di Dio, dopo una prima catarsi data all'anima dal battesimo ed al corpo dall'eucaristia.
Grande discorso catechetico 
Steso intorno al 385, è un trattato di teologia sistematica in cui il Nisseno, ispirandosi ad Origene, presenta i principali dogmi cristiani e li difende contro i pagani, i giudei e gli eretici, dandone una coerente sistemazione dottrinaria.

Opere esegetiche

Sulla creazione dell'uomo, Apologia sull'Hexahemeron 
Completando l'opera del fratello Basilio, che mancava volutamente dell'interpretazione sulla creazione dell'uomo, Gregorio cerca di continuare l'allegorismo mistico di Basilio attingendo allo stesso metodo di usare la filosofia stoica e neoplatonica per l'esegesi biblica.
Contemplazione sulla vita di Mosè
più che un'opera esegetica, questo trattato, composto forse intorno al 392, riprende l'allegorismo di Filone giudeo nel considerare la vita del grande legislatore ebreo come allegoria del progresso dell'anima verso la compartecipazione del divino, con una trasparente derivazione anche dalla teoria dell'amore di Platone.

Discorsi

Omelie sul Cantico dei Cantici 
Del 390, sono 15 sermoni ispirati all'interpretazione allegorica che già Origene aveva offerto del libro veterotestamentario, ma aggiungendo che la sposa del Cantico non è solo la Chiesa, ma anche l'anima che tramite la filosofia può congiungersi a Dio.
Omelie sull'Ecclesiaste 
In numero di 8, commentano il libro sapienziale dell'Antico Testamento.
Sermoni liturgici, panegirici, sermoni morali 
In linea con l'attività di Basilio, il Nisseno tratta nelle sue omelie non solo delle più grandi festività cristiane, risalendo al significato più profondo, ma si occupa anche di panegirici di santi ed orazioni funebri, tra cui quella per il fratello, ed attacca la decadenza morale dell'epoca. Ma a Gregorio manca la robusta fibra umana e pratica di Basilio, sicché i suoi discorsi sono più che altro elaborate esercitazioni retoriche.

Opere ascetiche

Sulla verginità 
È il più antico scritto del Nisseno (371), giunto in due redazioni che testimoniano il lavoro di rimaneggiamento da parte dell'autore. L'autore, in linea con la vita monastica basiliana, esalta l'ascetismo come mezzo principale per giungere alla visione mistica di Dio.
Sull'istituto cristiano 
Trattato tardo (390 ca.), tende a favorire, come il precedente, la vita contemplativa vista come naturale prosecuzione cristiana della vita "teoretica" dei filosofi pagani, secondo una visuale stoica e neoplatonica.
Vita di Macrina
quasi un'esemplificazione delle affermazioni dell'autore, è una biografia mistica ed apologetica della sorella di Gregorio e Basilio che, consacratasi al monachesimo, viene proposta come modello di virtù ascetica.

Epistolario

Composto da 30 lettere, mostra come anche Gregorio avesse una profonda conoscenza dello stile epistolare e i suoi intensi rapporti con Libanio, come già aveva mostrato Basilio.
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POTRESTE AVERE DIECIMILA MAESTRI IN CRISTO, MA NON CERTO MOLTI PADRI, PERCHE' SONO IO CHE VI HO GENERATO IN CRISTO GESU', MEDIANTE IL VANGELO. (1Cor. 4,15 .
 
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