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DAL MONDO DELLA SCIENZA E DELLA CULTURA

Ultimo Aggiornamento: 17/12/2021 11:17
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14/11/2014 13:37
 
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L’ipotesi di Dio è la più attraente... 

CreatoreIl sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman è uno dei più influenti pensatori europei, sua è la azzeccata definizione della “società liquida” per intendere la realtà in cui sono immersi i valori e i riferimenti degli uomini occidentali.

Recentemente “Repubblica” ha riportato un brano tratto dal suo libro “Conversazioni su Dio e sull’uomo”, che sarà pubblicato a breve. Per un sociologo del suo calibro speravamo in riflessioni di miglior qualità, tuttavia certamente molto più stimolanti degli pseudo-intellettuali italiani -da Saviano a Recalcati, da Spinelli a Veronesi, da Scalfari a Travaglio- che ci vengono propinati ogni giorno. Bauman parla dell’apertura all’infinito che ogni uomo sperimenta, tanto che egli «non cesserà mai di dibattersi fra il paradosso della nascita di qualcosa dal nulla e l’idea della durata eterna che il nostro intelletto, formato per essere al servizio di una vita finita. Qui si è annidato e sistemato per bene l’elemento intellettuale della non-autosufficienzadel genere umano».

Qui la parte più interessante: «Il Dio-Creatore è l’ipotesi più attraenteper uscire da quel vicolo cieco intellettuale, perché inscriviamo l’inconcepibilità delle sue intenzioni e della sua potenza nello stesso suo concetto — non già risolvendo in questo modo il “paradosso del qualcosa dal niente” e neanche comprendendo con la mente l’incomprensibile infinitezza del tempo o dello spazio, ma procurandoci la soddisfazione e la serenità d’animo che ci derivano dal capire perché queste due cose non riusciamo a farle! L’ipotesi contraria — che qualcosa è sorto da solo dal niente senza l’intervento di una forza soprannaturale, e quindi per definizione inconcepibile — non viene, è vero, a compromessi e non impone all’intelletto umano uno sforzo e un’azione sovrumani, ma gli pone un compito che quell’intelletto non è capace di eseguire».

L’intuizione di Bauman è molto interessante, anche se errata. L’esigenza umana di eternità che ognuno di noi si trova dentro esige una risposta talmente “alta” che, se non compare l’ipotesi di Dio-Creatore, qualunque altra risposta (nascita dal nulla grazie al caso, ad esempio) risulta talmenteinadeguata alla ragione che l’intelletto è incapace di accettarla. L’ipotesi di Dio, invece, sgorga naturale, non è vero che necessita di uno sforzo sovrumano come afferma il sociologo polacco. Tant’è che l’obiezione più comune è proprio che Dio possa essere una risposta inventata dall’uomo per soddisfare questa sua inestirpabile tensione all’infinito. Eppure rimane sempre misteriosa e inesplicabile l’esistenza di questa stessa tensione. Da dove nasce? Perché ogni uomo se la trova al suo interno? Perché niente sembra bastare mai? Perché è impossibile da ignorare, a parte distrarsi fino a quando essa non riemergerà?

Secondo il francescano inglese Guglielmo di Occam «a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire», ovvero è inutile formulare più ipotesi di quelle che siano strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno quando quelle iniziali siano sufficienti. Si potrebbe usare questa semplice osservazione: perché teorizzare ipotesi tanto sofisticate e irrazionali (cioè non gradite alla ragione umana), come la miracolosa (questa si!) opera del “caso”, quando è pienamente ragionevole e adeguata (“attraente”, dice Bauman) all’esigenza della ragione la possibilità di un Creatore. Non parliamo di un Creatore astratto, ma molto concreto: Gesù Cristo ce lo ha reso conoscibile, un Padre vicino e corrispondente a ciò che ogni uomo attende.

Noi riteniamo che il bisogno di compimento che ogni uomo sperimenta per tutta la vita non sia un sadico inganno di una natura emersa dal caso, ma una griffe infusa dal Creatore. Un’ancora di salvezza. Perché ogni uomo, qualunque strada prenda, non si allontani troppo da Lui (cioè dal suo destino).


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