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QUALE CHIESA E PERCHE'

Ultimo Aggiornamento: 15/07/2020 16:52
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07/06/2011 13:05
 
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Che cosa è la Chiesa? 


   La Chiesa è  il "segno" visibile, palpabile, nel quale si rende presente Cristo stesso e la sua potenza redentiva della dignità dell’uomo. Fra la Chiesa in quanto realtà visibile, descrivibile, constatabile e la Presenza nel tempo e nello spazio di Cristo non c’è né separazione né confusione, ma l’unità nella distinzione. Non c’è separazione: la Chiesa è la via, il metodo attraverso cui Cristo vive ed opera nel tempo, così come Cristo è la via, il metodo, attraverso cui Dio ha deciso di comunicarsi all’uomo. Non c’è confusione: la Chiesa è una comunità di persone precise, ciascuna con la propria irripetibile singolarità e la proprio storia; Gesù Cristo crocifisso-risorto è nella sua assoluta unicità, assolutamente distinto. C’è unità nella distinzione: è l’unità propria di "segno" e "mistero" nella quale il "mistero" si fa presente attraverso il "segno" [=unità], senza che il "segno" venga a perdere la sua consistenza propria [=nella distinzione].

    La S. Scrittura ha espresso tutto questo con due simboli: la Chiesa è il "corpo di Cristo"; la Chiesa è la "sposa di Cristo". Col primo ci svela l’unità profonda che lega Cristo alla Chiesa. Il corpo è la persona; la persona è espressa, diventa visibile nel e mediante il suo corpo. Col secondo ci svela al contempo e l’unità e la distinzione che vige fra Cristo e la Chiesa. Gli sposi sono "due in una sola carne": permangono nella loro distinta persona e nello stesso sono l’una per l’altro, l’uno dell’altro.

Cerchiamo allora di penetrare più profondamente dentro al "mistero" che è la Chiesa, cioè (è la stessa cosa) alla Presenza di Cristo crocefisso-risorto nella ed attraverso la comunità dei suoi discepoli.

A questo scopo è necessario avere un’intelligenza vera della realtà della Presenza di Cristo, vera chiave di volta per capire il "mistero" che è la Chiesa.

Proviamo a rileggere con grande attenzione la pagina scritta da S. Luca in atti di Apostoli 2,1-42, dove viene descritta la nascita della Chiesa, il giorno di Pentecoste.

1,1. Noi costatiamo un gruppo di persone che si trovano insieme [vedremo poi la profondità di questo "trovarsi assieme"] non per custodire il ricordo di una persona, Gesù di Nazareth, come fosse ormai consegnata al passato. Era successo già altre volte che uomini discepoli di un maestro, alla sua morte, ne tenessero vivo il ricordo, ne meditassero le parole e gli insegnamenti. Come non pensare a Platone, per non citare che un caso, ed al suo rapporto e ricordo di Socrate. Non è questa la "logica" che fa nascere la Chiesa. Essa si costituisce nella storia degli uomini come rapporto col Cristo vivente nella sua fisicità, nel suo corpo: col Cristo crocefisso che è risorto nel suo vero corpo. Il fatto costitutivo di quel gruppo di persone è questo: non è la volontà che un insegnamento così grande non andasse perduto; non è una sorta di "fissazione nostalgica" in un’esperienza straordinaria, ma passata.

Essi non vanno in giro per il mondo per comunicare in primo luogo una dottrina. La loro unica "dottrina" che per loro costituiva il tutto, era un "fatto": "quel Gesù che è stato crocefisso ed era morto, è ora vivo nel suo corpo, e noi siamo in rapporto con Lui". Non si proponeva in primo luogo di aderire ad un’ideale di vita: si offriva ad ogni uomo la possibilità di vivere con Gesù che era risorto nel suo vero corpo.

Dio non è venuto dentro alla storia per qualche anno, per uno spazio di tempo inafferrabile per chi viene dopo che quello spazio di tempo che si è chiuso. Egli vi rimane, in compagnia di ogni uomo che voglia vivere con Lui. Questa è la completa descrizione del contenuto della coscienza che la Chiesa ha di sé: la compagnia che Dio in Cristo fa ad ogni uomo che lo voglia. Ciò che è accaduto il giorno di Pentecoste accade ogni giorno là dove c’è la Chiesa.

[Modificato da Coordin. 18/05/2012 09:38]
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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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