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LA CHIESA NELLA STORIA (quadro di sintesi)

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2011 18:20
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17/05/2011 18:06
 
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  900 Morto il giovane imperatore Lamberto, papa Benedetto IV (900-903) incoronò imperatore Ludovico III (figlio di Bosone re di Provenza), ma provocò l'opposizione  di Berengario, marchese del Friuli,  che lo co­strinse a tornare in Provenza.
  903 Alla morte di Benedetto IV scoppiò a Roma una grave crisi. I due successori Leone V (903) e Cristoforo (903-904)  morirono strangolati in carcere.
  904 Si fece avanti allora Sergio III (904-911), vescovo di Cere di Tuscolo e avversario di Formoso di Ostia (891-896). Già nell'897 era stato eletto, in con­correnza con Giovanni IX (898-900), ma poi si era ritirato a Spoleto. Sergio III  si distinse per alcune opere pubbliche che diedero nuova bellezza a Roma, come la com­pleta rico­struzione della Basilica lateranense, ma si macchiò per aver fatto strangolare in carcere Leone V (903) e Cristoforo antipapa che lo avevano preceduto (+ 904).
  910 La fuga dal mondo fu appunto ntrapresa dal rinnova­mento religioso di Cluny, fondato nel 910 dal duca Guglielmo Pio di Aquitania, presso Macôn nella Borgogna.
  916 Giovanni  X (914-929) realizzò una coalizione  di principi italiani con Bisanzio, contro i Saraceni, su cui riportò una vittoria al Garigliano, presso Gaeta
  924 Alberico riuscì ad impadronirsi di Roma e ad imporre la sua autorità, ma in breve tempo Giovanni X si riorganizzò e lo costrinse alla fuga. Alberico si rifugiò ad Orte, ma qui fu assalito e ucciso dai popolani.
  927 Morto Teofilatto, Marozia rimasta vedova di Alberigo di Spoleto, passò in seconde nozze con Guido marchese di Toscana. Giovanni X tentò allora di rendersi indipendente dalla po­tente famiglia ro­mana, appoggiandosi  a suo fratello Pietro, principe di Orte e cercò aiuto presso Ugo re di Provenza e d'Italia, cui promise la corona imperiale. Ma dovette soggiacere a Guido di Tuscia, secondo marito di Marozia, figlia di Teodora e Teofilatto, e morì in carcere (929).
  932 Marozia rimasta quindi vedova di Guido di Toscana, offrì la sua mano a Ugo di Provenza che intenzionato ad aggiungere al suo dominio Roma, venne quivi, verso la fine del 932, per il matrimo­nio; ma, contro di lui, insorse il fi­glio  di Marozia, Alberico che, con l'aiuto della  popolazione ro­mana, assediò Castel S. Angelo, costringendo Ugo a fuggire.
  850 Alla morte del re d'Italia Lotario II (948-50),  figlio di Ugo, si offrì a Ottone I l'occasione di intervenire nelle fac­cende d'Italia. A chia­marlo fu Adelaide di Borgogna, ve­dova di Lotario II, figlio di Ugo re d'Italia, contro Berengario II (nipote di Berengario I).
  951 Ottone I, il Grande, di Sassonia, figlio di Enrico I, re di Germania, nel 951 valicò le alpi e si fece incoronare re a Pavia.
  952 Ottone I ricevette il giuramento di fedeltà da Berengario II, marchese di Ivrea e da suo figlio  Adalberto; quindi  si sposò con Adelaide, vedova di Lotario II, figlio di Ugo di Provenza, re d’Italia (926-947), accentrando così un forte potere. Berengario II però riebbe, come feudo germanico, il regno d'Ita­lia; se nonché entrò in conflitto con papa Giovanni XII (figlio  di Alberico)  il quale chiese aiuto a Ottone I.
  954 Alberico morì dopo aver fatto giurare al po­polo ro­mano che, alla morte di papa Agapito II, avrebbero eletto papa il figlio ed erede, il diciassettenne  Ottaviano.
-

Dicembre

955 Avvenne come Alberico disse e il figlio Ottaviano divenne papa. Fu il primo a cambiar nome -nella nomina a papa- e prese il nome di Giovanni XII (955-963); egli riunì di nuovo, in una sola mano, il po­tere spirituale  e secolare di Roma e si distinse per la vita dis­soluta e per l'incapacità po­litica.
2

Febbraio

962 Ottone I sceso nel 960, a Roma, dopo aver giurato a papa Giovanni XII sicurezza e difesa dei terri­tori e dei diritti della Chiesa romana, fu incoronato imperatore (2 febbraio 962). Per la ceriminonia dell’incoronazione l’imperatore, oltre la corona, portava una mitria di stoffa, segno dell’ufficio spirituale  dei leviti; egli reclamava, con questo simbolo, il diritto di nominare i vescovi. Si rinnova così l’impero di Carlo Magno: ma questo é il sacro romano impero della nazione tede­sca.
13

Febbraio

962 Con il Privilegium Ottonianum l'imperatore riconfermò alla Chiesa di Roma le donazioni di Pipino e di Carlo Magno e ripristinò la su­premazia impe­riale conforme alla costi­tuzione  di Lotario dell'824, che comportava il giuramento di fedeltà da parte del papa ca­nonicamente eletto, prima della consacrazione  e il  controllo dell'impera­tore  sopra i fun­zionari papali. Da parte loro, il papa e i Romani giurarono di restar fedeli all'imperatore  e di non favorire mai Alberigo né suo figlio Adalberto
  962 Ottone I, che si era distinto per la rinascita della Germania, accen­trando nelle mani del re un forte po­tere, grazie all'aiuto dei ve­scovi e degli abati i quali, con l'investitura dei beni dello Stato e di pubblici  diritti, erano diventati principi del regno (con funzioni di con­trappeso contro le ten­denze particolaristiche  e autonomistiche  dei singoli duchi), nel 962 ristabilì l'Impero.
6

Novembre

963 L’allora pontefice Giovanni XII non mantenne però la promessa per cui Ottone I tornò a Roma e convocò un sinodo in S. Pietro (6 novembre 963) presie­duto da lui stesso. Giovanni XII fu deposto per le sue indegnità (omicidio, sper­giuro, sacrilegio, si­monia e scostumatezza)  e fu eletto Leone VIII (963-965), un laico che, in un sol giorno, rice­vette tutti gli ordini sacri.
  964 Alla partenza di Ottone I ri­tornò il depo­sto Giovanni XII che, in un concilio  al Laterano del febbraio 964, con­dannò i suoi avversari e annullò l'elezione  di Leone VIII, in base al prin­cipio "prima sedes a nemine iudicatur". 
14 Maggio 964 Morte violenta di Giovanni XII, i Romani eles­sero Benedetto V (964-965), continuando così lo scisma. Ottone I, che ricono­sceva solo Leone VIII, venne di nuovo a Roma e, convocato un si­nodo al Laterano, depose Benedetto V che condusse prigioniero, con sé, in Germania.
  965  Dopo la morte di Leone VIII (+ 965) venne eletto, d'intesa con l'im­pera­tore, il ve­scovo di Narni, Giovanni, forse un figlio di Teodora junior, che prese il nome di Giovanni  XIII (965-973).
  973 Alla morte di Giovanni XIII i Romani, capeggiati da Crescenzio di Teodora, cercarono di riprendere il so­pravvento nel­l'elezione papale. Ma il partito imperiale reagì, fa­cendo eleggere Benedetto VI (973-84). 
  973 Morto Ottone I, i Romani in­carcera­rono e poi strangolarono Benedetto VI e fecero nominare Giovanni Filogato, capo del par­tito greco a Roma che prese il nome di Bonifacio VII (+ 985), ma fu cacciato da un messo imperiale, dopo appena due settimane e fuggì a Costantinopoli.
  975 Sotto la prote­zione di Ottone II (973-83)  fu allora eletto il vescovo di Sutri Benedetto VII (975-84)
  984 Alla morte di Benedetto VII, su designazione di Ottone II, fu eletto Giovanni XIV
  985 Bonifacio VII, tornato da Costantinopoli, si impossessò di nuovo della Sede apostolica la­sciando morire di fame in Castel S. Angelo il suo avversario Giovanni XIV
Luglio 985 Di lì a poco morì anche Bonifacio VII (luglio 985) e il popolo, sollevatosi, fece scempio del suo cadavere che fu gettato nudo davanti al caballus Constantini (statua equestre di Marcaurelio, che si trovava di fronte alla basilica di S. Giovanni). Crescenzio il Nomentano, che nella signoria di Roma era succeduto a suo padre Crescenzio di Theodora, fece allora nominare papa Giovanni XV (985-996),  esponente dell'aristocrazia romana.
  996 Il sedicenne Ottone III prese il governo della Chiesa
Aprile 996 Papa Giovanni  XV, in contrasto con Crescenzio, fu costretto a fuggire a Sutri e da lì si rivolse all'imperatore,  che accolse l'ap­pello e scese in Italia. I romani, te­mendo l'in­tervento di Ottone, ri­stabilirono nella sede il pontefice espulso, che però di lì a poco morì
3

Maggio

996 Crescenzio allora non osò far eleggere un nuovo papa, senza consultare l'imperatore: inviò così un'ambasceria a Ottone III, che allora si tro­vava a Ravenna. L'imperatore avocò a sé l'elezione  papale scegliendo, per di più, il candidato non fra il clero romano, ma tra la sua parentela: elesse infatti un suo cugino, un chierico di 23 anni, che prese il nome di Gregorio V (996-999).
-

Maggio

996 Gregorio V incoronò a Roma Ottone III. Ma erano passati tre mesi, da che l'impe­ratore era tornato in patria, e a Roma scoppiò una rivolta, capeggiata da Crescenzio, che costrinse Gregorio V a fuggire a Pavia, mentre a Roma si eleg­geva un antipapa, il greco-calabrese Giovanni Filogato, vescovo di Piacenza, che prese il nome di Giovanni XVI.
29

Aprile

998 Intervenne Ottone III che punì severamente Crescenzio e i ribelli,  ristabilendo Gregorio V
  999 Alla morte di Gregorio V, Ottone III fece eleggere il suo antico maestro Silvestro II. Papa e imperatore sono i "duo principes", se­condo la concezione gelasiana; ma Ottone III non è sem­plicemente l'"advocatus s. Petri", come l'aveva chiamato Gregorio V, al mo­mento dell'incoronazione (996), bensì si considerava il vero capo della cristianità, con il diritto di giudicare il papa e di provvedere  alla sua elezione.
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