È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

LA CHIESA NELLA STORIA (quadro di sintesi)

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2011 18:20
Autore
Stampa | Notifica email    
17/05/2011 18:04
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

  757 Utiliz­zando la leggenda di san Silvestro, venne compilato il cosid­detto Constitutum, o Donatio Constantini : un decreto imperiale a favore di papa Silvestro I (314-337) e dei suoi successori, "sino alla fine di questo tempo ter­reno", documento di certo maturato nel tempo in cui lo Stato pontificio  si veniva formando. Stando al contenuto, il documento -una delle falsi­ficazioni medievali che ebbero le mag­giori conseguenze- l'imperatore Costantino, in segno di ricono­scenza  per il (supposto) conferimento del battesimo e per la gua­rigione dalla leb­bra, avrebbe concesso a papa Silvestro I  e ai suoi successori dignità e in­segne imperiali, dandogli  il palazzo Lateranense e il dominio su Roma e su tutte "le provincie, i terri­tori e le città dell'Italia e delle re­gioni d'Occidente". La Sede di Pietro veniva così innalzata al di sopra del trono imperiale, mentre ecclesiastica­mente aveva il principato sui quattro patriarcati di Antiochia, Alessandria, Costantinopoli e Gerusalemme. Da qui la deci­sione di Costantino di trasferire la sua residenza a Bisanzio, non es­sendo giusto che un imperatore secolare regnasse là dove l'imperatore celeste aveva posto il dominio dei sacerdoti e il capo su­premo della re­ligione  cristiana.
  767 I patriarchi d'Oriente, Teodoro di Gerusalemme, Teodoro d'Antio­chia e Cosma di Alessandria si rifiutarono di accet­tare le deci­sioni di Hieria. Nel 767 inviarono a Roma un memoran­dum a favore delle immagini e chiesero al papa di prendere l'ini­ziativa.
1

Agosto

768 Morto Paolo I (28 giugno 767), lo stesso Desiderio, favorì il primicerio Cristoforo, contro l'intruso Costantino II, un laico la cui nomina era stata imposta da suo fratello, il duca Toto di Nepi; quindi appoggiò l'elezione del siracusano Stefano III
24

Settembre

768 Pipino era morto il 24 settem­bre 768, lasciando il regno diviso tra  Carlo (futuro magno) e il fratello Carlomanno
-

Aprile

769 Papa Stefano III convocò un sinodo  al Laterano, al quale partecipa­rono più di 50 vescovi d'ltalia, dello Stato franco e d'Oriente. Il sinodo anatematizzò quello di Hieria e affermò la propria adesione all'idea della rappresentazione del sacro. La poli­tica imperiale ricevette un se­rio avvertimento e le decisioni di Hieria non vennero considerate come riflettenti  l'o­pinione  di tutta la cristianità. Processò l’antipapa Costantino II; di­chiarò invalide le or­dinazioni da lui compiute e i sacramenti da lui am­ministrati, fatta eccezione del bat­tesimo; emanò quindi un decreto sull'elezione  dei papi: l'e­letto do­veva essere diacono o prete -ne rimane­vano così esclusi i laici e coloro che già avevano avuto l'ordinazione  episcopale- e l'elezione doveva essere com­piuta dal clero romano, per acclamazione.
  770 Desiderio diede in sposa a Carlo sua figlia (la Ermengarda del Manzoni; per altri Desiderata: il suo vero nome ci è però ignoto), ma dopo un anno Carlo la ripudiò.
  771 Carlomanno morì Carlo Magno divenne sovrano assoluto.
-

Febbraio

772 Morì Stefano III e gli successe Adriano I (772-795),  contrario al partito filolongo­bardo di Roma e all'influenza di Paolo Afiarta.
  773 Carlo interviene militarmente contro i Longobardi, la discesa in Italia non trovò ostacoli se non a Pavia che fu cinta d'assedio.
  774 Carlo scese a Roma, vi celebrò la pasqua e si accordò sui territori italiani. Egli con­fermò la do­nazione di Kiersy del 756 e ne rilasciò una nuova: questa allargava an­cora i confini del dominio papale che ora si estendevano alla parte dell'Esarcato, che Desiderio aveva pro­messa e ai pos­sessi che la Chiesa aveva, da Luni alla Corsica, specie nei du­cati di Spoleto e Benevento.
Giugno 774 Carlo Magno conquistò Pavia, capitale dei Longobardi, fece prigio­niero Desiderio e, dopo aver an­nesso al regno il territo­rio longobardo, egli stesso assunse il titolo di rex Longobardorum, che unì a quello di rex Francorum e di patricius Romanorum. Quindi Carlomagno prose­guì per la Gallia e nello stesso anno iniziò la guerra contro i Sassoni.
  775 Muore l'imperatore Costantino V e il regno tollerante del figlio e succes­sore Leone IV Casaro (775-780), segnano una svolta nella storia del conflitto ico­noclasta
  780 Leone IV, lasciò il trono al fi­glio minore Costantino VI e gli affari dello Stato passarono nelle mani del­l'imperatrice  Irene, iconodula  dichiarata. Irene non voleva provo­care l'onnipotente partito iconoclasta, per cui avanzò a piccoli passi. In un primo tempo difese la libertà assoluta in materia di immagini, cosa che permise il ritorno degli iconofili  esiliati. Poi procedette a dei cam­biamenti discreti, sosti­tuendo le personalità amministrative apparte­nenti al partito ico­noclasta, con degli iconofili.
  781 Carlo venne a Roma  fece coronare i figli -Pipino come re d'Italia e Ludovico come re d'Aquitania-  e si ac­cordò con papa Adriano il quale rinunciò a Terracina e, in cambio, ottenne la Sabina.
  784 L'imperatrice Irene fece nominare patriarca di Costantinopoli l'i­conofilo Tarasio. Questi, nella sua lettera di intronizzazione, sconfessa le decisioni di Hieria e chiede l'invio di rap­presentanti per riunire un con­cilio ecumenico. Nello stesso tempo, I'imperatrice Irene indi­rizza una lettera al papa Adriano I (772-795),  chie­dendogli di par­teci­pare al prossimo concilio.
  786 Il concilio  si riunì nel 786, sotto la presidenza del patriarca Tarasio, nella chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli, quasi tutti i ve­scovi presenti erano icono­clasti. Conoscendo l'atteggiamento imperiale a favore delle immagini, questi vescovi, aiutati anche dal partito iconocla­sta, informarono la guardia imperiale dominata, come tutto l'e­sercito, dallo spirito icono­clasta. Appena il sinodo fu iniziato, i soldati penetrarono nella chiesa e dispersero i par­tecipanti. Tutto era da rifare.
  787 Carlo, venuto per la terza volta a Roma, cedette al papa parte della Tuscia longobarda (da Viterbo-Orvieto a Grosseto-Piombino), in­sieme  a Città di Castello  e a Roselle (poi Grosseto) e Populonia (Piombino) del Ducato toscano, in tutto undici città. Da al­lora non si parlò più dei diritti dell'impero di Oriente su quello che ormai era di­venuto Stato Pontificio
-

Settembre

787 Concilio di Nicea II. Irene sciolse l'esercito iconoclasta. Tuttavia, non sentendosi si­cura, trasferì il concilio a Nicea. I lavori ripresero, sotto la presidenza di Tarasio. Fu letto e refutato l'Horos, o definizione  dogma­tica, dell'as­semblea eretica di Hieria e fu lanciato l'anatema contro i suoi au­tori.
  791 I decreti del concilio di Nicea furono però approvati da papa Adriano I solo nel 791, ra­gione non ultima l'ostilità verso quel concilio da parte dei Franchi e per rivalità politica e per una diversa teologia sulle im­magini. Mentre presso la corte Franca, ostile alla chiesa bizantina, maturò anche una confuta­zione chiamata Capitulare de immaginibus, nota sotto il nome di Libri Carolini
-

Giugno

794 Un concilio di vescovi dei regni franco e longobardo, convocato da Carlo Magno a Francoforte, condannò quel concilio ecumenico, in particolare quel che riguarda la rela­zione tra icona e persona rappresentata, quasi avesse pre­scritto l'adorazione delle immagini. Papa Adriano rimase tuttavia saldo nell'ac­cettazione di Nicea, ma il sinodo di Francoforte costituì un serio avvertimento per il papato riguardo alle sue relazioni privi­legiate  con lo Stato franco.
26

Dicembre

795 Morì Papa Adriano I e lo stesso giorno fu eletto a succedergli il presbitero Leone. Divenuto papa col nome di Leone III, si premurò di inviare a Carlo copia dell'atto della sua elezione (decretalis cartula), colle chiavi della confessione di S. Pietro e lo sten­dardo di Roma, simbolo del protettorato del re sulla città.
  799 Papa Leone III dopo aver ricevuto accuse per la sua condotta precedente, venne persino a maltrattato durante la processione di s. Marco, per cui il papa andò prima a Spoleto, con il duca poi si recò da Carlo con il quale si incontrò a Paderbon in Sassonia. Carlo rimandò a novembre il papa a Roma con una scorta di vescovi e di conti. I ribelli intanto, dopo aver saccheggiato i possessi della Chiesa (domus cultae), presentarono una formale accusa contro il papa. I messi di Carlo non vollero pronunciarsi, ma rimi­sero il tutto al sovrano che consideravano superiore e giudice dello stesso papa. Si era così passati dall'i­dea di 'difensore della Chiesa romana' ad una 'protezione' che poneva il papa in condizioni di in­feriorità.
24

Novembre

800 Giunge a Roma Carlo Magno, Stando al Liber pontificalis i dignitari ecclesiastici fecero presente a Carlomagno che non si poteva fare un processo al papa poiché "prima sedes a nemine iudicatur"; ciò nonostante, Carlomagno, il 1° dicembre, riunì un concilio in S. Pietro, cui partecipò il clero di Roma, il senato e anche i signori del suo seguito. Nella seconda sessione (23 dicembre) papa Leone III, fu costretto, forse su consiglio di Carlo, a compiere un gesto, in sé umiliante, il "sacramen­tum purgatio­nis", giurando sui van­geli che era innocente da quei crimini che gli imputavano
25

Dicembre

800 Incoronazione di Carlo Magno. Al termine il po­polo, confermando l'o­perato, acclamò Carlo per tre volte Augustus e Imperator e il papa, seguendo il ceri­moniale bizantino, gli tributò, in­ginocchiato, l'ado­ratio, come si faceva per gli anti­chi principi. Da que­sto mo­mento Carlo non era più patrizio dei Romani: era l'Im­pe­ratore, l'Augusto.
  800 Riprese la lotta iconoclasta, colpa degli ul­traortodossi di Costantinopoli che si raccoglievano attorno a Teodoro, igumeno del mo­nastero di Stoudios, i quali accusarono Irene di una politica troppo indulgente nei confronti degli icono­clasti.
  804 Conquista dei Sassoni da parte di Carlo Magno, ultimo popolazione germanica rimasta pagana.
  809 Il sinodo tenuto a Costantinopoli nell'809 sotto l'imperatore Nicetoro I, condannò gli ultraortodossi e l'imperatore mandò in esilio gli  studiti.
Novembre 809 Concilio di Aquisgrana  fu trattata la questione del fi­lioque, un'aggiunta nel Simbolo del concilio di Toledo (589), che tut­tavia esprimeva una dottrina professata sia in Oriente che in Occidente, passata in uso in Occidente, ma non a Roma. Ad un preciso quesito del sinodo di Aquisgrana, papa Leone III dichiarò che la dottrina espressa nel Filioque era or­todossa, ma non volle inserirla nel te­sto del Simbolo, come richie­devano i legati franchi, per non alterare l'antica e ve­ne­randa for­mula di fede.
  812 L’imperatore Michele I riconobbe ufficialmente  Carlo come imperatore del­l'Imperium occidentale e gli inviò ambasciatori ad Aquigrana
11

Settembre

813 Lodovico incoronato da Carlo Magno
  813 Leone V abile generale sotto gli imperatori Nicetoro I e Michele I, constatato che lo stato dell'esercito con gli iconofili volgeva al peggio aderì agli iconoclasti. Salì sul trono grazie a una rivolta militare e depose Michele I, il patriarca Niceforo fu costretto a dare le dimissioni. Leone V proibì le icone nei punti accessibili delle chiese, perché la gente pre­stava loro una vera ado­razione.
28

Gennaio

814 Carlo morì ad Aquisgrana, dove, esumato nel 1165  da Federico Barbarossa, è venerato con culto locale.
  814 Leone V difese con successo Costantinopoli da una invasione bulgara; nello stesso anno promuovette anche un concilio in cui depose il Patriarca di Costantinopoli in carica: Niceforo I, sostituendolo con uno maggiormente favorevole a lui e alle sue idee iconoclaste.
  815 Leone V convocò un concilio nella chiesa di Santa Sofia e questo concilio, dopo aver an­nullato le decisioni di Nicea, rimise in vigore quelle del sinodo di Hieria.
  816 Morì Leone III. Gli successe il diacono Stefano IV (816-817)  il quale  si recò presso Lodovico per incoronarlo imperatore, a Reims, in­sieme alla moglie  Ermengarda. Lodovico era già stato incoronato da Carlo, ad Aquisgrana, l'11 set­tembre 813 (incoronazione di carattere di­nastico e politico); questa nuova in­coro­nazione (di carattere religioso) stava quindi a significare che il titolo imperiale ve­niva solo dal papa.
  817 Stefano IV morì e gli successe Pasquale I (817-824) il quale, dopo aver inviato all'imperatore notizia della sua elezione, chiese ufficialmente  di rinnovare il patto tra il papato e la casa caro­lingia.
  817 In una grande assemblea ad Aquisgrana, Lodovico fissò la costituzione  dell'Impero (ordinatio impe­rii) che rimase diviso fra i tre figli, assegnando la dignità im­periale a Lotario, mentre a Pipino fu data l'Aquitania e a Ludovico la Baviera. Lotario, nominato, nell'822,  re di Roma e ve­nuto a Roma, nell'823, per farsi incoronare re, l'anno successivo si fece ricono­scere (constitutum Lotarii) il controllo sulla  elezione del papa, di­sponendo che il papa non potesse essere consacrato senza l'appro­vazione (me consentiente) dell'impera­tore e la pre­senza dei suoi legati.
  817 Gli arabi sbarcarono in Sicilia, da qui face­vano conti­nue scorrerie sulle  coste della penisola
  820 Michele il Balbo successe sul trono dopo aver ucciso Leone V, dapprima volle ri­manere im­par­ziale: annullò le decisioni del sinodo di Hieria, del si­nodo dell'815, ma anche del concilio di Nicea e proibì qualsiasi di­scussione a propo­sito delle icone, più tardi favorirà gli iconoclasti
  829 A Michele il Balbo succedette il figlio Teofilo (829- 842), che addirittura perse­guitò gli iconofili e fece chiudere gli studi di pittura delle icone. Ma l'iconocla­smo aveva perduto qualsiasi se­guito tra il popolo.
  840 Morto il vecchio Lodovico ,  per porre fine ai contra­sti dinastici, fu neces­saria una nuova intesa tra i fra­telli:  si ebbe così il patto di Verdun (843) nel quale, diviso l'impero carolingio in tre parti, si defini­scono nei limiti geografici al­tret­tante naziona­lità: tedesca, francese e italiana. A Carlo -subentrato al fratello Pipino- fu riconoscita la Francia e la Marca spagnola, a Lodovico la Germania e a Lotario, che aveva il titolo imperiale, l'I­talia e la Lotaringia (territori della Provenza): l'imperatore aveva così Roma e Aquisgrana
  843 Michele III (842-867), ereditò il trono al­l'età di ap­pena tre anni, la ma­dre dell'imperatore, Teodora, dive­nuta reggente, fece restau­rare le im­magini e favorì l'elezione di s. Metodio, un iconofilo come patriarca il quale, l'11 marzo 843, in­disse un sinodo che condannò l'iconoclasmo; mentre la reggente, con un decreto, ripristinò definitivamente l'Orto­dossia.
  846 Dopo la sconfitta di Poitiers, i maomettani, chiamati dagli oc­ciden­tali sara­ceni, dal greco sarakenòi (abitante dell'Arabia fe­lice) conti­nuarono a lungo ad essere un pericolo per l'Occidente: con la loro flotta dominavano il Mediterraneo, costantemente mi­nacciando le coste dove compivano spedizioni  piratesche finché, nell'846, giunsero a saccheggiare le basiliche di S. Pietro e di s. Paolo fuori le mura.
  847 La sede Patriarcale di Bisanzio era stata occupata da Ignazio, figlio dell'imperatore Michele II il Balbo
  849 Papa Leone IV raccolse alcune città della Campania in una lega che sconfisse gli Arabi nella battaglia navale di Ostia
  852 Papa Leone IV  fece costruire le mura a prote­zione della Basilica  vaticana. L'opera, che terminò nel 852, dopo sei anni di lavoro, in onore del papa fu chiamata civitas Leonina.
  855 Morto Lotario gli successe Ludovico II, che si pre­occupò del problema dell'Italia meridionale, cercando di sot­trarre agli Arabi i loro punti di appoggio  (Bari, Taranto), ma finì prigioniero,  an­che se temporaneamente, del suo vassallo, il duca di Benevento. Tanto basso era il prestigio imperiale.
  858 Il patriarca Ignazio, per aver ri­fiu­tato la comunione a Cesare Barda, zio dell'imperatore Michele III l'ubriaco (842-867) e sul quale il Barda esercitava una forte influenza, fu costretto ad abdicare e al suo posto fu nominato Fozio, un laico che, nel giro di cinque giorni, ricevette tutti gli ordini sacri, compresa la consacrazione episcopale,  confe­ritagli  da Gregorio Asbesta, vescovo di Sircacusa il quale però era stato scomunicato da Ignazio.
  858 Niccolò I succedette a Benedetto III
  859

Gli avversari di Fozio, guidati da Metrofane, arcivescovo di Smirne, costituirono un movimento a favore di Ignazio e con risvolti politici: quindi, riuniti nella chiesa di S. Irene, dichiararono Fozio usurpatore del patriar­cato, deposto e scomunicato. A loro volta i foziani lanciarono la scomunica e la deposizione contro i seguaci di Ignazio. La chiesa bizantina si trovò così divisa. Nel frat­tempo l'imperatore Michele aveva  invitato al papa a mandare legati per un concilio, al fine di dare un giudizio definitivo sul problema delle im­magini. E Fozio, da parte sua, aveva  partecipato allo stesso papa la no­tizia della sua nomina. A papa Niccolò I non era sfuggita però la situazione ano­mala che si era venuta a creare sulla cattedra di Costantinopoli e per un esame della situazione mandò due legati, sol­lecitando allo stesso tempo la restituzione dei diritti e dei possedimenti che Leone III l'Isaurico aveva confi­scati alla Chiesa di Roma. I legati papali però, oltrepas­sando le loro fa­coltà e pronun­ciando la sentenza che il papa si era riservata a sé, con­fermarono la deposizione di Ignazio. Questi tuttavia dichiarò invalida la sua abdicazione e ri­fiutò di riconoscere i legati quali suoi giudici; quindi i suoi fautori si inviarono un dettagliato rapporto a Roma.

  862 Il principe mo­ravo Ratislaw, volendosi rendere indi­pen­dente dall'Impero dei Franchi sia politicamente, sia religiosa­mente, nell'862 fece richiesta di missionari che fossero in grado di spiegare il Vangelo nella lingua del popolo a papa Nicolò I (che però declinò l'invito) e all'imperatore bizantino Michele III il quale, nell'863, inviò i fratelli Cirillo e Metodio. I due fra­telli ricorsero però a Roma per sottoporre al giudizio del papa la dot­trina, i riti liturgici e i metodi mis­sionari.
  863 Niccolò I nel sinodo romano, appositamente convocato nell'863, decretò che i legati erano destituiti dal loro ufficio, che Fozio era pri­vato di ogni dignità ecclesiastica: nel caso di ulteriore disubbe­dienza,  sia Fozio che i suoi partigiani,  erano minacciati di scomu­nica. Niccolò sostenne inoltre il pa­triarca Ignazio di Costantinopoli, scomuni­cando Fozio che lo aveva destituito. Con ciò difese la dignità delle Sede apostolica contro il cesaropapismo bizantino, ma non pote' evitare l'aprirsi di una tempo­ranea rottura fra Bisanzio e Roma: l'episodio  è infatti  all'inizio  dello  scisma della Chiesa greca.
  866 I Bulgari vennero annessi alla chiesa di Roma: il fatto solle­vò a Bisanzio gravi malumori, che furono ca­valcati dal patriarca Fozio, ritenuto un intruso da un folto gruppo di vescovi, seguaci del suo predecessore Ignazio e dalla stessa chiesa di Roma. Fozio, seppe abilmente sfruttare la questione bulgara  passando subito ad una lotta aperta contro Roma.
  867

In una enciclica dell'867 denunciò presso gli altri tre patriarchi di Oriente l'invadenza, in Bulgaria, dei missionari romani i quali ave­vano introdotto il digiuno del sabato, l'uso dei latticini nella prima settimana di quaresima, il celibato ecclesiastico e non riconosce­vano il sacramento della cresima, amministrato dai preti greci. Con quella stessa enciclica Fozio convocò i patriarchi  ad un grande si­nodo a Costantinopoli,  per un giudizio di condanna dell'operato del papa. Il sinodo effetti­vamente ebbe luogo nell'estate dell'867 e quivi i padri sinodali scomunicarono e deposero papa Nicolò quale "eretico e deva­statore della vi­gna del Signore", ma il pontefice moriva ancor prima di essere infor­mato di questa decisione.

Settembre 867 Basilio  I il Macedone (867-886)  si impadronì dell'impero  bizantino e uno dei suoi primi atti, dopo l'incoronazione, fu la destituzione di Fozio. L’imperatore Basilio, dopo aver destituito il patriarca Fozio, reinvestì dell'incarico  Ignazio  e riprese le relazioni con Roma
  869 Concilio Costantinopolitano IV, Il concilio condannò lo sci­sma di Fozio il quale fu scomuni­cato quale in­truso e nuovo Dioscuro.
  875 Papa Giovanni VIII conferì la corona imperiale a Carlo II il Calvo di Francia, quantun­que ne avesse più diritto Ludovico il Germanico, il migliore  dei  figli  di Ludovico il Pio
  878 Dopo la morte di Ignazio, Fozio, che nel frattempo si era ri­conciliato con i suoi avversari, guada­gnandosi anche la stima dell'imperatore, di nuovo tornò ad essere eletto patriarca di Costantinopoli. Era allora papa Giovanni VIII il quale aveva bisogno del­l'aiuto  bizantino  con­tro i Saraceni e così si dichiarò disposto ad accettare la nuova situa­zione,  a condizione che Fozio avesse scon­fessato, in un sinodo propo­sto dall'imperatore, il suo at­teggia­mento precedente, rinunciando alla giurisdizione  sui Bulgari e ri­concilian­dosi con gli ignaziani.
  879 Nel sinodo, che si tenne a Costantinopoli, Fozio abilmente si fece ricono­scere come legittimo patriarca, mentre venne ripudiato il concilio  dell'869-70;  quanto poi alla Bulgaria, tutto rimase come prima. Non si giunse  però a una nuova rottura tra Roma e Costantinopoli.
  881 Dopo l'insignifi­cante impero di Carlo il calvo, rimase imperatore Carlo III di Svevia, detto Carlo il grosso (881-887), il più giovane figlio di Ludovico il Germanico, so­vrano d'Allemagna e d'Italia. Papa Giovanni VIII gli con­ferì la corona,
15

Dicembre

882 Muore Giovanni VIII avvelenato e poi assassinato da un complotto.
  885 Per una serie di circostanze, Carlo riunì nelle sue mani, tutto il vasto impero. In questo anno i Normanni giunsero ad assediare Parigi
  887 Dieta di Tribur, i grandi del regno deposero dal trono Carlo il Grosso. Con la deposizione di Carlo il Grosso si estinse la Casa Franca e contestualmente venne meno alla Chiesa quella protezione che, fino ad allora aveva introdotto nella  cristianità occidentale un ordine stabile.
30

Aprile

892 Guido duca di Spoleto dopo aver sconfitto Berengario del Friuli costrinse papa Formoso (891-96) a incoronare suo figlio Lamberto
22

Febbraio

896 Papa Formoso tuttavia cercò di liberarsi dai vincoli dei principi della casa di Spoleto e si rivolse a Arnolfo, re di Germania il quale, ve­nuto a Roma, quando Guido era già morto, ma viveva suo figlio Lamberto, fu incoronato im­peratore
4

Aprile

896 L'incoronazione di Arnolfo da parte di Papa Formoso fu pagata a caro prezzo, poiché papa Stefano VI (896-97),  creatura degli  Spoletani e nemico dei Franchi, fece esu­mare il cadavere di Formoso e in un sinodo, seguendo la pro­cedura germa­nica che ammetteva si potesse tradurre in giu­dizio i cadaveri, stante il principio che al processo era necessario la presenza del corpus delicti, ne fece dichiarare  illegittimo  il pontifi­cato, perché aveva cambiato la sua sede vescovile con un'altra, per ambizione  e dichiarò nulle le ordi­nazioni da lui conferite.
Gennaio 897 Stefano VI ordinò un processo per sacrilegio, chiamato poi "sinodo del cadavere" (synodus horrenda): l'imputato fu infatti il cadavere riesumato del defunto Papa Formoso, come abbiamo detto , ritenuto colpevole di essere salito al soglio pontificio grazie all'appoggio del partito filogermanico, e senza rinunciare alla sua precedente sede vescovile di Porto (Ostia). Il cadavere fu spogliato degli abiti pontificali; le dita della mano destra gli vennero amputate, i suoi resti gettati nel Tevere
  897 Il processo, con il conseguente strazio del cadavere, suscitò una rivolta popolare in tutta Roma. La rivolta si concluse con la cattura di Stefano, che venne imprigionato a Castel Sant'Angelo, e ucciso per strangolamento nell'estate dello stesso anno.
  900 Morto il giovane imperatore Lamberto, papa Benedetto IV (900-903) incoronò imperatore Ludovico III (figlio di Bosone re di Provenza), ma provocò l'opposizione  di Berengario, marchese del Friuli,  che lo co­strinse a tornare in Provenza.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:36. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com