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GEOGRAFIA DELLE FEDI NEL MONDO

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2022 21:31
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01/02/2017 15:40
 
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Cina, Polonia, Pakistan e Scandinavia:
cresce la comunità cattolica

chiesa pienaSiamo contenti che la rappresentanza dei cardinali sia sempre più internazionale e sempre meno italiana. Occorre orientarsi di più al mondo, laddove il cattolicesimo è giovane, aumenta e si sviluppa. E “non fa notizia” come invece accade -fin troppo, spesso in modo negativo- nel nostro paese.

Sono continue, infatti, le notizie della crescita della comunità cattolica, sopratutto in luoghi che non hanno una storia e una tradizione favorevole.

In Pakistan, ad esempio, in un paese al 95% musulmano, la Chiesa sta vivendo un momento fiorente nelle vocazioni: 23 ordinazioni sacerdotali, tra preti diocesani e religiosi, dall’inizio del 2015 e 15 nuovi diaconi che si sono preparati ad essere ordinati nel 2016. All’Istituto nazionale di teologia di Karachi, inoltre, studiano 79 seminaristi maggiori e al Seminario maggiore intitolato a San Francesco Saverio a Lahore sono ben 96. «Numeri che preannunciano un futuro roseo per la Chiesa cattolica in Pakistan»ha commentato padre Inayat Bernard, rettore al Seminario minore di “Santa Maria” a Lahore. «Senza dimenticare le numerose vocazioni negli ordini religiosi femminili: un segno di speranza che infonde fiducia e coraggio anche nelle difficoltà».

In Cina, durante la Pasqua del 2016, sono stati celebrati quasi 20 mila battesimi (esattamente 19.615) nelle diverse comunità cattoliche. Secondo la statistica realizzata e pubblicata da Faith dell’He Bei per il nono anno consecutivo, si rileva che il numero è aumentato leggermente rispetto all’anno scorso e che la maggior parte dei battezzati sono adulti, la cui preparazione spirituale è sempre più curata. Don Yang Hai Long, della provincia di Hai Nan, che ha avuto 12 battezzati, ha sottolineato: «da noi i laici sono protagonisti dell’evangelizzazione. Abbiamo infatti un territorio vastissimo, con grandi difficoltà di trasporto e pochi sacerdoti disponibili, solo due. Quindi negli ultimi anni abbiamo formato un gruppo solido di laici catechisti, che si sono assunti la maggior parte del lavoro catechistico. Noi sacerdoti così abbiamo potuto dedicarci in misura maggiore alla pastorale».

In Scandinavia, l’estremo Nord Europa ampiamente secolarizzato, in termini assoluti il trend di crescita della popolazione cattolica è di crescita costante. Secondo gli ultimi report forniti dalla Conferenza episcopale dei Paesi scandinavi, in Danimarca dal 2004 al 2014 i cattolici “ufficiali” sono passati da 37.648 a 42.768, in Islanda da 5.775 a 11.911, in Norvegia da 57.498 a 160.746, in Svezia da 81.259 a 110.392, in Finlandia da 8.790 a 13.422. Ma i dati reali sono sensibilmente superiori. «Ogni anno abbiamo circa un centinaio di conversioni ufficiali», spiega padre Klaus Dietz, gesuita che opera da tempo in Svezia, dove la religione è ancora un tabù a livello pubblico. Molti convertiti hanno un alto livello di studi e professionale, non sono poche le voci cattoliche nel mondo intellettuale: da uno scrittore popolare come Torgny Lindgren, a Erik Helmerson, editorialista del Dagens Nyheter, il più importante quotidiano svedese, ad Astrid Söderberg Widding, rettore dell’Università di Stoccolma. «Molti trovano nella Chiesa cattolica un cristianesimo “vero”, con un profilo teologico chiaro, con una dimensione comunitaria viva e accogliente», ha spiegato padre Dietz. «Oggi a Stoccolma esiste una sola libreria religiosa e non è luterana, ma cattolica». Certamente il fatto che ha più scosso l’attenzione sulla presenza della Chiesa cattolica è stata la conversione choc, due anni fa, di Ulf Ekman, fondatore e leader della più importante comunità pentecostale svedese.

In Polonia la storia culturale è favorevole al cattolicesimo ma, come accade anche in Italia, in gran parte è di facciata, un moralismo asfissiante. Infatti anche lì scarseggia la presenza domenicale alla celebrazione eucaristica. Tuttavia nel 2015, rispetto all’anno precedente, è cresciuta dal 39,1% al 39,8% la presenza dei cattolici alla messa festiva (con aumento anche di chi si accosta a ricevere la comunione).

Negli ultimi anni alcuni giornalisti tradizionalisti hanno subito attribuito a Papa Bergoglio la colpa per il calo dei cattolici in qualche Stato. Quando invece la comunità cattolica cresce? Non se ne parla. Lasciamo loro questo sporco gioco, preferendo citare la riflessione del card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano: «l’odierna età ci riserva una grossa sorpresa: la riaffermazione del religioso nella vita personale e sociale. Le previsioni fate negli anni ’70 da sociologi e teologici circa la secolarizzazione e la morte di Dio si sono rivelate sbagliate […], la tesi del “declino religioso” e della irreversibile “privatizzazione” della religione non sono più attuali. La sociologia mette in evidenza l’irriducibilità del sacro, ponendolo in relazione con l’insoddisfazione lasciata dalla modernità e con l’inconsistenza della postmodernità» (A. Scola, in Dio oggi, Cantagalli 2010, p. 87,88).


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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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