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SCRITTI PATRISTICI PER LA LITURGIA FESTIVA (anno A)

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2017 10:21
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04/11/2011 09:10
 
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XXXII DOMENICA

Letture: Sapienza 6,12-16
1 Tessalonicesi 4,13-18
Matteo 25,1-13

1. Le dieci vergini

"Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini" (Mt 25,1), e il seguito. E` dopo le affermazioni precedenti che si può comprendere anche la ragion d`essere di questo brano. Esso si riferisce interamente al gran giorno del Signore, in cui i segreti dei pensieri degli uomini saranno rivelati (cf. 1Cor 3,13) dall`indagine del giudizio divino e in cui la fede verace nel Dio che si attende avrà la soddisfazione di una speranza non incerta. Infatti, nella contrapposizione delle cinque sagge e delle cinque stolte, è definita in maniera lampante la divisione di credenti e increduli, a esempio della quale Mosè aveva ricevuto i dieci comandamenti consegnati su due tavole (cf. Es 32,15). Difatti, era necessario che essi fossero consegnati interamente su due tavole, e la doppia pagina, spartendo tra la destra e la sinistra ciò che era proprio di esse, contrassegnava la divisione dei buoni e dei cattivi, sebbene essi fossero riuniti sotto uno stesso testamento.
Lo sposo e la sposa sono Dio nostro Signore in un corpo, poiché la carne è per lo Spirito una sposa, come lo Spirito è uno sposo per la carne. Quando, alla fine, la tromba suona la sveglia, si va incontro allo sposo soltanto, perché i due erano ormai uno, per il fatto che l`umiltà della carne aveva attinto una gloria spirituale. Ma dopo una prima tappa, noi, adempiendo i doveri di questa vita, ci prepariamo ad andare incontro alla risurrezione dai morti. Le lampade sono la luce delle anime risplendenti che il sacramento del Battesimo ha fatto brillare. L`olio (cf.Mt 25,3) è il frutto delle opere buone. I piccoli vasi (cf. Mt 25,4) sono i corpi umani, nelle cui viscere dev`essere riposto il tesoro di una coscienza retta. I venditori (cf. Mt 25,9) sono coloro che, avendo bisogno della pietà dei credenti, danno in cambio la mercanzia che è loro richiesta, cioè che stanchi della loro miseria, ci vendono la coscienza di una buona azione. E` essa che alimenta a profusione una luce inestinguibile e che occorre comprare e riporre mediante i frutti della misericordia. Le nozze (cf. Mt 25,10) sono l`assunzione dell`immortalità e l`unione della corruzione e dell`incorruttibilità secondo un`alleanza inaudita. Il ritardo dello sposo (cf. Mt 25,5) è il tempo della penitenza. Il sonno di quelle che attendono è il riposo dei credenti e la morte temporale di tutto il mondo al tempo della penitenza. Il grido in mezzo alla notte (cf. Mt 25,6) è, in mezzo all`ignoranza generale, il suono della tromba che precede la venuta del Signore (cf. 1Ts 4,16) e che sveglia tutti perché si esca incontro allo sposo. Le lampade che vengono prese (cf. Mt 25,7) sono il ritorno delle anime nei corpi e la loro luce è la coscienza risplendente di una buona azione, coscienza che è racchiusa nei piccoli vasi dei corpi.
Le vergini sagge sono le anime che, cogliendo il momento favorevole in cui sono nei corpi per fare delle opere buone, si sono preparate per presentarsi per prime alla venuta del Signore. Le stolte sono le anime che, rilassate e negligenti, si sono curate solo delle cose presenti e, dimentiche delle promesse di Dio, non sono arrivate fino alla speranza della risurrezione. E poiché le vergini stolte non possono andare incontro con le loro lampade spente, domandano in prestito alle sagge dell`olio (cf. Mt 25,8). Ma quelle risposero che non potevano darne loro, perché forse non ce ne sarebbe stato abbastanza per tutte (cf. Mt 25,9), il che vuol dire che nessuno deve appoggiarsi sulle opere e sui meriti altrui, perché è necessario che ognuno compri olio per la propria lampada. Le sagge le invitano a tornare indietro a comprarne, qualora obbedendo sia pure in ritardo alle prescrizioni di Dio, esse si rendano degne d`incontrare lo sposo con le loro lampade accese. Ma mentre esse indugiavano, entrò lo sposo e, insieme a lui, le sagge velate e munite della loro lampada tutta pronta entrano alle nozze (cf. Mt 25,10), cioè penetrano nella gloria celeste appena giunto il Signore nel suo splendore. E poiché non hanno piú tempo per pentirsi, le stolte accorrono, chiedono che si apra loro la porta (cf. Mt 25,11). Al che lo sposo risponde loro: "Non vi conosco" (Mt 25,12). Esse, infatti, non erano state là per compiere il loro dovere verso colui che arrivava, non si erano presentate all`appello del suono della tromba, non si erano aggiunte al corteo di quelle che entravano, ma, per il loro ritardo e il loro comportamento indegno, avevano lasciato passare l`ora di entrare alle nozze.

(Ilario di Poitiers, In Matth. 27, 3-5)


2. Vigilanza nella preghiera

E tu dunque, o anima, una del popolo, una della folla.... certamente una delle vergini, tu che illumini la grazia del corpo con lo splendore interiore..., tu, dico, nel tuo letto, anche di notte apparecchiata, medita sempre Cristo e la sua venuta sia in ogni momento desiderata.
Se ti sembra che tardi, levati. Sembra tardare quando dormi a lungo; sembra tardare quando non sei intenta alla preghiera; sembra tardare quando non fai sentire la tua voce che salmeggia. Avendo dedicato a Cristo le primizie delle tue veglie, sacrifica a Cristo le primizie delle tue azioni... Chiedi dunque che lo Spirito Santo ti ispiri, che soffi sopra il tuo letto e accresca il profumo della pia mente e della grazia spirituale. Ti risponderà: "Io dormo, ma il mio cuore veglia" (Ct 5,2)...
Aperta cosí la porta, [Cristo] entra; infatti non può mancare lui che ha promesso di entrare. Abbraccia dunque colui che hai cercato, accostati a lui, e sarai illuminata: trattienilo, pregalo di non andarsene presto, supplicalo di non lasciarti; poiché il Verbo di Dio corre, non lo si prende con la superbia, non lo si trattiene con la negligenza. La tua anima vada incontro alla sua parola, e segui le orme dei celesti detti; infatti passa presto.
Cosa dice infine quella? "L`ho cercato, ma non l`ho trovato; l`ho chiamato, ma non mi ha dato ascolto" (Ct 5,6). Non pensare a dispiacerti, tu che hai chiamato, pregato, aperto, per il fatto che se n`è andato cosí presto, spesso egli lascia che noi siamo tentati. Cosa risponde infine nel Vangelo alle folle che lo pregano di non allontanarsi? "Bisogna che io annunzi la parola di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato" (Lc 4,43). Ma anche se ti sembra che egli se ne sia andato, esci fuori, indaga di nuovo (cf.Ct 5,7)...
Chi dunque se non la santa Chiesa deve insegnarti come possedere Cristo? Anzi già lo ha spiegato, se comprendi ciò che leggi: "Da poco", dice, "le avevo oltrepassate" [le guardie], "quando trovai l`amato del mio cuore: lo strinsi, e non lo lascerò" (Ct 3,4). Da quali cose dunque Cristo è trattenuto? Non dai lacci dell`ingiustizia, non dai nodi delle funi; ma dai vincoli della carità, è stretto dai lacci del cuore ed è trattenuto dall`affetto dell`anima. Se vuoi trattenere Cristo anche tu, cerca incessantemente, non aver paura della sofferenza; spesso infatti Cristo lo si trova meglio in mezzo ai dolori del corpo, in mezzo alle stesse mani dei persecutori. "Da poco", dice, "le avevo oltrepassate". Quando infatti nel breve spazio di un momento sei sfuggita alle mani dei persecutori e non hai ceduto al dominio del mondo, Cristo ti si farà incontro e non permetterà che tu sia tentata oltre.
Colei che cosí cerca Cristo e cosí lo trova, può dire: "Lo strinsi, e non lo lascerò; finché non l`abbia condotto in casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice (ibid.)". Qual è la casa di tua madre e la stanza di lei, se non l`intimo tuo? Custodisci questa casa, dopo averne nettato l`interno; affinché essendo pura e immune dalle macchie di una coscienza adulterina, tale spirituale dimora si levi verso il sacerdozio santo sul saldo fondamento della pietra angolare, e lo Spirito Santo abiti in essa. Colei che cosí cerca Cristo e cosí lo prega, non sarà abbandonata da lui, che anzi di frequente tornerà a farle visita; infatti egli è con noi fino alla fine del mondo (cf. Mt 28,20).

(Ambrogio, De virginit. 12, 68 s.74 s.; 13, 77 s.)


3. Parabola delle dieci vergini (Mt 25,1-13)

Io non sono divenuto saggio in due punti,
Come lo erano divenute le cinque vergini sagge;
Il bene facile con il difficile
Io non l`ho acquistato.

Ma son divenuto l`ultimo degli insensati
Non conservando l`olio per la lampada:
La misericordia con la verginità,
O meglio ancora, l`Unzione della Fontana sacra,

Che, nella notte finale ove non si può piú lavorare,
Non mi son piú vendute a prezzo di denaro;
Ecco perché le porte della Sala di Nozze, del pari
Restan chiuse per me, neghittoso.

Ma quaggiú, finché in un corpo io resto,
Tu, mio Sposo, ascolta l`anima mia sposa;
Invece di quell`ultimo clamore,
Fin d`ora grido con voce supplichevole:

«Aprimi la tua porta celeste
Introducimi nella camera nuziale di lassú,
Rendimi degno del tuo bacio santo,
Dell`abbraccio tuo puro e immacolato.

Che io possa non udir la voce
Che risponda di non riconoscermi,
Ma la fiaccola spenta riaccenda
Del mio spirito, a me cieco, grazie alla tua luce!».

(Nerses Snorhalí, Jesus, 688-693)
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