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SCRITTI PATRISTICI PER LA LITURGIA FESTIVA (anno A)

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2017 10:21
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30/08/2011 11:43
 
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XXIII DOMENICA

Letture: Ezechiele 33,7-9
Romani 13,8-10
Matteo 18,15-20

1. La correzione fraterna

"Se tuo fratello ha mancato contro di te, riprendilo fra te e lui solo" (Mt 18,15). Perché quel riprendilo? Perché ti rincresce che ha mancato contro di te? Non sia mai. Se fai ciò per amore di te, nulla fai. Se lo fai per amore di lui, fai cosa ottima. Dunque presta attenzione alle parole in sé, per capire per quale dei due amori tu devi far ciò, se di te o di lui. "Se ti avrà ascoltato, dice, avrai conquistato tuo fratello (ibid.)." Dunque, agisci per lui, al fine di conquistarlo. Se agendo lo conquisterai, se tu non avessi agito egli si sarebbe perduto. Perché dunque la maggior parte degli uomini disprezzano codesti peccati, dicendo: Cosa ho fatto di grande? Ho peccato contro l`uomo. Non disprezzare. Hai peccato contro l`uomo: vuoi conoscere perché peccando contro l`uomo ti sei perduto? Se colui contro il quale hai peccato, ti avesse ripreso fra te e lui solo, e tu gli avessi dato ascolto, egli ti avrebbe conquistato. Che vuol dire ti avrebbe conquistato, se non che si sarebbe perduto se non avesse cercato di conquistarti? Infatti, se non stavi per perderti, in che modo ti avrebbe conquistato? Dunque, nessuno disprezzi, quando pecca contro il fratello. Dice infatti in un certo passo l`Apostolo: "Peccando cosí contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo" (1Cor 8,12): questo perché tutti siamo stati fatti membra di Cristo. Come puoi dire di non peccare contro Cristo, se pecchi contro un membro di Cristo?...
"Se tuo fratello ha mancato contro di te, riprendilo fra te e lui solo". Se lo avrai trascurato, tu sei peggiore. Egli ti arrecò ingiuria, e ciò facendo inferse a se stesso una grave ferita: tu disprezzi la ferita di tuo fratello? Tu lo vedi perire, od anche che si è già perduto, e lo trascuri? Sei peggiore tu nel tacere che non lui nell`ingiuriare. Perciò, quando qualcuno pecca contro di noi, cerchiamo di avere grande cura, non per noi; infatti è cosa gloriosa dimenticare le ingiurie: ma tu dimentica la tua ingiuria, non la ferita di tuo fratello. Quindi, "riprendilo fra te e lui solo", con l`intenzione di correggerlo, vincendo ogni pudore. Infatti, preso da forte vergogna, egli comincia a difendere il suo peccato, e tu rendi peggiore colui che volevi correggere. "Riprendilo", perciò, "fra te e lui solo. Se ti avrà ascoltato, avrai conquistato tuo fratello": perché sarebbe perduto, se tu non lo facessi. "Se però non ti avrà ascoltato", cioè, se avra difeso il suo peccato quasi fosse un`ingiuria fattagli, "prendi con te due o tre testimoni, perche tutto si risolva sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non avrà ascoltato neppure costoro, riferisci la cosa alla Chiesa: se non avrà ascoltato neppure la Chiesa, sia per te come un pagano e un pubblicano" (Mt 18,16-17). Non annoverarlo piú nel numero dei tuoi fratelli. E tuttavia, ciò non significa che si debba trascurare la sua salvezza. Infatti, questi stessi pagani e gentili noi non li annoveriamo nel numero dei fratelli; e nondimeno sempre cerchiamo la loro salvezza. Questo, quindi, abbiamo udito dal Signore che cosí ammoniva, prendendosi tanta cura, di modo che avessimo sempre presente: "In verità vi dico, che tutto ciò che avrete legato sulla terra, sarà legato anche in cielo; e tutto ciò che avrete sciolto sulla terra, sarà sciolto anche in cielo" (Mt 18,18). Hai cominciato a ritenere tuo fratello come un pubblicano, legalo sulla terra: ma, attento, legalo da giusto. Infatti, la giustizia rompe gli ingiusti legami. Quando, per contro, tu lo hai corretto e ti sei messo d`accordo con tuo fratello, tu lo hai sciolto sulla terra. Quando lo avrai sciolto sulla terra, sarà sciolto anche in cielo. Molto tu accordi, non a te, ma a lui; infatti, molto egli ha nociuto, non a te, ma a se stesso.

(Agostino, Sermo 82, 4 e 7)


2. Amare il prossimo per Cristo

"Dove due o tre sono uniti nel mio nome, ivi sono io in mezzo ad essi" (Mt 18,20). Orbene non vi sono forse due o tre uniti nel nome suo? Vi sono, sí; ma raramente. Gesú infatti non parla semplicemente di unione materiale, né ricerca solo questo, ma anche e soprattutto, come già vi ho detto, le altre virtù insieme a ciò; inoltre esige questo con molto rigore. E` come se dicesse: Se qualcuno mi tiene come fondamento e causa principale della sua amicizia per il prossimo, io sarò con lui a condizione che egli abbia anche le altre virtù. Vediamo invece al giorno d`oggi che la maggior parte degli uomini hanno altre, diverse motivazioni alle loro amicizie. Ecco: un uomo ama perché è amato; un altro perché è onorato; un altro ancora perché qualcuno gli è stato utile in qualche affare o per altro analogo motivo. Ma è difficile trovare qualcuno che per Cristo ami il suo prossimo autenticamente, come si deve amare. Generalmente gli uomini si uniscono fra di loro per interessi terreni. Non cosí amava Paolo: egli amava per Cristo; il motivo del suo amore era Cristo. Per questo, anche se non era riamato come egli amava, il suo amore non veniva meno, poiché aveva gettato in profondità la forte radice dell`amore. Ma purtroppo, oggi, non si ama piú in questa maniera. Se si esamina ogni caso, si troverà che generalmente l`amicizia ha una causa ben diversa dall`amore di Cristo. E se mi fosse consentito di fare tale indagine presso una grande moltitudine di persone, io vi dimostrerei che la maggior parte degli uomini sono uniti tra loro per motivi inerenti alle necessità della vita terrena. E quanto dico risulta evidente considerando anche le cause che provocano l`inimicizia, l`odio. Dato che gli uomini si cercano per motivi passeggeri, la loro amicizia non è ardente né costante. Un cenno di disprezzo o una parola aspra, una minima perdita di denaro, un sentimento di invidia, un desiderio di vanagloria e qualunque altro simile incidente basta per rompere l`amicizia. Il fatto è che essa non ha una radice spirituale; niente di terreno e di materiale potrebbe infatti spezzare un vincolo spirituale, non lo si potrebbe vincere né distruggere. Né le calunnie, né i pericoli, né la morte o altro possono infrangerlo, né strapparlo dall`anima dell`uomo. Colui che ama per Cristo, anche se dovesse patire infiniti dolori, mirando alla causa del suo amore, non cesserà mai di amare; chi invece ama per essere amato, smette di amare non appena soffre qualche amarezza. Colui che si è legato con l`amore di Cristo, non desisterà mai dall`amare. Perciò anche Paolo afferma: "La carità non viene mai meno" (1Cor 13,8).
Che cosa vuoi replicare? Che l`altro ha risposto con disprezzo e ingiurie ai tuoi servizi e al tuo rispetto? che dopo essere stato beneficato ha tentato di toglierti la vita? Ma se tu ami per Cristo, tutto ciò ti spinge ad amare di piú. Ciò che per gli altri distrugge l`amore, per noi produce e rafforza l`amore. Mi chiedi come questo può accadere? Anzitutto perché colui che è ingrato e per te causa di ricompensa, in secondo luogo, perché costui ha bisogno di maggior aiuto, di intensa sollecitudine e cura. :E dunque chiaro che chi ama cosí, non guarda né ricerca nell`altro la nobiltà, la patria, le ricchezze e neppure l`amore per sé, né altre simili cose, ma anche se è odiato, insultato, minacciato di morte, egli continua ad amare, poiché gli basta, quale motivo d`amore, Cristo: e guardando a lui sta fermo, saldo, immutabile.

(Giovanni Crisostomo, In Matth. 60, 3)


3. Nella Chiesa ci si consola a vicenda

Se uno giunge in piazza e vi trova anche un solo amico, tutta la sua tristezza sparisce. Ma noi non andiamo in piazza, bensí in chiesa: vi incontriamo non uno solo, ma molti amici, ci uniamo a molti fratelli, a molti padri. Non dovremmo dunque allontanare ogni nostro scoraggiamento e riempirci di letizia? Non solo per il numero delle persone che vi si radunano la riunione in chiesa è migliore degli incontri sulla piazza, ma anche per gli argomenti che vi si trattano. Vedo infatti come quelli che perdono il tempo in piazza e vi si siedono in circolo parlano spesso di cose inutili, fanno discorsi frivoli e si intrattengono su argomenti per nulla convenienti. Anzi, c`è l`abitudine di indagare e investigare con gran cura gli affari degli altri. Quanto sia incerto e pericoloso abbandonarsi a tali discorsi, oppure ascoltarli e lasciarsene influenzare, e quanto spesso questi convegni abbiano fatto sorgere dissidi nelle famiglie, non intendo trattarlo qui. Tutti senz`altro concorderanno che quei discorsi sono inutili, frivoli e mondani, ed anche che non è facile far entrare una parola spirituale in simili riunioni.
Ma qui in chiesa non è cosí, anzi precisamente l`opposto. Ogni discorso inutile è bandito ed ogni insegnamento spirituale ha il suo posto. Parliamo della nostra anima e dei beni che interessano l`anima, della corona che c`è riposta nel cielo, della rettitudine nella vita, della bontà di Dio, e della sua provvidenza per tutto il mondo e ancora di tutte le cose che ci riguardano, il motivo per cui siamo stati creati e la sorte che ci aspettiamo quando ce ne partiamo da quaggiú, e la situazione che verrà per noi decisa. A queste riunioni non solo noi prendiamo parte, ma anche i profeti e gli apostoli; anzi, il fatto piú grande è che il Signore di noi tutti, Gesú, sta in mezzo a noi. Egli stesso ha detto: "Dove due o tre sono raccolti nel mio nome, ivi sono io in mezzo a loro (Mt 18,20). Ma se Cristo è presente dove sono radunati due o tre, quanto piú sarà in mezzo a noi quando tanti uomini, tante donne, tanti padri sono insieme con gli apostoli e i profeti. Per questo anche noi parliamo con tanto coraggio, nella certezza del suo aiuto.

(Giovanni Crisostomo, In Genes. 5)


4. La preghiera deve essere comunitaria

Il Dottore della pace e il Maestro dell`unità non vuole che la preghiera si faccia individualmente e in privato, nel senso che chi prega preghi solo per sé.
Non diciamo: Padre mio, che sei nei cieli; e neppure: dammi oggi il mio pane quotidiano; e ciascuno non domanda che gli sia rimesso solo il suo debito; né prega solo per sé affinché non sia indotto in tentazione e sia liberato dal male.
La nostra preghiera è pubblica e comune: e quando noi preghiamo, preghiamo non per uno solo, ma per tutto quanto il popolo: e ciò perché noi, tutto intero il popolo, siamo uno.
Il Dio della pace e il Maestro della concordia, che ha insegnato l`unità, vuole che uno preghi per tutti, cosí come in uno egli portò tutti.
Proprio questa legge della preghiera osservarono i tre fanciulli gettati nella fornace ardente: essi pregarono in piena consonanza, spiritualmente uniti in un cuor solo. Ce lo testimonia la divina Scrittura, la quale, indicandoci come essi pregavano, ci dà il modello da imitare noi nelle nostre preghiere affinché possiamo essere come quelli. "Allora" - sta scritto - "loro tre, come con una sola voce, cantavano un inno e benedicevano Iddio" (Dn 3,51). Essi pregavano come con una sola voce, e tuttavia Cristo non aveva ancora insegnato loro a pregare! Ebbene, la loro preghiera fu efficace, poté essere esaudita, perché una preghiera pacifica, semplice e spirituale attira la benevolenza di Dio.
Cosí vediamo che pregarono anche gli apostoli, riuniti coi discepoli, dopo l`ascensione del Signore. "E tutti" - sta scritto - "perseveravano unanimi nella preghiera, con le donne, e Maria la madre di Gesú, e con i fratelli di lui" (At 1,14). Persevera vano unanimi nella preghiera, testimoniando in tal modo, in questa loro preghiera, e l`assiduità e il loro amore scambievole: ché Dio, il quale fa abitare nella stessa casa coloro che sono una sola anima (cf. Sal 67,7), non ammette nella divina ed eterna dimora se non quelli che pregano essendo un`anima sola.

(Cipriano di Cartagine, De orat. dom. 8)


5. La Chiesa è adunata nel nome di Gesú

Già tre riuniti nel Tuo nome formano la Chiesa. Conserva dunque le migliaia di adunati nella Tua casa, che prima hanno eretto nel loro cuore una chiesa e poi l`hanno portata nel tem pio edificato nel Tuo nome! Che la chiesa interiore sia magnifica come lo è l`esteriore ! Abita nella chiesa interiore e conserva l`esteriore, poiché sia il cuore che l`edificio sono consacrati nel Tuo nome!

(Balaj, Madrase per la chiesa di Aleppo)
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