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RISPOSTE A DOMANDE SULLA EVOLUZIONE

Ultimo Aggiornamento: 04/03/2022 14:59
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04/04/2011 22:05
 
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Premettiamo che non siamo preclusi nè all'ipotesi creazionista nè a quella evoluzionista, fermo restando, come abbiamo affermato anche in altre pagine, che a prescindere dall'una o dall'altra tesi, resta valido il concetto che all'origine vi sia un atto creativo di Dio, anche se la modalità con cui si è esplicato tale atto, possa essere inteso in modi diversi ed è giusto che la scienza faccia le sue indagini.
Riportiamo perciò le posizioni creazioniste solo per un contributo alla comprensione di una  realtà che appare tutt'altro che acclarata e scontata.


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STEFANO BERTOLINI RISPONDE ALLE 22 QUESTIONI DI ALDO PIOMBINO -

QUESTIONE 1 DI 22 - ETA' DELL'UNIVERSO

di Stefano Bertolini - 07/03/11 -
 


Aldo Piombino ha posto 22 questioni in seguito alla pubblicazione del libro curato dal prof. Roberto de Mattei “Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi”. Queste 22 questioni sono state promosse entusiasticamente in internet fra i vari blog evoluzionisti come un’ottima sfida al creazionismo. Va considerata l’esperienza di Piombino che si è laureato in Scienze Geologiche, ma secondo la sua biografia “non ho fatto il geologo”. Le questioni vengono riprodotte per intero, corredate delle relative risposte.

[Modificato da Coordin. 11/04/2011 22:55]
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04/04/2011 22:07
 
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Premessa A.Piombino: E' vero. Non sono un ricercatore universitario, come lo sono invece tanti blogger scientifici. Proprio per questo mi sento libero di rivolgere alcune domande al Vice Presidente del CNR, il Professor Roberto De Mattei, che non solo è un antievoluzionista, ma ha organizzato, come ho già scritto, un convegno contro il darwinismo nella sede del CNR (convegno di cui peraltro non c'è traccia nel sito di questa organizzazione). Sono curioso di sapere come è possibile che oggi, quando l'evoluzionismo regge alla prova dei fatti "al dì là di ogni ragionevole dubbio," un vicepresidenza [sic] del Consiglio Nazionale delle Ricerche, continui a contestarlo usando allo scopo i locali di questa organizzazione pubblica, che gli ha pure concesso 9.000 euro per stampare gli atti del suo workshop. Ammetto di essere molto lungo, ma la capacità di sintesi evidentemente non è il mio forte, e gli argomenti da toccare sono troppo vasti. Quindi, Caro Professor De Mattei, La prego di rispondermi o qui direttamente o inviandomi una E-mail al mio indirizzo aldo.piombino@tiscali.it per sapere dove mi ha risposto in modo che i miei 24 lettori ne siano informati.



1/22. ETÀ DELL'UNIVERSO:

La prima questione presentata da Aldo Piombino al prof. Roberto de Mattei riguarda l’UNIVERSO e la sua ETA’.

la luce viaggia nel vuoto a circa 300.000 km al secondo, come è anche provato dal ritardo nella risposta nelle trasmissioni via satellite e in quelle tra la Terra e i satelliti che esplorano gli altri mondi del sistema solare.

La luce del sole ci arriva più di 8 minuti dopo che è stata prodotta. Ci sono moltissime stelle che sono a una distanza tale che la luce ci ha messo anche oltre 10 miliardi di anni luce per arrivare a noi. Come sarebbe possibile tutto questo se l'Universo non avesse tutti questi anni?

Ci sono 2 posizioni di chi è strettamente creazionista.

Posizione 1: L’universo ha miliardi di anni, ma la storia della vita sulla terra è recente, come lo sono i fossili e gli strati geologici che li contengono.

Posizione 2: Tutto l’universo è recente. Questo viene spiegato ampiamente con il concetto della dilatazione gravitazionale del tempo dal Dr. Russell Humphreys nel suo libro Starlight & Time, 1994. Si appoggia alla teoria generale della relatività di Einstein, che è ben sostenuto da esperimenti. Confuta l’ipotesi centrale della cosmologia della Big Bang: il Principio Copernicano.

Per entrambe le posizioni non ci sono conflitti con quello che viene osservato, per le distanze delle stelle di miliardi di anni luce. Non esiste neanche un conflitto fra le due posizioni strettamente creazioniste per quello che riguarda l’evoluzione chimica e l’evoluzione biologica

Stefano Bertolini

Presidente AISO

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04/04/2011 22:10
 
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STEFANO BERTOLINI RISPONDE ALLE 22 QUESTIONI DI ALDO PIOMBINO -
QUESTIONE 2 DI 22- CLASSIFICAZIONE DEGLI ESSERI VIVENTI -
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2. CLASSIFICAZIONE DEGLI ESSERI VIVENTI: come Lei ben sa, gli esseri viventi sono raggruppabili in insiemi gerarchici via via sempre più generali. Prendiamo per esempio le capre: sono molto simili fra di loro. Poi, ad un grado un po' superiore, condividono molte caratteristiche con le pecore.

Assieme a pecore, cervidi, bovini, giraffe ed altre forme condividono l'essere ruminanti. E solo questi animali hanno il rumine e le corna.

Se poi le colleghiamo con cammelli, maiali ed ippopotami vediamo come tutte insieme abbiano delle caratteristiche comuni e specifiche: una particolare conformazione degli arti e dita dei piedi in numero pari le cui unghie ispessite formano zoccoli su cui l'animale cammina. Per questo, tali forme vengono inquadrate tutte insieme fra gli “artiodattili”. A loro volta gli artiodattili fanno parte dei mammiferi con le unghie a zoccolo, gli ungulati, assieme ai perissodattili, che hanno dita in numero dispari (attualmente rappresentati solo da cavalli e rinoceronti, mentre nel passato ci sono stati molti altri perissodattili) e agli estinti notoungulati, tipici dell'America Latina.

Tutti gli ungulati condividono con tutti gli altri mammiferi placentati (e solo con essi) altre caratteristiche tipiche ed esclusive di questa sottoclasse: possiedono 7 vertebre cervicali, nutrono l'embrione con la placenta, sviluppano due dentizioni, una giovanile e una definitiva che non viene mai sostituita etc etc.

Come e soltanto come gli altri appartenenti alla classe dei mammiferi (marsupiali e monotremi), i placentati hanno la capacità di regolare la propria temperatura corporea, sono ricoperti da peli e non da scaglie come gli altri vertebrati, hanno gli arti con i femori verticali (escluso l'ornitorinco), un solo arco aortico e la prole all'inizio della sua vita è nutrita dal latte materno.

Mammiferi, rettili, uccelli, e anfibi condividono a loro volta una serie di caratteristiche: hanno 4 arti (tranne alcune forme che ne hanno persi una coppia o tutte e due), respirazione polmonare e un piano corporeo piuttosto simile. Tutti tranne i mammiferi hanno 2 archi aortici. Con i pesci condividono una struttura formata da una colonna vertebrale.

Con i tunicati e gli anfiossi condividono la presenza di un cordone che contiene i fasci nervosi. Pertanto vertebrati, tunicati ed anfiossi sono uniti nel phylum dei Cordati.

Questo ragionamento si può fare a partire da qualsiasi altra specie vivente, almeno fino al livello del phylum: mancano ancora alcune relazioni fra i vari phyla (nel cammino della Scienza c'è c'è [sic] ancora tanto da scoprire) anche se è chiara a sua volta la distinzione in protostomi e deuterostomi (nell'embrione dei primi si sviluppa prima l'ano, in quello dei secondi la bocca).

Come può spiegarmi questa ramificazione dei viventi in modo diverso da quello evolutivo?


1735: Carlo Linneo (era creazionista) ha proposto la classificazione linneana odierna in base al fenotipo, pubblicato nel suo libro Systema Naturae. Linneo però non sapeva un bel niente della genetica e perciò anche la classificazione linneana non considera questo aspetto fondamentale per la cosiddetta somiglianza per discendenza. La coerenza di questo sistema andava verificata con le successive ricerche nel campo della genetica e del genoma.

1866: Gregor Mendel propone il concetto di eredità.

1953: Il DNA a forma di doppia elica viene scoperto da James Watson & Francis Crick.


Grazie alll’avanzamento delle conoscenza e della tecnologia si è stato in grado di mappare vari genomi. Questo ha mostrato che la somiglianza del fenotipo non sempre equivale alla somiglianza del genotipo. In base alle somiglianze di strutture (quadrupedi) e alimentazione (ruminanti) uno si aspetterebbe che il DNA del cavallo sarebbe più vicino a quello della mucca che non a quello del pipistrello. Dalle recenti ricerche pubblicate nella prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, DOI: 10.1073/pnas.0603797103 sembrerebbe che questo preconcetto di somiglianza di forma per discendenza sia completamente infondato. Il cavallo è più vicino al pipistrello per il suo DNA (http://www.newscientist.com/article/dn9402-bats-and-horses-get-strangely-chummy.html). Alcuni scienziati hanno studiato il riordinamento genetico di retroposoni (fili di DNA che si copiano in RNA per poi ricopiarsi in DNA in diverse posizioni su di un cromosoma). Nel paradigma evoluzionista le specie strettamente imparentate condividono più di questi riordinamenti rispetto a parenti più distanti. Fino a questo studio gli scienziati consideravano i pipistrelli e i cavalli come cugini molto distanti. Rimasero sconvolti dalla scoperta che pipistrelli e cavalli condividono unelevata somiglianza nel DNA. “Questo sorprenderà molti scienziati” dice Norihiro Okada all’Istituto di Tecnologia, Giappone (Pegasoferae, an unexpected mammalian clade revealed by tracking ancient retroposon insertions, Hidenori Nishihara, Masami Hasegawa, Norihiro Okada).


L’omologia, come spina dorsale della struttura dell’evoluzione, non sostiene il concetto di somiglianza per discendenza e modifica. Ci sono molte importanti eccezioni e contraddizioni alla teoria. Il tentativo di spiegare le eccezioni all’omologia come analoghe rimane inadeguato. L’ala del pipistrello sarebbe contemporaneamente omologa che analoga! Inoltre, l'embriologia dimostra l’importante problema che organi o strutture simili in differenti animali non si sono sviluppate dalla stessa struttura o gruppo di cellule embrionali. L’arto anteriore vertebrato, come esempio per eccellenza di omologia è un errore, perché ha origine embrionale diverso in diversi animali. Nel tritone ha origine dai segmenti del torso da 2 a 5, nella lucertola da 6 a 9 e nell’uomo da 13 a 18 (de Beer, S.G., Homology, An Unsolved Problem, Oxford University Press, London, p. 13, 1971).


Un recente articolo nel New Scientist conferma che il legame evoluzionistico fra tutte le specie, rappresentato in varie forme come un albero evolutivo, è solo un desiderio effimero. L’articolo ha piuttosto scombussolato gli evoluzionisti quando è uscito: “Darwin aveva torto”, gennaio 2009. L’articolo cita Eric Bapteste, Biologo, Università Pierre & Marie Curie, Parigi, “Non esiste alcuna prova che l’albero della vita sia una realtà”, Lawnton, G., Uprooting Darwin’s tree, New Scientist 201(2692):34–39, 24 January 2009. Questo sostiene la posizione creazionista che ha sempre dichiarato che i fossili appaiono sempre improvvisamente e pienamente formati ovunque appaiono nei vari strati.


Come spiegare la ramificazione dei viventi? Semplicemente, Dio crea una specie biblica (più vicino al livello della “famiglia” linneana, conosciuto come baramino nella baraminologia) con un patrimonio genetico ampio e una potenzialità di variazione. La selezione naturale in concomitanza con la pressione dell’ambiente seleziona le caratteristiche che rendono l’organismo più adatto a sopravvivere e riprodursi. Questi diventano più specializzati a seguito di una perdita di informazione genetica. Questo non è evoluzione. Non è neanche microevoluzione. Si chiama semplicemente selezione naturale.

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04/04/2011 22:13
 
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STEFANO BERTOLINI RISPONDE ALLE 22 QUESTIONI DI ALDO PIOMBINO - QUESTIONE 3 DI 22- IL CONCETTO DI SPECIE -
di Stefano Bertolini - 15/03/11-
 



3. IL CONCETTO DI SPECIE: i biologi hanno notato come non sempre i confini fra due specie siano rigidi. Ci sono dei casi in cui due popolazioni si comportano come specie diverse o no a seconda dell'area dove abitano. Questo secondo la biologia è un classico esempio di specie che stanno divergendo attualmente da una specie ancestrale originaria. Un caso emblematico è quello delle specie ad anello, un insieme di popolazioni adiacenti, che formano un anello attorno ad un ostacolo naturale (catena montuosa, valle arida, lago…) nel quale le singole popolazioni adiacenti sono interfeconde, e solo un paio di esse mostrano isolamento riproduttivo.

Quale spiegazione dà a questo fenomeno? Come si può conciliare questo fatto con l'immutabilità delle specie?


Spesso gli evoluzionisti costruiscono dei avversari di comodo come la cosiddetta immutabilità delle specie da parte dei creazionisti. Questo è il risultato di una scarsa conoscenza di quello che veramente credono i creazionisti perché non si degnano neanche di leggere le pubblicazioni, e gli articoli di stampo creazionista vengono respinti a priori dalle riviste evoluzioniste. Quando gli evoluzionisti parlano di specie, si riferiscono alla specie biologica, secondo la classificazione linneana. Per questo rimangono stupiti quando i creazionisti accettano pienamente la variazione delle specie e la speciazione, riconoscendo la selezione naturale come il meccanismo. La selezione naturale non va confusa o scambiata con l’evoluzione perché sono due meccanismi e paradigmi radicalmente differenti. L’evoluzione è lo sviluppo di ogni essere vivente da una singola cellula che ha come origine sostanze chimiche non viventi, il che richiede la generazione di nuove informazioni genetiche. D’altra parte la selezione naturale consiste nello sviluppo di piccole variazioni ereditate che aumentano le probabilità di un organismo a competere, sopravvivere e riprodursi. Quest’ultimo risulta sempre nella selezione di informazioni genetiche preesistenti con il risultato netto di una perdita di informazione perché l’organismo rimane più specializzato. Gli evoluzionisti spesso fanno il gioco dellequivoco, scambiando i due termini. L’evoluzione e l’origine della vita sono presunti, perché non sono possibili osservazioni dirette nè esperimenti empirici in materia, mentre la selezione naturale è osservabile tramite dati empirici.


Quando i creazionisti si riferiscono all’immutabilità delle specie bibliche, questa va considerata più a un livello fra genere e famiglia nella classifica linneana. Esiste una potenzialità enorme di variazione all’interno della specie biblica (archetipo), ma sempre all’interno e non oltre il limite della specie biblica. Anche dopo che questo concetto è stato spiegato, gli evoluzionisti continuano ad avere difficoltà ad afferrarlo, dichiarando che i creazionisti ammettono che un po’ di evoluzione c’è stato. I termini “evoluzione” e “selezione naturale” non sono sinonimi. Per lo stesso argomento non si possono definire le specie bibliche come cladi, nella cui definizione è inerente l’idea dell’evoluzione da un antenato comune.


A proposito: visto che ne parla, è in grado di dare un concetto definitivo di specie?


Ci sono varie definizioni di specie, ma quella più comune è quella di Ernst Myer (1940): Popolazioni che non riescono ad incrociarsi.


Perchè, proprio a causa del fatto che la vita si evolve, questo concetto è molto difficile e si rende necessario solo a causa della “mente discontinua” che abbiamo noi esseri umani e che ci spinge a classificare rigidamente tutto, viventi compresi

Come mai animali molto simili fra loro anche se appartenenti a specie diverse, ma simili, possono riprodursi accoppiandosi fra loro? Come mai il cavallo si può riprodurre se si accoppia con un'asina e non con una mucca? Perchè, se tutte le specie sono state create nello stesso momento, alcune sono più vicine ad alcune rispetto alle altre, come per esempio il cavallo è più vicino all'asino che alla mucca, ma contemporaneamente è più simile alla mucca che ad un canguro?


Gli animali all’interno della stessa specie biblica (fra famiglia e genere linneana: non può essere usato il termine clade per definizione) possono in alcuni casi accoppiarsi se la divergenza o la specializzazione (perdita di informazione genetica) non rimane troppo estesa. Alcuni esempi sono il wolphin, liger e zebroid. Nel caso di una divergenza eccessiva e potenziali mutazioni dannose, questa può portare all’incapacità di accoppiarsi anche fra specie linneane all’interno della specie biblica. Nell’esempio citato, il canguro ed il cavallo non sarebbero neanche della stessa specie biblica e l’accoppiamento va escluso a priori.


Va ribadito che la selezione naturale porta sempre ad una perdita di informazione genetica, cioè all’impoverimento del patrimonio genetico.



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04/04/2011 22:15
 
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STEFANO BERTOLINI RISPONDE ALLE 22 QUESTIONI DI ALDO PIOMBINO -
QUESTIONE 4 DI 22 - LA GENETICA

Un suo amico, il prof. Maciej Giertych (che Lei sostiene essere un genetista quando a me risulta essere un dendrologo), sostiene che la formazione di razze o di varietà, fenomeno molto ben studiato sulle specie domestiche, consiste in una riduzione della diversità del genoma. Guarda caso è la stessa preoccupazione dei biologi conservazionisti (che sono anche evoluzionisti!): temono proprio per questo le conseguenze dell'isolamento fra loro di varie popolazioni di una stessa specie. Ma se questo è un aspetto molto importante ce n'è un altro: l'isolamento (geografico, alimentare o di altro genere) non Le sembra il sistema migliore per la speciazione perchè delle variazioni genetiche si possano fissare meglio in una piccola popolazione che in una grande?


Sicuramente l’isolamento favorisce la selezione naturale e successiva fissazione delle rimanenti informazioni genetiche, che sono ridotte rispetto alla popolazione parentale. Più è piccola la popolazione isolata, più va favorito la deriva genetica fino ad arrivare all’effetto fondatore con solo una coppia o un’animale gravida. A maggior ragione l’isolamento porta ad una perdita di informazione genetica e l’impoverimento del patrimonio genetico. Un esempio sarebbero le zanzare che sono rimaste isolate nel metrò di Londra. Dopo solo 100 anni le zanzare rimaste nei tunnel sotterranei riescono solo a stento ad incrociarsi con quelle della popolazione parentale rimasta in superficie. Cosi sono sull’orlo di essere una nuova specie, a tal punto che ora vengono addirittura classificate come specie diverse: Culex pipiens in superficcie, e Culex molestus sotto terra (K.Byrne, R.Nichols, Culex pipiens in London Underground tunnels: differentiation between surface and subterranean populations, Heredity (1999) 82, 7–15). La rapidità di speciazione spesso lascia gli evoluzionisti a bocca aperta per i loro preconcetti di milioni di anni. Ci sono innumerevoli esempi di speciazione in corsia di sorpasso che lasciano i biologi evoluzionisti sbalorditi ma che sono perfettamente congrue ad una speciazione recente come proposta dalla posizione creazionista.


A proposito, lo sa che sono stati proprio i genetisti a dimostrare che nella nostra specie non si possono biologicamente separare delle razze distinte dal punto di vista genetico [non ndr] esistono le razze, con ciò dando un messaggio di uguaglianza fra gli uomini di cui la Chiesa dovrebbe appropriarsi?


Finalmente gli evoluzionisti sono arrivati a quello che la Bibbia ha sempre dichiarato: siamo tutti fratelli, figli di una sola coppia di genitori. Dio “ha fatto d’un sangue tutta la generazione degli uomini, per abitare sopra tutta la faccia della terra,” Atti 17:26.


Per un reportage sull’origine di queste “scoperte” da parte degli evoluzionisti possiamo fare riferimento al progetto Eva Mitocondriale (Newsweek Magazine, Gen 11, 1988, “La ricerca di Adamo ed Eva”): “Questa scoperta porta un profondo messaggio di fratellanza biologica”, Science Magazine, 1998: “Introducendo nuove procedure forensi, il DNA mitocondriale sembra mutare molto più velocemente delle aspettative, sollevando delle questioni preoccupanti rispetto alla datazione degli eventi evoluzionisti... Usando il nuovo orologio, Eva dovrebbe avere solo 6000 anni.” Accecata dalle proprie prevenzioni, la giornalista indossa i suoi occhiali tinte dal preconcetto di milioni di anni e scrive: “nessuno pensa che sia così…” Tale data è perfettamente in linea con quella proposta dai creazionisti.


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04/04/2011 22:17
 
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QUESTIONE 5 DI 22 - ENTROPIA E MUTAZIONI

Cominciamo con il dire che nella Sua rivista “Radici cristiane” il suo amico Seiler è presentato come “fisico dell'Università di Monaco”, quando so benissimo che Lei sa che non appartiene al personale di quella università. E veniamo alla fisica e alla termodinamica. Innanzitutto una domanda sulle mutazioni che come è noto consistono in sostituzioni (per esempio di una timina con una adenina) o nell'elisione o il raddoppiamento di alcune basi. Perchè si può ammettere solo mutazioni negative? Perchè questo fenomeno non può avere mai risvolti positivi?

Non ci sono dubbi che i sistemi termodinamici evolvono nel senso di minimizzare l'energia libera. Ma qui finiscono le sue ragioni e cominciano i problemi: lo sa che alle volte succede che variando la temperatura, a volte ci sia la transizione a una fase con minore entropia? E lo sa che Seiler dimentica (o finge di dimenticare) un punto fondamentale e cioè che la massimizzazione dell'entropia dà un contributo, ma non è l'unico? Perchè Seiler trascura totalmente il ruolo delle fluttuazioni termodinamiche, attraverso le quali un sistema o una porzione di un sistema esplorano per breve tempo stati diversi da quello stabile e che sono la norma per i sistemi aperti come quelli biologici, in cui si possono realizzare stati stabili molto diversi da quello di partenza?

Non dico Lei, professore, dato che pubblicazioni del genere necessitano di una padronanza della fisica che solo laureati in quella materia possono avere, ma come mai Seiler ignora gli studi e i libri di Ilya Prigogine, che ha preso in [sic] Nobel proprio per aver chiarito questi fenomeni di transizioni a stati più ordinati in sistemi aperti? Forse anche il buon Ilya fa parte della grande lobby anticristiana malata dei (sani) principi di referaggio e peer-review....

Francamente non conosco le mosche a cui si riferisce Seiler, ma, anche se si volesse accettare il suo punto di vista sul legame tra entropia e ordine biologico, non le sembra che l'esempio sia irrilevante, perché, da fisico, dovrebbe poter dare una valutazione quantitativa della variazione di entropia di TUTTO l'organismo prima di definire la perdita delle ali un esempio di aumento di entropia e perdita di informazioni? Non potrebbe essere che fra i vari cambiamenti la mosca potrebbe aver sviluppato meccanismi di alimentazione o riproduzione più complessi (quindi, nella sua accezione, meno entropici) per ovviare alla perdita delle ali che le limitano, muovendosi solo al suolo, a territori più ristretti?

Le fluttuazioni non rendono insignificante l'esempio della mosca senza ali, che invece é un preciso caso di evoluzione per selezione del più adatto a specifiche condizioni ambientali (la mosca modificata é sopravvissuta ai venti più a lungo di quelle normali, e quindi ha generato più discendenti ad ali corte di quelle con ali lunghe)?


Nota bene: Nel dichiarare che è “un caso di evoluzione per selezione” Piombino si è immediatamente cascato nel gioco dell’equivoco, probabilmente completamente all’insaputo: cosi radicati sono i preconcetti evoluzionisti. Questo si chiama selezione naturale, perché la mosca ha perso la funzione per le ali.


Le mutazioni sono classificate come dannose, benefiche o neutrali. Quelle benefiche sono rarissime (come nell’esempio degli insetti senza ali: conferiscono un vantaggio solo in specifiche condizioni ambientali). A dimostrarlo sono i dati dell’osservazione. Quelle dannose tendono ad essere eliminate dalla selezione naturale. Invece quelle neutrali sono le più numerose e più facilmente si fissano nel genoma. Il risultato netto dell’accumulo delle mutazioni neutrali è la lenta e progressiva degenerazione del genoma. Una perdita d’informazione genetica che assomiglia all’aumento dell’entropia, chiamata da John Sanford “entropia genetica” (Dr.J.C.Sanford, Genetic Entropy & The Mystery of the Genome, FMS Publications, 3rd Ed., 2008, p.27).



John Sanford, il cui curriculum dovrebbe essere di gradimento agli evoluzionisti: 25 anni alla Cornell University, uno dei maggiori esperti mondiali di ingegneria genetica, con molti brevetti tra i quali tre dei più importanti metodi di manipolazione genetica: la resistenza patogeno-derivata, l’immunizzazione genetica e il processo biolistico (“gene gun”) col quale sono prodotti la maggior parte degli organismi transgenici. Per gran parte della sua vita Sanford ha cercato di ignorare i suoi dubbi circa l’adeguatezza dell’evoluzione per spiegare la genetica, ma alla fine non ha più potuto vivere l’inganno dell’evoluzione e ha riconosciuto la mano di un Progettista Intelligente nel DNA che ha ricercato per tutto una vita.


Nel suo libro Sanford dichiara che “l’assioma primario dell’evoluzione è sbagliato.” I meccanismi genetici non spiegano l’origine dell’informazione nel genoma; nemmeno come si possa conservare. La vita non è attualmente in fase né di progresso né di conservazione, ma di degenerazione, al punto che l’estinzione del genoma umano appare tanto certa e deterministica quanto l’estinzione delle stelle, come riconosciuto da altri genetisti delle popolazioni (Higgins & Lynch, 2001, Metapopulation extinction caused by mutation accumulation). Se il genoma degli animali complessi sta degenerando, allora nel passato aveva meno errori e quindi all’inizio deve essere stato perfetto. Questa estrapolazione è legittima ed è creazionista.

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01/05/2011 23:56
 
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6. DNA FOSSILE: come saprà il nostro corpo funziona grazie al DNA che controlla i processi biochimici che ci permettono di crescere e vivere. Ma non tutti i geni funzionano: abbiamo sempre, sia pure modificati (basta una sostituzione fortuita di una base) dei geni che in altri esseri viventi funzionano. I biologi li chiamano “geni fossili”. Faccio un paio di esempi: anche Lei ha molti geni che sovrintenderebbero all'odorato ma che non funzionano più: gli evoluzionisti sostengono che le mutazioni dannose sono potute sopravvivere nel momento che l'odorato così fine non serviva più, con l'avvento della visione a colori (è facilmente dimostrabile tramite lo studio delle opsine che anche questa conquista sia avvenuta per mutazioni genetiche... )

Inoltre possediamo 3 geni, non più funzionanti, che a rettili ed uccelli servono per produrre la vitellogenina, la proteina che sovrintende alla formazione del tuorlo dell'uovo. La spiegazione più ovvia è che nei mammiferi la comparsa del latte ha reso meno necessario l'uovo con il tuorlo (che è stato reso definitivamente inutile dalla gestazione). Pertanto nei mammiferi questi geni si sono disattivati in quanto una femmina di uccello o di rettile portatrice di una mutazione che disattiva un gene della vitellogenina non può avere uova funzionali, mentre tale mutazione non ha conseguenze in una di mammifero. Di geni disattivati per mutazioni se ne trovano a migliaia in tutte le creature viventi, dai lieviti ai batteri, agli animali superiori.



Come spiega in un quadro creazionistico la presenza di questi geni nel suo corpo e in quello di tutti gli uomini, dato che qualsiasi cosa pensi il suo amico Hugh Owen, le cui conoscenze scientifiche di base mi sfuggono, non è provato che questi geni abbiano altre funzioni?


Negli insetti (api) la vitellogenina svolge importanti funzioni endocrine e di controllo del comportamento. Una serie di proteine - Apolipoforina II/I, apolipoproteina B, vitellogenina e la proteina microsomie di transfert dei trigliceridi – sono codificate da geni molto simili dei quali si crede provengano da un antenato comune non identificato. Nei pesci la vitellogenina ha una funzione per reazioni alla resistenza alle infezioni e nell’uomo probabilmente funge da portatore per molecole apolari e forse come enzima. Però a questo punto noi siamo altrettanto vicini ai crostacei e agli insetti quanto agli uccelli. I processi biochimici sono universali e alcune molecole proteiche sono uguali per molti viventi, come ad esempio il citocromo C. È normale che la loro sintesi sia regolata da geni uguali o molto simili.


Nell’uomo i geni che codificano proteine costituiscono solo il 3% del genoma.

Il rimanente è stato chiamato “DNA spazzatura” (presunta reliquia dell’evoluzione). Ricerche più recenti hanno dimostrato che invece il “DNA spazzatura” svolge importanti funzioni di direzione e coordinamento dello sviluppo dell’organismo e attivazione di altri geni. Il progetto ENCODE ha scoperto che quasi tutto il 97% del “DNA spazzatura” ha una funzione (Birney, E., et. al., Identification and analysis of functional elements in 1% of the human genome by the ENCODE pilot project, Nature 447: 799–816, 2007).

Le UTRs (zone non codificate) sono molto più importanti dei geni (zone codificate).


Una funzione sconosciuta non significa nessuna funzione! Prendiamo l’esempio degli organi vestigiali. Partendo da 180 organi vestigiali nell’uomo, verso la fine degli anni ’800 siamo scesi a ZERO organi vestigiali con la scoperta nel 1999 di un funzione per l’ultimo organo. Cosi va scartato anche questa icona dell’evoluzione.


(Si riconosce il lavoro di Mihael Georgiev, Capo redattore AISO, deceduto nel 2010.)

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01/05/2011 23:57
 
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Fino a qualche anno fa non era chiara quale fosse l'origine dei cetacei. I dati genetici provano la vicinanza di questi mammiferi agli artiodattili, in particolare agli ippopotami. Recentemente nella valle dell'Indo sono stati trovati tutta una serie di fossili che dimostrano la transizione fra mesonochidi [sic] (ungulati terrestri primitivi) e cetacei.


Forse sarebbe opportuno rivedere questa serie di fossili.  In contrasto con quanto scritto nella premessa, da una tipica rappresentazione dell’evoluzione della balena vediamo che già dal 2001 anche gli evoluzionisti non propongono più una discendenza dei cetacei dai mesonichidi.

Prendiamo il primo della serie, Pakicetus attocki. Dal ritrovamento delle parti in blu del cranio nel 1983, fu ricostruita come forma transizionale di balena.

Nel 2001 fu scoperto uno scheletro più completo di Pakicetus, ed esce una nuova ricostruzione (Thewissen, J.G.M., Williams, E.M., Roe, L.J. and Hussain, S.T., Skeletons of terrestrial cetaceans and the relationship of whales to artiodactyls, Nature 413(6853):277–281, 20 Sep 2001). Pakicetus non è più un mammifero acquatico ma una specie di roditore terrestre. Per rimanere fedeli ai propri pregiudizi, hanno chiamato il nuovo Pakicetus una balena terrestre! Più ossimoro di così non si può. E’ notevole come questa favola dell’evoluzione della balene venga perpetuata ad nauseum in vari siti internet. Inserendo Pakicetus in un qualsiasi motore di ricerca usciranno centinaia di siti esaltando Pakicetus come perfetto esempio di forma di transizione. Peccato che sono ancora rimasti alla scoperta del 1983 dei frammenti di cranio.

 

Passiamo alla seconda della serie, Ambulocetus Natans, ricostruita da uno scheletro parziale. Solo le parti in giallo sono state trovate. Considerando che mancavano pelvi, omero, scapola diventa difficile arrivare ad una conclusione per come si muoveva. Non parliamo neanche delle ossa in rosso che sono state trovate 5m più in alto.

 

 

 
 

Saltiamo ora al Basilosaurus. Comodamente, la serie fossile dell’evoluzione della balena viene rappresentata con esemplari di simile dimensioni e viene “dimenticato” che Basilosaurus era 10 volte più grande:

 

Inoltre come mai questi animali sarebbero stati creati da un Essere Supremo con al loro interno moncherini di arti posteriori (che in alcuni rari casi ricompaiono, per un fenomeno detto “atavismo”)?

 

L’idea di moncherini di arti posteriori sembra risalire ad un libro scritto da un esperto di balene (E.J. Slijper, Whales, tradotto dall’olandese da A.J. Pomerans, Cornell University Press, New York; U.K. edition Hutchinson, diventato Routledge, London, UK, 2nd edition, 1979). Come per il gioco del telefono senza fili, sono state fatte delle affermazioni infondate per balene con gambe, riferendosi al libro di Slijper (R. Bakker, The Dinosaur Heresies: A Revolutionary View of Dinosaurs, U.K. edition, Longman Group, Essex, 1986; published in USA as The Dinosaur Heresies: New Theories Unlocking the Mystery of the Dinosaurs and their Extinction, Morrow, New York, 1986).

 


Cosa ha realmente scritto E.J. Slijper? Parla di un osso pelvico (non attaccato alla colonna vertebrale) che serve come ancoraggio dei organi riproduttivi del maschio. Raramente vi è fuso insieme un altro osso, chiamato femore vestigiale (tipicamente 2.5 cm).

 

Se non è sufficiente avere una pelvi non attaccato alla colonna vertebrale e invece il “femore” attaccato alla pelvi (altro che omologia), diventa risibile fare riferimento a questa spuria crescita di osso lungo 2.5 cm come femore in una balena di dimensioni 20,5 m.

 

Come spiegazione per questa crescita anomala di osso si potrebbe considerare che il DNA per controllare le ossa in questa zona è molto complesso. Possibilmente delle mutazioni hanno prodotto la crescita di ossa anomale, come nelle persone con 6 dita.

 

E come mai gli arti anteriori hanno le stesse caratteristiche di quelle tipiche ed esclusive dei mammiferi ungulati a dita pari (artiodattili), a cui i cetacei sono geneticamente molto simili?

 

Un architetto o ingegnere riutilizza gli stessi disegni e schemi provati ed efficaci in diversi progetti.

 

Come mai i dati paleontologi sono così coerenti con quelli genetici [? Ndr]

 

I dati paleontologi, però, non sono coerenti, come evidenziato dalla pseudo-scienza applicata alla ricostruzione di Pakicetus, Ambulocetus, Basilosaurus.

E’ ragionevole pensare che mammiferi progettati per vivere in un ambiente acquatico abbiano delle somiglianze nel loro DNA.

 

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02/05/2011 00:00
 
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8. ORNITORINCO: ci sono 5 classi di vertebrati (o 6 se scindiamo dai pesci ossei quelli cartilaginei): ognuna di queste ha un preciso schema anatomico, biologico e fisiologico, nonostante le grandi differenze in dimensioni e stile di vita delle creature che ne fanno parte. Se vediamo un animale capiamo immediatamente se è un “pesce”, un “anfibio”, un “uccello” un “rettile” o un “mammifero” (placentato o marsupiale). Invece l'ornitorinco è un caso diverso: ha il pelo, ha una temperatura costante (sia pure più bassa degli altri mammiferi), produce latte (però non ha delle vere mammelle), ha un solo arco aortico e i denti visibili solo nei neonati e in qualche fossile, sono diversi fra loro. Questi sono caratteri tipiche di un mammifero. Ma per altre caratteristiche sembra un rettile: i femori orizzontali anziché verticali, la visione a colori, l'apparato escretore – riproduttivo unico (la cloaca), la produzione di uova (con uno solo dei geni per la vitellogenina ancora attivi), i cromosomi sessuali più simili a quelli dei rettili. Insomma, si potrebbe classificarlo sia fra i rettili che fra i mammiferi. Guarda caso questo animale assomiglia molto a tutta una serie di fossili che indicano forme di vita intermedie fra rettili e mammiferi che si trovano in sedimenti di età compresa fra il Permiano e il Triassico, forme estinte dappertutto tranne che in Australia, dove i mammiferi placentati non sono potuti arrivare a causa dell'isolamento di questo continente dall'epoca della rottura del Gondwana. Quindi l'ornitorinco è l'unico animale che troviamo, diciamo così, nel guado fra una classe di vertebrati ed un'altra. Perchè Dio, dopo aver usato degli schemi così rigidi, avrebbe fatto un animale come l'ornitorinco che è una via di mezzo tra rettili e mammiferi?


Dio ha il senso dell’ umorismo e si è divertito. Forse avrà voluto mettere il bastone fra le ruote degli evoluzionisti? L’ornitorinco non va considerato come una forma intermedia, ma viene piuttosto classificato come creatura “a mosaico” detto anche chimera. Dopo il sequenziamento del suo genoma, l’ornitorinco non riesce più a collocarsi nel classico albero evolutivo, ma costituisce un ramo a parte. Non è utile alla teoria dell’evoluzione.

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08/08/2011 07:03
 
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9. TIKTAALIK: come l'ornitorinco lo è fra i rettili e i mammiferi, il Tiktaalik rosae è nella visione evoluzionistica una delle diverse forme intermedie fra i pesci crossopterigi e i tetrapodi. Fornito di pinne anteriori che gli consentivano di sollevarsi dal fondo e di un collo che separa la testa dal resto del corpo, è stato ritrovato in Groenlandia. La sua scoperta è il frutto della sintesi di molte discipline scientifiche: paleontologia e biologia avevano indicato come gli antenati dei tetrapodi si fossero evoluti in una zona costiera con lagune e delta fluviali in zona tropicale. I geologi hanno indicato il tipo di rocce sedimentarie da ricercare.

Tutti insieme hanno identificare le rocce dell’età giusta nelle quali cercare. A questo punto grazie al lavoro di generazioni di geofisici che hanno ricostruito i movimenti delle zolle si è concluso che le rocce che soddisfacevano tutte queste condizioni erano in una zona della Groenlandia. Andando là, sono stati trovati diversi scheletri del tipo cercato. Come è possibile che tutto questo sia un caso? Come è possibile che tutte le forme intermedie fra pesci e tetrapodi siano collocate in un ristretto intervallo nei sedimenti del periodo Devoniano e che solo dopo compaiono nel record fossile i primi anfibi?


Sul Tiktaalik Richard Dawkins (conosciuto anche come il Rottweiler di Darwin) si è pronunciato nel suo ultimo libro: “Tiktaalik è l’anello mancante perfetto – perfetto perché quasi esattamente divide le differenze fra pesce e anfibio, e perfetto, perché non manca più.”, The Greatest Show on Earth. Un’altra icona dell’evoluzione per eccellenza!


Qui va studiato più attentamente quello che viene sostenuto.




Tiktaalik va considerato più come un mosaico che come una forma di transizione. La pinna anteriore non era connessa alla colonna vertebrale. Vi ricordate l’obbrobrioso celacanto con la sua pinna anteriore che evolve in arto? Dopo la scoperta di un esemplare vivo e vegeto (così rientra fra i taxon lazzaro) si è evidenziato che questa pinna “in evoluzione” non era che una semplice pinna! Inoltre, non si vede una chiara progressione dell’arto nella linea evolutiva da pesce a tetrapodo dove il numero di ossa nell’arto anteriore segue un andamento che assomiglia ad uno yo-yo.





Wise, K.P., The origin of life’s major groups; in: Moreland, J.P. (Ed.), The Creation Hypothesis: Scientific Evidence for an Intelligent Designer, Intervarsity Press, Downers Grove, pp. 211–234, 1994; esp. p. 227., Ichthyostega spp., Devonian Times, 11 April 2006.


Ci sono diversi problemi in merito alla data attribuita e all’origine dei fossili:

  1. L’evoluzione da pesce a tetrapodo in 20 Ma è troppo breve, anche secondo lo stesso Shubin che scrive anche delle salamandre che in 130 Ma non hanno dimostrato variazione (Gao, K.-Q. and Shubin, N.H., Earliest known crown-group salamanders, Nature 422(6930):424–428, 2003).

  2. La sequenza è più vecchia del pesce Latimeria chalumnae, meglio conosciuto come celacanto che avrebbe solo 360 Ma. Cosi Tiktaalik sarebbe più vecchio dei suoi antenati.

  3. La colonna vertebrale di Panderichthys è poco conosciuta e non viene neanche indicata (ricordate il fiasco del Pakicetus, Ambulocetus...).

  4. Acanthostega e Ichthyostega sono in realtà contemporanei. Dipende dalla caratteristica esaminata: se uno preda l’altro, o viceversa. Ichthyostega spp., (Devonian Times, accesso 11 April 2006).






  1. Orme ben conservate di tetrapodo, sono state trovate in arenaria, Cava Zachelmie, Montagne Croce Santa, Polonia, 2010 (Niedzwiedzki, G., Szrek, P., Narkiewicz, K., Narkiewicz, M and Ahlberg, P., Tetrapod trackways from the early Middle Devonian period of Poland, Nature 463(7227), supplementary information, 2010); La data per queste orme è stata definita come una data certa secondo i fossili conodonti trovati nello strato vicino e classificato come lo stadio Eifeliano del sistema Devoniano. Le date per questo stadio sono state assegnate dalla Commisione Internazionale della Stratigrafia fra 391.8 e 397.5 milioni di anni. Datate a 397 Ma, le orme del discendente sarrebbero 18 Ma più vecchie di Tiktaalik!


In conclusione, l’amato e “perfetto” Tiktaalik di Richard Dawkins va cestinata insieme alle altre presunte forme di transizione ed icone dell’evoluzione.


Stefano Bertolini

Presidente AISO


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08/08/2011 07:04
 
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10. BRANCHIE E ORECCHIE: come mai nei tetrapodi si trovano strutture come le ghiandole paratiroidi, le ossa delle orecchie e le stesse aperture delle orecchie hanno la medesima origine embrionale delle branchie dei pesci? Come mai nei fossili intermedi fra pesci e tetrapodi (che guarda caso sono tutti raggruppati in un determinato periodo geologico) si trovano strutture intermedie che fanno pensare ad una trasformazione progressiva delle branchie in orecchie?


E’ stato proposto che l’osso hyomandibula si è trasformato dalla funzione di branchia a quella di orecchio, secondo Brusseau & Ahlberg, dopo la scoperta di Gogonasus (Brazeau, M.D. and Ahlberg, P.E., Tetrapod-like middle ear architecture in a Devonian fish, Nature 439:318–321, 2006). LaBarbera, Prof. Biologia degli Organismi & Anatomia, Università di Chicago, non è d’accordo sulla presunta evoluzione: “L’idea di Brusseau & Ahlberg’s si basa sull’interpretazione di una struttura che sarebbe completamente originale e senza precedenti in questa specie.” (Brown, D., Evolution of ear is noted in fossil, Washington Post, p. A03, 19 January 2006).


Nei pesci l’osso viene sempre chiamato hyomandibula, mentre in tutti i rettili (dal primo, Acanthostega) viene sempre identificato come staffa. Neanche gli evoluzionisti sostengono questo postulato.

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08/08/2011 07:06
 
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11. SEDIMENTAZIONE E TETTONICA: come Lei ben sa, esistono serie sedimentarie spesse molti kilometri che sono state successivamente piegate, coinvolte nella formazione di montagne, talvolta persino metamorfosare ed adesso esposte all'erosione. Come è possibile spiegare queste cose senza prevedere almeno decine di milioni di anni per questi processi?


Con milioni di anni si evidenzano subito i presupposti, di tempi profondi perchè questi processi devono per forza durare milioni di anni. Se prendiamo degli esempi documentati (si possano definire attualismo, perchè è quello osservato attualmente) vediamo che questi processi possono essere molto veloci.


Infatti, per esempio, l’isola di Surtsey, apparentemente di milioni di anni, nacque da un’eruzione vulcanica nel 1963. Pochi mesi dopo si trovavano larghe spiagge sabbiose, argini ghiaiosi, scogliere, massi tondeggianti (per erosione naturale), burroni. Nel 1965 i fiori crescevano nella cenere e poco dopo felci ed altra vegetazione. Solo nel 1967 – 1970, iniziarono a crescere il muschio e i licheni. Essendo prevenuti, il fatto che il muschio sia cresciuto per ultimo, fu una sorpresa perché nei loro preconcetti il muschio era più primitivo e doveva spuntare prima dell’altra vegetazione nell’evoluzione della vita su Surtsey.







Una morfologia del terreno cosi variegata e matura che era quasi impensabile.”

Sigurdur Thorarinsson, ‘Surtsey, island born of fire’, National Geographic 127(5):712–726, 1965.



el 1980 ha eruttato il monte Sant’Elena, depositando e stratificando 130 m di sedimenti. Successivamente Engineer’s Canyon è stato eroso in 1 giorno.









Il suo amico Guy Berthauld asserisce che gli strati sedimentari non siano il risultato di depositi successivi, ma una segregazione meccanica delle particelle che si verifica durante il loro trasporto. Il che suggerirebbe che le enormi coltri sedimentarie, per esempio lungo le piattaforme continentali e nella pianura padana, si sarebbero formate molto rapidamente.

Questo non solo contrasta con il principio dell'attualismo formulato da Sir Charles Lyell nel XIX secolo, ma anche con le osservazioni attuali in cui, molto curiosamente per persone che la pensano come lui, quelle serie sedimentarie attive nel passato che lo sono ancora nel presente hanno tassi di sedimentazione attuali inferiori al centimetro per secolo, senza trasporti improvvisi di ingenti quantità di materiali, e soprattutto i nuovi sedimenti si depositano sui vecchi con forme indistinguibili da quelle che secondo Berthault si sarebbero originate da una “segregazione meccanica di particelle già sedimentate”. Come mai succede questo? Come spiegare con eventi di sedimentazione improvvisi queste coltri sedimentarie Da dove provengono tutti questi materiali e come mai sono venuti via tutti assieme?


La risposta è in una catastrofe come viene proposta nel diluvio universale della Bibbia. Leggendo i capitoli 7 e 8 della Genesi, sappiamo che il diluvio è durato 1 anno e 10 giorni. Questo diluvio non solo ha inondato tutta la faccia della terra, ma lo ha completamente sconvolto e messo sottosopra. Secondo la teoria tettonica catastrofica delle placche, la Pangea si sarebbe divisa per formare i nostri continenti odierni (Austin, S.A., Baumgardner, J.R., Humphreys, D.R., Snelling, A.A., Vardiman, L. and Wise, K.P., Catastrophic plate tectonics: a global Flood model of Earth history; in: Walsh, R.E. (Ed.), Proceedings of the Third International Conference on Creationism, Creation Science Fellowship, Pittsburgh, pp. 609–621, 1994). La maggior parte delle acque di questo diluvio ha avuto come fonte gli acquiferi della terra. Un movimento cosi catastrofico delle placche è stato accompagnato da eruzioni vulcaniche ed il trasporto di enormi quantità di sedimenti, sia durante la fase dell’innalzamento delle acque che durante il drenaggio delle stesse.


Il diluvio biblico spiega molto bene molte anomalie che lasciano gli evoluzionisti senza risposte adeguate:

  1. Anomalie geologiche come Ayres Rock, Australia che è formato di feldspato fresco.

  2. Strati geologici distinti come l’arenaria di Coconino con un spessore medio di 96 m, ricopre un’area di circa 518,000 km2 con stratificazione incrociata, abbondanza di serie di impronta, pochissima vegetazione e una distinzione netta con gli strati sovra/sottostanti (neanche tane o buchi da vermi).

  3. Vaste riserve di greggio.

  4. Fossili polistrato.

  5. Foreste pietrificate di Yellowstone con tronchi pietrificati per un’altezza di 1200 m. I tronchi si estendono in strati sovrastanti, hanno tutti lo stesso contenuto di minerali, le stesse sequenze di crescita degli anelli, mancano i rami, la corteccia, le radici e sono tutti orientati nella stessa direzione.

  6. La formazione di canyon, come il Grand Canyon.

  7. Anomalie datazione 14C (perchè troviamo datazioni maggiori di 6.000 anni).

  8. Conchigle sulle cime di montagne come Everest e decine di balene perfettamente fossilizzate sulle montagne del Perù.

  9. Cimiteri fossili, parti molli fossilizzate come meduse, fossili “colti nell’atto”.

  10. Stratificazione






Berthault dice che “Quando si forma uno strato o questo fluido era circoscritto lateralmente da corpi solidi oppure dobbiamo considerare che faceva il giro del mondo". Come mai le enormi quantità di sedimento che attualmente escono dai grandi fiumi come Rio delle Amazzoni, Gange ed Orinoco rimangono nei pressi delle foci e formano le grandi conoidi sottomarine, anziché espandersi in tutti i mari in modo uniforme come vuole Berthault? E, in piccolo, come mai questo vale per qualsiasi fiume che sbocca in mare o in un lago? Perchè studiando una serie stratigrafica troviamo un continuo ricambio di ambienti di deposizione e di fossili presenti? Come sarebbe possibile questo se non c'è stato un processo di sedimentazione lungo e continuo?






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08/08/2011 07:08
 
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12. VULCANI ED EROSIONE: sulla Terra esistono centinaia di vulcani attivi e spenti. Come è possibile che quelli non più attivi siano spesso erosi a tal punto da non essere più riconoscibili come vulcani o quasi (tranne osservando le loro rocce): possibile che questo sia successo in così poco tempo?


Anche per questa domanda la soluzione è nel diluvio universale. L’erosione può essere graduale con poca acqua e molto tempo, o catastrofica con molta acqua e poco tempo. Molti vulcani si sono formati durante il diluvio per essere successivamente erosi nelle varie fasi del diluvio e post-diluvio. Va ricordata la tettonica catastrofica delle placche come meccanismo durante il diluvio.


Stefano Bertolini

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08/08/2011 07:10
 
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13. DATAZIONI RADIOMETRICHE: sempre Berthault sostiene che le [sic] “le più moderne ricerche tolgono qualsiasi significato cronologico alle datazioni radiometriche". Ci potrebbe citare queste moderne ricerche, perchè nella letteratura scientifica a mia disposizione non le ho trovate?


Questo tema non era nemmeno da presentare perchè la risposta è già presente nel libro “Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi” curato da De Mattei; Piombino, onestamente, durante il dibattito del 22 ottobre 2010 a Roma ha ammesso di avere letto i riassunti e non il testo. Come spesso accade, gli evoluzionisti, pieni di pregiudizi e molto presuntuosi, non leggono i testi ma procedono per “sentito dire”. Il libro presenta numerosi studi e richerche che evidenzano un grave problema di incongruenze ed errori clamorosi nelle misure radiometriche, ed in particolare quelle sulle roccie. Ogni dato nel libro do DeMattei viene sostenuto dalla bibliografia.


Va notato che i metodi radiometrici si riferiscono alle misure sulle rocce basaltiche, che tipicamente risultano in milioni di anni per il loro esteso tempo di dimezzamento, come i metodi K-Ar, Rb-Sr. Fra i metodi radiometrici esiste un metodo specifico, chiamato metodo radiocarbonio C-14 che va eseguito su resti organici ed arriva ad un’età massima di 50.000 anni.


Seguono alcuni esempi in cui i metodi radiometrici sulle rocce sballano di milioni o addirittura di miliardi di anni, dimostrando che i dati non hanno valore assoluto:

  1. Datazione K-Ar delle rocce dall’eruzione del Monte Sant’Elena (1980): 0,35 Ma - 2,8 Ma. La roccia: meno di 20 anni! (Austin, S.A., Excess argon within mineral concentrates from the new dacite lava dome at Mount St Helens volcano, TJ 10(3):335–343, 1996).

  2. Datazione K-Ar di 5 flussi di lava, Monte Ngauruhoe (NZ): da < 0,27 Ma a 3,5 Ma. Date dei flussi: (1) 1949, (3) 1954, (1) 1975 (Andrew A. Snelling, andesite flows at Mt Ngauruhoe, New Zealand, and the implications for potassium-argon "dating”, Proceedings of the 4th International Conference on Creationism, Pittsburgh, PA, August 3-8, 1998).

  3. Datazioni con vari metodi sulla stessa roccia: Rocce basaltiche, Uinkaret Plateau, Grand Canyon (riconosciuto anche dai geologi evoluzionisti avendo solo migliaia di anni): (Austin, S.A. (ed.) 1994. Grand Canyon: Monument to Catastrophe. Institute for Creation Research, Santee, California, pp. 120–131).

Metodo Età

6 misure potassio-argon 10.000 anni – 117 Ma

5 misure rubidio-stronzio 1.270 Ma – 1.390 Ma

Isocrona rubidio-stronzio 1.340 Ma

Isocrona piombo-piombo 2.600 Ma

  1. Legno immerso in roccia basaltica del terziario, Australia. Il legno aveva 45.000 anni (metodo C-14), la roccia di basalto aveva 45 Ma (metodo K-Ar) (Andrew A. Snelling, Conflicting ‘ages’ of Tertiary basalt and contained fossilised wood, Crinum, Central Queensland, Australia, TJ 14(2) 2000). I segni delle bruciature ancora evidenti sul legno, indicano senza alcun dubbio l’origine della roccia di basalto come un flusso di lava.



Sempre nel suo convegno viene sostenuto che i fossili di dinosauri hanno 60.000 anni sulla base di analisi al radiocarbonio sul collagene.


Non è scritto in alcuna parte del libro che i fossili hanno 60.000 anni, evidenziato anche dal fatto che Piombino non ha letto nè il testo nè le conclusioni. L’atto di J.Holzschun et al., datazione recente al C-14 di fossili comprendenti collagene provenienti da ossa di dinosauro, inizia a p.125 e riassume a p.150 che “l’esecuzione di test su differenti ossa di dinosauro dal 1990 ad oggi ha dimostrato la presenza di significative quantità di C-14 sia per il collagene osseo sia per la bio-apatite ossea con una variabilità da 22.000 a 33.000 anni radiocarbonio.” Quello che probabilmente è completamente sfuggito a Piombino (perché non l’avrà letto) è il ritrovamento di parti molli all’interno del femore solo parzialmente fossilizzato di T-Rex, con ancora globuli rossi visibili al microscopio! (M.Schweitzer and I. Staedter, The Real Jurassic Park, Earth, pp. 55–57, June 1997. M.Schweitzer et al., Soft-tissue and cellular preservation in Tyrannosaurus rex, Science, 307, 2005, pp. 1952-1955). Gli evoluzionisti hanno veramente capito il significato di parti molli all’interno di un osso di T-Rex, completo di globuli rossi? Parliamo al massimo di qualche migliaio di anni e dei 65 milioni non ci pensiamo nemmeno.


Al numero di 60.000 anni sparato da Piombino si trova una corrispondenza ad analisi paleoidrauliche applicate a formazioni geologiche. Prendendo questi dati ed applicandoli alla scala dei tempi per la deposizione di tutti gli strati sedimentari, questi arriverebbero al massimo a 60.000 anni. p. 149.


Come mai allora usate le datazioni radiometriche?


Le incongruenze dei metodi radiometrici sulle rocce li rendono poco affidabili e inutili come misure assolute. Il metodo C-14 rimane più corrispondente all’età reale della vita organica sulla terra di migliaia di anni, nonostante questa abbia le sue incongruenze ed incertezze. Comunque, quello che rimane certo, è che la presenza di C-14 in un reperto lo rende più giovane di 50.000 come valore assoluto (massimo 80.000 se applicata la tecnica radiocarbonio AMS).


Per la datazione dei dinosauri è stato usato il metodo radiocarbonio. Non è per niente follia datare collagene di dinosauro se crediamo che non può avere più di qualche migliaio di anni, come rivendicato dalla presenza di C-14 ed una età certa di meno di 50.000, come verificato sia da misure di collagene che da bio-apatite. La presenze di C-14 nei seguenti test sono nuovamente una testimonianza alla veridicità del racconto biblico:

  1. Il carbone più giovane ha milioni di anni. La maggior parte ha 10 – 100 Ma. TUTTO il carbone testato contiene C-14! (Baumgardner, J. et al., Measurable 14C in fossilized organic materials: confirming the young earth creation-flood model, <www.icr.org/research/icc03/pdf/RATE_ICC_Baumgardner.pdf>, 16 October 2003).

  2. 8 Diamanti Paleozoici del Brazile, uno strato di centinaia di Ma. Datati col C-14 (AMS): 64.900 – 80.000 anni! Il nono diamante fu diviso in 6 pezzi: 69.400 – 70.600 anni, cioè il C-14 era omogeneo escludendo il dubbio per campioni in sistemi che non sono chiusi (R.E. Taylor and J. Southon, “Use of Natural Diamonds to Monitor 14C AMS Instrument Backgrounds,” Nuclear Instruments and Methods in Physics Research B 259 (2007): 282–287).

  3. Campione di legno della metà del triassico: lo strato, conosciuto come Hawkesbury Sandstone, (arenaria), Sydney è datato 230 Ma per la scala stratigrafica. Datato col C-14, il legno ha 33.720 ± 430 anni! (P.J. Conaghan, ‘The Hawkesbury Sandstone: gross characteristics and depositional environment,’ NSW Geological Survey Bulletin 26:188–253, 1980).



Al di là della follia di usare il C14 per un fossile di dinosauro,


E gli evoluzionisti dicono di non essere prevenuti? E’ follia solo per chi ha i paraocchi del dogma evoluzionista.


come sarebbe possibile che in 60.000 anni si formi un sedimento, venga coinvolto in una orogenesi, le rocce sovrastanti vengano erose e quindi questo sedimento affiori di nuovo? Che velocità di sedimentazione, deformazione tettonica ed erosione sarebbero necessarie per fare tutto ciò?


Questa domanda viene ampiamente spiegata nel libro curato da De Mattei. Che gli evoluzionisti si prendano l’onere di leggere prima di criticare.


Come mai ora il mondo geologico procede così più lento oggi?


Il diluvio universale è stato un evento catastrofico universale, che fortunatamente non si ripete più. Eventi catastrofici locali che confutano il concetto dell’attualismo, sono purtroppo assai frequenti.

Stefano Bertolini

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08/08/2011 07:13
 
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14. FOSSILI E OMINIDI: come mai la maggior parte dei fossili proviene da specie non attualmente viventi?


L’origine dei fossili è il diluvio. Molte specie linneane si sono estinte dopo il diluvio a causa dell’ambiente molto più ostile. Le condizioni alterate dell’atmosfera avranno causato unaccelerazione nel tasso di mutazione (raggi cosmici dannosi), e il collo di bottiglia del patrimonio genetico avranno tutti pesato sull’estinzione di queste specie. E’ significativo, però, che dei vertebrati terrestri attualmente classificati sono stati trovati fossilizzati il 97,7% degli ordini.

Le forme di vita compaiono all’improvviso, pienamente formate (come l’esplosione cambriana) e poi si estinguono o persistono. Poi ci sono i fossili viventi e taxon lazzaro come il Limulus polyphemus 455 Ma, Latimeria chalumnae 350 Ma e Wolemis nobilis 65 Ma. Tutto questo è perfettamente in linea con il modello creazionista dell’origine della vita.


Come mai non sono mai stati rinvenuti fossili umani assieme a fossili di dinosauro?


L’intelligenza superiore dell’uomo lo avrà reso l’ultimo ad essere travolto dalle acque diluviane e per un tempo avrebbe cercato di salvarsi aggrappandosi su relitti e vegetazione calleggiante. Il cadavere umano in acqua si gonfia maggiormente delle altre specie e galleggerebbe meglio. Esistono molte altre evidenze di contemporaneetà:

  1. Racconti: Es.Ulysses Aldrovandus, Historia Animalium dei anni 500.

  2. Nell’arte: Es. Figurine di dinosauri insieme all’uomo degli Amerindian Acambaro, geroglifici indiani di sauropoda assieme ad altri animali comuni, nella giungla di Cambogia esiste il tempio buddista Ta Prohm della civiltà Khmer di ~ 200 d.C.. Il tempio è ricoperto di animali familiari come scimmie, lucertole, pappagalli, bufali e uno Stegosaurus. Nella Cattedrale di Carlisle sulla tomba del Cardinale Richard Bell (1496) si trovano incisi nell’ottone intarsiato animali come uccelli, un cane, un’anguilla e due dinosauri.




  1. Orme: Es. Turkmenian plateau, Russia (Kurban Amanniyazov, 31 gennaio 1995 edizione di Komsomolskaya Pravda), da verificare.


Come mai non ci sono fossili di mammiferi nei sedimenti attribuiti al paleozoico, dove i fossili ritrovati sono totalmente diversi dalle forme di vita attuali?


La presenza di differenti fossili nei vari strati rappresenta la loro posizione nelle varie zone ecologiche. La disposizione dei fossili riflette la distribuzione degli animali secondo il loro habitat ed un seppellimento contemporaneo. Cioè, le creature che abitano nei fondali marini si troverebbero nei strati più sottostanti, ecc. Ed i mammiferi, essendo più mobili, nei strati più sovrastanti.






Cosa rappresentano secondo lei fossili come Homo Neanderthalensis, gli Australopitechi tutti, Homo Floresensis, Proconsul e gli altri fossili di ominidi scoperti?


Homo neanderthalensis: Come l’uomo moderno. “Analisi del DNA Neandertal non ha mostrato alcuna differenza significativa con quello dell’uomo moderno”.

Marvin Lubenow, “Recovery of Neanderthal mtDNA: An Evaluation,” Creation Ex Nihilo Technical Journal, 1998.

Australopitechi tutti: Specie di scimmie estinte. “Gli australopiteci conosciuti nei ultimi decenni ora sono irrevocabilmente cancellati dalla storia dell’evoluzione del bipedismo umano...… Tutto questo dovrebbe crearci dei dubbi circa le tradizionali rappresentazioni dell’evoluzione dell’uomo nei libri di testo.…”.

Charles Oxnard (professore di anatomia ed eminente esperto sui fossili australopiteci), The Order of Man: A Biomathematical Anatomy of the Primates, 1984, p. 332.

Questi fossili sono o pienamente uomini o pienamente una specie di scimmia.


Stefano Bertolini

Presidente AISO

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08/08/2011 07:15
 
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15. I GHIACCIAI DEL GONDWANA: conoscerà sicuramente le tilliti del Gondwana: diffuse fra Africa, India, Sudamerica, Australia (e – probabilmente – pure sotto i ghiacci antartici), testimoniano una importante glaciazione. La geologia spiega il tutto mettendo questi continenti tutti uniti l'uno all'altro all'incirca 300 milioni di anni fa e vicini al polo sud. Come può giustificare altrimenti la presenza di queste rocce in zone così distanti fra di loro e delle quali molte si trovano attualmente in posizione equatoriale?


Si spiega con la tettonica catastrofica delle placche. I tilliti e la loro presunta origine glaciale sono il risultato di giganteschi scorrimenti sottacquei. Oard, M.J., Ancient Ice Ages or Gigantic Submarine Landslides, Creation Research Society Monograph No. 6, Creation Research Society, Chino Valley, AZ, 1997.

 

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08/08/2011 07:17
 
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16. IL QUADRO COERENTE DELLA SCIENZA: le osservazioni di uno sterminato numero di geologi, geofisici, biologi, paleontologi, astronomi, chimici, fisici, astrofisici, prendendo i dati dalle più disparate discipline forniscono un quadro coerente sulla storia della Terra, del Sistema Solare e dell'Universo, al di là di particolari nuovi che vengono fuori e che modificano in parte il quadro perchè ancora c'è parecchio da studiare.


Mi ha fatto piacere che Piombino riconosca che TUTTE le discipline della scienza nel loro insieme forniscono un quadro coerente della scienza. Siamo assolutamente daccordo su questo punto.


Il tutto praticamente senza voci contrarie all'interno della Scienza ...


??????? Questo è una opinione personale non sostenuta da alcuna statistica o da un studio scientifico. Perché sempre più scienziati abbandonano l’ipotesi dell’evoluzione perché non regge all’indagine? Es:

  1. Anthony Flew, filosofo, ed il più noto ateo ha dichiarato di avere avuto torto nel suo libro “There is No A God”, “Dio esiste”.

  2. John Sanford, genetista.

  3. Più di 700 scienziati con dottorato: www.dissentfromdarwin.org. Fra gli iscritti ci sono anche coloro che non si riconoscono creazionisti ma non riescono a riconciliare l’ipotesi dellevoluzione con le prove nei loro vari campi di ricerca.















Molti scienziati creazionisti del passato che credevano in un Dio creatore hanno cambiato la storia della scienza. Per elencare solo alcuni dei più noti: Francis Bacon (1561–1626) Metodo scientifico, Galileo Galilei (1564–1642) Fisica, astronomia, Johann Kepler (1571–1630) Astronomia scientifica, Athanasius Kircher (1601–1680) Inventore, Blaise Pascal (1623–1662) Idrostatica; Barometro, Robert Boyle (1627–1691) Chimica; dinamica dei gas,

Nicolas Steno (1631–1686) Stratigrafia, Isaac Newton (1642–1727) Dinamica; calculo; legge gravitazionale; telescopio a riflessione; spettro visibile (scrisse più sulla bibbia che sulla scienza, e forte sostenitore di un Dio Creatore), Carolus Linnaeus (1707–1778) Tassonomia, Michael Faraday (1791–1867) Elettro magnetica; teoria del campo, generatore, Samuel F.B. Morse (1791–1872) Telegrafo, Joseph Henry (1797–1878) Motore elettrico; galvanometro, James Joule (1818–1889) Thermodinamica, Gregor Mendel (1822–1884) Genetica,

Louis Pasteur (1822–1895) Batteriologia; biochimica; sterilizzazione; immunizzazione, Nicolae Paulescu (1890–1960) Fisiologia umana; medicina. Gli scienziati creazionisti continuano le loro ricerche d’avanguardia, spesso riconosciuti fra i primi nei loro campi, per fare avanzare la scienza.


...nei confronti dell'impianto generale del sistema, nonostante i contrasti, anche forti, sulla interpretazione dei dati. Non La fa sentire a disagio essere in disaccordo totale con tutti ?


Siamo completamente sereni nella conoscenza che siamo in buona compagni con autorevoli scienziati delle storia della scienza umana. Personalmente, essendomi convertito da evoluzionista ed ateo, posso dire di essere contento della mia visione del mondo che mi permette di avere una mente aperta a considerare tutte le possibilità. Il riconosciuto leader mondiale Richard Lewontin (Prof. Biologia & Zoologia Harvard) che promuove la biologia evolutiva dichiara (corsivo presente nel testo originale):


Noi difendiamo la scienza nonostante l’evidente assurdità di alcune delle sue affermazioni, nonostante essa non riesca a realizzare molte delle sue stravaganti promesse sulla salute e sulla vita, nonostante la tolleranza della comunità scientifica per delle favole immaginarie prive di verifica, perché abbiamo un impegno aprioristico, un impegno materialista. Non è che i metodi e le istituzioni della scienza ci obblighino ad accettare una spiegazione materialista dei fenomeni, ma al contrario, siamo costretti dalla nostra adesione aprioristica alle cause materiali a creare un apparato d’investigazione ed una serie di concetti che generano spiegazioni materialistiche; non importa quanto contro-intuitive, non importa quanto mistificanti per i non addetti ai lavori. Non solo, ma tale materialismo è un assoluto, perché non possiamo aprire la porta al Piede Divino”, Billions and billions of demons, The New York Review, 9 January 1997, p. 31


Come è possibile che gli attacchi a questo quadro si basino esclusivamente su una interpretazione rigida della Bibbia?


Gli studi nelle varie discipline della scienza hanno fornito sufficienti prove da sostenere la veridicità di quanto la Bibbia afferma per le nostre origini. La Bibbia non è un libro di scienza, ma ci dà una struttura congrua con le osservazioni della scienza.


Leggendo il suo curriculum vitae, come può entrare così pesantemente in questioni di cui non si è mai minimamente occupato, al contrario della folta schiera di cui sopra, asserendo inoltre che questi dicono una montagna di fesserie?


Vediamo la biografia di A.Piombino: iscritto a Scienze Geologiche, “non ho fatto il geologo. Mi interesso di Scienze della Terra, Scienze della Vita, ... e origine delle lingue”* (secondo il suo blog).


*Le consiglio di leggere: C.H.Kang, The Discovery of Genesis, Concordia Publishing House, St.Louis, ISBN 0-570-03792-1


Per lo stesso ragionamento, perché A.Piombino tratta argomenti in cui non è “qualificato”, come nel suo blog e il dibattito del 22 ottobre a Roma?


Lo studio delle nostre origini coinvolge un quadro completo di tutte le discipline, come anche scritto da Piombino nella premessa di questa questione. Questo non è compito che spetta esclusivamente alla biologia. Anzi, la scienza (inclusa la biologia) avanza senza l’evoluzione:


In realtà, negli ultimi 100 anni, quasi tutta la biologia è avanzata indipendentemente dall’evoluzione, eccetto la biologia evolutiva stessa. La biologia molecolare, la biochimica, la fisiologia non hanno assolutamente considerato l’evoluzione” Dr Marc Kirschner, presidente fondatore del Reparto dei Sistemi Biologici, Harvard Medical School, The Boston Globe, 23 Ottobre 2005.


L’evoluzione darwiniana – quali che siano le altre sue virtù – non fornisce una euristica vantaggiosa alla biologia sperimentale.” Philip S. Skell, Professore Emeritus dell’università di Pennsylvania State, e membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze, ‘Perché invochiamo Darwin? La teoria dell’evoluzione contribuisce ben poco alla biologia sperimentale’, The Scientist 19(16):10, 29 Agosto 2005.


Gli evoluzionisti non dicono fesserie, semplicemente i loro presupposti li portano ad interpretare i dati secondo il loro paradigma o visione del mondo.


Come fanno i suoi accoliti a negare tutto questo? Perchè rifiutano il confronto, le banche dati esistenti, la peer-review?


Prendiamo esempi reali del rifiuto del confronto:


  1. 16 Nov 2009: A.I.S.O. organizza un confronto scientifico all’Università di Bergamo. Il giorno dopo che esce la pubblicità in Internet per opposizione da parte della nomenklatura evoluzionista, all'ultimo momento l'Università di Bergamo annulla l’evento.

  2. Marzo 2010: Fu organizzato il Convegno Globale Ateo, Melbourne, Australia. Una delle prime associazioni creazioniste del mondo, Creation Ministries International, con un équipe di scienziati (biologi, genetisti, fisici, geologi, ecc) invita più volte i rappresentanti del convegno ateo (partecipava anche R.Dawkins) ad un dibattito pubblicizzato. Si sono rifiutati.


Chi ha orgaizzato il dibattito del 22 ottobre a Roma, ove ha partecipato anche Piombino? A.I.S.O! Con dei dati tangibili in mano, ripetiamo la domanda. Chi rifiuta il confronto?


I dati e le prove sono sempre le stesse. Cambia solo l’interpretazione!


I creazionisti sono costretti a pubblicare in riviste creazioniste ove vengono applicate le stesse regole per la peer-review. Le riviste evoluzioniste rifiutano a priori la pubblicazione di articoli creazionisti. Dei docenti evoluzionisti sono stati licenziati per aver osato mettere in dubbio l’evoluzione (o solo accennarvi con domande che stimolano la discussione), nonostante aderissero completamente al paradigma dell’evoluzionismo. Questa pressione della nomenklatura evoluzionista è stata presentata nel documentario Expelled, No Intelligence Allowed.













Perchè la maggior parte di loro non hanno una specifica formazione biologica in una Università “normale”?


Che delusione! Siamo partiti bene nella premessa della domanda, dichiarando che il quadro completo della scienza considera veramente ogni disciplina. Ora siamo tornati alla solita frottola della biologia...


Come esempio della specifica formazione del gruppo di scienziati creazionisti della Creation Ministries International, si trova a creation.com/about-us#who_we_are. Ci sono anche biologi! Anzi, 8 dei 27 elencati hanno una formazione nel campo della biologia (30%).


Ancora una volta torniamo ad unopinione personale non sostenuta da alcuna statistica o da uno studio scientifico. Piombino ha forse preparato una lista esaustiva di tutti i proponenti creazionisti, ha verificato sia la loro laurea che il loro campo di lavoro ed ha applicato un calcolo statistico per arrivare a questa conclusione? Direi proprio di no. Come si vede troppo frequentemente, gli evoluzionisti ricorrono a generalizzazioni infondate.


Perchè rifiutano esperimenti e osservazioni empiriche?

Gli scienziati creazionisti regolarmente conducono esperimenti e accettano dati empirici, come quelli della selezione naturale. Sicuramente Piombino sarà consapevole che, per definizione, non si possono condurre esperimenti empirici sull’evoluzione. Per definizione non ci sono dati empirici dell’evoluzione della vita (Es. abiogenesi). Ricordiamoci che l’evoluzione non è la stessa cosa della selezione naturale. Sono due meccanismi completamente diversi.


Mi è difficile capire perché gli evoluzionisti non riescono a comprendere che l’ipotesi dell’evoluzione non rientra nei criteri della scienza, anche prendendo definizioni diverse di quello che costituisce una vera scienza. Il padre del metodo scientifico moderno della falsificabilità ha dichiarato:


Sono arrivato alla conclusione che il Darwinismo non è una teoria verificabile, ma un programma di ricerca metafisica”, K.Popper, Unended Quest: An Intellectual Autobiography [1974], Open Court: La Salle, Ill., Revised Edition, 1982, p.168


Un’altra definizione di una teoria scientifica è che deve essere testabile, osservabile e ripetibile. Non possiamo testare labiogenesi (detta evoluzione chimica), né la mutazione di un organismo in uno completamente diverso per discendenza e modificazione, nessuno lo ha osservato e meno male che la abiogenesi e l’inizio della vita non sia ripetibile! 60 anni di ricerche ed il bombardamento di mosche con sostanze che causano mutazioni genetiche non hanno portato ad alcuna specie ex novo Sono sempre rimaste mosche. Mosche morte, mosche disabilitate, ma sempre mosche.


Come è possibile che ci sia una lobby di persone così gigantesca che ha il solo scopo di combattere la Religione?


Esiste un numero limitato di persone che hanno lo scopo di combattere la Religione, come Richard Dawkins. L’evoluzione è la loro Religione.


L’evoluzione viene promossa dai suoi praticanti come più che solo scienza. L’evoluzione viene promulgata come una ideologia, una religione secolare – una completa alternativa al cristianesimo, con significato e moralità. Sono un evoluzionista fervente ed ex-cristiano, ma devo ammettere … che chi si attiene alla lettera ha assolutamente ragione. L’evoluzione è una religione. Ruse, M. (Prof. di filosofia e zoologia), How evolution became a religion: creationists correct? National Post, pp. B1,B3,B7 May 13, 2000.


La maggioranza degli evoluzionisti lo è per “effetto collaterale” dovuto ad un sistema didattico evoluzionista e prevenuto.



Stefano Bertolini

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08/08/2011 07:23
 
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17. PAPA WOJTILA, L'ALLORA CARDINALE RATZINGER E L'EVOLUZIONISMO. Le riporto testualmente, il punto 63 del documento “Comunione e Servizio" del 2004 reperito nel sito wwww.vatican.va e di cui l'allora Cardinale Ratzinger dovrebbe esserne il supervisore, se non l'ispiratore:

Secondo la tesi scientifica più accreditata, 15 miliardi di anni fa l’universo ha conosciuto un’esplosione che va sotto il nome di Big Bang, e da allora continua a espandersi e a raffreddarsi. Successivamente sono andate verificandosi le condizioni necessarie per la formazione degli atomi e, in epoca ancora successiva, si è avuta la condensazione delle galassie e delle stelle, seguita circa 10 miliardi di anni più tardi dalla formazione dei pianeti. Nel nostro sistema solare e sulla Terra (formatasi circa 4,5 miliardi di anni fa) si sono create le condizioni favorevoli all’apparizione della vita. Se, da un lato, gli scienziati sono divisi sulla spiegazione da dare all’origine di questa prima vita microscopica, la maggior parte di essi è invece concorde nell’asserire che il primo organismo ha abitato questo pianeta circa 3,5-4 miliardi di anni fa. Poiché è stato dimostrato che tutti gli organismi viventi della Terra sono geneticamente connessi tra loro, è praticamente certo che essi discendono tutti da questo primo organismo. I risultati convergenti di numerosi studi nelle scienze fisiche e biologiche inducono sempre più a ricorrere a una qualche teoria dell’evoluzione per spiegare lo sviluppo e la diversificazione della vita sulla Terra, mentre ci sono ancora divergenze di opinione in merito ai tempi e ai meccanismi dell’evoluzione. Certo, la storia delle origini umane è complessa e passibile di revisioni, ma l’antropologia fisica e la biologia molecolare fanno entrambe ritenere che l’origine della specie umana vada ricercata in Africa circa 150.000 anni fa in una popolazione umanoide di comune ascendenza genetica. Qualunque ne sia la spiegazione, il fattore decisivo nelle origini dell’uomo è stato il continuo aumento delle dimensioni del cervello, che ha condotto infine all’homo sapiens. Con lo sviluppo del cervello umano, la natura e la velocità dell’evoluzione sono state alterate per sempre: con l’introduzione di fattori unicamente umani quali la coscienza, l’intenzionalità, la libertà e la creatività, l’evoluzione biologica ha assunto la nuova veste di un’evoluzione di tipo sociale e culturale".


Noto poi come Papa Giovanni Paolo II ha affermato alcuni anni fa che “nuove conoscenze conducono a non considerare più la teoria dell’evoluzione una mera ipotesi. È degno di nota il fatto che questa teoria si sia progressivamente imposta all’attenzione dei ricercatori, a seguito di una serie di scoperte fatte nelle diverse discipline del sapere” (Messaggio alla Pontificia Accademia delle Scienze sull’evoluzione, 1996).

E' vero poi che il messaggio del Papa riconosce che esistono “diverse teorie dell’evoluzione” che sono “materialiste, riduzioniste e spiritualiste” e quindi incompatibili con la fede cattolica. Ma il punto fondamentale è che nel 2004 la Chiesa aveva lanciato un messaggio molto chiaro: occorre adeguare la teologia alle scoperte o, meglio, che la teologia faccia presente a se stessa che le nuove scoperte pongono dei grossi problemi e deve risolverli. A questo punto cito testualmente le sue parole: "d'altra parte, nel campo cattolico, non manca chi rifiuta l’evoluzionismo filosofico, ma accetta sul piano scientifico la teoria dell’evoluzione. Tali posizioni, ieri ed oggi, nascono da un complesso di inferiorità nei confronti della cultura laica, caratteristico di chi non si sente sicuro delle proprie idee cattoliche". Wojtila e Ratzinger appartengono forse a questa categoria? Perchè il magistero della Chiesa si è pronunciato così?


Non posso rispondere per lui. Posso rispondere solo per me stesso e le mie conclusioni a seguito di una lettura della Genesi ed un studio approfondito nella scienza.


Non si sente un po' sconfessato da queste parole?


No, la mia posizione da credente è in perfetta armonia con quanto scritto nella Genesi e quanto rivelato dalla scienza in ogni campo di studio.


Perchè ci sono eminenti scienziati credenti che sono convinti evoluzionisti, come Padre George Coyne?


Un credente che aderisce all’evoluzione, o alle sue molteplici varianti, dovrebbe porsi alcune domande fondamentali:

  1. Se non crediamo nella Genesi, perché credere in tutto ciò che segue nella Bibbia?

  2. Se la morte e la sofferenza ci sono state per milioni di anni prima dell’esistenza dell’uomo e prima del peccato originale, come possiamo attribuire la morte alle conseguenze del peccato?


Segue una citazione testuale che dovrebbe far riflettere:


"È chiaro che la comprensione della vita di Gesù e la Sua morte sono la conseguenza dell’esistenza di Adamo e del frutto proibito che lui ed Eva mangiarono. Senza il peccato originale, chi ha bisogno di essere redento? Senza la caduta di Adamo in una vita di costante peccato, culminata nella morte, quale ruolo rimane per la Cristianità? Nessuno.” G.R. Bozarth, "The Meaning of Evolution", American Atheist, 20 Sep 1979, p. 30


Perchè, studiando le Scienze senza paraocchi ideologici, ma attenendosi ai dati, tutti arrivano alle stesse conclusioni, cattolici, protestanti, musulmani, buddisti, atei o altro che siano?


senza paraocchi ideologici” ????? TUTTI hanno preconcetti e pregiudizi, e sono prevenuti, incluso i creazionisti ed gli evoluzionisti. Siamo prevenuti perché siamo italiani e non inglesi, e gli inglesi sono prevenuti perché cresciuti in Inghilterra e non l’Italia. Sicuramente Piombino riesce ad afferrare questo concetto? In un dialogo personale con Piombino dopo il dibattito del 22 ottobre a Roma, si è espresso così: “Se vedo un coniglio in una roccia so che non è del Cambriano”; in questo ha espresso un pregiudizio. Uno scienziato imparziale che vuole conoscere la verità e vuole fare buona scienza avrebbe detto: “Se vedo un coniglio in una roccia dovrò cercare di capire perché si trova nella roccia.” Quod erat demonstrandum.

I dati sono sempre gli stessi: cambia l’interpretazione.


tutti arrivano alle stesse conclusioni.” ????? I musulmani credono che Allah ha creato il mondo. Moltissimi cattolici e protestanti credono in un Dio Creatore.

Es.: Comunità Cattolica Ecclesiae Domus, 55% degli Americani. Gli atei per definizione non possono credere in un Dio Creatore. Esiste il timore di controbattere il pensiero attualmente dominante presente nell’ambito universitario.



Stefano Bertolini

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10/12/2011 21:29
 
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18. DIO E LA STORIA: come mai i creazionisti vogliono per forza mettere la mano di Dio nella Storia Naturale e scriverlo sui libri scientifici mentre non cercano di imporre questa visione anche nei libri di Storia Umana, quando poi nella Dottrina si accenna anche alla presenza di Dio nella storia umana?


Dio è già integrato nella storia umana. Per dare degli esempi:

  1. Dio rivela a Daniele (Cap 2) che gli imperi Medo-Persiano, Greco, Romano avrebbero seguito quello di Babilonia. Anche Isaac Newton scrive su questo argomento. www.isaacnewton.ca/daniel_apocalypse

  2. Il profeta Isaia predice la sconfitta di Babilonia e la ricostruzione di Gerusalemme da parte di Ciro 150 anni prima dell’evento (Isaia 44:28 e 45:1).

  3. La nascita e la morte di Gesù fu predetto in ogni dettaglio più di 700 anni prima (Isaia 9:6, 7, Isaia 53).

Le predizioni della Bibbia sono sempre state precise ed attendibili perché Dio ha scelto di interagire con l’uomo lungo tutta la storia dell’umanità. La Bibbia ci dice che Gesù tornerà.



Stefano Bertolini

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10/12/2011 21:31
 
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19. MARXISMO, NAZISMO E DARWINISMO: Lei cita spesso il darwinismo in simbiosi con nazismo e comunismo. Su questo io, che - preciso – non sono uno storico, ho dei grossi dubbi. A parte il falso sulla presunta volontà di Marx di dedicare a Darwin un suo libro (equivoco definitivamente chiarito da Margaret A. Fay in "Did Marx of¬fer to dedicate Capital to Darwin?", Joumal of the History of Ideas,39, 1978, e da Lewis S. Feuer, "Is the 'Darwin- Marx correspondence' authentic?",An¬nals of Science,32, 1975) non so se ha presente la questione del darwinismo nell'Unione Sovietica: ai tempi di Stalin il darwinismo e la genetica mendeliana furono messi al bando come “scienza borghese”. I genetisti furono fucilati o condannati ai campi di lavoro in cui morirono. Le conseguenze, specialmente per gli studi sulla vernalizzazione di Trofim D. Lysenko furono devastanti per l'agricoltura sovietica.

Quanto al nazismo, siamo probabilmente davanti alla solita questione della eugenetica e del darwinismo sociale. Puntualizzo che il concetto darwiniano non è la sopravvivenza del più forte ma quella del più adatto. Il che può essere molto diverso: non sempre il più forte è il più adatto! Per esempio alle volte è troppo grande per il cibo a disposizione o per l'ambiente dove vive. Lei ha presente questo particolare di non trascurabile importanza?

Non Le sembra che attribuire a Darwin le colpe dell'eugenetica e di altre cose del genere equivalga ad attribuire a Gesù Cristo le guerre di religione o le torture ed i roghi della Santa Inquisizione, lo sterminio dei nativi americani o altre nefandezze volute o appoggiate dalla Chiesa?


Il darwinismo ha fornito una base “scientifica” al razzismo. Ne “L’origine dell’uomo” Darwin scrive:


In un futuro non molto distante, con il metro dei secoli, le razze umane civilizzate quasi certamente stermineranno e rimpiazzeranno le razze selvagge della terra (..) La distanza tra l'uomo e i suoi simili più vicini sarà allora più grande, perché sarà quella tra l'uomo civilizzato e qualche scimmia così bassa come per esempio il babbuino, anziché come è ora tra il negro o l'australiano e il gorilla”. Charles Darwin, The Descent of Man. 2nd edition, New York, A. L. Burt Co., 1874, p. 178.


Hitler è stato immensamente influenzato dai concetti darwinisti. Sino al 1976 i programmi di eugenetica (Sir F.Galton, cugino di Darwin) eliminavano ‘i meno adatti’. Se gli esseri umani non sono diversi dagli animali, il valore della loro vita si riduce, come tragicamente verificatosi:

  1. Columbine High School, USA: Nel 1999 2 studenti entrano in una scuola e sparano indiscriminatamente, ucidendo 13 studenti ed insegnanti per poi togliersi la vita. Sulle loro T-shirt c’èra la scritta “Selezione Naturale”.

  2. Scuola Superiore, Finlandia: Nel 2007 uno studente entra in una scuola ed uccide 9 ragazzi, incluso se stesso. Sulla sua T-shirt c’era la scritta: “L’Umanità è sovrastimata”. In Internet ha lasciato una registrazione “È ora di rimettere la selezione naturale e la sopravvivenza del più forte sul binario giusto!”




Per il commento sull’Unione Sovietica: che il darwinismo fosse messo al bando è un falso, una leggenda metropolitana, soprattutto italiana. Per Lysenko – biologo e personaggio chiave nella persecuzione degli scienziati nell’URSS - “la comparsa della dottrina di Darwin, esposta nel suo libro “L’Origine delle specie”, ha segnato l’inizio della biologia scientifica”. I comunisti sovietici perseguitarono, e uccisero, i genetisti di fama mondiale. Trofim Lysenko, cit. da Julian Huxley, La genetica sovietica e la scienza. Milano, Longanesi, 1977 (prima edizione italiana: 1952).op. cit. (1977), p. 48. Lysenko era un biologo e personaggio chiave nella persecuzione degli scienziati nell’URSS.


Si riconosce il lavoro di Mihael Georgiev, Capo redatore AISO, deceduto giugno 2010.


Stefano Bertolini

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10/12/2011 21:33
 
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20. TURCHIA E PAESI ISLAMICI: notoriamente Lei è un avversario della integrazione nella UE della Turchia. Ma non Le sembra che la Sua visione della Natura sia più vicina a quella di pensatori islamici come

Harun Yaya e ai regimi integralisti islamici piuttostochè [sic] al mondo occidentale?


Una domande personale a de Mattei a cui dovrà rispondere lui. Però il commento sui pensatori islamici mi sembra in conflitto con quanto espresso per la questione 17: “tutti arrivano alle stesse conclusioni, cattolici, protestanti, musulmani...”



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10/12/2011 21:35
 
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21. UN NUOVO PROCESSO DOPO QUELLO A GALILEO? Quando la Chiesa processò Galileo, fece una figuraccia che poteva risparmiarsi se solo i religiosi non avessero ostacolato rigorose osservazioni scientifiche con teorie filosofiche e religiose che non tenevano conto dei fatti (perchè scritte in un'epoca in cui non c'erano queste conoscenze). Non le sembra di correre il rischio di ripetere un errore simile a quello di 500 anni fa? La Religione quando si è arroccata su posizioni non scientifiche a causa di una presunta superiorità sulle osservazioni scientifiche e difendendo credenze che non avevano alla base né osservazioni né esperimenti scientifici, è già stata sconfitta da Galileo e da Pasteur. Non crede di stare andando verso una nuova e ancora più devastante sconfitta, come paventava un Papa, credo Pio XII, che a chi gli chiedeva di pronunciarsi con una chiara condanna contro il darwinismo rispose "di casi Galileo, nella storia della Chiesa, ne basta e avanza uno".

Lei considera gli scienziati delle persone che hanno come attività preminente la lotta alla Religione. Non le sembra di essere un po' esagerato? Non le sembra di comportarsi in maniera speculare? Non le sembra che l'atteggiamento antiscientifico di molti religiosi sia in parte la causa di questa ostilità?


Forse, in realtà è l’atteggiamento antiscientifico di molti scienziati evoluzionisti che è la causa di questa ostilità. Vorrei dare come esempio una mia esperienza personale. Il 19 giugno 2009, nell’Auditorium del Museo di Scienze Naturali, Brescia, pochi minuti dopo avere iniziato la mia prima conferenza, 4 o 5 persone si alzano ed escono dall’auditorio. 5 minuti prima della fine rientrano. Quando sta per concludere la sessione di Q&A alla fine un signore si alza ed inizia ad insultare la mia persona con varie imprecazioni. Scopro dopo in Internet che era un fisico. Fermamente gli ho richiesto di non essere maleducato (meglio se avessi detto diseducato), di trattenere gli insulti alla mia persona e di esprimersi sui fatti e sulle prove che ho presentato durante la conferenza. Se avesse potuto evidenziare un qualsiasi fatto che era sbagliato lo avrei corretto (non parliamo di interpretazione dei fatti), altrimenti di tacere. L’ho invitato ad ascoltare la conferenza della successiva sera e poi presentare delle domande sensate, perché della prima conferenza aveva assistito solo a pochi minuti. Si è seduto e non l’ho più sentito: né una parola, né l’ho rivisto. Non parliamo poi dei commenti su di me in Internet che erano diffamatorie e assolutamente inesatte. Non parliamo poi dei blogger che si sentivano di avere il diritto di esprimere giudizi su di me in base ad una presunta mia foto, che in realtà era la foto dell’Assessore alla Cultura della Città di Brescia!


Allora chiedo a Piombino: Chi ha l'atteggiamento antiscientifico contro chi non aderisce alla loro religione dell’evoluzione?

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10/12/2011 21:37
 
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22. IL FUTURO DEL CNR: per poter stare al passo con i Paesi più progrediti sono necessarie la ricerca scientifica, di base ed applicata e quella tecnologica. Come è possibile che la crescita del nostro Paese avvenga, come pensa Lei, attraverso le Scienze Umane? Quale progresso ci potranno portare? Lei forse appartiene a quella schiera di epigoni di Benedetto Croce (il quale comunque non credo avrebbe rifiutato per falsi i dati scientifici sull'età della Terra e dell'Universo) per cui solo quella umanistica è Cultura (con la “c” maiuscola) mentre quella tecnica e scientifica è una cultura di serie B e quindi con la C minuscola?


Una domande personale a de Mattei a cui dovrà rispondere lui.

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26/03/2012 09:18
 
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26/03/2012 09:24
 
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MUTAZIONI BENEFICHE:    IL CASO DI LIMONE DEL GARDA

 

    Tutti noi siamo portati a credere a ciò che riteniamo veritiero in relazione a quello che presunti esperti ci spiegano tramite i diversi canali media e così ci ritroviamo a considerare informazioni da verificare come prove oggettive. 

Capita a volte che queste nostre informazioni divenute per noi credenze si difendano in pubblico con forza e convinzione. Purtroppo il problema è presente in ognuno di noi e pochi ne sono coscienti. L’ultimo caso è quello di una docente di storia nel biennio di un Liceo Classico, durante una lezione la docente ha approfondito con la classe la teoria di Darwin mettendone in luce limiti di carattere scientifico e in sostanza la sua inaccettabilità.

   Gli studenti, in parte con ragione visto che gli si poneva un problema: credere o non credere ai libri di testo visto che la loro professoressa, con l’aiuto di pubblicazioni, confutava la teoria di Darwin? 

Ed ecco allora che i giovani, credendo di avere un FATTO inconfutabile a sostegno della teoria, si sono contrapposti alla docente e hanno presentato il caso degli abitanti di Limone sul Garda, portatori di una mutazione genetica, attualmente ancora operante, che avrebbe dato luogo alla produzione di una nuova proteina, la Apolipoproteina A-1 Milano, che protegge dalle malattie cardiovascolari favorendo l’eliminazione del colesterolo.

     Appena appreso della nuova “prova” a sostegno della teoria, mi sono subito chiesto il perché questa prova arrivi da studenti e non la si ritrova in nessun testo a favore di Darwin? 

Già da qui il sospetto che fosse come sempre una notizia “fasulla”; la domanda è stata posta al dott. Nunzio Nobile, che ha subito risposto e spiegato la questione senza nessun tipo di problema e soprattutto confutando che fosse una prova del neodarwinismo:  

La apolipoproteina A ha già una funzione benefica per l'organismo in quanto estrae il colesterolo dal circolo sanguigno e la  porta al fegato dove verrà eliminato attraverso la bile.

La mutazione Milano presente in alcuni abitanti di Limone del Garda non porta quindi ad una funzione nuova ma rafforza ed amplifica la funzione precedente della proteina. Queste mutazioni che provocano miglioramenti di una precedente funzione sono selezionate e si possono diffondere nella popolazione. Non è vero che le mutazioni sono o
dannose o neutrali, qualche volta, seppur molto raramente sono benefiche, ma nel senso che migliorano una precedente funzione oppure possono determinare una perdita di una funzione che nel caso specifico possono dare un vantaggio all'organismo che la possiede: vedasi la resistenza dei batteri  agli antibiotici. 

In queste questioni si deve rifuggire da due opposti estremismi: quello che dice che la teoria darwiniana non è valida in nessun evento della vita ed è da buttare via del tutto e quello che afferma la validità della teoria drwiniana in tutti gli eventi della vita compresa la macroevoluzione e le strutture complesse funzionali integrate. 

Di queste strutture sono piene le cellule, basti pensare alle macchine molecolari enzimatiche formate da molte sub-unità proteiche ,non funzionando una sola di esse  la funzione della struttura viene persa completamente. La formazione di queste strutture non possono assolutamente essere spiegate col meccanismo darwiniano di piccole mutazioni casuali + selezione naturale, per funzionare la struttura tutte le componenti devono essere presenti sin dall'inizio. 

Consiglio  di leggere il libro di Michael Behe 'la scatola nera di Darwin' è un libro molto ben fatto e chiaro e accessibile anche ai non addetti ai lavori. 

In conclusione il meccanismo darwiniano può funzionare per quelle piccole mutazioni che migliorano una funzione precedente ed è questo il caso della apolipoproteina A1 Milano. 

Ma il problema della vita è:   come sono nate le funzioni irriducibilmente complesse?' 
cordiali saluti  Nunzio Nobile medico-chirurgo

Anche in questo caso, come in tutti gli altri, le prove non sostengono per nulla il neodarwinismo; grazie alla docente che con coraggio ha fatto il suo dovere, spiegato con intelligenza le mancanze del neodarwinismo. Grazie al dott. Nunzio Nobile che senza alcun problema ha risolto la questione delle mutazioni a Limone del Garda.

Fabrizio Fratus

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20/04/2012 16:27
 
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Da quando prendere una posizione contraria alla teoria scientifica dominante rende uno antiscientifico de facto?

Il Prof. Bertolini sfida il Prof. Ferraguti sull’evoluzionismo: “Andiamo a dibattito”

L’antievoluzionista crede assolutamente nella storia della vita, semplicemente la sua storia ha un racconto diverso

Dopo l’intervista al Prof. Ferraguti, si è acceso fortemente il dibattito in merito al tema delle origini della vita. Tante le sollecitazioni ricevute dalla nostra redazione, che ha scelto di dare spazio al presidente dell’A.I.S.O. (Associazione Italiana Studi sulle Origini) Prof. Stefano Bertolini.Particolarmente interessante l’invito a venire in pubblico per un confronto scientifico su quanto ha sostenuto nell’intervista e le prove realmente verificabili. 

La prima domanda posta al Prof. è la seguente: Vede in crescita (quantitativa e /o qualitativa) il dibattito sulla teoria evoluzionista a livello globale e nel nostro Paese? 

"Credo che il dibattito sull’evoluzione sia in continua crescita in quanto negli ultimi decenni si è scoperto che la vita e la sua complessità sono specifici, cioè non è dimostrabile e perciò pressoché impossibile che si sia sviluppata ed evoluta come descritta dagli scienziati evoluzionisti; sempre più scienziati si rendono conto che l’evoluzione non riesce a spiegare adeguatamente quello che risulta dalle loro ricerche. 
Anche l’attività anti-creazionista da parte degli atei ed evoluzionisti è in crescita ed è un sintomo della caduta dei pilastri dell’evoluzione che si stanno frantumando. Basta solo leggere i commenti in internet su vari siti e forum che sono diseducati e spregiativi verso chi prende una posizione contraria"


A Ferraguti viene posta la seconda domanda: a suo parere quanto rileva nel dibattito e nel sostegno di una posizione evoluzionista o antievoluzionista l’essere o meno credenti? 

"Il Prof. Ferraguti mi sembra dia molto peso nel definire bene i vari termini in modo da rispondere adeguatamente alle questioni in gioco e con questo concordo perfettamente. Nella scienza le basi di partenza si devono definire. Dove vedo delle opportunità di miglioramento sono proprio nelle definizioni. Non penso che esista qualcuno che consideri l’anti-evoluzionismo la presa di posizione di chi contesta lo studio dell’evoluzione. Sicuramente non si può neanche definire come chi non crede nell’evoluzione, nel fatto che la vita sulla Terra abbia avuto una storia e che la vita sia cambiata nel tempo. Sarebbe anche scorretta quest’insinuazione per i seguenti motivi: 

- il primo è di aver creato un avversario di comodo facilmente abbattibile perché non rappresenta la realtà. L’antievoluzionista crede assolutamente nella storia della vita, semplicemente la sua storia ha un racconto diverso. Sicuramente esiste anche la variazione della vita, cioè variazione all'interno delle specie. 
- il secondo è nel considerare l’evoluzione come un fatto indiscutibile e questo non rispetta il metodo scientifico. Si possono solo verificare con esperimenti empirici osservazioni nel presente. Per definizione l’origine della vita va presunta o inferita per mancanza di prove osservabili, e cosi non rientra nella scienza sperimentale (operativa) ma nella storia. La storia acquista credibilità solo quando sostenuto da un testimone oculare o da prove irrifiutabile. L’origine della vita non è stato osservata e nemmeno le prove a suo sostegno reggono all’indagine scientifica e per questo l’evoluzione rimane una mera ipotesi. 

La giusta definizione dell’antievoluzionista è semplicemente chi non crede nell’evoluzione perché la scienza la confuta. Dire che l’antievoluzionista non crede nelle cose è inoltre scorretto perché mette in dubbio l’integrità di ogni scienziato che non sia evoluzionista, insinuando che essi rifiutano le prove empiriche delle osservazioni nel presente. Anche fra gli antievoluzionisti c’è chi e credente e chi non lo è (vedere il sito www.dissentfromdarwin.org), perciò non è più una questione di fede contro la scienza, ma scienza contro scienza, … o addirittura fede contro fede?"
 

La terza domanda: perché per alcuni la teoria di Darwin è così importante per la struttura in prima istanza della forma mentis scientifica e per altri è un “gigante dai piedi d’argilla” da abbattere? 

"Credo che Darwin sia stato brillante nella presentazione della teoria sulla selezione naturale che non viene negata da chi non è evoluzionista. L’evidenza della variazione nelle specie è indiscutibile (rimaniamo chiari: all’interno di limiti ben definiti dalla specie). Darwin però ha “preso in prestito” (alcuni direbbero plagiato) molte delle sue idee sulla selezione naturale da creazionisti che l’hanno preceduto come: Edward Blyth (tre articoli importanti: The Magazine of Natural History, Volumi 8, 9 e 10, 1835–1837) e Alfred Russel Wallace (manoscritto mandato a Darwin 1858: On the Tendency of Varieties to Depart Indefinitely From the Original Type). Darwin ha commesso un grave errore nell’estrapolare la selezione naturale (osservazioni empiriche nel presente) come meccanismo per spiegare l’evoluzione della vita dall’abiogenesi in tutte le svariate forme conosciute oggi (presunto e senza alcuna evidenza empirica), perché sono due meccanismi molto diversi. Nessuno vuole abbattere Darwin, solo il dogma evoluzionista che rimane infondato. Quando si insegna qualcosa che è stato provato fuorviante e se lo presenta come fatto scientifico, allora c’è veramente qualcosa che non va. L’esempio sarebbero gli embrioni di Haeckel, insegnati in ogni scuola dalle media fino a livello universitario a sostegno dell’evoluzione. I scienziati evoluzionisti hanno scartato la teoria della ricapitolazione decenni fa: “La teoria della ricapitolazione è defunta.” (Stephen J. Gould, Natural History, 89:144, Aprile 1980.) “Questo è uno dei peggiori casi di frode scientifica.” (M. Richardson, The Times (London), p. 14, 11 Agosto 1997.) Ci rendiamo conto di quanto l’evoluzione non è scienza ma un dogma? Si continua ad insegnare delle note frodi, passandole come fatti scientifici"

Si passa poi ad una 4° domanda: le due critiche mosse più di frequente ai sostenitori del neodarwinismo e agli antievoluzionisti sono di essere sostenitori di un dogma ascientifico, per quanto riguarda i primi, e di non essere scientificamente preparati, per quanto riguarda i secondi. Citando anche qualche esempio, può dirci quale delle due più si avvicina a realtà? Essere antievoluzionisti significa essere antiscientisti? 

"In questo caso concordo con Ferraguti nel dire che l’evoluzione consiste in una miriade di posizioni differenziate e che non è possibile definire una posizione unitaria dell’evoluzionismo. Questo ci fa capire che l’evoluzione non ha tutte le risposte, anzi, l’evoluzione solleva sempre più domande sulla sua validità. Perciò, insistere che l’evoluzione è un fatto e che chi non lo accetti sia ignorante diventa una posizione dogmatica, non vi pare? Sono contento che Ferraguti faccia riferimento a ricerche scientifiche che sostengono una posizione alternativa perché permette di evidenziare un fatto molto triste. Tutte le riviste scientifiche rifiutano qualsiasi articolo che non fa riferimento alla teoria di Darwin come unica possibile certezza dell’esistenza della vita e del suo sviluppo sulla terra, questa si chiama censura. Non vengono prese in considerazione nemmeno le posizioni discordanti. Gli antievoluzionisti sono costretti a pubblicare in riviste creazioniste che sono “peer reviewed”. Articoli e pubblicazioni che confutano l’evoluzione abbondano. Gli evoluzionisti si confutano a vicenda. C’è chi sostiene che l’uccello si sia evoluto dai dinosauri (teoria cursoriale) e chi crede che l’uccello discenda da qualche animale (teoria arborea - non dinosauro) da volo planante (come il paleo-ornitologo e evoluzionista A.Feduccia). Il cromosoma Y dell’uomo è più simile a quello del gorilla rispetto allo scimpanzé, nonostante l’antenato comune sia del scimpanzé che dell’uomo si sia diviso molto prima dal ramo che ha portato al gorilla. Questo ci dice che il modello evoluzionista non funziona perché dovremmo essere più simili allo scimpanzé! Lo studio della microbiologia sul DNA nega regolarmente l’evoluzione. Gli antievoluzionisti sarebbero antiscientifici secondo Ferraguti, perché "negano i portati della scienza generalmente condivisi?" Da quando prendere una posizione contraria alla teoria scientifica dominante rende uno antiscientifico de facto? Allora Darwin sarebbe stato antiscientifico perché è andato controcorrente alla posizione creazionista dominante dei suoi tempi. Galileo sarebbe antiscientifico. La scienza non ha forse fatto progressi proprio perché uomini di scienza nel passato hanno avuto il coraggio di confutare la posizione dominante? Dove saremmo in un mondo che non permette il confronto? Si ripeterà la situazione che si è presentata all’università di Bergamo nel 2009 quando la nostra Associazione Italiana Studi sulle Origini aveva organizzato un dibattito e poi la nomenclatura evoluzionista ha troncato l’evento. Chi vuole vivere in un mondo dove uno non è libero di esprimersi diversamente? Secondo Ferraguti Keplero, Pascal, Faraday, Newton, sarebbero tutti antiscientifici perché erano creazionisti? La nostra Associazione Italiana Studi sulle Origini collabora regolarmente con diversi scienziati validi a livello internazionale. Chi ha mai detto che l’antievoluzionista non crede che la vita abbia una storia, che i dinosauri non siano esistiti? Di nuovo quell’avversario di comodo! Accettiamo pienamente una storia della vita e adirittura anche i dinosauri. Semplicemente la spiegazione è un’altra! Per i dinosauri che si evolvono in uccelli ed essere imparentati ai scimpanzé, Ferraguti deve semplicemente leggere le riviste evoluzioniste che li confutano, come Feduccia che confuta gli uccelli evoluti da dinosauri. L’uomo ha la stessa emoglobina dei lombrichi, perciò forse siamo imparentati ai lombrichi dopotutto! Il nostro lisosoma è più simile a quello delle galline rispetto al scimpanzé, questo ci rende forse parenti di un pollo? Non solo la musica e la scrittura hanno prodotto capolavori senza riferimenti all’evoluzione, ma anche la scienza progredisce senza considerare l’evoluzione: “In realtà, negli ultimi 100 anni, quasi tutta la biologia si è avanzata indipendentemente dall’evoluzione, eccetto la biologia evolutiva stessa. La biologia molecolare, la biochimica, la fisiologia non hanno a fatti considerato l’evoluzione.” (Dr Marc Kirschner, presidente fondatore del Reparto dei Sistemi Biologici, Harvard Medical School, The Boston Globe, 23 Ottobre 2005.)"

Si pone un nuovo quesito: il neodarwinismo sostiene che nuove informazioni genetiche foriere di maggiore complessità nascano da mutazioni positive. Ad oggi quali sono gli esempi più importanti a sostegno di questa spiegazione? 

"Sono rimasto sorpreso nel leggere che Ferraguti parli di selezione naturale in grado di selezionare le mutazioni. Mi sembrava fosse una cosa conosciuto da tutto il mondo scientifico che la selezione naturale non può agire direttamente sul genotipo, ma solo sul fenotipo. Non solo il progetto ENCODE ha completamente confutato il concetto fondamentale per l’evoluzione, che il DNA spazzatura non esiste, ma che addirittura il 95% delle trascrizioni funzionanti non indicano alcuna evidenza di pressione selettiva. (Encyclopedia of DNA Elements pilot project, Birney, E., et. al., Identification and analysis of functional elements in 1% of the human genome by the ENCODE pilot project, Nature 447: 799–816, 2007.) Mutazioni non vengono conservate dalla selezione naturale: mutano con un andamento medio. L’evoluzione necessità matematicamente di DNA spazzatura, insistendo che il 97% è non-funzionante, cioè spazzatura. Il progetto ENCODE ha scoperto che più del 98% è funzionante e le parti non codificanti sono addirittura più importanti, così crolla anche questa icona dell’evoluzione. Quando Ferraguti parla dell’evoluzione degli spinarelli è interessante che per la sua dichiarazione “Alcune di queste varianti genetiche erano già presenti nelle popolazioni ancestrali”, perciò cosa centra l’evoluzione? Per quanto le “mutazioni nuove”, l’antievoluzionista non nega l’esistenza di mutazioni, solo il fatto che queste aggiungono nuove funzioni, perché i spinarelli sono rimasti spinarelli! Come i fringuelli possono produrre nuove specie di fringuelli e zanzare nuove specie di zanzare (esempio del Culex molestus nelle gallerie del metro di Londra che sono rimaste isolate dalla popolazione parentale in superficie (Culex pipiens), ma sono sempre rimaste zanzare!)"

L’ultima domanda posta è la seguente: a che punto possiamo dirci nella ricerca del noto "anello mancante" tra uomo e scimmia? 


"E’ vero che si scoprono nuove presunte forme intermedia fra Homo sapiens e i suoi presunti antenati (non ogni giorno come propone Ferraguti), ma è anche vero che uno dopo l’altro vengono scartati come frode o riclassificati come specie di scimmia o semplicemente come umani. Esempi sono: Ramapithecus (struttura dentale identica al babbuino moderno), Australopithecus (Lucy - era una specie di scimpanzé nano e non nostro antenato, Charles Oxnard: professore di anatomia ed eminente esperto sui fossili australopiteci, The Order of Man: A Biomathematical Anatomy of the Primates, 1984, p. 332.), Hesperopithecus (dente di un maiale), Eoanthropus (L’uomo di Piltdown – una frode). Forse Darwinius masillae (Ida) sarebbe una di queste forme di transizione? Soprannominata 'l’8° meraviglia', 'il santo Graal dell’evoluzione'. La famosa voce dei documentari della BBC Sir David Attenborough ha dichiarato: “Questa piccola creatura ci mostrerà il nostro legame con il resto di tutti i mammiferi. L’anello che finora si diceva fosse mancante… ora non manca più.” Invece solo 3 mesi dopo anche Ida finisce nel cestino degli antenati dell’uomo. Gli anelli mancanti fra ogni specie di animale, insetto e pianta o chiamiamoli forme di transizione, semplicemente non sono sostenute dalla paleontologia come confermato anche da Stephen Gould, massimo esponente evoluzionista: “L’estrema rarità di forme di transizione nella storia dei fossili persiste come segreto del mestiere della paleontologia. Gli alberi evolutivi che abbelliscono i nostri libri di testo hanno dati solo alle punte ed i nodi dei loro rami; il resto va inferito, per quanto sia ragionevole, non risulta dall’evidenza dei fossili.(Evolution’s Erratic Pace, Natural History, 86(5):14, May 1977.) "
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20/04/2012 16:41
 
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Bertolini: 'Anche i creazionisti accettano la selezione naturale ma...'

"Ecco perche' non si organizzano dibattiti su questa materia..."

Continua su "La Voce d'Italia" il dibattito in merito alle origini del mondo. Dopo aver ospitato le idee di Piergiorgio Odifreddi, autore di diversi saggi sul tema del darwinismo, diamo spazio al Prof. Stefano Bertolini, presidente dell'Associazione Italiana Studi sulle Origini.

Dott. Bertolini, quali sono, in sintesi, le motivazioni che la spingono a mettere in dubbio la validità della teoria darwiniana?

"Come ingegnere e persona di formazione scientifica non posso giustificare una presa di posizione che non sia sostenuta da prove certe. Non solo l’ipotesi dell’evoluzione (il darwinismo non rientra neanche nella definizione di teoria scientifica secondo diverse definizioni) non viene sostenuta da prove empiriche, ma al contrario, queste la confutano. Cresciuto quasi ateo e avendo unicamente una formazione scientifica fondata sull’evoluzione mi sono trovato in una situazione che mi ha costretto a rivedere la mia visione del mondo. Questo mi ha spinto ad approfondire quello che insegna l’evoluzione e man mano che si allargavano le mie ricerche trovavo delle fondamenta incerte, fino ad arrivare al punto in cui tutta la struttura del neo-darwinismo crollò. La scienza operativa (quella di esperimenti empirici nell’oggi, cioè quello che il mondo oggi chiama scienza) non può e non deve essere confusa con la scienza delle origini (quella senza esperimenti e prove empiriche, cioè la storia). Semplicemente la scienza non sostiene l’ipotesi dell’evoluzione in diversi campi della scienza, dalla genetica alla cosmologia alla geologia. La mia formazione tecnica mi ha costretto ad abbandonare l’evoluzione se volevo rimanere fedele al metodo scientifico"

Ci potrebbe spiegare cosa si intende per creazionismo e quali sono i fondamenti di tale posizione?


"Il creazionismo è lo studio delle nostre origini che vede come unica alternativa all’ipotesi dell’evoluzione una creazione supernaturale, detta anche divina. Questo studio delle origini è fondato su studi scientifici che per un simile ragionamento a quanto risposto precedentemente si può solo basare su studi nel presente e dati empirici ottenuti nel presente. Possiamo sviluppare un modello per cercare di spiegare il presente (prove empiriche) che cerca anche di soddisfare quello che troviamo come indizi del passato come fossili (il passato va inferito perché non eravamo presenti). I nostri modelli avranno anche delle predizioni che vanno soddisfatte, come l’assoluta necessità per l’evoluzione di trovare migliaia di forme di transizione fra ogni specie di animale, insetto e pianta. Quando i dati del presente e le predizioni sostengono un modello piuttosto che l’altro si potrà avere più fiducia in quella spiegazione per chiarire le nostre origini. Molti scienziati creazionisti in ogni campo sono impegnati in ricerche d’avanguardia per cercare di capire e spiegare meglio le nostre origini e le osservazioni fatte. Quando si esclude l’evoluzione l’unica logica alternativa sarebbe un Dio Creatore. Come l’evoluzione esclude un Dio a priori, il creazionismo lo postula. Si evince che la scienza sostiene il racconto biblico ed entrambi rimangono in perfetta armonia. Io sono personalmente arrivato a credere in un Dio Creatore attraverso una convinzione scientifica che l’assioma primario dell’evoluzione semplicemente non regge ed è sbagliato"

Può segnalarci esempi concreti in virtù dei quali la spiegazione di Darwin risulterebbe illogica o errata, e che al contrario sosterrebbero il creazionismo?

"Più che di Darwin parliamo del neo-darwinismo dato che Darwin non sapeva niente della genetica. Il concetto di Darwin sulla selezione naturale, in sostanza, non era sbagliato. Anche i creazionisti accettano pienamente la selezione naturale come meccanismo che sceglie gli esemplari più adatti ad un certo ambiente in base al loro fenotipo. La selezione naturale non agisce direttamente sul genotipo o DNA (vedere a tal proposito ad esempio gli ultimi risultati delle ricerche ENCODE, Birney, E., et. al., Identification and analysis of functional elements in 1% of the human genome by the ENCODE pilot project, Nature 447: 799–816, 2007), ma può per definizione solo selezionare delle caratteristiche già esistenti nell’individuo. Dove Darwin aveva assolutamente torto è pensare che la variazione all’interno di una specie si possa portare alla trasformazione di un organismo in uno completamente diverso. L’evoluzione e la selezione naturale sono due meccanismi molto diversi che non vanno scambiati in un gioco dell’equivoco. L’evoluzione va presunta mentre la selezione naturale si osserva. La microbiologia ha confermato che le mutazioni non aggiungono mai nuove informazioni ma risultano sempre una perdita d’informazione genomica o semplicemente un riarrangiamento dell’informazione già esistente. Questo è chiaramente dichiarato dal rinomato genetista John Sanford nel suo libro “Genetic Entropy: the Mystery of the Genome”, divenuto poi creazionista come risultato di una vita di studio all’avanguardia della genetica.
La lista di altri esempi concreti è molto lunga. Solo alcuni:
• Gli studi sul DNA mitocondriale ed il tasso di mutazione dello stesso confermano l’origine della prima donna moderna a poche migliaia di anni, al contrario dei milioni che ci si aspettava. (Gibbons, A. ‘Calibrating the Mitochondrial Clock’. Science 279(5347):28–29, January 2, 1998).
• Il risultato del sequenziamento del cromosoma Y dello scimpanzé per gli scienziati è stato uno shock perché risultava molto diverso dal cromosoma Y umano quando questa fu comparato. Perché un qualsiasi risultato di una ricerca scientifica dovrebbe portare i ricercatori in uno stato di shock quando i scienziati e la scienza sono cosi oggettivi ed interamente basati sulle evidenze? Ecco, già subito si evince la risposta. Gli scienziati e la scienza NON sono poi tanto oggettivi, ma fortemente influenzati o addirittura accecati dai loro presupposti (“Il rapporto del cromosoma Y fra l’uomo ed il scimpanzé è stato ridotto in briciole.” Buchen, L., The fickle Y chromosome, Nature 463(7278):149, 14 January 2010).
• L’omologia (strutture simili fra specie diverse) viene citata per sostenere un’origine comune, ma ignora troppi problemi meglio spiegati dal punto di vista di un progetto intelligente. Crescenti conoscenze dei fondamenti genetici e molecolari della vita rivelano molti importanti eccezioni e contraddizioni alla teoria. Le eccezioni vengono definiti simili solo per funzione, e sono chiamate analoghe. Si cerca di spiegare l'esistenza di strutture analoghe con un'evoluzione convergente attraverso un'evoluzione indipendente di strutture simili grazie a pressione ambientali simili ma senza alcun sostegno dalle prove. Gli arti anteriori dell'uomo, delle balene, degli uccelli e dei cavalli sarebbero omologhe, mentre le ali degli uccelli e degli insetti sarebbero analoghe. Però la struttura dello scheletro dell'ala di un uccello sarebbe omologa a quella di un pipistrello, per discendenza da un antenato rettilio comune, ma sarebbero contemporaneamente analoghe per la modifica di funzione per il volo (piume per gli uccelli e membrana della pelle per il pipistrello). Quando una similitudine di disegno sostiene l'evoluzione diventa un'omologia e viene accettata come una prova dell'evoluzione, mentre quando non sostiene l'evoluzione le stesse similitudini diventano analoghe. 
• L'embriologia ha dimostrato un importante problema per organi o strutture identiche o simili in differenti animali. Non è insolito trovare strutture omologhe fondamentali come il tratto digestivo (tubo digerente) che si forma da tessuti embrionici differenti in diversi animali. Per esempio negli squali questo si forma dal tetto della cavità digestiva embrionica. Nelle rane si forma dal tetto ed il fondo, invece in uccelli e rettili dalla parte inferiore del disco embrionico o il blastoderma. Anche il classico esempio dell’arte anteriore vertebrato (a cui si riferisce Darwin e che viene citato in centinaia di libri di testo come prova dell'evoluzione) ora si è dimostrato errato come esempio di omologia. Gli arti anteriori di un tritone si sviluppano dai segmenti del torso da 2 a 5, in una lucertola da 6 a 9, e nell'uomo i segmenti si sviluppano da 13 a 18 (de Beer, S.G., Homology, An Unsolved Problem, Oxford University Press, London, p. 13, 1971). Il Dr. Michael Denton ha concluso che questa prova dimostra che gli arti anteriori non si sono sviluppati omologamente. Nuovamente la spiegazione più logica e coerente è quella di un progettista che nel suo disegno ha usato la stessa soluzione per diverse specie che devono tutte vivere nello stesso ambiente.
• Gli embrioni di Haeckel e la sua teoria della Ricapitolazione viene citati in ogni testo scolastico dalle scuole elementari alle università. Peccato che la scienza lo ha scartato da decenni come una frode: “Questo è uno dei peggiori casi di frode scientifica.” (M. Richardson, The Times (London), p. 14, 11 Agosto 1997).
• La datazione viene citata a sostegno dei milioni di anni d’evoluzione, ignorando completamente tutti i risultati che la confutano completamente ed i presupposti tecnici per la misura che sono completamente incerti. La stessa roccia del Uinkaret Plateau (considerata di un età di migliaia di anni) è stata datata con tecniche diverse con età che variavano da 10.000 anni a 2,6 miliardi di anni (Austin, S.A. (ed.) 1994. Grand Canyon: Monument to Catastrophe. Institute for Creation Research, Santee, California, pp. 120–131.). Oppure dinosauri datati a decine di migliaia di anni con il carbonio 14. Addirittura un femore di T.Rex è stato trovato parzialmente fossilizzato con globuli rossi e parti molli presenti all’interno dell’osso (M. Schweitzer and I. Staedter, The Real Jurassic Park, Earth, pp. 55–57, June 1997)"


Si pone in un ambito confessionale, o fa riferimento essenzialmente a credenti data la chiesa come usuale location dei suoi incontri?

"Mi pongo in qualsiasi ambito, non faccio distinzione. In realtà le conferenze più frequentemente vengono presentate in sale pubbliche come l’auditorium del Museo di Scienza e Storia Naturale di Brescia, il Campidoglio a Roma, l’Emeroteca a Mestre, e altre sale comunali. Viene concesso il patrocinio del comune in molti casi"

Qual è la sua posizione sull’Intelligent Design?

"Considero l’ID come scientificamente molto valida. I suoi proponenti sono spesso scienziati emeriti e fanno un ottimo lavoro di ricerca per l’avanzamento della scienza. Molti creazionisti citano spesso il loro lavoro e ne hanno una grande stima. L’ID non va confusa però con il creazionismo come spesso fanno gli evoluzionisti per screditarne il lavoro. Il creazionista non può condividere la loro filosofia perché chi sia questo progettista intelligente non rientra nel suo mandato . Chi sostiene l’ID non sempre crede in un Dio Creatore ed i dettagli dello sviluppo della vita sulla terra spesso non concordano con chi è strettamente creazionista"

Cosa pensa del Comitato Antievoluzionista in Italia?
"Il Comitato Antievoluzionista svolge un importante lavoro di diffusione d’informazione sul dibattito creazione-evoluzione destinata ai giovani, che più di tutti hanno necessità di conoscere la verità sullo stato precario dell’ipotesi dell’evoluzione. La loro posizione va considerata diversa da quella creazionista. Quello che ci unisce è il riconoscimento che la scienza smentisce e confuta assolutamente l’ipotesi dell’evoluzione"

Negli ultimi anni sappiamo di 4 contraddittori nel nostro Paese: nel 2009, alla Casa della Cultura organizzato con il UAAR , a Milano sempre nel 2009 al congresso creazionista, Roma e Milano nel 2011. Come mai in Italia non si sviluppano contraddittori come nel resto del mondo?

"In realtà anche nel resto del mondo non si sviluppano molti contraddittori. La mia unica spiegazione è che la nomenclatura evoluzionista teme il confronto. AISO avrebbe organizzato un altro dibattito all’Università di Bergamo nel 2009, poco dopo che ebbi tenuto delle conferenze al Museo di Scienza e Storia Naturale di Brescia, che ha fatto scaturire un vivo (e poco educato da parte di molto esponenti dell’evoluzione) dibattito in internet. Al momento della pubblicità dell’evento a Bergamo il professore con cui abbiamo collaborato per l’incontro è stato censurato e l’evento cancellato. Recentemente nel 2010 è stato organizzato a Melbourne un congresso ateo mondiale ove avrebbero partecipato i pezzi grossi come Richard Dawkins. L’organizzazione creazionista Creation Ministries International (CMI) li ha invitati ad un dibattito pubblicizzato sulla TV per risolvere pubblicamente l’accusa dagli evoluzionisti che i creazionisti sono solo dei stupidi ignoranti religiosi: gli atei hanno rifiutato. La CMI ha lanciato nuovamente la sfida ed una seconda volta non hanno accettato perché in passato in piccoli dibattiti su radio ed altri media ne sono usciti con la coda fra le gambe. E’ uscito un documentario su DVD chiamato “Expelled, no intelligence required” che documenta diversi casi di docenti universitari che hanno perso il posto di lavoro perché in qualche modo sono stati tacciati di aver messo in dubbio il dogma evoluzionistico. Non dovrebbero proprio essere le università i centri di dibattito e confronto per la progressione della scienza? Conosco personalmente un geologo ricercatore Italiano che lavorava per un centro di ricerca italiano a cui è stato ordinato di non associarsi all’AISO altrimenti avrebbe perso il posto di lavoro. Vorrei lasciarvi due fra tanti possibili riferimenti testuali:
• “In realtà, negli ultimi 100 anni, quasi tutta la biologia è avanzata indipendentemente dall’evoluzione, eccetto la biologia evolutiva stessa. La biologia molecolare, la biochimica, la fisiologia non hanno a fatti considerato l’evoluzione.” Dr Marc Kirschner, presidente fondatore del Reparto dei Sistemi Biologici, Harvard Medical School, The Boston Globe, 23 Ottobre 2005.
• “Noi difendiamo la scienza nonostante l’evidente assurdità di alcune delle sue affermazioni, nonostante essa non riesca a realizzare molte delle sue stravaganti promesse sulla salute e sulla vita, nonostante la tolleranza della comunità scientifica per delle favole immaginarie prive di verifica, perché abbiamo un impegno aprioristico, un impegno materialista. “Non è che i metodi e le istituzioni della scienza ci obblighino ad accettare una spiegazione materialista dei fenomeni, ma al contrario, siamo costretti dalla nostra adesione aprioristica alle cause materiali a creare un apparato d’investigazione ed una serie di concetti che generano spiegazioni materialistiche; non importa quanto contro-intuitive, non importa quanto mistificanti per i non addetti ai lavori. Non solo, ma tale materialismo è un assoluto, perché non possiamo aprire la porta al Piede Divino.” Richard Lewontin, “Billions and billions of demons”, The New York Review, 9 January 1997, p. 31"
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13/01/2022 11:43
 
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DOMANDA riguardo ai FRINGUELLI DI DARWIN

Capita di leggere alcuni articoli che pongono come dato di fatto, che i fringuelli di Darwin sarebbero una delle dimostrazioni di mutazioni di numerose nuove specie.
Si tratta effettivamente di mutazioni da una specie ad un' altra (e quali dimostrazioni vengono portate) o si tratta solo di adattamenti all'interno di una stessa specie?.

RISPOSTA di S.Bertolini

E' importante in partenza definire cosa si intende per specie. La definizione di specie più comunemente accettate è quella della specie biologica secondo E.Mayr (1940).
In sintesi: organismi in grado di riprodursi sono della stessa specie, altrimenti sono specie diverse.

Secondo questa definizione i fringuelli di Darwin non sono nuove specie perché possono riprodursi fra di loro. Come ha accennato lei, si tratta di variazione all'interno di una specie, dovuto all'adattamento. In seguito a Darwin è stato dimostrato da Grant et al. che i cambiamenti osservati, per esempio nei becchi dei fringuelli, sono reversibili nel tempo e dovuto a cambiamenti climatici. L'informazione genetica per la variazione esisteva già nel genoma del fringuello

E' comunque possibile arrivare alla speciazione, cioè la formazione di specie nuove, come per esempio le zanzare finite nelle gallerie del metro di Londra. Dopo 150 anni le zanzare in superficie Culex pipiens non riescono più a riprodurre con le zanzare nelle gallerie e cosi quest'ultimi ora sono una specie separata Culex molestus, ma sono sempre zanzare e rimarranno sempre zanzare. Le mutazioni non hanno creato informazioni genetiche o funzioni nuove. La speciazione osservata rimane sempre all'interno dello stesso genere secondo la classificazione Linneana.

Esiste uno video in internet di una intervista a Richard Dawkins dove li viene chiesto di dare un esempio di mutazione che ha portato ad una nuova specie. Dopo 7 secondi di silenzio imbarazzante chiedo di fermare la registrazione. Quando riparte non risponde alla domanda.

Finisco per confermare che il creazionista accetta pienamente la selezione naturale e la speciazione, perché la selezione naturale agisce sul genoma che già esiste - questo risulta in una perdita di informazione genetica o perdita di una funzione. La selezione naturale non equivale all'evoluzione che sarebbe mutazione + selezione naturale che porta a nuove specie, nuovi organi, nuove funzioni, nuove informazioni genetiche.
Consiglio il libro Entropia Genetica di J.Sanford disponibile dal nostro sito o contattando direttamente la segreteria di redazione.
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13/01/2022 11:53
 
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Questo è il video a cui fa riferimento il post precedente, in cui Dawkins prova a rispondere a una domanda .

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04/03/2022 14:59
 
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Le domande irrisolte dell’evoluzione.
Cosa significa essere un individuo?

cos'è un individuo evoluzione

Ogni individuo è in realtà un complesso consorzio di organismi, legati l’uno all’altro da vincoli di interdipendenza e reciprocità. Scott Gilbert, professore di biologia al Swarthmore College, ne parla con Sofia Belardinelli de Il Bo Live

Charles Darwin dedicò tutta la vita allo studio della natura. Prima di pubblicare, nel 1859, il suo capolavoro, L’origine delle specie, aveva accumulato un’impressionante mole di conoscenze grazie a decenni di osservazioni e studio. La sua visione del mondo naturale è il frutto della combinazione di questo vasto e approfondito studio sul campo con le letture che lo accompagnarono: si tratta, dunque, di una visione figlia della sua epoca, in base alla quale le interazioni tra un organismo e l’altro, e tra questi e l’ambiente, sono interpretate come “una continua lotta per l’esistenza”, una contrapposizione senza quartiere in cui sopravvive chi si trova ad avere a disposizione le caratteristiche giuste nel luogo giusto, risultando così meglio adattato di altri.

A lungo, la biologia novecentesca non ha messo in discussione questa impostazione di fondo, basata sulla competizione tra individui. Al contrario, questa visione è stata applicata a tutti i livelli dell’evoluzione, da quello macroscopico – il conflitto tra specie diverse in un contesto ecologico – a quello microscopico – celebre, in tal senso, è la teoria del gene egoista di Richard Dawkins.

Ma, già nel Novecento, la prospettiva dell’evoluzione incentrata sulla competizione non è stata completamente esente da critiche. C’è stato chi, tra i teorici della biologia evoluzionistica, ha espresso dubbi circa la validità del paradigma dominante, proponendo un’alternativa: si tratta della biologa statunitense Lynn Margulis, la quale, con le sue straordinarie scoperte microbiologiche, ha gettato le basi per una vera e propria rivoluzione della nostra concezione dell’evoluzione e della vita stessa.

Oggi, la biologia evoluzionistica non ha abbandonato la teoria darwiniana, che rappresenta ancora il nucleo fondante della disciplina; tuttavia, essa è stata revisionata ed estesa con nuove conoscenze e nuove teorie. Un deciso mutamento di prospettiva si è verificato in particolare, da alcuni decenni a questa parte, rispetto alla tradizionale concezione dell’individuo come “atomo” – unità indivisibile – della dinamica evolutiva, in costante competizione con gli altri individui. Le riflessioni avviate da Margulis, infatti, hanno restituito una descrizione completamente nuova della vita: secondo questo nuovo, rivoluzionario punto di vista, il mondo biologico non sarebbe basato sulla competizione, quanto sulla cooperazione. È proprio la cooperazione, in altri termini, a rendere possibile l’evoluzione: essa potrebbe addirittura aver svolto un ruolo essenziale per l’emersione delle prime forme di vita.

 

Un’eresia nella biologia evoluzionistica: la vita è cooperazione

Lynn Margulis è la prima scienziata a proporre la rivoluzionaria teoria dell’endosimbiosi. Studiando al microscopio la struttura cellulare, si rende conto che all’interno di ogni cellula sono presenti degli organelli, i mitocondri, che somigliano a veri e propri organismi. La sua ipotesi è che questa somiglianza sia indizio di un’antica autonomia dei mitocondri: questi sarebbero, cioè, i lontani discendenti di batteri che, a un certo punto della loro storia evolutiva, entrarono in simbiosi con determinate cellule, dando così origine agli organismi eucarioti.

La scoperta venne accolta con grande scetticismo dalla comunità scientifica. Si trattava di una proposta quasi eretica, che minava alle fondamenta due capisaldi della “sintesi moderna” della biologia: il dogma della competizione e il principio dell’individualità. Il tempo, tuttavia, è galantuomo, e ha mostrato la validità dell’intuizione di Margulis: oggi, infatti, si ritiene che la cooperazione sia un meccanismo evolutivo importante almeno quanto la competizione, se non ancora più essenziale.

Scott Gilbert, professore emerito di Biologia al Swarthmore College e all’università di Helsinki e fra i maggiori esperti mondiali di biologia ed ecologia dello sviluppo, spiega a Il Bo Live che questa rivoluzione ha profondamente modificato ogni ambito della ricerca biologica, compresa la dimensione molecolare.

«La questione dell’individuazione dell’unità fondamentale della vita è strettamente connessa ai temi dell’individualità e della competizione. Su questo tema, infatti, si fronteggiano due scuole di pensiero: una ritiene che a caratterizzare la vita sia la presenza di metabolismo, l’altra che sia la possibilità di replicare sé stessi. Nel primo caso, l’unità fondamentale della vita è la cellula, che, grazie all’attività metabolica, è in grado di mantenere la propria identità pur modificando, nel tempo, tutte le sue parti: il filosofo Hans Jonas sosteneva che “non è corretto che gli organismi hanno un metabolismo, ma che gli organismi sono un metabolismo”. Questa è la prospettiva della biochimica. Nel secondo caso, invece, il focus si sposta sull’unità di replicazione, il DNA: questa è la prospettiva della biologia molecolare.

Dal mio punto di vista, è più plausibile caratterizzare la vita come ciò che attua un metabolismo, piuttosto che come ciò che è in grado di produrre copie di sé. Tuttavia, potremmo anche provare a tenere insieme le due caratteristiche: è quanto fece, nel 1896, Edmund B. Wilson, che affermò che “l’ereditarietà è il ripresentarsi, nelle generazioni successive, di forme simili di metabolismo”. Sulla scia di questa visione olistica, la posizione oggi più diffusa abbraccia una visione metabolica della vita, dalla quale tuttavia non sono escluse il DNA e la replicazione. Metabolismo e replicazione sono, entrambe, caratteristiche irrinunciabili per un organismo vivente».

Nessuno è un individuo

Ciò è tanto più vero alla luce delle straordinarie scoperte sulla struttura di ciò che, fino a poco tempo fa, era considerato individuo, cioè un organismo unico e indivisibile. La teoria dell’olobionte, proposta ancora una volta dalla biologa Lynn Margulis, sostiene che ogni organismo – che comunemente riteniamo un individuo – sia, in realtà, un complesso ecosistema di organismi che convivono simbioticamente, cooperando per la sopravvivenza dell’insieme – òlon – dalle prime fasi dello sviluppo fino alla morte.

«Quel che ci viene comunemente insegnato sull’essere vivente è che esso sia il frutto di un unico individuo – sia esso l’uovo fertilizzato, un rizoma, o un seme – e che, di conseguenza, abbia un unico genoma e una sola linea di discendenza», spiega il professore. «Ma la teoria dell’olobionte spazza via questa prospettiva: certo, ogni individuo acquisisce i geni dei propri genitori per trasmissione verticale, ma a costituire l’organismo concorre anche un intero consorzio di batteri e altri microrganismi, che sono parte integrante dell’organismo stesso», l’identità del quale assume così una natura inaspettatamente plurale. «I numerosi esseri viventi che compongono l’olobionte sono essenziali per la sopravvivenza dell’ospite: ne regolano l’anatomia, la fisiologia, la capacità immunologica, lo sviluppo e finanche il comportamento». Nessun individuo, a ben guardare, è davvero a-tomos, indivisibile: «Non siamo soltanto individui, dunque: ognuno di noi è un intero bioma, un insieme di ecosistemi», precisa Gilbert.

«Lynn Margulis aveva le idee chiare: in questo sorprendente modo di guardare alla vita, la selezione naturale non è certo inutile, ma la sua centralità è decisamente ridimensionata», spiega il biologo. «Essa non sarebbe, infatti, il motore principale dell’evoluzione, ma interverrebbe solo in un secondo momento, per garantire l’adattamento dell’organismo al proprio ambiente e per evitare l’estinzione.

Possiamo descrivere la dinamica evolutiva come un processo artistico, in cui lo sviluppo – nel quale una grande importanza è rivestita dai simbionti – assolve il ruolo dell’artista, realizzando la parte creativa: è nel corso dello sviluppo, ad esempio, che si originano nuovi fenotipi. La creatività della selezione naturale, invece, è paragonabile a quella di un curatore, che decide quali, tra le nuove creazioni, sono degne di attenzione. La maggior parte delle esplorazioni creative dell’evoluzione non sopravvivono a lungo: a sopravvivere non saranno solo le forme più adatte, ma quelle più adatte a vivere insieme, a cooperare e a coevolvere. In altre parole: sopravvivono gli organismi che sono in grado di unirsi per dare vita a ecosistemi».

È però importante chiarire – sottolinea Gilbert – che descrivere la vita come fondata sulla cooperazione non significa dipingere un quadro a tinte rosee: «La cooperazione in natura non è una situazione idilliaca, e di certo non esclude il conflitto. Cooperazione può voler dire anche “sopravvivenza del più adatto”. Nel momento in cui un certo numero di organismi si consocia per costituire un olobionte – pensiamo, ad esempio, alla simbiosi tra il piccolo cefalopode Euprymna scolopes e il batterio Vibrio fischeri, che permette la formazione di un organo luminescente – molti altri organismi sono brutalmente esclusi dall’unione, e spesso eliminati. L’organismo è una squadra, e per entrare a far parte della squadra la competizione è alta».

Filosofia della pluralità: se la vita è intreccio, fusione, reciprocità

Questa nuova accezione della vita come interdipendenza e cooperazione, basata su intrecci tra specie anche lontanissime fra loro, sottende implicazioni filosofiche di fondamentale importanza. La dimostrazione scientifica del fatto che la competizione individualistica non è il fulcro della vita infligge, ad esempio, un duro colpo all’antropocentrismo, sulla base del quale abbiamo giustificato per secoli un comportamento colpevolmente predatorio nei confronti del resto del mondo naturale. Inoltre, le prove dirette che mostrano oltre ogni ragionevole dubbio come anche i cosiddetti “animali superiori” – tra cui Homo sapiens – dipendano, per la propria stessa sopravvivenza, da organismi “inferiori” come batteri, virus e funghi costituisce un monito a non dare per certa la nostra supposta autonomia dalla natura, e a non affidarci eccessivamente alle nostre capacità tecnologiche. Nell’epoca della Sesta estinzione, faremmo bene a riflettere sull’importanza delle interdipendenze, che lasciano intravedere in filigrana la fragilità ecologica di una giovane e arrogante specie di primati.

«Le implicazioni filosofiche di teorie come quella della simbiosi o dell’olobionte sono moltissime – conferma Gilbert –, e i filosofi che si dedicano a tali questioni sono sempre di più. Tra questi, va sicuramente menzionata la filosofa Donna Haraway, che ha fatto della riflessione filosofica su questi temi il centro delle proprie ricerche.

Haraway individua due principi. Il primo è che “la vita è costituita di intrecci” (life is entanglement): la purezza non esiste. Ogni individuo è una comunità di organismi, è un intero ecosistema, e al tempo stesso è parte di un ambiente più esteso. I nostri componenti interni e gli stimoli ambientali ci modificano continuamente, così che non siamo mai uguali, pur rimanendo noi stessi. Il secondo principio riconosce come caratteristica essenziale della vita il fatto che gli individui con-divengono, divengono insieme. E non si tratta soltanto di una metafora, ma di un fenomeno reale: fin dai primi momenti della vita di un organismo, il suo sviluppo è mediato dai simbionti e dall’ambiente. Il nostro divenire è sempre divenire insieme agli altri.

Accogliendo gli insegnamenti di Lynn Margulis, Donna Haraway sottolinea come, a ben guardare, sia proprio la cooperazione a rendere possibile la vita. Alcuni dei processi fondamentali perché la vita sulla Terra continui ad esistere dipendono da simbiosi: pensiamo all’azotofissazione, resa possibile dai batteri del genere Rizhobium, o alle micorrize, associazioni microscopiche tra funghi e radici che sono in molti casi essenziali per la sopravvivenza delle piante, o ancora ai coralli, forse uno degli esempi più spettacolari di simbiosi, da cui dipende l’esistenza di interi ecosistemi. La competizione, in questa nuova narrazione della vita, perde la sua posizione centrale: c’è chi ha proposto che sia una delle tante possibili forme di cooperazione».

Tali riflessioni hanno anche un importante risvolto che esula dalla riflessione filosofica in senso stretto, e che sfocia nella dimensiona etica: se ad animare la vita è la cooperazione, ne deriva che la regola prima della vita stessa è la reciprocità. «Non è un caso, forse – suggerisce Scott Gilbert – che la reciprocità sia al centro di molte filosofie orientali e di visioni del mondo di tante società indigene.

Donna Haraway (che prima di dedicarsi alla filosofia ha completato la formazione in biologia) utilizza il termine tecnico “induzione reciproca” – usato nella biologia dello sviluppo per indicare, appunto, le interazioni e le modificazioni reciproche che avvengono tra i diversi organi durante le prime fasi dello sviluppo dell’organismo – come parola d’ordine della vita. Secondo la filosofa, il più piccolo modello (e non unità) della vita sono le relazioni, non le singole entità; e, tornando alla questione iniziale di ciò che caratterizza la vita, proprio l’olobionte dimostra che il metabolismo, e non la replicazione, è ciò che rende un organismo vivo».

Il racconto dell’avventura della vita come una storia di scontri e di competizione, in cui sopravvive solo chi vince le battaglie più ardue contro i nemici più duri, è affascinante. «Siamo una specie che ha bisogno di narrare storie: le storie che narriamo, e il modo in cui le raccontiamo, plasmano il nostro mondo», afferma il professore. Tuttavia, sembra che la storia della vita non sia, in realtà, così avvincente, e che la natura non sia, dopotutto, red in tooth and claw. «Oggi, immersi come siamo nell’Antropocene, nel pieno di una crisi planetaria, dovremmo forse abbandonare le storie avvincenti e rivolgerci, invece, alle storie ordinarie: quelle fatte di cooperazione, coevoluzione e reciprocità. Potremmo scoprire che sono proprio queste le storie di cui abbiamo veramente bisogno, per plasmare il mondo in un modo nuovo».


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