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SINTESI DEL CAMMINO SPIRITUALE (di s.Giovanni della Croce)

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2011 19:58
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01/04/2011 19:52
 
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                                                              LA NOTTE ATTIVA


1) La purificazione della volontà, indispensabile per conseguire questo risultato, inizia e si completa con la preghiera. (Ef.6,18)

Attraverso la preghiera fatta con Fede cresce a poco a poco la conoscenza e la stima di Dio e diminuisce quella di s‚ e delle creature; nello stesso tempo la Speranza, scorgendo in Dio, l'Unico che meriti di essere posseduto, convoglia tutti i desideri in Lui solo; e la Carità aderisce sempre più a Dio fino a volere solo Lui e ciò che Lui vuole. ( Rom.5,2-5)

Il primo traguardo da raggiungere per chi intraprende la salita del monte è il "rifiuto di ogni gusto sensibile e di ogni compiacimento di se". Per facilitare questo compito è utile applicare i sensi a gustare le cose spirituali come quelle di compiere il proprio dovere, gli atti di carità, la preghiera, la lettura di libri edificanti e così via. (2 Tim.2,22)

Questi gusti rimpiazzeranno momentaneamente quelli più grossolani come il mangiar bene, vivere comodamente, passare il tempo tra divertimenti e spettacoli, godere piaceri sensuali e simili ritenute comunemente innocue.(Eb.12,1-2)


2) Ma per avanzare nel cammino occorre una costante purificazione che si attua nei seguenti modi:


a) IMITAZIONE DI GESU': "Avere un costante desiderio di imitare Cristo Gesù meditando sulla sua vita per comportarsi il più possibile come Lui si sarebbe comportato". 1S.13,3 (Mt.11,29)


b) PURIFICAZIONE DEI SENSI: "Evitare di ascoltare o vedere o possedere o fare cose che non hanno importanza per il servizio e la gloria di Dio o che non servono ad avvicinare a Lui; se non fosse possibile evitarle, quantomeno evitare di assaporarne il gusto".1S.13,4 (Rom. 12,1)

 

c) PURIFICAZIONE DELLE PASSIONI:


Ogni attaccamento disordinato procura all'anima due generi di danni:

- la priva dello Spirito Santo. (1 Tess. 5,19)

- la stanca, la tormenta, l'oscura, l'insudicia, l'indebolisce, la ferisce.(Rom.6,12-14)

L'anima che aspira all'unione con Dio deve sbarazzarsi da tutti gli appetiti volontari, sia da quelli più gravi (peccati mortali) che danneggiano totalmente l'anima, sia da quelli meno gravi (peccati veniali), particolarmente se costituiscono un'abitudine. (Eb.12,14-16)

Tra le imperfezioni abituali sono, per esempio, l'abitudine di parlar molto, l'affetto per persone particolari, l'attaccamento a un vestito, a un luogo, a dei cibi, a conversazioni, al desiderio di curiosità e cose di questo genere.(1Tim.5,13)

Se non si trova il coraggio di troncare questi attaccamenti si vedrà venir meno la gioia interiore e la fermezza nella preghiera fino alla perdita delle conquiste fatte magari a prezzo di molti sforzi.(Giac.4,3)

Per mortificare le quattro passioni naturali: gioia, tristezza, timore e speranza l'anima deve inclinarsi (1 Cor.9,24-27):

non al più facile ma al più difficile; non al più saporoso ma al più insipido; non a quello che piace di più ma a quello che piace di meno; non al riposo ma alla fatica; non a ciò che consola ma a ciò che sconforta; non al più ma al meno; non alle cose più nobili e preziose, ma alle più vili e spregevoli; non alla ricerca di qualche cosa, ma a non desiderare niente; non alla ricerca del lato migliore delle cose create, ma del peggiore.1S.13,5(Mt.16,24)

 

d) PURIFICAZIONE DELL'AMOR PROPRIO: "l'anima procuri di essere disprezzata e desideri che anche gli altri facciano lo stesso verso di lei. Cerchi poi di parlare in proprio disprezzo e desideri che anche gli altri parlino male di lei. Cerchi di pensare bassamente di s‚ e desideri che tutti pensino altrettanto di lei". 1S.13,9 (Fil.2,3-4)


Solo così l'anima riuscirà a liberarsi da tanti attaccamenti che le impediscono di procedere verso l'unione con l'Amato.


3) La meditazione

Occorre accompagnare la purificazione con la meditazione il cui scopo è quello di "ricavarne conoscenza e amore di Dio" 2S.14,2 (Sal.1,2)

 

Per meditare correttamente è necessario:


a) ritirarsi in un luogo appartato creandosi una pausa sufficiente di silenzio esterno ed interiore. (Mt. 6,6)

b) fare atti di fede nella presenza di Dio che è in noi e che ci ascolta.(Rom.8,8)

c) concentrare la propria attenzione su una particolare verità di fede aiutandosi, se torna utile, con qualche lettura spirituale.

d) pensare che il Signore ci ama e ha dato se stesso per noi.

e) entrare in colloquio confidenziale e amorevole col Signore.

f) rimanere in silenziosa attenzione amorosa.(Gv.19,37)

[Modificato da Credente 01/04/2011 22:00]
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