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LA STORIA ECCLESIASTICA (di EUSEBIO DI CESAREA)

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2019 17:40
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07/02/2011 22:01
 
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La STORIA ECCLESIASTICA di EUSEBIO di Cesarea è uno dei monumenti letterari più interessanti ed importanti della storia del Cristianesimo, in quanto fu scritta alla fine del III sec. d.C. e riporta fatti, avvenimenti e brani letterari dei primi cristiani, redatti secondo l'ottica del tempo delle origini.

Alleghiamo il testo integrale della storia ecclesiastica. Per poter scorrere la visualizzazione le pagine che compongono il libro, occorre usare i tasti freccia e il cursore.



Seguono i brani tratti dal suo secondo libro.

1. la VITA DEGLI APOSTOLI DOPO L'ASCENSIONE DI CRISTO

1. Primo dunque ad essere chiamato fra gli apostoli al posto del traditore Giuda fu Mattia, anch'egli, come si è detto i uno dei discepoli del Signore. Con la preghiera e l'imposizione delle mani, gli apostoli, per il servizio alla comunità, nominarono diaconi sette uomini di rinomata affidabilità, fra cui Stefano tt. Quest'ultimo, come se proprio a questo fosse stato designato, morì lapidato da coloro che avevano ucciso il Signore, ottenendo così, per primo, la corona (ciò significa il suo nome) 2 dei martiri vittoriosi di Cristo. 2. Allora Giacomo, chiamato fratello del Signore - anch'egli infatti era ritenuto figlio di Giuseppe, e Giuseppe era il padre di Cristo, al quale era stata promessa in sposa la Vergine che, prima che essi andassero a vivere insieme, fu trovata gravida ad opera dello Spirito Santo, come insegnano i sacri testi evangelici b -, questo Giacomo dunque, che gli antichi chiamavano "Giusto" per i meriti che guadagnò con la sua virtù, fu il primo, come dicono, a sedere sul trono episcopale della Chiesa di Gerusalemme. 3. Clemente, nel sesto libro delle Ipotiposi3, cosi dice di lui: "Pietro, Giacomo e Giovanni, dopo l'ascensione del Salvatore, pur essendo da lui onorati più di ogni altro, non rivendicarono per sé nessuna onorificenza, ma elessero Giacomo "il Giusto" vescovo di Gerusalemme". 4. Lo stesso autore, nel settimo libro della medesima opera, parla ancora di lui dicendo: "A Giacomo "il Giusto", a Giovanni e a Pietro il Signore, dopo la Resurrezione, diede la scienza, di cui essi poi fecero parte anche agli altri apostoli, e questi ai Settanta, uno dei quali era anche Barnaba.

^6,3-6. ^tl, 18.

1 U.supra^ 12,3.

2 II nome Stefano in greco significa corona {stéphanos). ^ Per quest'opera

 

5. Ci furono due uomini di nome Giacomo: uno di loro, il ^Giusto", fu buttato giù dal pinnacolo del Tempio e bastonato a morte da uno scardassatore ^ l'altro fu decapitato". Di Giacomo il "Giusto" fa menzione anche Paolo scrivendo: Non vidi nessun altro degli apostoli, se non Giacomo, il fratello del Signore c.

6. Intanto ebbe compimento anche la promessa del nostro Salvatore al rè degli Osroeni. Infatti Tommaso, per ispirazione divina, mandò Taddeo a Edessa a predicare ed annunciare l'insegnamento di Cristo, come abbiamo poco prima illustrato riportando la lettera là ritrovata 5. 7. Egli, giunto in quei luoghi, guarì Abgar con la parola di Cristo e lasciò sbigottiti tutti gli abitanti con l'eccezionaiità dei suoi miracoli; e, dopo averli ben disposti con le sue opere e averli spinti all'adorazione della potenza di Cristo, li fece discepoli dell'insegnamento della salvezza. Ancora fino ai nostri giorni tutti gli abitanti della città degli Edesseni si sono dati con tutto se stessi al nome di Cristo, offrendo così una prova considerevole della benevolenza del nostro Salvatore anche verso di loro.

8. Queste cose si desumano dagli antichi; ora invece ritorniamo alla Sacra Scrittura. Al tempo del martirio di Stefano gli stessi Giudei si fecero promotori della prima e più grande persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti i discepoli, ad eccezione soltanto dei Dodici, si dispersero per la Giudea e la Samaria. Alcuni, come dice la Sacra Scrittura d, giunsero fino in Fenicia, Cipro ed Antiochia, ma non osarono predicare ai pagani la dottrina della fede, ma ai soli Giudei. 9. In quel tempo anche Paolo portava rovina alla Chiesa; entrava infatti nelle case dei fedeli e ne trascinava fuori a forza uomini e donne, facendoli poi gettare in carcere.

'-Gal 1,19. ^t 11,19.

4 Operaio che lavora la lana pettinandola e lisciandola con lo scardasso. ^Cf.supra^, 13.

94

10 Anche Filippo, uno di quelli nominati diaconi insieme con Stefano, si trovava fra i dispersi-giunto in Samarla, ricolmo della potenza divina, fu il primo a predicare agli abitanti la parola di Dio. La grazia divina agiva in lui a tal punto da conquistare con le sue parole con molti altri anche Simon Mago 6 11 In quel tempo il famoso Simone aveva un tale potere su coloro che ingannava con le sue arti magiche da essere ritenuto la grande potenza di Dio. Allora, sorpreso anch'egli dai miracoli prodigiosi compiuti da Filippo con l'aiuto della potenza divina, si infiltrò tra i cristiani e finse di accettare la fede in Cristo, facendosi persino battezzare e 12 desta meraviglia che questo venga ancora oggi compiuto da coloro che appartengono alla immondissima setta da lui fondata, questi infatti, introducendosi nella Chiesa come peste e scabbia col metodo del loro fondatore, causano profonda corruzione in coloro nei quali riescono a iniettare il veleno incurabile e terribile nascosto in loro. Ormai molti di costoro sono stati scacciati, quando palesarono la loro malvagità, anche Simone ebbe il meritato castigo, quando Pietro ne svelò la vera natura {

13. Diffondendosi di giorno in giorno sempre più la dottrina del Salvatore, un disegno divino condusse dalla terra degli Etiopi un ministro della regina di quel luogo - infatti, sulla base di una tradizione patria, quel popolo è governato ancora oggi da una donna -, questo fu il primo fra i pagani che Filippo, in seguito ad una apparizione del Verbo divino, rese partecipe dei misteri della parola di Dio, facendolo così primo dei fedeli nel mondo g. La tradizione dice che, fatto ritorno in patria, si fece nunzio per primo della conoscenza del Dio dell'universo e della venuta vivifica fra gli uomini del nostro Salvatore, dando così compimento, con la sua opera, alla profezia che dice:

e Cf At 8, 9-13 t Cf At 8, 18 23 § Cf At 8, 26 39 6 Su di lui cf infra, 13

L'Etiopia fenderà per prima la sua mano a Dio h. 14. In quel tempo Paolo, vaso di elezione, veniva designato apostolo, non però da uomini e neppure per intermediazione di uomini, ma per la rivelazione di Gesù Cristo in persona e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, poiché è stato reso degno di essere chiamato con una visione, accompagnata da una voce celeste.

2. IMPRESSIONE DI tiberio NELL'ASCOLTARE DA Pilato LA STORIA DI cristo

1. E quando il miracolo della Resurrezione del nostro Salvatore e la sua ascesa al cielo erano ormai noti ai più, Pilato, secondo un'antica usanza che imponeva ai governatori di comunicare all'imperatore ciò che di nuovo accadeva nei loro territori affinchè egli fosse al corrente di ogni cosa, riferì all'imperatore Tiberio i fatti riguardanti la resurrezione dai morti del nostro Salvatore Gesù, ormai nota a tutti gli abitanti dell'intera Palestina. 2. Informandolo degli altri suoi miracoli e della sua resurrezione dopo la morte, gli disse che dai più era ritenuto Dio. Si dice che Tiberio abbia sottoposto ciò che aveva appreso al giudizio del Senato, che rifiutò di dare però la propria approvazione, in apparenza perché non era stato richiesto prima il suo parere - vigeva infatti un'antica legge secondo la quale i Romani non dovevano riconoscere nessuno come Dio se non per deliberazione e decreto del Senato 7 -, ma in realtà perché l'insegnamento salvifico dell'annuncio divino non aveva bisogno del giudizio e dell'approvazione degli uomini. 3. Cosi dunque il Senato romano non ratificò ciò che era stato sottoposto alla sua approvazione riguardo al nostro Salvatore;

 

/ Questa disposizione è nota da Cicerone, Leggi, II, 18, 19, da Tito LÌ-^o, Annali, IX, 46 e da Tertulliano, Alle nazioni, I. 10.

 

ma Tiberio rimase saldo nella sua precedente opinione, e non mosse alcuna ostilità contro l'insegnamento di Cristo 8. 4. Tertulliano 9, conoscitore esperto del diritto romano, e del resto uomo famoso e fra i più illustri della Roma del suo tempo, parla di questi fatti nell’ Apologetico, da lui composto in lingua latina e da me poi tradotto in greco. Ecco le sue testuali parole: 5. "Per parlare dall'origine di siffatte leggi, era antico decreto che nessuno doveva essere consacrato dio dall'imperatore senza previo consenso del Senato. Cosi fece Marco Emilio riguardo ad una divinità di nome Alburno 10. E ciò ritorna a vantaggio della nostra tesi, che tra voi la divinità viene conferita da un decreto degli uomini. Se un dio quindi non piace ad un uomo, non viene ritenuto tale; cosi, secondo questo principio, conviene che l'uomo mostri il suo favore a Dio, e non viceversa. 6. Tiberio pertanto, sotto il quale il nome dei cristiani entrò nel mondo, non appena Pilato gli rese nota dalla Palestina, dove essa ha avuto angine, la nostra dottrina, ne diede notizia al Senato, palesan-jo la sua approvazione -

8 La notizia di questo resoconto a Pilato e dell'atteggiamento di Tiberio e del Senato non è attestata ne m Tacito ne m Svetomo ne m Flavio Giuseppe, ma solo m scrittori cristiani (Giustino, I Apologia, 35, e Tertulliano, Apologetico, 5, 2) Essa è pertanto da ritenere frutto di un'invenzione dei Cristiani per spiegare l'assenza di persecuzioni durante il regno di Tibeno

9 Oratore e apologeta cristiano nato intorno al 160 d. C a Cartagme. Si convertì ancora m giovane età al Cristianesimo, da cui poi si allontanò abbracciando prima il Montanismo e fondando poi una propria setta, ispirata ad un estremo rigore morale, i cui seguaci furono detti tertulliamsti Fu scrittore di ingegno abile e fecondo, come dimostrano le sue innumerevoli opere. Di esse Eusebio sembra conoscere solo ^Apologetico, menzionato anche a III 25, 4 , III, 20, 7, 33, 3. V, 5, 5, 5, 7 Si tratta di un'apologià della fede cristiana composta alla fine del 197, in cui l'autore da un lato confuta, con un'aggressività che non ha riguardi neppure per l'imperatore e i filosofi allora illu' stn, le accuse di adulterio, cannibalismo e incesto che i pagani muovevano al cristiani, dall'altro dimostra la superiorità della religione cristiana su quella pagana Non è questo il luogo per elencare tutte le altre opere dell'autore, del resto assai numerose Per esse cf B Altaner, Patrologia, Casale Monferrato 1977 (I ed 1968), pp 151 166

10 Marco Emilio Scauro, console nel 115 a C , tentò di introdurre a Ro' ma d culto di Alburno, una divinità dei Galli Camici, da lui sconfitti, violan do così la legge in questione, per la quale cf n 7


Ma il Senato non diede la propria, perchè non era stata richiesta prima la sua opinione; ma l'imperatore restò saldo nella sua deliberazione, lanciando minacce di morte contro gli accusatori dei cristiani" 11 La divina Provvidenza aveva infatti infuso, secondo l'economia 12, una simile disposizione d'animo in quell'imperatore, affinchè la parola del Vangelo nascesse senza impedimento e si diffondesse in ogni angolo della terra.

3 COME IN POCO TEMPO, LA DOTTRINA DI CRISTO SI PROPAGO’ IN TUTTO IL MONDO

1 Così, con l'aiuto della potente forza celeste, la parola della salvezza, come un raggio di sole, portava la luce sul mondo intero. Subito, per usare le parole della Sacra Scrittura, per tutta la terra si propagò la voce del suoi divini evangelisti ed apostoli, e le loro parole giunsero fino ai confini del mondo ' 2 In ogni città e villaggio molte Chiese erano piene di fedeli, con le aie straripanti di grano, e coloro che, per tradizione atavica e per l'antico errore, avevano l'animo irretito nell'antica malattia della superstizione dell'idolatria, ne furono liberati come da tremendi patroni dalla potenza di Cristo grazie all'insegnamento e ai miracoli dei suoi discepoli. Sciolti così da terribili catene rinnegarono ogni politeismo come opera demoniaca, e credettero nell'esistenza di un solo Dio, creatore dell'universo, che adorarono con i precetti di una vera religione e con la pietà divina e saggia comunicata dall'insegnamento del nostro Salvatore alla vita degli uomini.

'Sal 19 5

11 Apologetico,^ 1 2

12 Sul concetto di economia cf supra, I, n ^

99

3. La grazia divina si diffondeva ormai anche presso altri popoli, e per primo Cornelio 1?, a Cesarea di Palestina, in seguito ad una visione divina e all'aiuto di Pietro abbracciò la fede in Cristo con tutta la sua famiglia '. Ad Antiochia poi il nome dei Cristiani si riversò per la prima volta con l'impetuosità di una ricca e vitale sorgente. La Chiesa di questa città, grazie alla presenza di moltissimi profeti di Gerusalemme, e con loro di Barnaba, Paolo e di molti altri fratelli, fioriva e si popolava sempre più di molti altri Greci, ai quali avevano predicato coloro che si erano dispersi durante la persecuzione contro Stefano k. 4. Poiché Agabo, uno di quei profeti che era con loro, vaticinò una imminente carestia, da qui Paolo e Barnaba furono inviati a Gerusalemme per portare aiuto ai fratelli 1.

4. come, DOPO LA MORTE DI tiberio, gaio NOMINA agrippa RE DEI giudei, coNDANNANDO erode aLL'ESILIO PERPETUO

1. Dopo la morte di Tiberio, che regnò per circa ventidue anni 14, prese il potere Gaio. Questi assegnò subito la corona di rè dei Giudei ad Agrippa, designandolo signore della tetrarchia di Filippo e Lisania, alle quali, dopo non molto tempo, aggiunse anche quella di Erode 16 - questi era il rè sotto cui avvenne la passione del nostro Salvatore -che egli condannò all'esilio perpetuo 17 insieme alla moglie Erodiade, punendolo così per i suoi moltissimi delitti.

i Cf. At 10, 1-33. k Cf. At 11, 19-26. ] Cf. At 11, 27-30.

13 Era il comandante della legione romana di stanza a Cesarea. ^ Dal 14 al 37 d.C.

15 Altro nome dell'imperatore Caligola.

16 Per la tetrarchia di Filippo ed Erode cr. supra, I, n. 41. Lisania era tè' trarca dell'Abilene.

17 Sull'esilio di Erode cr. supra, I, 11,3 e n. 74.

Anche di ciò è testimone Giuseppe 18.

2. Al tempo di Gaio ebbe grande fama Filone 19, uomo illustre non solo tra noi, ma anche fra quanti provengono dalla cultura pagana. Discendeva da un’antica famiglia ebrea, e non era inferiore a nessuno degli uomini illustri di Alessandria. Con quanta e quale fatica egli si dedicò allo studio delle discipline teologiche ebraiche è chiaro a tutti dalla sua opera. E non c'è bisogno di aggiungere altro sul prestigio da lui raggiunto nella filosofia e nelle arti liberali delle scienze profane, poiché è noto che egli si distinse alquanto fra tutti i suoi contemporanei nel coltivare e nel seguire la filosofia di Plafone e di Pitagora.

5. filone È INVIATO ALLA CORTE DI gaio COME AMBASCIATORE DEI giudei

1. Egli parla in cinque libri 20 di ciò che accadde ai Giudei sotto Gaio e della follia di quest'ultimo, che si autonominò dio e fece abusi di potere di ogni genere, delle miserie dei Giudei sotto questo imperatore, dell'ambasceria che fece quando fu Ìnviato a Roma per difendere la causa dei suoi connazionali d’ Alessandria, e di come, presentatesi al cospetto di Gaio per difendere le patrie leggi, non ebbe che risa e beffe, e per poco non mise a rischio anche la propria vita.

 

18 Cf. Antichità giudaiche. XVIII, 224, 237, 252, 255; Guerra giudaica, II, 180-183.

19 Dotto teologo giudeo, nato ad Alessandria fra il 15 e il 10 a.C. Nel 40 d.C. fu inviato dai Giudei di questa città a Roma come ambasciatore a difesa delle tradizioni patrie violate da Caligola, che cercò di introdurre proprie ^figi nelle sinagoghe. Fu l'iniziatore del metodo allegorico nella interpreta-Zlone delle Sacre Scritture, di cui fu esegeta indefesso (cf. a questo proposi-^ il catalogo delle opere riportato da Eusebio al cap. 18). Centrale nel suo pensiero teologico è la concezione del Logos, considerato platonicamente la sede delle Idee, ossia dei modelli originari a cui Dio avrebbe guardato per ^eare il mondo.

20 Riferimento all'opera Ambasceria a Gaio, che riporta gli awenimenti che videro protagonista Filone in qualità di ambasciatore dei Giudei.

[Modificato da Credente 26/01/2019 17:40]
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