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I COMANDAMENTI: base comune per tutti i CREDENTI

Ultimo Aggiornamento: 04/03/2012 23:03
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04/03/2012 23:00
 
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8° NON PRONUNCIARE FALSA TESTIMONIANZA


Es 20,16 e Dt 5,20: «... contro il tuo prossimo».


  1. L’intenzione originaria

In Israele, date le limitate possibilità che la giustizia aveva a sua disposizione, le corrette affermazioni dei testimoni avevano una importanza grandissima. La falsa testimonianza di due testimoni davanti al giudice poteva provocare la condanna a morte di un individuo (Susanna; Gesù…) (Sal 27,12 e 35,11). Ogni israelita veniva invitato a guardarsi dalla falsa testimonianza.

Pr 24,28: «non testimoniare alla leggera contro il tuo prossimo e non ingannare con le labbra…».

Per la Bibbia la verità tiene presente il prossimo, va concepita in maniera interumana e concreta e vista in unione con la fedeltà.

Ef 4,25: «perciò bando alla menzogna, dite ognuno la verità al proprio prossimo perché siamo membra gli uni degli altri». La verità consiste in primo luogo nel cogliere oggettivamente una realtà, ma in un comportamento che favorisce la convivenza umana. La reciproca appartenenza umana non va distrutta dalla menzogna, che semina diffidenza e rende impossibile la convivenza dei membri del corpo di Cristo.

«La verità vi farà liberi» disse Gesù. Libertà da tutto ciò che si oppone ad una relazione viva tra Dio e l’uomo. Il vero rapporto con Dio che elimina tutto quanto ostacola una relazione profonda si ripercuote sul rapporto col prossimo. Verità e veracità, reciproca fiducia sono elementi vitali indispensabili per la libera espansione dell’uomo.


  1. Attualizzazione nella vita pubblica

Nel campo strettamente giuridico: prendere seriamente l’ottavo comandamento significa per i credenti impegnarsi in un ordinamento ed una amministrazione corretta della giustizia, un ordinamento e un’amministrazione che impediscano ogni manipolazione del diritto.

Nel campo giuridico traslato: l’ottavo comandamento non abbraccia solo la sala del tribunale, ma tutte le situazioni in cui, sulla base di affermazioni altrui, si prende di mira un individuo. Nonché l’intenzione con cui i giornalisti mettono in pubblico la vita privata altrui. Non bisogna indulgere a certe forme di spietata esposizione di individui agli occhi di tutti, forme che si richiamano solo ipocritamente alla verità. ‘E’ cosa terribile cadere nelle mani dei giornalisti’. Non esiste ancora un’etica ben sviluppata degli strumenti di comunicazione sociale. Mettere in pubblico la vita altrui o diffondere calunnie a volte cambia la vita di una persona. Occorre dunque rispetto per la vita personale privata delle persone.

Il richiamo alla verità non autorizza a danneggiare in qualche modo la vita, l’onore, la professione e la libertà di un uomo, fintanto che il bene comune non lo richiede. Quel che diciamo deve essere vero, ma non abbiamo l’obbligo di dire tutto quello che è vero.


  1. Attualizzazione nella sfera privata

Le dicerie diffuse frettolosamente, l’interpretazione maligna dell’altrui comportamento possono avvelenare la vita di una persona.

Dire la verità sempre, anche quando reca danno agli altri, non è morale; se non serve a salvaguardare il bene della comunità. La verità spietata non è una virtù biblica. La morale deve essere il più possibile umana ed in sé differenziata: es.: una bugia che procura danno ad altri è più grave di una bugia di necessità con cui cerco di evitare danni ingiusti a me e ad altri. Divulgare le mancanze nascoste del prossimo può essere cosa più grave davanti a Dio delle mancanze stesse.

Alcuni fanatici della verità vanno fieri di sé perché dicono in faccia a tutti quello che pensano. Bisogna fare in modo che la verità anche quando fa male edifichi e non distrugga, infonda coraggio e non deprima.

L’ottavo comandamento tiene conto della malignità del cuore umano che tende a dire più il male che il bene visto nel prossimo. «Non giudicate per non essere giudicati; perché con il giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati» (Mt 7,2).

Come fa Dio con me devo fare anch’io con gli altri: Dio mi ha perdonato, io devo a mia volta perdonare: «Perdonatevi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo» (Ef 4,32).

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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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