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RIFLESSIONI E COMMENTI BIBLICI (vol.2)

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2011 10:21
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19/04/2011 08:35
 
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Per comprendere meglio il difficile versetto di Gv.13,27:

E allora, dopo quel boccone, Satana entrò in lui.

Da quell'ora, Giuda fu interamente sotto il potere del demonio, quanto quelli a pro dei quali Gesù operò delle guarigioni miracolose. Luca 22,3 applica la medesima espressione a Giuda al principio del racconto del suo tradimento, e ciò senza dubbio per spiegare la sua condotta dal principio alla fine. Giovanni, avendoci già detto in Giovanni 13,2 che Satana cominciava a familiarizzare la mente di Giuda col delitto che voleva fargli compiere, introduce le parole "Satana entrò in lui", alla fine del suo racconto, per metterci dinanzi agli occhi la catastrofe finale, che consiste nel trionfo completo del tentatore sopra un cuore che si era avvezzato a scherzare colle sue tentazioni. Quel trionfo di Satana non fu l'atto di un momento, bensì venne lungamente ed accuratamente preparato. Il tentatore, valendosi della cupidità naturale di Giuda, e del fatto che a lui era stata affidata la borsa della piccola comitiva che formava la famiglia di Gesù gli suggerì, il furto e la frode per arricchire a spese del Maestro e dei compagni, e quando lo vide irritato, perché l'olio odorifero da Maria sparso sui piedi di Gesù non era stato piuttosto venduto, e il prezzo dato in custodia a lui, gli, suggerì che poteva compensare sovrabbondantemente una tal perdita, vendendo il suo Maestro alle autorità giudaiche. È probabile che il falso apostolo avesse da sostenere più di una lotta colla propria coscienza, mentre cercava una occasione propizia per commettere il suo delitto; ma oramai la sua libertà era confiscata, egli apparteneva anima e corpo al leone ruggente che va attorno cercando chi egli possa divorare"(1Pietro 5,8).
Una delle malizie di Satana è di far credere agli uomini che egli non esiste, mentre invero egli li tiene come schiavi a suo piacere; ma la prudenza consiste nell'aver sempre presenti alla mente la realtà, la personalità e la potenza del grande nostro nemico spirituale, il diavolo. C'insegni l'esempio di Giuda che chi non resiste fin dal principio, corre il rischio di cadere anima e corpo sotto il suo dominio, e di venir precipitato nella perdizione eterna.
Perciò Gesù gli disse:

Fa presto quel che devi fare.

Le parole scambiate poco prima fra Pietro e Giovanni, e fra Giovanni e Gesù, erano state dette sotto voce, e gli altri discepoli non le avevano udite; ma a Giuda Gesù parlò ad alta voce e tutti l'udirono. Queste parole del Signore non sono un comandamento e nemmeno un permesso di compiere un'azione malvagia, che fino allora non si fosse affacciata alla sua mente, o intorno alla quale egli potesse ancora essere in qualche incertezza; ma Gesù vuole che esegua più rapidamente, senza ulteriori ed ipocriti indugi, ciò che egli sapeva esser già cominciato. Egli leggeva i pensieri più intimi di Giuda; egli sapeva che il pentimento non era più possibile per lui, che già aveva ricevuto il salario della iniquità epperciò gli ordina di affrettare l'esecuzione della sua trama nefanda, perché egli, per parte sua, era preparato, anzi "distretto finché fosse compiuto", e la partenza del traditore riuscirebbe un sollievo per quelli che rimanevano.
[Modificato da Coordin. 19/04/2011 08:37]
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