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RIFLESSIONI E COMMENTI BIBLICI (vol.2)

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2011 10:21
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14/03/2011 08:56
 
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Monaci Benedettini Silvestrini
Al cospetto del Signore

La Quaresima ci invita oggi a rivolgere il nostro sguardo alla mèta definitiva della vita umana, alla vita eterna. Alla fine dei tempi Gesù Cristo sarà giudice glorioso di tutti gli uomini. Allora si rivelerà la sua signoria piena, ora manifestata solo in maniera velata. Il giudizio sul comportamento di ognuno di noi sarà emesso in base a quello che avremo fatto a Lui, nella persona del nostro prossimo, soprattutto dei più piccoli tra i suoi e nostri fratelli. Nell’Antico Testamento Dio parla così: “Io sono il Signore…”. Egli mette avanti la sua autorità e domanda di respingere dal nostro cuore ogni malvagità: è già la strada della carità evangelica. Dio cioè esige la giustizia che è la prima tappa della carità e l’esige con la sua autorità. Dal Levitico al Vangelo di Matteo, ci troviamo in un altro mondo ma con la stessa legge dell’amore. Gesù non parla della sua autorità, ma della sua persona, e si identifica con i poveri. E’ una enorme sorpresa, anche i giusti sono sconcertati: “Quando ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare?”. E Gesù: “Anche se l’avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Ecco il grande cambiamento. Qui non si tratta più soltanto di giustizia, ma di una vera carità: non sono precetti negativi, come nell’Antico Testamento: non rubare, non giurare, non opprimere il fratello. Qui ci viene richiesto di compiere il bene, di andare incontro ai poveri, ai piccoli, ai bisognosi. Il giudizio è portato contro i peccati di omissione. Lasciarsi sfuggire l’occasione di compiere il bene, di aiutare, di confortare chi soffre, è un peccato. Quelli che si sono comportati così non hanno trasgredito la legge, non hanno fatto cose negative ma non hanno fatto del bene che avrebbero dovuto fare, non hanno visto il prossimo che era nel bisogno e la loro omissione ha pesato di più che tanti peccati. Domandiamo al Signore che ci dia la dimensione divina della carità. Quando cerchiamo di aiutare i poveri, non solo i poveri di beni materiali, ma chiunque abbia bisogno di attenzione, di conforto, di comprensione… è Gesù che aiutiamo. Nell’ultimo giudizio saremo giudicati dall’amore che ciascuno di noi avrà accumulato nell’arco della vita.

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