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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol.2)

Ultimo Aggiornamento: 30/06/2011 08:20
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21/05/2011 09:18
 
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Eremo San Biagio


Dalla Parola del giorno
Disse Filippo a Gesù: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre».

Come vivere questa Parola?
Interloquendo con Gesù, Filippo, che forse aspirava a una visione religiosa più alta e più dimostrativa, dice: «Signore, mostraci il Padre». E il Maestro risponde: «Chi ha visto me ha visto il Padre». Con ciò ribadendo che Lui, la sua persona e la sua vita, è lo spazio in cui Dio si è reso visibile e conoscibile.
Questa straordinaria opportunità scaturita dal mistero dell'incarnazione, che l'evangelista Giovanni esprime con profonda elevatezza, lasciando trasparire lo sguardo mistico del contemplativo, rende pienamente possibile la ricerca di Dio, in ogni tempo e ad ogni latitudine.
Ma chiediamoci: dove e come incontrare il Signore, ora, nel tempo della Chiesa, in attesa del suo ritorno? Dove e come fare ancora esperienza di Dio? Certo, nell'ascolto della sua Parola, nella continua memoria della sua vita: in fondo è per questo che gli evangelisti hanno scritto i loro Vangeli. Ma la risposta resterebbe incompiuta se non aggiungessimo un'espressione che si trova nella prima lettera di Giovanni: «Nessuno ha mai visto Dio, ma se ci amiamo scambievolmente, Dio dimora in noi». Dunque Dio continua a farsi presente nell'amore vicendevole: Dio è amore ed è solo in un'esperienza di autentico amore, come quella di Cristo, che l'uomo può entrare in comunione con di Dio.

A quest'intimità aneliamo con cuore ardente mentre oggi, nella nostra sosta contemplativa, ripetiamo al cuore, con fede:

In Cristo, incarnato morto e risorto, anch'io sono nel Padre, e la mia vita glorifica il Suo Nome.

La voce di un teologo russo
L'Incarnazione è il precetto fondamentale della vita; l'Incarnazione, con cui si può misurare la verità e il valore di se stessi, è realizzare le proprie potenzialità nel mondo, accogliere in sé il mondo e formare la materia di sé.
Pavel Florenskij

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