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Meditazioni per le festività (di Mons.Riboldi)

Ultimo Aggiornamento: 07/07/2017 21:39
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19/05/2011 21:41
 
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V Domenica di Pasqua (Anno A)

Pasqua. Mistero di Morte e Resurrezione

Mi è caro farvi dono di un pensiero del grande Papa del sorriso, che fu Giovanni XXIII.

Così descrive il tempo di speranza che ci ha donato la Pasqua di Resurrezione di Gesù:

"Il cristianesimo non è quel complesso di fattori opprimenti di cui favoleggia chi non ha fede, ma è pace, è letizia, è amore, è vita, che sempre si rinnova come il segreto pulsare della natura all'inizio della primavera. Dobbiamo affermarlo con la stessa sicurezza degli apostoli e voi dovete essere convinti come del più bel tesoro, che solo può impreziosire e rasserenare la nostra quotidiana esistenza. La fonte di questa gioia è nel Cristo Risorto, che affranca gli uomini dalla schiavitù del peccato e li invita a essere con Lui creatura nuova, nell'attesa dell'eternità beata. La Pasqua è per tutti un mistero di morte e di vita. In tutto questo tempo la Chiesa farà risuonare il festoso annunzio: 'Il Signore è veramente risorto!'. Questo si deve dire anche di ciascuno dei suoi fratelli. 'E' veramente risorto' per chi era in peccato! Sono risorti i dubbiosi, i diffidenti, i paurosi, i tiepidi. Sono risorti i tribolati, i dolenti, gli oppressi, i miseri. Sappiamo tutti come con l'arresto e la crocifissione del Maestro, gli apostoli si fossero nascosti per evitare il pericolo di subire la stessa sorte di Gesù, in quanto discepoli Suoi. Certamente in loro vi era smarrimento. Scelti e chiamati da Gesù lo avevano seguito per tre anni, notte e giorno, sperando, forse, umanamente, in un risultato stupendo per il loro immediato futuro. Non immaginavano che il Mistero della Salvezza si sarebbe attuato proprio là dove non erano i loro sogni: sulla croce.

L'unica scelta, dopo la morte di Gesù, era di restare insieme, condividendo ricordi, amarezze e, forse, in fondo al cuore ... qualche speranza! Insieme lasciamoci prendere per mano dal racconto del Vangelo di oggi, in cui è evidente come Gesù li avesse 'preparati' e preavvertiti.

"Gesù disse ai suoi discepoli: 'Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. lo vado a prepararvi un posto: quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove vado voi conoscete la via". Gli disse Tommaso: 'Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?' .Gli disse Gesù: 'Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre; fin da ora lo avete conosciuto e lo avete veduto'. Gli disse Filippo: 'Signore, mostraci il Padre e ci basta. 'Gli rispose Gesù: 'Da tanto tempo sono con voi e non mi avete conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me, ma il Padre che è in me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che compio io e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre". (Gv. 14, 1-12)

Devono essere state, per gli apostoli, parole difficili da accogliere, anche se contenevano il grande annuncio della gioia nella fede in Lui e nel seguirLo con docilità, come poi dovrà essere la nostra vita. Ed è proprio a questo che la Pasqua cerca di educarci: vivere con i piedi per terra in questo mondo avaro di vera felicità, con molte prove. Ma, se si vive con fede - come quella che Gesù chiedeva agli apostoli e chiede a ciascuno di noi, a tutti - lo smarrimento cede il posto alla speranza. E Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di speranza!

Ed è proprio questa speranza - intesa come certezza nella fede che i progetti di Dio comunque si realizzeranno - che ci guida a vivere una vita di gioia. Lo avevano compreso i primi nostri fratelli nella fede, come raccontano gli Atti degli Apostoli.

C'è nel racconto di oggi un ammonimento che può riguardare tutti. "In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse il malcontento fra gli ellenisti, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: Non è giusto che noi trascuriamo la Parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate, dunque, fratelli, tra voi, sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito Santo e di saggezza, ai quali affideremo questo incarico. Noi invece ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della Parola.

(At. 6, 1-7)

Siamo ai primi passi della Chiesa, che inizia proprio da Gerusalemme, la città testimone dei grandi eventi dell'amore di Dio tra gli uomini e per gh uomini. Lì era stato crocifisso Gesù, il Messia, il Figlio di Dio. Lì, il terzo giorno, era risuscitato dai morti. Lì era asceso al Cielo e aveva mandato lo Spirito Santo, che continuasse negli Apostoli e poi nella Chiesa la missione della salvezza. E lì la Chiesa ha iniziato il suo cammino nel mondo, fino ai nostri giorni.

Noi oggi, dobbiamo confessarcelo con tanta umiltà, sembra abbiamo perso la bellezza della Chiesa di Dio, come è narrata negli Atti degli Apostoli.

La Comunità dei cristiani pare essersi come appannata, e non certo per colpa di Dio, che continua, nonostante tutto, a far risplendere il Suo fulgore, in figure grandi e piccole della Sua Comunità, basti pensare a S. Teresa di Calcutta o al caro beato, Giovanni Paolo II.

Di fatto, in generale, siamo a volte troppo attenti agli avvenimenti del nostro tempo, che sembra voglia oscurare la speranza ed iniettarci un senso di smarrimento così diffuso ... Non solo, ma un'esagerata pre­occupazione per il benessere, che è la negazione della bellezza delle prime Comunità cristiane, favorisce un atteggiamento di radicato egoismo. Siamo come assediati dai mass-media e diventati incapaci di raccontarci il bene, che pure esiste, ed è l'unico 'stimolo' positivo per voler diventare migliori. Ma basterebbe avere occhi di fede per riscoprire il bello che si realizza, anche se senza rumore e senza trovare spazio nella comunicazione di massa. Basterebbe pensare a come vivono la fede i nostri fratelli in tante parti del mondo: in Cina, dove professandosi cristiani si rischia il carcere; in molti Paesi islamici dove si è perseguitati e uccisi.

Nella mia vita di vescovo, che ha gli occhi rivolti all'opera che Dio compie nella Chiesa, nmango sempre stupito dal bene che incontro e leggo nel mondo, E ce n'è tanto.

Alle volte anche noi vescovi si sentiamo come sommersi dai bisogni che si affollano, Ma ci sostengono la fede e la carità, che sono il segno che Dio è tra noi. Quante volte verrebbe quasi da piangere di fronte ai tanti problemi che non ci lasciano respiro e che cercano risposta, come la cura dei poveri di ogni tipo, ossia non solo della povertà materiale - a volte davvero grave, anche nei nostri Paesi del benessere! - ma soprattutto della povertà di amore, che è davvero la più terribile, fatta di isolamento, sconforto, paure ed ansie, depressione .... C'è da sentirsi davvero impotenti, poi ci consola la realtà di tante aggregazioni piccole o grandi, che sono Cristo che si fa vicino, per mezzo di tanti cristiani, pronti ad asciugare lacrime, che diventano, con la carità, sorriso. E ci consola la fede in Dio che sa farsi vicino a chi si trova in difficoltà, sostenendolo - a volte davvero miracolosamente - con la Sua Presenza.

Il mio pensiero di gratitudine va a tutti i fratelli e sorelle, che hanno il cuore grande come una casa che sa accogliere chi non ha amici o conforto.

Mi ha commosso una donna anziana, piena di acciacchi, che, venendo a farmi gli auguri di Pasqua, non chiese alcun aiuto materiale, ma desiderava solo un momento di ascolto e di comunione di fede. Non dimenticherò mai il suo sorriso, pieno di dolcezza, che chiedeva una preghiera ed una benedizione. Chiedendole se avesse necessità di un aiuto materiale, mi rispose: 'No, Padre, mi basta che lei preghi per me. Mi basta sapere che un giorno risusciterò e con Dio avrò tutto'.

Questa è la vera Pasqua che vivono tanti cristiani, oggi .... Lontano dai clamori o rumori del mondo!

Così come in questi tempi mi sono commosso dalle tantissime e-mail, tutte esprimenti un grande affetto - immeritato - e con profonde riflessioni sul Risorto, che davano la misura di come la Pasqua sia stata per molti davvero la festa della speranza e della vita. Non avrò mai abbastanza riconoscenza per questi preziosi dialoghi con voi, che non contengono banalità, ma la fede semplice, eppur forte e sincera, di chi - tanti - vuole proseguire il suo cammino con il Risorto e verso il Risorto. Grazie!

Signore Gesù, non ho pretese da accampare né meriti da far valere.

La Tua Misericordia è soltanto Grazia.

È Grazia che non si arresta davanti ad alcuna colpa,

né davanti ad una vita aggrovigliata.

Non c'è peccato che Tu non voglia rimettere.

Le Tue parole - pronunciate dal sacerdote: lo ti assolvo -

­rendono il cuore puro e affidato a Te.

E non ti stanchi di aspettarmi, per gettarmi le braccia al collo.

Fra me a tradirti e Tu a perdonarmi, sarò io il primo a desistere.

Tu - per mia fortuna - vuoi avere l'ultima parola:

'Ti sono rimessi i tuoi peccati: va' in pace e non peccare più'.

Antonio Riboldi – Vescovo –

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