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FESTE NATALIZIE : distinguere il sacro dal profano

Ultimo Aggiornamento: 24/12/2012 11:12
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14/12/2010 23:00
 
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Tra la fede religiosa e le usanze mondane vi è stato sempre una rivalità più o meno vistosa.
I primi cristiani tentarono e riuscirono a soppiantare antiche feste pagane con i riti derivanti dalla fede in Cristo.

Ma i non cristiani non si sono mai rassegnati ed hanno sempre cercato di ripristinare o inventare nuove forme per riappropriarsi del loro nonsenso. Sta a noi cristiani cercare di non farci ingannare dai messaggi ingannevoli e seducenti messi in campo dalle martellanti pubblicità e dagli accattivanti sistemi messi in campo soprattutto verso i bambini per tirar dentro anche gli adulti in abitudini e "rituali" che in realtà tentano di soppiantare e sostituire gli elementi costitutivi della Fede.

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14/12/2010 23:02
 
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Ma quale dio Mitra, macché tradizioni celtiche: ecco le vere radici del 25 dicembre. L'uso di ornare l'albero si deve a Lutero

Via i pagani dal Natale

 

Di Cecilia Gatto Trocchi 

Il santo Natale si avvicina. I dodici giorni che vanno dalla Vigilia all'Epifania hanno ruotato per secoli e secoli intorno all'evento grandioso della nascita del Salvatore. Questi giorni dalle lunghe notti sono come un'unica, grandiosa festa che conclude l'anno vecchio e apre il nuovo ciclo generativo della natura e degli uomini. Il fascino della festa squisitamente cristiana è talvolta distorto da luoghi comuni sulle «feste pagane», sul solstizio d'inverno, sul dio Mitra, sui Celti col ramo di vischio, sull'abete cosmico, sulle vergini capaci di partenogenesi, estratte a casaccio dalle religioni di mezzo mondo.

Si dimentica che il cristianesimo non nacque in un deserto ma in un mondo ricco di una grande cultura religiosa, in cui fiorivano rituali maestosi. I Padri della Chiesa scelsero il 25 dicembre, giorno del dio Sole, per festeggiare la nascita del redentore «Sole del mondo». Il dio indo-persiano Mitra non c'entra nulla: la sua religione, vietata alle donne, non oltrepassò mai gli ambienti militari e solo l'imperatore Commodo (il crudele tiranno del film Il gladiatore) ne era iniziato. Da Aureliano in poi, gli imperatori tentarono piuttosto di imporre un culto solare universale, che ebbe scarso successo tra le genti. I Padri della Chiesa scelsero proprio la festa imperiale del Sol Invictus per celebrare la Natività e conservarono l'immagine del Cristo come Sole di verità, di resurrezione e di salvezza. Furono gli intellettuali e i pubblicisti tardo-ottocenteschi a inquinare le tradizioni in Europa e in America, animati da uno zelo positivista e desacralizzante e spinti dall'incipiente e già florida industria del Natale. Oggi si percepisce ancora questa operazione pseudo-culturale: sono sempre più rari i biglietti con le sacre figure di Giuseppe, Maria e il Bambinello, i pastori e le pecorelle.

 Invadono il campo vischio e agrifoglio, abeti, candele, papere, angeli New Age e l'obeso Babbo Natale, una specie di guitto dell'aldilà, che impugna la Coca Cola o spinge antenne paraboliche. Pochi sanno che il grasso gnomo con le renne è una deformazione ormai incomprensibile di San Nicola (in inglese Santa Claus, da Saint Nicolaus) che fu vescovo di Mira e protettore di Bari e Venezia. Santa Claus ha mantenuto di San Nicola solo il rosso dell'abito vescovile, mentre dal Mediterraneo ove visse e predicò nel IV secolo si è spostato in zone gelide, ad indicare virtualmente l'egemonia economica del grande settentrione, americano e nord-europeo. Oggi ogni bottegaio può reclamizzare la sua merce vestendosi banalmente di rosso e di bianco con barba finta e berrettone.

Ma quali sono le «radici pagane» delle feste natalizie? Durante le feste romane di dicembre, i Saturnali, la gente si scambiava i regali e la parola «strenna» deriva dalla dea Strenia che soprintendeva allo scambio. I l dono affonda le sue radici nelle più elementari regole sociali ma non è né pagano né cristiano, è la modalità culturale per allacciare e mantenere relazioni costanti. Nel grande gioco sociale non venivano dimenticati i defunti che dall'aldilà portavano regali ai bambini e ancora oggi in Sicilia sono i morti che portano i doni ai bimbi. L'uso di ornare l'abete con candele e nastri d'argento non risale all'albero cosmico o agli usi più remoti degli onnipresenti Celti, ma al cristianissimo Martin Lutero (era pur sempre un agostiniano) che andando a Wittenberg in una gelida e silenziosa notte di Vigilia vide gli abeti ghiacciati scintillare alla luce della luna e delle stelle e volle ricreare quell'incanto adornando di candeline un abete. L'usanza si radicò nei Paesi germanici e scandinavi luterani tra il Cinque e il Settecento, per poi passare in Inghilterra con la dinastia d egli Hannover. Più tardi si inventò la favola secondo cui l'abete sarebbe stato emblema dei culti arborei delle tribù nord-europee: sacralizzare un oggetto «naturale», un albero, ben si sposa con le manie paganeggianti. Peccato che nessuno preparasse, prima del Cinquecento, l'albero di Natale. Furono le scene della Natività il più antico modo di celebrare le feste cristiane. Santa Maria Maggiore all'Esquilino era chiamata Sancta Maria ad Praesepe, in quanto in essa si conservavano le assicelle della mangiatoia che fu la prima culla di Gesù. Nell'arco trionfale dell'altare vediamo Gesù Bambino in trono sormontato dalla stella e adorato dai Magi. Il simbolo del presepe fu recepito da san Francesco che ambientò il primo presepe plastico nella grotta di Greccio nel 1223. Fu una sacra rappresentazione, un evento «teatrale» in senso moderno che ottenne un successo senza pari. Da allora il presepe fu ripetuto ovunque nell'Europa cristiana.

[Modificato da Coordin. 07/08/2012 19:25]
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18/06/2011 13:34
 
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La festa dell'Epifania, il 6 gennaio, giorno in cui si ricorda la MANIFESTAZIONE DI GESU' ai Re Magi che giunsero a portare i doni al Bambino Gesù. La festa di Epifania a ricordo di questo evento narrato nel vangelo di Matteo, ha le sue origini nell'Oriente Cristiano verso gli anni 120-140 come la commemorazione del battesimo del Signore e rievoca la venuta dei Re Magi. .....ma cosa c’entra in tutto questo la Befana?

Con la tradizione cristiana la Befana non c’entra proprio niente, ma il "mondo" non perde occasioni nè motivazioni per introdurre elementi apparentemente vicini ai fatti evangelici per rifilare le loro figure antitetiche o almeno devianti rispetto al messaggio evangelico.
Sta a noi saper separare il sacro dal profano.
I regali ai bambini possono essere dati ricordando loro che i Magi portarono doni al Bimbo Gesù e scartando la figura di vecchia volante a cavalcioni di una scopa che è molto più vicina al mondo delle streghe che non al mondo del cristianesimo.
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24/12/2012 11:12
 
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Il Natale ha origini pagane? No, non è così

A sostegno di questa tesi ci sono validi argomenti, come ce ne sono a sostegno di una seconda tesi, secondo la quale si accetta che la scelta del 25 dicembre sia stata convenzionale, ma con motivi indipendenti e slegati da piani politico-ideologici legati al contrasto del paganesimo. Una terza tesi, sostenuta da ben più validi e decisivi argomenti, si basa invece sull’archeologia e sostiene che il 25 dicembre sia effettivamente la data storica della nascita di Gesù Cristo.

La redazione UCCR ha approfondito le tre tesi in un nuovo dossier, valutandone a fondo gli argomenti e giungendo ad una conclusione ben precisa: ad un’analisi oggettiva risulta più attendibile la tesi basata sugli studi di Annie Jaubert e sopratutto dello studioso ebreo Shemarjahu Talmon, i quali hanno sostenuto che la data del 25 dicembre è storicamente accertata, e di conseguenza anche tutte le date stabilite dalla tradizione cristiana che vanno perfettamente a collimare con le scoperte di Qumran: l’annuncio di Gabriele a Zaccaria della nascita di Giovanni Battista (23 settembre), la nascita di Giovanni Battista avvenuta nove mesi dopo (24 giugno), l’annuncio dell’arcangelo Gabriele a Maria (e il concepimento verginale di Gesù) avvenuta sei mesi dopo (25 marzo) e, infine, la nascita di Gesù avvenuta nove mesi dopo (25 dicembre).

Abbiamo tuttavia fatto notare che, anche se si volesse sostenere la tesi della vulgata sul tentativo di “cristianizzare” la festa pagana del Sol Invictus, non ci sarebbe nessun imbarazzo per i cristiani: l’inculturazione è un fenomeno assolutamente lecito, diffuso ogni volta che una cultura si è sovrapposta ad un’altra. Così il cristianesimo -sempre che si sostenga tale tesi- ha valorizzato una festa pagana dandole un significato nuovo, senza ovviamente nessun tipo di sincretismo: la festività cristiana del Natale non ha nulla a che vedere con le festività pagane.

A conferma di tutto questo abbiamo citato la posizione personale di Benedetto XVI, il quale aderisce senza alcun problema a tale tesi, affermando: «Molto presto i cristiani rivendicarono per loro il 25 dicembre il giorno natale della luce invitta, e lo celebrarono come natale di Cristo, come giorno in cui essi avevano trovato la vera luce del mondo»(J. Ratzinger, Chi ci aiuta a vivere? Su Dio e l’uomo, Queriniana 2006, pagg. 97-103). Tuttavia, come abbiamo già detto, riteniamo -assieme a tanti altri studiosi e pensatori cattolici (Antonio Socci, Vittorio Messori,  Michele Loconsole, Tommaso Federici ecc.)- molto più attendibile la tesi che vede la data del 25 dicembre storicamente accertata.

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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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