“Basta violenze in Siria”aveva invocato il Papa nel febbraio 2012 durante l’Angelus. AVSI, condividendo le parole del Santo Padre e accogliendo l’appello del Custode di Terra Santa Fr. Pierbattista Pizzaballa per l’emergenza in Siria ha cominciato a svolgere attività a sostegno della popolazione in fuga dall’emergenza in Libano e Giordania, e della popolazione che vive nel conflitto in Siria, aiutando i monasteri francescani che diventano luoghi di accoglienza e aiuto.
In Giordania
A margine del vertice Euromed (Euro-Mediterranean Partnership che promuove l’integrazione economica e la riforma democratica in Nord Africa e Medio Oriente), tenutosi ad Amman in Giordania dal 17 al 19 ottobre, Luca Jahier, Presidente del Gruppo IIII del Cese – Comitato economico e sociale europeo, organo consultativo dell’UE, ha incontrato Simon Suweis, responsabile AVSI in Giordania, che ha illustrato i progetti in corso, in particolare a favore dei profughi siriani.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, in questi ultimi mesi in Giordania si è registrato un sensibile aumento di rifugiati siriani in tutta la regione. I primi ad arrivare nel Paese sono state le famiglie che hanno parenti in Giordania o giovani che hanno partecipato all’opposizione contro il regime siriano.
Al momento, si stima che ci siano circa 120.000 profughi siriani non tutti registrati presso UNHCR, l’Alto Commissariato per i Rifugiati, e il numero aumenta ogni giorno. Molti di questi giovani sono analfabeti o hanno una preparazione scolastica molto carente; questo li porta ad essere esclusi dal mercato del lavoro in Giordania e quindi spesso a creare gravi problemi all’interno della comunità locale che li ospita.
AVSI ha avviato il progetto “Educazione e Formazione per Giovani Siriani e scuola estiva nell’area di Mafraq”, con il coinvolgimento di giovani per migliorare la loro integrazione e le loro capacità culturali offrendo uscite ricreative, momenti di dialogo e confronto. Vengono inoltre realizzate campagne di formazione per le famiglie su salute, igiene e nutrizione, date le circostanze di precarietà in cui si trovano a vivere.
Il progetto prevede inoltre corsi professionali di piccolo artigianato per giovani e attività ricreative e sportive per bambini e ragazzi per aiutarli nel percorso di integrazione con la comunità locale giordana.
Inoltre AVSI, grazie alla collaborazione con Caritas, supporta i rifugiati durante la stagione fredda attraverso la distribuzione di generi di prima necessità nelle città di Amman, Irbid e Mafraq.
In Libano
Il numero dei rifugiati siriani in Libano aumenta rapidamente ogni giorno, circa 400 persone arrivano ogni settimana nel nord del paese. I siriani che ricevono protezione e assistenza in Libano sono quasi 120.000 di cui circa 85.000 sono registrati presso l’ UNHCR.
Nel campo profughi di Delhamiya, nel villaggio di Talabaya, nella valle della Bekaa, e a Terbol ci sono 200 famiglie che arrivano dalla zona di Homs, in Siria. Sono in maggioranza donne e bambini, tutti musulmani. Sono famiglie che vivono in tende di fortuna costruite con stracci e in condizioni igieniche drammatiche.
I bambini non vanno ancora a scuola e i genitori lavorano saltuariamente come operai agricoli giornalieri, senza riuscire a guadagnare il minimo per sopravvivere. Nonostante il Ministero dell’Educazione libanese permetta ai bambini rifugiati siriani di accedere alle scuole pubbliche, il processo di integrazione è lungo e complicato. Il grande problema è che il modello didattico libanese e quello siriano sono molto differenti: in Libano certe materie (scienze, matematica, geografia) vengono studiate in francese o inglese mentre in Siria si studia tutto in arabo, questo causa difficoltà di integrazione e apprendimento.
Due sono le aree principali di intervento di AVSI attraverso l’ausilio di un’equipe dedicata all’urgenza: la prima si basa sul supporto ai rifugiati durante la stagione fredda con interventi di distribuzione di generi di prima necessità come coperte, stufe, gasolio e vestiti. Ad oggi AVSI ha censito 2250 profughi bisognosi di un intervento.
La seconda area di intervento è l’educazione : la decennale esperienza di AVSI in questo settore ha permesso di eseguire un « in-depth assessment » in 21 scuole pubbliche nei distretti di Marjeyoun, Bent-Jbeil e Hasbaya che ospitano circa il 20% di bambini siriani rifugiati in Libano. Di queste, ne sono state selezionate 13 che ospitano 3.288 bambini di cui 569 siriani (18%) e 2719 libanesi. Per sostenerli, vengono proposti corsi di recupero scolastico, alfabetizzazione, attività socio-educative e psicosociali.
Inoltre AVSI insieme a CARITAS ha predisposto una Clinica Mobile, divenuta immediatamente un punto di riferimento per migliaia di persone, specialmente per quei profughi che non possono o non vogliono registrarsi presso i canali ufficiali. L’idea è semplice quanto efficace: un’equipe socio-sanitaria segue un percorso regolare e conosciuto e di villaggio in villaggio incontra le persone bisognose.