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RIFLESSIONI IN PILLOLE

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2022 15:20
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07/09/2016 09:46
 
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Mercoledì 7 Settembre 2016

*Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».*

Il mondo ci dice: la gioia, la felicità, il divertimento, quello è il bello della vita!. E ignora, guarda da un’altra parte, quando ci sono problemi di malattia, problemi di dolore nella famiglia. Infatti il mondo non vuole piangere: preferisce ignorare le situazioni dolorose, coprirle. Invece soltanto la persona che vede le cose come sono, e piange nel suo cuore, è felice e sarà consolata: con la consolazione di Gesù e non con quella del mondo. Questo è il programma di vita che ci propone Gesù. Un programma tanto semplice ma tanto difficile allo stesso tempo. E se noi volessimo qualcosa di più, Gesù ci dà anche altre indicazioni, in particolare quel protocollo sul quale noi saremo giudicati che si trova al capitolo 25 del Vangelo di Matteo: *“Sono stato affamato e mi hai dato da mangiare; ero assetato e mi hai dato da bere; ero ammalato e mi hai visitato; ero in carcere e sei venuto a trovarmi”.* Ecco la strada per vivere la vita cristiana a livello di santità. Del resto i santi non hanno fatto altro che vivere le beatitudini e quel protocollo del giudizio finale. Sono poche parole, semplici parole, ma pratiche a tutti, perché il cristianesimo è una religione pratica, da praticare, da fare, non solo da pensare. (Papa Francesco)
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08/09/2016 16:27
 
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Giovedì 8 Settembre 2016 > Natività della Beata Vergine Maria – Festa

*Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.*

Oggi siamo invitati ad alzare lo sguardo dalle nostre caotiche e assonnate attività, verso la piccola adolescente di Nazareth che ha polverizzato le grandezze e le supponenze dei vari Napoleoni che la storia partorisce a scadenza fissa. La piccola Maria di Nazareth, con la sua struggente fede, la sua trasparente attesa nella venuta del Messia promesso dal Dio dei padri, ancora oggi ci lascia sorridenti e (cristianamente) pieni d’invidia. Maria: noi ti ammiriamo per la tua giovane incoscienza, perché hai creduto e sei beata. Noi – solcati dalle rughe – che abbiamo visto gli abissi del cuore dell’uomo, noi che ci complichiamo la vita con vuoti ragionamenti, restiamo ammutoliti davanti a ciò che hai avuto il coraggio di dire e di fare, tu che hai creduto di diventare la Porta del cielo, di stringere l’immenso infinito nell’angusto spazio del tuo ventre, ci stupiamo della tua trasparente normalità che rischiamo di svilire con i nostri troppi complimenti. E benediciamo la tua nascita, Maria di Nazareth, perché hai fatto fare bella figura alla nostra piccola e fragile umanità: tu sola riscatti la condizione umana agli occhi di Dio. Insegnaci a credere, sorella nostra, insegnaci a lasciarci fare.
*Ave o Maria....*
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09/09/2016 15:09
 
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Venerdì 9 Settembre 2016

*Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?*

La fragilità accomuna tutti gli esseri umani. Riconosciamo di essere peccatori, bisognosi dell’aiuto e del perdono divino, ma lo diciamo più con la testa che con la vita! Troppo spesso ci ergiamo a giudici del male altrui e siamo anche capaci di divenire spietati. Secondo un antico racconto, noi abbiamo come due sacche: una davanti a noi che contiene il nostro bene e quella dietro che contiene il male. Vediamo, dunque, molto bene il male che gli altri compiono, mentre di noi vediamo solo il bene. Ecco perché Gesù ci mette in guardia da quella falsa correzione fraterna che punta il dito contro il fratello che compie il male. Se vuoi essere di aiuto al tuo fratello, incomincia ad amarlo e ad accoglierlo così com’è: dalla tua comprensione e dal tuo perdono può nascere la sua conversione ma anche la tua.

Quando siamo noi in debito con gli altri, pretendiamo la misericordia; quando invece siamo in credito, invochiamo la giustizia! E tutti facciamo così, tutti. Non è questa la reazione del discepolo di Cristo e non può essere questo lo stile di vita dei cristiani. (Papa Francesco)
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12/09/2016 11:35
 
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Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore:
Lunedì 12 settembre 2016

*Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito.*

Pensiamo spesso di essere super uomini, parliamo con Dio permettendoci di brontolarlo perché ha lasciato che accadesse una guerra, un terremoto, un omicidio. Lo insultiamo quando non ci concede immediatamente tutto quello che chiediamo. Non ci rendiamo conto che siamo piccoli esseri imperfetti e pieni di peccati. Dovremmo ringraziare Dio per ogni cosa che ci dona e capire che con i nostri limiti non saremmo nemmeno degni di alzare gli occhi al cielo. "Non saremmo" se non fosse che il Signore misura con parametri ben diversi dai nostri. Per noi una persona degna di stare alla presenza di Dio è chi non fa peccati, chi compie il proprio dovere con rettitudine, chi prega tutti i giorni e va sempre in chiesa, anche se poi se ne vanta e fa pesare la sua grande rettitudine morale. Ma Gesù ci ripete spesso nel Vangelo che ama coloro che sono umili, che capiscono i propri difetti e chiedono perdono, chi ha il coraggio di chinarsi davanti a Lui e dire "sia fatta la Tua volontà" credendo fermamente che basti una Parola di Dio, un Suo cenno, per cambiare ogni situazione, per ottenere ciò che chiediamo, specie quando preghiamo per gli altri, per coloro che soffrono. Amen.
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13/09/2016 09:58
 
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Martedì 13 settembre 2016

*Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.*

Alla porta della città di Nain si incontrano due cortei: uno formato da una comitiva piena di vita, in viaggio, al seguito di un maestro; il secondo è una processione di lutto, di morte; Gesù vede la scena del corteo funebre, ma il suo è un vedere diverso, uno sguardo che non resta indifferente di fronte alla miseria e al dolore, è la visione che si fa carico della situazione. È la compassione che spinge Gesù a parlare e ad agire, compassione significa letteralmente *soffrire con* assumere il dolore dell’altra persona, identificarsi con lei, sentire con lei il dolore. Non gli era stato richiesto né il miracolo né il gesto di profonda compassione, ma il dolore della donna lo muove: *«Donna non piangere»,* il suo primo gesto è un atto di tenerezza, poi le restituirà il figlio vivo. È un uomo potente, ma straordinariamente interessato ed appassionato verso le persone più infelici, verso gli ultimi. Ma non si ferma alla compassione; Egli ha anche il potere di cambiare gli eventi e le restituisce il figlio vivo, nulla è impossibile a Dio. L’amore misericordioso di Dio diviene visibile nella compassione di Gesù. La fama di Gesù non si ferma ad un territorio, *«si diffuse per tutta la regione»,*ma poiché Dio valorizza sempre la libertà dell’uomo, a chi si sarà messo in un atteggiamento di chiusura, tutto quello che accade, anche questo miracolo, sarà occasione per chiudersi maggiormente e viceversa. Sia lodato Gesù Cristo!
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14/09/2016 09:09
 
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Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore:
Mercoledì, 14 settembre 2016 - Esaltazione della Croce

*+Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chi crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna.+*

La festa di oggi si prefigge di entrare nella vita dei fedeli per educarli a porre al centro del proprio cuore l'umiliazione-esaltazione di Cristo in croce per leggere ogni avvenimento, ogni oggi in questa luce. Non è difficile rendersi conto se la Croce è al centro della vita e dei pensieri dei fedeli, perché allora cresce e si diffonde inesauribilmente la speranza. La Croce ci mostra l'amore sconfinato che Dio ha per noi: se Dio è disposto a dare se stesso per la nostra salvezza, vuol dire che ci ama; quindi non abbiamo più nulla da temere. Aggrappati alla Croce noi salviamo la nostra esistenza: è un legno, una zattera che ci permette di navigare anche nei mari più tempestosi della vita. Tenere gli sguardi fissi su Gesù Crocifisso ci abitua e ci abilita a guardare a tutti i crocifissi di cui l'umanità ha cosparso il suo cammino. Certo, la Croce è sofferenza, ma può diventare redenzione. Affidarsi a Gesù, credere in Lui fa sì che nessuna lacrima resti senza frutto. Su quella Croce Dio raccoglie tutte le croci della storia per trasformarle in strumenti di salvezza: solo nella Croce di Cristo il mondo si salva.
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15/09/2016 08:54
 
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Giovedì, 15 settembre 2016
- Beata Vergine Maria Addolorata

*«Donna, ecco tuo figlio!»*(Gv 19,26)

Bello questo richiamo alla maternità nel giorno in cui la Chiesa fissa il suo sguardo sulla partecipazione di Maria alla dolorosa passione del Figlio! Maria, vera corredentrice, non poteva restare estranea al dolore di quel parto e alla conseguente gioia di accogliere l'uomo nuovo, "il discepolo che Gesù amava". Lì, ai piedi della croce, la maternità di Maria è presentata in tutta la sua cruda realtà di dolore. È l'Addolorata che assiste all'agonia e alla morte del Figlio. Ma è anche la nuova Eva che riscatta, nel suo associarsi alla passione di lui, la femminilità nel suo tratto più tipico. Vera madre dei viventi, vede nel suo grembo germogliare la vita nuova portata dal Cristo. Là, sul Golgota, in quel grembo verginale ancora una volta spalancato ad accogliere lo Spirito Santo effuso dal Cristo morente, anch'io sono nato, io *il discepolo che Gesù ama",* il discepolo a cui è ripetuto l'invito a prendere in casa la Madre e a lasciarsi da lei guidare verso Gesù. *"Maria è mia madre!".*Voglio, quest'oggi, gustare tutta la dolcezza e la forza di questa realtà, per rilanciare il mio amore e la mia devozione mariana. *Maria Madre di Dio, prega per noi!"*
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16/09/2016 09:47
 
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Venerdì 16 settembre 2016 - Santi Cornelio e Cipriano

*Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che li servivano coi loro beni: Maria, chiamata Maddalena, Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre.*

Leggiamo oggi soltanto alcuni versetti del vangelo di Luca. Vengono nominate, oltre i Dodici, alcune donne che seguono Gesù e lo assistono con i loro beni. Alcune di esse erano state particolarmente beneficate dal Signore: «Erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni». Non è una semplice notizia: quelle donne sono le prime di una schiera che ha la sua continuità fino ai nostri giorni. Molte vocazioni sgorgano ancora da profonde conversioni e i primi, le prime a saper parlare dell'amore di Cristo sono proprio loro che l'hanno sperimentato di persona e con una intensità particolare. Talvolta, dopo aver percorso i sentieri del male, dopo la gioia ritrovata nel perdono, molti, molte sentono l'urgenza di ricambiare tanto dono con una offerta totale della propria vita, mettendosi a completo ed esclusivo servizio del Signore, soccorrendolo ancora negli ultimi e nei sofferenti di oggi, nei quali scorgono il volto stesso del Cristo. I consacrati e le consacrate di oggi, rispondendo ad una chiamata speciale, si offrono anima e corpo per tutta la vita al Signore e sulla scia dei loro fondatori, con un carisma proprio che caratterizza e differenzia i diversi istituti, ordini e congregazioni, si mettono a completo ed esclusivo servizio di Dio. Esprimono in modo eminente il compito caritativo e missionario della Chiesa. Esaltano, anche in un mondo distratto e distolto dalle cose del mondo, il primato della preghiera, vissuta come via privilegiata per attuare una crescente comunione con Cristo. Il loro silenzio, anche di quelle religiose, che il mondo più difficilmente conosce ed apprezza, è solo apparente e anche il loro distacco talvolta totale da ogni consorzio umano, è abbondantemente colmato dall'amore che diventa preghiera, offerta, sacrificio di lode al Signore. Sono queste ai nostri giorni, le «assistenti» di Gesù. *Il Signore vi dia pace!*
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16/09/2016 12:36
 
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Il processo di guarigione interiore, che porta alla crescita e alla maturazione nella fede, inizia nell'incontro con Dio nella preghiera e continua nella vita.
L'incontro vero non avviene nel fragore e nel rumore ma nel silenzio e nella solitudine.
Devo giungere davanti a Dio con tutto il carico di difficoltà, le crisi, le domande, i problemi... E Dio - il Padre amato - uscirà dall'intimità della preghiera e scenderà insieme a me nella vita concreta... E, con Lui alla mia destra, potrò certamente vincere la grande battaglia della fede.
Signore, quando il Tuo silenzio sembra non avere parole, ricordami che Tu sei l'Amore... e che nel Vangelo Tu sei Parola viva, che illumina, riscalda e salva.
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19/09/2016 09:31
 
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Lunedì 19 settembre 2016

*Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce».*

La fede non è mai un affare privato o, comunque, riservato ad un piccolo gruppo. Come la luce non è per se stessa, bensì per illuminare ciò che sta attorno, così il credente e ogni comunità cristiana non vivono per se stessi ma per manifestare a tutti il Vangelo. Dice Gesù: "Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario". Il Vangelo ci è stato dato perché a nostra volta lo doniamo agli uomini e alle donne delle nostre città. Ogni comunità, e ogni credente, possono essere perciò paragonati a quel lampadario di cui parla Gesù, da porre in alto perché faccia risplendere la luce del Vangelo. Non si tratta, ovviamente, di mostrare se stessi o la propria saggezza, bensì di manifestare la Parola del Signore. Per questo il discepolo è chiamato anzitutto ad ascoltare la Parola di Dio; solo dopo averla accolta con il cuore può donarla agli altri. È tutta qui la vita e la missione di ogni discepolo, di ogni comunità cristiana. Animo, amici: oggi siamo chiamati ad essere luce, a testimoniare il Signore, senza fanatismi ma con fermezza e trasparenza evangelica, a metterlo sul lucerniere, il Cristo che ci ha cambiato la vita. Amen!
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22/09/2016 13:43
 
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Giovedì 22 settembre 2016

*In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.*

Chi è Gesù? La sua identità suscita ricerca in tutti i tempi della storia. C'è chi la fa in modo curioso, come Erode, il quale, venuto a sapere dei miracoli che un certo Nazareno compie per le strade di Galilea e udito che la gente si chiede se non sia Giovanni Battista risuscitato dai morti, non si scompone. La fama di Gesù non turba la sua coscienza, ma risveglia soltanto la sua curiosità: potesse vedere un miracolo! Ma accanto ad Erode e lungo i secoli seguenti, c'è pure chi vuole andare a fondo di una realtà che tocca la vita e quindi si mette con passione alla scoperta dei segni che riguardano il Figlio dell'uomo, colui che ha sconvolto la storia, colui che è venuto a rivelarci che Dio è Padre. Non solo i santi da altare, ma innumerevoli persone semplici, umili hanno intuito l'identità del Cristo e l'hanno seguito giorno dopo giorno con purezza di cuore. "Beati i puri di cuore, perché vedono Dio" solo così, attraverso la trasparenza della propria vita, ci si avvicina al mistero del Signore Gesù, che " da ricco che era, si fece povero..". *Santa Teresa di Calcutta*, che, pur nel buio di una notte spirituale, non ha mai cessato di cercare il Maestro, diceva: " Voglio essere solo una goccia d'acqua pulita che rifletta Dio!".
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26/09/2016 08:28
 
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Lunedì 26 settembre 2016

*In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».*

Il contesto è una scena vivace. I discepoli discutono tra loro, non certo con gioia e pace. La ragione è il loro eterno problema: Chi è il più grande, chi, tra loro, conta di più? Gesù questa volta non inventa una delle sue stupende parabole, ma fa un gesto di sorprendente bellezza. Prende un bambino, e se lo pone accanto. Poi in certo senso, si identifica con lui, perché dice che accoglierlo vuol dire accogliere la sua persona adorabile. Ecco, come fa spesso, capovolge completamente il criterio di grandezza dei mondani. Il più piccolo tra tutti voi - dice - questo è grande. Nella mia preghiera oggi contemplo Te, Gesù! Lascio che il cuore sia abitato dallo stupore del bimbo vicino a te o addirittura sulle tue ginocchia. Oggi presterò attenzione e ringrazierò per tutti i gesti di bene compiuti dalle persone che vivono accanto a me, a lavoro, a scuola, in famiglia. Signore, liberami dagli atteggiamenti di grettezza, chiusura, paura e disistima del mio prossimo. Che io sia "ponte" e mai "spada" che taglia, ferisce e isola.

*La pace del Signore scenda su di te.*
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27/09/2016 09:43
 
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Martedì 27 settembre 2016 - S. Vincenzo de Paoli

*Signore vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi? Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.*

Sotto il diverso modo di reagire al rifiuto dei samaritani possiamo leggere un diverso modo di vivere se stessi. I due discepoli sono ancora dentro una logica di potere. Sentono di poter invocare un fuoco dal cielo e sono tentati di usare questa "capacità" per affermare se stessi e "consumare" chi gli si oppone. In Gesù convivono la fermezza e la misericordia: fermezza nel compiere quanto deve, misericordia nel leggere i sentimenti che albergano nel cuore di coloro che lo avvicinano. In Giovanni e Giacomo convivono invece desiderio di seguire il Maestro e la volontà di affermare se stessi e di difendersi ad ogni costo. Ma un conto è indurire il volto per conseguire il bene, un conto è indurirlo contro qualcuno. Dopo il rimprovero di Gesù il vangelo ci ricorda che tutti si rimisero in cammino: probabilmente per due discepoli il movimento fu non solo dei piedi ma anche del cuore: passare dall'usare un potere e la propria forza per difendersi ed attaccare all'usarli per decidere e ri-decidere ogni giorno di plasmarsi sulla forma del Cristo.

Tu vedi, mio Signore, la mia debolezza e il mio orgoglio. Osservi ogni giorno gli scudi che alzo davanti al volto di chi non è come me o mi rifiuta. Conosci la tentazione di usare le mie capacità per ferire e non per servire. Tu che mi ami così come sono aiutami ad assomigliarti sempre più.

*"Il perdono consiste nell'aprire a chi ti fa del torto la possibilità di un nuovo rapporto con te, la possibilità quindi per lui e per te di ricominciare la vita, di avere un avvenire in cui il male non abbia l'ultima parola."* (Chiara Lubich)
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30/09/2016 10:43
 
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Venerdì 30 settembre 2016 - San Girolamo

*E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato.*

Il dono di Dio, ogni dono di Dio, deve produrre frutti di vita eterna. Questa legge vale sia per i doni materiali che per quelli spirituali. Se la terra produce, il frutto di essa, sia in grande quantità che in piccola misura, deve necessariamente produrre vita eterna. Produce vita eterna, se è condiviso con i poveri e i bisognosi. È seria la salvezza, è molto seria. Gesù è venuto per annunciare il volto di Dio, per convertire il cuore degli uomini e orientarlo al bene assoluto della sua presenza. Ha svelato il volto di un Dio misericordioso, grande nell'amore, che chiede all'uomo amicizia e collaborazione, un volto già conosciuto da Israele ma continuamente offuscato dall'incoerenza degli uomini di religione. È seria, la salvezza, chiede ascolto, chiede verità, chiede passione. Molti, invece, rifiutano di ascoltare il Signore: sanno già tutto, sono figli di Israele, hanno la promessa in tasca, cos'hanno da temere? Sono gli altri, le città pagane che subiranno il castigo divino! E Gesù li ammonisce: guai a chi presume di non avere bisogno di salvezza! Guai a chi crede di credere, a chi pensa di sapere già tutto... Così per noi: quanto è difficile parlare di Gesù ai cristiani: sanno già tutto! Troppo spesso viviamo la nostra fede come una cosa scontata, come una buona abitudine che ha bisogno solo di essere custodita e nulla più... quanto ci sbagliamo! Prendiamo sul serio chi ci prende sul serio, mettiamoci in discussione perché la Parola dimori in noi con abbondanza e porti frutti di conversione...
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11/11/2016 17:06
 
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*PICCOLI PASSI*
Tante volte la stanchezza ci assale, vuoi per lo sforzo fisico e mentale che il lavoro ci procura, vuoi per le preoccupazioni e le ansietà. La stanchezza è capace di infiacchirci, di indebolirci.
E ancor di più può la stanchezza spirituale, causata da: delusioni, scoraggiamenti, prove.
Il Signore ci invita a fortificarci in Lui. Egli stesso sarà con noi lungo il cammino e ci condurrà per mano. Non fermiamoci! Recuperiamo energie dalla Parola. Tu non sei solo: hai Gesù al tuo fianco, che ti incoraggia, come un amico incita l'atleta a non mollare a pochi metri dal traguardo. La stanchezza può essere tanta, ma il premio ne farà dimenticare l'afflizione. Fortificati in Gesù e in questa settimana cammina e non fermarti.
*Non avere paura di fare piccoli passi, assicurati soltanto che siano passi di fede*
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16/11/2016 18:45
 
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IL GRANELLINO
(Lc 19,11-28)
Il Signore ha avuto fiducia in te; perciò ti ha affidato dei beni spirituali da moltiplicare per la sua gloria, per la tua gioia e per la salvezza del prossimo. Il Signore ti ha dato i suoi beni spirituali dicendoti: "Moltiplicali e riempi l'ambiente in cui vivi con il frutto che essi porteranno". Non dirmi che il Signore non ti abbia affidato o dato nessun bene spirituale. Il Signore non ti ha chiamato a vivere nella Chiesa per vivere inutilmente. E lo dico soprattutto a te che sei stato chiamato a fare un cammino di fede in una piccola comunità dove il Signore ti dona abbondantemente la sua Parola di vita eterna. Sì, il talento che il Signore ti ha affidato è proprio la sua Parola. Ed è anche vero che non a tutti è dato di comprenderla in ugual profondità, altezza e larghezza. Più il Signore te la fa comprendere, più la devi amare. Più l'ami, più la metti in pratica. Più la metti in pratica, più frutto porterà. Perché poi il Signore dona a uno una intelligenza più profonda, più alta e più larga della sua Parola che a un altro? Questo è un grande mistero che ci sarà rivelato in Paradiso. Ora il tuo impegno è quello di moltiplicare i talenti o il talento che il Signore, nella sua misericordia, ti ha dato. Una cosa è certa: quando un giorno ci presenteremo davanti al Signore, Egli non vuole vederci soli. Se ci vedrà soli, Egli ci dirà: "Via da me, servo accidioso, nel fuoco eterno!". Il frutto che siamo chiamati a produrre è portare altri alla conoscenza della salvezza di Gesù Cristo. Siamo al termine dell'anno liturgico. Ebbene, puoi dire: "Signore, grazie all'evangelizzazione che ho fatto con la forza del tuo Spirito, ti presento questo fratello (o questi fratelli) che Ti hanno accolto come Salvatore. Se questo non è avvenuto, abbi paura di presentarti davanti al Signore. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei vocazionisti)
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01/12/2016 13:03
 
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IL GRANELLINO
(Mt 7,21.24-27)
La spiritualità cristiana è fondata sulla obbedienza alla Parola di Dio. Se sai a memoria tutta la Bibbia, ma non ti impegni a mettere in pratica gli insegnamenti che Gesù Cristo è venuto a darci, vana è la tua fede. Tutti i rosari, le novene che dici, le comunioni che ricevi e i pellegrinaggi che fai non ti porteranno in Paradiso se non c'è lo sforzo quotidiano di mettere in pratica la Parola di Dio. Una fede che non è fondata sulla obbedienza agli insegnamenti di Gesù è come un albero senza radici che cade giù appena soffia un vento forte o come una casa costruita sulla sabbia che cade con grande rovina appena c'è una forte scossa di terremoto. Sono appena tornato da Camerino, paese distrutto dal terremoto del 30 ottobre scorso, dove il vento dello Spirito mi ha portato per dare una parola di verità e di conforto a una comunità di fratelli e sorelle che sono nella prova e, pur avendo avuto la loro casa fortemente lesionata o distrutta dal terremoto, sono rimasti radicati nella fede. L'amico Giulio, ministro della fraternità francescana e oculista che esercita la sua professione nell'ospedale del paese, mentre mi riportava a Montefalco, mi diceva che la sua casa non è stata danneggiata dal terremoto perché è stata costruita con norme antisismiche. Una fede fondata sulla obbedienza é antisismica. Potrebbe vacillare ma non cade. È facile avere fede in Dio quando tutto va bene nella nostra vita. La vera fede viene messa alla prova nei momenti di fallimento, di delusione, di dolore e di sofferenza. Insomma si capisce se abbiamo veramente fede quando stiamo inchiodati sulla croce. L'amore per tuo marito o per tua moglie si vede nel momento in cui egli o ella ti ha messo in croce. Se l'amore è forte, continuerai ad amarlo (la). L'amore è fatto di gesti concreti. Se preghi dicendo: "Dio, Ti amo!", e poi ti rifiuti di aiutare un povero o di perdonare una offesa ricevuta, la tua non è fede, ma solo bigottismo. A te il Signore diŕà: "Tu mi onori con le labbra ma il tuo cuore è lontano da me!". Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei vocazionisti)
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24/12/2016 08:32
 
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Questa sera, questa notte, una folla di uomini e di donne festeggeranno il Natale, senza pensare alla parola di Zaccaria: “Benedetto il Signore Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo ”.
E noi? Siamo consapevoli della nostra condizione di peccatori e, quindi, del nostro bisogno di un redentore?
Il canto di benedizione di Zaccaria traccia il programma della Nuova Alleanza: celebrare il nostro culto davanti a Dio, poter adorare, poter avvicinarsi a Dio, offrirsi a lui completamente, camminare sulla via della pace e della luce.
In questa vigilia della Natività del Messia nostro Salvatore nell’umiltà e nella povertà, sappiamo essere umili di cuore e poveri, così da saperlo riconoscere e accogliere nel nostro cuore.
Una stella è giunta a noi: sapremo essere ospiti degni di accoglierla, come essa ci accoglie?
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15/01/2017 11:14
 
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IL GRANELLINO
(Gv 1,29-34)
L'espressione "Battesimo nello Spirito Santo" non è così frequente nella Chiesa, ma è molta usata nel movimento carismatico. Sembra che nella Chiesa ci sia una certa mancanza di conoscenza circa il battesimo nello Spirito, perché non c'è un insegnamento su tale soggetto. Un gran numero di cattolici e di preti sono persino ostili nell'affrontare l’argomento, affermando che non è un insegnamento della dottrina cattolica e che è un'invenzione dei fratelli protestanti. Questo, però, non è vero!
Se leggiamo attentamente il libro degli Atti degli Apostoli, vediamo che la manifestazione del Battesimo nello Spirito Santo era già presente nella Chiesa primitiva. Negli scritti dei Padri della Chiesa e nella vita dei santi scopriamo che il fenomeno è stato sempre presente. Esso non è stato scoperto da una comunità protestante all'inizio del XX secolo.
Non sto qui ora a spiegare la teologia sullo Spirito o il suo ruolo nella storia della salvezza. Vorrei esortare solo i sacerdoti a parlare più frequentemente dello Spirito Santo, il grande Sconosciuto nella vita di molti cattolici, che pure hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione.
Lo Spirito Santo è il Dio dimenticato. Non é una iperbole affermare che lo Spirito Santo viene ricordato solo nel giorno di Pentecoste in molte chiese cattoliche. Ecco perché molti cattolici non sono divorati dal fuoco dello Spirito Santo.
Tu pensi di essere immerso nell'Acqua viva dello Spirito Santo? Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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17/01/2017 10:53
 
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IL GRANELLINO
(Mc 2,18-22)
Cosa devi fare perché il Padre celeste versi il vino nuovo (lo Spirito Santo) nel tuo cuore? Non dirmi: "Non devo bere il caffè al mattino per una settimana!". Puoi anche decidere di non bere il caffè, ma se non chiedi perdono al prossimo per il male che gli hai fatto, non ci sarà effusione di Spirito Santo nel tuo cuore. Non dirmi: "Non berrò vino per una settimana!". Se non perdoni di cuore, il Padre celeste non aliterà su di te lo Spirito Santo. Non dirmi: "Per un mese, ogni venerdì mangerò solo pane e acqua". Anche se rimarrai fedele al tuo voto, ma non aiuterai i poveri, sii certo che la colomba dello Spirito Santo non si poserà su di te. Non dirmi: "Non mangerò dolci per un anno!". Ebbene, se non diventi mite e dolce nelle tue parole e azioni, non ci sarà nessuna Pentecoste per te". Il Cantiniere eterno non mette VINO nuovo in cuori vecchi. Il vecchio uomo dev'essere abbandonato se si vuole ricevere lo Spirito Santo. Per ricevere lo Spirito Santo bisogna che ci sia anzitutto la conversione morale. Non c'è conversione morale se non c'è nel tuo cuore l'odio per ogni forma di peccato mortale. Ed è chiaro che all'odio fa seguito l'impegno ad evitare tutto ciò che non è gradito al Signore. L'assiduità all'ascolto della parola di Dio ti fa vedere tutto quello che non è santo, nobile e gradito a Dio. Quando poi nasce in te l'odio anche per i peccati veniali deliberati, significa che lo Spirito Santo ti sta illuminando e portando gradualmente ad essere immagine vivente di Gesù Cristo. Quando poi si può dire che il Padre, per mezzo di Gesù Cristo, riempirà il nostro cuore del VINO nuovo fino all'orlo? Quando si farà tutto nell'amore per glorificare il Padre celeste e per beneficare il prossimo. Il digiuno è valido solo se è finalizzato ad aiutarti a pregare meglio e di più per chiedere lo Spirito Santo. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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18/01/2017 08:44
 
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IL GRANELLINO
(Mc 3,1-6)
Dinanzi alla durezza di cuore di certi Farisei e Scribi Gesù s'indigna e si rattrista. Questi Farisei e Scribi sono senza misericordia e compassione verso il prossimo che soffre. Si adirano contro Gesù perché compie una guarigione durante il Sabato nel quale la legge proibiva persino di alzare un filo di paglia da terra perché era considerato lavoro. Il loro legalismo era superiore a qualsiasi gesto di compassione e misericordia compiuto per alleviare la sofferenza umana. Gesù s'indigna, ma non si arrabbia. Nella sua vita terrena Gesù si è indignato molte volte. Indignarsi non è peccato. Perché? Te lo spiego subito. L'atto d'indignarsi non è contro la persona, ma contro la menzogna, l'ipocrisia e la malvagità in cui una persona può vivere consapevolmente o per ignoranza. In altre parole lo sdegno ha come fine la difesa della verità e della dignità umana. Chi invece si adira o chi si arrabbia vuole procurare concretamente del male alla persona dalla quale ha ricevuto una cattiveria. L'ira quindi ha come fine la vendetta. Lo sdegno di Gesù è finalizzato alla difesa della verità e della dignità umana. Quando Gesù scacciò i mercanti dal tempio, il suo fu un gesto d'indignazione perché avevano fatto del Tempio non una casa di preghiera, ma una spelonca di ladri. GESÙ non difese se stesso, ma la verità. L'iroso agisce sempre per difendere i suoi diritti e ciò lo porta ad essere violento. La violenza genera sempre distruzione. Impariamo da Gesù a indignarci dinanzi alle ingiustizie umane che umiliano e mortificano i poveri, i deboli e gli indifesi. Il Cristiano non può tacere e non può rimanere indifferente nel vedere che un fratello viene umiliato, mortificato e trattato ingiustamente. Se lo facesse mancherebbe seriamente di Carità. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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19/01/2017 08:55
 
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Carissimi, vi invio una meditazione per poter pregare con gioia.

L'angoscia che suscita il terremoto non è l'angoscia di morire, ma l'angoscia della precarietà della vita, di ciò che fino a un istante prima ti sembrava certo, di priorità che diventano stupidaggini e di cose trascurate che diventano sensi di colpa. Ma l'unico antidoto contro l'angoscia è disobbedirle. È fare tutto ciò che si può fare adesso. Affrontare l'istante, non quello successivo. Non è non pensarci, ma è caricarsi del peso delle cose man mano che si presentano e non prima. La fede, per chi ce l'ha, non è spiegazione dell'angoscia ma forza nell'affrontare con fiducia questo momento, alla maniera di Abramo: "sperando contro ogni speranza". (Luigi Maria Epicoco)
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21/01/2017 12:49
 
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IL GRANELLINO
(Mc 3,20-21)
Gesù Cristo fu considerato matto per il suo stile di vita conforme alla volontà del Padre celeste. Anche tu sarai chiamato e considerato matto se conformi la tua vita a quella di Gesù. Ti chiameranno matto persino nella tua stessa famiglia. Per esempio, anche San Francesco d'Assisi, all'inizio del suo cammino di conversione, fu considerato matto da suo padre e dai suoi amici. Ma poi molti di essi, quando videro che la sua sana follia, cominciava a produrre frutti buoni, lo seguirono per farsi anch'essi chiamare matti da legare. Se un giorno darai in dono una tua casa ad una famiglia povera, ti chiameranno matto. Ma se lo farai, il Signore verrà a dimorare in te. Se un giorno deciderai di non abortire, nonostante i quattro figli che già hai, ti chiameranno matta. Se un giorno inviterai a pranzo la persona che ti ha calunniato, ti chiameranno matto. Il mondo, che non conosce il vero Dio, non ti capirà, anzi ti giudicherà matto e ti emarginerà. Ma non preoccuparti, è la fine naturale del Cristiano. Beato chi diventa matto per il Vangelo perché diventerà figlio di Dio. La pazzia dei santi è sapienza di Dio. Non si può vedere e gustare quant'è buono il Signore se non diventiamo radicali nelle scelte per il Vangelo. Dio vomita i tiepidi. Il tiepido non riscalda dell'amore di Dio le persone che incontra ogni giorno. Oggi c'è poca pazzia santa nelle nostre comunità parrocchiali e religiose. Le vocazioni alla vita sacerdotale e consacrata scarseggiano perché nei conventi e nei seminari c'è una carestia di santi. Vogliamo vivere un Vangelo umano e non soprannaturale. Per essere più esplicito, vogliamo vivere un cristianesimo borghese. Non siamo disposti a indossare il grembiule per servire, ma si vive per essere serviti. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri a Vocazionisti)
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22/01/2017 16:17
 
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IL GRANELLINO
Mt 4,12-23
Se tu pensi e vivi come se la tua felicità venisse dal danaro, io ti dico: “Convertiti, perché la felicità viene da Dio che ti ha creato per amore!".
Se tu pensi e vivi come se la tua felicità venisse dal posto che occupi nella società, io ti dico: “Convertiti, perché la felicità viene da Dio che ti ha creato per amore!”.
Se tu pensi e vivi come se la tua felicità venisse dalla popolarità che hai tra la gente, io ti dico: “Convertiti, perché la felicità viene da Dio che ti ha creato per amore!”.
Se tu pensi e vivi come se la tua felicità venisse dalla macchina o dalla barca lussuosa che hai, io ti dico: “Convertiti, perché la felicità viene da Dio che ti ha creato per amore!”.
Se tu pensi e vivi come se la tua felicità venisse dai gioielli che hai, io ti dico: “Convertiti, perché la felicità viene da Dio che ti ha creato per amore!”.
Se tu pensi e vivi come se la tua felicità venisse dalla grande cultura che hai, io ti dico: “Convertiti, perché la felicità viene da Dio che ti ha creato per amore!”.
Se tu pensi e vivi come se la tua felicità venisse dagli amanti che frequenti, io ti dico: “Convertiti, perché la felicità viene da Dio che ti ha creato per amore!”.
Se tu pensi e vivi come se la tua felicità venisse dai viaggi che fai, io ti dico: “Convertiti, perché la felicità viene da Dio che ti ha creato per amore!”.
Sei chiamato a conversione in questo momento. Fai quello che fecero le due coppie di fratelli (Giacomo e Giovanni, Pietro e Andrea) che, senza indugio, lasciarono tutto e tutti per seguire Gesù Cristo.
Se oggi fai questa scelta, a tempo debito anche tu diventerai pescatore di uomini, cioè Gesù ti manderà a predicare il Vangelo, affinché su quelli che dimorano in terra e ombra di morte una luce rifulga, perché anche loro possano vedere e gustare la dolcezza dell’amore di Dio che ci è stata rivelata in Gesù Cristo.
Sono certo che, per la gloria di Dio e per la tua gioia, accoglierai questo invito a conversione. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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23/01/2017 09:20
 
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IL GRANELLINO
(Mc 3,22-30)
Qual è il peccato che non sarà perdonato dallo Spirito Santo? È il peccato deliberato della menzogna. Satana è il signore della menzogna. Perciò satana non sarà mai perdonato da Dio. Qual è la menzogna che satana, nella sua scaltrezza, ha messo nel cuore dell'umanità? La menzogna che Dio non è un Padre che ci ama e che non vuole la nostra gioia. Soprattutto nel dolore e nella sofferenza il diavolo si presenta davanti all'uomo e gli dice: "Se Dio fosse un Padre buono, non ti farebbe soffrire". Così attribuisce a Dio, e non al peccato che l'uomo, commette la sofferenza che dimora nel cuore dell'umanità. La menzogna del diavolo diventa ancora più grande e imperdonabile quando, in maniera scaltra e subdola, insegna all'uomo che non è vero che il Padre celeste ha mandato il suo Figlio Gesù a salvare l'uomo dalla morte eterna. Egli continuamente si impegna, con tutta la sua astuzia, a convincere l'uomo a non credere alle parole che Gesù disse a Nicodemo: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chi crede in Lui ha la vita eterna". Oggi l'insegnamento o l'opera di satana non è quella di negare l'esistenza storica di Gesù ma di negare che Egli è Dio che si è fatto uomo, è morto per i nostri peccati ed è risorto per donarci la vita eterna. Dalla cattedra di Satana, nel precedente secolo, si è diffusa una grande menzogna che ha generato nel cuore dell'umanità la morte. Sai qual è? Se non lo sai, te lo dico io senza tema di sbagliarmi: il comunismo. Per tanti popoli il comunismo è stato un veleno mortale. Il comunismo ha indotto l'uomo a costruire la felicita dell'uomo senza Dio. E molti figli di questa ideologia, pur professandosi cattolici, continuano a fare leggi che non vengono dalla cattedra di Dio ma del diavolo. Che il Signore ci liberi da satana e dai suoi figli! Il Vangelo è la Verità. Cristo è la Verità. Senza Gesù non c'è salvezza. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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24/01/2017 13:41
 
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IL GRANELLINO
(Mc 3,31-35)
Gesù ormai veniva considerato folle dalle persone e per questo i suoi parenti e sua madre erano fortemente preoccupati e dunque andarono a cercarlo per dirgli: "Ritorna a Nazaret! Altrimenti farai una brutta fine". Ma Gesù, obbediente alla Volontà del Padre celeste, non li ascolta e continua, imperterrito, la sua missione, incarnando cosi il suo insegnamento: "Chi ama il padre e la madre più di me (di Dio), non è degno di me". Spesso i familiari sono di ostacolo nel farci compiere la volontà di Dio. Tutti noi, se non siamo radicati profondamente nell'amore di Dio, cerchiamo anzitutto la sicurezza dell'amore umano. Per questo motivo cadiamo nella tentazione di anteporre l'amore familiare a quello di Dio. Ci sono giovani che non rispondono alla chiamata di Dio ad esseri preti o suore per non recare dolore ai genitori che, piangendo, li costringono a rimanere con loro. E questo capita soprattutto con i figli unici. Non posso mai dimenticare le parole di un padre rivolte alla figlia che aveva deciso di entrare in convento: "Preferisco che tu vada a prostituirti piuttosto che diventare suora!". Ci sono fidanzati o fidanzate che, per paura di essere lasciati dal proprio fidanzato o fidanzata in caso di rifiuto ad avere rapporti prematrimoniali, cedono alla volontà dell'altro o dell'altra. Ci sono anche donne che, rimanendo incinte, per paura di essere lasciate dal marito che non desidera un altro figlio, commettono l'aborto. Gli esempi possono essere molteplici. Sono certo però che quelli riportati chiariscono la parola del Vangelo odierno. Che lo Spirito Santo ci dia la forza e la sapienza di Gesù Cristo per poter sempre dire a chi ci propone di compiere il male: "Vattene, satana, perché nel mio cuore sta scritto: Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le tue forze". Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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25/01/2017 10:58
 
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IL GRANELLINO
(Mc 16,15-18)
Qual è la missione che Gesù ha affidato alla Chiesa e quindi a ogni cristiano? Anzitutto la missione di annunciare e raccontare la storia dell'incarnazione, nascita, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo per la salvezza dell'umanità. Fino a qualche tempo fa erano i cristiani europei che, mossi dallo zelo per far conoscere il Vangelo, andavano in India, in Africa, in Indonesia e in tanti altri paesi. Ma oggi da questi paesi succitati vengono in Europa a evangelizzare. Si, con vergogna dobbiamo ammettere che l'Europa si è secolarizzata e la Chiesa in Europa sta attraversando un processo di scristianizzazione e il resto della Chiesa. In Italia la Chiesa è ancora viva grazie all'esistenza delle comunità di fede (Carismatici, Cursillos, Neocatecumenali, Opus Dei, Comunione e Liberazione, gruppi mariani di Medjugorje e di Padre Pio, Sant'Egidio, Focolarini e molti altri) che molti Vescovi e parroci non ancora considerano come lievito di santità nelle loro Diocesi e parrocchie. La seconda missione della Chiesa è quella di guarire e sanare non solo l'anima ma anche il corpo dell'uomo. La parola di Dio ha il potere di liberare l'uomo dalle sue nevrosi, paure, angosce e dagli spiriti immondi che operano instancabilmente nell'uomo che non cerca Dio. Attraverso la preghiera e l'Unzione degli infermi la Chiesa è nel mondo anche per liberare l'uomo dalle sue malattie fisiche. Ovviamente le guarigioni avvengono solo nelle persone che hanno fede in Cristo Gesù, Medico dell'anima e del corpo. La terza missione della Chiesa è dare all'uomo il potere soprannaturale di superare dolori, sofferenze, delusioni e fallimenti con mitezza e umiltà, senza farsi schiacciare dal loro peso opprimente. Il vero cristiano ha il potere soprannaturale di camminare sulle acque tempestuose della vita. La Chiesa non è un'istituzione umana, ma è presenza di Gesù Cristo che continua a evangelizzare, a guarire, a scacciare i demoni e a perdonare i peccati. Perciò chi ama la Chiesa ama Gesù Cristo. Chi ama Gesù Cristo è salvo. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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26/01/2017 11:44
 
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IL GRANELLINO
(Lc 10,1-9)
Sì, è vero, c'è gente che ostinatamente rifiuta Dio, ma, andando in giro per la predicazione, mi sto rendendo conto che c'è anche molta gente che cerca Dio o che vuole crescere nella conoscenza dell'amore di Dio. Pur non essendo un operaio (evangelizzatore) specializzato, ovunque lo Spirito mi ha sospinto, mi hanno accolto con gioia. Una cosa è certa: la gente ha fame di Dio. Purtroppo, come dice Gesù, la messe è molta, ma gli operai sono pochi. Sono pochi i dispensieri del pane della parola di Dio. Quanta gente cerca il pane della verità, ma non riesce a trovarlo! E vive così nell'ignoranza dell'amore di Dio. Quanta gente cerca il pane della consolazione, ma non riesce a trovarlo. E vive così nella disperazione. Quanta gente cerca il pane della pace, ma non lo trova. E vive così nell'odio e nella violenza. Quanta gente vive sotto il potere di satana e vuole essere liberata da esso, ma non trova chi la libera. Quanta gente vuole essere guarita e sanata dalle malattie dello spirito e del corpo, ma non trova chi le dice con autorità: "Alzati e cammina! La tua fede ti ha salvato.". Quanta gente vuole essere liberata dal peso dei peccati commessi, ma non trova chi le dice con autorità: "Alzati e cammina! I tuoi peccati sono perdonati!". Il Panettiere (Gesù) ha fatto molto pane, ma mancano i dispensieri. Sono pochi. Ma mi fermo e mi chiedo: Sono veramente pochi, oppure sono numerosi? A mio avviso siamo molti. Il problema è che siamo pochi ad evangelizzare. Bisogna ricordare ai cattolici che la missione dell'evangelizzazione non appartiene solo al clero, ma a tutti i cristiani. Ed è incoraggiante vedere come tanti fedeli cristiani, avendo ricevuto il Battesimo di fuoco e Spirito Santo, evangelizzano con encomiabile zelo. E di questo gioisce il mio cuore sacerdotale. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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27/01/2017 09:06
 
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IL GRANELLINO
(Mc 4,26-34)
Vuoi sapere se hai fede o solamente una religiosità naturale? Rispondi a questa mia domanda: Come reagisci dinanzi al dolore e alla sofferenza che si presenta nella tua vita all'improvviso? Se reagisci imprecando, mormorando, ribellandoti e chiudendoti nel tuo dolore con paura significa che non hai fede. Ribellione e paura sono sentimenti opposti alla fede. Il sentimento della ribellione ti fa essere come un leone in gabbia o come un mare in tempesta. Ti toglie la serenità e la tranquillità dell'anima. Il ribelle si affida alle sue sole forze umane per calmare la tempesta che è scoppiata nella sua vita. Ma esse non bastano. Ci vuole anche e soprattutto la fiducia in Dio. Il ribelle non ha fede nelle parole della Sacra Scrittura: Se Dio è con noi, chi può essere contro di noi? Dio non ci lascia soli nell'affrontare le delusioni, i fallimenti, i dolori e le sofferenze che, all'improvviso, sopraggiungono lungo il cammino della nostra vita. Quando ti sembra che non c'è soluzione a un problema che stai vivendo, all'improvviso il mar Rosso si apre e tu cammini sull'asciutto in mezzo a due colonne d'acqua. È il miracolo della fede in Dio che non ci abbandona mai. Come la ribellione anche la paura è mancanza di fede in Dio. La paura paralizza tutte le potenze intellettive, volitive, fisiche e spirituali dell'uomo. La paura toglie all'uomo la speranza di salvarsi dalla situazione difficile e dolorosa che sta vivendo. La paura porta l'uomo prima alla depressione, poi all'angoscia e infine al suicidio. Dio veglia su di noi. Egli non dorme. La fede è una forza soprannaturale che ci fa affrontare ogni situazione difficile e dolorosa come Davide affrontò Golia. Il piccolo Davide, guardando il gigante Golia, esclamò dicendo: "Tu non mi fai paura. Vengo incontro a te con la forza del Signore". Grazie alla sua fede, Davide diventò grande e Golia piccolo. Se oggi vivi nella ribellione o nella paura, ti rivolgo il rimprovero di Gesù ai suoi discepoli: "Perché avete paura, uomini di poca fede?". Nella tua paura, invoca con fede il nome di Gesù. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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28/01/2017 10:04
 
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IL GRANELLINO
(Mc 4,35-41)
"Passiamo all'altra riva", dice Gesù ai suoi discepoli. La vita spirituale non è statica. Le lancette del cammino di fede girano sempre in avanti. La fede è una corrente di eventi e di esperienze che non può essere bloccata né invertita nella sua marcia. Certo, è molto più comodo e molto meno faticoso vivere di abitudini. Si vive nel presente, elaborando il nuovo con il grande regista dello Spirito Santo. Non bisogna accontentarsi di quello che si conosce e si è. Nel cammino di fede bisogna progredire e continuare a camminare in avanti per scoprire ciò che è ancora nascosto agli occhi dello spirito. Dice il mio Padre Fondatore, il Beato Giustino M. Russolillo, che, quando andremo in Paradiso, continueremo a crescere nella verità dell'amore di Dio. Non possiamo quindi rimpiangere le cipolle nel paese d'Egitto, rifiutandoci di camminare verso la Terra Promessa, presi da pigrizia e paura. Se non c'è la volontà e il coraggio di camminare in avanti, non ci sarà crescita. Naturalmente dove non c'è crescita, c'è morte. Nell'acqua appantanata non c'è vita. L'acqua deve scorrere per essere potabile e pulita. "Sempre più e sempre meglio", diceva anche il mio Padre Fondatore. Non bisogna essere paurosi di passare all'altra riva. Il cammino di fede è faticoso e lungo, ma anche bello, nonostante le tempeste, le prove e le notti dello spirito. Dice Davide nel salmo 23: "Anche se cammino in una valle oscura, non temo alcun male perché il Signore cammina con me e mi dà sicurezza". Non fermarti a camminare per la nostalgia del passato. Segui le ispirazioni dello Spirito che elabora sempre il nuovo. È anche vero, però, che non bisogna disprezzare il passato. Gesù Cristo stesso non ha messo da parte il passato, ma lo ha perfezionato. Amen. Alleluia. (P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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