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E' conciliabile il Cristianesimo con la Massoneria?

Ultimo Aggiornamento: 22/01/2019 11:41
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22/08/2010 21:12
 
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La Chiesa e la massoneria sono di per sé assolutamente inconciliabili, come ribadito dal documento a firma del Cardinale Ratzinger del 26 novembre 1983. 
   
    La massoneria nasce con questa inimicizia verso la Chiesa e pertanto persegue la realizzazione di questa inimicizia con la distruzione della Chiesa e della civiltà cristiana e con la sostituzione ad essa di una cultura e di una civiltà sostanzialmente ateistiche, anche quando si fa riferimento all’Architetto dell’universo.
[Modificato da AmarDio 22/08/2010 21:19]
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22/08/2010 21:18
 
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 RIFLESSIONI AD UN ANNO DALLA DICHIARAZIONE DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

INCONCILIABILITÀ TRA FEDE CRISTIANA E MASSONERIA
Articolo apparso su L'Osservatore Romano del 23 febbraio 1985



Il 26 novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione sulle associazioni massoniche (cfr AAS LXXVI [1984] 300).
A poco più di un anno di distanza dalla sua pubblicazione può essere utile illustrare brevemente il significato di questo documento.

Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi documenti pontifici in materia e in particolare nella Enciclica "Humanum Genus" di Leone XIII (20 aprile 1884), il Magistero della Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica. Per Leone XIII esse si riconducevano essenzialmente a un naturalismo razionalista, ispiratore dei suoi piani e delle sue attività contro la Chiesa. Nella sua Lettera al Popolo Italiano "Custodi" (8 dicembre 1892) egli scriveva: "Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra".

Non si poteva pertanto tralasciare di prendere in considerazione le posizioni della Massoneria dal punto di vista dottrinale, quando negli anni 1970-1980 la S. Congregazione era in corrispondenza con alcune Conferenze Episcopali particolarmente interessate a questo problema, a motivo del dialogo intrapreso da parte di personalità cattoliche con rappresentanti di alcune logge che si dichiaravano non ostili o perfino favorevoli alla Chiesa.

Ora lo studio più approfondito ha condotto la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede a confermarsi nella convinzione dell’inconciliabilità di fondo fra i principi della massoneria e quelli della fede cristiana.

Prescindendo pertanto dalla considerazione dell’atteggiamento pratico delle diverse logge, di ostilità o meno nei confronti della Chiesa, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, con la sua dichiarazione del 26.11.83, ha inteso collocarsi al livello più profondo e d’altra parte essenziale del problema: sul piano cioè dell’inconciliabilità dei principi, il che significa sul piano della fede e delle sue esigenze morali.

A partire da questo punto di vista dottrinale, in continuità del resto con la posizione tradizionale della Chiesa, come testimoniano i documenti sopra citati di Leone XIII, derivano poi le necessarie conseguenze pratiche, che valgono per tutti quei fedeli che fossero eventualmente iscritti alla massoneria.

A proposito dell’affermazione sull’inconciliabilità dei principi tuttavia si va ora da qualche parte obiettando che essenziale della massoneria sarebbe proprio il fatto di non imporre alcun "principio", nel senso di una posizione filosofica o religiosa che sia vincolante per tutti i suoi aderenti, ma piuttosto di raccogliere insieme, al di là dei confini delle diverse religioni e visioni del mondo, uomini di buona volontà sulla base di valori umanistici comprensibili e accettabili da tutti.

La massoneria costituirebbe un elemento di coesione per tutti coloro che credono nell’Architetto dell’Universo e si sentono impegnati nei confronti di quegli orientamenti morali fondamentali che sono definiti ad esempio nel Decalogo; essa non allontanerebbe nessuno dalla sua religione, ma al contrario costituirebbe un incentivo ad aderirvi maggiormente.

In questa sede non possono essere discussi i molteplici problemi storici e filosofici che si nascondono in tali affermazioni. Che anche la Chiesa cattolica spinga nel senso di una collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, non è certamente necessario sottolinearlo dopo il Concilio Vaticano II. L’associarsi nella massoneria va tuttavia decisamente oltre questa legittima collaborazione e ha un significato ben più rilevante e determinante di questo.

Innanzi tutto si deve ricordare che la comunità dei "liberi muratori" e le sue obbligazioni morali si presentano come un sistema progressivo di simboli dal carattere estremamente impegnativo. La rigida disciplina dell’arcano che vi domina rafforza ulteriormente il peso dell’interazione di segni e di idee. Questo clima di segretezza comporta, oltre tutto, per gli iscritti il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote.

Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma, tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale lungi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante.

In tale contesto, le diverse comunità religiose, cui appartengono i singoli membri delle Logge, non possono essere considerate se non come semplici istituzionalizzazioni di una verità più ampia e inafferrabile. Il valore di queste istituzionalizzazioni appare, quindi, inevitabilmente relativo, rispetto a questa verità più ampia, la quale si manifesta invece piuttosto nella comunità della buona volontà, cioè nella fraternità massonica.

Per un cristiano cattolico, tuttavia, non è possibile vivere la sua relazione con Dio in una duplice modalità, scindendola cioè in una forma umanitaria - sovraconfessionale e in una forma interna - cristiana. Egli non può coltivare relazioni di due specie con Dio, né esprimere il suo rapporto con il Creatore attraverso forme simboliche di due specie. Ciò sarebbe qualcosa di completamente diverso da quella collaborazione, che per lui è ovvia, con tutti coloro che sono impegnati nel compimento del bene, anche se a partire da principi diversi. D’altronde un cristiano cattolico non può nello stesso tempo partecipare alla piena comunione della fraternità cristiana e, d’altra parte, guardare al suo fratello cristiano, a partire dalla prospettiva massonica, come a un "profano".

Anche quando, come già si è detto, non vi fosse un’obbligazione esplicita di professare il relativismo come dottrina, tuttavia la forza relativizzante di una tale fraternità, per la sua stessa logica intrinseca ha in sé la capacità di trasformare la struttura dell’atto di fede in modo così radicale da non essere accettabile da parte di un cristiano, "al quale cara è la sua fede" (Leone XIII).

Questo stravolgimento nella struttura fondamentale dell’atto di fede si compie, inoltre, per lo più, in modo morbido e senza essere avvertito: la salda adesione alla verità di Dio, rivelata nella Chiesa, diviene semplice appartenenza a un’istituzione, considerata come una forma espressiva particolare accanto ad altre forme espressive, più o meno altrettanto possibili e valide, dell’orientarsi dell’uomo all’eterno.

La tentazione ad andare in questa direzione è oggi tanto più forte, in quanto essa corrisponde pienamente a certe convinzioni prevalenti nella mentalità contemporanea. L’opinione che la verità non possa essere conosciuta è caratteristica tipica della nostra epoca e, nello stesso tempo, elemento essenziale della sua crisi generale.

Proprio considerando tutti questi elementi la Dichiarazione della S. Congregazione afferma che la Iscrizione alle associazioni massoniche "rimane proibita dalla Chiesa" e i fedeli che vi si iscrivono "sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione".

Con questa ultima espressione, la S. Congregazione indica ai fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione, essa vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre dalla loro adesione a una loggia massonica.

La S. Congregazione dichiara infine che "non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche, con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito". A questo proposito il testo fa anche riferimento alla Dichiarazione del 17 febbraio 1981, la quale già riservava alla Sede Apostolica ogni pronunciamento sulla natura di queste associazioni che avesse implicato deroghe alla legge canonica allora in vigore (can. 2335).

Allo stesso modo il nuovo documento, emesso dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede nel novembre 1983, esprime identiche intenzioni di riserva relativamente a pronunciamenti che divergessero dal giudizio qui formulato sulla inconciliabilità dei principi della massoneria con la fede cattolica, sulla gravità dell’atto di iscriversi a una loggia e sulla conseguenza che ne deriva per l’accesso alla Santa Comunione. Questa disposizione indica che, malgrado la diversità che può sussistere fra le obbedienze massoniche, in particolare nel loro atteggiamento dichiarato verso la Chiesa, la Sede Apostolica vi riscontra alcuni principi comuni, che richiedono una medesima valutazione da parte di tutte le autorità ecclesiastiche.

Nel fare questa Dichiarazione, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede non ha inteso disconoscere gli sforzi compiuti da coloro che, con la debita autorizzazione di questo Dicastero, hanno cercato di stabilire un dialogo con rappresentanti della Massoneria. Ma, dal momento che vi era la possibilità che si diffondesse fra i fedeli l’errata opinione secondo cui ormai la adesione a una loggia massonica era lecita, essa ha ritenuto suo dovere far loro conoscere il pensiero autentico della Chiesa in proposito e metterli in guardia nei confronti di un’appartenenza incompatibile con la fede cattolica.

Solo Gesù Cristo è, infatti, il Maestro della Verità e solo in Lui i cristiani possono trovare la luce e la forza per vivere secondo il disegno di Dio, lavorando al vero bene dei loro fratelli.

© Osservatore Romano del 23-2-1985

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22/08/2010 21:35
 
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LA PIRAMIDE MASSONICA

        La piramide è un simbolo antichissimo dalle origini tuttora oscure; il triangolo con l'occhio può essere fatto risalire alla prima massoneria. 
L'utilizzo combinato di questi simboli si realizza sostituendo al vertice della piramide il Delta Luminoso ed ha origine nel 1776, quando il primo di maggio Adam Weishaput (che al tempo insegnava diritto canonico all'università di Ingolstadt) fonda una società segreta nota come Ordine degli Illuminati di Baviera. Weishaput definì l'occhio al vertice della piramide "The Insinuating Bretheren" ma nell'ambiente era più conosciuto come "Occhio Gnostico di Lucifero", od "Occhio Onnisciente". Il significato complessivo della Piramide del Potere è l'ambizione stessa dell'ordine: un governo mondiale guidato da una ristretta elite di sapienti, ovvero loro stessi. Tra gli altri scopi dell'ordine vi era la trasformazione del cristianesimo in una religione "scientifica", in cui la ragione prendesse il posto del divino.

Questo scellerato progetto, persegue quindi il disegno di mettere al posto di Cristo e della sua Chiesa, una visione ben diversa della vita, del suo significato, del suo scopo e soprattutto delle sue guide, ponendo a capo della piramide un grande "manovratore" che ha interesse a impossessarsi delle coscienze e non a liberarle per mezzo della misericordia che Cristo ci ha meritato.

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22/08/2010 21:43
 
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La costruzione del Tempio massonico

- come costruire un mondo senza Dio e quindi contro Dio, dove l'uomo è costruttore e salvatore di se stesso -

 

La massoneria diffonde una mentalità relativista in cui tutto è opinione e nulla è dogma (lett. "certezza") ad eccezione, ipocritamente, degli insegnamenti della Loggia che non devono essere svelati a costo della incolumità fisica. Hiram, mitico architetto del tempio di re Salomone, viene presentato come l'esempio del buon massone che ha proferito la morte piuttosto che svelare il contenuto dei gradi iniziatici ricevuti. Su chi o cosa il massone deve costruire il tempio? Sul proprio ego "illuminato" dagli insegnamenti segreti settimanali della Loggia.

   

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22/08/2010 21:44
 
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“L’origine della Massoneria è sen’altro controversa, ma ha una sua prima collocazione nelle antiche corporazioni dei maestri di arte muraria, ecco il perché dell’uso del grembiulino, del compasso e della squadra. Esse ebbero la massima espansione tra l’XI e il XIII secolo. - spiega don Lasagni, relatore della serata - Con il passare del tempo, nell’anglicana e protestante Inghilterra, la massoneria si trasforma da ‘operativa’ a ‘speculativa’ cioè acquisisce una sua ideologia e abbandona le sue antiche tradizioni di arte muraria. Nasce così il 24 giugno del 1737, nel giorno di San Giovanni Battista, la Massoneria moderna con la Gran Loggia d’Inghilterra. Nel giro di pochi decenni si espande in tutta Europa e diventa uno dei canali principali attraverso i quali i princìpi propugnatori della Rivoluzione francese attecchiscono in Italia, soprattutto per mezzo di Napoleone che saccheggia la nostra penisola. Senza dimenticare che la Massoneria ha avuto un ruolo importante e decisivo, insieme al mondo protestante europeo, ai circoli giacobini e ai liberali italiani, nella storia dell’unità d’Italia”.

La Massoneria comunque è un fenomeno complesso che, nel corso della sua storia, ha vissuto diversi scismi e si differenzia nelle varie nazioni.
“Ogni loggia, internazionale o nazionale, ha la sua autonomia. In Italia ci sono tre grandi famiglie massoniche: la Grande Loggia d’Italia, la Grande Loggia Regolare, riconosciuta da Londra, ma soprattutto il Grande Oriente d’Italia (detta di Palazzo Giustiniani, ndr) fondata nel 1805, con circa 25.000 iscritti distribuiti nelle 720 logge sul territorio nazionale.
Oggi è presente una massoneria anglo-sassone (Inghilterra, Nord America, Germania) meno anticlericale della massoneria latina (Francia, Spagna, Sudamerica). Quest’ultima ha prodotto attacchi viscerali contro la Chiesa cattolica. Un odio che si è manifestato in Italia, soprattutto, durante il Risorgimento. Purtroppo l’Unità d’Italia è stata imposta alla gente del Sud dalla monarchia sabauda, alleata con le potenze straniere massoniche e giacobine, con la forza dei fucili e dei cannoni. L’unità d’Italia è stata fatta per le ambizioni espansionistiche e colonialistiche dei Savoia con l’aiuto della Massoneria.
Un’Unità voluta nel nome della lotta al Papato e alla distruzione della Chiesa cattolica. L’assioma del conte Camillo Benso di Cavour era ‘Noi siamo i propugnatori della libertà e del progresso. Vogliamo unire i popoli dell’Italia per dare loro libertà e progresso e far sì che diventi una potenza, eliminando il nemico numero uno che è lo Stato pontificio e il Papa di Roma. Ma non tanto come potenza e governo, ma perché così togliamo il potere alla Chiesa di annunciare all’uomo Cristo e il Vangelo e confiniamo la Chiesa nelle sacrestie e i preti a lucidare le panche’.
Obiettivo dei massoni era sminuire l’insegnamento del catechismo, distruggere la famiglia, fare approvare il divorzio, portare un’anarchia morale”.

Come risponde la Comunità cristiana?
“La Chiesa ha cominciato ad occuparsi della Massoneria nel 1738 con Papa Clemente XII e la sua lettera apostolica In Eminenti Apostolatu specula, rilevante anche l’enciclica Humanum genus del 20 aprile 1884 di Leone XIII in cui si condanna il Relativismo filosofico e morale della Massoneria - evidenzia don Lasagni -. Il Codice di Diritto canonico del 1917 al canone 2335, inoltre, così recita “chi si ascrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere, che macchinano contro la Chiesa o le legittime autorità civili, incorre ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede”.
L’inconciliabilità di appartenenza di un battezzato alla massoneria è stata riconfermata, dall’allora prefetto della Sacra Congregazione e attuale Pontefice, Cardinale Joseph Ratzinger, nel 1983 quando era stato posto il quesito se il giudizio della Chiesa non fosse mutato visto il nuovo codice di Diritto Canonico (1983) in cui non era espressamente menzionata anche se al canone 1374 troviamo ‘Chi dà il nome ad una associazione, che complotta contro la Chiesa, sia punito con giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito con l’interdetto’. Un battezzato quindi che s’iscrive alla Massoneria è in stato di peccato mortale”.

La Massoneria non solo ha combattuto la Chiesa, ma anche la sua dottrina è contraria alla fede cristiana.
“Nella Massoneria, oltre ad un dio immobile denominato grande architetto, si rifiuta la Rivelazione cristiana perché è un dogma. Non c’è una Verità rivelata da Qualcuno, ma è sempre un’opera della ragione umana che può sempre essere messa in discussione, determinata dalle persone, dai luoghi, dalle circostanze… tutto è relativo.
Gesù ha detto, vedi il Vangelo di Giovanni, Io sono la Verità… ed è qui il nodo del problema: la Verità non è una speculazione filosofica legata alla ragione, ma è Dio e il suo amore”.

Francesco Perez

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19/11/2013 22:56
 
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la conversione di Maurice Caillet dalla Massoneria al cristianesimo

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16/08/2015 14:03
 
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Massoneria e Chiesa cattolica

di Andrea Menegotto

I pronunciamenti magisteriali sulla massoneria sono oltre 500. Il primo documento risale al 28 aprile 1738, quando Papa Clemente XII, con la Lettera apostolica "In eminenti", mette in guardia i credenti contro tale organizzazione. L'Humanum genus di Leone XIII, invece, adotta un'impostazione di carattere sociologico poichè descrive le ricadute filosofiche e morali della massoneria in un contesto segnato dall'indifferentismo religioso. La massoneria viene condannata perchè veicola il trionfo del relativismo ed è volta a distruggere l'ordine religioso e sociale nato dalle istituzioni cristiane e a creare un nuovo ordine a suo arbitrio.

La seconda fase del Magistero pontificio sulla massoneria può essere circoscritta al periodo che va dall'inizio del Pontificato di Pio X - nel 1903 - all'apertura del Concilio Vaticano II nel 1962. Durante questo periodo la condanna della massoneria e la scomunica per chi ne fa parte vengono codificati dal Codice di Diritto Canonico (canone 2335) promulgato da Papa Benedetto XV nel 1917 e dalle Costituzioni sinodali del Primo Sinodo Romano (articolo 247), indetto da Papa Giovanni XXIII nel 1960. Dal Concilio Vaticano II al 1983 il Magistero non nomina più la massoneria, la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede interviene nel 1981 solo per una rettifica circa alcune interpretazioni date ad una lettera riservata indirizzata ad alcuni episcopati e divenuta di pubblico dominio. Nel 1983 il nuovo Codice di Diritto Canonico, canone 1374, prevede che sia punito "chi dà il nome ad una associazione che complotta contro la Chiesa". Il fatto che questo canone non menzioni direttamente la massoneria è stato interpretato come un'abolizione della scomunica. In realtà, il 26 novembre 1983 una Dichiarazione della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede conferma che rimane immutato il giudizio della Chiesa circa le associazioni massoniche e, dunque, l'iscrizione ad esse rimane proibita sotto pena di esclusione dai sacramenti. Infine, in un articolo apparso su "L'Osservatore Romano" del 23 febbraio 1985, intitolato "Inconciliabilità tra fede cristiana e massoneria", viene fornita una motivazione ufficiosa della reiterata condanna del 1983.
Questo scritto, in particolare, sottolinea che, anche nel caso in cui non vi siano espliciti risultati ostili alla fede cattolica, il metodo massonico è sempre incompatibile con la stessa, in quanto esso si fonda su una concezione simbolica relativistica, del tutto inaccettabile per un cristiano "al quale è cara la sua fede".
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16/08/2015 14:05
 
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Massoneria : la festa del relativismo

di Massimo Introvigne

Fra gli animatori della manifestazione promossa a Roma lo scorso 20 settembre
per celebrare la breccia di Porta Pia così come alla commemorazione della morte
di Giordano Bruno sono accorsi numerosi, guidati dal Gran Maestro del Grande Oriente
d'Italia, avvocato Gustavo Raffi. Ma chi sono i massoni o, meglio, cosa è la massoneria?

Secondo la storica inglese Frances Yates, la questione delle origini della massoneria rappresenta uno dei problemi più discussi e discutibili in tutto il contesto della ricerca storica. La massoneria moderna nasce sotto due spinte contrastanti: da una parte l'auspicio del razionalismo, dall'altra l'anelito preromantico al mistero che affonda le sue radici nella tradizione esoterica. Le origini storiche, ovviamente, sono da tenere distinte rispetto alle leggende sorte all'interno della stessa massoneria.
Convenzionalmente, la data di nascita della moderna massoneria è fissata nel 1717, anno in cui le quattro logge londinesi si riuniscono nella Gran Loggia di Londra. Nel 1723 la massoneria riceve le sue "Costituzioni" dal pastore presbiteriano James Anderson (1680 o 16841739), le quali fra l'altro escludono dagli argomenti di cui si può parlare in loggia le "discussioni di religione, di nazione o di politica", mantenendo come unici riferimenti precisi quelli alla "legge morale" e alla "religione su cui tutti gli uomini sono d'accordo", peraltro non ammettendo che il massone possa essere un "ateo stupido" o un "libertino irreligioso". Le radici della massoneria si trovano nelle antiche corporazioni dei freemason, cioè dei liberi muratori e architetti (da qui derivano i gradi massonici di apprendista, compagno e maestro).
Queste, a partire dal 1600, accolgono persone che non hanno relazioni con la professione, ma si interessano delle leggende della corporazione e ricercano al suo interno i mitici Rosacroce, che sarebbero stati i detentori di un sapere segreto capace di accedere all'unità profonda di tutte le religioni.
Attualmente la massoneria si presenta come un complesso puzzle dove è possibile, in particolare, distinguere fra obbedienze e riti. Le obbedienze sono federazioni amministrative di logge o di gruppi nazionali di logge; i riti, invece, sono sistemi di gradi massonici, di cui prescrivono non solo le cerimonie, ma anche le caratteristiche. Dunque, all'interno della stessa obbedienza possono convivere più riti e uno stesso rito può essere presente in più obbedienze. Fra i riti più diffusi si trova il Rito Scozzese Antico e Accettato, in 33 gradi, da cui deriva l'abitudine di considerare i massoni più elevati in grado come dotati della qualifica di "trentatreesimo".
Le organizzazioni parallele possono essere distinte in "para-massoniche", "simil-massoniche" e "pseudo-massoniche".
Le prime non fanno parte della massoneria, ma ammettono al loro interno esclusivamente massoni; le seconde sono sorte ad imitazione e in concorrenza con la massoneria, spesso rivolgendosi a classi sociali più basse; infine, le organizzazioni "pseudo-massoniche", seppure utilizzano nel loro nome il termine massoneria, sono considerate al di fuori del mondo massonico dalla maggior parte degli organismi ufficiali.
Il Grande Oriente d'Italia (Palazzo Giustiniani) è l'obbedienza maggioritaria nel nostro paese, riammessa per qualche tempo nel 1972 nella comunione con la Gran Logge d' Inghilterra, riconosciuta dalla maggior parte dei massoni mondiali come Gran Loggia Madre per tutto il mondo. Dalla comunione con essa era stata esclusa - assieme alle massonerie maggioritarie dei principali paesi latini (Francia, Spagna e America Latina ) - perchè era accusata ai ammettere nelle sue fila atei e di occuparsi di temi politici. Nel 1993 il Grande Oriente d' Italia è stato nuovamente escluso da tale comunione in seguito alle polemiche seguite a indagini giudiziarie sulle attiviti politiche e affaristiche di alcune logge e della crisi che da esse è derivata. Dal 1972 chi non crede in Dio avrebbe dovuto essere escluso dalle logge; tuttavia il Gran Maestro Giuliano Di Bernardo propose un idea di Dio come "principio regolatore" che era al limite dell'accettabilità per le massonerie "regolari" e suscitò più di una obiezione.
Lo stesso Di Bemardo, dopo la crisi del 1993, ha fondato una Gran Loggia Regolare d'Italia, concorrente del grande Oriente, riconosciuta ad expenmentum da Londra, ma non dalle potenti massonerie statunitensi che sono in comunione con Londra e che mantengono relazioni con il Grande Oriente.
La Gran Loggia d'Italia (Palazzo Vitelleschi) è la seconda denominazione massonica nel nostro paese ed è la più grande tra le numerose obbedienze concorrenti che derivano dallo scisma del 1908 di Saverio Fera (1850-1915), un pastore evangelico anti-cattolico, ma in disaccordo con l'anticlericalismo esasperato del Grande Oriente del suo tempo.
Le obbedienze che derivano da questo scisma sono dette "di Piazza del Gesù", perchè in questa piazza romana la principale organizzazione di questa branca ha avuto sede per molti anni. La Gran Loggia d'Italia fa parte dell'AML (Association des Maçoneries Liberales), cui aderiscono anche i Grandi Orienti di Francia, Belgio, Germania e le Grandi Logge olandese e danese. La Gran Loggia ammette anche le donne, nonostante le "Costituzioni" di Anderson (terzo dovere) le escludano dalla massoneria.
La massoneria non è una religione e non ha una dottrina, ma piuttosto un metodo di tipo relativista, il quale esclude l'accettazione a priori di verità assolute e dogmi e consiste nell'affrontare i problemi con la discussione comune e nel risolverli secondo quanto sembra giusto alla maggioranza dei "fratelli".
In loggia tutto può essere messo in discussione, tranne il metodo stesso.
L' espressione "relativismo" non piace ai massoni, i quali ricordano che alcuni di loro sono morti per i loro ideali politici o nazionali. Vi è qui però una confusione tra scetticismo, che nega la verità, e relativismo, per cui ogni verità rimane comunque condizionata e relativa. Il metodo massonico non è necessariamente scettico, ma è comunque relativista, e proprio per la sua dinamica relativizzante è oggettivamente incompatibile con la fede cattolica, così come hanno sottolineato molti documenti magisteriali.
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23/06/2018 17:15
 
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La Rivoluzione francese inspirata dall’ideologia massonica



Un interessante saggio di Fulvio Conti, professore di Storia contemporanea presso l’Università di Firenze, ha mostrato la rilevante parte che ebbe la massoneria durante la Rivoluzione francese.


Lo storico, nel suo Dalla condanna al dialogo: tre secoli di relazioni tra Chiesa e massoneria, ben recensito da Paolo Mieli, ricostruisce le condanne della Chiesa alla massoneria a partire dalla lettera apostolica In eminenti (1738), con la quale papa Clemente XII stabiliva il divieto, pena la scomunica, di affiliazione alla massoneria e ad altre associazioni dello stesso tipo.


Ne emerge anche l’evidenza di una sovrapposizione di idee tra la massoneria l’Illuminismo. Diverse logge europee, infatti, si riempirono la bocca con le parole “democrazia” e “libertà repubblicana”, lo stesso Voltaire -affiliato alla loggia parigina Noef Soeurs- presentò gli appartenenti come «cittadini della democrazia massonica». Ma, esattamente come gli illuministi, i membri delle logge europee più si credevano progressisti utilizzando tali terminologie e più si comportavano come «vere e proprie strutture terroristiche» dirette a favorire la conquista francese dei Paesi confinanti.


L’influenza della massoneria sulla Rivoluzione francese, scrive lo storico italiano, «appare indubbia, sia dal punto di vista ideologico (basti pensare all’apporto dato dalle logge alla diffusione dell’idea egualitaria e alla sperimentazione di forme di rappresentanza democratica), sia sotto il profilo organizzativo, con molte figure del mondo liberomuratorio che rivestirono contemporaneamente ruoli direttivi durante l’esperienza rivoluzionaria o nel giacobinismo europeo». Non è un caso -come ha notato Franco Della Peruta in La massoneria nella storia d’Italia (Atanòr) — tutti quelli che raccolsero le bandiere della rivoluzione fecero propri metodi organizzativi e simboli massonici. Ma, secondo Della Peruta, i rivoluzionari si differenziavano dalla massoneria per la pratica attivistica e cospiratoria. Sotto questo aspetto «il terreno sul quale germinarono non è tanto quello delle logge dei Franchi muratori quanto piuttosto quello delle congiure repubblicane del 1794-95, delle cospirazioni patriottico-unitarie del 1798-99, delle esperienze giacobine». Conti accredita le stime secondo cui «nei territori italiani a egemonia francese si contarono circa ventimila affiliati, in larga parte funzionari civili e militari», che frequentarono le logge assieme ai rappresentanti dei ceti emergenti dei commerci, delle imprese e delle professioni.


Non stupiscono affatto questi legami, ben si conoscono infatti gli spiriti anticattolici dei rivoluzionari francesi e saperli inspirati da un fenomeno come la massoneria rende ragione al giudizio del noto filosofo francese Philippe Nemo: «Pur definendosi atee – la massoneria francese ha escluso formalmente l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima, i socialisti hanno lanciato lo slogan “né Dio né padrone”, il marxismo difendeva il materialismo ateo – queste dottrine hanno assunto la funzione di surrogati religiosi. In effetti, hanno conquistato i popoli europei, già predisposti a prestare fede a chi promette l’avvento del Regno, sfruttando proprio i valori morali del cristianesimo: l’amore per il prossimo, la solidarietà, il disinteresse, il senso del sacrificio. La rigorosa intolleranza con cui i movimenti millenaristi atei hanno attaccato la Chiesa e il cristianesimo è stata perfettamente spiegata da Anatole Leroy-Beaulieu: poiché la Rivoluzione trasformerà completamente il mondo, occorre che tutti credano che il mondo così com’è sia completamente insopportabile. Non si può quindi permettere che permangano, rischiando di influenzare le persone, forme di sapienza che ci ricordano che il mondo è accettabile nonostante tutti i suoi difetti, che esso va migliorato ma non distrutto. Per questo motivo, dovunque questi movimenti hanno conquistato sufficiente potere, hanno lottato con tutte le loro forze contro il cristianesimo, tentando, ove possibile, di “sradicarlo” completamente dalla coscienza europea» (P. Nemo, La bella morte dell’ateismo moderno, Rubbettino 2016, pp. 13, 14).



[Modificato da Credente 23/06/2018 17:16]
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22/01/2019 11:41
 
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La Rivoluzione francese
inspirata dall’ideologia massonica

Un interessante saggio di Fulvio Conti, professore di Storia contemporanea presso l’Università di Firenze, ha mostrato la rilevante parte che ebbe la massoneria durante la Rivoluzione francese.

Lo storico, nel suo Dalla condanna al dialogo: tre secoli di relazioni tra Chiesa e massoneria, ben recensito da Paolo Mieli, ricostruisce le condanne della Chiesa alla massoneria a partire dalla lettera apostolica In eminenti (1738), con la quale papa Clemente XII stabiliva il divieto, pena la scomunica, di affiliazione alla massoneria e ad altre associazioni dello stesso tipo.

Ne emerge anche l’evidenza di una sovrapposizione di idee tra la massoneria l’Illuminismo. Diverse logge europee, infatti, si riempirono la bocca con le parole “democrazia” e “libertà repubblicana”, lo stesso Voltaire -affiliato alla loggia parigina Noef Soeurs- presentò gli appartenenti come «cittadini della democrazia massonica». Ma, esattamente come gli illuministi, i membri delle logge europee più si credevano progressisti utilizzando tali terminologie e più si comportavano come «vere e proprie strutture terroristiche» dirette a favorire la conquista francese dei Paesi confinanti.

L’influenza della massoneria sulla Rivoluzione francese, scrive lo storico italiano, «appare indubbia, sia dal punto di vista ideologico (basti pensare all’apporto dato dalle logge alla diffusione dell’idea egualitaria e alla sperimentazione di forme di rappresentanza democratica), sia sotto il profilo organizzativo, con molte figure del mondo liberomuratorio che rivestirono contemporaneamente ruoli direttivi durante l’esperienza rivoluzionaria o nel giacobinismo europeo». Non è un caso -come ha notato Franco Della Peruta in La massoneria nella storia d’Italia (Atanòr) — tutti quelli che raccolsero le bandiere della rivoluzione fecero propri metodi organizzativi e simboli massonici. Ma, secondo Della Peruta, i rivoluzionari si differenziavano dalla massoneria per la pratica attivistica e cospiratoria. Sotto questo aspetto «il terreno sul quale germinarono non è tanto quello delle logge dei Franchi muratori quanto piuttosto quello delle congiure repubblicane del 1794-95, delle cospirazioni patriottico-unitarie del 1798-99, delle esperienze giacobine». Conti accredita le stime secondo cui «nei territori italiani a egemonia francese si contarono circa ventimila affiliati, in larga parte funzionari civili e militari», che frequentarono le logge assieme ai rappresentanti dei ceti emergenti dei commerci, delle imprese e delle professioni.

Non stupiscono affatto questi legami, ben si conoscono infatti gli spiriti anticattolici dei rivoluzionari francesi e saperli inspirati da un fenomeno come la massoneria rende ragione al giudizio del noto filosofo francese Philippe Nemo: «Pur definendosi atee – la massoneria francese ha escluso formalmente l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima, i socialisti hanno lanciato lo slogan “né Dio né padrone”, il marxismo difendeva il materialismo ateo – queste dottrine hanno assunto la funzione di surrogati religiosi. In effetti, hanno conquistato i popoli europei, già predisposti a prestare fede a chi promette l’avvento del Regno, sfruttando proprio i valori morali del cristianesimo: l’amore per il prossimo, la solidarietà, il disinteresse, il senso del sacrificio. La rigorosa intolleranza con cui i movimenti millenaristi atei hanno attaccato la Chiesa e il cristianesimo è stata perfettamente spiegata da Anatole Leroy-Beaulieu: poiché la Rivoluzione trasformerà completamente il mondo, occorre che tutti credano che il mondo così com’è sia completamente insopportabile. Non si può quindi permettere che permangano, rischiando di influenzare le persone, forme di sapienza che ci ricordano che il mondo è accettabile nonostante tutti i suoi difetti, che esso va migliorato ma non distrutto. Per questo motivo, dovunque questi movimenti hanno conquistato sufficiente potere, hanno lottato con tutte le loro forze contro il cristianesimo, tentando, ove possibile, di “sradicarlo” completamente dalla coscienza europea» (P. Nemo, La bella morte dell’ateismo moderno, Rubbettino 2016, pp. 13, 14).

fonte UCCR


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