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Cristianesimo, Angeli e vita extraterrestre

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2018 11:08
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05/07/2010 23:46
 
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Cristianesimo, Angeli e vita extraterrestre,
di Cristoforo Barbato
da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 169 del Giugno 2009
(...)
LE IPOTESI DEL GESUITA PADRE GRASSO
Un altro attento studioso del fenomeno UFO è stato senza alcun dubbio il teologo
gesuita padre Domenico Grasso, noto soprattutto negli anni settanta per i suoi
interventi sia in dibattiti pubblici che su alcuni periodici e organi di stampa nazionali
oltre che, due volte, sulla rivista del CUN "UFO Notiziario".
Padre Grasso, laureato in teologia all'università Gregoriana di Roma dove ha insegnato
teologia pastorale, è stato perito in tutte le sessioni del Concilio Vaticano II e ha
tenuto diversi corsi presso le Università americane, ha insegnato per otto anni
all'istituto "Lumen Vitae" di Bruxelles e per quattro anni all'Istituto Pastorale a Madrid.
Nel 1977 in occasione della IV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
(30 settembre - 29 ottobre) lavorò in qualità di consulente teologico accanto all'allora
Cardinale Karol Wojtyla (N.d.R. Wojtyla il 24 ottobre fu eletto al Consiglio del
Segretariato Generale del Sinodo). Neanche due settimane dopo la chiusura del
Sinodo il gesuita rilasciò al giornalista Lamberto Fumo del quotidiano "La Stampa"
un'intervista che venne poi pubblicata 1'11 novembre.
Ecco alcuni stralci del servizio pubblicato dal giornale torinese e intitolato "I teologi e
gli extraterrestri":
"La teologia - chiede il giornalista - si pone solo da qualche anno l'ipotesi che esistano
uomini su altri pianeti?"
«Tutt'altro. Il problema è vecchio di secoli. Il primo a formulare l'ipotesi della
possibilità di vita umana fuori del nostro pianeta fu Nicolò Cusano, autore del "De
docta ignorantia". Quando Galileo cominciò a fornire le prove scientifiche del sistema
copernicano, fra le perplessità suscitate in molti teologi, ci fu anche quella riguardante
la possibilità dell'esistenza di uomini fuori della Terra. Questa ipotesi sembrava loro
non conciliabile con la nostra fede. Essi non potevano concepire che il Figlio di Dio si
fosse incarnato su un pianeta che il sistema copernicano veniva a perdere la sua
importanza. Perciò chiesero allo scienziato di essere più prudente nelle sue
affermazioni.»
"Galileo, prudente o no, aveva ragione, ma fu condannato come eretico. Ora il Concilio
Vaticano II lo ha riabilitato. Ma i teologi hanno superato le perplessità che portarono
alla condanna di Galileo?"
«Col passare del tempo non solo ci riuscirono, ma arrivarono addirittura a farsi
convinti assertori della possibilità di una vita razionale fuori dalla Terra. Specialmente
nel secolo scorso videro nella ipotesi della pluralità dei mondi abitati una risposta ai
problemi del nascente razionalismo. Uno dei più noti predicatori di "Notre Dame", la
cattedrale di Parigi, padre Felix, contrapponeva a chi gli domandava del piccolo
numero di uomini terrestri che si sarebbero salvati, i miliardi di uomini abitanti in altre
località dello spazio cosmico che si salvano. In Italia il padre Angelo Secchi, fondatore
dell'Osservatorio astronomico del Collegio Romano e uno dei massimi esponenti
dell'astrofisica, riteneva assurdo pensare che gli immensi spazi rivelati dalla scienza
fossero vuoti. L'ipotesi è stata creduta probabile dal filosofo francese Bergson in forza
della sua teoria sui "gradi della vita". Come si vede, per i teologi il problema è sorto
molto prima che i dischi volanti apparissero nel nostro cielo.»
"Se si scoprisse, un giorno, l'esistenza di uomini, nel senso di esseri razionali, su altri
pianeti o corpi celesti, che cosa direbbero i teologi a sostegno della Rivelazione e della
Redenzione che Cristo ha operato, a quanto riteniamo, solo sulla Terra?"
«I teologi saranno molto contenti di constatare che la potenza di Dio non si è limitata
a creare un solo mondo abitato da esseri razionali e che la sua sapienza è veramente
"multiforme", come dice San Paolo. Faranno anche un bell'atto di umiltà constatando
la propria pochezza di fronte all'immensità di Dio. In particolare, poi, scopriranno che
l'ordine di provvidenza nel quale noi viviamo, e che ha come avvenimenti centrali la
creazione, la caduta dell'uomo e la sua redenzione, non è l'unico esistente, ma uno dei
tanti voluti da Dio.»
"Ma ci saranno pure cose, pensieri, idee anche religiose diverse fra noi e gli
extraterrestri."
«Infatti. Non avremo in comune l'ordine di provvidenza nel quale siamo stati creati.
Ripeto che nel nostro ordine di provvidenza gli avvenimenti fondamentali sono il
peccato originale e la redenzione. Può darsi che gli abitanti degli altri mondi non
abbiano né l'uno né l'altra: cioè che non abbiano peccato, come noi uomini, che si
siano mantenuti fedeli a Dio. In tal caso, essi non hanno avuto bisogno di redenzione.
Cristo perciò sarebbe loro "capo" non a titolo di redenzione, ma semplicemente a titolo
di creazione, in quanto li ha creati a sua immagine e somiglianza. Navighiamo nel
campo delle ipotesi. Solo la scienza positiva ci potrà dire se un giorno saranno realtà.»
A distanza di un anno il gesuita rilasciò al giornalista Marco Nese un'altra intervista
pubblicata il 16 novembre 1978 sul noto settimanale "La Domenica del Corriere". Ecco
alcuni passaggi della conversazione tra il teologo ed il reporter tratti dall'articolo "Negli
UFO volano brave persone".
«Un argomento del genere - afferma Grasso - non può lasciare indifferente la teologia.
Da anni, ormai, si cerca di far uscire il problema dall'anticamera della fantascienza per
assegnargli il titolo di massima scoperta scientifica di tutti i tempi. Gli uomini
l'attendono, come denota l'ansia con cui si affrettano a segnalare l'avvistamento di
quei misteriosi velivoli battezzati dischi volanti. E gli scienziati da parte loro, non
mancano di avvalorare il sentimento popolare con dichiarazioni che non solo non
escludono la vita al di fuori della Terra, ma anzi lasciano credere alla sua probabilità.
Allora mi sono chiesto: quali conseguenze avrebbe sulla religione cattolica la scoperta
degli extraterrestri? In questa prospettiva bisogna dire che la Bibbia non contempla
l'ipotesi di altre umanità. Neanche però le esclude, appunto perché i suoi argomenti
sono limitati alla Terra. Sicché l'eventuale esistenza di extraterrestri non sarebbe in
contrasto con le Scritture. Un cattolico, in sostanza, è libero di accettare o negare
l'ipotesi di altri mondi abitati.»
"Ma lei crede alla vita su altri pianeti?"
«Spetta, naturalmente, agli scienziati dare una risposta definitiva. Ma io, come
teologo, posso dedurre per conseguenza logica l'esistenza di altre umanità. Ma c'è
un'altra considerazione che mi spinge a pormi l'ipotesi di altri mondi abitati, ed è il
problema del male. Per alcuni, il male è talmente assurdo da essere inconciliabile con
l'esistenza stessa di Dio. "Di fronte al dolore del mondo, di fronte all'ingiustizia, - dice
Horckheimer - è impossibile credere nel dogma dell'esistenza di un Dio onnipotente e
sommamente buono." lo, invece, rovescio il discorso. Proprio perché questo mondo è
pieno di dolore e di ingiustizia, si può pensare che ne esistano altri in cui l'uomo,
sempre creato da Dio, abbia fatto un uso migliore della sua libertà, senza il peccato.»
"Ammesso, come dice lei, che gli extraterrestri siano moralmente migliori di noi, esiste
una possibilità di dialogo con loro?"
«Certamente. Se la scienza riuscirà a stabilire veramente un rapporto con gli abitanti
di altri mondi, il nostro incontro con gli uomini extraterrestri sarà religiosamente
fecondo. In ogni caso, sia noi sia loro siamo obbligati all'osservanza della legge
naturale, a fare il bene e fuggire il male, secondo i dettami della nostra natura
razionale. I dieci comandamenti sarebbero quindi il terreno sul quale incontrarci e
collaborare.»
Le dichiarazioni di Padre Grasso sulle questione UFO (compresi, come vedremo, i due
suoi interventi apparsi sull'allora organo d'informazione del CUN) vanno a inserirsi in
quel susseguirsi di eventi a carattere ufologico che caratterizzarono gli anni '70.
È noto come il periodo 1973-1979 sia stato il più intenso e ricco per quanto concerne
l'attività UFO in tutto il mondo, e che toccò il suo apice, specialmente in Italia, nel
biennio 1978-79.
In quel periodo il fenomeno UFO si manifestò massicciamente nel nostro Paese,
l'impatto e la portata che ebbe sull'opinione pubblica e, sulle stesse autorità, fu tale da
calamitare sistematicamente l'attenzione sia degli organi d'informazione nazionali che
di rotocalchi vari.
Tra l'altro anche periodici legati alla Chiesa stessa si occuparono di tali eventi,
rivolgendosi con la dovuta attenzione, che inevitabilmente furono oggetto di dibattiti
anche tra gli stessi fedeli.
Il 28 gennaio del 1979 il settimanale cattolico di informazione "Famiglia Cristiana"
pubblicò l'interessante articolo "Un inverno pieno di UFO" scritto dal noto giornalista
Bruno Ghibaudi. Quest'ultimo già in passato si era interessato al fenomeno UFO con
un'inchiesta a puntate sulla "Settimana Incom" che culminò in un ulteriore servizio, a
fine '62, nel quale veniva riassunta la posizione generale della Chiesa cattolica.
Nel 1979 Famiglia Cristiana era divenuto l'organo di stampa più diffuso nel mondo
cattolico nonché una delle riviste più vendute in Italia; il periodico era stato fondato
nel dicembre 1931 dal beato Giacomo Alberione, il quale sosteneva che la "nuova
frontiera" dell'evangelizzazione fossero proprio i mezzi di comunicazione.
L'articolo di Ghibaudi si proponeva di stilare una sorta di elenco dei più clamorosi
avvistamenti avvenuti negli ultimi mesi del '78 all'estero e principalmente in Italia e in
particolare alle note manifestazioni verificatesi sul versante adriatico.
In effetti, il servizio aprì proprio con le segnalazioni dei pescatori abruzzesi e
marchigiani di Giulianova e San Benedetto del Tronto delle strane formazioni di
colonne d'acqua di 5 metri di diametro che si levavano improvvisamente a oltre 30
metri, di fasci di luce che misteriosamente apparivano e scomparivano nel buio della
notte; interferenze elettromagnetiche nelle comunicazioni radio e sui radar di bordo
oltre a sagome scure o globi di luce emersi dall'acqua e silenziosi spostarsi a scatti per
poi immergersi o sparire in tutte le direzioni.
Altro caso citato è quello della tragica fine dei due fratelli De Fulgentis trovati il 25
ottobre a circa 20 metri di profondità al largo di Martinsicuro. Entrambi pescatori, la
sera prima, con condizioni di mare calmo, erano usciti per pescare; la loro
imbarcazione immersa accanto ai corpi era "in linea di navigazione" ossia come se
qualcuno l'avesse sommersa versando l'acqua dall'alto. La stessa autopsia, i cui referti
furono secretati, sembra avesse rivelato l'assenza di tracce d'acqua nei polmoni di
entrambe i pescatori.
L'articolo di Ghibaudi è un susseguirsi di segnalazioni: l'atterraggio il 12 novembre di
un grande UFO discoidale vicino un centro di ascolto vicino la capitale Kuwait a cui
assistettero diversi tecnici del Centro e di un vicino impianto petrolifero; sempre quel
giorno, ma anche nei successivi, diversi avvistamenti con numerosi testimoni vengono
segnalati in Abruzzo (Silvi, Sulmona), Molise (Campobasso) a Modena, Pisa e Napoli.
Il giornalista italiano, tra l'altro, riporta due casi importanti e che faranno discutere gli
ufologi negli anni a venire, quello del rapimento alieno del metronotte Fortunato
Zanfretta e la misteriosa scomparsa del pilota civile australiano Frederick Valentich e
del suo velivolo Cessa in seguito a un incontro ravvicinato in volo con un UFO.
L'articolo non manca di citare diversi avvistamenti avvenuti in Italia - e che evito di
menzionare per non dilungarmi troppo - nel mese di dicembre e che hanno fatto
discutere i media nazionali come ad esempio l'avvistamento di UFO del 14 su Roma (a
cui assisteranno agenti di Polizia sul tetto della Questura bombardata da segnalazioni
dei cittadini) e quello del 28, del blocco della centrale elettrica di Pietracamela (TE), ai
piedi del Gran Sasso, in concomitanza del passaggio a bassa quota di un globo
rossastro.
LA PERFEZIONE È ANCHE IN ALTRI PIANETI
In concomitanza al servizio di Famiglia Cristiana nel gennaio del 1979 la rivista del
CUN "Notiziario UFO" pubblicò un'intervista, fatta da Claudio Gallo, a padre Domenico
Grasso e di cui riporto alcuni passaggi:
"Da quanto tempo Padre, lei s'interessa del fenomeno UFO?"
«La prima volta avvenne nel 1952, quando si cominciò a parlare con una certa
insistenza dei dischi volanti. In quell'anno la rivista "OGGI" pubblicò un articolo di
Padre Gemelli in cui il Rettore dell'Università Cattolica si dimostrava del tutto contrario
all'esistenza di esseri razionali in altri pianeti. Letto l'articolo, alcuni si rivolsero al
Direttore di "Civiltà Cattolica" perché questa rivista esprimesse il proprio parere
sull'argomento. Ne fui incaricato io. Scrissi così l'articolo "La teologia e la pluralità dei
mondi abitati", uscito nel novembre di quell'anno che ebbe un grande successo. La
stessa rivista "OGGI" lo riprese e lo pubblicò integralmente.»
"Che cosa diceva in quell'articolo?"
«Dopo aver fatto un po' la storia del problema, esponendo così come era stato visto
da teologi e predicatori cattolici dal Rinascimento ai nostri giorni, mi ponevo il
problema sul piano strettamente teologico. Affermavo che, stando ai principi della
teologia, l'ipotesi della pluralità dei mondi abitati da altri esseri razionali non era né
richiesta né respinta da questa scienza. Si poteva cioè ammettere o respingere
l'audace ipotesi, senza che ciò implicasse un mettersi contro la teologia. La questione
era di competenza non della scienza sacra, ma della scienza positiva.»
"Finora l'autorità ecclesiastica si è mai pronunciata sul fenomeno degli UFO?"
«No, mai. La ragione è che l'autorità ecclesiastica prende posizione su un problema
quando questo è arrivato a un grado di maturazione abbastanza avanzato, e presenta
risvolti religiosi e morali. Finora ciò non è avvenuto. Il problema degli UFO sembra
ancora rientrare nel dominio della fantascienza. È ancora riservato a pochi studiosi.»
"Padre, cosa succederebbe se un giorno gli uomini di scienza riuscissero, se non i
dimostrare, almeno a dare una grande probabilità all'origine extraterrestre degli UFO?"
«La Chiesa allora sarebbe obbligata a prendere posizione, perché il problema la tocca
da vicino, trattandosi di uomini creati da Dio, come quelli esistenti su questa terra. Di
essi dovrebbe esaminare il piano di provvidenza nel quale sono stati creati e in quale
rapporto stanno con Gesù Cristo che, a dire di San Paolo, è colui per il quale tutte le
cose, sia quelle sulla terra sia quelle dei cieli, sono state fatte. Il problema esigerebbe
un lungo discorso che è meglio rimandare ad altra sessione.»
"Secondo Lei con quale spirito i ricercatori debbono occuparsi della Ufologia?"
«Dovrebbero occuparsene con lo stesso spirito con cui si occupano degli altri problemi
scientifici. Nulla vieta che in esso portino un certo entusiasmo perché la questione è
veramente appassionante e, se le si potesse dare una risposta positiva, costituirebbe
la più grande scoperta di tutti i tempi. L'entusiasmo però non deve far velo al
ragionamento e indurli a esaminare il problema con un rigore inferiore a quello proprio
dell'uomo di scienza.»
Inoltre, sempre sul periodico ufologico italiano il gesuita intervenne nuovamente con
un suo articolo, in due parti, intitolato "UFO e teologia cristiana" pubblicato nei mesi di
settembre e ottobre 1979 (e sua volta riproposto nel 1995 nei primi due numeri della
nuova edizione di Notiziario UFO). Nel pezzo padre Grasso espone diverse
argomentazioni di carattere teologico che in parte sono già state accennate in
precedenza e, data la lunghezza del testo, riporto per completezza solo in alcune sue
parti.
In base a quanto scritto nella Bibbia, Dio avrebbe creato tutto per la sua gloria e che
avrebbe raggiunto questo scopo nell'uomo e per l'uomo.
Secondo padre Grasso (citando Salmo 18,2) tutti i cieli cantano la gloria di Dio perché
essi riflettono le perfezioni divine, ma solo l'uomo è fatto a "immagine e somiglianza di
Dio" (Genesi 2,7), perché soltanto nell'uomo ha infuso "l'alito" col quale egli partecipa
della stessa natura di Dio.
«L'alito della vita dell'uomo - scrive il gesuita - fa di lui un'immagine di Dio, ciò che
non avviene negli altri esseri nei quali di Dio c'è solo un riflesso, un vestigio. È in forza
di questo alito divino, di questa "proporzione" divina che è in Lui che l'uomo è in
condizione di conoscere Dio, di dialogare con Lui, di ascoltare la Sua voce e di
risponderGli. È quest'alito che lo rende arbitro del proprio destino, libero di obbedire al
piano concepito da Dio sui di Lui o di trasgredirlo... Creando l'uomo dotato di
intelligenza Dio ha inteso fame un essere capace di dialogare con Lui, non solo
ascoltando la sua parola e rispondendoGli, come liberamente si esprime il libro della
Genesi in riferimento ai rapporti tra i nostri genitori e Dio, ma anche indirettamente,
cioè conoscendo le cose create e riferendo alla loro sorgente le perfezioni di bontà, di
verità e di bellezza in esse contenute. È proprio da questa prospettiva che parte
l'ipotesi cui i teologi esigono di più per argomentare sulla possibilità, per non dire sulla
probabilità dell'esistenza di uomini fuori dal nostro pianeta. Se essi dicono, le cose
sono state create per rendere gloria a Dio, se d'altra parte questa gloria non può
esserGli resa se non tramite l'intelligenza umana, dobbiamo legittimamente dedurre
che negli spazi inaccessibili all'osservazione dell'uomo o alla portata dei suoi strumenti
scientifici, debbano esserci altri uomini, altre umanità capaci di conoscere le perfezioni
che Dio ha posto in quegli esseri e riferirne la gloria al creatore. Perché infatti, le
perfezioni che Dio ha profuso con tanta larghezza nell'universo dovrebbero rimanere
nascoste e non cantare esse pure la gloria di Dio? Non sarebbe questa una stonatura
indegna di Dio? Chi scrive un libro sapendo che non verrà mai letto da nessuno, o
dipinge un quadro per nasconderlo affinché nessuno lo veda?
Qualcuno potrebbe obiettare che l'argomento dimostra soltanto la necessità che tutte
le perfezioni dell'universo siano riferite a Dio da qualche intelligenza di raccogliere, ma
non che questa intelligenza debba essere quella di un uomo. Basterebbe che fosse
quella di un angelo. L'argomento non sembra convincente. Infatti gli angeli sarebbero
puri spiriti, e come tali non possono conoscere la materia, se non in modo mediato e
indiretto, così come gli uomini fanno con lo spirito. In tal caso ci sarebbe qualcosa
delle perfezioni divine che rimarrebbe nascosto allo stesso "occhio" angelico. Il Pohle
perciò crede di poter concludere: "Sembra del tutto conforme al fine ultimo del mondo
che i corpi celesti abitabili siano popolati da creature, che riferiscano alla gloria del
Creatore le bellezze corporee dei mondi nello stesso modo che fa l'uomo per il suo
mondo più piccolo". (Joseph Pohle teologo tedesco, "Die Stemen Welt und ihre
Bewohner", Colonia 1904, p. 457).
L'argomento non manca di una logica interna. Se tutto dev'essere riferito a Dio,
dovunque c'è un essere creato, ivi deve esserci un 'intelligenza capace di farlo. In tal
caso o ammettiamo che l'uomo con la sua intelligenza e la sua scienza sarà un giorno
in grado di esplorare tutto l'universo, il che sembra un 'ipotesi davvero
fantascientifica, o dobbiamo ammettere che l'uomo che noi conosciamo non sia il solo
che popoli l'universo. Angelo Secchi, grande astronomo del secolo scorso, non poté
fare a meno di dedurre questa conclusione di fronte all'immensità dell'universo che le
sue scoperte venivano sempre più allargando. "Per noi, egli scrisse, sembrerebbe
assurdo riguardare quelle vaste regioni come deserti inabitati: esse devono essere
popolate da esseri intelligenti e ragionevoli, capaci di conoscere, di onorare ed amare
il loro Creatore". ("Le soleil", Parigi 1877, voI. II, p. 480).
E più recentemente il Bavink: "Se questo universo deve avere un significato mi
sembra in ogni modo assurdo cercare tale significato solo sulla nostra piccola storia
terrestre". (Bemhard Bavink, matematico e filosofo, "Risultati e problemi delle scienze
naturali", Firenze 1947, p. 272).
Vi sono però anche altri argomenti che i teologi ritengono di poter invocare a favore
dell'esistenza di uomini in altri pianeti. In particolare quello della perfezione
dell'universo. È un argomento di S. Tommaso del quale essi fanno un'estensione.
Secondo l'Angelico (Contra gentes II, 92), l'ordine dell'universo esige che il meno
nobile sia fatto per il più nobile, e che quest'ultimo abbia sul primo un'eccedenza
anche numerica. È necessario perciò, in forza di questo principio, che le cose nobili si
moltiplichino più di quelle inferiori. Così gli angeli tanto più nobili dell'uomo, debbono
superare questo non solo nella perfezione, ma anche nel numero. Se il principio è
valido, bisogna senz'altro concludere che gli esseri viventi siano più di quelli non
viventi e che tra i viventi quelli razionali siano più di quelli irrazionali. Il che porterebbe
alla conclusione che gli uomini, appunto perché più nobili, esistano dovunque esistano
esseri meno nobili di loro. Anzi l'argomento potrebbe portarci alla conclusione ancora
più densa di conseguenze. Il principio infatti che il più nobile possa prevalere sul meno
nobile vale non solo nel raffronto tra il vivente e il non vivente, o tra il vivente
razionale e quello irrazionale, ma anche all'interno della stessa classe di esseri, cioè,
nel nostro caso, degli stessi esseri razionali. Come nel mondo vegetale ed animale
vediamo un'infinita varietà di specie, l'una più perfetta delle altre, perché non
dovremmo ammettere 10 steso fatto per gli esseri umani? Questo significa che come
esiste una specie umana sul nostro pianeta dotata di determinate qualità (le quali per
quanto ci consentano di parlare di stirpi diverse, non ci permettono di dire che
esistano uomini superiori ed uomini inferiori), sarebbe possibile fare questo
ragionamento tra gli uomini del nostro pianeta e quelli di altri. Chi ci vieta cioè di dire
che il genere umano, con le caratteristiche psico-somatiche che lo distinguono, sia
solo un modo di realizzazione dell'essere razionale, così come il protozoo e la scimmia
antropomorfa sono modi diversi (e quanto diversi!) di realizzare lo stesso concetto di
vivente? Il Secchi ci presenta l'argomento in questi termini. "La vita - egli dice -
riempie l'universo, e con la vita va associata l'intelligenza, e come abbondano gli
esseri a noi inferiori, così possono in altre condizioni esisterne di quelli immensamente
più capaci di noi. Fra il debole lume di questo raggio divino che rifulge nel nostro
fragile composto, mercé del quale potremmo conoscere tante meraviglie, e la sapienza
dell'Autore di tutte le cose, è una infinita distanza che può essere intercalata da gradi
infiniti delle sue creature, per le quali i teoremi, che per noi sono frutto di ardui studi,
potrebbero essere semplici intuizioni". (La grandezza del creato, in op. cit. p. 215).
Ancora più chiaramente - scrive Grasso - l'argomento venne sfruttato dal Monsabré
(N.d.R. Padre Jacques Marie Louis Monsabré predicatore domenicano 1827-1876):
"Perché gli astri non sarebbero popolati da esseri meno grandi degli angeli, ma più
grandi di noi? Tra la vita intuitiva dei puri spiriti e la nostra vita composta,
ragionevole, sensitiva e vegetati va, vi è luogo per altre vite. Noi abbiamo avuto, è
vero l'incarnazione. Non è forse perché il divino pastore volle condurre tutto il suo
gregge al pascolo della eterna felicità, lasciò negli spazi le novantanove pecorelle, per
venire a cercare quaggiù la centesima smarrita?". (Esposizione del dogma cattolico,
conf. 102, Torino 1900, pp. 243-244.
Se cioè il Figlio di Dio per incarnarsi ha scelto la Terra, non l'ha fatto forse proprio
perché ce ne era bisogno, avendo gli uomini di quaggiù peccato mentre al peccato
sono rimasti immuni gli uomini di altri pianeti? Sono considerazioni forse un po'
curiose, ma non destituite di una certa ragionevolezza. Di fronte all'enigma del male
l'uomo cerca una spiegazione e non trovandola sulla Terra, la ricerca negli astri. È
innegabile che se in una miriade di umanità, la nostra fosse la sola ad essere afflitta
dal problema del male, questo potrebbe non poco del suo mistero. Le riflessioni finora
fatte non oltrepassano il grado della probabilità e della verosimiglianza. Esse provano
solo che l'ipotesi di una vita umana fuori della Terra non contrasta con nessun
principio della teologia, la quale anzi sarebbe contenta che l'ipotesi fosse vera.»
Padre Grasso infine fornisce un altro argomento teologico che si aggancia a
quanto finora esposto ed è quello del primato di Cristo sulla creazione:
«La considerazione del primato di Cristo - afferma il gesuita - ci porta logicamente a
un'altra riflessione, anch'essa non decisiva, ma non priva di interesse per chi attinge
dalla Bibbia le sue conoscenze. Noi sappiamo che sono possibili vari piani di
Provvidenza. Volendo comunicare le proprie perfezioni a creature razionali, capaci cioè
di entrare in dialogo con Lui, Dio aveva la scelta tra una gamma infinita di possibilità.
Poteva per esempio creare un mondo di uomini talmente perfetti, nei quali l'armonia
tra le facoltà inferiori della sensibilità, e quelle superiori dell'intelligenza e della volontà
libera, sarebbe stata così piena che essi non avrebbero mai abusato della loro libertà
per fare il male. È l'umanità che la Bibbia ci descrive, sia pure limitata a due persone,
prima del peccato che chiamiamo originale. Come pure nulla avrebbe vietato a Dio di
creare un mondo contrario, nel quale gli uomini avrebbero abusato della loro libertà
molto di più di quello che ha fatto l'uomo storico che noi conosciamo. Avrebbe poi
potuto creare un mondo di uomini in uno stato puramente naturale nel quale essi
avrebbero conosciuto il loro Creatore col solo uso della loro intelligenza, senza che Dio
venisse loro in aiuto con una particolare rivelazione. Né possiamo escludere un mondo
di superdotati, nei quali tutte le facoltà umane sarebbero state possedute nel grado
più alto, un mondo cioè di geni. Nulla vieta che queste possibilità, che per noi sono
semplici ipotesi, siano state effettivamente realizzate da Dio fuori dalla nostra Terra.
In tal caso avremmo varie umanità, espressione della sapienza di Dio, e da parte di
Cristo vari modi di esercitare il suo primato, tanto su uomini comuni come siamo noi,
quanto su uomini straordinari.»
(...)
fonte: Edicolaweb
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05/11/2011 11:56
 
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Indagine tecnicistica del testo di Ezechiele SECONDO UNA RICOSTRUZIONE che ovviamente non è convalidata da prove ma si basa solo su congetture derivanti dalla lettura del testo. Lo inseriamo solo per permettere una personale riflessione sul primo capitolo di Ezechiele, a cui si affianca anche il capitolo 10 che contiene elementi simili.



    Tra visione e incontro reale con gli Ufo - Ricostruzione del testo
EZECHIELE   CAPITOLO 14 -28


Esegesi raffigurata
 1.  SUL SUONO:       fragore simile ai motori a reazione
 2.  SULL'OGGETTO:  emanava bagliori
 
balenare = luccicare
 elettro = lega di oro e argento (l'aspetto dorato)



[4] Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinìo di fuoco,
che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente.
 Esseri animati = rassomiglianza, ma non conformità umana.

umanoidi

[5] Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, dei quali questo era l'aspetto: avevano sembianza umana

 1. Le quattro facce       oppure 

 2. Le quattro ali  vedi al verso 11, 23 e 24


[6] e avevano ciascuno quattro facce e quattro ali.

1. gambe diritte = effetto tubolare della tuta spaziale. Ma è anche la conferma che non erano animali: il camminare su due piedi.
          

2. La peculiarità delle scarpe. Bronzo = elemento metallico e resistente, diversamente dai sandali indossati a quel tempo.
Proprietà liscia e lucida.


[7] Le loro gambe erano diritte e gli zoccoli dei loro piedi erano come gli zoccoli dei piedi d'un vitello, splendenti come lucido bronzo.

 La prima coppia di ali "unite": le bombole di ossigeno

   parallelismo

[8] Sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d'uomo; tutti e quattro avevano le medesime sembianze e le proprie ali,
[9] e queste ali erano unite l'una all'altra.
 Come il movimento degli astronauti spinti da motori a razzo 


Mentre avanzavano, non si volgevano indietro, ma ciascuno andava diritto avanti a sé.
 1. Sui lineamenti

   
  2. Sull'occhio dell'aquila                      

[10] Quanto alle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva fattezze d'uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d'aquila.
 1. La prima coppia di "ali": bombole di respirazione
     Sembianza ali/bombole 
______________________________________________________
  2. La seconda coppia di "ali" cinge il corpo. 
        Endoreattori: i due razzi propulsori

[11] Le loro ali erano spiegate verso l'alto;
ciascuno aveva due ali che si toccavano
e due che coprivano il corpo. 
 Il modo di procedere con i motori a razzo (lo spirito)

Vedi sopra

[12] Ciascuno si muoveva davanti a sé; andavano là dove lo spirito li dirigeva e, muovendosi, non si voltavano indietro.
[Modificato da Credente 05/11/2011 12:17]
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05/11/2011 11:59
 
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Carboni ardenti a torce = il caratteristico fuoco dei motori a razzo


[13] Tra quegli esseri si vedevano come carboni ardenti simili a torce che si muovevano in mezzo a loro. Il fuoco risplendeva e dal fuoco si sprigionavano bagliori.

  La velocità dei propulsori a reazione
                
 

[14] Gli esseri andavano e venivano come un baleno.


        LA NAVICELLA SPAZIALE 
                        
 1. topazio = anello, estens., portare un topazio al dito
                                                  
 
2. La doppia ruota

     oppure


[15] Io guardavo quegli esseri ed ecco sul terreno una ruota al loro fianco, di tutti e quattro.
[16] Le ruote avevano l'aspetto e la struttura come di topazio e tutt'e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo a un'altra ruota.
 La stessa immagine nelle quattro direzioni orizzontali.
 Pluridirezionale = avanti-indietro-destra-sinistra. Effetto trottola.

            oppure     

[17] Potevano muoversi * in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi.

[* camminavano costantemente…
Bibbia Martini, traduzione Bibbia Vulgata]
 Imponenza dell'astronave + Le luci/energia del disco volante

  

[18] La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt'e quattro erano pieni di occhi tutt'intorno.

1.
Le navicelle (le ruote) seguivano e scortavano gli alieni (esseri)

             


2. L'idea di Ezechiele: l'energia (lo spirito) degli alieni era nella ruota; ossia nel disco volante
                                

[19] Quando quegli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando gli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano.
[20] Dovunque lo spirito le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell'essere vivente era nelle ruote.
[21] Quando essi si muovevano, esse si muovevano; quando essi si fermavano, esse si fermavano e, quando essi si alzavano da terra, anche le ruote ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell'essere vivente era nelle ruote.

 Casco/oblò riflettente


[22] Al di sopra delle teste degli esseri viventi vi era una specie di firmamento, simile ad un cristallo splendente *, disteso sopra le loro teste,

[* cristallo orribile a vedersi…
Bibbia Martini, traduzione Bibbia Vulgata
]
Le due coppie di ali: l'una di contro all'altra = tra le bombole della respirazione e le turbine dei propulsori

  In movimento    A riposo           


[23] e sotto il firmamento vi erano le loro ali distese, l'una di contro all'altra; ciascuno ne aveva due che gli coprivano il corpo.
 1. Il rombo dei propulsori
 
2. Il rigirarsi dei motori a razzo

          
a riposo

[24] Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell'Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d'un accampamento. Quando poi si fermavano, ripiegavano le ali. 
Altra icona del "firmamento" = potrebbe ascriversi ancora al casco oppure ad una flotta di Ufo


[25] Ci fu un rumore al di sopra del firmamento che era sulle loro teste.
[26] Sopra il firmamento che era sulle loro teste
  Astronave/madreOppure "zaffiro" come colore      "Trono"I braccioli della capsula individuale = trono
  o zaffiro come colore

apparve come una pietra di zaffìro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane.

 


[27] Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l'elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore
[28] il cui aspetto era simile a quello dell'arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia.
Tale mi apparve l'aspetto della gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che parlava.
*
(…)

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07/12/2017 23:05
 
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Una strana descrizione viene fatta in 2Maccabei 5
1 In questo periodo di tempo Antioco organizzò la seconda spedizione in Egitto. 2 Sopra tutta la città per circa quaranta giorni apparivano cavalieri che correvano per l'aria con vesti d'oro, armati di lance roteanti e di spade sguainate, 3 e schiere di cavalieri disposti a battaglia e attacchi e scontri vicendevoli e trambusto di scudi e selve di aste e lanci di frecce e bagliori di bardature d'oro e corazze d'ogni specie.

In un commentario troviamo quanto segue:


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07/12/2017 23:17
 
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Oristano, il frate che studia gli alieni: la stella cometa era un ufo?


Da Papa Giovanni XXIII alla stella di Betlemme. Il libro del francescano padre Marco Ardudi Roberto Petretto


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ORISTANO. Sa bene che le sue teorie non hanno avuto né potranno avere l'avallo ufficiale dei suoi superiori, tanto sono ardite. Ma Padre Marco Ardu è un frate con una quantità di primavere alle spalle tale da potersi permettere di dichiarare la propria convinzione senza paura: “Gli extraterrestri esistono”. E la Chiesa lo sa. Il frate francescano non è un Fox Mulder in caccia di X-Files, ma un religioso ormai in pensione che da tre anni vive a Oristano dopo aver girato la Sardegna per 47 anni tra Cagliari e Sassari a raccogliere fondi per aiutare i confratelli che lavoravano nelle missioni in tutto il mondo. La convinzione sull'esistenza degli extraterrestri non la esibisce solo a parole, ma la mette anche per iscritto: “La Stella di Natale” è il titolo (apparentemente innocuo e anonimo) di un piccolo libro, edito da Epdo, scritto proprio da Padre Marco Ardu.


La sorpresa comincia a rivelarsi dal sottotitolo: “Quale Stella?”. La “Stella” a cui Padre Marco Ardu fa riferimento nel suo libro è quella che, per l'iconografia cristiana, avrebbe guidato i Re Magi sino alla grotta in cui si trovava Gesù bambino. Cosa era in realtà quella entità luminosa? Non una stella cometa, come vuole la tradizione, ma forse un Ufo. Il frate francescano argomenta a lungo la sua teoria: «Da chi era composta “la moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio? La notte di Natale a Betlemme?.... Parlano, si fanno capire , sono credibili da uomini di questa terra. Potrebbero guidare “macchine aeree” che accendono luce. Tale luce come potrebbero chiamarla gli uomini che a quei tempi non conoscevano gli aerei?». La risposta è scontata: “Stella”.


«A mio parere – scrive il francescano – anche ai Magi i “messaggeri” apparvero la notte di Natale e essi videro la luce che chiamarono stella». E se quella "stella" «probabilmente faceva luce anche di giorno» forse era il prodotto di una tecnologia avanzatissima, usata da una civiltà non terrestre che, sempre secondo il religioso, ha avuto il compito di annunciare la nascita del Cristo.


La questione della Stella è centrale nel libro, ma altrettanto centrale è la questione dell’esistenza di extraterrestri: «Non ho mai letto che solo l'uomo è formato di anima e corpo. Non mi sembra impossibile che esistano esseri non terrestri, se non uguali, almeno simili all'uomo»


La Chiesa stessa sarebbe convinta di questo. Nella prefazione il professor Antonio Murziani cita un episodio che sarebbe accaduto nel 1961 all'allora pontefice Giovanni XXIII: «Papa Roncalli, passeggiando nei giardini di Castelgandolfo, insieme col suo segretario monsignor Capovilla, fu avvicinato da un essere alieno, simile a noi terrestri, sceso da un disco volante, atterrato insieme a altri nelle estreme vicinanze. Secondo i cronisti del periodo, Papa Giovanni si avvicinò a quell'essere e parlò con lui. Alla fine dell'incontro disse a monsignor Capovilla: “I figli di Dio sono dappertutto, anche se, a volte, abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri fratelli”. Parole mai smentite da monsignor Capovilla, oggi cardinale».


 Fantasie? Pensieri in libertà? Padre Marco chiarisce la natura non scientifica e neppure dottrinale del libro: «Chiedo perdono se dovessi dire sciocchezze e, quindi, cose totalmente false. Certo non lo faccio di proposito, ma solo per sbaglio».




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07/12/2017 23:35
 
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Ho trovato questo articolo in rete, su cui si possono avere legittime riserve ma si può anche condividere alcune opinioni dell'autore, se si tiene comunque in debito conto il fatto che il Creatore può aver creato, oltre agli uomini, anche altri esseri che possono essere puri spiriti, oppure spiriti e materia, oppure spiriti che possono apparire e sparire all'occorrenza, dotati o meno di tecnologie più o meno sofisticate di quelle a noi note.
Escludiamo infatti che si possa confondere delle creature col Creatore.

Ecco di seguito l'articolo in questione:

UFO NELLA BIBBIA
Premessa: quest'articolo parte dal presupposto che almeno parte della Bibbia sia attendibile ed offre una interpretazione ufologica di alcuni avvenimenti biblici.

UFO e religione

L’esistenza di UFO, di alieni, di esseri multidimensionali, di umanità che sono esistite prima di noi e di altre cose misteriose, è perfettamente compatibile con la dottrina cristiana e, più generalmente, con Dio.
Ma non bisogna dimenticare che da sempre l’uomo interpreta i testi sacri, credendo spesso in cose non vere perché l’uomo non ha saputo interpretare i testi sacri.

Effettivamente è illogico pensare che Dio avesse detto che il nostro è il solo mondo abitato e questo lo sapevano pure molti personaggi biblici, come San Paolo che in una lettera agli Ebrei parla di mondi (abitati) creati dalla manifestazione (il verbo) di Dio.

Descrizioni UFO bibliche

Nella Bibbia e negli altri testi antichi si fa continuamente riferimento ad astronavi varie che sono descritte come meglio potevano dei popoli senza cognizioni scientifiche.

Nuvole luminose, carri volanti, colonne di fuoco e sfere di fuoco, non sono altro che dischi volanti, sigari volanti, sfere volanti, in altre parole UFO.

Sin dall’antichità della storia dell’ universo, esistevano esseri spirituali e carnali che servivano Dio con dovizia ed erano chiamati Angeli. Oggi li chiamano UFO e Alieni, ma non bisogna dimenticare che tra di essi ci sono anche quelli malefici, che agiscono contro i principi di Dio e quindi del bene, anche se apparentemente non è così. Sappiamo che la razza di alieni chiamata "Grigi" si pone come una razza aliena amichevole che sta dalla parte del bene, e sappiamo che gli stessi Grigi ci mettono in guardia dall'esistenza di una razza aliena "malvagia" che ha preso segretamente contatto con i governi delle superpotenze.

Testimonianze UFO nella Bibbia

Nelle Sacre Scritture, come in altri testi sacri, sono presenti numerosissime descrizioni di astronavi aliene fatte con le conoscenze dell’epoca, le quali sorprendono per la loro precisione descrittiva, tale che le descrizioni di tali astronavi sono perfettamente coincidenti con le astronavi aliene che vengono scientificamente documentate negli ultimi secoli.

I primi a sostenere ufficialmente che le sacre scritture contenessero episodi UFO furono l’astronomo statunitense Morris Jessup e lo scienziato sovietico Matest Agrest. Ad esempio, le circostanze della distruzione di Sodoma e Gomorra richiamano alla mente un’esplosione nucleare come avrebbe potuto essere descritta da un osservatore vissuto in tempi antichi; in particolare, l’onda d’urto provocata dall’esplosione nucleare avrebbe spazzato i giacimenti di salgemma del Mar Morto e investito la moglie di Lot, trasformandola in una “statua di sale”. Inoltre è fin troppo evidente l’obbligo di non doversi girare per non guardare la luce dannosa dell’esplosione nucleare.

La Bibbia parla di patriarchi, come Enoch, che vengono rapiti in cielo da oggetti volanti misteriosi, e dell’apparizione ripetuta di uomini misteriosi al servizio di Dio che sono dotati di alta tecnologia, come dimostra l’episodio in cui questi uomini misteriosi colpiscono con raggi abbaglianti delle persone spregevoli che volevano entrare in casa di Lot. Nei libri apocrifi di Enoch, si parla di Enoch che viene portato nello spazio da astronavi ed incontra Angeli astronauti, che gli mostrano la terra vista dallo spazio, ed altri esseri “bianchi” simili ma non uguali agli uomini (presumibilmente gli alieni detti "Grigi").

I veicoli UFO nelle Sacre Scritture sono descritti come: il carro di fuoco ed il turbine che rapiscono in cielo il profeta Elia, la gloria di Dio che appare nel deserto al patriarca Ezechiele e la balena che per tre giorni e tre notti ingoia Giona senza digerirlo (con all’interno portali, finestre e lampade sospese), la misteriosa colonna di fuoco (che di giorno assomiglia ad una nube) che indica a Mosè e agli ebrei la via dell’esodo, l’astronave madre sigariforme al cui passaggio si aprono le acque del mar delle Canne, il quale altro non era che una palude (quindi non il mar Rosso: l’errore è dovuto ad una errata traduzione).

Poi vi è il mostro marino o serpente alato Leviatan, che viene descritto come un veicolo cilindrico capace di muoversi in cielo come una specie di portaerei per lanciare ordigni più piccoli, ed in acqua come un mezzo anfibio. E ancora, centinaia di citazioni, tra cui serpenti piumati, perle, turbi, carri celesti e nuvole: tutti UFO descritti come meglio potevano persone di quei tempi.

Così Abramo vide di notte passare su un punto preciso due misteriosi veicoli che egli descrisse come una fiaccola ardente e un forno fumante, in pratica un classico UFO tubolare luminoso ed un ancor più classico disco volante luminoso con la famosa nebbiolina che lo circonda.

Così il profeta Ezechiele sul fiume Kebar commentava un disco volante con le conoscenze dell’epoca: una nuvola con dentro una ruota con sopra una cupola e con sotto dei carrelli di atterraggio.

Così il profeta Isaia vide dischi volanti fare ritorno all’astronave-madre, come colombi che volano al loro sportello.

Inoltre non bisogna dimenticare un vero e proprio cibo alieno: la manna.

L’ingegnere della NASA Josep F. Blumrich è riuscito a costruire un’astronave che aveva la possibilità di volare, seguendo le indicazioni del profeta biblico Ezechiele. Quest’ultimo aveva visto come “carro di Dio” un’astronave sul fiume Kebar, descrivendola con le parole di chi ignorava i voli spaziali; l’essere che era a bordo dell’astronave (un messaggero di Dio) insegnò alti concetti cosmici ad Ezechiele.

Altre stranezze bibliche sono: il nome di Matusalemme (foglio di Mosè) che significa “uomo del missile” e come se non bastasse, costui ha un’età quasi millenaria; se seguiamo le indicazioni date a Mosè sulla costruzione dell’Arca dell’Alleanza, non si ottiene altro che un condensatore del valore di qualche centinaio di volt.

Nel Nuovo Testamento troviamo gli UFO menzionati nel Vangelo, negli Atti degli Apostoli, nella lettera ai Tessalonicesi e nell’ Apocalisse.

La creazione, Dio e gli Dei

Facciamo ora delle ipotesi. Sempre riferendoci agli antichi testi sacri, probabilmente Dio, o meglio, chi ne faceva le veci ha interferito direttamente con l’evoluzione umana fino a che l’uomo potesse raggiungere uno sviluppo del cervello sufficiente affinché si potesse istruire nelle arti, nei mestieri e nelle scienze. Sembra quasi che l’uomo abbia subito un processo di addomesticamento esterno (ed è dimostrato che non ci si può auto-addomesticarsi), iniziato 1 milioni di anni fa.

Fino a 10 mila anni fa gli alieni-guida vissero tra gli uomini, ma da allora gli uomini furono capaci di camminare da soli e quindi ci fu una riduzione degli alieni-guida, che però mantennero la loro presenza con basi spaziali in luoghi dove non avrebbero potuto mai essere scorti (ad esempio nelle profondità marine, ai Poli, sulla Luna).

Stando agli antichi scritti, nell’età dell’oro gli Dei camminavano sulla Terra per istruire l’umanità, ma se ne andarono quando gli uomini incominciarono a manifestare tendenze al male. Da allora gli alieni-guida si sono limitati ad un ruolo maggiormente di non intervento. Non è da escludere che gli alieni-guida, alla fine dell’età dell’oro, portarono con loro gruppi di umani, i cui discendenti vengono infiltrati tra i terrestri, anche al fine di spingere alla creazione di un mondo migliore.

Il viaggio spaziale del profeta Baruk

Premessa: quest'articolo parte dal presupposto che almeno parte della Bibbia sia attendibile.

Leggendo i testi apocrifi, si possono scorgere interessanti informazioni circa un viaggio nello spazio fatto dal profeta Baruk. Cercando di “riconvertire” le espressioni primitive usate da Baruk secondo le conoscenze moderne ed ufologiche, ne scaturisce un vero e proprio viaggio spaziale a bordo di un’astronave aliena.

I Vigilanti dello spazio (o angeli caduti) accoppiandosi con i figli dell’uomo crearono una razza di giganti, successivamente quasi del tutta sterminata col diluvio universale (i sopravvissuti saranno uccisi dagli ebrei).

Gli angeli caduti saranno poi relegati in una prigione spaziale fatta di nove brillantissime stelle.

Nel 600 a.C. circa, Baruk fu fatto salire da un angelo a bordo di una macchina volante che lo portò in viaggio nel sistema solare per svelargli alcuni misteri di “ Dio”.

Nella prima orbita Baruk vede creature diverse da quelle umane ed esseri simili a bambini in un posto piatto nello spazio.

Nella seconda orbita Baruk vede razze diverse di alieni, sempre in un posto piatto nello spazio.

Nella terzo orbita Baruk vide nello spazio profondo (l’Ade) una macchina lunga 6 km (drago) vicino al Sole. Il drago mangia lo “ spazio” ma non lo consuma, se ne nutre ma lo rigetta (un buco nero?).Il motore della macchina ha aspetto di una palla di cannone ed assorbe (ma non consuma) l’ energia cosmica presente in tutto l’ universo per muoversi. Poi Baruk vide qualcosa che assomiglia alla macchina che portò Ezechiele nello spazio e successivamente vede un oggetto chiamato “guardiano dell’orizzonte” che è in orbita attorno alla Terra.

Esso ha pannelli solari mobili, un motore che produce molta luce ed una specie di marchio di fabbrica extraterrestre. Dopo ciò, a Baruk viene mostrata la Luna.

Nella quarta orbita Baruk viene portato in un luogo dove c’è un’ acqua particolare che è una strana linfa vitale che tiene in vita le anime dei giusti. Inoltre Baruk vede altri satelliti artificiali per le telecomunicazioni.

Nella quinta orbita Baruk si ritrova in una parte dove vi è atmosfera e gravità. Qui l’arcangelo Michele parla a Baruk di una vera e propria scelta genetica, infatti dice che i giusti e i semi-giusti verranno conservati e curati, ma quelli non giusti verranno eliminati con i sistemi peggiori. Inoltre si parla ripetutamente di scodelle, che potrebbero essere dischi volanti.

Giobbe e Satana spaziale

Premessa: quest'articolo parte dal presupposto che almeno parte della Bibbia sia attendibile

In un famoso episodio biblico, Dio permette che Giobbe sia messo alla prova da Satana e di tutta questa faccenda ci sono tre episodi che meritano di essere citati e rivisti alla luce delle conoscenze moderne ed ufologiche.

Il primo riguarda quando il Signore domanda a Satana (entrambi sono apparsi davanti Giobbe) da dove quest’ultimo veniva e Satana risponde che praticamente era in orbita intorno alla Terra.

Il secondo episodio interessante riguarda un attacco dal cielo di Satana su alcune proprietà di Giobbe, le quali vengono disintegrate da qualcosa di simile a raggi laser.

Il terzo episodio riguarda la risposta del Signore alle invocazioni di Giobbe, risposte che avvengono tramite un veicolo aereo in cui vi è il presunto “Signore” che parla a Giobbe. In quest’ultima conversazione il “Signore” parla a Giobbe del mostro Leviatan descrivendolo come una potente astronave da guerra con capacità aeree, terrestri e specialmente anfibie.

Questa astronave è di forma cilindrica o sigariforme, ha una doppia corazza impenetrabile, ha l’entrata posta sul davanti ed oblò luminosi, emette luminosità ed una nebbiolina, i suoi meccanismi vitali sono posti sulla parte anteriore, quando è in acqua la fa ribollire (quindi emette calore), ha sotto dei meccanismi che ne permettono l’uso anche sulla terra ferma, quando si muove lascia una scia bianca dietro di essa ed ha molte armi poste sulla parte anteriore, una delle quali è qualcosa di simile ai raggi laser.

L’attacco aereo del “Signore”

Premessa: quest'articolo parte dal presupposto che almeno parte della Bibbia sia attendibile.

Nella Bibbia ci sono moltissimi episodi in cui quella che viene chiaramente descritta come una razza aliena interagisce con gli esseri umani.

Nell’episodio biblico della disfatta di cinque re, Giosuè fa vincere una battaglia importante agli Israeliti grazie all’attacco aereo del “Signore” che decima i suoi nemici. E non è finita qui visto che, prima del massacro finale dei nemici degli Israeliti, Giosuè chiede ed ottiene al “Signore” di far fermare sopra il campo di battaglia due globi luminosi volanti che egli chiama “ sole” e “ luna”, evidentemente perché aiutassero gli Israeliti nella battaglia.

Tutto ciò non è ovviamente un caso isolato, poiché più volte il “Signore” si scomoda addirittura a scendere nel campo di battaglia davanti all’esercito degli Israeliti ed a combattere contro i nemici di questi, come nel caso della battaglia di Barak contro Sisara.

Eliseo ed i rinforzi venuti dallo spazio

Nella Bibbia si legge chiaramente che quando Eliseo si vede attaccato dalle forze del re di Aram, egli chiede aiuto al Signore, il quale mostra ad Eliseo che in realtà è protetto da quella che viene descritta come una flotta di astronavi luminose resa invisibile all’occhio umano. È interessante notare come già allora gli UFO avevano la capacità di rendersi invisibile all’occhio umano e quindi di operare indisturbati; si tratta di una cosa che oggi viene ripetutamente documenta grazie alla disponibilità di tecnologie avanzate che svelano la presenza di misteriose astronavi (ed astronauti) invisibili.

La distruzione aliena di Sodoma e Gomorra: Preludio alieno

Premessa: quest'articolo parte dal presupposto che almeno parte della Bibbia sia attendibile.

La distruzione di Sodoma e Gomorra è uno dei tanti episodi della Bibbia che presenta un intervento di esseri non di questo pianeta e l'utilizzo di elementi tecnologici. L'interpretazione di tali eventi biblici alla luce di conoscenze moderne ed ufologiche è senza dubbio molto realistica.

Un giorno ad Abramo apparvero due o tre uomini non di questo mondo che dissero ad Abramo di voler verificare di persona se era il caso di distruggere Sodoma e Gomorra. Quegli uomini erano “angeli” fatti di carne ed ossa, che addirittura mangiano il cibo umano offerto loro da Abramo.

Abramo e la Bibbia stessa identificano “ Dio” o il “Signore” in quegli uomini non di questo mondo, cosa che è molto strana visto che Dio è uno e che non è fatto di carne ed ossa. Evidentemente si trattava di alieni al servizio di Dio che apparivano agli antichi Israeliti come “dei”, e quindi venivano chiamati “angeli” ma anche “ Dio” o il “Signore”. La stessa identica cosa avveniva presso tutte le altre antiche colture di tutto il mondo.

La distruzione di Sodoma e Gomorra: l’esplosione nucleare

Quando gli uomini alieni andarono a Sodoma, incontrarono Lot che li riconobbe subito poiché essi dovevano avere una forma non propriamente umana. Lot invitò loro nella sua casa e quegli accettarono, ma dopo un po’ vennero degli abitanti di Sodoma, i quali volevano in consegna quegli esseri umanoidi. Lot si mise sulla porta di casa per cercare di non farli entrare, ma la folla si avventò contro di lui. Allora gli umanoidi tirarono dentro Lot e colpiscono con un raggio abbagliante gli assalitori.

Passato il pericolo, Lot fu avvisato dagli ospiti umanoidi che doveva scappare perché essi avrebbero distrutto la città con un arma nucleare. Gli alieni umanoidi raccomandarono a Lot di non guardare la luce sprigionata dall’esplosione nucleare e di rifugiarsi sulle montagne per non essere travolto dall’onda d’urto causata dall’esplosione.

Quando Lot fu abbastanza lontano, il “Signore” fece piovere dal cielo due missili nucleari che distrussero queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città, compresa la vegetazione del suolo. L’onda d’urto delle esplosioni nucleari spazzarono via i bacini salini della zona tanto violentemente che la moglie di Lot fu parzialmente ricoperta dal sale anche se si trovava lontano.

Quando Abramo andò a vedere dall’alto di una montagna cosa era successo nella valle, egli vide il fungo dell’esplosione nucleare che saliva dalla valle dove poco prima vi era stata l’esplosione.

Per via delle radiazioni e delle devastazioni subite, la valle prosperosa che prima era irrigata da ogni parte diventò inesorabilmente desertica.

I misteri alieni di Gesù

Premessa: quello che segue parte dal presupposto che almeno parte del Nuovo Testamento sia attendibile.

Nel Vecchio Testamento ci sono elencate molte interazioni di personaggi biblici con esseri non di questo pianeta.

Anche in alcuni episodi del Nuovo Testamento si possono scorgere facilmente interazioni con esseri alieni, come nella trasfigurazione e nell’ascensione. L'interpretazione secondo le conoscenze moderne ed ufologiche ci dà un quadro più razionale di quello che è accaduto.

La stella cometa

Premessa: questo paragrafo parte dal presupposto che la stella cometa dei Vangeli sia esistita realmente.

La stella cometa è un oggetto anomalo comparso nel 7 a.C., pieno di mistero e di stranezze, a cominciare dal fatto che nei 4 Vangeli è nominata solo nel Vangelo secondo Matteo.

La stella di Natale che condusse i tre magi dall’Oriente verso la Palestina, non viene ad essere altro che un UFO e non un elemento astronomico o sovrannaturale. Infatti, l’oggetto è rimasto in cielo per mesi e mesi, spostandosi da un luogo all’altro per guidare separatamente i tre magi nel loro viaggio. Inoltre la “stella” viaggiava mantenendosi sempre bassa sull’orizzonte ed emettendo luce solo verso i magi, altrimenti sarebbe stata notata dagli astronomi del tempo. L’oggetto luminoso, che aveva la forma dello scudo di Davide, volava poco sopra le teste dei magi e si fermò sopra il luogo della natività.

In pratica la stella cometa era un aeromobile discoidale luminoso (una delle forme più comuni degli UFO) che infatti a seconda delle occasioni spariva, si fermava e poi riprendeva il cammino. È altresì interessante notare che quando i magi andarono a Gerusalemme , dove furono interrogati da Erode il Grande, la “stella” sparì per poi ricomparire quando i magi abbandonarono Gerusalemme, e guidarli così dove era nato Gesù. Nei testi apocrifi si apprende il motivo per cui i magi decisero di inseguire la “stella”: i magi furono contattati ed istruiti sulla loro missione dagli occupanti di quella che viene descritta come una astronave luminosa.

La trasfigurazione

Gesù andò con gli Apostoli sul monte Tabor e davanti a loro si trasformò in un essere di luce composto da pura energia. Ad un certo punto comparvero anche esseri identificati come Mosè ed Elia, i quali iniziarono a conversare con Gesù trasfigurato. Improvvisamente si avvicinò quella che viene descritta come un’astronave luminosa che attestò l’appartenenza di Gesù alla specie che guidava l’astronave.

Finito tutto, Gesù disse ai suoi discepoli di non rivelare niente finché egli non fosse risorto.

L’ascensione

Dopo essere risorto, Gesù Cristo stette per un certo periodo tra gli Apostoli. Dopo aver dato le ultime istruzioni agli Apostoli, Gesù fu rapito sotto gli occhi degli Apostoli da quella che viene descritta come un astronave, e fu portato via. Mentre gli Apostoli guardavano l’astronave che si allontanava in cielo, apparvero due esseri vestiti di bianco che dissero agli Apostoli che Gesù era stato assunto in cielo ed un giorno tornerà allo stesso modo in cui lo avevano visto andare in cielo.

Oppure preferite credere alla versione ufficiale che parla di Gesù che sale al cielo in una nuvola luminosa insieme a degli angeli con le ali, neanche fosse il protagonista di Dragonball?

Pasquariello Domenico
.
Fonte: link
[Modificato da Credente 08/12/2017 23:04]
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04/07/2018 11:08
 
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L’esistenza di extraterrestri,
nessun problema per il cristianesimo

«Finora le conoscenze scientifiche hanno sempre escluso che vi sia traccia di altri esseri pensanti nell’universo», ha affermato Papa Francesco«Dovremmo attenerci a quanto dicono gli scienziati, pur sempre coscienti che il Creatore è infinitamente più grande delle nostre conoscenze». In questa affermazione è racchiusa la posizione della Chiesa cattolica sulla vita extraterrestre.

E’ un campo interamente scientifico e su cui l’astrobiologia ha la prima e l’ultima parola, tuttavia teologi e persone di fede da tempo stanno riflettendo sulle conseguenze religiose della eventuale scoperta di altre forme di vita nell’Universo. Per molti, l’esistenza stessa delle attuali religioni ne risulterebbe gravemente minacciata. Ma le cose non stanno così.

Il direttore della Specola vaticana, l’astronomo gesuita statunitense Guy Consolmagno, ha infatti spiegato«L’idea che nello spazio ci siano altre forme di vita intelligente non è in contrasto con il pensiero tradizionale cristiano. Per noi credenti, lo studio dell’universo è una meravigliosa avventura che ci riempie di stupore. Non possiamo pensare che Dio sia così limitato da aver creato esseri intelligenti solo sulla Terra. L’universopotrebbe benissimo contenere altri mondi con esseri creati dal suo stesso amore. Credete che ci sia vita in qualche altra parte dell’universo? E’ una domanda che agli astronomi viene posta in continuazione. Ed è la domanda giusta: la vita nell’universo è, finora, una questione di fede. Non abbiamo dati a indicare che una tale vita esista. Ma la nostra fiducia nel fatto che la vita esiste è abbastanza forte da renderci disponibili a fare lo sforzo di cercarla».

 

Teoricamente ci sono diversi argomenti a favore dell’esistenza di vita extraterrestre, ma altrettanti ve ne sono a favore della nostra solitudine.Howard Alan Smith, astrofisico dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, è autore di un interessante riflessione con cui spiega quanto sia unica ed eccezionale la nascita della vita sulla Terra. Talmente improbabile, quasi impossibile (si direbbe, un “miracolo”) che il fisico Fred Hoyle è arrivato a sostenere la famosa frase: «credere che una cellula sia nata spontaneamente e per caso sulla Terra ha la stessa probabilità che un tornado, passando su un deposito di rottami, ne tiri fuori un Boeing 747 perfettamente funzionante» (Evolution, Nature, Vol. 294, 12/11/81, p. 105). E ciò tenendo comunque in considerazione i 13,82 miliardi di anni dell’Universo. Per questo, ha concluso Smith, è davvero arduo ipotizzare che tale incredibile “fortuna” possa esservi verificata una seconda (o terza, o quarta) volta su un altro pianeta.

In ogni caso, come abbiamo già avuto modo di citare, il teologo Athos Turchi, docente di filosofia alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, ha spiegato: «sia che come esseri intelligenti fossimo soli ed unici, sia che nell’universo vi siano altri esseri intelligenti più o meno simili a noi, non cambia il concetto di Dio creatore, perché non è un Dio dalle vedute ristrette».

La redazione


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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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