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FIGLIO D'UOMO E FIGLIO DI DIO

Ultimo Aggiornamento: 14/01/2022 10:58
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31/10/2012 18:02
 
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Giovanni 5:18

18. Perciò adunque i Giudei cercavano vie più d'ucciderlo; perciocché non solo violava il sabato, ma ancora diceva Iddio essere suo Padre (il proprio suo Padre), facendosi uguale a Dio

Gli Ariani e i Sociniani mantengono che Gesù è detto Figlio di Dio solo in un senso subordinato e come suo servitore; ma i rettori Giudei intendono quell'appellativo, "Padre mio", nel suo vero senso, e vi vedono la pretesa per parte di Cristo di essere della essenza stessa della divinità, uguale a Dio, col pieno diritto di fare tutto ciò che fa suo Padre. Lungi dal confutare tale loro idea, come avrebbe dovuto fare se essa fosse stata il risultato di un malinteso, Gesù la conferma nei versetti seguenti; dimodoché "abbiam qui senza nessun dubbio l'asserzione di una figliolanza speciale e personale, ossia di una partecipazione alla natura essenziale del Padre". Se il Signore avesse chiamato Dio nostro Padre, i Giudei non avrebbero punto trovato strano che si chiamasse egli stesso figlio di Dio Giovanni 8:41; ma l'appropriazione singolare contenuta nella parola "mio", venne da loro considerata come una bestemmia, e diede nuovo vigore alla loro risoluzione di farlo morire, per il duplice crimine di lesa maestà contro la legge di Mosè, e di bestemmia contro a Dio. Cristo si proclama Figlio di Dio per la sua natura e le sue prerogative Giovanni 5:19-30. Non occorre immaginare come fanno alcuni, che sia trascorso qualche tempo fra le parole di Giovanni 5:17 e il discorso essenzialmente apologetico che comincia qui, poiché il Signore avea condotto le cose in modo da obbligare i Giudei ad ascoltare la esposizione che intendeva far pubblicamente dei suoi diritti, li riconoscessero poi o no. Di più l'idea di Giovanni 5:17 cioè la relazione che passa tra le opere del Padre e quelle del Figlio, è pure il tema che egli svolge in questo discorso. L'ostilità che già regnava nel cuore dei suoi uditori si manifestò senza dubbio subito e nella presenza di Cristo, con parole di ira e di contumelia; ma quanto è detto in Giovanni 5:18 serve pure a descrivere la loro condotta posteriore.

 

PASSI PARALLELI

Giovanni 7:19

Giovanni 7:22-23; Matteo 12:5

Giovanni 5:23; 8:54,58; 10:30,33; 14:9,23; Zaccaria 13:7; Filippesi 2:6; Apocalisse 21:22-23

Apocalisse 22:1,3

 

Giovanni 10:33

33. I Giudei gli risposero, dicendo: Noi non ti lapidiamo per alcuna buona opera, anzi per bestemmia perciocché tu, essendo uomo, ti fai Dio.

Questa risposta mostra in modo indubbio quale impressione le parole di Gesù di Giovanni 10:30 avessero prodotta sui suoi uditori. Si dichiarano pronti a lapidarlo, non per alcuna buona opera che avesse fatta, ma per bestemmia, avendo egli mero uomo agli occhi loro recato offesa alla gloria di Dio, col proclamarsi uguale a Lui, delitto che la loro legge puniva colla lapidazione Levitico 24:13-16. I moderni Ariani e Sociniani, i quali professano che Cristo è Figlio di Dio solo nel senso in cui son tali i credenti, benché in grado più elevato, farebbero bene di meditare questo versetto. Confr. Giovanni 5:18; 8:59.

 

PASSI PARALLELI

Levitico 24:14; 1Re 21:10

Giovanni 10:30; 5:18; Salmi 82:6; Romani 13:1; Filippesi 2:6

 

Giovanni 8:24

24. Perciò vi ho detto che voi morrete ne' vostri peccati, perchè, se voi non credete che io sono voi morrete nel vostri peccati.

Questo versetto contiene al tempo stesso la conclusione derivata dal contrasto di Giovanni 8:23, e la giustificazione della sentenza minacciata in Giovanni 8:21. Egli è perché siete "da basso", "da questo mondo", che ricusate di ricevermi come l'Iddio vivente, e chiunque rifiuta di ricevermi deve morire nei suoi peccati, poiché non vi è salute che per mezzo mio. Il fatto più saliente in questo versetto è l'espressione di cui il Signore fa uso per indicare l'oggetto della fede: "Se voi non credete ch'io sono". L'aggiunta della parola desso, che non si trova nel greco, farebbe credere che Gesù voglia dire semplicemente: "ch'io sono il Messia", laddove stando al testo, egli si dà il gran nome Io SONO, che ogni Israelita ben conosceva, il nome incomunicabile di Jehova. Il Signore fa spesso uso di questa espressione: "Io sono", in senso enfatico, intendendola chiaramente di quella esistenza continua ed immutabile, che può venir posseduta solo da chi è divino. Così fa in questo passo, come pure in Giovanni 8:28,58; 12:19; 18:5. "Mediante le parole Io sono, egli si fa conoscere come la sorgente della vita, della luce e della forza, si presenta come la invisibile maestà di Dio, e come unendo nella sua persona, in virtù dell'essere suo essenziale, il visibile e l'invisibile, il finito e l'infinito" (Westcott).

 

CEI :Gv 8,25Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico.

Darby: Giovanni 8:25 Ils lui disaient donc: Toi, qui es-tu? Et Jésus leur dit: Absolument ce qu'aussi je vous dis.

Diodati: Giovanni 8:25 Laonde essi gli dissero: Tu chi sei? E Gesù disse loro: Io sono quel che vi dico dal principio.

Nuova riveduta: 8:25 Allora gli domandarono: «Chi sei tu?» Gesù rispose loro: «Sono per l'appunto quel che vi dico.

Luzzi: Giovanni 8:25 Allora gli domandarono: Chi sei tu? Gesù rispose loro: Sono per l'appunto quel che vo dicendovi.

 

 Giovanni 8:58

58. Gesù disse loro: in verità, in verità, io vi dico che, prima che Abrahamo fosse nato, io sono.

La formula solenne: "in verità, in verità", segna il punto più elevato di questo discorso. Nel modo più chiaro, il Signore dichiara qui, non solo che egli esisteva prima di Abrahamo, ma che il suo essere è essenzialmente distinto da quello di qualsiasi uomo. Si osservi con cura la differenza fra i due verbi che si riferiscono ad Abrahamo ed a Gesù, in questo versetto. "Prima che Abrahamo fosse prodotto invita, io sono". Ciò non vuol dire che Cristo nascesse prima di Abrahamo, come dicon gli Ariani; ma che non ebbe mai nascimento, essendo esistito prima che Abrahamo esistesse, il che implica che esisteva anteriormente ad ogni atto creativo. Il nome: "Io sono", è quello stesso sotto al quale Jeova si rivelò ai Giudei, quando mandò Mosè a liberarli dal paese di Egitto. Esso indica una esistenza eterna ed assoluta, e in questo passo implica chiaramente la preesistenza e la divinità di Cristo, e così l'intesero i Giudei.

 

  Commento di s.Agostino al seguente versetto:


1Co 15,27-28 perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

 

Quando dice che tutto è stato sottomesso, è chiaro che si deve eccettuare colui che tutto gli ha sottomesso 101, nessuno pensi di interpretarle nel senso che il Padre abbia sottomesso tutte le cose al Figlio, come se anche lo stesso Figlio non avesse sottomesso a sé tutte le cose. Lo spiega chiaramente l’Apostolo ai Filippesi: La nostra dimora è nei cieli, da dove aspettiamo, come Salvatore, il Signore Gesù Cristo che trasformerà il corpo della nostra umiliazione, rendendolo simile al corpo della sua gloria, secondo l’operazione con cui può rendere a sé soggette tutte le cose 102. L’operare del padre e l’operare del Figlio sono inseparabili; altrimenti neppure il Padre ha sottomesso a sé tutte le cose. Gliele ha sottomesse il Figlio che ha consegnato a lui il regno e distrugge ogni principato, ogni potestà, ogni virtù 103. Proprio del Figlio fu detto: Quando consegnerà il regno a Dio Padre dopo aver distrutto ogni principato, ogni potestà, ogni virtù 104. Colui che sottomette è lo stesso che distrugge.

Il Figlio non consegnerà il regno al Padre, privandosene lui stesso

8. 16. Non cadremo nell’errore di credere che Cristo consegnerà il regno a Dio Padre per privarsene lui stesso, anche se alcuni sciocchi l’hanno creduto. La Scrittura che dice: Consegnerà il regno a Dio Padre, non indica una separazione del Figlio dal Padre, perché il Figlio è un solo Dio con il Padre. Ma a trarre in inganno chi è indifferente alle Scritture ma per contro è amico delle dispute, c’è l’espressione: fino a che. Infatti il testo continua così: È necessario che egli regni fino a che ponga tutti i nemici sotto i suoi piedi 105, quasi che il suo regno dovesse aver fine quando ciò sarà accaduto. Questi non vedono che questa frase ha lo stesso senso di quest’altra: Il suo cuore è stabile e non temerà finché vedrà abbattuti i suoi nemici 106, dove non si vuol dire evidentemente che da quel momento egli dovrà incominciare a temere. Che significa dunque: Quando consegnerà il regno a Dio Padre?Che questi ancora non lo possiede? No, di certo. Significa invece che l’uomo Gesù Cristo, mediatore di Dio e degli uomini, condurrà tutti i giusti, sui quali ora regna, per la loro vita nella fede, a quella contemplazione che lo stesso Apostolo chiama visione a faccia a faccia. Perciò l’espressione: Quando consegnerà il regno a Dio Padre, equivale a quest’altra: "Quando condurrà i credenti a contemplare Dio Padre". Come infatti dice il Signore: Ogni cosa mi fu consegnata dal Padre mio: nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo vorrà rivelare 107allora il Figlio rivelerà il Padre, quando avrà abbattuto ogni principato, ogni potestà e virtù 108, quando cioè non sarà più necessario distribuire i simboli per mezzo degli ordini angelici, dei principati, delle potestà, delle virtù. È di essi che si può convenientemente intendere questo testo del Cantico dei cantici: Ti faremo ornamenti d’oro ageminati d’argento, fino a che il re è nel suo convito 109, cioè finché Cristo rimane nascosto perché la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio; quando Cristo, vostra vita, comparirà, allora voi pure apparirete con lui nella gloria 110. Prima che ciò avvenga, noi vediamo per specchio, in enigma, cioè per mezzo di simboli, ma allora vedremo a faccia a faccia 111.

 

[Modificato da Credente 31/10/2012 18:07]
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Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una TORRE, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un NOME...Gen 11,4
 
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