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Predestinazione, prescienza e libero arbitrio

Ultimo Aggiornamento: 11/04/2017 23:41
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21/09/2010 08:33
 
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PREDESTINAZIONE E LIBERO ARBITRIO

 Molti pensatori e scrittori, nel corso della storia, sia Cristiani che di altre fedi, si sono impegnati in approfondite analisi e discussioni su questa questione, per cui qui ci si limiterà a riprendere ed esporre in modo semplice e accessibile, i termini essenziali di essa e di proporre una soluzione che salvaguarda al tempo stesso tutti i versetti biblici implicati e tutte le prerogative divine di onniscienza, di giustizia e di misericordia.

   Vi sono vari versetti nella Bibbia che sembrano indicare che la sorte di ognuno (comunemente designata col termine "destino"o "predestinazione"), e tutti gli avvenimenti di ogni tempo, siano già decisi da Dio .


Seguono alcuni passi che  a prima vista, confermerebbero questa conclusione:

ATTI 13,48 Nell'udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna.

ATTI 22, 14 Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, 15 perché‚ gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito.

ROMANI 8, 28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 29 Poiché‚ quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché‚ egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30 quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

EFESINI 1, 11 In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, 12 perché‚ noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.

1 PIETRO 2,7 Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare, 8 sasso d'inciampo e pietra di scandalo. Loro v'inciampano perché‚ non credono alla parola; a questo sono stati destinati.

Ap 13,8 L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato.

Giov 6,44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato;

Giovanni 17,12 Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.

 

 

 



I brani sopra citati sembrano avvalorare la tesi che  Dio decide tutto ciò che dovrà immancabilmente accadere, mentre le creature subiscono le sue decisioni, e quindi anche la salvezza o la perdizione.
Vi è inoltre da considerare che nella Scrittura vi sono innumerevoli profezie, molte delle quali si sono già realizzate ed altre certamente si realizzeranno; questo confermerebbe che Dio sa esattamente tutto ciò che accadrà .
Nonostante quanto detto,
vi sono però altri versetti biblici che ci fanno argomentare diversamente :

1Tim 2,3 Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. 

2 Pt 3.9  Dio non vuole che nessuno perisca ma che tutti siano salvati e abbiano modo di pentirsi.
 

1 Tess.5,9 Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all'acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo. 

2Pt 3,9 Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.


Dunque Dio non vorrebbe la perdizione di nessuno ma  ha predestinato che tutti possano  salvarsi; e vuole positivamente che si salvino predisponendo ogni cosa a tal fine. Siamo dunque tutti potenziali fruitori della salvezza. La predestinazione va intesa innanzitutto come un disegno positivo per tutti, volontà ferma e decisa ad offrire a tutti la possibilità di accettare liberamente l'offerta del riscatto operato da Cristo per TUTTI. 
Per questo Paolo afferma:
2Cor. 5,14 Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti...
Non solo per una parte di umanità ma per tutti come ci conferma Giov 3,16: Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.

Riflettendo sui versetti  esposti sopra possiamo inoltre argomentare:
- Se Dio avesse deciso già tutto in anticipo, perché si è preoccupato di dare comandamenti, leggi, correzioni, esortazioni, ammonimenti, insegnamenti attraverso tutti i secoli per mezzo di tanti servi, profeti, e del Suo stesso Figlio?
- Perché Gesù pregava e insegnava a pregare se tutti gli avvenimenti non fossero modificabili ? A cosa servirebbe in tal caso pregare ? 
- Perché Dio imputa all'uomo delle colpe, se l'uomo stesso fosse succube delle decisioni divine?
- Perché Dio, minaccia, rimprovera, castiga nella vita presente e in quella futura se il male commesso dagli uomini non fosse imputabile alla loro volontà, e la sorte orrenda ed infinita dell'inferno non fosse in alcun modo evitabile perchè predeterminato da Dio stesso ?
-se Dio avesse deciso Lui stesso chi predestinare all'inferno, non si dovrebbe dedurre che Egli è parziale ed ingiusto, avendo prescelto a proprio capriccio chi condannare, indipendentemente dalle scelte di ciascuno?
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 Nel Deuteron.  Dio dice "io pongo davanti a te la vita e la morte: scegli la vita affinché tu viva".
Sono dunque gli uomini i responsabili delle proprie scelte negative.
Non è Dio che decide il male, il dolore e la morte, ma, pur sapendo che in Adamo tutti avrebbero peccato, ha preordinato la salvezza per tutti attraverso il Figlio. 

Dice infatti 1Co 15,22 ... come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo.
 
Dio perciò desidera salvare tutti, ma desidera anche la libera accetazione della salvezza attraverso la  collaborazione ed adesione al suo disegno salvifico.

 Gesù ha molto insistito sulla necessità della preghiera per ottenere grazie che altrimenti non si avrebbero; in tal modo il risultato dipende in parte dalla libera decisione dell'uomo di pregare e in parte dalla libertà di Dio di esaudire la preghiera nel modo più conveniente per l'orante.
Infine Gesù raccomanda ai discepoli in Luca 13,24 "sforzatevi per entrare per la porta stretta".
Se Dio avesse già predeterminato l'inferno eterno per qualcuno, come si potrebbe scampare per quanti sforzi uno faccia? Gesù invece vuole far capire che anche dalla nostra libera scelta e dal nostro personale impegno, oltre a quello della Grazia, dipende la nostra salvezza, che Dio nella sua onniscienza comunque conosce in anticipo.
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Come si conciliano allora i versetti portati a sostegno della nostra libera adesione al disegno di salvezza che è per tutti gli uomini,  con i versetti comunemente citati a sostegno per dimostrare che sia stato Dio a decidere antecedentemente chi si doveva salvare e chi invece no?
Cerchiamo di comprendere alla luce di quanto detto, quale ulteriore significato può avere la parola " predestinazione" nella Scrittura:

Dal messaggio biblico globale, si può  affermare che Egli, nella sua onniscienza, certamente preconosce ogni cosa, tanto è vero che le profezie vanno a sicuro compimento, ma non si può altrettanto affermare  che sia stato  Lui a decidere tutto quello che gli uomini avrebbero dovuto necessariamente e immancabilmente fare (a parte ovviamente il Suo Figlio Gesù).
Nella Bibbia si parla di predestinazione ma non di predeterminazione,  non risulta che Dio predetermini e decida Egli stesso le azioni che gli uomini dovranno fare, a meno che non lo si voglia ricavare con argomentazioni errate.

Dio  è eterno, al di fuori del tempo, che Egli stesso ha creato. Quindi ne conosce ogni dettaglio e tutto ciò che vi è contenuto dall'inizio alla fine e in ogni angolo più remoto dell'universo.
Pertanto, per i "predestinati" alla gloria o alla dannazione, si può affermare che Dio, preconoscendo le future libere scelte e decisioni di ciascuno, ne ha semplicemente pre-disposto la destinazione, sin dall'inizio, ma senza che Egli predeterminasse ciò che ognuno avrebbe deciso liberamente di fare.
PRE-DISPORRE LA DESTINAZIONE è il senso da dare alla parola PRE-DESTINAZIONE.
Sotto questa ottica la questione si risolve: Dio pur volendo salvare tutti mandando il Suo Unigenito Figlio, e facendo annunciare a tutti il suo Vangelo, sapeva e prevedeva con certezza che non tutti avrebbero scelto di accogliere la salvezza, ma ne ha dato a tutti l'opportunità. Se tale libera scelta dell'uomo è stata indirizzata al rifiuto del sacrificio redentivo di Cristo, non si potrà accusare Dio di essere stato parziale e ingiusto o addirittura crudele, ma si dovrà ricercarne la responsabilità unicamente nell'uomo a cui è stato donato il libero arbitrio come coronamento della sua perfezione.
Dio è stato magnanimo sia nel creare tali esseri avversi a Lui, sia nel tollerarli pazientando e nel farli richiamare dai suoi servi, sia nel beneficarli per tentare di farli ravvedere e sia infine mostrando loro il Suo amore estremo sacrificando anche per loro il suo stesso Figlio. A questo punto, di fronte ad un loro consapevole e deliberato rifiuto non Gli rimaneva altro da fare, che rispettare la loro volontà, e PRE-DISPORRE LA LORO DESTINAZIONE, che essi si sono scelti, anche se Egli avrebbe desiderato che tutti rimanessero per sempre accanto a Lui.

Ecco come vanno allora lette e comprese le parole, ad esempio, del versetto di
Ap 13,8 L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato.

Il nome di quegli uomini non è stato scritto nel libro della vita, perchè Dio preconosceva che essi, liberamente avrebbero deciso di adorare un altro rifiutando Lui, e quindi ecco perchè sin dall'inizio non ha scritto i loro nomi. Ma non è stato Dio a pre-decidere al posto loro quello che essi avrebbero dovuto fare; Egli ha solo visto in anticipo quello che essi avrebbero deciso.


Analizziamo un altro versetto : 
EFESINI 1, 11 In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, 12 perché‚ noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. 

Come deve essere compreso tale versetto ?
Essendo tutti gli uomini e tutti i loro atti, PRE-CONOSCIUTI da Dio,  il Signore ne ha anche PRE-DISPOSTO la DESTINAZIONE (=PRE-DESTINAZIONE).
Il che significa che  ha PREPARATO la condizione che ognuno avrebbe avuto a seguito delle PROPRIE SCELTE e DECISIONI volontarie fatte nel tempo della propria vita terrena.
Per comprendere meglio, possiamo immaginare un buon padre di famiglia che vorrebbe dare a ciascuno dei figli la parte di eredità tenendoli vicini a sè. Ma  tale previdente padre, immaginando che qualcuno dei figli non gradirà di stargli vicino, bensì lontano da lui, ne PRE-DISPONE e NE PREPARA in anticipo ma a malincuore una diversa collocazione, rispettando per amore e per rispetto della libertà del figlio, le sue prevedibili decisioni, anche se con qualche elemento di incertezza.
Nel caso invece dell'eterno Padre, la sua PRECONOSCENZA è INFALLIBILE in quanto Egli è al di fuori del tempo e vede esattamente le cose future come già avvenute. Perciò sa cosa uno deciderà volontariamente di fare prima che lo faccia e PRE-DISPONE la DESTINAZIONE rispettando amorevolmente la volontà di ognuno di accettare di stare con Lui (come vorrebbe, avendo fatto in modo che tutti potessero godere della sua eredità) oppure di stare lontano da Lui, con tutte le privazioni che questo comporta.
Con lo stesso significato vanno compresi anche gli altri versetti dove si parla di predestinazione.
Come comprendere allora il versetto:
Giov 6,44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato;
Proprio riguardo a tale "attrazione", Gesù specifica in altra situazione quanto segue:
Giov 12,32 Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me».
Da questo si può dedurre che l'attrazione verso Cristo, dal Padre era solo rinviata al momento in cui il Figlio sarebbe stato immolato per noi, e che da quel momento in poi, Cristo stesso avrebbe attratto tutti a sè con un atto di supremo e incondizionato sacrificio a favore di ogni singolo uomo e che ciascuno avrebbe potuto e dovuto accogliere, lasciando tuttavia la libertà di rifiutare la salvezza.
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Per quanto riguarda Giuda, riporto un commento evangelico desunto dal sito laparola.net che sostanzialmente riporta un concetto che può essere condiviso:
Giuda è perduto, e quel tradimento era stato predetto. Il Signore fa evidentemente allusione qui a tre passi dei Salmi, uno dei quali Salmi 41:9 egli stesso aveva applicato a Giuda in Giovanni 13:18: "Colui che mangia il pane meco ha levato contro a me il calcagno", mentre gli altri due Salmi 69:25; 99:8, sono applicati a Giuda da Pietro, quando propone di eleggere un altro apostolo in vece di lui, Atti 1:20. Nella perdizione di Giuda la Scrittura fu adempiuta; ma la causa prima del suo tradimento fu la sua propria perversione. "Sarebbe un argomentare falsamente", dice ad esempio Calvino, "l'attribuire a Dio, anziché a lui medesimo, la rivolta di Giuda, come se la predizione che ne fu fatta lo costringesse ad agire come fece. Il corso degli eventi non si deve attribuire alla profezia, quasiché i fatti accadessero perché sono stati predetti. I profeti non minacciano nulla che non sarebbe accaduto, anche se non avessero parlato. Non è dunque nelle profezie che dobbiam cercar la causa del peccato di Giuda, come se esse ve lo avessero costretto, bensì nel suo stesso  cuore malvagio. "
Anche in questo versetto dobbiamo intendere che Dio preconosceva quello che Giuda avrebbe deciso di fare come troviamo confermato in alcuni connotati profetici, ma la responsabilità dei suoi atti sono da attribuire a lui che liberamente li ha compiuti e non a Dio che li ha solo previsti e descritti, PRE-DISPONENDO LA DESTINAZIONE di Giuda, che è adombrata  da alcune parole gravissime di Gesù a suo riguardo: 

Matteo 26,24 Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».


Concludendo
Non si può accusare Dio di nulla, men che meno, che Egli abbia predeterminato e deciso la dannazione eterna, atroce e senza speranza di chicchessia, perchè una simile erronea deduzione contraddice alla peculiare e principale essenza di Dio stesso che emerge da tutta la Scrittura  e cioè che DIO E' GIUSTO, E' SANTO, E' AMORE.
Con le suesposte considerazioni vengono invece fatti salvi tutti i versetti biblici implicati nella questione, che devono essere necessariamente integrati fra loro in maniera tale che  si completino tra loro, come è necessario fare quando si prende in esame ogni passo  della Bibbia.





[Modificato da Credente 11/04/2017 23:41]
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24/01/2014 17:27
 
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Se Dio è onnisciente
può esistere il libero arbitrio?

Quest’obiezione innanzitutto implica una nozione classica di tempo e di futuro che la teoria della relatività ha confutato. Ma anche volendo concepire il futuro in senso classico, dimentica che Dio è al di fuori del tempo e dello spazio e non esiste né passato, né futuro per Lui. Egli semplicemente è. L’obiezione sull’onniscienza implica invece che anche Dio sia sottomesso alla legge dello scorrere del tempo, il che ovviamente è falso.

Ma l’equivoco più grande e meno sottile in cui inciampa l’argomento è un altro ancora. Ovvero assume che, il fatto che Dio conosca le nostre decisioni “future” allora Egli abbia influenza su di esse. Ma solo perché Dio può prevedere la scelta che faremo non significa che non possiamo scegliere liberamente un’altra opzione. Se scegliamo A Dio aveva previsto A, se scegliamo B Dio aveva previsto B. Dov’è il problema?

Noi saremmo influenzati se conoscessimo il pensiero di Dio sulla nostra vita, ma non conoscendolo le nostre scelte rimangono libere. Lui non influisce su di esse, ma conosce cosa sceglieremo. Allo stesso modo, noi possiamo prevedere con nostro figlio mangerà la caramella che sua sorella ha lasciato sul tavolo della cucina, ma questo non lo influenzerà a farlo. Mentre noi parliamo di “previsione” per Dio il futuro è “conoscenza certa”, ma il discorso non cambia: la Sua conoscenza delle nostre azioni future non influisce sulla nostra libertà a scegliere come comportarci.

Per rispondere abbiamo usato la concezione di futuro classica, usata abitualmente da chiunque, mostrando che anche in questo modo di pensare al tempo, onniscienza e libero arbitrio sono chiaramente compatibili.


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