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LA TELEOLOGIA e il DISEGNO INTELLIGENTE (ID)

Ultimo Aggiornamento: 06/08/2018 19:21
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11/05/2018 11:05
 
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La maggior parte degli scienziati è stata abituata a considerare la realtà solo da un punto di vista materialistico secondo il quale non esiste altra realtà che la materia con le sue leggi fisico-chimiche. Per via soltanto di queste leggi è nata la vita, e si è evoluta sino ad arrivare all'uomo e secondo le leggi fisico-chimiche soltanto il caso e la selezione naturale possono aver causato la vita. Ogni considerazione progettuale, finalistica è da considerarsi da costoro come intrusione metafisica e quindi inaccettabile e quindi non deve essere nemmeno presa in considerazione.


 


Anni fa ho assistito ad una conferenza nella mia parrocchia che discuteva dei rapporti tra scienza e fede religiosa. Parlava un biologo che descriveva in senso naturalistico la nascita e l'evoluzione della vita, un interlocutore  gli ha osato dire che stava prendendo piede la teoria del disegno intelligente :il conferenziere allora si è rivolto a lui scandalizzato dicendogli che questa teoria era una grossa sciocchezza, senza tuttavia argomentare il perchè lo fosse. Ma questo è avvenuto perchè gli è stato insegnato che tutto nell'universo è costruito da forze cieche della natura e non c'è null'altro. Se uno ha fede in una Intelligenza creatrice è una sua visione soggettiva, ma non è scientifica e razionale, è puramente fideistica. Ogni aspetto di design è quindi una illusione. Quindi sono obbligati a credere che ogni aspetto della vita sia dovuto a mutazioni casuali e a selezione naturale entrambi ciechi. Questi processi inoltre hanno una possibilità illimitata, per qualsiasi periodo di tempo disponibile, a creare qualsiasi innovazione o complessità. Se invece affermi il design sarai ridicolizzato dai colleghi e non avrai certo una carriera facilitata. Ed invece le cose non stanno cosi'; la mente umana è abituata a vedere la progettazione dove essa c'è, persino i bambini riescono a vedere il disegno dove esso c'è. E  invece i biologi, anche se vedono il disegno sono indotti a non accettarlo; essi hanno detto: "devono costantemente ricordare a se stessi che ciò che vedono non è stato progettato ma si è evoluto". Hanno quindi l'intelletto chiuso e cominciano ad agitarsi quando si parla di design e non lo accettano anche quando esso è evidente, ed è evidente anche nelle cellule più primitive. In esse ci sono centri di produzione che costruiscono tutti gli elementi costitutivi delle cellule e gli elementi di supporto, sofisticati processi di assemblaggio con sistemi di controllo a feedbak, produzione di energia e nanotecnologie di distribuzione, riparazione delle parti o loro sostituzione automatica, coordinamento globale delle parti, autoreplica che dirige la duplicazione e la installazione di ogni componente cellulare. In qualsiasi contesto ognuno direbbe che tutte queste funzioni sono progettate. Vediamo, per fare un esempio il caso di un automobile: anche in esso ci sono molte parti metalliche che sono coordinate tra loro, sono messe al posto giusto per far adempiere alla macchina la funzione di muoversi. Tutti questi elementi obbediscono certamente a leggi fisico -chimiche, ma la loro coordinazione, la loro messa a punto, la loro integrazione non è dovuta alle leggi fisico-chimiche ma alla intelligenza, alla mente degli ingegneri e degli operai che l'hanno progettata e costruita. La cellula è un complesso di macchine molecolari come gli enzimi, le proteine motrici le proteine di trasporto, gli enzimi plurifunzione complessi, i binari in cui viaggiano i mezzi di trasporto, le centrali energetiche e il tutto è ben più complesso di un automobile. Tutte le proteine si ripiegano in modo specifico per fare certe funzioni, le più svariate e questo ripiegamento è dovuto al preciso posizionamento di 20 tipi di aminoacidi diversi nella molecola. Una proteina media possiede circa 300 aminoacidi, se cambia un solo aminoacido in  moltissime posizioni della proteina  la proteina non funziona più e si ha la malattia genetica. Gli studi di Douglas Axe sulla rarità delle proteine funzionali hanno dimostrato che la probabilità di ottenere una piega proteica appena funzionale ' e di 1 su 10^70 e questo studiando un enzima piuttosto semplice. In una proteina di 300 aminoacidi però il caso cieco deve vagliare 20^300 possibilità diverse per costruirla. L'essere umano di queste proteine ne ha circa 25.000 e forse molte di più non ancora scoperte.


Importante è anche la coordinazione di molte proteine tra loro: è raro che le proteine agiscano da sole, agiscono per lo più in gruppo: vedi per esempio la cascata coagulativa o la cascata del complemento ecc. La scienza, se è vera scienza, non deve temere di aver scoperto il progetto in natura. La Mente progettuale non la conosciamo: io sono convinto sia il Dio della fede cristiana, ma altri possono pensare ad altre entità intelligenti che possono essere presenti nell'universo. Ma si deve una buona volta ammettere che il design è una realtà nell'universo,  bisogna abbandonare il materialismo scientifico. 




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06/08/2018 19:21
 
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A.R. Wallace scoprì l’evoluzione biologica:
«è guidata da una Mente»

Da pochi giorni è stato pubblicato il libro Nature’s Prophet (University Alabama Press 2018), dedicato a Alfred Russel Wallace. L’autore, Michael A. Flannery, storico della Scienza presso la University of Alabama di Birmingham ha sostenuto che la formulazione dell’evoluzione biologica di Wallace era del tutto incompatibile con quella di Darwin. Infatti, la sua teoria si svolgeva in un contesto teleologico. Un’evoluzione teistica, si potrebbe dire.

Flannery, membro del controverso movimento Intelligent design, ha suggerito che proprio questa apertura teleologica gli fu fatale dal punto di vista della fama, che andò quasi esclusivamente al suo competitor Charles Darwin, co-scopritore della selezione naturale. Non si può escludere, anche se va ricordato che molti dei primi darwinisti furono teisti e cristiani, ben più vicini esistenzialismente a Wallace che all’agnostico Darwin. Pensiamo ad Asa Gray, Lyell, Herschel, Henslow, Mivart, De Filippi, Chambers, Rosa, De Nouy, Sinnott, Marcozzi

L’entomologo George Beccaloni, che nel 2013 ha curato una mostra su Wallace al Natural History Museum di Londra, ha spiegato: «Wallace era quello che aveva la carta pronta per la pubblicazione, e se l’avesse inviata direttamente ad una rivista per farla pubblicata, la selezione naturale sarebbe stata la scoperta di Wallace». Invece, il naturalista scelse di inviare il suo lavoro al collega Darwin, inconsapevole che anch’egli stava lavorando in modo parallelo sulla stessa intuizione. Seguirono operazioni poco oneste nei confronti di Wallace da parte di Darwin e di due suoi colleghi, Sir Charles Lyell e Joseph Hooker, tanto che Beccaloni le definisce azioni «moralmente piuttosto riprovevoli».

La storia, in ogni caso, lo ha messo più ai margini rispetto a Darwin e siamo d’accordo con il fisico Gerald L. Schroeder quando ha confidato che sarebbe giusto celebrare anche un Wallace Day, magari ricordando che non volle mai concedersi al riduzionismo e allo scientismo e sostenne sempre la superiorità dello spirito sulla materia. Credeva in un Dio trascendente e nel finalismo della natura, dicendo:

«Un esame onesto e inflessibile delle forze della natura ci dice che ad un certo periodo della storia della terra ci fu un atto di creazione, un dono alla terra di qualcosa che prima non aveva posseduto, e da quel dono, il dono della vita, è giunta la popolazione infinita e meravigliosa delle forme viventi. Poi, come sapete, io ritengo che vi fu un successivo atto di creazione, un dono per l’uomo, quando uscì dalla sua ascendenza scimmiesca , uno spirito o un’anima. Niente nell’evoluzione può spiegare l’anima dell’uomo. La differenza tra l’uomo e gli altri animali è incolmabile e dimostra che l’uomo possiede una facoltà inesistente in altre creature. Poi ci sono la musica e la facoltà artistica. Ma l’anima è stata una creazione a parte».

E ancora:

«Come uomo che studia ciò che lo circonda per vedere dove si trova, la conclusione raggiunta è questa: in tutto il mondo, non qui e là, ma ovunque, e nelle operazioni molto più piccole della natura in cui l’osservazione umana è penetrata, c’è uno scopo e un orientamento continuo e di controllo […]. Potrebbe non essere possibile per noi dire come questa guida viene esercitata, ed esattamente con quali poteri, ma per coloro che hanno occhi per vedere e la mente abituata a riflettere, c’è una direzione intelligente e consapevole, in una parola, vi è una Mente».


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