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CASUALITA' O CAUSALITA' ?

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2018 11:42
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01/05/2010 08:40
 
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CASO? MA NEMMENO PER CASO!!!
Autore: Gianpaolo BARRA

Per negare Dio si tira in ballo il caso. Al quale si attribuiscono più
miracoli di quanti ne abbia mai compiuti Dio. La scienza - quella libera
da pregiudizi al caso non crede ormai più. Parlano gli scienziati.
I contendenti si riducono, come sempre, a due soli. Nella sfida per spiegare
l'ordine meraviglioso dell'universo, Dio e il caso si contendono la vittoria.
Stando ad alcuni, e noi siamo tra questi, solo una suprema intelligenza può
essere all' origine del creato, dell' armonia che vi regna, dell' ordine
sottostante i fenomeni che osserviamo.
Secondo altri, l'armonia dell'universo è prodotta casualmente, non esiste alcun
progettista, men che meno un Dio creatore, ordinatore e finalizzatore.
Poi succede che siccome Dio è una ipotesi che non viene nemmeno presa in
considerazione, ecco che a scuola, nei dibattiti televisivi, sulle pagine di
quotidiani e riviste, tra i due contendenti il caso ha spesso la meglio.
E noi cattolici facciamo la figura di chi, non al passo coi tempi, è un
sottosviluppato culturale, bisognoso di aggiornamento, di chi ha messo in
soffitta il sapere scientifico per fare posto alla fede.
Ma davvero solo chi crede, solo chi ignora le conquiste della scienza, solo chi
non s'aggiorna, può sostenere l'ipotesi Dio come ordinatore dell'universo?
Una semplice indagine ci svela che tra gli scienziati, credenti e non credenti, al
caso ci credono ormai in pochi.
Non ci crede per niente Carlo Rubbia, fisico di casa nostra, premio N obel 1984,
secondo il quale "l'ordine troppo preciso" che si scopre guardando la natura,
osservando il creato, studiando la sua struttura "non può essere il risultato di
un caso".
Una affermazione autorevole, ma Rubbia passa per credente, arriva a Dio
"percorrendo la strada della ragione" e sostiene che sono quelli che negano Dio
a seguire "la strada dell' irrazionale".
Un collega di Rubbia, un fisico, anche lui premio Nobel nel 1966, Alfred Kastler
(1902-1984) in Dio non ci credeva. Ma quando si interrogava, come scienziato,
sulla possibilità che il caso fosse all' origine di quanto la sua scienza gli faceva
conoscere, rispondeva con un paragone illuminante.
Sentiamolo: "Supponiamo che nel corso di uno dei prossimi voli lunari venga
esplorata la faccia sconosciuta della Luna, quella che ci è opposta e che non
vediamo mai, ma che gli astronauti possono raggiungere. Fino ad oggi, essi
sono sempre atterrati sulla parte visibile dalla Terra perché le comunicazioni
via radio rimangono possibili, mentre non lo sono più quando ci si trova sull'
altra faccia".
E prosegue: "Supponiamo che essi abbiano la sorpresa di scoprire una fabbrica
automatica che produce alluminio: esistono attualmente sulla terra fabbriche
completamente automatiche. Essi vedrebbero da un lato delle pale che
scavano il suolo e raccolgono l'allumina; dall' altro le barre di alluminio che ne
escono. Essi vi troverebbero apparecchiature tipiche della fisica, processi di
elettrolisi, poiché l'alluminio viene prodotto mediante elettrolisi di una
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soluzione di allumina nella criolina.
In altre parole, dopo aver esaminato questa fabbrica, essi constaterebbero solo
il verificarsi di normali fenomeni fisici perfettamente spiegabili con le leggi della
causalità.
Essi ne dovrebbero concludere che il caso ha creato tale fabbrica, oppure che
degli esseri intelligenti sono discesi sulla Luna prima di essi e l'hanno
costruita?".
Che cosa risponderebbero i nostri lettori? Il buon senso, prima ancora che
elementari nozioni di filosofia, farebbe loro dire che la fabbrica non si
costruisce per caso. Nessuno, solo che avesse un po' di sale in zucca, potrebbe
attribuire al caso la creazione di una fabbrica automatica sulla Luna.
"Ebbene - concludeva il Nobel Kastler - in un essere vivente troviamo un
sistema infinitamente più complesso di una fabbrica automatica. Voler
ammettere che il caso ha creato tale essere mi sembra assurdo. Se esiste un
programma, non posso ammettere programma senza programmatore: del
quale però non voglio costruirmi un' immagine".
E, tuttavia, non è raro che insegnanti poco istruiti diano per scontato ciò che
per Kastler è ovviamente assurdo.
Ma il rifiuto del fisico austriaco di "costruirsi un'immagine" di quel
"programmatore" che tutto ha fatto ordinatamente nasconde una scelta -
meglio, una non scelta - che oggi è comoda per molti.
Se il caso è assurdo, non resta che Dio. Ma ammettere Dio implica una vera
conversione, un mutamento, una nuova prospettiva che coinvolge la vita
stessa, non solo la professione. Allora, per evitare responsabilità, per svicolare
platescamente dalla scelta, meglio rifiutare di "farsi un'immagine" del
programmatore, di pensarci, di indagare, di approfondire.
Atteggiamento tutt' altro che scientifico, ma per molti è così.
Il buon senso, o il senso comune, alza la sua voce perenne e universale. Dio
esiste, e ha lasciato tracce evidenti della sua presenza e della sua opera. Una
di queste è l'ordine regnante nell'universo.
Ma il buon senso fa difetto a molti. Non a Fred Hoyle, astronomo e
matematico: "Basta una piccola serie di calcoli al computer per rendersi conto
che la probabilità che questo sia avvenuto casualmente [sta parlando della
possibilità che nel brodo primordiale di cui si favoleggia si sarebbero prodotti
anche solo gli oltre duemila enzini necessari al nostro corpo] è pari alla
probabilità di ottenere sempre 12, per 50.000 volte di fila, gettando due dadi di
fila sul tavolo" .
Dadi non truccati aggiungiamo noi alle parole di Hoyle, che prosegue: "Più o
meno la stessa probabilità del vecchio esempio della scimmia che, battendo su
una macchina da scrivere, finirebbe con lo sfornare tutta intera la Divina
Commedia, con capoversi e punteggiatura al punto giusto". E se è impossibile
che per caso si siano formati gli enzimi, può essere che sia accaduto a caso il
sorgere della vita? Non serve la fede per rispondere: ma nemmeno per caso.
Basta il buon senso.
Le esemplificazioni rendono bene il frutto delle complicate ricerche scientifiche.
Quella dell'australiano John Carew Eccles (1903-1997), premio Nobel per la
fisiologia e la medicina nel 1963, è di una straordinaria immediatezza:
"Supponiamo l'esistenza di un magazzino immenso di pezzi aeronautici, tutti
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nelle loro casse o sugli scaffali. Un edificio enorme, mettiamo di mille
chilometri per lato. Arriva un ciclone che, per centomila anni, fa roteare e
scontrare tra loro quei pezzi. Quando finalmente si placa, dove c'era il
magazzino c'è una serie di quadrimotori già con le eliche che girano... Ecco:
stando proprio alla scienza, le probabilità che il caso abbia creato la vita sono
più o meno quelle di questo esempio. Con, per giunta, un' aggravante: da dove
vengono i materiali del magazzino?" .
I tempi stanno mutando, e il positivismo scientifico che ha regnato nel secolo
scorso e fino a qualche decennio orso no è in pensione. Il caso sta perdendo la
sua sfida con Dio. La scienza è oggi una finestra aperta sul Creatore. Gli
scienziati più accorti, scevri da pregiudizi ideologici, scorgono nell' ordine del
creato l'impronta di un Autore, di una Intelligenza suprema, di Dio. Qualcuno
non lo chiama ancora così, ma che il caso non c'entri nulla con quel che
studiano sembra ormai assodato.
Ora, questa scoperta deve diventare di dominio pubblico. Anche a scuola,
anche nei dibattiti televisivi, dove chi nega Dio dimostra di mancare non solo di
Fede ma anche di buon senso.
Ricorda
- "L'universo si presenta in una quasi inesauribile varietà di esseri, di forme, di
strutture, che non appaiono disordinate e irregolari, ma ordinate e sottostanti a
leggi ben definite".
(Vittorio Marcaozzi - Caso e finalità, Massimo, Milano 1976, pag. 8)
- "La cultura dominante pretende di far passare per verità assolute una serie di
menzogne. Questa cultura dice: "La scienza è nemica della fede". L'antitesi
scienza-fede è la più grande mistificazione culturale di tutti i tempi".
(Antonio Zichichi, tratto da Carlo Fiore - scienza e fede, Elle Di Ci, Torino 1986,
pag. 5)
Bibliografia
VITTORIO MARCOZZI
Caso e finalità
Massimo, Milano 1976.
EUGENIO CORTI
GIANCARLO CAVALLERI
Scienza e fede
Mimep-Docete, Pessano (MI) 1995).
RENE' LAURENTIN
Dio esiste.
Ecco le prove (Le scienze erano contro.
Ora conducono a Lui)
Piemme, Casale Mon.to 1997.
ANTONINO ZICHICHI
Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo
(tra Fede e scienza)
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