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TENTATIVI PER SCREDITARE IL CRISTIANESIMO

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2023 10:30
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15/12/2011 22:49
 
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 di Michele Loconsole*
*docente di religione cattolica e saggista

 

Come è noto, secondo non pochi studiosi del cristianesimo antico, e sostenitori dell’ipotesi cosiddetta mitologica, la data del 25 dicembre fu scelta dalla Chiesa del secolo IV – tra alcune possibili – per “oscurare” e, nello stesso tempo, “soppiantare” la festa pagana del dio sole, o più propriamente del Sol Invictus, la ricorrenza religiosa celebrata da diversi popoli, soprattutto politeisti, in concomitanza del giorno del solstizio d’inverno. Alla luce dello studio delle fonti dell’epoca, sembra invece che sia accaduto esattamente il contrario. È infatti la festa pagana del Sole Invitto ad essere stata posta o, ancor meglio, posposta al 25 dicembre, nel tentativo di oscurare o di sovrapporsi a quella cristiana del Natale del Signore. Infatti, prima del 354 d.C., ancora durante il regno di Licinio (imperatore dal 308 al 324), il culto alla divinità solare veniva celebrato, a Roma, il 19 dicembre, non il 25. Potremmo aggiungere, poi, che questa antica festa astronomica era celebrata nell’Urbe, come altrove, anche in diverse altre date dell’anno, tra cui spesso veniva scelto il periodo compreso tra il 19 e il 22 ottobre.

Il culto del dio Sole – solo per fare ulteriore chiarezza – era stato introdotto a Roma da Eliogabalo (imperatore dal 218 al 222 d.C.), ma ufficializzato per la prima volta da Aureliano (214-275) soltanto nel 274, che proprio il 25 dicembre dello stesso anno consacrava il Tempio dedicato al culto del Sol Invictus. La festa pagana prese in tal modo il titolo di giorno di nascita del Sole Invitto, ricorrenza, quindi, che potrebbe aver visto le sue origini cultuali – almeno a Roma – soltanto sul finire del secolo III d.C.
Di contro, la fonte più antica in nostro possesso, che fissa al 25 dicembre la nascita di Gesù, è quella di Ippolito di Roma (170 circa-235), che già nel 204 riferiva della celebrazione del Natale, nell’Urbe, proprio in quella data. In conclusione, è la festa pagana del dio sole che è stata “spostata” al 25 dicembre, nel tentativo di sostituirla a quella del Natale cristiano. Così facendo, l’Impero romano non avrebbe fatto altro che aggiungere un’altra tessera al mosaico che stava componendo, e cioè mettere in atto tutte le strategie possibili per arginare, limitare, se non cancellare – e non solo attraverso le indimenticabili e efferate persecuzioni – l’ormai ingombrante comunità cristiana di Roma e d’Europa.

Concludendo:

I documenti precedenti il Chronografus 354 sono incerti, ma non per questo inaffidabili quanto alla datazione della festa del Natale cristiano al 25 dicembre. Vedi Ippolito (204 d.C.), Commentario su Daniele IV, 23,3; e soprattutto Sesto Giulio Africano (211 d.C.) che data il Natale di Gesù al 25 dicembre. La scoperta della Cronaca dei Giubilei a Qumran nel 1948 conferma, tuttavia, la tradizione gioudeo-cristiana che voleva la festività dell’Annuncio a Zaccaria il 23 settembre. 15 mesi dopo abbiamo il 25 dicembre. Quindi, il 25 dicembre è la data storica della nascita terrena di Gesù.

 

Inoltre

Il solstizio d’inverno – data in cui si festeggiava nelle culture politeiste il Sol Invictus - cade il 21 dicembre e non il 25.
In secondo luogo è bene precisare che la Chiesa primitiva, soprattutto d’Oriente, aveva fissato la data di nascita di Gesù al 25 dicembre già nei primissimi anni successivi alla sua morte e non senza una ragione: infatti nelle grotte di Qumran vicino Gerusalemme furono scoperti dei rotoli con scritti sacri degli esseni, una setta isarelitica che poi nascose tutto in quella grotta prima della conquista e distruzione di gerusalemme nel 70 d.C. e tra questi importanti documenti, uno ci interessa particolarmente: è il Libro dei Giubilei, un testo del II secolo a.C.
La fonte giudaica ci ha permesso di conoscere, dopo quasi due millenni, le date in cui le classi sacerdotali di Israele officiavano al Tempio di Gerusalemme, ciclicamente da sabato a sabato, quindi sempre nello stesso periodo dell’anno.
Il testo in questione riferisce poi che la classe di Abia, l’VIII delle ventiquattro che ruotavano all’officiatura del Tempio - classe sacerdotale cui apparteneva il sacerdote Zaccaria, il padre di Giovanni Battista - entrava nel Tempio nella settimana compresa tra il 23 e il 30 settembre.
La notizia apparentemente secondaria si è rivelata invece una vera bomba per gli studiosi del cristianesimo antico. Infatti, se Zaccaria è entrato nel Tempio il 23 settembre, giorno in cui secondo il vangelo di Luca ha ricevuto l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele, che gli ha comunicato - nonostante la sua vecchia età e la sterilità della moglie Elisabetta - che avrebbe avuto un figlio, il cui nome sarebbe stato Giovanni, questo vuol dire che il Precursore del Signore potrebbe essere nato intorno al 24 giugno, nove mesi circa dopo l’Annuncio dell’angelo.
Guarda caso gli stessi giorni in cui la Chiesa commemora nel calendario liturgico, già dal I secolo, sia il giorno dell’Annunciazione a Zaccaria che la nascita di Giovanni!

Detto ciò, Maria potrebbe avere avuto la visita, sempre di Gabriele, giorno dell’Annunciazione, proprio il 25 marzo. Infatti, quando Maria si reca da sua cugina Elisabetta, subito dopo le parole dell’Arcangelo, per comunicare la notizia del concepimento di Gesù, l’evangelista annota: “Elisabetta era al sesto mese di gravidanza”.

Passo evangelico che mette in evidenza la differenza di sei mesi tra Giovanni e Gesù. E allora, se Gesù è stato concepito il 25 marzo, la sua nascita può essere ragionevolmente commemorata il 25 dicembre, giorno più, giorno meno.

[Modificato da Credente 17/12/2011 23:29]
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