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L'ANIMA UMANA: COSA PUO DIRCI LA SCIENZA.

Ultimo Aggiornamento: 27/09/2018 14:10
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25/03/2010 21:08
 
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Marco, con i tuoi ragionamenti hai concluso che Dio non ha natura fisica o materiale. Può la scienza dirci qualcosa di più su Dio?


No, la scienza deve fermarsi qui, ma io penso che la ragione possa andare oltre e farci comprendere razionalmente alcuni attributi di Dio, definito in prima istanza come la Causa necessaria dell'esistenza della nostra psiche.

1) Innanzitutto, il fatto che Dio abbia la capacità di creare la nostra psiche, mentre noi, non solo non siamo in grado di creare nessuna psiche, ma abbiamo bisogno di essere creati per cominciare ad esistere come persone coscienti, dimostra che Dio è immensamente superiore a noi; esiste un abisso di superiorità che ci separa da Dio, il chè equivale a dire che Dio è trascendente rispetto all'uomo.

2) Poiché Dio è il Creatore di noi stessi, Egli deve essere esistito prima di noi e deve esistere indipendentemente da noi; in altre parole, la Sua esistenza non dipende da noi mentre la nostra esistenza dipende da Lui.

3) Poiché Dio ha la capacità di creare la nostra intelligenza, la nostra coscienza e la nostra volontà, Egli deve necessariamente essere intelligente, cosciente e dotato di volontà. Infatti Dio, essendo immensamente superiore a noi ed essendo il Creatore delle nostre capacità, non può non possedere, ed in modo superiore al nostro, le nostre capacità. Inoltre, essendo Dio il Creatore della nostra mente, Dio deve conoscerci perfettamente.

4) Poiché Dio è immensamente superiore a noi, Egli deve possedere la capacità di amare in modo immensamente superiore al nostro.

Queste considerazioni dimostrano che la Causa necessaria dell'esistenza della nostra psiche è necessariamente un Dio personale, cosciente ed intelligente. é


Può la scienza stabilire quale sia la vera religione?


No, credere in una religione anzichè in un'altra è sempre una scelta personale, anche se credo che ci siano degli elementi oggettivi che differenziano le religioni (la loro storia, la loro teologia, ecc.) e che possono essere analizzati razionalmente. Mi limito ad un paio di considerazioni. Nei tempi in cui l'umanità era ancora tutta presa da culti politeistici, rappresentava gli dei con idoli antropomorfi o associati agli elementi della natura, vi era un solo popolo monoteista che adorava un solo Dio di Spirito, di cui vietava rigorosamente ogni rappresentazione. Questo concetto monoteista di Dio è comparso nella storia attraverso il popolo ebraico ed ogni religione monoteista non può non riconoscere nella Bibbia le proprie radici.
C'è poi un secondo importante elemento oggettivo che deve essere considerato. Attraverso il cristianesimo è entrato nella storia un concetto di amore divino assolutamente nuovo, che ha cambiato la storia dell'umanità: è il concetto di un Dio che ci ama fino al punto da farsi uomo ed accettare una sofferenza ed una morte atroce per salvarci dalla nostra esistenza peccaminosa ed infelice e condurci alla vera ed eterna felicità .


Perchè c'era bisogno che Gesù soffrisse tanto per salvarci dai nostri peccati? Non poteva salvarci e basta, senza farsi crocefiggere?


Io credo che ogni uomo avesse bisogno di sapere che Dio era disposto a soffrire fino a quel punto per lui, per fidarsi fino in fondo di Dio. L'uomo aveva bisogno di quella prova d'amore, e Dio sapendolo, ha accettato di dare all'uomo ciò che l'uomo consciamente o inconscamente gli chiedeva. Gesù ha dovuto soffrire e morire a quel modo per convincerci della bontà e dell'amore di Dio verso di noi. E' l'ostinata diffidenza e sfiducia dell'uomo nei confronti di Dio che costringe Dio a dare all'uomo quella prova d'amore di cui l'uomo aveva bisogno per fidarsi fino in fondo di Dio. Morendo in croce, Gesù distrugge la nostra diffidenza e i nostri dubbi, e ci dà la forza di credere e di fidarci di Lui, attirandoci a Sè. Questo significa che ciascuno è personalmente e direttamente responsabile delle sofferenze di Gesù. Questa diffidenza, questa mancanza di fede e di fiducia in Dio, così come l'eccesso di fiducia in se stessi, è proprio l'essenza del peccato originale. Accecato dalla propria superbia, l'uomo rifiuta l'autorità di Dio, e preferisce fidarsi di se stesso, anzichè del suo Creatore; l'uomo s'illude di potere essere indipendente da Dio, di potere essere il dio di se stesso. Ma Dio è la sola fonte di tutto il vero bene ed il vero amore che esiste. L'uomo è incapace di perseguire il vero bene con le sue sole forze; l'uomo ha bisogno di Dio, dei Suoi insegnamenti, del Suo aiuto spirituale, e così, dopo la ribellione contro Dio, precipita sempre più profondamente in un vortice di peccato, da cui può uscire solo permettendo a Dio di cambiare il suo cuore cattivo ed impuro. Dio infatti ci ama infinitamente, e desidera condurre ogni uomo alla vera vita ed alla vera felicità, una condizione che esiste solo in Dio. Ma Dio non può tollerare il male ed il peccato perchè sono incompatibili con la Sua natura, santa e perfetta. Una profonda trasformazione interiore è dunque necessaria per tutti noi, affichè possiamo raggiungere la felicità eterna; dobbiamo essere santificati e purificati da tutti i nostri desideri malvagi e peccaminosi. Dio ha il potere di trasformarci, ma vuole farlo con il nostro consenso; avendo scelto di creare l'uomo libero, Dio intende rispettare la nostra libertà. L'uomo non può dare il proprio consenso a lasciarsi trasformare da Dio, nè può essere in comunione con Dio, fintanto che anche solo un ombra di dubbio o di diffidenza aleggia nel suo cuore (va precisato che tale diffidenza può esistere anche senza che l'uomo ne sia consapevole, a livello inconscio). Dio doveva dunque convincerci, doveva distruggere ogni ombra di dubbio e di diffidenza che esistesse nel nostro cuore e ha scelto di farlo dandoci la prova d'amore più grande che possa esistere : la Passione di Cristo. La Passione di Cristo ci ha riconciliato con Dio perché ha estirpato dal nostro cuore il dubbio e la diffidenza nei confronti di Dio, soddisfacendo il nostro desiderio ed il nostro bisogno (conscio e/o inconscio) di una prova d'amore e comunicandoci così la forza ed il coraggio di fidarci di Dio e di sentirci amati da Lui.


Esistono molte diverse confessioni cristiane; è possibile stabilire con criteri scientifici quale sia il vero cristianesimo?


Non parlerei di criteri scientifici, ma di criteri razionali. Innanzitutto, esistono moltissime diverse denominazioni protestanti che professano dottrine ed interpretazioni della Bibbia diverse e contrastanti tra loro. Questo è un dato oggettivo che dimostra che la Bibbia non è inequivocabilente comprensibile. Ogni protestante generalmente afferma che le proprie interpretazioni sono ispirate dallo Spirito Santo, e che quindi sono vere, ma non ha nessun elemento oggettivo per dimostrare che questo sia vero; in pratica, assume semplicemente che le proprie opinioni siano ispirate dallo Spirito Santo. Il punto è che lo Spirito Santo non può contraddire Se Stesso, e quindi certamente queste interpretazioni contrastanti non possono essere tutte vere, né tutte ispirate dallo Spirito Santo. Il concetto di amore divino implica che, dopo l'ascesa al cielo di Gesù, Dio non possa avere abbandonato l'umanità a se stessa ed alle sue dubbie ed inaffidabili interpretazioni; Dio deve necessariamente essere presente tra gli uomini in ogni tempo per continuare ad insegnare loro la Verità e la legge morale. Per questo Gesù ha fondato la Sua Chiesa, affinchè fosse una guida visibile per tutti i cristiani. L'esistenza di moltissime diverse denominazioni protestanti che interpretano la Bibbia in modo diverso dimostra inequivocabilmente che la Bibbia da sola non può essere una guida sufficente per l'uomo. Del resto, se Gesù avesse voluto fondare la fede su un libro, lo avrebbe scritto Egli stesso; ma Gesù non ha mai scritto nulla. Il nuovo Testamento è stato scritto nel corso di diversi decenni, e le prime comunità cristiane non avevano nessun Nuovo Testamento, ma fondavano la loro fede solo sulla predicazione orale della Chiesa. Tra le varie confessioni cristiane, il cattolicesimo è l'unica che mantiene una continuità storica con Cristo, attraverso la successione apostolica che collega il Papa a Pietro. E Pietro è il solo apostolo a cui Gesù abbia consegnato le chiavi del regno dei cieli (Mt 16:17), il chè dimostra che Gesù assegnò a Pietro un ruolo speciale nella Sua Chiesa; non solo, ma questa consegna delle chiavi è il primo atto compiuto da Gesù dopo avere fondato la Sua Chiesa, il chè dimostra l'esistenza di una stretta relazione tra queste chiavi e la Chiesa. Va puntualizzato che non esiste alcuna continuità storica tra Cristo e le varie denominazioni protestanti, o i testimoni di Geova; Cristo non è mai apparso a Lutero o a Calvino, ecc. Tutte queste confessioni sono sorte solo 1500 anni dopo Cristo (o più, come nel caso dei testimoni di Geova, sorti all'inizio del 1900).
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