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Card. P. de Berulle 
 Le grandezze di Maria 

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Pietro de Bérulle, «Maestro di molti Santi e Dottore di molti Dottori» come lo chiama Enrico Bremond, nacque a Sérilly (Sciampagna) il 4 febbraio 1573. 
Giovanissimo ancora si dedicò alle controversie coi Protestanti ed ottenne strepitose conversioni. Ordinato sacerdote nel 1600, continuò ad esercitare il suo apostolato con santo zelo ed ammirabile efficacia, a segno che i protestanti ne avevano gran paura e si schermivano dal discutere con lui. È noto il detto del Card. Duperron: «Se volete convincere gli eretici, conduceteli da me; se volete convertirli, rivolgetevi al Vescovo di Ginevra (San Francesco di Sales); ma se volete convincerli insieme e convertirli, inviateli a Pietro de Bérulle». 
Prima ancora di essere sacerdote, era ricercato come direttore spirituale ed è riconosciuto come uno dei più illuminati direttori di anime che il Signore abbia dato alla sua Chiesa. Il Re Enrico IV volle elevarlo all’episcopato, ma dovette desistere di fronte alla sua umiltà e diceva: «Osservate bene quest’uomo: è un Santo; ha conservato la sua prima innocenza». 
Con la B. Maria dell’Incarnazione (Signora Acarie), sua cugina e sua discepola, promosse l'introduzione in Francia delle Carmelitane, di quest'opera che portò copiosissimi frutti, egli fu l'autore principale a costo di inaudite contraddizioni e di gravissimi disturbi. Si dedicò poi alla direzione di quelle religiose, e vi perseverò sino alla morte, non curandosi né delle fatiche né dei sacrifizi. Nel 1611, Pietro de Bérulle fondò l'Oratorio di Francia sul modello di quello stabilito in Roma da S. Filippo Neri. 
Questo Istituto ebbe subito vasta e decisa influenza su la riforma del clero. A Pietro de Bérulle fecero capo tutte le principali istituzioni sorte in Francia, nel XVII secolo, per la santificazione del clero, sotto l'influenza di San Vincenzo de’ Paoli, del Bourdoise e, in seguito, di Giovanni Olier. 
Per la sua posizione sociale il Bérulle fu obbligato ad occuparsi degli affari dello Stato, e venne creato Cardinale in seguito al buon esito dei negoziati da lui condotti, presso la Corte di Roma, per il matrimonio della Principessa Enrichetta, figlia di Luigi XIII, col principe Ereditario d'Inghilterra. Membro del Consiglio del Re, non esitò ad opporsi alla politica dell'onnipotente Card. Richelieu quando la giudicò non conforme alla giustizia ed agli interessi della Religione. 
Morì santamente all'altare, il 2 ottobre 1629. San Francesco di Sales, suo amico e confidente, disse: «Bérulle è tal uomo che vorrei rassomigliargli in tutto». San Vincenzo de Paoli, suo discepolo, quando ne udì la morte, disse ai suoi Preti della Missione: «Bérulle è uno dei più santi sacerdoti che io abbia mai conosciuti». 
La causa della sua beatificazione, appoggiata da oltre quaranta miracoli giuridicamente provati, venne promossa dal P. Bourgoing, terzo superiore dell'Oratorio, assieme a quella di San Francesco di Sales; ma venne sospesa nel 1661, per l'opposizione del partito del Card. de Richelieu e principalmente per gli intrighi dei Giansenisti, i quali vollero accaparrare a loro vantaggio il nome di un uomo così eminente per la Santità, per la dottrina e per le opere compiute

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