Anche l’Islam, come il Cristianesimo, attende il ritorno di Gesù alla Fine dei Tempi. Assunto in cielo da Allah, il “figlio di Maria” é destinato, secondo l’Islam, a ritornare nei Tempi Ultimi. Con un compito speciale: annientare al-masih al-dajjal, l’anticristo.


Dal saggio: G.Marletta-M.Polia, Apocalissi. La fine dei tempi nelle religioni, SugarCo.


“La figura del profeta Isà ibn Maryam -Gesù figlio di Maria[1]– è assolutamente fondamentale in ambito islamico. Certo, nella sua prospettiva di un monoteismo monolitico e assoluto, l’Islam non può che rifiutare l’assunto cristiano che vede in Gesù “il figlio di Dio” e la manifestazione di Dio stesso: questo non toglie però che, anche in ambito mussulmano, la figura di Gesù goda di un ruolo per certi versi sorprendente.


Fra tutte le figure profetiche venerate dall’Islam, infatti, quella di Gesù può vantare delle caratteristiche che la rendono davvero unica, dei veri e propri “privilegi” la cui solidità teologica affonda le radici nello stesso Corano e negli hadith più antichi e venerati. Tra queste caratteristiche uniche, le più importanti sono sicuramente: la sua nascita verginale da Maria, affermata senza esitazione dal Corano[2]; l’essere definito, sempre dal Corano, «Sua (di Dio, n.d.a.) parola, che Egli pose in Maria, uno spirito proveniente da Lui»[3]; la sua capacità di fare miracoli, pur se «col permesso di Dio»[4]; il privilegio, unico fra tutti i discendenti di Adamo e condiviso solo con la madre Maria, di non essere stato “toccato da Satana” al momento della nascita[5].


Un’altra prerogativa di Gesù, secondo il Corano, è quella di essere stato “assunto in cielo” per volontà di Dio con il suo stesso corpo[6]; questo privilegio, d’altronde, si collega direttamente all’idea, propria alla tradizione islamica, che Gesù non sia mai veramente morto ma sia stato salvato in estremis da Dio e condotto in cielo da dove, alla fine dei tempi, sarà destinato a far ritorno. Questa idea nasce dall’interpretazione di un passo piuttosto misterioso del Corano, in cui si afferma:


«non lo uccisero né lo crocefissero, ma così parve a loro»[7].


Il passo in questione è stato variamente interpretato come la dimostrazione che Gesù non fu ucciso sulla croce ma che fu “sostituito” da un’immagine illusoria creata da Dio per ingannare i carnefici o, addirittura, da una persona a lui somigliante[8]. L’Islam, dunque, pur affermando “l’assunzione al cielo” di Gesù, non crede nella sua resurrezione, semplicemente perché non crede nella sua morte.


A dispetto di tutti questi privilegi, tuttavia, l’Islam popolare nella sua evoluzione storica non ha mai coltivato un’eccessiva devozione verso la figura di Gesù, a cui ha preferito, oltre naturalmente a Muhammad, altre figure profetiche come Mosé. E’ solo nell’ambito mistico delle confraternite Sufi che la figura di Gesù conserva tutta la sua importanza e preminenza, fino ad essere considerato come il “Sigillo della Santità” (Khatim al-Walaya[9]) affiancato a quel Muhammad che è “Sigillo dei Profeti” (Khatim al-Nabiyyn).


La preminenza di Gesù si evidenzia, tuttavia, soprattutto in ambito apocalittico, dove la figura del “figlio di Maria” assurge definitivamente al ruolo primario di protagonista dei Tempi Ultimi. Gesù, infatti, è stato portato in cielo “presso Dio” solo in previsione dello scontro finale che caratterizzerà i Tempi Ultimi e di cui lui sarà protagonista. Gli hadith si dilungano molto su questo evento futuro; Gesù scenderà in terra per soccorrere gli ultimi credenti nello scontro contro il Dajjal e le sue forze infernali:


«E mentre egli (il Dajjal, n.d.a.) sarà occupato da queste cose, Dio invierà il Messia figlio di Maria, che discenderà presso il bianco minareto orientale di Damasco (…) e non è permesso a nessun miscredente di sentire il profumo della sua bocca senza morire. Quindi lo cercherà, finché lo raggiungerà alla porta di Ludd»[10].


Lì, alla Porta di Ludd, che si apre a nord-ovest nelle mura della santa Gerusalemme, avverrà l’ultimo atto dello scontro finale:


«E visto Gesù, il nemico di Dio si scioglierà come il sale si scioglie nell’acqua»[11].


Il destino del male è infatti segnato da una fine; ma interessante è anche l’accenno alla Porta di Ludd a Gerusalemme, che lascia intendere come anche la tradizione islamica, al pari di quella cristiana, veda nella terra santa di Palestina lo scenario inevitabile dello scontro finale che caratterizzerà i Tempi Ultimi”.



 


[1] Il matronimico “figlio di Maria”, assolutamente inedito nel Corano, è probabilmente utilizzato per mettere in maggiore evidenza la nascita verginale di Gesù, che non è concepito attraverso l’intervento di un padre umano.

[2] Corano XXI, 91; LXVI, 12.

[3] Corano IV, 171

[4] Corano III, 49.

[5] «Satana tocca ogni figlio di Adamo il giorno in cui la madre lo partorisce, tranne che nel caso di Maria e di suo figlio» (Bukhari, 60, 54).

[6] «Dio lo ha elevato fino a se» (Corano IV, 158)

[7] Corano IV, 157

[8] Secondo le leggende più popolari, Gesù sarebbe stato sostituito sulla croce da Simone di Cirene o –versione più diffusa- da Giuda Iscariota, che avrebbe così pagato il fio del suo tradimento.

[9] Letteralmente, il “Sigillo della Vicinanza” (Walaya) o della “Prossimità” a Dio.

[10] Muslim, Fitan, 116

[11] Muslim, 60, 9

fonte
https://www.gianlucamarletta.it/wordpress/2012/09/ritornodiisa/