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L'ATEISMO e la risposta dei CREDENTI

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2010 16:24
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14/03/2010 16:23
 
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Agnosticismo
Veniamo ora a conoscere un’altra forma di ateismo, che chiamiamo "agnosticismo". Molte volte sentiamo parlare di agnosticismo. Agnostico è colui che dice che la ragione dell’uomo, la nostra intelligenza, non può dire nulla di sicuro, nulla di certo su Dio e sull’anima.
Questa convinzione, che è una posizione culturale, sfocia quasi sempre, logicamente, nell’ateismo pratico. Il cammino che di fatto porta all’ateismo pratico è piuttosto chiaro: siccome su Dio non sono capace di dire nulla, allora è logico vivere come se Dio non ci fosse.
Oggi questa convinzione è molto diffusa. La chiamano anche "pensiero debole" e con questa espressione si intende dichiarare l’incapacità dell’uomo di giungere alla certezza razionale dell’esistenza di Dio.
Dobbiamo rilevare anche che questa convinzione è penetrata anche in ambienti cattolici. Ma è bene ricordare che questo non è il pensiero della Chiesa.
Infatti, il Concilio Vaticano I colpiva con la scomunica chi «dirà che Dio uno e vero, Creatore e Signore nostro, non può essere conosciuto con certezza col lume naturale della ragione umana per mezzo delle cose che sono state fatte» e ricordo anche che questo insegnamento è stato confermato dal Concilio Vaticano II.
Come si affronta l’agnosticismo? Facendo buon uso della ragione. Dimostrando che la nostra ragione, anche senza l’ausilio della fede e dell’insegnamento della Chiesa, può scoprire le tracce che Dio ha lasciato della sua presenza nel mondo creato.
 
Indifferenza religiosa
E’ oggi molto diffusa anche un’altra forma di ateismo che nasce dalla cosiddetta "indifferenza religiosa". Che cosa intendiamo per "indifferenza religiosa"?
L’indifferenza religiosa è l’atteggiamento di quanti non si occupano di Dio o di quanti attribuiscono a tutte le religioni lo stesso valore. Una religione vale l’altra. Non esiste una religione vera, ma tutte si equivalgono. Non c’è differenza tra una religione e l’altra. Questo atteggiamento, questa convinzione sfocia, spesso, nell’ateismo.
Difatti, se non c’è differenza tra una religione e l’altra non si vede per quale motivo uno debba essere religioso, debba credere in Dio e allora si finisce per vivere come se Dio non ci fosse, dunque nell’ateismo pratico.
Una sottile, spesso inconscia, forma di "indifferenza religiosa" la registriamo anche in ambienti cattolici. Essa è figlia di un malinteso concetto dell’ecumenismo, che porta a credere che essere cattolici, musulmani, ebrei, buddisti o induisti non è poi così decisivo per la salvezza dell’uomo, essendo sufficiente credere in un generico Dio.
La Chiesa ha sempre condannato questa posizione e i cattolici devono stare attenti a non farla propria. Vi è una sola religione vera e vi è una sola Chiesa edificata da Gesù su Simon Pietro (e anche questi sono stati argomenti che abbiamo affrontato nel nostro corso di apologetica).
Vale la pena ricordare, qui, l’importante dichiarazione "Dominus Iesus" della Congregazione per la Dottrina della Fede, che chiarisce molto bene questo punto.
Si legge in quella importante dichiarazione: «Deve essere fermamente creduta come verità di fede cattolica l’unicità della Chiesa da Lui fondata. Così come c’è un solo Cristo, esiste un solo suo Corpo, una sola sua Sposa: una sola Chiesa cattolica e apostolica».
Oltretutto, se ci pensiamo bene, la convinzione che tutte le religione, in fondo, si equivalgono, se penetra in casa cattolica, disarma le ragioni dell’evangelizzazione. Opera di evangelizzazione che va indirizzata non solo a quanti si dichiarano atei, ma anche a quanti, pur dicendo di credere in Dio, non conoscono la vera religione e la vera Chiesa.
Ma torniamo all’indifferenza religiosa. Come risponde un cattolico all’indifferenza religiosa? E’ assai difficile intavolare una discussione per mostrare la ragionevolezza della fede. E’ difficile per la semplice ragione che l’indifferente – proprio perché è indifferente – normalmente non trova interessante discutere di queste cose.
La battaglia contro l’indifferenza religiosa va affrontata innanzitutto ricorrendo a mezzi spirituali (la preghiera, i sacramenti, l’offerta di digiuni e sacrifici). Tuttavia, forse uno spiraglio esiste: se l’indifferente si interessa di argomenti secondari (di cultura, filosofia, scienza, di arte, della natura, etc) si può tentare di mostrargli come è possibile giungere a Dio partendo dall’approfondimento dei suoi interessi. Ma è un lavoro difficile.
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