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L'ATEISMO e la risposta dei CREDENTI

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2010 16:24
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14/03/2010 16:22
 
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Una considerazione generale
Entriamo subito nell’argomento con una considerazione di carattere generale, che io ritengo assai utile per noi credenti, che troppo spesso mostriamo un incomprensibile e non giustificato senso di inferiorità culturale di fronte all’ateismo.
Ecco la considerazione da tenere bene a mente. Molti sono convinti che credere in Dio sia una "cosa strana", fuori dalla norma, mentre – al contrario – ritenere che Dio non c’è oppure che di fronte a Dio sarebbe più giusto, più corretto non dire nulla sembra una "cosa normale".
Ecco, amici, questo modo abbastanza diffuso di pensare va corretto. Non dimentichiamo che l’ateismo diventa un fenomeno di massa, un fenomeno diffuso solo nell’epoca moderna, a partire da quell’autentica disgrazia della storia che fu la Rivoluzione francese dell’anno 1789.
Non dimentichiamo mai che la storia ci ha insegnato come nelle epoche precedenti la Rivoluzione francese, fino dal primo apparire dell’uomo sulla faccia di questa terra, non sono mai esistite civiltà e culture che si definivano atee, che negavano l’esistenza di Dio.
La moderna antropologia culturale ha dimostrato che da quando esiste l’uomo sulla terra, l’uomo è sempre stato un essere religioso. Non solo: come scrivono molto bene Vittorio Messori e Michele Brambilla nel loro libro "Qualche ragione per credere", sembra che si possa ragionevolmente affermare che all’inizio della storia umana ci sarebbe addirittura una religiosità monoteistica, la credenza in un solo Dio, unico e personale.
Contrariamente a quanto si pensa comunemente, il monoteismo avrebbe preceduto il politeismo, la credenza in molte divinità e quindi il politeismo sarebbe una forma degradata di religione.
Non solo: nato, come dicevo, in epoca moderna, l’ateismo di massa è già in declino. Esistono ancora gli atei, ma l’ateismo è in declino. Sempre meno gente si dichiara esplicitamente atea, superbamente atea, talvolta disperatamente atea, sicura che Dio non esiste.
La nostra epoca, che viene chiamata "post-moderna", vede il sorgere di tante e nuove forme di religiosità. E questo è un dato di fatto che per un certo verso ci consola, per un altro verso ci deve rendere più responsabili: constatiamo, con preoccupazione, il nascere di nuove forme di religiosità che nulla hanno a che fare con la Verità del Dio di Gesù Cristo.
Quindi, oggi c’è una domanda di Dio, la gente sta tornando a considerare la possibilità che esista Dio, e questo è un fatto positivo; ma questa domanda deve incontrare la risposta della Chiesa, che è stata edificata da Gesù Cristo proprio per portare Dio agli uomini e gli uomini a Dio.
 
Varie forme di ateismo e nostra risposta
Ma torniamo a ragionare dell’ateismo. Ateismo significa "senza Dio", dunque negazione di Dio.
Diciamo subito che non esiste una sola forma di ateismo; anzi, questo può presentarsi sotto forme diverse. Le principali sono tre.
Abbiamo un ateismo di carattere "filosofico", perché è un ateismo che si ritiene frutto di un ragionamento – un ragionamento sbagliato, diciamo noi – ma pur sempre un ragionamento. Che cosa è l’ateismo filosofico? E’ un sistema di pensiero che nega esplicitamente – o implicitamente – l’esistenza di Dio. E’ un sistema di pensiero che arriva, appunto alla fine del suo ragionare, a ritenere impossibile l’esistenza di Dio.
Poi c’è seconda forma di ateismo, che viene chiamato "pratico". L’ateismo pratico è l’atteggiamento di chi vive, "in pratica" facendo a meno di Dio. Ci sono persone – e forse noi ne conosciamo qualcuna – che non negano Dio dopo aver ragionato, anzi, se vengono interrogate possono dichiarare anche che – per loro – un qualche Dio deve pur esserci, però vivono praticamente come se Dio non ci fosse. Questo è un puro ateismo pratico.
Infine abbiamo una terza forma di ateismo, un ateismo che viene chiamato "militante". E’ l’ateismo che sfocia nella lotta violenta contro Dio, quindi nella persecuzione feroce alla sua Chiesa e ai cristiani.
Nel secolo appena concluso, l’ateismo militante ha avuto la sua massima espressione nel Comunismo che è stato un tentativo – ancora in vita, purtroppo, in diversi paesi – di costruire una società senza Dio e contro Dio. E ha avuto una notevole espressione anche nel Nazionalsocialismo pagano.
Il risultato di questo tentativo di costruire un mondo senza Dio, o addirittura contro Dio, è sotto gli occhi di tutti. Ed è un risultato spaventoso. Oltre duecento milioni di morti, un numero incalcolabile di martiri della fede, di vescovi, sacerdoti e laici imprigionati, processati, condannati ai lavori forzati negli sterminati campi di concentramento della Siberia e della Cina e di altri Paesi, oppure uccisi e decine di migliaia di chiese, di edifici adibiti al culto, di istituti cattolici distrutti.
La storia dell’ateismo militante ci ha dato la dimostrazione, che nessun apologeta dovrebbe dimenticare, che quando l’uomo si erge superbamente a costruire qualche cosa contro Dio, il primo a pagare - e a morire - è proprio l’uomo.
Dobbiamo avere il coraggio di ricordare a tutti i nostri interlocutori che negare Dio non solo è un’offesa grave fatta a Dio, dunque un "peccato mortale", come si dice nel catechismo, ma comporta anche un danno immenso e incalcolabile per le creature di Dio, specialmente per l’uomo.
Ora, tracciato questo quadro, sommario, può sorgere spontanea una domanda: come possiamo rispondere a queste forme di ateismo? Come si affronta questa pubblica disobbedienza al primo Comandamento: "Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio fuori che me"?
In primo luogo, non dimentichiamo mai che il credente si oppone all’ateismo attraverso un’arma formidabile, che solo lui possiede: la preghiera.
La preghiera per implorare da Dio la conversione di chi non crede. Una preghiera da elevarsi con grandissima fiducia, sapendo che il Signore non mancherà di ascoltarla. Nel secolo appena concluso, molti uomini importanti, del calibro di Solzenicyn, di André Frossard, di Chesterton, per citare solo alcuni, si sono convertiti. Hanno abbandonato il loro ateismo e sono approdati alla fede, segno che questo cammino di conversione è possibile e dobbiamo avere fiducia in Dio che non smette di chiamare tutti gli uomini alla vera fede.
Poi ci sono risposte mirate, adatte alle diverse forme di ateismo che abbiamo visto.
All’ateismo che abbiamo chiamato "filosofico", che è di pochissime persone, noi dobbiamo rispondere sostenendo la ragionevolezza della fede e dimostrando che proprio la ragione dell’uomo può giungere – con il ragionamento – alla certezza che Dio esiste.
Noi abbiamo dedicato alcune nostre conversazioni a questo tema, alle prove della esistenza di Dio.
Rispondere all’ateismo che abbiamo chiamato "pratico", che oggi è molto diffuso, è difficile. Si potrebbe far vedere, a chi accetta di ragionare, quanto sia contraddittorio, incoerente, poco intelligente vivere come se Dio non ci fosse.
All’ateismo militante si risponde con il combattimento coraggioso, con una crociata instancabile della verità, denunciando senza tacere nulla tutto il male che l’ateismo militante, specie quello di stampo comunista, ha fatto all’uomo.
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