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IL CANONE DEI TESTI SACRI

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2021 18:53
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23/06/2019 16:47
 
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"Potrebbe essere che Dio si è servito di una chiesa apostata per i suoi scopi?"


Il problema non è l'ipotesi che Dio si sia servito di una Chiesa apostata, ma il fatto che, proprio perché è una Chiesa apostata, non ci sarebbe nessuna garanzia che Dio si sia servito di questa Chiesa proprio mentre essa creava il canone...
Bisogna sapere che alcune dottrine, come la Trinità, sono più antiche nella Chiesa di questo canone del Nuovo Testamento, addirittura l'odiato Concilio di Nicea è più antico della fissazione del canone. Ergo, da capo, se questa Chiesa non ha fatto nulla di buono in 4 secoli, come si fa a discernere, tra i molti suoi atti, che proprio solo questo fu ispirato?
Che Dio si possa servire di Ciro, non implica che tu, mortale, possa sapere QUANDO s'è servito di Ciro. La mera ipotesi teologica che Dio possa servirsi di un malvagio, non ci dice nulla sulla possibilità di identificare quando è avvenuto, e dunque, nessuna garanzia c'è nel fatto che, dopo 4 secoli di una dottrina apostata dopo l'altra, la Chiesa abbia azzeccato proprio il canone del Nuovo Testamento! 
Inoltre, vorrei proprio sapere cosa vuol dire "servirsi della Chiesa". Il canone è frutto di dibattiti ben precisi documentati nella patristica, vale a dire che è stato in base alla consapevolezza delle dottrine che i Padri ritenevano già corrette che essi hanno selezionato i libri del Nuovo Testamento a seconda che corrispondessero o meno con quanto essi già credevano per via della Traditio orale. Ergo è veramente grave che secondo questi TdG tali Padri della Chiesa fossero apostati, perché è stato il loro metro di giudizio a mettere insieme questo canone, ergo, o Dio nelle loro scelte li guidava come burattini, e allora viene il problema teologico di ammettere che DIo abbia tolto a qualcuno il libero arbitrio, oppure questi testi canonici riflettono l'apostasia di chi li ha creati. Nella visione ortodossa cattolica invece questi testi riflettono sia il volere di Dio, sia quello dei Padri, banalmente perché la dottrina della Chiesa era quella che Dio stesso aveva dato con la predicazione di Gesù, e dunque c'è stata una perfetta coincidenza tra la libertà dei Padri e la volontà di Dio.

A quanto potrebbero obiettare, e cioè che Geova ci ha messo lo zampino, si può rispondere molto più semplicemente così:

"e come è possibile che Geova ci abbia messo del suo dal momento che la formulazione del canone è stata opera di uomini e che Gesù dice che non si può servire a due padroni? Se questi erano apostati allora è impossibile che potessero servire Dio e satana! Infatti è scritto molto chiaramente che o si è con Dio o contro Dio.
Non sarebbe neanche plausibile una sorta di azione da burattinaio di Dio giusto nel momento della definizione del canone per poi lasciarli nuovamente alla condizione di apostati visto che Dio non sopporta, come dire, le mezze misure, figuriamoci poi esserne l'artefice, colui che la determina in uno o più uomini:

"Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca."

Dio, in tal caso, determinerebbe una condizione umana che egli stesso non vuole che l'uomo abbia ed andrebbe contro se stesso.

Insomma, se sei apostata Dio (secondo i tdG) non ti gradisce e figurati se può mettersi ad avere complicità con chi fa il male o, per assurdo (dal loro punto di vista), è il male.
Infatti, se leggi Eb 6,1ss trovi scritto:

1Perciò, lasciando da parte il discorso iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è completo, senza gettare di nuovo le fondamenta: la rinuncia alle opere morte e la fede in Dio, 2la dottrina dei battesimi, l'imposizione delle mani, la risurrezione dei morti e il giudizio eterno. 3Questo noi lo faremo, se Dio lo permette.
4Quelli, infatti, che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo 5e hanno gustato la buona parola di Dio e i prodigi del mondo futuro. 6Tuttavia, se sono caduti, è impossibile rinnovarli un'altra volta portandoli alla conversione, dal momento che, per quanto sta in loro, essi crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all'infamia.

Praticamente qui si sta dicendo che un apostata, in pratica, non può ritornare sui suoi passi perché "è impossibile rinnovarli un'altra volta portandoli alla conversione".

Quindi un apostata è fuori dalla comunione con Dio e non c'è nulla nella scrittura che faccia da supporto all'idea di un suo utilizzo ad hoc o a tempo da parte di Dio. Tutt'altro. In Eb 10 si legge:

26Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, 27ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli. 28Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. 29Di quanto peggiore castigo pensate che sarà giudicato meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell'alleanza, dal quale è stato santificato, e avrà disprezzato lo Spirito della grazia? (impossibile, dunque, che Geova che agisce con lo spirito santo usi chi ha disprezzato il Figlio ed il suo stesso spirito santificante) 30Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo. 31È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!

Insomma, sarebbe anche assurdo, pur volendo pensare ad una manipolazione degli apostati da parte di Geova all'atto della definizione del canone, che poi in esso venga inserito un libro (lettera agli Ebrei) che contrasta con quell'operato.
E questo a maggior ragione alla luce di un altro passaggio in un libro canonico del NT, 2Tm 2,11-13:

11Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
12se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà (è il caso dell'apostata praticamente e, chi ha orecchi intenda );
13se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.

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