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IL CANONE DEI TESTI SACRI

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2021 18:53
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01/03/2010 00:04
 
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IL FRAMMENTO MURATORIANO

 

 

Conservato in un manoscritto dell’VIII sec. e scoperto da Ludovico Antonio Muratori nella Biblioteca Ambrosiana di Milano (da lui pubblicato nel 1749), il Frammento di Muratori è un testo in latino di 85 righe, in pessime condizioni. Si tratta quasi certamente della traduzione di un originale greco, che la maggior parte degli studiosi ritiene scritto tra il II e il III sec. d.C.

 

Latino (riscritto)

 

Traduzione

 

Commenti

 
 

1…quibus tamen interfuit et ita posuit.

 

 1… a cui nondimeno egli era presente, e così [li] collocò [nella sua narrazione]

 

L’inizio del testo è andato perso, ma sicuramente si fa riferimento a Matteo e a Marco (cfr. le ultime parole).

 
 

2tertium evangelii librum secundum Lucam. 3Lucas iste medicus 4post ascensum Christi 5cum eum Paulus quasi itineris sui socium 6secum adsumsisset nomine suo ex opinione conscripsit — 7Dominum tamen nec ipse vidit in carne — 8et idem prout assequi potuit: 9ita et a nativitate Iohannis incepit dicere.

 

2Il terzo libro del vangelo è quello secondo Luca. 3Luca, il ben noto medico, 4dopo l’ascensione di Cristo, 5quando Paolo l’aveva preso con sé come appassionato di legge, 6lo compose a proprio nome, secondo la credenza [generale]. 7Tuttavia egli non aveva visto il Signore nella carne; 8e perciò, poiché era abile ad accertare i fatti, 9cominciò effettivamente a raccontare la storia dalla nascita di Giovanni.

 

Vangelo di Luca

 

Prima parte (1-39): libri dall’autenticità indiscutibile: 4 vangeli (con Atti e Prima Giovanni) e 13 Lettere di Paolo

 
 

10quarti evangeliorum Iohannis ex discipulis. 11cohortantibus condiscipulis et episcopis suis dixit 12Conieiunate mihi hodie triduum, 13et quid cuique fuerit revelatum alteratrum nobis enarremus. 14eadem nocte revelatum Andreae ex apostolis, ut recognoscentibus cunctis, Iohannes suo nomine cuncta describeret.

 

10Il quarto dei vangeli è quello di Giovanni , [uno] dei discepoli. 11Ai suoi condiscepoli e ai vescovi, che lo spingevano a scrivere, egli disse: 12«Digiunate con me da oggi per tre giorni 13e ciò che sarà rivelato a ciascuno diciamocelo l’un l’altro». 14La stessa notte fu rivelato ad Andrea, [uno] degli apostoli, che Giovanni avrebbe  dovuto scrivere tutte le cose a suo nome, mentre gli altri avrebbero dovuto controllarne l’esattezza.

 

Vangelo di Giovanni

 
 

15et ideo licet varia singulis evangeliorum libris principia doceantur 16nihil tamen differt credentium fidei, 17cum uno ac principali spiritu declarata sint in omnibus omnia 18de nativitate, de passione, de resurrectione, de conversatione cum discipulis suis, 19et de gemino eius adventu, primum in humilitate despectus, quod fuit, secundum potestate regali praeclarum, quod futurum est.

 

15 E così, sebbene vari principi possano essere insegnati nei singoli libri dei vangeli, 16nondimeno  ciò non fa differenza per la fede dei credenti, 17dal momento che da un unico Spirito supremo tutte le cose sono state proclamate in tutti [I vangeli] — 18riguardo alla natività, riguardo alla passione , riguardo alla resurrezione, riguardo alla vita con i suoi discepoli 19e riguardo alla sua duplice venuta: la prima in umiltà quando egli fu disprezzato, già avvenuta, la seconda gloriosa nel potere regale, che appartiene ancora al futuro.

 

 

 
 

20quid ergo mirum, si Iohannes tam constanter singula etiam in epistulis suis proferat dicens in semetipso 21Quae vidimus oculis nostris, et auribus audivimus, et manus nostrae palpaverunt, haec scripsimus vobis? 22Sic enim non solum visorem, sed et auditorem, sed et scriptorem omnium mirabilium Domini per ordinem profitetur.

 

20Che meraviglia è, allora, se Giovanni così coerentemente nomina questi punti particolari anche nelle lettere, dicendo di se stesso: 21«Ciò che abbiamo visto con i nostri occhi e udito con le nostre orecchie e toccato con le nostre mani, lo abbiamo visto per voi»? 22Perché in questo modo egli si professa non solo testimone oculare e auricolare, ma anche scrittore di tutti i fatti meravigliosi  del Signore, nel loro ordine.

 

 

 
 

23Acta autem omnium apostolorum sub uno libro scripta sunt. 24Lucas "optimo Theophilo" comprehendit, quae sub praesentia eius singula gerebantur, 25sicut et remote passionem Petri evidenter declarat, 26sed et profectionem Pauli ab urbe ad Spaniam proficiscentis.

 

23Inoltre, gli atti di tutti gli apostoli furono scritti in un solo libro. 24Luca, “per l’eccellentissimo Teofilo”, raccolse I singoli eventi che ebbero luogo in sua presenza, 25come egli mostra chiaramente omettendo il martirio di Pietro 26così come la partenza di Paolo dalla città [di Roma] verso la Spagna.

 

Gli Atti degli Apostoli formano un tutt’uno con il vangelo lucano

 
 

27Epistolae autem Pauli, quae, a quo loco, vel qua ex causa directae sint, volentibus intelligere ipsae declarant. 28primum omnium Corinthiis schisma haeresis interdicens, 29deinceps Galatis circumcisionem, 30Romanis autem ordine scripturarum, sed et principium earum esse Christum intimans, prolixius scripsit;

 

27Riguardo alle lettere di Paolo, esse da sole dichiarano a coloro che vogliono capire che cosa [siano], da che luogo o per quale ragione siano state scritte. 28La prima di tutte è quella ai Corinzi, che proibisce le loro divisioni ereticali; 29la seconda, ai Galati, contro la circoncisione; 30poi scrisse più diffusamente ai Romani, spiegando l’ordine delle Scritture e anche che cristo è il loro principio.

 

I Lettera ai Corinzi

Lettera ai Galati

Lettera ai Romani

 
 

31de quibus singulis necesse est a nobis disputari; 32cum ipse beatus Apostolus Paulus sequens prodecessoris sui Iohannis ordinem, nonnisi nominatim septem ecclesiis scribat ordine tali: 33ad Corinthios prima, ad Ephesios secunda, ad Philippenses tertia, ad Colossenses quarta, ad Galatas quinta, ad Thessalonicensibus sexta, ad Romanos septima.

 

31Ma è necessario per noi esaminare queste lettere una per una, 32perché il santo apostolo Paolo in persona, seguendo l’esempio del suo predecessore Giovanni, scrive nominativamente a solo sette chiese nel seguente ordine: 33ai Corinzi la prima, agi Efesini la seconda, ai Filippesi la terza, ai Colossesi la quarta, ai Galati la quinta, ai Tessalonicesi la sesta, ai Romani la settima.

 

Lettera agli Efesini

Lettera ai Filippesi

Lettera ai Colossesi

I ai Tessalonicesi

 

Il fatto che Paolo scriva, come Giovanni, a sette chiese è segno che le sue lettere sono rivolte non a chiese locali ma alla chiesa universale (ci si basa sul simbolismo del numero 7 che indica la totalità).

 
 

34verum Corinthiis, et Thessalonicensibus licet pro correptione iteretur, 35una tamen per omnem orbem terrae ecclesia diffusa esse denoscitur. 36et Iohannes enim in Apocalypsi licet septem ecclesiis scribat, tamen omnibus dicit.

 

34È vero che egli scrive ancora una volta ai Corinzi e ai Tessalonicesi per ammonimento, 35eppure si riconosce facilmente che c’è una sola chiesa sparsa su tutta la terra. 36Perché anche Giovanni nell’Apocalisse, benché scriva a sette chiese, nondimeno parla di tutte.

 

II Corinzi

II Tessalonicesi

 
 

37verum ad Philemonem unam, et ad Titum unam, et ad Timotheum duas pro affectu et dilectione; 38in honore tamen ecclesiae catholicae in ordinatione ecclesiasticae disciplinae sanctificatae sunt.

 

37[Anche Paolo scrisse] per affetto e amore una lettera a Filemone, una a Tito e due a Timoteo, 38tuttavia queste sono considerate sacre nella stima della chiesa universale per la regolamentazione della disciplina ecclesiastica.

 

Lettera a Filemone

Lettera a Tito

I e II a Timoteo

 
 

39fertur etiam ad Laodicenses, alia ad Alexandrinos, Pauli nomine fictae ad haeresem Marcionis, 40et alia plura, quae in catholicam ecclesiam recipi non potest; fel enim cum melle misceri non congruit.

 

39È in circolazione anche [una lettera] ai Laodicesi [e] un’altra agli Alessandrini, [entrambe] falsificazioni scritte sotto il nome di  Paolo per [promuovere] l’eresia di Marcione, 40e diverse altre che non possono essere accettate dalla chiesa universale, perché non è opportuno che  il fiele sia mischiato con il miele.

 

Seconda parte (39-49): libri discutibili (41-47) e libri da scartare (39-40; 48-49)

 

Lettera ai Laodicesi e Lettera agli Alessandrini: scritti eretici

 
 

41Epistola san Iudae, et superscriptio Iohannis duas in catholica habentur; 42et Sapientia ab amicis Salomonis in honorem ipsius scripta.

 

41Inoltre la Lettera di Giuda e due che portano il nome di Giovanni sono usate nella [chiesa] universale — 42e [il libro della] Sapienza scritto dagli amici di Salomone in suo onore.

 

Lettera di Giuda, I e II Giovanni, Apocalisse di Giovanni: si possono leggere

 
 

43apocalypses etiam Iohannis, et Petri, tantum recipimus, quam quidam ex nostris legi in ecclesia nolunt. 44Pastorem vero nuperrime temporibus nostris in Urbe Roma Hermas conscripsit, sedente cathedra Urbis Romae ecclesiae Pio Episcopo fratre eius; 45et ideo legi eum quidem oportet, se publicare vero in ecclesia populo, 46neque inter Prophetas, completum numero, 47neque inter apostolos, in finem temporum potest.

 

43Noi accettiamo soltanto le Apocalissi di Giovanni e di Pietro, benché alcuni di noi non desiderano che la seconda sia letta in chiesa. 44Ma Erma scrisse Il Pastore molto recentemente ai giorni nostri, nella città di Roma, mentre il vescovo Pio, suo fratello, occupava la cattedra [episcopale] della chiesa della città di Roma. 45E perciò deve bensì essere letto; ma non può essere lette pubblicamente al popolo in chiesa, 46né tra i profeti, il cui numero è completo, 47né tra gli apostoli, perché viene dopo [il loro] tempo.

 

Il Pastore di Erma: non si può leggere

Apocalisse di Pietro: giudizio incerto

 
 

48Arsinoi autem, seu Valentini, vel Mitiadis nihil in totum recipimus. 49qui etiam novum Psalmorum librum Marcioni concripserunt una cum Basilide Assianum Catafrygum constitutorem…

 

48Ma noi non accettiamo nulla di Arsinoo o Valentino o Milziade, 49i quali composero anche un nuovo libro di salmi per Marcione, insieme con Basilide, l’asiatico fondatore dei catafrigi…

 

 

Scritti eretici

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