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23/02/2010 21:49 | |
5. I nostri alleati: gli angeli
Abbiamo accennato all'esistenza degli angeli buoni parlando degli angeli ribelli. Qui ne discorriamo più diffusamente perché è di grande conforto sapere che nella lotta contro le potenze delle tenebre abbiamo dei potenti alleati, che Dio ha messi accanto a noi perché abbiano cura di noi.
È sintomatico che accanto a Gesù tentato dal diavolo nel deserto troviamo gli angeli che lo servono (Mc. 1,13); e accanto a Gesù nel Getsemani, dove il diavolo che si era allontanato da lui « per tornare al tempo fissato » (Lc. 4,13) venne di nuovo a tentarlo, troviamo l'angelo della consolazione (Lc. 22,43).
La vita di Cristo è profumata dalla presenza degli angeli, a cominciare dall'Annunciazione, e così anche l'agiografia cristiana è costellata di angeli.
Peccato che oggi l'angelogia presso i teologi non goda molta simpatia e che alcuni l'abbiano bandita dal loro insegnamento, anzi dal catechismo (vedi Catechismo olandese); e peccato ancora che molti cristiani ignorino la presenza degli angeli nella loro vita e non riveriscano coloro che Dio ha mandati per custodirci nel cammino e farci entrare nel luogo che ha preparato (cfr. Es. 23,20).
Il termine Angelo nella Bibbia traduce il greco aggelos e l'ebraico mal'ak, che significa messaggero, e ne indica più il compito che la natura.
La credenza negli angeli nel V. T. è attestata già in Gen. 28-12 (la visione della scala di Giacobbe), in Gios 5,14 (l'esercito di Jahvè), in Giud. 2,1 ss.; 13,2; nei salmi (91,103,104 ecc.), nei profeti (passim), e la voce vi ricorre oltre 150 volte.
Vengono nominati i serafini (Is.), e i cherubini (Ez.) e i tre arcangeli Michele (Dan.), Gabriele (Dan.) e Raffaele (Tob.).
Nel N.T. troviamo le apparizioni di angeli nella nascita di Gesù e nella resurrezione. Essi invisibilmente sono attorno a Gesù e ai suoi ordini (Mt. 26,53; Gv. 1,51) e lo accompagneranno nell'ultima venuta (Mt. 16,27; 25,31). Un angelo libera Pietro dal carcere (At. 8,26) e compare a Paolo per rassicurarlo (At. 27,23). Nell'Apocalisse troviamo ad ogni pagina gli angeli del Signore. Celebrano la liturgia celeste ed eseguono gli ordini di Dio. Dalle lettere agli Efesini (1,21) e ai Colossesi (1,16) desumiamo i nomi di cinque classi o ordini di angeli (Dominazioni, Potestà, Troni, Principati, Virtù), che aggiunti agli Angeli e Arcangeli, ai Cherubini e Serafini, formano i nove cori della gerarchia celeste.
Tra gli angeli, ci sono gli angeli custodi delle nazioni (Dan. 10,13-20) e gli angeli custodi degli uomini (Mt. 18,10; At. 12,15). Tutti però sono « spiriti servitori », « messi a servizio di coloro che devono ereditare la salvezza » (Ebr. 1,14).
Il principale avversario di Satana è San Michele. Egli difende il primato di Dio, come dice il suo stesso nome: « Chi è come Dio? ». Egli è il protettore della Chiesa che lotta sulla terra, e noi dobbiamo sempre invocarlo nella nostra battaglia quotidiana contro le forze del male.
La presenza del mondo angelico attorno a noi deve rischiarare il mondo tenebroso degli spiriti, e la conversazione con gli angeli deve infonderci sicurezza contro il nemico: « Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l'avversario dei tuoi avversari » (Es. 23,22).
6. L'armatura di Satana
C'è l'armatura di Dio (Ef. 6,11-17) e c'è l'armatura di Satana. Ce ne parla Gesù quando presenta l'uomo forte, bene armato, che viene spogliato dell'armatura in cui tanto confidava, ad opera dell'uomo più forte, che è Lui.. « Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura in cui confidava e ne distribuisce il bottino » (Lc. 11,21-22).
Qual è questa armatura?
Da quanto abbiamo detto più sopra possiamo abbozzare questo quadro.
1) Conoscenza del male. Intelligenza superiore, ha delle cose una conoscenza più vasta e profonda che noi, la quale può far valere nell'ordire le sue trame a nostro danno e nel disporre il suo attacco, facendo leva sulla nostra ignoranza.
Ma ha soprattutto la conoscenza del male, di tutte le sue pieghe e i suoi risvolti, e questa stessa conoscenza del male può prospettare come un valore all'uomo sprovveduto, seducendo le intelligenze più acute. Sedusse Eva sotto questa prospettiva: «Diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male» (Gen. 3,5).
A questa cintura di conoscenza buia, illuminata da bagliori di illusioni e miraggi, noi opponiamo la cintura di verità che è Cristo. Egli è la luce che splende nel mondo e nella sua luce vediamo le sagome di ogni cosa e siamo liberi dalle illusioni. « Il pensiero di Cristo » è dentro di noi e noi giudichiamo di ogni cosa (1 Cor. 2,15-16).
2) Il potere. Anche capovolto, il diavolo conserva la sua potenza. Agli spiriti malvagi vengono conservati i nomi di « Principati e Potestà », « Troni e Dominazioni » (1 Col. 1,16; Ef. 1,21). Cristo ancora chiama « principe di questo mondo » il diavolo, e Paolo parla del « principe delle potenze dell'aria » (Ef. 2,2).
Egli ha il potere sulla materia che può manipolare a suo modo, ha potere sull'uomo: « egli opera negli uomini ribelli. Nel numero di quei ribelli siamo vissuti anche noi, un tempo, con i desideri della nostra carne... » (Ef. 2,3). Può attaccare anche
l'uomo buono, nel suo essere biopsichico, a causa della superiorità della sua natura. Cristo gli riconosce il potere su questo mondo, e non obietta nulla quando il diavolo gli dice, mostrandogli « tutti i regni del mondo »: « tutte queste cose io te le darò » (Mt. 4,9).
Su questo « potere », limitato solo dal potere di Cristo, egli fa leva, e se ne veste come di una corazza.
3) La perversità. La volontà di Satana è fissata nel male. Egli è la « perversità » personificata, il « Maligno ». E come tale è agli antipodi di Dio, che è « il Buono ». Egli, perverso, persegue questa sua perversità fino in fondo. L'Apocalisse ci parla delle « profondità di Satana », cioè dell'abisso delle aberrazioni mentali e morali che Satana prospetta come un traguardo allettante da raggiungere. Il male ha la sua intrinseca seduzione.
Noi opponiamo la « santità » di Dio.
4) L'odio. L'odio contro Dio e contro l'uomo fatto a sua immagine è una forza potente che spinge Satana ad agire e lo sostiene nella sua lotta furibonda, nell'intento di rapire a Dio i suoi servitori e di impedire all'uomo, rapitore del suo posto, di raggiungere il cielo.
L'odio che lo portò ad uccidere « fin da principio » (Gv. 8,44) lo porta sempre ad uccidere l'uomo. Egli accende l'ira omicida nei cuori degli uomini, fomenta gli odi e le discordie, scaglia i popoli gli uni verso gli altri. La distruzione dell'avversario, sia esso un singolo uomo, sia esso un popolo intero, ha la sua esaltante e sinistra attrazione. Ogni distruzione ha origine dall'odio come ogni creazione ha origine dall'amore.
5) La falsità, l'inganno. Padre di menzogna, falsario, si serve dell'inganno per far cadere l'uomo. « Ogni uomo è mendace » (Sal. 116,11) per lui. Egli si nasconde, come dietro ad uno « scudo »,' per non mostrare il suo volto e colpire. Il suo nome stesso è inganno. Il V.T. e il N.T. lo presentano come l'ingannatore per eccellenza.
Noi opponiamo « la fede », che ci radica in Dio che è verità, e la cui parola non ci inganna. La fede ci fa eludere i dardi infocati del maligno (Ef. 6,16), nella fede possiamo sicuramente resistere ai suoi assalti (1 Pt. 5,9). Se Eva avesse opposto la fede in Dio non sarebbe caduta nell'insidia del serpente.
Sono questi i cinque pezzi principali dell'armatura di Satana che hanno una analogia con i cinque pezzi dell'armatura di Dio.
Il demonio poi ha due potenti alleati, che usa come due armi micidiali. Un alleato all'interno dell'uomo, la carne, con la sua triplice concupiscenza, e un alleato esterno all'uomo, il mondo.
7. Gli alleati di Satana
La carne intesa non tanto come « corpo » o elemento corporeo dell'uomo, quanto, nel suo senso peggiorativo, come sinonimo di « uomo vecchio » (Ef. 4,25), di natura umana decaduta (Rom. cc. 7-8), inficiata di peccato e perciò detta anche « carne di peccato » (Rom. 8,3), è facile strumento di Satana che, attraverso il peccato, domina l'uomo (Ef. 2,5), producendo in lui frutti di carne (Gal. 5,17-21) e impedendogli, anche dopo il suo inserimento in Cristo col battesimo, di vivere « secondo lo Spirito di Cristo » (Rom. 8,4,12-14) e produrre « il frutto dello Spirito » (Gal. 5,22). '
La carne, strumentalizzata da Satana, diviene così una forza cattiva abitante nell'uomo, una potenza misteriosa, quasi una persona (Rom. 8,12), la quale pecca (Col. 2,18; Ef. 2,2-3), concupisce (Col. 3,5), aspira alla perdizione (Rom. 8,6), è ostile a Dio (Rom. 8,7).
Il demoniaco nell'uomo è questa realtà, che trova la sua espressione più vistosa nei sette vizi capitali, che sono come le sette teste della bestia dell'Apocalisse (Ap. 13,1).
Attraverso questi vizi Satana si infiltra nell'uomo e vive quasi in simbiosi con lui, mimetizzando la sua presenza e dissimulando il suo influsso.
L'uomo « carnale » infatti che soddisfa se stesso, seguendo i propri istinti, in realtà soddisfa i desideri di Satana, e facendo arbitro se stesso del giusto e dell'ingiusto, del vero e del falso, si mette nella via di Satana. Egli potrà ancora illudersi, rinchiuso nelle tenebre del suo Io e privo della luce di Dio, di potenziare la sua persona, mentre in realtà, sotto l'azione funesta del maligno, la sua persona si va via via disgregando, e l'uomo perde se stesso.
Il mondo, nel senso etico, è il regno degli uomini, penetrato dal peccato e perciò divenuto ostile a Dio e oggetto della sua ira (Ef. 5,6) e del suo giudizio (Gv. 12,31; 16,8). È la società costruita secondo falsi modelli di potenza, con una cultura centrata sull'uomo e avulsa da Dio, venata di sapienza che per Dio è « follia » (1 Cor. 3,19). È tutto un sistema di relazioni, dove i valori, le idee, i comportamenti sono opposti a quelli dei regno di Dio, largamente dominati da Satana, per cui dice bene S. Giovanni: « Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno » (1 Gv. 5,21).
Mondo e regno di Dio coesistono fianco a fianco, nello stesso ambiente, e il cristiano ne subisce l'influsso deleterio. Ma Cristo ha pregato per i suoi che sono « nel mondo » ma non sono « del mondo », perché « siano custoditi dal maligno » (Gv. 17,15).
Paolo ci avverte di « non conformarci alla mentalità di questo mondo » (Rom. 12,2). E Giovanni ci dice: « Non amate il mondo, né le cose del mondo » (1 Gv. 2,15). C'è il pericolo infatti che la nostra mentalità aderisca alla mentalità del mondo, quasi senza avvedercene, e che il nostro cuore rimanga invischiato nelle cose di quaggiù.
Il cristiano, per riconoscere l'influenza del mondo nella propria vita e nella vita degli altri, e distinguere l'orma del maligno, deve aprire bene gli occhi sui valori cristiani e i valori mondani, sulle idee cristiane e le idee mondane, sui comportamenti cristiani e i comportamenti mondani.
A volte l'opposizione è chiara e ce ne accorgiamo subito.
Talvolta invece l'opposizione non è chiara, ma subdola.
I valori del mondo, sempre in senso etico peggiorativo, si mescolano a scopi validi, rendendo difficile il discernimento. Il metro per giudicare è se, in effetti, si cerca e si ottiene la gloria di Dio e il bene delle anime.
Le idee possono offrire difficoltà. Spesso c'è mescolanza di verità e di errore. Anzi il più delle volte l'errore è veicolato dalla verità. Si trova in mezzo alla verità, come un seme di morte in un frutto bello a vedersi e dolce a gustarsi. Un attento discernimento ci farà scoprire la subdola orma del maligno.
I comportamenti possono essere camuffati da beni illusori, da prospettive valide; ma sono in urto col Vangelo, appena si esaminano a fondo. Il discernimento ci farà trovare i segni di Satana.
Siccome le forze che guidano il mondo sono le tre concupiscenze, « tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre ma dal mondo » (1 Gv. 2,16); bisogna tenere gli occhi aperti per riscontrare la loro eventuale presenza e guardarci dal maligno.
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