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CONOSCERE L'AZIONE DEL MALIGNO PER DIFENDERSI

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2022 15:52
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23/02/2010 21:45
 
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3. Natura e attività

Dice Origene: « Riguardo al diavolo e ai suoi angeli e alle potenze ostili, l'insegnamento della Chiesa ritiene che questi esseri esistono davvero; ma come siano o come esistano non è spiegato con totale chiarezza. L'opinione comune è comunque che il diavolo era un angelo; e avendo apostatato, persuase il più gran numero possibile degli angeli ad andarsene con lui; e questi, anche al giorno d'oggi, sono chiamati i suoi angeli » (Origene, De principiis, Praef. 6, Patrologia G., 10,119).

Questa « opinione comune » nella Chiesa è basata saldamente sulla Rivelazione. Lasciando da parte i due testi di Isaia ed Ezechiele che riguardano rispettivamente il re di Babilonia e il re di Tiro, ma vengono interpretati come la caduta di Lucifero - « Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? ... Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, mi farò uguale all'Altissimo. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso! » (Is. 14,12-15);
EZECHIELE Capitolo 28,11 Mi fu rivolta questa parola del Signore: 12Figlio
dell'uomo, intona un lamento sul principe di Tiro e digli: Così
dice il Signore Dio:

Tu eri un modello di perfezione,
pieno di sapienza,
perfetto in bellezza;
13in Eden, giardino di Dio,
tu eri coperto d'ogni pietra preziosa:
rubini, topazi, diamanti, cris•liti, •nici
e diaspri, zaffヘri, carbonchi e smeraldi;
e d'oro era il lavoro dei tuoi castoni e delle tue
legature,
preparato nel giorno in cui fosti creato.
14Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa;
io ti posi sul monte santo di Dio
e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
15Perfetto tu eri nella tua condotta,
da quando sei stato creato,
finch‚ fu trovata in te l'iniquit….
16Crescendo i tuoi commerci
ti sei riempito di violenza e di peccati;
io ti ho scacciato dal monte di Dio
e ti ho fatto perire, cherubino protettore,
in mezzo alle pietre di fuoco.
17Il tuo cuore si era inorgoglito per la tua bellezza,
la tua saggezza si era corrotta
a causa del tuo splendore:
ti ho gettato a terra
e ti ho posto davanti ai re che ti vedano.
18Con la gravità dei tuoi delitti,
con la disonestà del tuo commercio
hai profanato i tuoi santuari;
perciò in mezzo a te ho fatto sprigionare un fuoco
per divorarti.
Ti ho ridotto in cenere sulla terra
sotto gli occhi di quanti ti guardano.
19Quanti fra i popoli ti hanno conosciuto
sono rimasti attoniti per te,
sei divenuto oggetto di terrore, finito per sempre¯.(Ez. 28,12-18) -

Troviamo alcuni testi attinenti nel N.T.

Quando i settantadue discepoli tornarono da Gesù pieni di gioia, dicendo: « Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome », egli disse: « lo vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore », riferendosi certamente alla sua caduta, e attingendo quasi a un suo ricordo personale (Lc. 10,18).

S. Pietro, nella seconda Lettera, dice: « Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò negli abissi tenebrosi dell'inferno, serbandoli per il giudizio » (2 Pt. 2,4).

Nella lettera di Giuda è scritto: « Riserbò per il giudizio del gran giorno, legati da eterne catene e immersi nelle tenebre, gli angeli che non conservarono la loro dignità, ma abbandonarono la loro dimora » (Gd. 6).

L'ultimo testo è quello dell'Apocalisse che descrive la guerra nel cielo tra Michele e i suoi angeli e il Drago e i suoi angeli. Per questi « nel cielo non vi fu più posto ». E il grande Drago, l'antico serpente, che si chiama diavolo e Satana, il seduttore del mondo intero, « fu precipitato sulla terra e i suoi angeli furono precipitati con lui » (Ap. 12,7-9).

Questi testi sono eco della Tradizione che ritiene Satana un angelo decaduto dal suo splendore iniziale; e precipitato nell'abisso per essersi ribellato a Dio. Con lui c'è una immensa schiera di altri spiriti che lo seguirono nella ribellione.

La storia di questi spiriti ha inizio prima del tempo umano, ma è in relazione col mondo umano. Prima di creare l'uomo, Dio decide di creare gli spiriti intelligenti, liberi di amarlo e di respingerlo. Questa creazione sembra legata alla sua decisione di legarsi all'uomo, mediante l'Incarnazione; di entrare nel mondo della materia, dello spazio e dei tempo. La creazione degli angeli, dunque, fu orientata fin dall'inizio verso il mondo, al cui centro c'è l'uomo, in cui il Verbo prende carne, e, umanato, dà consistenza e significato a tutto l'universo, compresi gli angeli.

La ribellione di Lucifero e degli angeli che lo seguirono dovette riguardare il Verbo umanato, e il « corpo » degli uomini di cui Egli si fece capo. Possiamo così congetturare che il peccato primordiale fu di empietà, di falsità vitale, stando alla affermazione di Gesù in Giovanni (Gv. 8, 44), in quanto Lucifero ambì, creatura come era, di farsi Dio, e conseguentemente di ribellarsi al piano divino; di negare Dio e affermare sé stesso.

Secondo la tradizione, Michele, uno dei Serafini, reagendo subitamente, al grido « Chi è come Dio », proclama la sua fedeltà e sottomissione al Signore e schiera dietro di sé moltitudini di angeli. Dio interviene, e sprofonda nell'abisso Lucifero e gli altri spiriti ribelli.

(Gesù, riferendosi a questo episodio e rifacendosi ai suoi ricordi personali, dice: « Io vedevo Satana cadere come la folgore dal cielo » (Lc. 10,18)). Lucifero e gli angeli ribelli vengono degradati: dal bene passano al male. La loro relazione verso Dio creatore e verso il mondo creato rimane, perché legata alla loro stessa creazione; però l'amore si muta in odio, la verità si muta in falsità.

L'orientamento verso gli uomini rimane, ma non per aiutarli ed essere ministri di bene, come nell'ordinamento primigenio, ma per distruggerli, abbruttirli, prenderli, sconvolgendo e annullando, per quanto loro possibile, il piano divino.

Come sabotò in cielo il piano di Dio, così lo sabota sulla terra facendo cadere gli uomini in Adamo; dopo che Dio ha restaurato il suo piano in Cristo, che non può crollare, continua la sua lotta nel mondo per ostacolarne il compimento.

I diavoli sono dunque esistenze capovolte, personali. che conservano la loro intelligenza e la loro volontà, ma diretta verso l'errore e verso la malignità.

Le Scritture presentano il diavolo come:

a) Un omicida. Uccise spiritualmente il primo uomo e continua ad uccidere gli uomini. « Egli è stato omicida fin da principio » (Gv. 8,44). Odia l'uomo, per invidia, perché egli occupa il posto che lui voleva occupare nel piano divino, e perché in Cristo egli è partecipe della natura divina. Attacca la persona dell'uomo, cercando di disgregarla. Spinge all'avvilimento, alla degradazione; spinge all'omicidio e al suicidio. Tante stragi hanno per padre lui. Spinge al vuoto, al nulla.

b) Un mentitore. « La verità non è in lui » (Gv. 8,44). La menzogna si fa impostura e inganno. Ingannò Eva, e continua a ingannare. E’ la falsità personificata (Gv. 8 l.c.), come Cristo è la verità personificata.

c) Un accusatore. Prima tenta gli uomini per rovinarli e poi li accusa davanti a Dio, esigendo giustizia e condanna (cfr. Zac. 3, 1 ss.). Nell'Apocalisse è presentato come il grande accusatore (Ap. 12,10). Ma Dio ci ha dato due grandi avvocati e difensori: Cristo Gesù, che si interpone per evitarci la condanna, offrendo il suo sangue di riscatto (1 Gv. 2,1-2), e lo Spirito Santo, che è detto appunto Paraclito (Gv. 14,16).

d) Tenebra. L'ostilità di Satana si manifesta nel rifiuto della luce. Dice Giovanni nel Prologo del suo Vangelo: « La Luce venne nel mondo » (Gv. 1, 9). Satana è il signore delle tenebre. Le tenebre sono tempo di tentazione, di delitti. E’ nella notte che si operano i misfatti, gli omicidi, i furti, le immoralità. Chi opera nelle tenebre non vuole la luce « perché non siano manifeste le sue opere » (Gv. 3,20; 1 Tes. 5,7; Ef. 5,7). Cristo fu tradito nella notte (1 Cor. 11,23). E il deicidio produsse le « tenebre su tutta la terra » per l'apparente trionfo del principe delle tenebre.
Ma in realtà il diavolo è « un vinto » con un entourage di piccoli vinti, che recita il suo ruolo di antagonista di Cristo, ma sa bene che Cristo è venuto « per ridurre all'impotenza colui che aveva il potere della morte, il diavolo » (Ebr. 2,14). Tuttavia si ostina per la sua perversa natura ad operare il male.

L'attività principale di Satana è essere SCIMMIA di Dio. Scimmiotta Dio, creandosi, come abbiamo detto, un Regno, con organizzazioni e ordinamenti. Scimmiotta soprattutto il piano di Dio che fa perno in Cristo.

Opera la controincarnazione e l'antichiesa.

Al centro del mistero cristiano c'è l'Incarnazione. Satana cerca di rifare l'incarnazione, in una inversione sacrilega. In Giovanni si legge: « E il Verbo si fece carne » (Gv. 1,14). E’ come la materializzazione del Logos in una realtà di amore.

Questa controincarnazione si manifesta soprattutto a due livelli, a livello di idee e a livello di carne, e sfocia nel tentativo di fare l'antichiesa, ossia una organizzazione di sostegno.

Il diavolo sa che è necessario che una idea si incarni dentro di noi, che cioè il verbo si faccia carne, perché questa abbia forza di azione.

E attraverso le ideologie stabilisce la schiavitù dell'uomo, illudendolo con una falsa libertà, in antitesi alla vera libertà operata da Cristo nell'uomo attraverso il Logos che scende e si incarna.

L'altra schiavitù avviene nella carne.

Il Figlio di Dio, facendosi carne, redime la carne e la eleva unendola a Dio. La carne in Cristo è strumento di redenzione e termine di santità, perché Cristo attraverso la carne - Verbum caro factum est - ci redime, e la carne nostra, destinata alla corruzione e alla morte, diventa supporto alla vita dello Spirito.

Il diavolo odia la carne. Si serve cosi della carne, di cui Cristo si è servito nella Incarnazione per redimere l'uomo e salvare il mondo restaurando il piano divino, proprio per rovinare il piano divino e lo stesso uomo. Facendo idolatrare la carne - contraffazione del Verbo incarnato e insulto al Verbo incarnato - rovina l'uomo il quale doveva salvarsi attraverso la carne assunta dal Verbo. Satana punta sulla carne. Il sesso diventa così strumento di degradazione, di distruzione dell'uomo stesso. Attraverso il mistero tenebroso della carne, Satana distrugge l'amore, e rovina l'uomo.

Dice Balthassar (Ordre et Pénitence, p. 345) citando un pensiero di Bernanos: « Se il peccato è soprattutto una menzogna, la sessualità ne è la sua più grande immagine: mezzo multiforme di tradurre tutta la presenza del male. Il suo valore sta qui, che il corpo che doveva servire alla manifestazione fenomenica dell'amore spirituale, serve invece più a velarlo che a rivelarlo, serve a pervertirlo anziché a tradurlo in un puro dono di sé » (Bonanno, o.c., p. 122). Così la carne diventa cancer, cancro che produce la morte nell'uomo.

La controincarnazione porta Satana al tentativo di creare l'antichiesa, cioè la chiesa del peccato, a sostegno delle false ideologie e della idolatria del sesso, della triplice concupiscenza (1 Gv. 2,16). Ma non ci riesce perché il male non fa incontrare gli uomini, il male è disgregante. Il diavolo non arriverà mai a fondare la sua chiesa, con i suoi ministri, i suoi riti, i suoi luoghi di culto, una chiesa che metta in comune il peccato, come la Chiesa di Cristo mette in comune la Grazia. Vogliamo dire che il diavolo può aggregare e asservire, ma non potrà creare comunione e libertà tra gli adepti. Il peccatore peccherà solo, anche quando saranno tutti a peccare, perché il peccato è morte, e si muore soli, anche quando si muore insieme in una ecatombe. Il male, ripetiamo, non può essere fermento di unione vera; per cui l'antichiesa intesa come istituzione organizzata e compatta, è grottesca, è un'opera fallita della Scimmia.

Tuttavia il diavolo crea la sua « città », la città della confusione, la Babilonia con tutti i suoi quartieri, le sue strade, che egli percorre con i suoi spiriti ribelli, e dove trova i suoi alleati, i suoi complici: gli uomini legati alle false ideologie del potere, del sesso, del denaro, della gloria, e asserviti al suo trionfo.
La città della confusione, la Babilonia, dove anche noi viviamo, è il luogo dove il diavolo scorazza con l'ateismo pratico, con la pornografia, con le violenze, l'odio, la sete del denaro, la criminalità, la tossicomania, le magie, i riti superstiziosi.

La « bestia » di cui parla l'Apocalisse (13,5-7), che proferisce « parole d'orgoglio e bestemmie », a cui è permesso di «far guerra ai santi e vincerli», coinvolge tutte le forze umane, anche politiche, che sono alleate con Satana nella grande Babilonia.

Ma Babilonia è destinata a cadere. Profeticamente Giovanni grida: « E’ caduta, è caduta Babilonia la grande... Uscite popolo mio da Babilonia, per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli. Sarà bruciata dal fuoco, poiché potente Signore è Dio che l'ha condannata » (Ap. 18,2 ss.).

Alla caduta di Babilonia succederà la definitiva vittoria di Cristo, con la disfatta del diavolo, che sarà precipitato nel fuoco (Ap. 20,10), e la discesa della « Città di Dio » dal cielo, la celeste Gerusalemme (Ap. 21,1 ss.).

Questo sarà l'epilogo della storia, della lotta tra le tenebre e la Luce.



4. Il mistero di Satana: poteri e limiti

Il diavolo è puro spirito, la cui personalità si esprime diversamente da quella dell'uomo, e il cui potere è certamente superiore a quello dell'essere umano, legato al corpo. I demoni mancano di una esistenza fisica, e cioè di un proprio corpo. Sono localizzati in un luogo non dalla propria sostanza ma dalla propria attività, cioè si trovano là dove operano, « per contactum virtutis », dice S. Tommaso (S.T., I, q. 8, a. 2). Essendo puri spiriti, esprimono se stessi senza ricorrere agli elementi psicofisici, propri delle persone umane, con la loro attività. Questa si differenzia secondo il grado di intelligenza e la forza di volontà il che comporta una gerarchizzazione di dominio e una graduatoria di poteri. S. Tommaso parla di differenza specifica tra di loro (S.T., 1, 50, ad 4).

A volte sembra che non siano entità separate; sono simultaneamente « io » e « noi », « uno » e « legione », dicono « mio » e « nostro ». Possono agire insieme, come « uno » e come « sette » o un « multiplo » di sette. Non possono trovarsi contemporaneamente in due luoghi distanti, come del resto gli angeli (S.T., q. 52, ad 3). Però i demoni possono operare separatamente nello stesso luogo.

Come il diavolo agisce sulla materia?
Il diavolo, in forza della sottigliezza (subtilitas) dice S. Tommaso (II Sent., d. 8, p. 2) può penetrare nei corpi materiali; ma non può produrre mutazioni sostanziali nella materia. Può però trasportare corpi pesanti, tenerli sospesi, metterli in collisione; può, con l'uso di sostanze adatte, creare suoni, luci, rappresentazioni fantasmagoriche; può far sentire melodie e canti, può dare anche visioni.

Come agisce sull'uomo?
L'uomo è dotato di anima e di corpo, di una vita fisica e di una vita psichica. Il cristiano poi partecipa, in Cristo, della vita divina.
a)In quanto alla vita soprannaturale, nessuno spirito, per quanto dotato di intelligenza superiore, di forza di volontà eccezionale e di capacità di operare, può interferire nella nostra vita soprannaturale, il cui ingresso gli è sempre vietato. Il diavolo infatti appartiene alla natura angelica, superiore sì alla natura umana, ma inferiore essenzialmente a quella divina, e perciò a quella nostra, come partecipi in Cristo della filiazione divina. Il diavolo è un essere preternaturale, non soprannaturale; mentre noi siamo naturali (per la natura umana), ma anche soprannaturali (per la natura divina partecipata). Per la prima siamo inferiori a lui, e perciò soggetti al suo influsso; per la seconda, cioè per la grazia, siamo superiori a lui, e immuni dal suo influsso diretto, anzi siamo dotati di influsso su di lui. Noi siamo l'umanità di Cristo e, uniti attualmente a Cristo, siamo potenti contro il diavolo.

b)In quanto alla vita psichica, il diavolo, non solo può conoscere, attraverso i segni corporei, i nostri pensieri più intimi (Cfr. S.T. qu. 57, a. 3), ma può anche influenzare la nostra mente con la confusione di idee, storpiando la verità e offuscando l'intelligenza.

Può similmente sollecitare la volontà al male, suscitando ogni forma di passione, o intorpidendo la stessa volontà, fino a violentarla, come avviene talvolta nei posseduti.
Può manipolare la psiche umana e produrre stati paranormali (telecinesi, telepatia, viaggi astrali). Può produrre effetti affascinanti nei campi della percezione e del comportamento umano; può affascinare la fantasia con seduzioni e attrazioni, può produrre immagini sessuali. Però non può produrre nulla che non sia già in noi o allo stato effettivo o allo stato potenziale. Può agire, cioè, in base a ciò che trova in noi e sempre nei limiti delle nostre coscienze e, come diremo, della permissione divina.
Il diavolo non può interferire direttamente sul comportamento morale dell'uomo. Può creare e offrire del denaro, ma non può costringere a prenderlo. La libertà umana è garantita da Dio. Anche quando dice che è stato lui a peccare in una persona, è sempre vero che la persona fu libera interiormente, se non era impedita nell'esercizio della sua libertà. Il peccato, se c'è, è solo dell'uomo; l'azione materiale può essere anche attribuita al diavolo, ma la responsabilità morale, cioè il peccato, no.
Quanto alla vita fisica, il diavolo, in forza della sua capacità preternaturale, può influire sul corpo, sulla vita vegetativa e sensitiva. Come si è detto, non può penetrare nel pensiero, e solo « consequenter », cioè attraverso i riflessi organici, le onde che emaniamo, può conoscere quello che abbiamo in mente; direttamente non può penetrare nella nostra volontà, ma solo « indirecte », attraverso elementi psicofisici, può muoverla; invece, quando si tratta del corpo, può direttamente influire ed esercitare un certo dominio, perché può perfino penetrare nel corpo. Certamente non può « animare » il corpo, ma può affliggerlo ed esercitare su di esso un potere dispotico, sempre nei limiti della permissione divina.

Sembra a molti che non possa indurre direttamente la morte, e neanche malattia, se non manipolando quello che già in potenza c'era nell'individuo. Potrebbe però fissare stati di malattie, aggravarli e impedire la guarigione. Altri invece contestano e affermano che Satana, sempre nei limiti della permissione divina, può causare malattie e morte. E’ comunque un mistero non risolto.


Limiti all'attività del diavolo

Se vasto è il raggio di azione del diavolo nella vita dell'uomo, in concreto però il suo campo di azione è più ristretto.

I limiti provengono da tre fonti.

a) Dalla natura stessa demoniaca. Può fare, ma non strafare. Non può fare miracoli in senso stretto, perché solo Dio può fare miracoli. Può fare cose meravigliose, ciò che la natura può fare, in modo diverso o in tempi più brevi. Può così guarire ammalati in breve tempo: egli conosce le malattie, conosce le medicine e il loro uso. E così si spiega come talvolta i maghi che sono in relazione con lui conoscono le malattie e possono ottenere delle guarigioni. Non conosce però gli eventi futuri che dipendono dalla volontà divina o umana; perciò non possono i diavoli sapere quello che farà l'esorcista domani e perciò non possono predisporre impedimenti.

b) Dalla diversa condizione dei singoli demoni. Conservano, a quanto pare, il grado gerarchico a cui appartenevano prima della caduta. Hanno perciò diversi gradi di perfezione. Differiscono per specie. Un serafino non è come un semplice angelo. Poiché « non hanno perduto i doni naturali » (S.T., q 100, ad 2), ciò che può fare un serafino o un cherubino non può fare un angelo inferiore. Non tutti hanno pari forza e intelligenza, anzi sembra che molti siano ottenebrati e ignavi.

c) Dalla volontà di Dio. Cristo ha vinto Satana, e il potere dei demoni è limitato. Sono ministri di Dio. e possono fare solo quello che Dio permette. Dice S. Agostino: « Se il diavolo potesse fare quello che vuole, nessuno di noi rimarrebbe in vita » (Enar. in Ps. 96,12, MI. 37,1246). « L'impugnazione - dice S. Tommaso - viene da loro (cioè dai diavoli), ma il modo di impugnare viene dallo stesso Dio » (S.T. q. 114). Il Signore permise a Satana di tentare Giobbe, di colpirlo nella pelle, ma gli proibì di toccargli la vita (Giobbe 1,1 ss.). Questa limitazione da parte di Dio riguarda l'agire, che Egli ferma e circoscrive direttamente o attraverso persone sacre o attraverso simboli (p. e., crocifissi), e riguarda anche la conoscenza, per cui tante cose sono nascoste da Dio a Satana e gli angeli ribelli.

5. I poteri di Cristo, della Chiesa e del cristiano su Satana

Gesù ha vinto Satana. A coloro che gli dicevano che egli cacciava i demoni in nome di Beelzebul principe dei demoni, Gesù faceva osservare che Satana non può scacciare Satana, e aggiungeva: « Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il Regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino » (Lc. 11,20-22). Egli, Gesù, è il più forte, e lo ha vinto, lo « ha legato » (Mc. 3,27); Mt. 12,29), lo ha spogliato, ha saccheggiato il suo regno che « sta per finire » (Mc. 3,26).

Abbiamo detto sopra che le espulsioni degli spiriti immondi dagli ossessi vengono presentate dagli evangelisti come tanti episodi della lotta e della vittoria di Gesù su Satana. Cacciare i diavoli è uno dei capisaldi della missione di Gesù. Egli fa dire ad Erode che lo voleva uccidere: « Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demoni oggi e domani, e il terzo giorno avrò finito » (Lc. 13,32).

Gesù affida questa missione alla Chiesa.

Scelse i Dodici perché « stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di cacciare i demoni » (Mc. 3,15). S. Luca nel cap. 9 del Vangelo ci dice che Gesù chiamò i Dodici « e diede loro potere e autorità su tutti i demoni » (Lc. 9,1) e li mandò ad annunziare il regno di Dio.

Nel cap. 10 lo stesso Luca ci dice che Gesù estese questa missione ai settantadue discepoli, i quali di ritorno riferirono a Gesù con gioia quanto avevano fatto: « Signore - dissero - anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome » (Lc. 10, 17).

Dopo l'ascensione di Gesù gli apostoli e i discepoli continuarono a cacciare i demoni (At. 5,16; 8,5-8; 16,16-18; 19,11-16).

Al tempo in cui Marco scrive il suo Vangelo l'esercizio di questo potere è praticato nella comunità dei fedeli, anzi è il primo segno carismatico tra coloro che credono (Mc. 16,17).

Nel periodo patristico varie sono le testimonianze riguardo all'esercizio di questo potere da parte dei cristiani.

S. Giustino scrive: « Numerosi indemoniati in ogni parte del mondo e della vostra città, che non furono guariti da tutti gli altri esorcisti, incantatori e fattucchieri, li guarirono e anche ora li guariscono molti dei nostri cristiani, facendo scongiuri nel nome di Gesù Cristo, crocifisso sotto Ponzio Pilato, riducendo all'impotenza e cacciando i demoni che possiedono gli uomini (Apologia 11,6, P.G., 6,455).

Alcuni Padri e scrittori ecclesiastici, per provare la verità della nostra religione, ricorrono alla confessione che fanno gli stessi diavoli, sotto l'ingiunzione dei cristiani.

Così Minucio Felice: « Molti fra voi sanno che i demoni stessi confermano tali cose, ogni qualvolta vengono da noi costretti ad uscire dai corpi con la forza degli esorcismi e l'ardore della preghiera » (Octavius, 27, MI. 3,325).

Anche Tertulliano nell'Apologeticus presenta questa sfida: « Si presenti nei vostri tribunali un indemoniato. Forzato a parlare da qualsiasi cristiano, quello spirito affermerà il vero nel chiamarsi un demonio... Temendo Cristo in Dio e Dio in Cristo i diavoli si assoggettano ai servi di Dio e di Cristo » (Apol., 23, MI. 1,113).

Per la liberazione i cristiani usavano, con la preghiera e lo scongiuro, l’imposizione delle mani e la insufflazione in bocca. Tertulliano dice: « Al nostro contatto e al nostro soffio i diavoli, presi dalla visione e dalla rappresentazione di quel fuoco, se ne escono anche dai corpi, sia pure di malavoglia rattristati e con grande vostra vergogna » (Apol. l.c., MI. 415).

Tante volte i diavoli resistono - ci dice Origene - ma non per questo bisogna desistere; anzi bisogna moltiplicare le preghiere, i digiuni, le invocazioni, e soprattutto le buone opere, perché « le buone opere e gli atti virtuosi aggravano e affliggono ogni specie di demoni e ogni forza avversaria » (Orig. In Librum Jesu, hom. 24,1, Mg., 12,940).

Più tardi la Chiesa, per regolare l'esercizio di questo potere e non dare luogo ad abusi, determinò delle formule e dei riti di esorcismo, e incaricò alcune persone determinate che esercitassero questo potere in suo nome.

L'antica formula per il conferimento dell'ordine minore dell'esorcistato, in uso fino all'abolizione avvenuta con la riforma liturgica del Vaticano II, dice: « Prendi (questo libro) e imparalo a memoria e ricevi la potestà di imporre le mani sopra l'indemoniato sia battezzato che catecumeno » (Denz., 155).

Più tardi ancora la Chiesa credette bene riservare ai vescovi e ai sacerdoti espressamente da loro designati l'esercizio ufficiale del potere sugli indemoniati, mediante esorcismi; mentre per preservare i fedeli dagli altri influssi del maligno predispone una lunga serie di sacramentali.

Sarebbe utile fare un esame di tutte le formule contenute nel Rituale Romano, per vedere con quale cura la Madre Chiesa ha voluto offrire, attraverso i secoli, dei sussidi ai cristiani nella lotta contro il nemico.

Attraverso particolari benedizioni gli elementi vengono sottratti ad ogni influsso del nemico - riflettendo, in questo, la mentalità del tempo, che però non è sempre errata - e vengono caricati di una forza divina per servire da segni della potenza divina contro le incursioni del diavolo.

Nella benedizione del sale per l'acqua benedetta, si dice: « Fugga dal luogo dove tu sarai asperso ogni malignità, ogni fantasma, ogni astuzia della frode diabolica e ogni spirito immondo ».

Sull'acqua si prega così: « ... Infondi, Signore, in questa acqua la forza della tua benedizione, perché serva a cacciare i demoni, ad espellere tutte le malattie, e perché ogni luogo dove sarà aspersa questa acqua sia immune da ogni immondezza, da ogni cosa nociva, non vi si posi lo spirito pestifero o l'aura che corrompe, siano messe in fuga tutte le insidie del nemico che si nasconde ».

Per la benedizione dell'olio è detto: « ... Sradica e metti in fuga da questa creatura dell'olio ogni esercito avversario, ogni esercito diabolico, ogni incursione, ogni fantasma di Satana».

Per la benedizione delle candele il sacerdote dice: « ... Dovunque queste candele siano deposte o accese, vadano via i principi delle tenebre, tremino, e fuggano pavidi i diavoli con tutti i loro servitori dalle abitazioni degli uomini, e non presumano più di turbare la quiete o di molestare coloro che Ti servono, o Dio onnipotente... » (cfr. Rituale Romano, ed 1954, pp. 315, 394, 397).

Nell'amministrazione del sacramento del Battesimo il rito in uso fino a pochi anni fa prevedeva tre esorcismi, che vengono conservati, ma in forma più blanda, nel Nuovo Rito dell'iniziazione degli adulti, dove sono proposte diverse formule: « Col soffio della tua bocca allontana, Signore, gli spiriti maligni; comanda ad essi di andarsene, perché il tuo regno è vicino... »; « ... Allontana da loro ogni spirito maligno, la servitù degli idoli e la magia, gli incantesimi e la negromanzia, la cupidigia del denaro... » (Rito iniz. cristiana degli adulti pp. 59, 74-75).

La potestà che ha la Chiesa, per delega di Cristo, contro gli spiriti del male, ce l'ha anche il cristiano, secondo misura.

Il cristiano è congiunto a Cristo nel suo Mistico Corpo, è animato dallo Spirito Santo, e partecipa dell'autorità di Cristo.

Dice il Balducci nella sua pregiata opera « Gli indemoniati » che il semplice cristiano a due titoli può esercitare il suo potere sul diavolo, quando esso esercita il suo influsso su una persona e su un ambiente:

a) in forza di un carisma particolare (carisma di liberazione, Mc. 16,17) che gli conferisce un effettivo potere sul demonio;

b) in forza dell'appropriazione del potere di Cristo, a cui è congiunto, e in nome di Cui può allontanare il maligno (Balducci, Gli indemoniati, Roma, 1959, pp. 95-99).

Per il predetto autore l'efficacia del potere carismatico è sicura e l'effetto è infallibile; nel caso invece dell'appropriazione del potere di Cristo, l'efficacia non è sicura, mancando la forza carismatica (dono personale) e la forza dell'impetrazione della Chiesa.

Se tutto questo è vero, tuttavia, in pratica, quando si tratta di casi di infestazione o di presenze maligne, ogni prudenza non è mai eccessiva. Possiamo trovarci di fronte a cariche esplosive, di ordine spirituale, che possono deflagrare e seriamente nuocere a chi non è preparato.

Resta fermo che, nei casi di possessione accertata, l'esorcismo è riservato all'Ordinario e al suo delegato, e che anche chi ha il dono carismatico, non può intervenire. La nuova legislazione della Chiesa è chiara al riguardo (con 1172, c.j.c.).

Il semplice fedele che vuole appropriarsi del potere di Cristo può farlo, ma con maggiore prudenza, sapendo di esporsi a gravi rischi, ove egli non sia intimamente congiunto con Cristo. Se poi il fedele è debole nella fede o nella carità, se soprattutto ha subito di recente influssi demoniaci da cui non si è completamente ristabilito, allora ogni intervento fatto da solo è sconsigliabile, anzi deve essere vietato.

Diverso è il caso quando il cristiano è attaccato lui stesso da Satana. Allora egli può usare tutte le armi per autoliberarsi, può appellarsi all'autorità di Cristo e ingiungere al diavolo di allontanarsi.

Dobbiamo avere fiducia nella potenza di Dio che è in noi e nella forza della preghiera. « Resistete al diavolo - ci dice S. Giacomo - ed egli fuggirà da voi » (Gc. 4,7). Erma ammonisce: « Non temere il diavolo; temendo infatti il Signore dominerai il diavolo perché in lui non c'è potenza » (Erma Il Pastore. mandato 7,2); e ancora: « Il diavolo può combattere, ma non può trionfare. Se lo contrastate, vinto e scornato fuggirà da voi... Il diavolo va da tutti i servi di Dio, per provarli. Quelli che sono pieni di fede gli resistono energicamente e lui si allontana da loro non avendo per dove entrare » (o.c. mand. 12). L'autore delle Recognitiones dice: « Quando avrete abbandonato il peccato e avrete creduto in Dio con tutto il trasporto del vostro essere, anche dagli altri potete cacciare il
diavolo » (Recognitiones, 4,32), Pg. 1,1329).

Le buone opere, poi, ci mettono in condizione di superiorità sul diavolo. Ce lo dice Origene: « Coloro che con le buone opere gravano la mano sul diavolo, anche se non lo arrivano ad espellere completamente, certamente se lo rendono tributario e soggetto ». (Origene, o.c., hom. 24,1; Mg. 12,940).

Purtroppo il mondo oggi è attraversato da orde di diavoli scatenati. Il cristiano deve arrestarli o sviare i loro agguati con l'esempio di vita buona, vincendo il male col bene, e con la preghiera assidua. Abbiamo una bella preghiera alla Madonna, dettata dalla stessa Augusta Regina ad un'anima devota, e indulgenziata da S. Pio X nel 1908: « O Augusta Regina del cielo e sovrana degli angeli, a voi che avete ricevuto da Dio il potere e la missione di schiacciare la testa di satana, noi chiediamo umilmente di mandarci legioni celesti, perché al vostro comando inseguano i demoni, li combattano dappertutto, reprimano la loro audacia e li respingano nell'abisso ».

E c'è l'altra bella preghiera composta da Leone XIII all'Arcangelo S. Michele, che si recitava dopo la S. Messa insieme al Prologo di S. Giovanni, prima della riforma liturgica, e che sarebbe bene riprendere: « S. Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; contro le malvagità e le insidie del diavolo sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: Comandi a lui il Signore!, e tu, principe delle milizie celesti, con la forza di Dio ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni, i quali scorazzano per il mondo a perdizione delle anime ».

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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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