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RICERCA SU GESU' NELLA STORIA e STORICITA' DEI VANGELI

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2024 17:25
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29/05/2016 22:22
 
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Nel Vangelo di Marco,
perché non si parla delle apparizioni del Gesù risorto?

dubbio tommasoSpesso il finale del Vangelo di Marco suscita qualche perplessità, in particolare quando si racconta delle donne che videro la tomba vuota di Gesù e ricevettero l’invito di un angelo ad avvertire gli apostoli della resurrezione del Signore. Il brano si conclude così: «Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite» (Mc 16,1-8).

Molti obiettano: se non dissero niente a nessuno, come si è trasmesso il messaggio della risurrezione agli apostoli? E perché negli altri Vangeli si racconta, invece, che esse corsero a riferire l’annuncio? Alla domanda ha risposto recentemente il teologo domenicano padre Angelo Bellon, riportando un’osservazione intelligente:«Questo non esclude che, cessata la paura, abbiamo raccontato tutto, come si evince dagli altri vangeli. E infatti l’hanno raccontato. Diversamente come avrebbe potuto Marco dire che esse tennero per sé la notizia e non dissero nulla? Se la notizia non si fosse risaputa, Marco non avrebbe dovuto scrivere più nulla e avrebbe dovuto fermarsi al racconto della morte e sepoltura».

La riflessione è logicamente valida: se le donne non avessero mai raccontato quanto riferito dall’angelo al sepolcro, Marco non avrebbe potuto scrivere che “non dissero niente a nessuno”. Lo stesso è stato sostenuto dal celebre studioso di Nuovo Testamento, l’olandese William Hendriksen(in Exposition of the Gospel According to Mark, Grand Rapids 1975).

Risolta questa questione, rimane aperto il dibattito sul finale del Vangelo di Marco, la maggior parte degli studiosi sostiene infatti -con valide ragioni- che la parte riguardante Marco 16,9-20 sia stata aggiunta in un secondo momento. Sulla prestigiosa Bibbia di Gerusalemme, si legge: «tra il versetto 8 e il versetto 9 c’è nel racconto una soluzione di continuità. D’altronde si fatica ad accettare che il secondo Vangelo nella prima redazione si arrestasse bruscamente al versetto 8. Da qui la supposizione che la finale originaria sia scomparsa per una causa a noi sconosciuta e che la finale attuale sia stata redatta per colmare la lacuna. Essa si presenta come un riassunto sommario delle apparizioni del Cristo risorto, la cui redazione è sensibilmente diversa dallo stile abituale di Marco, concreto e pittoresco. Tuttavia l’attuale finale è stata conosciuta fin dal II secolo da Taziano e da Ireneo e ha trovato posto nella stragrande maggioranza dei manoscritti greci e traduzioni dei primi secoli. Se non si può provare che ha avuto Marco per autore, resta sempre, secondo l’espressione di Swete, un’autentica reliquia della prima comunità cristiana».

Il prof. Michael R. Licona, docente di Teologia a Houston Baptist University e noto studioso del Vangelo, ha affermato«Concordo con quasi tutti gli studiosi sul fatto che il Vangelo di Marco probabilmente si è concluso con 16,8 e che i versi 16,9-20 sono stati aggiunti in seguito. E’ possibile che Marco non avesse intenzione di concludere così il suo Vangelo, credo che non fosse stato in grado di concluderlo a causa di una malattia, della prigionia o la morte. E’ anche possibile che il finale di Marco sia andato perduto». La perdita del finale del Vangelo di Marco è ipotizzata anche da altri studiosi importanti, come Craig A. Evans e RT France .

In ogni caso, certamente Marco era a conoscenza delle apparizioni del Risorto dopo la morte, anche perché lo predisse lo stesso Gesù durante l’Ultima Cena: «Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea» (Mc 18,28). E lo stesso disse l’angelo alle donne che trovarono il sepolcro vuoto: «Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”» (Mc 16,7). Inoltre, ha proseguito ilprof. Licona«le apparizioni di Gesù sono descritte anche nelle lettere di Paolo, il quale probabilmente le ha scritte prima che Marco scrivesse il suo Vangelo. E se gli Atti degli Apostoli sono corretti (vedi capitoli 12 e 15), Marco conosceva Paolo e aveva anche viaggiato con lui durante uno dei suoi viaggi missionari. Quindi, è molto probabile che aveva familiarità con i racconti che Paolo menziona. Sostenere, perciò, che Marco non sapeva delle apparizioni è del tutto speculativo e, a mio parere, sbagliato».


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