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RICERCA SU GESU' NELLA STORIA e STORICITA' DEI VANGELI

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2024 17:25
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27/01/2016 23:16
 
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Si può ammirare davvero Gesù senza credere in Dio?
Purtroppo no

 La storia e la vita di un uomo che ne delineano ancor più compiutamente la grandezza, in tutta la sua evidenza. Gesù è un uomo che ha saputo mettere in gioco la propria vita, sino a perderla, per un ideale di rinnovamento. Ci sono sempre stati a memoria d’uomo esempi di grande determinazione. Per citarne solo due, Gandhi e Francesco d’Assisi. La storia di Gesù conserva quel fascino irresistibile dove radici, storia, cultura, filosofia e religione si intersecano. Potrei azzardare e dire che dal punto di vista letterario la vita di Gesù è certamente tra le storie più avvincentiche io abbia mai letto».

Molto apprezzabile questa profonda posizione, ben lontana dall’ateismo sciatto e banale di tanti suoi colleghi. Anche Papa Francesco ha ricordato che «il mondo secolarizzato non mostra disponibilità verso la persona di Gesù: non lo ritiene né Messia, né Figlio di Dio. Al più lo considera un uomo illuminato. Separa, dunque, il messaggio dal Messaggero, il dono dal Donatore». Eppure il fascino laico verso Gesù si rivela involontariamente un grave torto verso lo stesso Messia, nonché una posizione poco razionale.

Un grave torto perché per affermare la grandezza di Gesù bisogna censurare il grande tema dei miracoli e degli esorcismi, non a caso sempre accuratamente evitato poiché lo renderebbero immediatamente ben poco apprezzabile agli occhi di tanti moderni. Preferiscono innamorarsi di un Gesù idealizzato. Come ha ben spiegato John P. Meier, tra i più importanti biblisti viventi: «per quanto sconcertante possa apparire alla sensibilità moderna, è abbastanza certo che Gesù fu tra le altre cose, un esorcista ebreo del I secolo e probabilmente dovette non poco della sua fama e del richiamo di seguaci alla sua pratica di esorcismi (insieme al potere di compiere altri tipi di miracolo» (J.P. Meier, Un ebreo marginale, vol.2, Queriniana 2003, p. 486). Il prof. Graham Twelftree, docente di Nuovo Testamento e cristianesimo primitivo presso la Regent University, ha ancor meglio precisato: «minimizzare od emettere l’importanza degli esorcismi e dei miracoli di Gesù durante il ministero pubblico può rendere Gesù più comprensibile o accettabile ai moderni, ma crea un’immagine distorta del Gesù storico» (G. Twelftree, “Gospel Perspectives. The miracles of Jesus”, JSOT 1986, p.361).

Proprio la capacità di compiere miracoli è una delle caratteristiche più confermate, avvalorate e certe da parte degli studiosi del Gesù storico, ed è proprio l’aspetto più trascurato dai diversi “atei cristiani”: «liquidare i miracoli così in fretta non rende giustizia all’ampia attestazione dell’attività taumaturgica di Gesù praticamente in tutti gli strati della tradizione evangelica. Le narrazioni dei miracoli di Gesù non si fondano affatto su congetture, né su una apologetica cristiana posteriore», come d’altra parte constaterà anche Flavio Giuseppe. «Un Gesù completamente senza miracoli, idea propagata da pensatori dell’Illuminismo come Thomas Jefferson, è un eccellente esempio di rimaneggiamento e rifusione di un profeta ebreo del I secolo per adattarlo alla sensibilità di un’elité intellettualmente moderna» (J.P. Meier, Un ebreo marginale, vol.2, Queriniana 2003, p. 24)

Ma non è soltanto questo aspetto a stridere con la “mitologia di Gesù” da parte di tanti scettici e razionalisti, occorre anche ricordare che è lo stesso Gesù che sostiene di scacciare i demoni con il dito di Dio (Mt 12,22-30//Lc 11,14-23), -detto verificato come autentico dalla maggioranza degli studiosi- attraverso il quale «afferma che il regno di Dio è in relazione con la sua persona in quanto il Regno si fa presente, diviene una realtà ora, attraverso di lui» (J.P. Meier, Un ebreo marginale, vol.2, Queriniana 2003, p. 487-521). Egli si pone di fronte al mondo come il Figlio di Dio, tanto da chiamarlo “papà” (“abbà”), «un appellativo sconosciuto nella tradizione giudaico-palestinese precristiana», egli si manifesta come colui che ha introdotto nella realtà il regno di Dio.

Com’è dunque possibile per un non credente ritenere un “uomo illuminato” una persona che afferma esplicitamente di essere il Figlio di Dio, mandato da Lui per annunciare il suo Regno e introdurlo tra gli uomini? Un falegname di Nazareth che si proclama la Via, la Verità e la Vita, che dice di compiere esorcismi e miracoli? Certo, lo abbiamo già fatto notare, l’ammirazione verso Gesù da parte di coloro che sono lontani dalla fede è certamente unaposizione apprezzabile. Tuttavia non crediamo sia possibile ammirare Gesù senza credere in quello che lui diceva di essere. Davanti a lui vediamo solo due posizioni possibili: o Gesù mentiva spudoratamente, e quindi non può essere ammirato in quanto completamente pazzo e fuori di sé, oppure affermava il vero. Era quello che diceva di essere. O è un pazzo scatenato o è il figlio di Dio. Posizioni intermedie, purtroppo, non possono esistere


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