“Dio può far sorgere figli dalle pietre, anche i cuori più duri possono aprirsi”. Lo ha sottolineato Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, per il quale quando si parla di carceri “dire ‘buttare via la chiave’ è insopportabile”. “In una società in cui tutto si capitalizza e si consuma, dove si diffonde la cultura dello scarto, in cui chi investe sull’uomo è un perdente”, è necessario “includere la dimensione dell’amore” e “fare un lavoro sistemico che supplisca alla carenza degli ordinamenti”. “Non è un compito solo dello Stato, ma è dovere della società civile”, ha scandito Martinez, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione de “L’Altra Cucina… per un Pranzo d’Amore”, l’iniziativa promossa in occasione delle festività natalizie da Prison Fellowship Italia onlus, Rinnovamento nello Spirito Santo e Fondazione Alleanza del RnS per offrire a 2.000 detenute e detenuti di tredici carceri italiane pasti gourmet, preparati da chef ‘stellati’ e serviti da numerosi testimonial del mondo dello spettacolo, della musica, della stampa e dello sport. Quest’iniziativa rappresenta “una provocazione di grandissima portata per il nostro tempo”, ha rilevato Martinez, ricordando che questa tuttavia è la punta dell’iceberg di un “cammino ordinario, talvolta nascosto e poco raccontato”. Anche a fianco delle famiglie dei carcerati: “l’80% di quelle che hanno in carcere il padre, non ha reddito e all’educazione dei bambini ci pensa la mafia che fidelizza la famiglia”. Ecco perché, ha spiegato, “prendersi cura delle famiglie significa interrompere una catena di trasmissione del male, della violenza, dell’ingiustizia e del rancore”.