“La crisi spirituale che il mondo vive, necessita di un sussulto di responsabilità da parte degli uomini religiosi, in special modo di quanti hanno una responsabilità sociale e politica. Servono, pertanto, nuove sintesi, nuove forme di dialogo, nuove piattaforme di collaborazione che vedano le tre religioni monoteiste andare in discontinuità testimoniale con il passato”. Lo ha detto ieri Salvatore Martinez intervenendo, in qualità di presidente della Fondazione vaticana “Centro internazionale Famiglia di Nazareth” (Cifn), al “World Tolerance Summit”, intitolato “Prosperare dal pluralismo: abbracciare la diversità attraverso l’innovazione e la collaborazione” e che si conclude oggi, in concomitanza con l’International Day of Tolerance. Davanti a una platea di 1.500 partecipanti, tra i quali molti leader governativi provenienti da ogni parte del mondo, Martinez nella sua relazione tenuta su “Il ruolo dei governi nell’incoraggiare la tolleranza attraverso la coesistenza pacifica e la diversità”, ha sottolineato che “la pace si costruisce alimentando l’ideale umano della libertà e della giustizia, due dimensioni che promuovono e preservano la ‘tolleranza’ tra i popoli. Questo summit di Dubai, il primo del genere in Medio Oriente, al quale cristiani e occidentali partecipiamo, seppure in numero ridottissimo rispetto alla componente musulmana, pone le basi per un futuro che ponga al centro l’uomo, la sua dignità integrale e trascendente, il protagonismo dei giovani e il valore della donna”.