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TESTIMONIANZE DI PERSONE SPECIALI

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2023 19:58
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11/07/2018 10:32
 
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Nel mondo ci sono 5.000 vergini consacrate.
Che pregano per tutti 

CONSECRATED VIRGINITY
 
 

Un documento vaticano approfondisce le caratteristiche e la disciplina di questa vocazione speciale fuori dai monasteri

Il Vaticano ha pubblicato questo 4 luglio l’Istruzione Ecclesiae Sponsae Imago sull’Ordo Virginum, che disciplina la vocazione di circa 5.000 “vergini consacrate” (secondo dati del 2016).

Il documento è quindi rivolto alle donne che scelgono di essere vergini e restano nel loro contesto ordinario di vita per evangelizzare e servire. Queste consacrate vivono da sole o in comunità, e alcune si dedicano a insegnare o al servizio in ospedali o missioni, senza essere suore. Vivono in ogni continente, in varie diocesi.

Le “vergini consacrate” offrono la propria testimonianza di vita nell’ambito della società e della Chiesa, ha ricordato il prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, il cardinale João Braz de Aviz.

Si tratta del “primo documento della Sede Apostolica che approfondisce la fisionomia e la disciplina di questa forma di vita”, e il testo viene alla luce a seguito del Rito liturgico e delle norme approvate da Papa Paolo VI.

Il nuovo rito di consacrazione con cui una vergine si consacrava a Dio come “immagine della Chiesa sposa di Cristo” è stato approvato quasi 50 anni fa (21 maggio 1970) su mandato di Papa Montini, ma era una tradizione radicata nel cristianesimo dei primi secoli.

Dopo il Concilio Vaticano II e dopo secoli, si è concessa alle donne vergini questa forma di consacrazione, prima riservata solo alle suore.

 

L’Ecclesiae Sponsae Imago vuole aiutare a scoprire la bellezza di questa vocazione e a mostrare come il Signore “trasfigura la vita di tante donne” ogni giorno, ha affermato il porporato.

Il documento è una guida rivolta ai vescovi e alle vergini consacrate, così come alle donne in formazione. Il testo è rivolto alle donne interessate a questa “peculiare vocazione”, ha spiegato il segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, monsignor José Rodríguez Carballo, O,F.M.

Immagini della cerimonia di una vergine consacrata:

“Alcuni passi del Nuovo Testamento testimoniano che già nelle comunità apostoliche erano presenti donne che, accogliendo il carisma della verginità, lo abbracciavano come stabile condizione di vita per occuparsi con cuore indiviso delle cose del Signore”, ha ricordato.

“Insieme con le altre forme di vita ascetica, la scelta della verginità fiorì spontaneamente in tutte le regioni nelle quali il cristianesimo si diffondeva, assumendo le caratteristiche di uno stato di vita pubblicamente riconosciuto nella Chiesa come Ordo virginum, con espressione analoga a quelle usate per indicare gli altri Ordines (Ordo episcoporum, Ordo presbyterorum, Ordo diaconorum, Ordo viduarum)”.

Significato

Monsignor José Rodríguez Carballo ha spiegato il significato che aveva questa vocazione nelle prime comunità cristiane e il grado di ammirazione che ha raggiunto tra i credenti cristiani, sottolineando che è stata anche motivo di persecuzione e martirio.

Le vergini consacrate ricevevano il titolo di sposa di Cristo. In loro, infatti, si riflette l’immagine della Chiesa, vergine perché conserva intatta la fede, sposa perché indissolubilmente unita a Cristo suo Sposo, madre perché il Crocifisso Risorto genera in lei la vita nuova secondo lo Spirito.

Martirio

Durante la persecuzione dei cristiani, molte vergini cristiane affrontarono il martirio. In seguito questa decisione virginale rimase circondata da grande considerazione e stima. Dal IV secolo, questo stato di vita si consolidava col rito solenne della consacrazione delle vergini, presieduto dal vescovo diocesano.

Vita familiare e sociale

 

Le vergini consacrate si sono mantenute all’interno del loro contesto familiare e sociale, partecipano attivamente alla vita della comunità cristiana e mantengono un legame con il vescovo, che esprime il carattere escatologico della Chiesa, la Sposa purificata e santa per amore dello Sposo, che vigila sul suo ritorno glorioso e anticipa l’incontro con Lui.

Nel Medioevo, le vergini consacrate si sono riunite a poco a poco nei monasteri per via della nascita del monachesimo e per complesse ragioni storiche e culturali.

È stato così che nel diritto canonico lo stato di vita consacrata femminile è arrivato a identificarsi con la vita contemplativa di clausura.

Monasteri

Il rituale della consecratio virginum, utilizzato solo in alcuni monasteri, si è arricchito nella sua forma di celebrazione, ma confinato alla comunità monastica ha influito sul vincolo con la comunità cristiana, caratteristica della comunità delle origini, che aveva un riferimento diretto all’autorità episcopale. Questa situazione è durata fino al Concilio Vaticano II, solo con alcune eccezioni.

Concilio Vaticano II

Dopo il Concilio sono state gettate le basi per la revisione del rito, e la Congregazione vaticana per il Culto Divino ha promulgato il nuovo Ordo, in cui era prevista la possibilità di consacrare donne che restano nel loro contesto di vita.

“Ripresa dopo molti secoli e in un contesto storico, sociale ed ecclesiale radicalmente mutato, questa consacrazione ha rivelato una sorprendente forza di attrazione”.

Il Concilio Vaticano II ha risposto al desiderio di molte donne che volevano dedicarsi totalmente al Signore e ai fratelli, “ma anche alla contestuale riscoperta dell’identità propria della Chiesa particolare nella comunione dell’unico Corpo di Cristo”.

Nel documento si spiega che “la verginità cristiana si pone così nel mondo come segno manifesto del Regno futuro perché la sua presenza rivela la relatività dei beni materiali e la transitorietà del mondo stesso”.

In questa nuova Istruzione, la Chiesa indica che “le donne che ricevono questa consacrazione sono chiamate a vivere la docilità allo Spirito santo, a sperimentare il dinamismo trasformante della Parola di Dio che fa di tante donne diverse una comunione di sorelle e ad annunciare con la parola e con la vita il Vangelo di salvezza”.

“A Maria, icona perfetta della Chiesa, esse rivolgono lo sguardo, come alla stella che orienta il loro cammino. Alla sua materna protezione la Chiesa le affida”.

Il Vaticano spera di riunire nel 2020 a Roma tutte le vergini consacrate del mondo in un incontro internazionale per commemorare il 50° anniversario del rito accanto al Successore di Pietro.



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