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Interventi del Papa su temi di attualità

Ultimo Aggiornamento: 19/03/2021 11:30
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07/04/2016 21:36
 
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Papa Francesco: «il crocifisso resti nei luoghi pubblici,
no alla paganità laicista»

croce papaIl 25 marzo 2016, durante la Via Crucis davanti al Colosseo, Papa Francesco ha espresso una preghiera, molto toccante ma anche forte. Dopo le parole sui cristiani perseguitati, in particolare ha colpito questa frase:«O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi in coloro che vogliono toglierti dai luoghi pubblici ed escluderti dalla vita pubblica, nel nome di qualche paganità laicista o addirittura in nome dell’uguaglianza che tu stesso ci hai insegnato». Il video della preghiera lo si può trovare in fondo a questo articolo.

Molti si sono stupiti per questo intervento sul crocifisso nei luoghi pubblici, evidentemente non abituati a seguire i discorsi del Pontefice. Se ci si reca al nostro dossier, nel capitolo dedicato ai suoi interventi sulla laicità, si possono trovare brani dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudiumcome questo«Un sano pluralismo, che davvero rispetti gli altri ed i valori come tali, non implica una privatizzazione delle religioni, con la pretesa di ridurle al silenzio e all’oscurità della coscienza di ciascuno, o alla marginalità del recinto chiuso delle chiese, delle sinagoghe o delle moschee. Si tratterebbe, in definitiva, di una nuova forma di discriminazione e di autoritarismo. Il rispetto dovuto alle minoranze di agnostici o di non credenti non deve imporsi in un modo arbitrario che metta a tacere le convinzioni di maggioranze credenti o ignori la ricchezza delle tradizioni religiose».

Ad inizio del mese scorso, invece, durante un colloquio con il settimanale La vie, il Pontefice ha invitato la Francia a «diventare uno Stato più laico. Una critica che faccio alla Francia è che la laicità risulta talvolta troppo dalla filosofia dei Lumi, per la quale le religioni erano una sottocultura. La Francia non è ancora riuscita a superare questa eredità. Una laicità sana comprende un’apertura a tutte le forme di trascendenza, secondo tutte le differenti tradizioni religiose e filosofiche. La ricerca della trascendenza non è solo un fatto, ma un diritto».

Francesco promuove un’idea di laicità positiva, mentre esponenti laicisti come Gian Enrico Rusconi l’hanno definita una «visione distorta». La retorica del “paganesimo laicista”, secondo le parole del Papa, si maschera dietro la finta premura di non offendere fedeli di altre religioni. Un travestimento, tuttavia, ormai inutilizzabile certamente dal Natale 2016, più precisamente dall’episodio del preside di Rozzano (MI) che vietò il presepe in nome dell’uguaglianza e del rispetto. Mai era accaduto prima, infatti, che così tanti esponenti islamici si esponessero a favore dei simboli cristiani nella società, addirittura manifestando pubblicamente contro la decisione e facendosi fotografare nell’atto di costruire un presepe.

In quell’occasione intervenne anche il più importante filosofo francese, Alain Finkielkraut, criticando la visione distorta della laicità francese, spiegando che «non possiamo transigere su ciò che è la nostra storia, è deplorevole che l’Europa non riconosca più le sue radici». Il laico Michele Serra ha giustamente ricordato che togliere crocifissi e presepi per non urtare la sensibilità altrui, è un «gesto islamofobo»«come se non ritenessimo i musulmani in grado di accettare ciò che siamo. Come posso rispettarli se non rispetto me stesso?»Ricordiamo anche che è stato un rabbino ebreo americano, il giurista Joseph Weiler, a difendere il crocifisso nelle aule scolastiche italiane davanti alla Grande Camera del Corte europea dei diritti dell’uomo, convincendo i giudici sulla non discriminazione del simbolo religioso.

A proposito di discriminazione, rimangono insuperate le parole pubblicate sull’Unità il 25 marzo 1988, di Natalia Ginzburg, scrittrice atea e militante comunista: «il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea di uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo. Chi è ateo cancella l’idea di Dio, ma conserva l’idea del prossimo. Prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei, neri e bianchi. Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero. Alcune parole di Cristo le pensiamo sempre, e possiamo essere laici, atei o quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente. Ha detto “ama il prossimo come te stesso”. Erano parole già scritte nell’Antico Testamento, ma sono diventate il fondamento della rivoluzione cristiana. Sono la chiave di tutto. Il crocifisso fa parte della storia del mondo».


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