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SCRITTI PATRISTICI SIGNIFICATIVI

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2014 08:49
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27/06/2014 07:32
 
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SOLENNITA` DEI SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI

SOLENNITA` DEI SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI


 


(29 giugno)


 


La Chiesa di Roma, sin dai tempi piú remoti, unisce tra loro questi due grandi apostoli: Pietro e Paolo. Ne danno testimonianza le piú antiche scritte nelle catacombe, i mosaici della vecchia basilica di San Pietro oppure della basilica di Santa Maria Maggiore. La prima testimonianza della festa di Pietro e Paolo, il giorno 29 giugno, l`abbiamo a partire dalla metà del III secolo. Nel IV secolo, essa viene celebrata molto solennemente. Il popolo romano, nonché molti pellegrini si recano in questo giorno alla basilica costruita da Costantino sulla tomba di san Pietro al colle Vaticano. La notte precedente la festa, si faceva la veglia notturna, che veniva conclusa dalla solenne Messa mattutina. Dopo la Messa nella basilica vaticana, il papa si recava alla basilica di San Paolo fuori le mura e questa prassi è rimasta fino ai tempi di Adriano I (+ 795). I suoi successori, per motivi pratici, si recano alla tomba di san Paolo il giorno seguente, il 30 giugno. L`unità della festa rimane cosí spezzata, benche i festeggiamenti di due giorni assumano grandiosità. In questo giorno di festa, ci si radunava ancora nelle catacombe presso la via Appia, nelle vicinanze dell`attuale basilica di San Sebastiano: è qui che durante la persecuzione dell`imperatore Valerio sarebbero stati deposti temporaneamente i corpi dei due apostoli. Le celebrazioni della festa nelle catacombe non durarono a lungo, poiché i sacramentari romani non ne parlano.


In Italia ed in Africa la Solennità dei Santi Pietro e Paolo veniva celebrata secondo il costume romano, invece in Oriente ed in Gallia nel tempo di Natale. Soltanto nel VI secolo tutta la Chiesa accetterà la data romana. Il calendario liturgico aggiornato sopprime la commemorazione di san Paolo il 30 giugno e cosí viene ripristinata l`unità originale della festa.


Oggi, la Chiesa romana celebra una grande festa, il giorno della sua natività. I due grandi apostoli - Pietro e Paolo - posero le sue fondamenta. La festa di oggi, cosí romana, viene celebrata da tutta la Chiesa, dato che il Vescovo di Roma, successore di san Pietro è il capo della Chiesa di Cristo sulla terra. Oggi, la Chiesa in modo particolare si rende conto di essere costruita sulle fondamenta degli apostoli e di essere chiamata a trasmettere fedelmente la loro testimonianza a Cristo. Pietro e Paolo ricevettero dal Signore carismi differenti e ciascuno di loro ebbe una missione diversa da compiere. Pietro, per primo, confessò la fede in Cristo; Paolo, invece, ricevette la grazia di penetrarne tutta la profondità. Pietro, fonda la prima comunità dei credenti provenienti dal popolo eletto; Paolo, invece, diventa l`apostolo dei pagani. Ebbero carismi diversi, ma tutti e due si davano da fare con costanza per costruire la Chiesa di Cristo.


Ricordando i santi apostoli, eleviamo le preghiere con la loro intercessione: affinché la Chiesa di Cristo conservi fedelmente l`insegnamento degli apostoli, perseveri nello spezzare il Pane, e affinché tutti i suoi figli abbiano un cuor solo ed un`anima sola.


Preghiamo, perché la Chiesa perseveri nella fede di Pietro e perché sia animata dallo spirito missionario di Paolo.


 


Dio onnipotente ed eterno,


che con ineffabile sacramento


volesti porre nella sede di Roma


la potestà del principato apostolico,


perché per suo tramite la verità evangelica


si diffondesse per tutti i regni del mondo,


concedi che ciò che si è diffuso per la loro


predicazione in tutto l`orbe,


venga seguito da tutta la cristiana devozione.


 


(Sacramentarium Veronense, ed. L.C. Mohlberg, Roma 1978, n. 292)


 


 


1. Nella natività degli apostoli Pietro e Paolo


 


Questo giorno ci consacrò la passione dei beati apostoli Pietro e Paolo. Non parla di alcuni martiri, poco conosciuti.


In tutta la terra si diffuse la loro fama, e fino ai confini della terra le loro parole (Is 18,5). Questi martiri videro ciò che predicarono, seguirono la giustizia, professando la verità, morendo per la verità.


Beato Pietro, primo degli apostoli, grande amante del Cristo, che meritò di ascoltare: Io ti dico, che tu sei Pietro. Aveva detto, infatti, egli stesso: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E il Cristo a lui: E io ti dico che tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa (Mt 16,16-18).


Sopra questa pietra edificherò la fede, che tu confessi. Sopra questo che hai detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, edificherò la mia Chiesa. Tu, infatti, sei Pietro.


Pietro da pietra, non pietra da Pietro.


Cosí, Pietro da pietra, come il cristiano da Cristo. Vuoi conoscere da quale pietra dice Pietro? Ascolta Paolo: Non voglio, o fratelli, che voi siate nell`errore, poiché tutti i nostri padri furono sotto la nube, e tutti passarono attraverso il mare e tutti furono battezzati in Mosè nella nube e nel mare, e tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale.


Bevevano, infatti, dalla pietra spirituale che li seguiva: ma la pietra era Cristo (1Cor 10,1-4).


Ecco donde deriva Pietro.


A Pietro che rappresentava la persona della Chiesa sono state date le chiavi del Regno dei Cieli. Ad uno sono state date, perché all`unità della Chiesa.


Cristo prima risuscita, allora adempie la Chiesa.


Il Signore Gesú elesse i suoi discepoli prima della sua passione, come sapete, e li chiamò apostoli. Tra di essi il solo Pietro, quasi ovunque, meritò di rappresentare la persona di tutta la Chiesa. A causa della stessa persona che egli rappresentava, da solo, di tutta la Chiesa, meritò di udire: E a te darò le chiavi del Regno dei Cieli (Mt 16,19).


Queste chiavi, pertanto, le ricevette non un solo uomo, ma la Chiesa unita.


Di qui, dunque, procede l`importanza di Pietro, poiché portò l`immagine della stessa universalità ed unità della Chiesa, quando gli fu detto: A te consegno, che fu tramandato a tutti. Infatti, acciocché conosciate che la Chiesa ha ricevuto le chiavi del Regno dei Cieli, ascoltate in un altro luogo ciò che il Signore dice a tutti i suoi apostoli: Ricevete lo Spirito Santo. E subito: Se a qualcuno rimetterete i peccati, gli saranno rimessi; se non glieli rimetterete, gli saranno trattenuti (Gv 20,22-23).


Questo riguarda le chiavi, delle quali è stato detto: Quelle cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte anche in cielo; e quelle cose che legherete sulla terra, saranno legate anche in cielo.


Ma questo lo disse a Pietro. Affinché tu sappia che Pietro rappresentava allora la persona di tutta la Chiesa, ascolta che cosa viene detto a lui in persona, e a tutti i suoi fedeli discepoli: Se il fratello peccherà contro di te, correggilo tra te e lui solo. Se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone: è scritto infatti: «Sulla parola di due o tre testimoni, si fermerà la mia parola». Se nemmeno essi ascolterà, riferiscilo all`assemblea: se neanche questa ascolterà, sia considerato da te come un pagano ed un peccatore. In verità vi dico che qualunque cosa legherete sulla terra, sarà legata anche in cielo; e qualunque cosa scioglierete sulla terra sarà sciolta anche in cielo (Mt 18,15-18).


La colomba lega, la colomba scioglie; l`edificio sopra la terra, lega e scioglie.


Temano quelli che sono legati, temano quelli che sono sciolti. Quelli che sono sciolti temano affinché non siano legati; quelli che sono stati legati, preghino affinché siano sciolti. Coi capelli dei propri peccati ognuno sarà stretto (Pr 5,22); e fuori di questa Chiesa niente sarà sciolto.


A Lazzaro, che era morto da quattro giorni viene detto: Vieni f uori. E uscí dal sepolcro, avvolto mani e piedi nelle bende. Il Signore lo sveglia, affinché il morto esca dal sepolcro; se tocca il cuore (se ciò commuove), affinché esca fuori la confessione del peccato. Ma ancora per poco è legato. Il Signore, quindi, dopo che Lazzaro uscí dal sepolcro, disse ai suoi discepoli, ai quali aveva già detto: «Qualunque cosa scioglierete sulla terra, sarà sciolta anche in cielo»: Scioglietelo e lasciatelo andare (Gv 11,43-44).


Per sé lo svegliò, per i discepoli lo sciolse.


La fortezza e la debolezza della Chiesa sono adombrate in Pietro.


Quindi la fortezza della Chiesa è lodata soprattutto in Pietro; poiché seguí il Signore che andava alla passione: anche una certa debolezza è osservata; poiché, interrogato dalla serva rinnegò il Signore. Ed esso da quel grande amatore è diventato subito rinnegatore.


Trovò sé, colui che aveva presunto di sé.


Aveva detto, infatti, come sapete: Signore, io sarò con te fino alla morte: se ci sarà bisogno che io muoia, darò la mia anima per te.


E il Signore a lui che presumeva delle proprie forze: L`anima tua tu darai per me? In verità ti dico, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte (Mt 26,33-35; Gv 13,37-38).


Avvenne ciò che aveva predetto il medico: non poté avvenire come l`ammalato aveva presunto. Ma che cosa?


Subito il Signore lo rimirò. Cosí sta scritto e cosí riferisce il Vangelo: Il Signore lo guardò, ed egli uscí fuori, e pianse amaramente (Lc 22,61-62). Uscí fuori, cioè, si pentí. Pianse amaramente colui che non aveva conosciuto di amare.


La dolcezza seguì nell`amore, la cui amarezza aveva preceduto nel dolore.


 


(Agostino, Sermo 295, 1-3)


 


 


2. La negazione e l`amore di Pietro


 


Il beato Pietro, il primo degli apostoli, che tanto amò quanto negò il Signore Gesú Cristo, come dice il Vangelo, seguì il Signore che andava alla morte; ma in quel tempo non lo poteva seguire per andar lui alla morte: lo seguí a piedi, perché ancora incapace di seguirlo nei costumi. Promise che sarebbe morto per lui e non poté morire con lui: aveva osato di piú di quanto gli promettevano le sue forze. Aveva promesso piú di quanto poteva fare, perché non era giusto che facesse ciò che aveva promesso. Morirò per te, aveva detto. Ma questo l`avrebbe fatto il Signore per il servo, non il servo per il Signore. E perché osò troppo, amò anche confusamente; perciò temé e negò. Ma poi, dopo la risurrezione, il Signore insegna l`amore a Pietro. L`amore disordinato cade sotto il peso della passione; ma a chi ama con ordine promette la passione.


Il Signore Gesú Cristo annunzia ai discepoli l`imminenza della sua passione. Pietro, che lo ama ancora secondo la carne, temendo che muoia il debellatore della morte dice: Non sia mai, non sia mai, riguardati. Non direbbe riguàrdati, se non lo riconoscesse Dio. Dunque, Pietro, se lo riconosci Dio, come puoi temere che Dio muoia? Tu sei uomo, lui è Dio. E Dio s`è fatto uomo, prendendo in sé ciò che non era, ma senza perdere ciò che era. In lui, dunque, sarebbe morto quello stesso Signore che sarebbe risorto. Pietro ebbe paura della morte umana e non avrebbe voluto ch`essa toccasse il Signore: senza saperlo, avrebbe voluto chiudere il sacco dal quale doveva venir fuori il prezzo del nostro riscatto. Sentí allora dirsi: Allontànati, satana; non parli secondo Dio, ma secondo gli uomini. Eppure poco prima, per la dichiarazione: Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivo, gli aveva detto: Beato te, Simone figlio di Giovanni, perché non te l`ha rivelato né la carne né il sangue, ma il Padre mio che sta nei cieli. Prima beato, poi satana. Perché beato? Non per lui: Non te lo ha rivelato né la carne né il sangue, ma il Padre mio. Perché satana? Per l`uomo e nell`uomo: Non parli secondo Dio, ma secondo gli uomini. Questo Pietro, che amava il Signore e voleva morire per lui, lo seguí; e la cosa andò come aveva predetto il medico, non come aveva preteso il malato. Interrogato da una serva, nega una, due, tre volte. Guardato dal Signore, piange amaramente, asciuga le lagrime della pietà e le macchie della negazione.


Risorge il Signore, appare ai discepoli; Pietro vede, vivo, colui per il quale aveva temuto la morte; vide non il Signore ucciso, ma la morte uccisa nel Signore. Rassicurato, dalla prova della stessa carne del Signore, che la morte non era poi tanto da temere, impara ad amare; ora bisogna che ami, bisogna che ami ora che ha visto il Signore vivo, sebbene fosse morto; bisogna che ami con sicurezza; con sicurezza, perché ora lo avrebbe seguito. Perciò il Signore dice: Pietro, mi ami? ed egli: Ti amo, Signore. E il Signore: Non voglio che tu muoia per me, perché mi ami; questo l`ho già fatto io per te. Che farai, allora, per me dal momento che mi ami? Pasci le mie pecore. E questo due o tre volte, perché l`amore confessi tre volte, come tre volte il timore aveva negato. Guardate, capite, imparate. La domanda è solo: Mi ami? La risposta è solo: Ti amo. Alla risposta tiene dietro: Pasci le mie pecore. Raccomandate le pecore a Pietro, preannunzia a Pietro la passione e dice: Quando eri giovane, ti cingevi e andavi dove volevi; ma, fatto vecchio, un altro ti cingerà e ti condurrà, dove non vuoi. Ma questo lo diceva per significare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Capite che il non rifiutar la morte per il gregge del Signore fa parte dell`ufficio di pascere il gregge del Signore.


Pasci le mie pecore: Affida le pecore a uno che è capace, o è poco capace? Prima, quali pecore affida? Non pecore comprate con danaro, oro, argento, ma col sangue. Se un padrone affidasse le sue pecore a un servo, certo si chiederebbe se il servo ha come garantire il valore delle sue pecore e direbbe: Se perderà, dissiperà o mangerà le mie pecore, ha come ripagare. Affiderebbe, dunque, a un servo capace le sue pecore e chiederebbe il ricambio del danaro per delle pecore, che egli ha comprato con danaro. Ma il Signore Gesú Cristo, che affida delle pecore ch`egli ha comprato col sangue, vuole vedere l`idoneità del servo nella passione del sangue, come se dicesse: Ti affido le mie pecore. Quali pecore? Quelle che ho comprato col sangue. Son morto per esse. Mi ami? Muori per loro. Un uomo, servo dell`uomo, restituirebbe danaro per le pecore sciupate: Pietro diede il sangue per le pecore conservate.


 


(Agostino, Sermo Cass. I, 133, 1-4)


 


 


3. La continuità della dignità apostolica


 


Al motivo della nostra festa si aggiunge, inoltre, la dignità non solo apostolica, ma ancora episcopale di san Pietro che non cessa di sedere sulla sua Cattedra e conserva una incessante partecipazione alle prerogative del Sommo Sacerdote. La solidità che riceve dalla Pietra che è Cristo, egli, divenuto pietra a sua volta, la trasmette anche ai suoi eredi; e, dovunque compare una qualche fermezza, è la forza del pastore che si manifesta. Infatti se, per aver validamente sopportato i supplizi loro inflitti, dando cosí loro il modo di manifestare i propri meriti, i martiri hanno praticamente ottenuto tutti e dappertutto di poter recare soccorso agli uomini in pericolo, di scacciare le malattie e di guarire innumerevoli mali (cf. Mt 10,1), chi sarà cosí ignorante o cosí invidioso da disprezzare la gloria di san Pietro e credere che esistano porzioni di Chiesa che sfuggono alla sollecitudine del suo governo e non si accrescano grazie a lui? Eccoci di fronte ad un amore di Dio e degli uomini in pieno vigore e vita nel Principe degli apostoli, tale che neppure il carcere, le catene o le sommosse popolari, o le minacce dei re hanno potuto intimorire; cosí dicasi della sua fede invincibile che non ha ceduto nella lotta e non si è intiepidita nella vittoria.


 


(Leone Magno, De natali Petri, V, 4 s.)


 


 


4. La Chiesa è ingrandita dalle persecuzioni


 


In questa stessa città veniva Paolo, apostolo con te, vaso d`elezione e speciale dottore dei gentili, per esserti associato nel medesimo tempo in cui ogni innocenza, ogni pudore, ogni libertà venivano oppressi sotto il potere di Nerone. Il furore di questi, acceso dall`eccesso di tutti i vizi, lo precipitò in un torrente di follia, al punto da essere il primo a decretare una persecuzione generale e atroce contro il nome cristiano, come se la grazia di Dio potesse essere spenta dal massacro dei santi: questa, al contrario, vi trovava il maggior profitto, come dire che il disprezzo di questa vita effimera diveniva entrata in possesso della felicità eterna. Preziosa è dunque agli occhi di Dio la morte dei suoi santi (Sal 115,15), e nessuna specie di crudeltà può distruggere la religione fondata dal mistero della croce di Cristo. La Chiesa non è sminuita, bensí ingrandita, dalle persecuzioni; e il campo del Signore si riveste continuamente di una messe piú ricca, quando i chicchi, cadendo solitari, rinascono moltiplicati (cf. Gv 12,24). Cosí, quale discendenza hanno dato, sviluppandosi, queste due piante eccellenti, divinamente seminate, migliaia di santi martiri son là ad attestarlo: emuli dei trionfi degli apostoli, essi hanno cinto la nostra città di folle purpuree e brillanti, il cui splendore si estende al largo, e l`hanno coronata di un diadema unico ravvivato dal bagliore di numerose gemme.


Di questa protezione, carissimi, a noi divinamente largita per essere un esempio di pazienza e un sostegno nella fede, noi dobbiamo senza dubbio rallegrarci in un modo generale, quando facciamo memoria di tutti i santi; ma abbiamo motivo di gloriarci con i piú grandi trasporti di gioia per l`eccellenza di tali padri; la grazia di Dio, in effetti, li ha collocati sí in alto tra tutti i membri della Chiesa da farne quasi i due occhi del corpo di cui Cristo è la testa (cf. Ef 1,22). Dei loro meriti e delle loro virtù, superiori a quanto si possa dire, nulla dobbiamo pensare che li opponga, nulla che li divida, poiché l`elezione li ha resi pari, la fatica simili e la fine eguali.


(Leone Magno, In natali apostol., 69, 6-7)



5. Elogio dell`apostolo Paolo

Abele offre un sacrificio e n`è lodato (cf. Gen 4,4); ma se guardiamo la vittima offerta da Paolo, vediamo subito che lo supera quanto il cielo la terra. Quale volete che vi nomini? non è, infatti, una sola la vittima offerta da Paolo. Si offriva infatti ogni giorno e in due modi diversi, sia morendo ogni giorno (cf. 1Cor 15,31), sia portando attorno, senza respiro, la mortificazione nel suo corpo (cf. 2Cor 4,10). Sia, infatti, che si preparasse ad affrontare i pericoli - operando cosí un martirio nella volontà - sia che mortificasse in se stesso la natura della carne, non compiva nulla di meno dell`offerta di una vittima a Dio, anzi qualche cosa di piú. Infatti, non offriva pecore, o buoi, ma se stesso, giorno dopo giorno, e, come abbiam detto, in due modi, perciò tranquillamente disse: Io già vengo immolato (2Tm 4,6), intendendo, certo, che il suo sangue fosse un`immolazione.

Ma non si contentò di questi sacrifici soltanto. Poiché si era già pienamente consacrato a Dio in se stesso, cercò di offrirgli anche tutto il mondo, la Grecia e il mondo dei barbari; e, per quanto è grande, la terra, quasi a volo, la girò tutta e non con poca fatica, come se andasse a spasso, ma strappando le spine dei peccati e seminando dappertutto la parola della pietà, fugando gli errori, riportando la verità e facendo gli uomini angeli; piú precisamente, mutando gli uomini da demoni in angeli. Perciò, sul punto di andarsene dopo tanti sudori e trionfi, a consolazione dei discepoli diceva: Se vengo immolato, son contento e ne gioisco con voi, perciò, anche voi, siate contenti e gioitene con me (Fil 2,17). E che cosa c`è mai che si possa paragonare a questa vittima che Paolo offrí con la spada dello Spirito Santo e la depose su quell`altare che sta al di sopra dei cieli? Abele poi cadde per l`inganno del fratello (cf. Gen 4). Ma io ti posso mostrare in Paolo tante morti, quanti furono i giorni ch`egli visse predicando. Se poi vuoi proprio vedere la morte che mise fine a tutto, guarda che Abele fu ucciso da un fratello che egli non aveva in nessun modo offeso, ma al quale neanche aveva fatto dei benefici, Paolo invece fu ucciso da coloro, che egli voleva strappare da mali infiniti e per i quali aveva sostenuto tutte le fatiche e pene, che aveva sostenuto.

 

(Giovanni Crisostomo, De laudib. S. Pauli Ap., I )


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