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SCRITTI PATRISTICI SIGNIFICATIVI

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2014 08:49
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19/03/2014 07:54
 
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SOLENNITA` DI SAN GIUSEPPE, SPOSO DELLA B

SOLENNITA` DI SAN GIUSEPPE, SPOSO DELLA B.V. MARIA


(19 marzo)


San Giuseppe, l`uomo giusto, come lo chiamerà la Sacra Scrittura, è come quel servo fedele e prudente, al quale il signore affida i suoi beni. Dio ha affidato a Giuseppe «gli inizi della nostra redenzione»: Maria e Gesú. Per la sua obbedienza, disponibilità in tutto, il restare nascosto e il lavoro quotidiano, san Giuseppe diventò un modello per ciascun credente. Colui che crede deve accogliere senza paura la chiamata di Dio, deve perseguirla anche quando non capisce tutto, nell`umiltà del cuore deve leggere i segni della volontà di Dio. San Giuseppe è il patrono della Chiesa, poiché la Chiesa è chiamata a portare agli uomini la salvezza, a servire a tempo pieno il suo Signore.


 


Annuncia, o Giuseppe, al tuo protoparente David


le meraviglie:


tu che vedesti partorire la Vergine,


tu che adorasti insieme ai magi,


tu che glorificasti con i pastori,


tu che fosti istruito dall`angelo.


Prega Cristo Dio perché salvi le nostre anime.


 


(Liturgia Bizantina, EE, n. 3034)


 


1. Giuseppe, il giusto


Giuseppe, suo sposo, che era giusto... (Mt 1,19). L`evangelista, dopo aver affermato che questa nascita derivava esclusivamente dallo Spirito Santo, senza nessun intervento naturale, conferma la sua asserzione anche in un altro modo. E ci dà una prova per impedire che qualcuno nutra dei dubbi, in quanto prima di allora non si era mai udito né si era mai visto niente di simile. Per prevenire il sospetto che egli, come discepolo di Gesú, avesse inventato questa prodigiosa storia della nascita verginale allo scopo di far cosa grata al suo maestro, fa intervenire Giuseppe, il quale prova la verità di questo avvenimento con il dolore che esso gli ha provocato. E`, insomma, come se l`evangelista dicesse: se non volete credere a me, se la mia testimonianza vi sembra sospetta, credete almeno allo sposo di questa vergine. Egli, infatti, dice: «Giuseppe, suo sposo, che era giusto...». La qualifica di giusto, in questa circostanza, significa uomo che ha tutte le virtù. Con «giustizia» si intende talvolta una sola virtù in particolare, come quando si dice: colui che non è avaro è giusto. Ma giustizia significa anche la generalità di tutte le virtù: e, in questo senso soprattutto, la Scrittura usa il termine «giustizia», come quando ad esempio dice: «uomo giusto, verace» (Gb 1,1), oppure: «tutti e due erano giusti» (Lc 1,6)...


Giuseppe, dunque, essendo giusto, cioè essendo buono e caritatevole, decise di lasciarla segretamente (Mt 1,19). Il Vangelo ci fa sapere che cosa pensava di fare questo uomo giusto prima di aver conosciuto il mistero, allo scopo che non si nutra dubbi su ciò che accadde quando ne venne a conoscenza. Se Maria fosse stata veramente quella che lui credeva, non soltanto avrebbe meritato di essere disonorata pubblicamente, ma anche di essere condannata al supplizio previsto dalla legge. Malgrado questo, Giuseppe non solo le risparmia la vita, ma salva anche il suo onore: e, lungi dal punirla, evita anche di denunziarla. Vedete bene quant`era saggio e virtuoso quest`uomo, e al di sopra delle passioni che con violenza tiranneggiano gli uomini! Voi sapete fin dove giunge la gelosia. Salomone che conosceva bene tale sentimento, dice: La gelosia del marito sarà piena di furore ed egli non perdonerà niente nel giorno del giudizio (Pr 6,34). E altrove sta scritto: La gelosia è dura come l`inferno (Ct 8,6). Noi, del resto, conosciamo molte persone che preferirebbeo morire piuttosto che essere esposte ai sospetti della gelosia. Ma c`era allora ben piú che un semplice sospetto, perché la gravidanza della Vergine appariva quale prova evidente dei suoi timori. Malgrado ciò, egli era cosí puro e cosí al di sopra delle passioni, che non volle neppure minimamente affliggere Maria. Siccome, da un lato, avrebbe violato la legge se l`avesse trattenuta presso di sé e, dall`altro, l`avrebbe esposta alla morte se l`avesse denunziata e tradotta in tribunale, egli non fece né l`una cosa né l`altra, ma adottò un comportamento ben superiore alla antica legge.


E` giusto che alla vigilia dell`avvento della grazia del Salvatore, si manifestino molti segni di una piú alta perfezione. Come quando il sole sta per levarsi, prima ancora di mostrare i suoi raggi, rischiara da lontano con la sua luce la maggior parte del mondo, cosí il Cristo, che stava per uscire dal seno della Vergine, già illuminava, prima di nascere, tutto il mondo. E per questo, molto tempo prima della sua nascita, i profeti furono colti dalla gioia, le donne predissero l`avvenire e Giovanni, mentre era ancora nel seno della madre, esultò di allegrezza. Di qui deriva anche la sapienza che Giuseppe manifestò in quella occasione. Egli non accusa la Vergine, non la rimprovera, ma si limita a pensare di separarsi da lei in segreto.


Le cose erano a questo punto e l`angustia del santo uomo era al colmo, quando interviene l`angelo a dissipare tutte queste tenebre. Dobbiamo ora chiederci perché l`angelo non è venuto piú presto, per prevenire il turbamento e i pensieri di Giuseppe e perché, invece, giunge solo quando egli sta considerando nel suo animo l`accaduto. Mentre egli stava ripensando a queste cose, venne un angelo... (Mt 1,20). D`altra parte, poiché l`angelo aveva avvertito Maria prima che ella concepisse dallo Spirito Santo, questo fatto dà luogo a una ulteriore difficoltà. Infatti, dato che l`angelo non aveva rivelato niente a Giuseppe, perché Maria, che aveva invece appreso ogni cosa dall`angelo, tacque e, pur vedendo il suo sposo cosí turbato, non gli diede quelle spiegazioni che avrebbero fugato ogni dubbio? Dunque, perché l`angelo non parlò a Giuseppe prima che egli si turbasse? Devo rispondere prima a questa domanda: l`angelo non è apparso prima a Giuseppe, nel timore che egli restasse incredulo dinanzi alla sua rivelazione e che dovesse perciò subire la stessa conseguenza di Zaccaria. Quando infatti si vede una cosa con i propri occhi, è facile credere; ma non essendoci prima ancor niente di visibile, egli poteva non credere tanto facilmente alle parole. Per questo l`angelo non preavvertí Giuseppe. Ed è per la stessa ragione che Maria mantenne il silenzio. Ella riteneva che non sarebbe stata creduta dal suo sposo, se gli avesse annunciato una cosa straordinaria... Quando dunque Giuseppe «stava ripensando a queste cose, gli apparve in sogno un angelo». Perché non gli apparve visibilmente come ai pastori, come a Zaccaria e come alla Vergine? La ragione sta nel fatto che tanta era la fede di Giuseppe che egli non aveva bisogno di una simile visione. Per la Vergine, date le grandi cose che dovevano esserle annunziate, cose molto piú incredibili di tutto quanto era stato detto a Zaccaria, non solo bisognava preavvertirla prima della concezione, ma era necessaria anche una visione straordinaria. Quanto ai pastori, invece, uomini piuttosto rozzi, avevano bisogno di una visione evidentissima. Ma Giuseppe, che si era accorto della gravidanza di Maria, che aveva l`animo turbato da dolorosi sospetti ed era dispostissimo a cambiare la sua tristezza in gioiosa speranza se qualcuno gliene avesse dato la possibilità, accolse di tutto cuore la rivelazione.


L`angelo attende, dunque, il maturarsi dei sospetti, cosí che il turbamento dello spirito di Giuseppe diventi la vera prova della rivelazione, che gli vien fatta. Giuseppe non aveva comunicato i suoi timori a nessuno, li aveva tenuti chiusi nel suo cuore e ora ascolta l`angelo che gli parla proprio di tali timori: non era questa una prova certissima che era Dio a mandargli quel messaggero, dato che soltanto Dio può sondare il segreto dei cuori? Osservate, dunque, quante conseguenze ne derivano: la sapienza e la virtù di Giuseppe vengono messe in risalto, mentre la rivelazione dell`angelo, fatta a tempo opportuno, serve a rafforzare la sua fede e, infine, l`intero racconto evangelico non provoca dubbi o sospetti, in quanto ci mostra che Giuseppe prova tutti i sentimenti che un uomo deve necessariamente provare in simili circostanze.


Ma in qual modo l`angelo lo convince? Ascoltate e ammirate con quale saggezza gli parla: Giuseppe, figlio di David - gli dice - non temere di prendere con te Maria, tua sposa (Mt 1,20).


L`angelo menziona prima di tutto David, da cui il Messia doveva nascere; e cosí calma di colpo tutti i suoi timori, facendogli tornare alla mente, citando il nome di uno dei suoi antenati, la promessa che Dio aveva fatta a tutto il popolo giudeo. Non solo, ma spiega perché lo chiama «figlio di David», con l`aggiungere le parole «non temere». Non si comporta cosí Dio in un`altra occasione che le Scritture ci tramandano. Quando Abimelec cominciò a nutrire pensieri non leciti nei confronti della sposa di Abramo, Dio gli parlò in modo terribile e pieno di minacce, sebbene egli avesse agito per ignoranza, in quanto non sapeva che Sara era la sposa di Abramo. Dio, invece, parla qui con ben maggiore dolcezza; ma quale differenza tra le due circostanze, tra la disposizione d`animo di Giuseppe e quella di Abimelec! In verità il comportamento di Giuseppe non meritava alcun rimprovero. E queste parole, «non temere», indicano che Giuseppe temeva di offendere Dio tenendo presso di sé un`adultera; ma che, se non fosse stato per questo, non avrebbe mai pensato a separarsene.


Ripeto, parlando a Giuseppe dei suoi piú segreti pensieri, dei sentimenti piú intimi, l`angelo vuol provare, e lo prova a sufficienza, che egli viene da parte di Dio. Ma dopo aver pronunciato il nome della Vergine, perché aggiunge «tua sposa»? Dice cosí per giustificare la Vergine con questa parola, in quanto non si darebbe mai questo titolo a una adultera. Il termine «sposa», come sapete, sta qui per fidanzata: la Scrittura, infatti, chiama anche «generi» coloro che sono soltanto alla vigilia di divenirlo.


Che significano queste parole «prendere Maria»? Nient`altro che Giuseppe continui a tenere Maria nella sua casa, dato che aveva pensato di separarsene. Tieni, dice l`angelo in sostanza, la tua sposa che avevi deciso di lasciare, poiché è Dio che te la dà, non i suoi genitori. Te la dona, non per i soliti scopi del matrimonio, ma soltanto perché dimori con te, e la unisce a te per mezzo di me stesso che ti parlo. Ella è affidata ora a Giuseppe, come piú tardi Cristo la affiderà al suo discepolo...


Darà alla luce un figlio - continua - e tu gli porrai nome Gesú (Mt 1,21) . Infatti, sebbene questo fanciullo sia stato concepito dallo Spirito Santo, non credere di essere dispensato dal prenderne cura e dal servirlo in ogni cosa. Sebbene tu sia estraneo al suo concepimento e sebbene Maria sia sempre rimasta perfettamente vergine, tuttavia io ti do il compito proprio di un padre, che tuttavia non fa venir meno la verginità di Maria, il compito cioè di dare il nome al neonato. Sarai tu che gli imporrai il nome; e, sebbene egli non sia tuo figlio, tu dimostrerai per lui l`affetto proprio di un padre. Per questa ragione - conclude l`angelo - ti permetto di dargli il nome, per renderti subito familiare al bimbo.


Ma per evitare che ciò faccia credere che egli sia veramente il padre del fanciullo che sta per nascere, ascoltate con quanta precisione l`angelo gli parla. «Partorirà», dice; non dice: partorirà a te, ma dice genericamente che partorirà, in quanto la Vergine non ha partorito Gesú Cristo per Giuseppe, ma per tutti gli uomini.


 


(Giovanni Crisostomo, In Matth., 4, 3-6)


2. Il dubbio di Giuseppe


Giuseppe, suo sposo, essendo giusto e non volendo esporla, pensò di lasciarla nascostamente (Mt 1, 9). Ben detto che, essendo giusto, non volle esporla: perché come non sarebbe stato giusto, se, conoscendola rea, avesse accettato il fatto, cosí non sarebbe stato giusto, se l`avesse condannata innocente. Poiché, dunque, era giusto e non voleva esporla, pensò di lasciarla nascostamente.


Perché voleva lasciarla? Senti in questo non il mio, ma il parere dei Padri. Pensò di lasciarla per lo stesso motivo per cui Pietro allontanò da sé il Signore, dicendo: Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore (Lc 5,8), o per cui il centurione non lo voleva in casa, dicendo: Signore, io non son degno che tu entri nella mia casa (Mt 8,8). Cosí anche Giuseppe, ritenendosi indegno e peccatore, s`andava dicendo che non poteva convivere familiarmente con una donna cosí grande, di cui temeva la mirabile e superiore dignità. Vedeva e temeva la donna che portava un segno certo della divina presenza; e poiché non riusciva a penetrare il mistero, la voleva lasciare nascostamente. Pietro si spaventò innanzi alla grandezza della potenza, il centurione innanzi alla maestà della presenza. E anche Giuseppe, come uomo, ebbe paura della novità di cosí grande miracolo, ebbe paura della profondità del mistero; e pensò di lasciarla nascostamente. Ti meravigli che Giuseppe si ritenesse indegno della comunanza di vita con la Vergine, quando sentì che anche santa Elisabetta non poté sostenerne la presenza, se non con timore e riverenza? Disse, infatti: Come mai la madre del mio Signore viene in casa mia? (Lc 1,43). Perciò Giuseppe pensò di lasciarla. Ma perché di nascosto e non pubblicamente? Perché non si ricercasse la ragione del divorzio, non se ne chiedesse il motivo. Che cosa avrebbe potuto rispondere un uomo giusto a un popolo di dura cervice, a un popolo che non credeva e contestava? Se diceva ciò che pensava, ciò che aveva sperimentato della purità di Maria, quali crudeli e increduli Giudei non avrebbero subito deriso lui e lapidato lei? Come avrebbero creduto alla Verità che taceva nel seno, essi che la disprezzarono quando gridò nel tempio? Che cosa avrebbero fatto a uno che non si vedeva, se poi gli gettarono addosso le loro mani empie, quando brillava di miracoli? Rettamente, dunque, l`uomo giusto, per non essere obbligato a mentire, o a infamare un`innocente, pensò di lasciarla nascostamente.


Se invece qualcuno pensa, diversamente, che Giuseppe avesse un dubbio umano, ma che, essendo giusto, non se la sentí di stare insieme con Maria a causa del sospetto e neppure - essendo un uomo pio - osò esporla al ludibrio e perciò pensò di lasciarla di nascosto, rispondo brevemente, che se cosí è, quel dubbio fu necessario, perché fosse risolto da una risposta divina. Fu scritto, infatti: Mentre egli andava pensando queste cose - cioè di lasciarla segretamente - gli apparve un angelo in sogno e gli disse: Giuseppe, figlio di David, non aver paura di prendere con te Maria tua sposa, perché ciò ch`è nato in lei, proviene dallo Spirito Santo (Mt 1,20). Per questo motivo poi Maria s`era promessa a Giuseppe, o piuttosto, cosí l`evangelista pone le cose: promessa a un uomo, che si chiamava Giuseppe. Lo chiama virum, non per dire marito, ma uomo di virtù. O anche, secondo un altro evangelista, Giuseppe è detto non semplicemente uomo, ma uomo di lei, perché l`appellativo corrisponda a ciò ch`egli necessariamente appare che sia. Dovette essere detto il suo uomo, o marito, perché era necessario che tale egli fosse riputato; così anche fu chiamato padre del Salvatore, perché fosse creduto che lo fosse, e anche l`evangelista dice: Gesú aveva quasi trent`anni ed era creduto figlio di Giuseppe (Lc 3,23). Dunque, non era né marito della madre né padre del figlio, sebbene per una certa e necessaria disposizione per un po` di tempo tale fu detto e creduto.


Pensa da questo titolo, per cui meritò di essere onorato da Dio al punto da essere detto e creduto padre di Dio; pensa dal proprio nome - che significa accrescimento - che uomo fosse questo Giuseppe. Ricordati anche di quel grande patriarca venduto in Egitto, e sappi ch`egli ne ha avuto non solo il nome, ma anche la castità, l`innocenza e la grazia. Quel Giuseppe, venduto e condotto in Egitto, per invidia dei fratelli, era figura di Cristo venduto; questo Giuseppe, fuggendo dall`odio di Erode, portò Cristo in Egitto. Quello, per fedeltà al suo padrone, non volle unirsi alla sua padrona questo, riconoscendo la verginità della sua padrona e madre dei suo Signore, la custodì fedelmente. Quello ebbe l`intelligenza dei sogni; a questo è stato concesso di conoscere ed essere attore dei segreti celesti. Quello conservò il grano per tutto il popolo; questi ebbe in custodia il pane vivo venuto dal cielo per sé e per tutto il popolo. Era certamente uomo buono e fedele questo Giuseppe, cui fu data in sposa la Madre del Salvatore. Servo fedele e prudente, che il Signore costituí consolazione di sua madre, allevatore della sua carne, unico e fedelissimo collaboratore sulla terra del suo grande piano. A questo si aggiunge che Giuseppe è della casa di David. Veramente discende questo Giuseppe dalla casa di David, da stirpe reale; nobile di casato, piú nobile ancora di mente. Sicuramente figlio di David, non degenere da suo padre David. Sicuramente, dico, figlio di David, non solo per sangue, ma per fede, santità, devozione. L`uomo che il Signore, come David, riconobbe secondo il suo cuore, l`uomo al quale poteva affidare l`arcano segretissimo e sacratissimo del suo cuore; l`uomo al quale, come a un altro David, confidò i piani occulti della sua sapienza e non volle che fosse all`oscuro del suo mistero, mistero che a nessun principe di questo secolo fu rivelato; l`uomo al quale fu dato ciò che molti re e profeti cercarono di vedere e non lo videro, avrebbero voluto sentire e non lo sentirono; e a lui fu dato non solo di vederlo e sentirlo, ma di portarlo in braccio, allevarlo, stringerlo al seno, baciarlo, nutrirlo e vegliarlo. Non solo Giuseppe ma anche Maria dovette essere una discendente della casa di David. Non avrebbe potuto, infatti, sposare un uomo della casa di David, se anch`essa non fosse stata della casa di David. Tutti e due, dunque, della casa di David: ma in Maria si è avverata la promessa che il Signore giurò a David, Giuseppe è stato il testimone cosciente che la promessa fu mantenuta.


 


(Bernardo di Chiarav., Laudes Mariae, 2, 13-16)


3. Giuseppe figura degli apostoli


In seguito, morto Erode, Giuseppe è avvertito da un angelo di riportarsi in Giudea con il bambino e sua madre. Nel far ritorno, avendo appreso che il figlio di Erode, Archelao, era re, ebbe paura di andarvi, e venne ancora avvertito da un angelo di passare in Galilea e di fissare la sua dimora in una cittadina di quella regione, Nazareth (cf. Mt 2,22-23). Così, egli riceve avviso di far ritorno in Giudea e, ritornato, ha paura. E, ricevuto nuovo avviso in sogno, ha l`ordine di recarsi in paese di pagani. Tuttavia, non avrebbe dovuto aver paura, dal momento che aveva ricevuto un avvertimento, oppure l`avvertimento che in seguito sarebbe stato modifìcato non avrebbe dovuto essere apportato da un angelo. Ma è stata osservata una ragione tipologica. Giuseppe è figura degli apostoli, ai quali è stato affidato Cristo per essere portato dovunque. Siccome Erode passava per morto, cioè il suo popolo si era perduto in occasione della Passione del Signore, essi hanno ricevuto il comando di predicare ai Giudei. Erano infatti stati inviati alle pecore perdute della casa d`Israele (cf. Mt 15,24), ma, permanendo il dominio dell`incredulità ereditaria, essi temono e si ritirano. Avvertiti da un sogno, ovvero contemplando nei pagani il dono dello Spirito Santo (cf. Gl 2,28-31), portano Cristo a questi ultimi, pur essendo stato inviato alla Giudea, chiamato però vita e salvezza dei pagani.


 


(Ilario di Poitiers, In Matth., 2, 1)


 


 


5. Gesú Figlio di Dio


 


E per prima cosa nessuno deve scandalizzarsi che cosí sia scritto: Si credeva che Egli fosse figlio di Giuseppe. E giustamente si credeva, perché per natura non lo era; ma si credeva per il motivo che lo aveva generato Maria, la quale era sposa di Giuseppe, suo sposo (cf. Mt 1,18); cosí infatti trovi: Non è costui il figlio del falegname? (Mt 13,55)...


Non sembra, inoltre, fuori luogo spiegare per qual motivo Egli abbia avuto per padre un falegname. Infatti, mediante questa tipologia, Egli dimostra di avere per Padre Colui che, artefice di tutte le cose, creò il mondo, come sta scritto: In principio Dio creò il cielo e la terra. E` bensí vero che non si deve paragonare l`umano al divino: però la tipologia non fa una grinza, poiché il Padre di Cristo opera nel fuoco e nello Spirito, e come un buon falegname dell`anima pialla tutt`intorno i nostri difetti, mettendo prontamente la scure alla radice degli alberi sterili, abile nel recidere i rami stenti, nel lasciar sulla vetta quelli elevati, nel render flessibile col fuoco dello Spirito la durezza dell`anima, e nel plasmare per differenti impieghi tutto il genere umano con la diversa qualità dei ministeri.


 


(Ambrogio, Exp. Ev. sec. Lucam, 3, 2)


 


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