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IL MITO DI IPAZIA DI ALESSANDRIA

Ultimo Aggiornamento: 17/03/2022 16:20
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17/03/2022 16:19
 
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7. LE FALSE CITAZIONI ATTRIBUITE AD IPAZIA.


Il solo fatto che qualcuno riporti una citazione di Ipazia, di qualunque tipo, significa che sta dicendo il falso. Nessuna nessuna fonte a noi sopravvissuta sulla vita di Ipazia riporta mai direttamente alcuna sua frase.


Di seguito una sorta di debunking della frasi più frequentemente attribuite a Ipazia.




«Le favole dovrebbero essere insegnate come favole, i miti come miti e i miracoli come fantasie poetiche. Insegnare le superstizioni come verità è una cosa terribile. La mente del bambino le accetta e vi crede, e solo attraverso un grande dolore e forse una tragedia potrà, negli anni a venire, liberarsene»




Questa citazione è frequentemente ripresa da atei e anticlericali perché coincide con la loro valutazione della religione e piace l’idea che ciò sia stata detta da una “scienziata” assassinata da una folla di cristiani.


Ma questa citazione è totalmente falsa, Ipazia non ha mai detto niente del genere.


La frase proviene dalla pagina 275 di una pseudo-biografia di Ipazia scritta dall’artista americano, anarchico e socialista, Elbert Hubbard (1856-1915), inserita all’interno della sua serie Little Journeys to the Homes of Great Teachers. L’opera fu pubblicata nel 1908 ed era originariamente destinata ai bambini. Nonostante si tratti di apparenti biografie (oltre a Ipazia, parlò di Confucio, Mosé, Pitagora, Platone ecc.), il libro è quasi completamente un’opera di fantasia. Hubbard inventò storie fantasiose che non si trovavano in alcuna fonte antica e attribuì molte citazioni a Ipazia e a suo padre Teone, semplicemente inventandole.




«Il neoplatonismo è una filosofia progressista e non si aspetta di stabilire condizioni finali per gli uomini le cui menti sono limitate. La vita è un sviluppo e più procediamo, più verità possiamo comprendere. Comprendere le cose che sono alla nostra porta è la migliore preparazione per comprendere quelle che stanno oltre»




Ipazia non disse neppure questo, nessuna fonte antica che la riguarda riporta tale citazione (e nessun’altra sua citazione). È un’altra delle frasi inventate dall’anarchico Elbert Hubbard, appare all’inizio del capitolo riguardante la filosofa di Alessandria, subito dopo il frontespizio. Non stupisce che questa citazione descriva il concetto di progressismo come inteso nel primo Novecento, più che nel neoplatonismo antico e autentico.


«Difendi il tuo diritto di pensare, perché anche solo pensare in modo sbagliato è meglio che non pensare affatto»


Ancora una volta siamo di fronte ad una citazione che valorizza una visione razionale e moderna del mondo. Essa appare nei gruppi Facebook e nei blog femministi dedicati ad Ipazia, è stata ripresa dal socialista uruguayano Eduardo Galeano nel suo libro Donne e viene usata come frase di buon anno dal dipartimento di Medicina molecolare dell’Università Federico II di Napoli.


Anche questa citazione proviene però dalla fantasia di Elbert Hubbard e dalla pseudo-biografia. Ironia del caso, l’artista americano nemmeno attribuisce questa citazione ad Ipazia, ma a suo padre Teone di Alessandria (335-405 d.C.). Un falso nel falso.




«Tutte le religioni dogmatiche formali sono fallaci e non devono mai essere accettate dalle persone che si definiscono rispettabili»




Ebbene si, anche questa citazione proviene dalla biografia immaginaria su Ipazia del 1908 scritta da Elbert Hubbard e, anche in questo caso, lo scrittore la attribuisce a Teone, non a sua figlia Ipazia. Da una rapida ricerca pare che stranamente nessuno abbia (ancora) ripreso questa frase nel web in lingua italiana.


Molte di queste false citazioni sono critiche al cristianesimo ma -come già osservato in precedenza- tutte le prove indicano che Ipazia ebbe ottimi rapporti con i cristiani suoi contemporanei, avendone parecchi come studenti ed essendo stata consigliera prediletta del prefetto cristiano Oreste (fu proprio questo il motivo politico del suo assassinio). Difficilmente Socrate Scolastico avrebbe scritto che Ipazia era ampiamente amata e ammirata dai cristiani (Libro 7, capitolo 15) se tali citazioni a lei attribuite in epoca moderna fossero vere.


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