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COME "NON" TI CELEBRO LA "COMMEMORAZIONE"

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2018 14:11
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14/03/2018 14:03
 
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Come NON ti celebro la Commemorazione (Santa Cena)



Si avvicina la Pasqua!
E i Testimoni di Geova si appressano a festeggiarla a modo loro: si riuniscono la sera del 14 di Nisan (quest'anno -2014- il 14 di aprile) e dopo il consueto sermone viene fatto passare tra le file dei fedeli un vassoio contenente gli emblemi del corpo e del sangue di Gesù Cristo: del pane azzimo e del vino rosso dentro un calice. Ma, la cosa strana è che nessuno o quasi dei presenti stenderà la mano per servirsi di quei simboli, cioè mangiarli. Perchè? Questo modo di celebrare o, come preferiscono dire i Testimoni, "commemorare la morte di Gesù Cristo", presenta appunto questa singolarità che li differenzia da tutte le altre denominazioni cristiane. Mentre cattolici e protestanti, pur con le loro peculiarità, mangiano il pane e il vino della Santa Cena, o Eucaristia, Comunione, dal greco εùχαρίστω (eucharisto: "rendo grazie"), i Testimoni di Geova no. Questo privilegio è concesso soltanto a un certo numero di loro, i cosiddetti "unti", che appartengono a una "classe" detta dei 144.000 dei quali oggi sono in vita solo alcune migliaia, (un numero che in passato era destinato a decrescere e che negli ultimi anni invece è aumentato "miracolosamente" e inspiegabilmente). Senza addentrarci troppo nelle spiegazioni, qualcuno nella "Sala del Regno", il luogo di culto dei Testimoni, durante la funzione leggerà la famosa frase dei Vangeli "prendete e mangiatene tutti", ma nessun Testimone ordinario oserà farlo! E questo loro la chiamano commemorare la morte di Cristo secondo le Sacre Scritture. Altra peculiarità è quella di celebrare questo rito una sola volta l'anno, non periodicamente come fanno per esempio i cristiani evangelici o giornalmente come fanno i cattolici. Si giustifica così il battage pubblicitario che stanno facendo per invitare molta gente a presenziarvi. Le cifre di tale partecipazione saranno in seguito diligentemente pubblicate nelle loro riviste come le stellette sulle divise dei bravi boy scout ... Altri aspetti di questa cerimonia, alcuni dei quali davvero stravaganti, li trovi in questa pagina.


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14/03/2018 14:08
 
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Che cos'è la commemorazione della morte di Gesù Cristo?

E' quella che i cattolici chiamano "eucarestia" o "comunione", con la distribuzione dell'ostia consacrata a tutti i fedeli che vogliono partecipare e che nelle chiese protestanti ed evangeliche chiamano "Santa cena", con la distribuzione a tutti i fedeli che vogliono partecipare degli "emblemi", ovvero del pane e del vino.


Quando, come e chi la istituì?


E' un rito istituito da Gesù Cristo stesso poco prima d'essere arrestato ed essere in seguito crocifisso:


La santa Cena = (Mr 14:22-25; Lu 22:15-20; 1Co 11:23-25)(1Co 10:16-17)

Matteo 26:26-29: "Mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo aver detto la benedizione, lo ruppe e lo diede ai suoi discepoli dicendo: «Prendete, mangiate, questo è il mio corpo». 27 Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati. 29 Vi dico che da ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio»."



Che significato ha?


«Prendete, mangiate, questo è il mio corpo». 27 Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati (Mt 26:28).



La santa Cena (Mt 26:26-28; Mr 14:22-25; Lu 22:19-20; 1Co 10:16-17) 1S 2:12-17

1Corinzi 11:17-26: "Nel darvi queste istruzioni non vi lodo del fatto che vi radunate, non per il meglio, ma per il peggio. 18 Poiché, prima di tutto, sento che quando vi riunite in assemblea ci sono divisioni tra voi, e in parte lo credo; 19 infatti è necessario che ci siano tra voi anche delle divisioni, perché quelli che sono approvati siano riconosciuti tali in mezzo a voi. 20 Quando poi vi riunite insieme, quello che fate, non è mangiare la cena del Signore; 21 poiché, al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre uno ha fame, l'altro è ubriaco. 22 Non avete forse le vostre case per mangiare e bere? O disprezzate voi la chiesa di Dio e umiliate quelli che non hanno nulla? Che vi dirò? Devo lodarvi? In questo non vi lodo. 23 Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, 24 e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 25 Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. 26 Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga».




Chi può parteciparvi?

Possono partecipare tutti i cristiani battezzati, cioè tutti quelli che hanno accettato Gesù Cristo come loro personale salvatore:



  • "Mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo aver detto la benedizione, lo ruppe e lo diede ai suoi discepoli dicendo: «Prendete, mangiate, questo è il mio corpo». 27 Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti,..."

  • 1Corinzi 10:16: "Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse la comunione con il sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il corpo di Cristo?"


Una sola volta l'anno?


Le Scritture non dicono che la Santa Cena debba essere celebrata una sola volta l'anno:





  • "Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga»."

  • Atti 20:7 Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, parlava ai discepoli, e prolungò il discorso fino a mezzanotte.

  • Atti 2:42 Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.





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14/03/2018 14:09
 
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Le testimonianze storiche dei primi secoli pervenuteci non provano affatto che la cerimonia della Santa Cena venisse celebrata soltanto una volta l'anno. Cristo la istituì nei giorni della Pasqua ebraica perché, in quanto ebrei osservanti, erano riuniti lui e i suoi 12 discepoli per celebrare, per l'appunto, la Pasqua. Cristo, il veroAgnello di Dio (Gv 1:29; 36; Apoc. 5:6 ecc.), che l'agnello pasquale sgozzato simboleggiava, istituiva un nuovo rito fondato sul suo sacrificio. Questo nuovo rito sostituiva quello dell'Antico Patto, ma questo non significa che dovesse essere celebrato annualmente come la Pasqua ebraica. Né Gesù, né i suoi apostoli hanno scritto qualcosa che limitasse in questo senso il rito del Nuovo Patto. 


Leggendo 1 Cor. 11:17-21: 



"Nel darvi queste istruzioni non vi lodo del fatto che vi radunate, non per il meglio, ma per il peggio. 18 Poiché, prima di tutto, sento che quando vi riunite in assemblea ci sono divisioni tra voi, e in parte lo credo; 19 infatti è necessario che ci siano tra voi anche delle divisioni, perché quelli che sono approvati siano riconosciuti tali in mezzo a voi. 20 Quando poi vi riunite insieme, quello che fate, non è mangiare la cena del Signore; 21 poiché, al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre uno ha fame, l'altro è ubriaco.



si comprende che inizialmente la cerimonia in sé non si svolgeva separatamente dall'usuale  pasto comunitario, ma si faceva spesso proprio durante tali occasioni, che erano abbastanza frequenti.  Da qui le intemperanze denunciate dall'apostolo Paolo intemperanze che finivano col dissacrare la celebrazione della Santa Cena che seguiva il pasto comune. I cattolici ed alcuni protestanti festeggiano una "Pasqua cristiana" ogni anno, ma celebrano la comunione o la Santa cena periodicamente, anche settimanalmente o quotidianamente; i testimoni di Geova sono gli unici a celebrarla una sola volta l'anno.


La chiesa apostolica riteneva tutti i suoi appartenenti su un piano di parità; le diversità culturali, razziali e sociali erano viste come un completamento e tutta la fratellanza come il "corpo di Cristo":





  • 1Corinzi 10:16 Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse la comunione con il sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il corpo di Cristo?

  • 1Corinzi 12:12-26: "Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo. 13 Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. 14 Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. 15 Se il piede dicesse: «Siccome io non sono mano, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. 16 Se l'orecchio dicesse: «Siccome io non sono occhio, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. 17 Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato? 18 Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto. 19 Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo? 20 Ci son dunque molte membra, ma c'è un unico corpo; 21 l'occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi». 22 Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie; 23 e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, 24 mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, 25 perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. 26 Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.




Tale diversità nell'unità fa della chiesa tutta il "Corpo di Cristo", per cui tutto il corpo di Cristo partecipa alla celebrazione della Santa Cena.


 


Simbolo di salvezza mediante il sangue di Cristo versato sulla croce:



  • Ebrei 9:22 Secondo la legge, quasi ogni cosa è purificata con sangue; e, senza spargimento di sangue, non c'è perdono


 




    • 1Corinzi 10:16 Il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse la comunione con il sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il corpo di Cristo?






    • Efesini 2:13 Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.






    • Ebrei 9:14 quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì sé stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!






    • 1Pietro 1:2 eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, a ubbidire e a essere cosparsi del sangue di Gesù Cristo: grazia e pace vi siano moltiplicate.





  • 1Pietro 1:19 ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia.


 


I testimoni di Geova e la "commemorazione della morte di Gesù Cristo".


Se uno presenzia alla celebrazione della "commemorazione della morte di Gesù Cristo" in una "sala del regno dei testimoni di Geova" assisterà a qualcosa di originale: si passa tra tutti i presenti (Testimoni e non) un vassoio contenenti un calice di vino e del pane azzimo. Nessuno prenderà gli emblemi e li mangerà, tranne nel caso vi fosse presente uno degli "unti", ovvero uno degli appartenenti alla classe dello "schiavo fedele e discreto"che oggi contano 8.758 vecchietti sparsi per il mondo. Perché?


Un po' di storia.


I Russelliti, ovvero i seguaci del fondatore dei testimoni di Geova, C.T. Russell, partecipavano tutti alla "commemorazione" prendendone i simboli. Questo fino alla presidenza del suo successore Rutherford, un avvocato seguace di Russell che ha fatto da giudice in alcune cause, da cui il titolo "Giudice Rutherford". Costui non aveva alcun titolo o esperienza nel campo della teologia biblica; poteva al massimo aver letto la Bibbia e i sei volumi scritti da Russell "Studi sulle Scritture". Con un abile stratagemma ed alcuni cavilli legali riuscì a farsi eleggere alla presidenza del movimento russellita, sebbene non figurasse nella rosa dei nomi che Russell aveva designato quali suoi successori alla testa del movimento da lui fondato e finanziato. Fu questo personaggio, descritto con tinte non proprio ideali perfino nelle pubblicazioni della Watch Tower Society e con problemi familiari e di alcol; che fece perfino alcune false predizioni sulla fine del mondo che, nel 1935, decise che a partecipare concretamente agli emblemi della Santa Cena sarebbero stati soltanto gli appartenenti a una determinata classe, escludendo tutti gli altri, anche i futuri associati.


Egli divise i testimoni di Geova in due classi, la classe degli "unti" e la classe della "grande folla" che, come abbiamo ricordato, contavano nel 2006 ancora 8.758 individui su un totale di 6.491.775 nel mondo. Gli appartenenti alla prima classe, secondo Rutherford e gli attuali insegnamenti della Società, beneficiano del sacrificio di Cristo, gli altri no, per cui NON POSSONO PARTECIPARE CONCRETAMENTE ALLA COMMEMORAZIONE mangiando il pane e bevendo il vino, come possono fare invece gli "unti".


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14/03/2018 14:10
 
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Un po' di letteratura della Watch Tower Society:




"Commemoriamo la morte di Cristo: Ancora per quanto?


Ma per la prima volta nella Torre di Guardia (inglese) del 15 febbraio 1938, leggiamo questo invito:




". . . Dopo le 18 del 15 aprile ogni compagnia degli unti si raduni e celebri la Commemorazione, essendo presenti anche i loro compagni, i Gionadab. Gli emblemi siano pane non lievitato e vero vino rosso". — Pag. 50, al sottotitolo "Commemorazione".




Le "altre pecore", che non sono dello stesso "ovile" del "piccolo gregge", assistevano alla Commemorazione come osservatori, non come partecipanti. — Giov. 10:16; Luca 12:32. — Vedi La Torre di Guardia (inglese) del 1° marzo 1938, pag. 75, paragrafi 50-52.


D’allora in poi le "altre pecore", diventate ora una "grande folla", hanno assistito alla Commemorazione annuale della morte di Cristo. E perché no? Anche se non bevono il calice che simboleggia il sangue di Cristo, Rivelazione 7:14 dice che "hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello". Rivelazione 7:9, 10 indica inoltre che attribuiscono la salvezza a Dio e all’Agnello Gesù Cristo.


Perciò quest’anno 1979, l’11 aprile, dopo il tramonto, tutti i dedicati, battezzati che fanno parte delle "altre pecore" si raduneranno insieme al rimanente del "piccolo gregge" per celebrare il pasto serale del Signore. Poiché s’avvicina il tempo in cui il glorificato Signore Gesù accoglierà il rimanente nella loro dimora celeste, la "grande folla" delle "altre pecore" non avrà occasione di far questo ancora per molto tempo." (La Torre di Guardia 15-3-1979-  pp. 11-12).



[L'aspetto più terribile e aberrante della "teologia" della Torre di Guardia è sintetizzata in questa affermazione: "Anche se non bevono il calice che simboleggia il sangue di Cristo, Rivelazione 7:14 dice che "hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello". Rivelazione 7:9, 10 indica inoltre che attribuiscono la salvezza a Dio e all’Agnello Gesù Cristo." Perché alla "grande folla" i meriti del sacrificio -dice la Società- non sono applicati. Questo, purtroppo e contrariamente a quello che credono, li esclude irrimediabilmente dalla salvezza poiché non c'è un altro modo di "lavare le loro lunghe vesti" -il loro carattere- dal peccato, se si rinuncia ai meriti del  sacrificio di Cristo].


"Celebriamo la morte del più grande Uomo mai vissuto sulla terra


Dalla Commemorazione tenuta nella primavera del 1936, i membri della "grande folla" hanno partecipato liberamente alla celebrazione del Pasto Serale del Signore, pur non prendendo il pane e il vino emblematici. Da che furono identificati (il 31 maggio 1935, al congresso tenuto dai testimoni di Geova a Washington, District of Columbia, U.S.A.), i componenti della grande folla di Rivelazione 7:9-17 sono stati specialmente invitati dall’unto rimanente ad assistere in veste di osservatori al Pasto Serale. Vi assistono perché provano sincero apprezzamento per il sacrificio di riscatto del Signore Gesù Cristo. Il fatto di non partecipare agli emblemi non è un’artificiosa limitazione imposta loro da uomini, ma è in armonia con la Parola di Dio.


Perché? Perché l’Istitutore della celebrazione ne stabilì l’osservanza per quelli con i quali fece un patto per il regno celeste. Anche se dedicati e battezzati, quelli della "grande folla" riconoscono di non essere inclusi in quel patto per il Regno. Non sono israeliti spirituali, in quanto non sono stati introdotti nel "nuovo patto", il quale è stipulato con gli israeliti spirituali tramite il Mediatore Gesù Cristo. Non sono stati generati con lo spirito santo che cominciò a essere versato sui 120 discepoli riuniti a Gerusalemme il giorno della Pentecoste del 33 E.V. Simbolicamente parlando, non sono ‘morti insieme a Cristo’ rinunciando a qualsiasi futura prospettiva di vita terrena in una terra paradisiaca sotto il regno di Dio. Non si aspettano di essere "seppelliti" con Cristo, per poter essere risuscitati a "somiglianza della sua risurrezione". Se quindi prendessero anch’essi il pane e il vino che simboleggiano essenzialmente il corpo fisico e il sangue di Gesù Cristo, smentirebbero il fatto che non sono inclusi in tali disposizioni con Gesù Cristo, l’Agnello di Dio. Per tale motivo si astengono dal prendere gli emblemi con l’unto rimanente. Tuttavia, il fatto che non li prendano non significa che non possano ricevere la vita eterna, poiché questa si ottiene riponendo fede in Gesù Cristo e nel provvedimento del sacrificio di riscatto. — Rom. 6:4, 5; Col. 2:12, 20; I Giov. 2:1, 2.(La Torre di Guardia 15-3-1981 pp. 27-28).




Tutto questo è biblico? Assolutamente no! E' frutto di una mente che si è dimostrata non rigenerata da Dio, di una decisione presa da un uomo pieno di animosità nei confronti di quella che chiamava con disprezzo "cristianità" e che aveva profeticamente votato alla distruzione di Armaghedon di cui aveva preannunciato un paio di volte la data.


La maggioranza dei testimoni di Geova non sta seguendo l'insegnamento biblico sulla "commemorazione", ma quelli di un uomo che ha dimostrato d'essere tutt'altro che guidato da Dio. Il risultato? Dalle stesse affermazioni rese pubbliche dalla letteratura della Società, i testimoni di Geova non beneficiano del riscatto pagato col sangue di Gesù Cristo sulla croce. La conseguenza? Non c'è salvezza senza i meriti del sangue di Cristo.


Oggi i testimoni di Geova fanno di quella che era -e dovrebbe essere ancora oggi-  una cerimonia "privata", quasi intima fra gli stretti seguaci di Cristo,  un fatto pubblico, un'occasione per invitare a "partecipare" tutti, credenti e non. Quasi una manifestazione propagandistica, un'occasione per mostrarsi pubblicamente.


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14/03/2018 14:11
 
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Da La Torre di Guardia del 15 marzo 1955, pagina 165, leggiamo:
“Fu dopo la cena pasquale e dopo aver mandato via Giuda che Gesù “prese il pane, e dopo aver pronunziato una benedizione, lo ruppe e, dandolo ai suoi discepoli, disse: ‘Prendete, mangiate. Questo significa il mio corpo’”.

Proseguendo nella lettura, pone la domanda:
“A quale corpo si riferiva Gesù? A un corpo carnale. È impossibile… Egli si riferiva piuttosto al suo corpo spirituale, la congregazione cristiana, che nelle Scritture è definita un corpo oppure il corpo di Cristo più di quarantacinque volte”. (Cfr. La Torre di Guardia, 1/3/1951, p. 70).
Stando a quest'ultima dichiarazione, il "canale della verità di Dio" afferma che il "corpo" di Gesù, simboleggiato dal pane nell'ultima cena, non sarebbe il suo proprio corpo offerto in sacrificio, ma la "congregazione cristiana".

Però, nell’edizione della Torre di Guardia del 1°dicembre 1959, a pagina 727, § 7 (quattro anni dopo), sullo stesso argomento, veniva asserito:
“Quando Gesù disse agli undici apostoli rimasti che il pane era o significava il suo corpo, gli apostoli correttamente compresero che significava il personale corpo di Gesù, di carne e ossa. Gesù non aveva mai detto loro che la congregazione che avrebbe edificato su di sé quale masso di roccia, sarebbe stata il suo “corpo” spirituale… Perciò con le sue parole: “Questo significa il mio corpo” egli non si riferì al futuro corpo spirituale che è la congregazione cristiana sotto di lui come Capo. Si riferì al suo proprio corpo che aveva ricevuto dalla vergine giudaica Maria e che Dio aveva miracolosamente preparato per lui”.

Siamo abituati a questa disinvoltura con la quale il "canale della verità di Dio" modifica le proprie affermazioni con un'andatura altalenante e contraddittoria, per cui non ci meraviglieremo più di tanto quando leggeremo altre assurdità su questo argomento.
La Torre di Guardia del 15 luglio 1991 a pagina 31, ci fa sapere che l’idea che
 “quella sera (il 14 Nisan) Gesù si sia radunato con i suoi apostoli per istituire il Pasto Serale del Signore", “Sembra nascere da un presupposto errato”. No, Gesù non istituì l’ultima cena, essi dicono, ma semplicemente “parlò loro (agli apostoli) di una nuova celebrazione che tutti i suoi seguaci avrebbero dovuto osservare in futuro”.
Quindi, solo un anno dopo aver sostenuta la tesi opposta, ovvero il 15 febbraio 1990, dove, a pagina 16 § 5 la Torre di Guardia dichiarava solennemente che 
“Gesù istituì l’unica commemorazione sacra per i cristiani: il “Pasto Serale del Signore”, si rimangiava tutto.

E guai a non essere "aggiornati" agli insegnamenti forniti dallo "schiavo fedele e discreto"! L'ammonizione suona perentoria: (2 Gv. 10) “Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo; poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse”.


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Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una TORRE, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un NOME...Gen 11,4
 
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