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SALMO 1 Commento tratto dalla serie "Il tesoro di Davide" di C.H. Spurgeon

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2018 09:38
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13/12/2017 13:44
 
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Propongo uno studio sul Salmo 1, tratto dal primo volume della serie "Il tesoro di Davide" di C.H. Spurgeon, nella speranza che possa essere di edificazione come lo è stato per me. Lo pubblicherò a pezzi perché è lungo... contiene il commento versetto per versetto di Spurgeon più commenti di vari predicatori importanti del 600 e del 700. Buona lettura e che il Signore possa istruirci e benedirci attraverso questo studio della Sua Parola.

SALMO 1

1 Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via de’ peccatori, né si siede sul banco degli schernitori; 2 ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno, e su quella legge medita giorno e notte. 3 Egli sarà come un albero piantato presso a rivi d’acqua, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e la cui fronda non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà. 4 Non così gli empi; anzi son come pula che il vento porta via. 5 Perciò gli empi non reggeranno dinanzi al giudizio, né i peccatori nella raunanza dei giusti. 6 Poiché l’Eterno conosce la via de’ giusti, ma la via degli empi mena alla rovina.

I - TITOLO

Questo Salmo può essere considerato  IL SALMO INTRODUTTIVO, perché introduce il contenuto dell’intero libro. Il desiderio del Salmista è insegnarci la via che porta alla vera beatitudine, come pure ammonirci a riguardo della sicura distruzione dei peccatori. Questo, in sintesi, è il tema del primo Salmo, che può essere considerato, per certi versi, come il testo sul quale l’intero libro dei Salmi compone un divino Sermone.

II - SUDDIVISIONE

Questo Salmo è composto di due parti. Nella prima (dal versetto 1 fino alla fine del terzo) Davide presenta in che cosa consiste la felicità e la beatitudine di un uomo pio, come si esprime e quali benedizioni egli riceverà dal Signore. Nella seconda parte (dal versetto 4 alla fine), egli mette a confronto la condizione e il carattere dell’empio, rivela il futuro e descrive, con un linguaggio molto efficace, il suo destino finale.

III - ESPOSIZIONE

Vv. 1,2. BEATO – Si noti che questo libro comincia con una benedizione, proprio come il famoso “Sermone sul Monte” del nostro Signore. La parola qui tradotta con “beato” è molto espressiva. Il termine originale è al plurale, ed è difficile stabilire se si tratta di un aggettivo oppure di un sostantivo. Da questo possiamo apprendere quanto siano molteplici le benedizioni dell’uomo che Dio giustifica, come pure la perfezione e la grandezza della beatitudine che egli godrà. Perciò, potremmo renderlo con: «Oh quanto è beato»! Inoltre, potremmo considerarlo (come fa Ainsworth) come una gioiosa acclamazione sulla felicità di un uomo toccato dalla grazia. Possano simili benedizioni posarsi pure su di noi! Qui l’uomo toccato dalla grazia viene descritto sia negativamente (v. 1), che positivamente (v. 2). Ecco un uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi. Egli accoglie consigli più saggi di quelli e cammina secondo i comandamenti del Signore suo Dio. Per lui i sentieri della pietà sono sentieri pacifici e piacevoli. I suoi passi sono guidati dalla Parola di Dio, non dai progetti di furbizia e di malvagità degli uomini; e questo è l’effetto della grazia interiore, che porta al cambiamento delle azioni e delle intenzioni. Notate, poi, come egli non si ferma nella via dei peccatori. Le sue nuove compagnie sono decisamente migliori delle precedenti. Sebbene sia un peccatore, è ora lavato dal sangue, risvegliato dallo Spirito Santo, e rinnovato nel cuore. Ora che si trova, per la ricca grazia di Dio, nella comunità dei giusti, non osa più accodarsi alla moltitudine che fa il male. Ancora di lui si dice: non si siede in compagnia degli schernitori. Egli non trova compiacimento alcuno negli scherni dell’ateo. Siano altri a beffarsi del peccato, dell’eternità dell’inferno e del paradiso, e dell’eterno Dio; quest’uomo ha imparato una filosofia migliore di quella dell’infedele. Egli ha troppa consapevolezza della presenza di Dio, per sopportare che il suo nome sia bestemmiato. Il seggio dello schernitore potrà anche essere elevato, ma si troverà molto vicino alle porte dell’inferno. Fuggiamo da esso, perché sarà ben presto vuoto, e la distruzione inghiottirà l’uomo che vi siede. Notate la progressione del primo versetto:

Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi
che non si ferma nella via dei peccatori,
né SI SIEDE sul BANCO degli SCHERNITORI.

Quando gli uomini vivono nel peccato, vanno di male in peggio. Dapprima essi semplicemente camminano secondo i consigli dei disavveduti e degli empi, che dimenticano Dio (il male qui è più pratico che abituale), e poi si abituano al male, e così si fermano sulla via dei peccatori, che violano di proposito i comandamenti di Dio. Se lasciati da soli, poi, fanno ancora un passo in avanti, e diventano maestri pestilenziali e tentano altre persone. È così che essi si siedono sul banco degli schernitori. Hanno acquisito a pieni voti la laurea di peccatori, e sono stati installati come veri Dottori di Dannazione, tanto da essere considerati dagli altri come Maestri di Belial. L’uomo beato, però, l’uomo che è titolare di tutte le benedizioni di Dio, non può in alcun modo essere in comunione con tali personaggi; egli si conserva puro da questi lebbrosi. Si sveste di queste cose malvagie, come di una veste sporcata dalla carne. Viene fuori dalla compagnia dei malvagi, ed esce dall’accampamento portando il vituperio di Cristo. Che grazia essere così separato dai peccatori! Si noti, ora, il suo carattere positivo. Il suo diletto è nella legge dell’Eterno. Egli non è sottoposto alla legge come a una maledizione o a una condanna, ma è in essa, e si rallegra che sia la regola della sua vita. Il suo diletto, inoltre, sta nel meditarla, nel leggerla di giorno e riflettere su di essa di notte. Nelle veglie della notte, inoltre, quando il sonno abbandona le sue palpebre, egli riflette sulla Parola di Dio. Nel giorno della sua prosperità, canta i salmi della Parola di Dio, e nella notte della sua afflizione trae conforto dalle promesse dello stesso libro. La legge dell’Eterno è il pane quotidiano dell’autentico credente. Eppure, ai giorni di Davide, quanto era piccolo il volume dell’ispirazione, perché a malapena avevano i primi cinque libri di Mosè! Quanto maggiormente, allora, dovremmo valorizzare l’intera Parola scritta, che abbiamo il privilegio d’avere nelle nostre case! Ahimè, quale infelice trattamento viene riservato a questo angelo dal Cielo! Noi non siamo come quelli di Berea, che investigavano meticolosamente le Scritture. Quanto sono pochi fra di noi coloro che possono far proprie le benedizioni del testo! Forse alcuni fra voi possono vantare una sorta di purezza negativa, perché non camminano nella via degli empi. Lasciate, però, che vi chieda: È il vostro diletto nella legge di Dio? Studiate voi la Parola di Dio? È essa per voi come l’uomo che sta alla vostra destra, il vostro miglior compagno e guida delle vostre giornate? Se non è così, questa beatitudine non vi appartiene! 
[Modificato da Ettore.87 13/12/2017 14:00]
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